La docile brezza del mezzodì gli scompigliò leggermente i capelli, trasportando la fragranza che emanavano all'uomo dietro di sé. [...]
Il Caporale non si era mai comportato così, perché lo stava facendo? A cosa mirava? Ma, soprattutto... gli interessava davvero saperlo?

Levi/Eren | FIFA World Cup AU
"Schiena contro il muro e braccia e gambe intorno al suo corpo, Eren Jaeger era avvinghiato all’allenatore della nazionale, le loro bocche occupate in un bacio poco casto e molto bagnato, mentre lui era felice come non lo era mai stato nella sua vita."

Dal testo:
« Nonostante lo svegliarsi comporti affrontare incubi peggiori della notte io sono sereno: perché finché sarai al mio fianco, Rivaille, mi sarà dato di sperare in una nuova alba! »

Decisamente avevano un’opinione piuttosto differente sul concetto di “pulito” così come per tantissime altre cose. Erano una coppia abbastanza strana con caratteri quasi opposti e senza apparenti punti in comune, interessi e gusti quasi agli antipodi e in più c’era da aggiungere una differenza di età che, specie per i primi tempi, era stata piuttosto difficile da gestire. Si somigliavano più nei difetti che nei pregi: entrambi erano fin troppo arroganti, orgogliosi e testardi, ma esprimevano anche queste loro caratteristiche in maniera piuttosto diversa. L’unico elemento che oggettivamente li accomunava era di appartenere entrambi allo stesso sesso. Eppure, per una qualche strana alchimia, loro insieme semplicemente funzionavano.

Teatro, Shakespeare, un'insolita dichiarazione. Qualcuno stanotte sognerà sul palco, avvolto dalla tenue aura della finzione...o forse...non così falsa in fondo?!

Dal testo:
“Jaeger.” Il caporale stava sorseggiando il suo amato thè dalla tazza neutra che teneva nella mano destra con eleganza. Aveva gli occhi chiusi e a volte si riusciva a sentire il rumore fastidioso di qualche sorso preso proprio sul filo della bevanda. Levi non sembrava preoccuparsene troppo o forse, semplicemente, non si rendeva conto.
“Sissignore!” Eren, che in quel momento stava seduto su di una sedia posta sul lato destro del tavolo rettangolare, teneva i polsi vicini sulle gambe, come fosse in uno stato di tensione: in attesa di ordini, rimproveri od obbedienza.
«Perché le tue lenzuola sono sporche di sangue?»
......................................................................................................................................
Dedico questa storia alla mia adorata beta, GeroSV, che mi sopporta e supporta, dedicandomi tempo prezioso e cercando di risollevare la mia autostima che si è stabilita permanentemente presso il centro della Terra.
Spero che questa storia vi piaccia e vi auguro buona lettura! Siete liberi di recensire, sappiatelo~

DAL 9' CAPITOLO:
-Domani faremo il culo agli sbirri.- disse Eren con una strana luce negli occhi.
-Già.- Stettero in silenzio per lunghi secondi a guardare la città pronta alla vita notturna.
-Eren non provare a morire domani.-
-Non lo farò. Mi riempiresti di botte.- disse sorridendo appena il castano.
-Già.-
-Non provarci nemmeno tu.- aggiunse rivolto all’altro.
-Non lo farò. Devo pestarti prima.- Quello era lo scambio di battute che facevano prima di ogni furto. Nessuno dei due l’avrebbe mai ammesso, ma l’uno era quello che rimaneva di più caro all’altro e dopo aver perso tante persone importanti avevano bisogno di un appiglio. Avevano bisogno di sapere che non sarebbero rimasti soli.
//Riren-Ereri/Criminal!Levi e Eren//

“Credo che a modo suo l’essere cinico sia l’unico modo che ha per non impazzire”
Mentre pronunciava queste parole, Petra fissava la porta da cui se n’era appena andato il capitano, trasognante come se in realtà stesse guardando ben oltre di essa. Eren la osservò sovrappensiero. Non riuscia a smettere di pensare al capitano e a porsi domande a cui forse non avrebbe mai trovato risposta.
I sentimenti, gli intrecci, i triangoli amorosi con al centro il nostro amato Rivaille. Spero che questa fanfiction vi piaccia!

Levi vuole mettere le cose in chiaro. Una volta per tutte. Pwp, sesso descrittivo, linguaggio forte - Levi non è un fiorellino di campo. Ereri.

Levi/Eren | Coffee Shop AU
Eren Jaeger lavora come barista nel caffé di sua madre, ed è uno specialista di Latte Art. E poi c'è Levi, che non è esattamente il cliente tipico perchè è brusco e rozzo (il che in realtà, secondo Eren, non è poi così diverso dal cliente tipico), ma che soprattutto non fa altro che confondere il tenero cuoricino di Eren.

-Cos’è questa?- disse calmo lui. Eren lo osservò per un attimo non capendo bene cosa gli stesse dicendo. Poi spostò la sua attenzione alla mano dell’altro e finalmente capì. Si diede dello stupido una cinquantina di volte. Pensava di averlo fregato, ma niente sfuggiva a Levi.
-E’-E’ panna montata…- balbettò senza sapere che altro dire. Nella mano destra Levi teneva un barattolo di forma cilindrica con su scritto a caratteri cubitali “panna”. Quando Eren l’aveva vista in esposizione insieme agli yogurt e ai latticini gli era venuta una voglia matta di mangiare quella panna e fragole che gli faceva sua madre quando era piccolo. Così, ricordando il suo sapore dolce e schiumoso aveva deciso di prenderla.
-Era nella lista della spesa?-
-No…ma è buona…- disse titubante. Lui si avvicinò lentamente al più giovane che cominciò a sudare freddo. Non gli piaceva quando Levi aveva quello sguardo omicida e gli si avvicinava. Non gli piaceva nemmeno il fatto che fosse stato scoperto perché adesso lo avrebbe punito. E non gli piacevano nemmeno le sue punizioni perché di solito facevano molto male.
{{Assolutamente Riren}}

Raccolta PWP Scolastic!AU Riren, niente di più e niente di meno (L)
Estratto dal primo capitolo: Sente contro le scapole sporgenti della schiena e il palmo aperto delle mani il freddo delle mattonelle di ceramica, ma il muro prende consistenza maggiore e gli rende il senso stretto della realtà quando è anche la nuca a compattargli contro, nell'ultimo residuo di una spinta piuttosto frettolosa e esigente.
Eren Jeager non ha dimenticato il rispetto che si deve a un insegnante, ma ha anche altro negli occhi, oltre che la spaventata aspettativa di una punizione non così improvvisa, ed è qualcosa di simile a un'esigenza di diversa natura. Chiude dietro di sé la porta del piccolo bagno, insiste solo una volta quando vede che la sua irruenza non chiude la serratura ma la fa solo rimbalzare indietro – alla fine la calcia, poco elegantemente.