"Perdonami se solo con te tutto diventa musica"
Questa OneShot la chiamerei "quella storia nata totalmente a caso, ma che mi piace quindi la pubblico". Rispetto al mio standard è davvero corta, ha poco meno di duemila parole (e chi legge i miei capitoloni da 10k e passa parole sa di cosa parlo). ma credo che meriti di vivere e di essere condivisa.
A voi

Che succede quando una pandemia globale manda all'aria i tuoi piani e ti rinchiude in casa? E se lo facesse proprio nel periodo in cui cade l'anniversario con il tuo romantico marito?
Tra complottisti, invettive contro frammenti di RNA, capacità culinarie pari a quelle di un'ostrica morta da giorni e problemi con amici stupidi e ragni, Levi dovrà sudare per riuscire a organizzare una cena speciale per il suo Eren.
ATTENZIONE!
In questa storia troverete un ampio bagaglio di battute squallide, umorismo demenziale e tanto, ma tanto, scazzo da quarantena. Io vi ho avvisato 😉

«Ce l’abbiamo fatta, moccioso. Mh? Ti sei fatto pure la barba, vedo.»
Eren Jaeger è una furia, e non solo sul campo di battaglia. A 23 anni è il migliore della fanteria tedesca nella rovinosa Siria, ma quando riceve una bella notizia vola a Berlino dall’uomo che ha atteso per anni, nonché ex detenuto: Levi Ackerman.
Nell’arco di un giorno e una notte, i due vivranno alcune novità inaspettate…
[ONESHOT]
[Scritta come epilogo di “Quattro notti in Transilvania - Il brivido del fuoriprogramma”]
Ⓒ Tutti i diritti riservati: è un’opera originale, frutto della mia creatività e di mia proprietà. Ne vieto la riproduzione al di fuori di EFP.

[One-shot, RiRen | Modern, AU!]
Dal testo:
-Così in silenzio che potrei restare ad ascoltare il sangue che ti scorre nelle vene.- canticchia Levi, battendo a ritmo il piede. Eren non può fare a meno di nascondere un sorriso dietro la spalla, le braccia tese sulle ginocchia piegate, grazie alle quali cela metà del viso, ed il buio è complice dell'intento.
-E comunque hai ragione, tu sei troppo rumoroso quando si tratta di sentimenti. Infatti io il sangue che ti scorre nelle vene non lo sento mai.-
Eren gli rifila una spallata, ma il giovane, tra una risata e l'altra, insiste con -Dai, sono serio.-
Si sorridono a vicenda, ma traspare chiaro il dubbio sul viso del castano. -In che senso?-
-Nel senso che... alle volte penso che tra me e te ci siano un mucchio di parole inutili, ma che non ci diciamo quello che è essenziale. E allora finiamo per fare un casino della madonna, però in silenzio non ci stiamo mai.-
-Mh... Quindi mi stai dicendo che dovremmo, non so, stare più tempo in silenzio?-
L'altro fa spallucce, e finalmente lo guarda. -Qualcosa del genere.-
E così fanno.

ll COMPLETA ll
Dal testo:
Quanto sarebbe pesato il suo corpo su quello di Eren, quanto avrebbe stretto le corde che lo avrebbero ancorato alla testata del letto? Quanto ci avrebbe messo per renderlo una statua di gelatina fra le sue mani, per farlo pregare di essere preso nella maniera più cruda e rude possibile, fra un gemito rotto e l'altro?
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ATTENZIONE! RAPPORTI BDSM

[Eren/Levi] [Reincarnation!AU] [College Student!Eren] [College Professor!Levi]
“Le storie che girano su di lui non sono esagerate, è persino peggio dal vivo! Ho scritto quindici pagine di appunti in due ore! Quindici, Jean! E sai quanto scrivo piccolo! Non ha smesso di parlare neanche per un attimo, ho un male alla mano che non hai idea,” si lamenta stringendo il pugno più volte e notando la striatura blu di inchiostro sul lato esterno di mignolo e anulare.
Jean alza lo sguardo e scrolla le spalle. “E cosa vuoi che ti dica, cambia esame o prof, no?”
“Non posso,” Eren sbuffa e si lascia andare contro lo schienale della sedia. “Voglio assolutamente farla con lui la tesi e quindi devo prendere minimo 30 e lode al suo esame.”
“E non puoi farla con qualcun altro? Il tuo dipartimento è pieno zeppo di professori che sono dei grandissimi casi umani.”
“No,” sospira rassegnato. “Ho già in mente cosa fare e voglio farla con lui, è il professore più prestigioso dell’ateneo, se avessi il suo nome sulla tesi di laurea potrebbero persino pubblicarmi da qualche parte.”
“’Sticazzi,” Jean fa una smorfia. “Buona fortuna?”

RIREN ONESHOT
Dal testo: Il passaggio fu graduale, subdolo. Le tinte della città virarono in diverse tonalità di rosso, e in quel luogo dove tutto sembrava concesso, i vicoli nei quali si addentrarono sembrarono grondare ancora più trasgressione, inneggiare alla lussuria e ai piaceri della carne. L'aria sapeva di proibito, di peccato. Insegne di locali erotici, sexy-shop con oggetti di piacere in bella vista, led rossi ad illuminare l'ambiente di una luce soffusa, calda e peccaminosa.
"Le vetrine! Oh mio Dio, siamo finiti nel quartiere a luci rosse!"

Eren Jaeger ha sempre avuto tutto dalla vita: soldi, successo e fascino. Eppure l'unica cosa che desidera davvero sembra mancargli.
Può Levi Ackerman, il cattivo ragazzo per cui ha da sempre una cotta, colmare quel vuoto?
*
*
*
''Come si permetteva di arrivare a mezz'ora dall'apertura, senza neanche salutare il suo nuovo capo, fingendo addirittura di non ricordarsi bene di lui? Dopo tutte le ore passate assieme solo qualche anno prima.
[...]
Levi, questo era il suo nome, si era presentato indossando una maglietta nera piuttosto attillata e che mostrava parecchio, dei jeans e un borsone fra le braccia. Sparì nel bagno per i lavoratori ed Eren si prese del tempo per metabolizzare la situazione.
Quindi il suo sommelier sarebbe stato colui che era stato il suo amico - con benefici - per un anno intero? E se Levi era rimasto uguale nel tempo i guai erano dietro l'angolo.''

|| ERERI ||
Hogwarts AU
Dal testo:
Come ad ogni partita, Eren era emozionato. Stringeva forte tra le mani la sua Nimbus 2000, pronto a saltare in sella e sfrecciare veloce nell'aria in cerca del boccino. Quel giorno giocavano contro Serpeverde e da quell'anno il suo più acerrimo nemico, Levi Ackerman, già Prefetto e studente modello in ogni materia, era entrato a far parte della squadra, anch'egli come cercatore. Non avevano mai avuto un buon rapporto loro due, di solito s'ignoravano e cercavano in ogni modo di evitarsi l'un l'altro. L'astio era nato durante una lezione di Pozioni del secondo anno in cui avevano dovuto fare, forzati dal professore Shadis, coppia. Non era andata bene e, a causa di Eren che aveva sbagliato un ingrediente, il contenuto del calderone era saltato in aria, rovesciandosi sul malcapitato Levi. Eren aveva provato in ogni modo a chiedergli scusa, ma il Serpeverde non l'aveva mai perdonato.

''Non appena chiuse gli occhi iniziò a pensare a diversi modi per provocare Levi. Avrebbe potuto dire qualcosa di sconcertante per lasciarlo senza parole, o magari girare nudo per casa o cercare un contatto fisico con lui. La verità è che Levi gli sembrava qualcuno di impossibile da avvicinare o sedurre ed Eren adorava questo genere di sfide. Entro dieci mesi avrebbe fatto cadere quell’atteggiamento distaccato che l’uomo si portava sempre con sé.''

“Questa canzone mi faceva pensare a te”, mormorò il ragazzo, contro un mio orecchio quando la musica cambiò. Mi concentrai sul testo. Ascoltammo la canzone in silenzio fin quando, verso la fine, Eren non parlò nuovamente, quasi cantando.
“But I just cannot manage to make it through the day without thinking of you, lately.”
Accennai un breve sorriso e mi sporsi verso di lui, senza aprire gli occhi. Riuscii a baciare le sue labbra piene e sentii il sapore delle lacrime su di esse.
“Eren”, sussurrai confuso. Sollevai le palpebre e vidi qualche goccia salata sulle sue guance. Però sorrideva.
“Sono felice, non preoccuparti. E penso che ti dedicherò un’altra canzone perché questa è fottutamente triste”, mormorò e decisi di bloccare la sua parlantina con un altro bacio. Un altro ancora e ancora un altro finché non ci addormentammo con le labbra stanche ma i cuori felici.

COMPLETA - EreRi / RiRen
Eren Yeager, studente diciassettenne di quinta liceo, ha toccato il fondo. Dopo anni di battaglia contro il suo disturbo di personalità, viene ricoverato nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Shiganshina in seguito ad un tentato suicidio. Riluttante all'inizio nel creare un legame con gli altri pazienti, incontrerà uno specializzando dallo sguardo di ghiaccio che catturerà la sua attenzione.
ATTENZIONE!
Questa storia è un'autobiografia, contiene rapporti omosessuali e descrizioni realistiche di disturbi mentali e atti autolesivi. E' sconsigliata la lettura ad un pubblico particolarmente sensibile.
Tutti i personaggi menzionati in questa storia non appartengono a me ma sono di proprietà di Hajime Isayama.

Sognare è il peggior incubo di Eren Jaeger. Crearsi aspettative, immaginare un futuro impossibile - o possibile, se solo si mettesse in gioco - è il suo più grande tormento.
E ogni volta è la stessa storia. Basta trovarsi in una situazione qualunque e la sua mente inizia a progettare, immaginare, creare castelli in aria. Poi c'è l'entusiasmo, l'eccitazione che magari possa davvero capitare qualcosa. E la delusione lo coglie sempre impreparato. La sensazione di essere un illuso senza speranza è terribile e impossibile da evitare.

Infilò la mano in una tasca del cappotto per tirare fuori il portafogli e controllare se avesse o meno un biglietto del pullman. Doveva aver utilizzato l’ultimo quella mattina ma, fortunatamente, vide un’edicola lì vicino. La raggiunse e si avvicinò al bancone, chiedendo un po’ di biglietti. Mentre aspettava abbassò lo sguardo sui giornali, distrattamente. Lui non seguiva la moda, né qualche personaggio famoso perciò fu stupito quando adocchiò una figura familiare su una copertina.
Prese il giornale fra le mani e impallidì, schiudendo leggermente le labbra per la sorpresa. Che diavolo ci faceva Eren Jaeger, in costume, su una rivista!?

‘’Non puoi dire sul serio, Eren’’, commentò Armin mentre fissava l’amico con un’espressione sia disgustata che sorpresa per ciò che gli aveva appena confessato.
Si trovavano sul letto di quest’ultimo, sdraiati a pancia in su per poter guardare la pioggia che batteva sul vetro della finestra incastonata nel tetto. E mentre osservavano le gocce scivolare verso il basso, il silenzio era stato interrotto dalla confessione di Eren.
‘’Che male c’è a trovare attraente una persona?’’, domandò il ragazzo, evitando lo sguardo preoccupato del biondo e sentendo le proprie guance scaldarsi per l’imbarazzo.
‘’Nessuno se non fosse che avrà almeno dieci anni più di te ed è lo zio di Mikasa.''