‘Mia signora, per quella sacra luna che inargenta le cime degli alberi di questo giardino, ti giuro…’ disse guardando il panorama davanti a sé, fissando la gente che passava
‘Oh, Romeo, non giurare per la luna incostante che muta ogni mese sul suo rotondo andare: - non sia altrettanto mutevole il tuo amore’ continuò una voce femminile soave, che fece dimenticare al ragazzo come si respirava
‘Dirtelo con un nome, non saprei; il mio nome, cara santa, mi è odioso, perché è nemico a te. Lo straccerei, se lo portassi scritto’ disse di nuovo, volendo sentire quella voce di una sconosciuta, ma perfetta
‘L’orecchio mio non ha bevuto ancora cento parole della tua voce, che ne conosco il suono: non sei Romeo tu, ed un Montecchi?’ continuò la voce della ragazza, la quale era stupita, qualcuno conosceva come a lei le parti di quel libro perfetto,colui poteva essere il suo Romeo