Sullo sfondo di una Italia fascista e antisemita, un dodicenne ebreo, cieco dalla nascita, viene soccorso e ospitato da una delle figlie di Don Celi Rusteghi, potente signorotto di Palma di Montechiaro. Tensioni crescenti all'interno del nido famigliare sfoceranno in un tragico epilogo.

Non è triste andare incontro all'infelicità. Ciò che è triste è sapere che la felicità persa non tornerà più. Ma i ricordi aiutano e l'immaginazione te li può far vivere ancora.

-Tu Anne pensi che a me non importi un accidente di te, vero?-
-No, io non … -
-Tu pensi che non mi freghi un cazzo se ti lasci toccare da qualsiasi coglione ubriaco, giusto?-
Non è arrabbiato. E’ furioso. E sa tutto. Il suo tono non ammette repliche. E forse sarebbe meglio non replicare. Ma tu sai che non devi dare giustificazioni a nessuno, tanto meno a lui. Eppure è come se dentro di te una voce ti gridasse che, in fondo, sei stata solo una stronza. Perché lo sapevi che a lui importava.

Delirio.
Parola un tantino complicata per descrivere l'animo di una persona.
Una persona adolescente.... sarà forse un delirio d'amore... o quello che ti consuma quando scivoli via da questa realtà in nubi di febbre?
La risposta è molto più semplice.
Delirio è quell'insana certezza che congiunge il reale alla fantasia, l'irrazionale al razionale.
E' quella fragile porta attraverso la quale la vita e la morte si sfiorano, si toccano, e si perdono l'una dentro l'altra.
Per quale sconclusionata ragione l'Eros muore ogni giorno mentre Thanatos perdura?
Delirio è pazzia.