Amora ha fatto un incantesimo a Loki per rubargli una misteriosa magia, trasformandolo in un neonato. Ora solo Thor può assicurarne la protezione, mentre i Tre Guerrieri e Lady Sif cercano L'Incantatrice. Per proteggerlo dovrà nascondersi tra gli esseri umani e chiedere aiuto ai suoi amici Vendicatori. Da solo, con suo fratello il quale l'ha ingannato ancora una volta e probabilmente ha ucciso suo padre, potrà ripercorrere il suo passato e scoprire, forse, l'origine della malattia e la follia di Loki.
Dal testo:
"Osservò per lunghi attimi quella flebile lucentezza al dito di Loki e sorrise «Rotto, dimenticato, perso e sporco» emise una risata amara «Mi pare appropriato» gli baciò una mano e la strinse per riscaldarla dal freddo."
[POST TWD][PRE AoU]
[storia corretta e aggiornata]

"Merlino è stato aggredito questa mattina all'alba, mio signore. Temo stia per morire."
Quella giornata non sarebbe dovuta cominciare così, Artù ne era sicuro.

Le genti di Midgard considerano questa notte una notte di speranza. Se soltanto ci fosse ancora un miracolo per lui. Uno soltanto.
Loki e Thor la notte di Capodanno, a New York.
[accenni Thunderfrost] [post-TDW e ipoteticamente Thor3]
Tags: feels, (più o meno) redeemed!Loki, angst with a happy ending

Arthur Pendragon è ciò che il dizionario definisce come il perfetto Alpha, a parte per un piccolo particolare: odia gli Omega e non ha alcuna intenzione di averne uno come compagno. Merlyn Emrys è un Omega assolutamente sui generis: odia gli Alpha e non ci pensa nemmeno lontanamente a piegare la sua esistenza alla volontà boriosa ed arrogante della razza dominante. !ATTENZIONE AU OMEGAVERSE!
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...L'imprinting funzionava tipo “colpo di fulmine”: dopo quello niente diventava più importante di stare con il proprio compagno, cercarlo, volerlo in maniera quasi ossessiva.
Era come innamorarsi ma a dieci volte la velocità. Un appartenersi rendendosi conto di potersi trasformare in tutto ciò di cui l’altro aveva bisogno: un protettore, un fratello, un amico o un amante.
Non c’erano soppressori che tenevano: la chimica industriale era sconfitta dalla più forte chimica tra le Specie. Il desiderio diventava bisogno, che a sua volta diventava dominio.
Se avesse rivisto Arthur era quasi certo, vista la reazione ormonale dei loro corpi al loro primo incontro, che l’imprinting sarebbe seguito a breve ed a quello il Legame.
L’unica cosa che Merlin non voleva.
In nessun dannatissimo caso...

TRAMA: Arthur trova davanti a casa un cane abbandonato e la sua amica Gwen gli consiglia un veterinario di nome Emrys.
“Ma che cazzo…?” si lasciò sfuggire, appena messo piede nel vialetto, stringendo le palpebre per mettere a fuoco – fra la pioggia, la nebbia e le tenebre della sera – osservando la massa informe sul suo tappeto ‘welcome’ sotto al porticato buio. Un topo! Un dannato sorcio davanti alla sua porta!
(...) Brandendo l’ombrello rotto come avrebbe fatto un cavaliere medievale con la propria spada – o come un poliziotto con uno sfollagente – si avvicinò risoluto.
E fu allora che si accorse che il topo non era un topo.
Cioè… era un topo, ma un topo-cane.
Lo stesso topo-cane che ora guaiva e scodinzolava verso di lui, grondando pioggia e bava sul suo tappeto immacolato.
[AU!Fic Merthur. Accenni ArthurxVivian nel passato. - 12 capitoli in totale, storia conclusa.]

Sentì che qualcosa lo liberava… come la sensazione di libertà che si prova nel sentirsi togliere delle catene… o come l’abbandono di un fiore che si sciupa, chinando il capo all’incedere dell’inverno…
I fili argentei della barba e dei capelli si staccarono volteggiando sino a terra, spargendosi sui suoi abiti e disfacendosi come polvere, petali di soffioni che docili, si lasciano spogliare da mani gentili.
Le rughe si distesero e i capelli corvini comparvero sino a sfiorare la fronte, leggeri.
Ma le lacrime seguitarono a cadere, anche quando si alzò, reggendosi al divano per l’ansia, con le ginocchia che cedevano.
Avvicinarsi e vacillare… e aggrapparsi alle sue spalle… e toccarlo...
Merlino si accasciò a terra, reggendosi alla sua vita e pianse.
La mano di Artù fra i capelli, come l’ultimo tocco che gli aveva donato.
Ancora, le lacrime di mille anni, non erano stanche.

SPOILER 5X13
Era arrivato il momento. Era ora di tornare lì, lì dove il suo cuore si era spezzato per sempre.

Il dio del tuono se ne stava immobile da quelle che parevano interminabili ore. Faceva freddo a dal cielo scuro e stellato cadeva una neve fina e fitta, che imbiancava i suoi lunghi capelli dorati come tante piccole stelle luminose. Sentiva l'eco dei festeggiamenti, solo un debole brusio che, dal palazzo reale di Asgard, dimora dorata degli dei, raggiungeva le sue orecchie. Ma non gli importava nulla. Quello era il primo di una lunga serie di festeggiamenti che, per lui, avevano perso ogni senso. Da quando lui se ne era andato, nulla ne aveva più. Tantomeno il Natale. Troppi pensieri, troppi ricordi legati a quella festa lo tormentavano. La cosa migliore da fare, era rimanere lontano da tutti, isolarsi e rimanere solo con il proprio dolore.