«Siamo
fatti della stessa sostanza dei sogni.»
~ William Shakespeare
Scrivere
è prendere l'impronta dell'anima.
Multatuli
Chi sono? Non lo so.
Cosa
faccio nella vita? Vivo.
Perché
scrivo…? Perché solo così riesco ad
estraniarmi dal resto del mondo per entrare dentro ad un altro, per me
all’apparenza diverso da quello in cui sono abituata a
vivere, più libero, inaspettato, bello, dove tutto
può succedere ma soprattutto dove tutto ciò che
io voglio accada, succede.
Perché
la verità è che sono una grande sognatrice, ma
che dico, grandissima.
Sì,
io sogno un casino, ma non alla sera quando dormendo la mia mente
produce storie per lo più impensabili senza un vero filo
logico, sbucate chissà da quale punto della mia testa, ma
mentre ascolto la musica, aspetto l’autobus alla mia fermata,
siedo al solito banco all’interno della mia classe, punto gli
occhi fuori dalla finestra e sì, lo ammetto, spesso anche
quando la gente mi parla. Ma cosa posso farci se amo allontanarmi da
ciò che mi circonda?
Io
ho il mio mondo, o meglio, ho quello in cui vorrei vivere, e per questo
tento di rifugiarmici il più possibile, e questo accade
quando mi perdo con lo sguardo nel vuoto, o a fissare qualche punto
indistinto del cielo, o nel buio della mia stanza, illuminato solo
dalle luci esterne. Lo conosco solo io, ed è così
che deve essere.
Scrivo
perché nelle mie storie può accadere di tutto,
perché almeno lì dentro decido io come tutto deve
procedere, non come nella vita reale dove il più delle volte
devi accettare le cose. Non mi piace che la mia vita venga determinata
dagli altri, tutto qui, non lo trovo giusto.
Scrivere
non è vivere. È forse sopravvivere.
Blaise
Cendrars
Il mio mondo, quello che
desidero, non è inesistente, solo non lo posso trovare da
nessuna parte, come il vento, solo perché non lo vedi, non
significa che non esista.
E
fin da piccola, comprendendo che non tutto ciò che desidero
si può avverare, che questo mondo che vorrei purtroppo non
verrà a sovrastare quello in cui vivo, ho trovato un luogo
diverso dove però, questo mondo, può stare,
ovvero dentro le mie storie, i miei racconti, i miei pensieri,
indipendentemente che siano scritti con l’inchiostro su un
pezzo di carta o premendo dei tasti su una tastiera di un computer,
loro sono lì e da lì non posso andarsene. Non
possono svanire a causa della mia purtroppo scarsa memoria, e non
possono essere cancellati per colpa della maturità che
acquisto andando avanti con il tempo, saranno sempre lì e io
potrò leggerli e riviverli quando avrò venti,
trentacinque, cinquantadue, sessanta anni, in poche parole: quando
voglio.
Io
scrivo il mio mondo, a volte quello vero, a volte quello che desidero,
ma l’importante è che scrivo, perché scrivere
mi aiuta a sopravvivere nel mondo che io non ho mai voluto.
«Se credi nei sogni sei un uomo ricco; se credi al mondo sei
un uomo ricco di sogni.»
~
Anonimo