Dal testo:
Perché se quel maledetto giorno del secondo anno, lui non si fosse avvicinato a lei, stupendo non solo Alexis stessa ma metà dei compagni di quel corso, e non avesse iniziato a parlarle, ora lei sarebbe stata libera di prendersi una polmonite sotto la finestra rotta di quell’aula.

Una festa in maschera.
Tante persone invitate ma solo poche si conoscono veramente.
Una ragazza abituata a nascondersi, a stare nell'ombra che per la prima volta nella sua vita decide di mettersi in gioco.
Un gioco che qualcuno è pronto a rovinare.
- Fece correre lo sguardo sull’acqua, fissando il suo volto riflesso e per poco, non rischiò di caderci dentro dallo spavento. Era così concentrata nel suoi pensieri che non si accorse che qualcuno le era comparso di fianco. Quel qualcuno che ora la stava fissando attraverso il riflesso increspato dell’acqua con un sorriso sadico in volto. -

“Farò finta che tu non sia mai stata qui, che tu non sia mai esistita. Hai raggiunto il tuo scopo. Mi arrendo. Hai vinto, Michela. Mi hai disintegrata.” E detto questo, svenne.

Io ero il padrone e lui il canarino.
Io gli stavo tenendo aperta la porticina della gabbia.
Toccava a lui scegliere.
Ma si sa, che per natura, gli uccelli sono animali che amano poter volare nel cielo.
Io gli stavo solo offrendo la libertà di andarsene.