Lui si
abbatté sul divano puntando il suo sguardo sulla figura che aveva al suo
fianco.
–Yama
ma lo sai che giorno è oggi?-
-Allora…-
gettò un’occhiata obliqua alla sua sinistra, lui così composto sul divano,
l’altro completamente stravaccato. –E che vuoi?-
-Dico
io!- Taichi si strofina le mani con enfasi -Chissà quante persone come noi, hanno
lo stesso giorno da ricordare!-
-Già
probabilmente ma non l’orario.-
-Sei e
zero nove. Mi
sembra quasi una cifra magica. Ce la giochiamo al lotto?-
-Uhm…-
ed è un uhm che vale più di mille parole, proprio come gli occhi azzurri di lui
poggiati con facilità in quelli di Taichi. -Con la fortuna che ti ritrovi tu poi…!- Alzò gli occhi al cielo, come soleva fare
con lui solo per il gusto di provocarlo. -Stiamo apposto.-
-Avanti!-
Ammiccò sapendo di risultare il solito con il cervello fra le nuvole.
-Avanti…!- ripetè dandogli una piccola gomitata.
-Umpf.-
Sbuffò Yamato, ma contrariamente a quanto potesse sembrare pacata la sua voce,
nei suoi occhi guizzò una scintilla di una profonda allegria.
-Avanti…
che se vinco ti ripago di tutti i piatti vegetariani che abbiamo ingurgitato!-
si mise a ridere, ancora quella smorfia sulle labbra -Ma anche se non vinciamo
lo so che ormai non puoi stare senza di me! Senza i piatti di mia madre!-
-Uhm…se
lo dici tu.- Yamato piegò le labbra a metà di un sorriso e di una smorfia. -Mi
sta uccidendo. Come quella volta il sei luglio.-
-Bhe
quello è stato un caso di auto-avvelenamento…. Che mi dovevi riportare?-
-Il
libro di matematica. L’avevi scordato sotto il banco…tsk!-
-Ah
era quello di mate? Ne ho scordati così tanti…anche se
poi li ritrovavo subito il giorno dopo! Ed anche se di solito, era Sora a
ricordarmi di prenderli!-
Yamato
sorrise, quel sorriso un po’ sghembo che di rado mostrava. –Allora devi
ringraziare lei ancora una volta.-
Tai
strabuzzò gli occhi.-Ti mandò lei da me?- eppure nel
dirlo e notando l’espressione del biondo, non potè non rispondersi con un
silenzio sereno. -Lo sai non avrei potuto lasciarla ad altri che a te.-
-Lo so.- Yamato lo fissò, azzurro nel marrone. -Lo so, Taichi.- '