La tempesta si avvicinava quasi non vista, perché in questo momento, in un tempo ovattato, si sfiorava con le dita un’inverosimile serenità, una realtà normale fatta di piccole cose, priva di battaglie e di sangue.
Tutto ciò che desiderava sembrava quasi a portata di mano, fino al grande balzo. Poi, sull’orlo del baratro, tutto diventò più chiaro. Quasi faceva sorridere scoprire che il segreto era sempre stato lì davanti agli occhi, ad ossessionare la mente e le notti. Proteggerlo sarebbe stato davvero possibile?
I personaggi di Saint Seya, i Gold Saints e Agasha appartengono al loro autore, Kurumada. Agasha in questa ff non è la ragazzina dell’anime ma sua reincarnazione, e ha all’incirca l’età dei Gold Saints.Secondo questa FF Agasha di LC è all'incirca coetanea di Shion.
L'età dei protagonisti non è quella canonica. I bronzini e Atena hanno quasi vent'anni. I Gold sono decisamente più adulti. Atena è OOC.
Contiene riferimenti a "Il Signore degli Anelli" i cui personaggi, lingue e fatti sono proprietà dello loro autore, Tolkien.
I personaggi qui inventati sono Umbriel, Endien ed Elessar, il cui nome appartiene a Il Signore degli Anelli di Tolkien. FF scritta senza scopo di lucro.

Callisto stava ancora cercando di riordinare i pensieri, quando la fastidiosissima voce del druido lo raggiunse, intromettendosi in quello che lui considerava il proprio spazio vitale.
“Quindi ci darai una mano, stregone?” Chiese, senza troppi preamboli, l’uomo vestito con una tunica logora e con i capelli grigi stopposi, pieni di rametti e foglie intrecciate, più che un capo druido, sembrava uno spaventapasseri, di quelli brutti persino.
“Io ce l’ho un nome, vecchio...” sottolineò Callisto, in risposta all’epiteto dell’altro.
“Mi chiamo Callisto e gradirei tu lo ricordassi, ogni tanto, visto che sei stato tu a dedicare insieme a quei circolo di folli, a decidere di liberarmi dal sigillo dell’oscuro.
“Dovresti esserci grato, stregone...” disse l’anziano druido, calcando apposta quel suo accento gracchiante sull’ultima parola.
“...senza la nostra magia e la nostra conoscenza, tu saresti ancora a contorcerti tra la terra e i vermi...”
Questo è un mio nuovo, strampalato progetto, di cui devo l’ispirazione a quella ragazza dalle mani d’oro, Miryel che di fatto con questa sua bellissima storia, mi ha dato l’idea per scrivere una AU! Con protagonisti i giovani Vargas e Callisto, prima della long...

Sulla scia del racconto de "Il Piccolo Principe", la storia dell'evolversi del difficoltoso rapporto tra Camus e Hyoga, maestro e allievo, padre e figlio, tra inciampi vari, incomprensioni, modi di essere così apparentemente distanti eppure così simili. Perché proprio come l'aviatore, anche Camus impara a ritrovare sè stesso solo grazie al bimbetto dai capelli color del grano che, un giorno di febbraio lontano, in Siberia, entra nella sua vita, per lasciarci il segno.
DAL CAPITOLO SECONDO:
“Devi guardare dritto davanti a te, sempre! - rimarcai, rialzandomi in piedi, prendendolo però per mano per aiutarlo a muoversi in mezzo a tutta quella neve – Non dietro, non di fianco, dritto!”
Hyoga sembrò rimuginare su quella frase durante tutto il corso del nostro viaggio per tornare all’isba, il luogo che gli avrebbe fatto da casa da quel momento in avanti… speravo… se il suo fisico avesse retto a tali climi.
“Dritto davanti a sé, però… non si può andare poi così lontano!” mi fece notare al termine della sua riflessione, un poco meno timidamente di prima, guardandomi con quegli occhioni e stringendo la presa sulle mie dita.
Imparai a mie spese che 'dritto davanti a sé' era davvero sin troppo limitato!

Sembri ancora lontana ed estranea, Sorella Morte, sovrasti come stella gelida al mio destino.
[Il viandante alla morte, Hermann Hesse]

Solitudini che si intrecciano all'ombra del Grande Tempio di Atene: il "prima" e il "dopo" la battaglia delle Dodici Case raccontati attraverso quattro diversi – ma collegati – punti di vista.
Storia completamente revisionata

Dopo aver lasciato Nevarro, Din Djarin ha ormai poche certezze: è ancora un Mandaloriano, deve trovare il pianeta natale del Bambino, e i compagni sfuggiti al massacro di Gideon sono vivi, da qualche parte nella Galassia. Quest'ultima è più una speranza, e lui non ha idea di come si viva di speranza. Soprattutto quando tutte le altre certezze, quelle che ha sempre custodito tra cuore e beskar, sembrano sgretolarsi con ogni passo che compie.
Non tutti i suoi fantasmi sono marciati via.
Dall'ultimo capitolo: Il Moff lo conosceva – sapeva il suo nome, da dove veniva, chi fosse la sua famiglia.
Anche Din lo conosceva. Ricordava il suo nome sussurrato di elmo in elmo come quello di un demone durante le serate attorno al fuoco della sala comune, l’unica luce che potessero concedersi in quegli anni di persecuzione. Ricordava il Mandaloriano mutilato e con la corazza deforme che narrava singhiozzando della Notte delle Mille Lacrime, quando interi squadroni d’assalto erano stati vaporizzati a Keldabe dalle truppe imperiali.
[The Mandalorian // Missing Moments // Avventura&Azione // Din&Grogu // Post-S1 alternativo]

Questa storia risale alla mia gioventù, nel periodo più felice della mia vita… è passato tanto tempo, ormai, i ricordi cominciano ad accavallarsi, la conta dei dadi più non torna, e il filo della memoria più non si dipana.
Tuttavia li custodisco ancora questi frammenti, labili, è vero, ma presenti. Rimarranno tali, finché non torneranno alla mente della persona a cui spettano di diritto… che sto aspettando da secoli...
Nelle terre gelide in cui ero stata portata in fanciullezza, si tramandava una leggenda; una leggenda tanto bella quanto sfuggente, almeno agli esseri umani comuni. Zima Siyaniye, si diceva… lo splendore invernale, secondo taluni, o anche il meraviglioso luccichio della notte più buia, secondo tal altri.
I due significati, in verità, coincidevano. Zima Siyaniye, la creatura mitica sotto forma di un grosso canide, che, si diceva, corresse senza sosta per tutta la steppa siberiana, formando, con i suoi movimenti, il fenomeno tipico di queste lande ghiacciate, la Polvere di Diamanti, che, sbalzata in aria, si tramutava poi nell’Aurora Boreale. Zima Siyaniye, il Vento del Nord, il Signore dell’Aurora… nessuno, dei comuni mortali, lo aveva mai visto nella sua forma reale.
(Storia laterale di Sentimenti che attraversano il tempo)

Una serie One Shots che parlano di missing moments.
Ognuna di queste associata ad uno dei cinque sensi: vista, gusto, olfatto, udito, tatto.
E forse, alla fine, esisterà anche un sesto senso, quello che serve a comprendere la vita e le sue ragioni.

“Devi essere cotto marcio di quella ragazzina, se cerchi addirittura di impressionarla preparandole dei biscotti senza poter usare la magia.” ridacchiò Bill, riferendosi al motivo di tutta quella fatica: l’amica che Charlie aveva invitato alla Tana per le vacanze di Natale.
Il minore grugnì, inizialmente perso nei suoi pensieri: quei dannati ingredienti non ne volevano proprio sapere di coagularsi in una massa uniforme. Come diavolo riuscivano i babbani a farli stare insieme senza magia? Al confronto preparare il distillato della morte vivente pareva quasi una passeggiata.
[What if? // Natale alla Tana // Partecipa all'iniziativa "Un regalo tutto per te" indetta sul gruppo Caffè e Calderotti]

"Era una linea sottile, il passato.
Una linea che entrambi, silenziosamente, cercavano di non valicare.
Ci danzavano intorno però, tra sguardi più lunghi del dovuto, teste chine, pugni serrati da imbiancare le nocche, ma a quanto pareva, era sufficiente un solo secondo di distrazione affinché quel maledetto confine sbiadisse, lasciandoli alla deriva."
Dopo la battaglia di Exegol, il neo generale Poe Dameron e il redento Ben Solo devono affrontare tutto quello che la pace comporta.
E se il perdono è difficile, dimenticare ciò che c'è stato sembra esserlo ancora di più.
[DARKPILOT; PAST!DARKPILOT; ALIVE!BENSOLO; POST!TROS]

Neil si nutriva degli incubi degli esseri umani, li divorava e non ne lasciava più alcuna traccia.
Avevano il sapore dell'arsenico e dei brutti ricordi.
Nessuno aveva mai cercato di tenerseli stretti, perché quando qualcosa ferisce preferiamo cancellarla.
Lux non la pensava allo stesso modo. Sognava milioni di specchi, ma non riusciva mai a guardarli davvero perché Neil occultava ogni immagine, ogni riflesso.
Finché Lux, una notte buia, decise di ribellarsi e attaccarlo. Non voleva che lui continuasse a intrufolarsi nella sua mente e avrebbe fatto di tutto per impedirlo.

La voce gli muore in gola, lentamente, inesorabilmente. I suoi occhi ora sono fissi altrove, rapiti da un’ombra che si erge minacciosa al di sopra delle tue spalle. Allunghi un braccio, senza neanche voltarti, e la Fenice vi si posa sicura, con un movimento regale, sontuoso, pieno di grazia.
Scamander rimane pietrificato, quasi sopraffatto, la bocca incurvata in un sorriso estatico e le pupille accese da un guizzo di pura, incontenibile meraviglia.
«È… magnifica».
[Ladyhawke!AU] [Beauty and the Beast!AU] [Canon Divergence]

[Storia partecipante al contest “Non ci resta che sognare” indetto da Soul_Shine e Sabriel_Little Storm sul forum di EFP]
Sono appena cominciate le vacanze estive e quattro studenti di Tokyo decidono da un giorno all'altro di partire per il mare, allontanandosi così dalla città, dalla famiglia e dalla scuola. Tra di loro c'è Kaede, che fatica a lasciarsi andare alla spensieratezza dato che la notte viene perseguitato da sogni particolari lo mettono di fronte ad una parte di lui con cui però non vuole avere nulla a che fare. L'unico in grado di aiutarlo sembra essere il suo amico di infanzia, in viaggio con lui, che sembra conoscerlo meglio di quanto Kaede pensi.

Respirava, respirava profondamente Viola.
Ogni suo respiro le riempiva i polmoni, ma non si sentiva mai carica di ossigeno.
Ogni sua inspirazione la mandava in apnea, come se si trovasse sott'acqua.

"Ho passato troppo tempo ad odiare te. Hai detto su di me molte cose. Ora, se permetti, parlo io di me."
Qualcuno, dopo aver sofferto, capì improvvisamente di dover andare avanti. Ma prima volle guardarsi alle spalle e, per una volta, provare a descrivere il suo dolore, non chi lo aveva causato.
Qualcuno si era avvicinato troppo a Venere, chissà se avrebbe mai rivisto le stelle dopo l'impatto.

[James ♥ Lily] "Esci con me, Evans." le aveva detto Potter con uno sguardo carico di desiderio. Era diverso. Qualcosa era cambiato. Sembrava quasi che stesse facendo sul serio quella volta.
"Non uscirò mai con te. Lo vuoi capire Potter ?" gli disse Lily. Ma se prima quella frase le era sempre uscita con un tono gelido, ora non era più certa di pensarla così. Non era più sicura di detestarlo così tanto. Non era più neanche sicura di detestarlo. Ma non lo avrebbe mai ammesso. Non poteva ammetterlo.
[Remus] Il bisogno di avere qualcuno vicino era viscerale. Il bisogno di non essere più solo era così radicato in lui, come se le sue viscere si fossero annodate.
[Sirius] Era stato uno stupido. Si era reso conto solo in quel momento di quanto fosse importante per lui. Solo in quel momento, quando era sicuro che fosse troppo tardi, che l'avesse combinata troppo grossa per essere perdonato, aveva capito che ne aveva bisogno.