Ma poi arriva lui. La sua voce. I suoi occhi. La sua follia.
Lui, Mercuzio.
«Fredda! Vile! Disonorevole sottomissione! Tebaldo…» -il mio nome- «Acchiappatopi! Fatti avanti».
Faccio un passo verso di lui, i nostri occhi si incontrano, ma poi sfuggono via, incapaci di resistere ognuno allo sguardo dell’altro.