AGGIUNTI DUE CAPITOLI, IL III E IL IV.
Tamaki chiuse la porta dietro di sé, incrociando le braccia ed appoggiandosi quindi ad essa, mentre percorreva con gli occhi tersi come il cielo la stanza non troppo grande, arredata semplicemente, al centro della quale si trovava una scrivania in mogano e di fronte a questa una sedia barocca di legno, sopra la quale era seduto un uomo di circa ventisette anni, dai lineamenti affilati e dalla carnagione chiara, che nemmeno considerò Tamaki, preso com’era dai conti che svolgeva quotidianamente. Tamaki, in silenzio, aspettò che finisse invano: l’uomo alla scrivania non avrebbe mai sollevato lo sguardo su di lui, benché fosse più che conscio della sua presenza in quella stanza, a meno che la situazione non l’avesse esplicitamente richiesto. E non importa cosa intendesse l’uomo alla scrivania con esplicitamente, fatto sta che Tamaki raggiunse il tavolo a grandi falcate e chiuse di scatto il portatile dell’uomo, sporgendosi verso di lui finché i loro sguardi, entrambi duri, non furono allo stesso livello. Non una parola, non un sorriso, solo un pesantissimo silenzio.

Era appena morto. Era stato investito come un pirla qualsiasi da una macchina qualsiasi guidata da un ubriaco qualsiasi e in ambulanza non erano riusciti a salvarlo. Lo stronzo l’aveva praticamente tranciato a metà, facendolo svenire subito; quando aveva riaperto gli occhi, si era ritrovato all’Inferno.

Quel letto doveva avere davvero qualcosa di speciale se era riuscito a tenerli legati per così tanto tempo. Aveva assistito, silenzioso e malleabile, ad ogni loro incontro, e aveva seguito con attenzione l’evolversi della loro storia. Tra le sue lenzuola c’erano state sfuriate memorabili, notti piene di giochi e passioni, e anche qualche pianto.
Ma lui non si era mosso. Era rimasto lì, perfettamente immobile, come unico e indissolubile centro del loro piccolo mondo.
- Legata a "L'appartamento Spagnolo" -

Uno studente di Oxford con un solo, dannatissimo, esame da dare per potersi laureare. Un ragazzo oscenamente bello ma con la mania del fast food e dei fumetti. Un aspirante cuoco con occhi da cucciolo, un professore francese amante delle donne e del vino, uno studente tedesco spaesato e profondamente turbato. Cinque nazioni, un solo appartamento nel cuore di Barcellona.
E che si aprano le danze.
ULTIMO CAPITOLO

E' un gioco, solo un gioco.
Se l'erano ripetuto spesso. Se ne erano convinti, più che altro.
La verità è che da quel gioco dipendeva la loro vita, la loro stessa esistenza.
Un tempo qualcuno gli aveva detto che nessuno avrebbe mai potuto vincere.
Beh, quel qualcuno - contro ogni previsione - si era sbagliato.
E il gioco, si era trasformato in qualcosa di più.
[HikaHaruKao]