[Post-Avengers].
Loki si è presentato a casa di Tony poco dopo la faccenda del Mandarino.
Cosa vorrà?

Mathias, Capo Famiglia dei Lazzari, manda Kieran, il suo miglior uomo, a fare una consegna pericolosa al Dannemora, un carcere di massima sicurezza.
Quando Kieran ne esce però tra loro qualcosa cambia, i rapporti di una vita mutano e quello che non doveva venire in superficie, mai, avviene.
Dal racconto:
«Ogni uomo ha un padrone, irlandese. Per alcuni è l'alcol o la droga, per altri un ideale o una religione, per altri ancora è un altro uomo. Pochi sono padroni di loro stessi. Tu che uomo sei? Chi è il tuo padrone?»
«Lo stesso che hai tu, Lazzari.»
Bao scoppiò a ridere, un suono divertito e basso, folle. «No, non è il mio padrone, lui è il mio capo. Io il mio padrone me lo sono scelto tanto tempo fa, e non è lui.»
«Chi è?»
Il sorriso di Bao si allargò, mostrando i denti bianchissimi in un'espressione cupa e folle. «La pazzia, Kier. La seguo e la venero, la amo in chiunque la veda. Mia signora delle atrocità, del sangue, della divertente faccia folle della vita. E tu, tu ne hai tanta dentro. Sotto il tuo visino carino, sotto l'aspetto calmo, tu sei pazzo come me, se non di più.

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Nella sconsolante periferia di una qualche grande metropoli, la grigia e malandata stazione dei treni ospita l'ennesima lotta tra bande.
In un angolo oscuro e puzzolente, una semplice puttana si nasconde aspettando che il trambusto passi, pregando per non ricevere la violenza dei suoi frustrati superiori.
Quella puttana non è altro che un giovane, una delle tante anime perdute nella droga e nella violenza.

Iron Man era morto.
Non la sua parte più debole, immorale e fastidiosa, perché Stark c'era ancora, almeno come involucro fisico del genio dissoluto che aveva monopolizzato la tecnologia degli ultimi decenni; ma l'eroe che aveva protetto le persone, ed era davvero riuscito a convincere se stesso della propria utilità, era caduto, sconfitto dalla sua stessa impotenza.
Non sono stati i suoi compagni a fare irruzione nella cella dov'era prigioniero e gli è bastato un respiro per sapere che non doveva aspettarsi salvezza ma solo un altro tipo di tormenti.
Mentre fissa il ghigno trionfante del più pericoloso nemico degli Avengers, Tony si chiede se la cosa gli importi davvero.

Thor e Loki sono due agenti speciali del FBI.
Loki è solitario e lunatico, il contrario di Thor.
Potrà nascere la passione tra i due?
Riusciranno a catturare la banda che sta terrorizzando la città con i loro poteri?
Riuscirà Loki a rivelare la sua vera identità?
Come affronteranno la verità sul loro passato?

Questa storia è ambientata all'inizio di Thor, ovvero quando il giovano Dio si reca a Jotunheim in preda all'ira. In questa terra desolata - come il suo cuore, dopo la morte di Odino che in questa storia avviene presto - Thor si imbatte nei Giganti di Ghiaccio rapendone il Principe, nonché Loki - che diviene suo compagno. Ma l'animo di questo non rispecchia affatto le sue maniere pacate.

ATTENZIONE, SE NON AVETE MAI LETTO QUESTO AVVISO VI CONSIGLIO CALDAMENTE DI RILEGGERE I PRIMI TRE CAPITOLI, POICHÈ HO APPORTATO IMPORTANTI MODIFICHE.
« Sono in ritardo cavolo! »
Apro gli occhi a fatica, infastidito dalle urla di Natasha, e la luce che filtrando da dietro le tende mi colpisce in pieno viso mi fa riaffondare la testa nel cuscino con un gemito di protesta.
Con un enorme sforzo di volontà allungo una mano per prendere la sveglia sul comodino, e guardo l'ora.
Cazzo, ma sono le nove di mattina! Rettifico: sono le nove di sabato mattina, orario nel quale generalmente la gente normale riposa. Sento del trambusto provenire dalla camera di mia sorella, e questo mi riporta col pensiero alle sue parole di poco fa. In ritardo per cosa?
Suonano alla porta, e sento la voce di mia madre provenire dal piano di sotto.
« Tu devi essere Robert, il ragazzo che è venuto per le ripetizioni! Molto piacere, Maggie »
Ah, ma certo. Ora ricordo.
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In breve: Rob va a fare ripetizioni alla sorella di Jude, e... Beh il resto si vedrà.
Se volete, seguitemi in questa follia nata per gioco in un momento di noia.

Quando la legione arrivò a destinazione, dopo lunghi giorni di navigazione, Philippus non poté che esserne felice e sollevato. Eressero l'accampamento in una piccola vallata circondata da colline in modo da avere una visuale su tutto il territorio circostante e, al contempo, essere protetti da attacchi a sorpresa. La palizzata, il fossato e le tende comparvero nel giro di due giorni e presto si ritrovarono tutti accanto al fuoco a mangiare carne essiccata e frutta non così fresca. Nessuno si lamentava, però: Cesare stava combattendo i Galli e la spedizione in Britannia, nella serena e tranquilla e pacifica Britannia era una benedizione degli dei.

Original ambientato nell'antica Roma.
La storia di uno schiavo e del suo giovane padrone.
Spero che vi piaccia :3

“Allora Barton, sei riuscito a dormire, stanotte?” Coulson lo guardò con un piccolo sorriso sornione, indicando con un cenno del capo le occhiaie e lo sbadiglio che gli deformava le labbra. Incrociò le braccia sulla scrivania di noce, ignorando volutamente i rapporti appena stilati su alcuni traffici di prostitute. “Se solo avessi una macchina fotografica, ti farei una foto.”
"Nathaniel non dorme che per due ore a notte." Clint sbatté la fronte contro la scrivania. "Non ce la faccio più."
"Provato con la camomilla?" Ridacchiò l’altro e chiuse un'altra cartellina, poggiandola sul mucchio. "Dicono che funzioni con i bambini piccoli."
"Me la vomita addosso."
"E' un vero Barton! Ma scusa se anche i primi due hanno fato così, perché avere il terzo? Siete masochisti?"
"...È stata colpa dei lavori al secondo piano. Spostare i mobili, sai, è... Eccitante."
Phil sollevò un sopracciglio. "Spostare i mobili è eccitante? E da quando?"
"Da quando Laura lo fa con indosso un vestito trasparente viola."

"Cerchi grane, Stark?" Phil socchiuse appena gli occhi. "Dovresti andare in classe, arriveresti giusto per il suono della campanella."
"Volevo solo strappare un invito al signor Capitano Occhi Di Fata qui presente."
"Neanche fra un milione di anni, Stark."
"Aspetterò il milione e uno, allora."
Phil lo guardò andare via perplesso. "Invito? Non dirmi che ci sta ancora provando con te..."
Steve alzò le spalle, con una nota di irritazione nella mandibola contratta. "Non chiedere."
"D'accordo." Con una scrollata di spalle si avviarono in classe e un attimo dopo, entrò il professor Fury. L'uomo, chiuso nel suo pastrano nero, guardò ad uno ad uno i ragazzi. "Buongiorno. Oggi abbiamo molto di cui parlare."
L'unico a non sembrare interessato a quella prospettiva tanto minacciosa era un ragazzo dell'ultimo banco, infagottato in una maglia viola più grande di due taglie, con le maniche lunghe nonostante la temperatura piacevole. Ad occhi chiusi -E truccati di nero su entrambe le palpebre- e capelli biondo castani lasciati scarmigliati, Clint Barton ascoltava musica dalle grandi cuffie viola, facendo scattare la testa a ritmo e battendo le dita sul banco.

[AU- Steve/Tony]
Steve Rogers era un ragazzo appena ritiratosi a vita civile dopo essere stato qualche anno nell’esercito, a seguito della morte del suo ultimo genitore: sua madre. Sarah Rogers era stata la donna più buona, gentile, generosa, altruista e paziente che il mondo avesse mai visto. Nonostante tutte queste qualità, però, nella sua ingenuità, non aveva mai imparato a gestire il suo denaro. Per questo, quando era in vita, si era ritrovata spesso a rischio di sfratto, a causa dei suoi innumerevoli debiti. Dopo la sua morte, i suddetti debiti, passarono al suo unico figlio.
[...]
Quando il ragazzo tornò a Brooklyn senza una lira bucata, Natasha gli propose un lavoro abbastanza redditizio, in un locale dove lei aveva lavorato fino ad un anno prima. Gli assicurò che era un posto assolutamente rispettabile, pulito.
Peccato che si trattasse di fare lo spogliarellista.

Sottomessa e Dominata.
Dominatrice e Predatrice.
Non sapevo cosa veramente,stessi cercando,non sapevo in che guaio mi stessi cacciando in che mondo tortuoso e pericoloso stessi per approdare.
Ma sapevo che avevo voglia di imparare,di capire.
Avevo voglia di scoprirmi,di essere scoperta,avevo voglia di sesso,senza sapere realmente cosa fosse.
Avevo voglia di scoprire di essere una “Switch”.

"Dio! Devo essere stato investito da un camion e finito all'inferno."
Quando Phil cominciò a prendere coscienza di se e del proprio corpo, il dolore alla testa -E ad alcune parti dove non avrebbe dovuto, in alcun modo, sentire dolore- lo portarono a pensare ad un suo incidente con qualche mezzo di trasporto. Mosse la testa sul cuscino, attivando la salivazione che gli portò un retrogusto amaro sulla lingua -Birra mischiata a qualche altro alcolico, probabilmente- e aprì gli occhi su un letto sfatto, dalle lenzuola bianco sporco. Sfregandosi con forza il viso per scacciare il mal di testa, il sonno e l'intontimento, cercò di farsi tornare alla mente gli ultimi avvenimenti. C'era stata la festa a casa di Thor e lui aveva avuto la brillante idea di andarci con Audrey. Poi... Poi? Bhé dovevano averci dato dentro pesantemente con i bicchieri, a giudicare dal mal di testa assordante e la bocca impastata. E il suo essere nudo... In un letto a lui sconosciuto... Sollevò le lenzuola e... Si, era decisamente nudo. Lui e Audrey dovevano averci dato dentro di brutto... Anche se non capiva perché si sentiva indolenzito dove non avrebbe dovuto esserlo...

-- -E’ una prassi, non si preoccupi. E poi durerà solo la prima settimana di lavoro.-
Jude forzò un sorriso.
Diciamo che l’idea di avere un tizio che gli diceva tutto quello che doveva fare non era un buon modo per iniziare il suo primo lavoro.
Ma queste erano le regole, e le avrebbe accettate comunque. --