Non per la prima volta, Stiles desiderò di poter condividere quel piacere. Di poter sapere come fosse fare sesso con un’altra persona. Non correre ogni volta il rischio di ucciderla.
---
Stiles è un giovane incubo arrivato da poco a New York. Dopo che la sua prima pomiciata ha provocato la morte di un'amica, ha lasciato Beacon Hills per capire la sua natura e proteggere i suoi cari. Ma, poiché è stato cresciuto da uno sceriffo, non ha mai accettato l'idea di uccidere umani innocenti per nutrirsi. Quindi, per sopravvivere e mantenere intatti i suoi principi morali, decide di attraversare il Paese dando la caccia a stupratori e molestatori.
Derek è un licantropo e poliziotto di New York che ha dedicato la vita a proteggere e servire sia la comunità umana sia quella fae - l'una dall'altra, se necessario. Quando una serie di uccisioni tipiche di succube o incubi colpisce la città e dopo essere incappato in Stiles in una scena del crimine, decide di trovare un modo per aiutare questo fae neofita a sopravvivere senza farsi ammazzare.
Peccato che Stiles scappi ogni volta che gli si avvicina.
[AU Sterek tradotta da LaGrenouille]

Boom! Derek Hale, è perfetto!
Stiles, lo pensa, e glielo dice in modo chiaro. Certo, confusionale come suo solito... ma Derek lo capisce.
Una os, di nuovo, ma continua alla mia precedente : Surrender.
[...]
- A proposito, mi spieghi il boom!? – e mimò i gesti del ragazzo, che in precedenza aveva mimato la classica esplosione.
Stiles ridacchiò. – Niente. Prima c’era Lydia. Poi arrivi tu, e boom! Con i tuoi ‘ti squarcio la gola con i denti, Stiles,’ o ‘taci Stiles’ mi hai conquistato. – schioccò...

[Storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
Stiles entra nella palestra del campus sentendo la voce di Scott che quella mattina al telefono gli ha detto: «Mantieniti allenato anche se siamo lontani, mi raccomando!»
[…]
«Oh» sorride lei, «puoi comunque andare da uno dei nostri istruttori e fare la tua scheda di ingresso.»
Stiles si dirige verso la porta con su scritto Staff. Una voce gli dice di entrare e «Ciao, sono qui per la scheda di ingresso.»
Il ragazzo si presenta. Si chiama Thomas, lo fa accomodare assicurandogli che non ci metterà tanto. È in quel momento che nota un'altra persona di spalle, perché parla. «Tom, va pure, ci penso io.»
«Grazie, devo davvero scappare. Ci vediamo in sala!» saluta.
In quel momento l'altro ragazzo si gira.
«Porca puttana! Derek!»
Stiles quasi cade dalla sedia per lo shock. Non vede Derek da quattro anni e mezzo e ora se lo ritrova in palestra come…
«Tu lavori qui? Sei un personal trainer? Seriamente?»
«Ciao, Stiles. Sì, è il mio lavoro.»

[Storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
«Stiles, per la miseria, dimmi cosa sta succedendo perché la tua ansia mi sta intossicando.»
«Cosa sai di mia mamma?» chiede Stiles.
«Non molto, Scott mi ha solo detto che è malata, ma non ho voluto sapere niente di più.»
«Perché?»
«Non sono affari miei.»
«Giusto» sussurra Stiles. «Comunque ha il cancro e procede velocemente, troppo.»
«Mi dispiace.»
«Si sta sottoponendo ancora alle chemio ma ormai non c’è più niente che possiamo fare.»
«Spero che tu non mi stia chiedendo di darle il morso.»
«No, non lo farei mai. So che ti senti ancora in colpa per quello che è successo a Boyd e ad Erica. E poi Deaton ha detto che morirebbe comunque.»
«Se cerchi qualcuno con cui sfogarti, temo di essere la persona meno adatta» gli dice.
Un’ondata di imbarazzo invade la cucina. «N-non è quello il motivo per cui sono qui.»
«Hai bisogno di soldi?» tenta ancora.
«No, no. Non potrei mai chiederti questo.»Stiles prende un profondo respiro. «Hodettoamammachetuseiilmiofidanzato» dice tutto in un fiato.
«Tu cosa?» urla Derek incredulo.
«Io... non so come sia successo, okay? Stavamo parlando e mi ha chiesto se mi piacesse qualcuno e...»

“Sei molto magro, Louis” dice Harry, voltandosi a guardarlo. Louis tiene gli occhi bassi e spera tanto che Harry la smetta di guardarlo, di cercare in lui altre imperfezioni. “Lo.. lo so” risponde.
“Però sei anche molto bello.”
***
Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera di queste persone, né offenderle in alcun modo.

[Omegaverse]
La sveglia suona imperterrita da almeno dieci minuti e Stiles sta seriamente prendendo in considerazione l’idea di distruggerla, nascondere i resti sotto al letto e far finta di non esistere.
«Figliolo? Oggi è il gran giorno. Muoviti a scendere» urla suo padre.
Entusiasmo che Stiles non condivide, proprio per niente. Rotola giù dal letto e scende in cucina. Suo padre lo sta aspettando con un sorriso sulle labbra e un cornetto, con sopra una candelina, poggiato sul tavolo. «Auguri figliolo» dice commosso «da oggi sarai a tutti gli effetti un adulto.»
Stiles dovrebbe esultare a quelle parole, ma non ci riesce. Non ci riesce perché è un Omega e, in quanto tale, la data del suo diciottesimo compleanno coincide con il giorno in cui entrerà ufficialmente nel sistema che gli assegnerà un Alpha con cui potrà scegliere di legarsi. «Grazie pà. Ma preferirei che tu non me lo ricordassi.»
«Stiles… ne abbiamo già parlato.»
«Lo so, però io non riesco ad accettarlo, ok? Non voglio dover dipendere da qualcuno, tantomeno da un Alpha che non conosco.»
«Ma la Matrice…»
«La Matrice è solo una stupida macchina che gioca con le nostre vite» urla uscendo di casa e sbattendo la porta.

Era la notte di Natale ed avevo appena concluso il mio turno da infermiere in ospedale. Camminavo veloce tra le vie illuminate della città, stringendomi nel cappotto in cerca di riparo dal rigido freddo mentre parlavo a telefono con mia sorella.
«No Cora, non ho voglia di venire lì.»
«Ma Der è Natale. Sai che non ti fa bene stare da solo.»
«Cora sto bene, davvero. Voglio solo fare una doccia e dormire fino a dopo domani.»
«Ma Ben ci teneva a provare il suo nuovo slittino con te.»
«Usare mio nipote per convincermi a venire da voi è una mossa scorretta. Digli che il prossimo giorno che sono a riposo lo proveremo.»
«Va bene. Buon Natale fratellone!»
«Buon Natale anche a te, a Ben e anche ad Isaac.»
Mentre chiudevo la chiamata un tonfo attirò la mia attenzione. Mi voltai e vidi una figura reggersi a fatica contro un cassonetto. Stava chiaramente cercando di restare in piedi. Mi avvicinai cauto e lo guardai. Era un ragazzo molto giovane, dai lineamenti delicati ma completamente ricoperto di lividi, dal labbro spaccato usciva del sangue rosso scarlatto che contrastava nettamente con la sua carnagione pallida.
«Ehi ragazzino, tutto bene?»

Derek è stanco. Se non fosse per la sua natura mannara probabilmente non sarebbe nemmeno in grado di camminare. Eppure eccolo lì, con il suo immancabile giubbino di pelle a coprire la canotta completamente coperta si sangue, che gira in una casa completamente colma di ragazzi per lo più ubriachi, alla ricerca di quel piccolo umano logorroico.
Aveva passato l’intera serata ad occuparsi dei suo Beta alle prese con la loro prima luna piena. Quando finalmente erano riusciti a calmarsi e addormentarsi, il suo telefono aveva squillato e lui aveva detto addio alla possibilità di riposare. Che poi non era ancora certo del perché avesse assecondato la richiesta di Scott. Ok, voleva che Scott prendesse quantomeno in considerazione l’idea di entrare a far parte del suo Branco, ma non gli era ben chiaro sul perché dovesse fare da babysitter al suo amico che, secondo quanto gli aveva riferito Scott, era alla festa di Lydia completamente ubriaco. Ad essere onesti forse una piccola, minuscola idea del perché ce l’aveva: appena aveva udito quelle parole il suo lupo aveva ringhiato spingendolo ad andare a cercarlo.

[storia scritta a quattro mani da pampu e blu992]
Stiles è al terzo anno di superiori ed è stufo dal primo. La scuola è iniziata solo da quattro giorni e già sta entrando in casa cercando di passare inosservato e correre in camera prima che suo padre si accorga che qualcosa non v-
“Stiles?”
Come non detto. Stiles è al terzo anno di superiori, ma la sfiga lo perseguita dalla nascita. Entra in salotto, suo padre sta leggendo un fascicolo della polizia, magari è fortunato e non alza gli occhi dai fogli.
“Cosa cavolo ti è successo?”
Forse deve smetterla di sperare che le cose vadano come desidera. Non sa in che condizioni è la sua faccia e come appare all'esterno, ma è quasi sicuro di avere il labbro spaccato e un inizio di livido sull'occhio sinistro. Si siede sul divano scompostamente e chiude gli occhi prima di rispondere.
“Niente, pà”
Lo sceriffo, invece si alza e gli si para davanti afferrandogli il mento e costringendolo ad alzare il viso.
“Dimmi i nomi, Stiles” gli dice, “dimmi chi ti picchia ogni volta. Se non lo fai, prenderò provvedimenti”.
Stiles sbuffa. Sa che dovrebbe farlo, in fondo è figlio dello sceriffo, ma è terrorizzato.

Era una di quelle giornate particolari. Stiles non sapeva bene come lo riuscisse a capire; lo sentiva e basta. Era come una di quelle sensazioni che hai appena ti svegli la mattina. Né più né meno.
Non era mai stato uno che credeva a queste cose. Aveva perso molto in quegli anni. Specialmente qualcosa di importante.
...
"Questo è offerto da un ragazzo che è seduto ad un tavolo appartato, tutto solo." Disse con un sorriso.
"Lyds... puoi riportarglielo." Rispose Stiles spingendo la tazza verso di lei.
[Sterek!AU]

Tratto dalla storia:
"[...]Stiles non aveva mai pensato a quello che sarebbe potuto succedergli per via del lavoro di suo padre.
Era sempre stato fiero di lui.
Era il figlio dello sceriffo e per quanto avesse sofferto da bambino, subito dopo la morte di sua madre, adesso a sedici anni, ne andava fiero.
Era orgoglioso di suo padre.
Ma ora, in quel momento, mentre era legato ad una sedia, in uno scantinato freddo e buio, non incolpava suo padre, ma solo la cattiveria della gente, l’animo buio che aveva spinto quegli uomini a rapirlo ed usarlo come merce di scambio.[...]"
[tutti umani/ mafioso!derek ostaggio!stiles/ non proprio ostaggio nel vero senso della parola, ma come mezzo per metterli insieme/ sterek of course]

-JiKook-
"Era pronto per eccellere, ancora una volta, come sempre.
[...]
Nel campionato, non aveva mai perso.
Neanche una volta.
E nemmeno in tutti i campionati precedenti.
Perchè Jungkook era un portento.
E se c'era una cosa che detestava, era perdere, perché sì, era competitivo.
-
Scusa?" Aveva detto una voce dolce, soffice e pacata.
"Sei Jungkook? [...] Sono un tuo ammiratore, ti seguo da sempre, sei il mio idolo!"
[...]
"Aspetta" disse sottovoce.
"Sì?"
"Dammi il tuo cellulare"
"Co- cosa?"
"Ti prego, veloce, non ho molto tempo"
[...]
"Scrivimi... Hyung" sorrise alzando la mano, correndo poi in fondo alla grande stanza, per tornare ad allenarsi.
Jimin guardò il telefono e sorrise.
-
"Hyung"
"Dimmi Kookie" sussurrò dolce Jimin, accarezzandogli i capelli.
"Ti amo"
Jimin sorrise, accarezzandogli la guancia e richiudendo gli occhi.
-
Jungkook voleva piangere.
Jungkook voleva morire.
[...]
Stupido, perchè hai abbassato la guardia?!"
~One Shot richiesta da OnewsmileslikeaSun~
Boxer!Jungkook AU

Derek entra in contatto con una rara pianta di strozzalupo. Solo Stiles può aiutarlo...

[STEREK!]
I pensieri avevano continuato a sopraffarlo, annegandolo con ondate di ricordi e fantasie sempre più imponenti fino a quando non si era deciso che non valeva la pena continuare a provare.
Maledizione, maledizione, maledizione!
A lui, a Scott, al branco.
A Derek Hale.

Sterek AU. Tutti umani.
Trama:
Mentre aspettava nella semi oscurità il suo compagno di questo assurdo esperimento televisivo, aveva già trovato almeno cinque modi per ammazzare suo zio Peter per averlo convinto (a tradimento) a partecipare a quel gioco.
- Derek dovresti provare a conoscere gente nuova. – gli aveva detto – Vedrai che ti divertirai. –
Quello che si era dimenticato di dirgli è che avrebbe dovuto passare mezz’ora nudo, in un letto con uno sconosciuto, davanti a delle telecamere.
Tratto dalla storia:
" Fate a cuscinate!
Derek guardò allibito la scritta sullo schermo.
Ma andiamo! Non erano più bambini!
Il colpo arrivò inaspettato alla sua sinistra.
- Colpito. – gridò soddisfatto Stiles.
Caricò il secondo colpo, ma questa volta il maggiore non si fece trovare impreparato: se era la guerra che voleva, l’avrebbe avuta.
Schivò la cuscinata con agilità e gli schiaffò il suo cuscino direttamente in faccia facendogli perdere così l’equilibrio.
Gli si mise a cavalcioni bloccando ogni sua possibile mossa.
- Ma così è troppo facile. Sei decisamente più grosso di me. Non vale! – si lamentò il castano.
- Chi sarebbe grosso? – chiese indignato Derek, prima di cominciare a solleticare i fianchi di Stiles.
Il più piccolo cominciò a dimenarsi ridendo e chiedendo pietà.