Una ragazza misteriosa,con un segreto alquanto bizzarro..
Incontra un ragazzo sfacciato..
Una storia intricata che sfocierà in qualcosa di inaspettato per entrambi..

Erano due anni che non li vedevo.
Loro di sicuro non si ricordavano neanche di me, io invece sapevo tutto di loro.
Erano su tutti i giornali, volantini, cartelloni pubblicitari.
Erano diventati famosi proprio come volevano, hanno realizzato il loro sogno, tutti li amano.
Tutti tranne me, qualunque cosa accada non voglio più soffrire.
ATTENZIONE: Questo è il continuo di un'altra FF :) il link di quella vecchia la trovi nel primo capitolo se ti interessa :)

-Che succede?- chiedo titubante sedendomi su una sedia a caso.
-Ecco, tesoro, vedi...- comincia mio padre. Quando inizia così non preannuncia nulla di buono.
Papà fa un respiro profondo e continua.
-A causa del lavoro mio e di tua madre, ci dobbiamo trasferire..-
Non riesce a finire la frase che l'uragano Camilla torna in cucina.
-Io non vengo!- sbraita.
-Camilla, se ci fai finire di parlare..- ricomincia mio padre.
La mamma gli mette una mano sulbraccio e prende lei la parola.
-Io e vostro padre ci dobbiamo trasferire per lavoro, ma voi grandi non ci seguirete. Camilla, -dice fissando i suoi occhi verdi in quelli grigio-verdi di Camilla- tu puoi rimanere qua. Hai 22 anni e sei abbastanza grande per rimanere da sola. Christinne, -dice spostando gli occhi sulla piccola di casa- tu vieni con noi, sei ancora piccolina. Quanto a te, Andrea, -continua fissandomi- abbiamo trovato un'ottima scuola a Londra e abbiamo chiamato tuo cugino Niall e ha acconsentitoad ospitarti a casa sua con i suoi amici.-

Dakota, Niall e Tiffany, una tripla amicizia, con alcune complicazioni.
Dakota è innamorata di Niall.
Niall è innamorato di Tiffany.
Tiffany si è invaghita di Harry, il più popolare della scuola.

Dire che il rapporto tra il Furetto e la Mezzosangue si era mantenuto combattivo sarebbe a dir poco un'imprecisione. Non riuscivano a sopportare niente l'uno dell'altra. Ormai si schiantavano perfino nei corridoi della scuola, con la più insignificante delle scuse. Anche senza.