Dimensione Parallela13
Capitolo dedicato a tutti i lettori e a coloro che recensiscono!!!
Era passata più di una
settimana da quando lui e Ginny si erano messi insieme…la
settimana più bella della sua vita. Continuavano a mandarsi
lettere a qualsiasi ora, anche a notte fonda.
Inoltre da quando era arrivata Andrea continuava a ridere…i
battibecchi tra lei e Sirius erano a dir poco spettacolari e
assolutamente esilaranti.
Era seduto sul letto quando all’improvviso, dopo un mese, la
cicatrice bruciò di nuovo. Con un gemito di dolore si
portò una mano alla fronte e chiuse gli occhi. Nello stesso
istante vide davanti a sé tre Mangiamorte sfocati: capì
che senza volerlo era entrato nella mente di Voldemort, non del tutto
(ecco perché vedeva sfocato) ma abbastanza per sapere cosa
stava succedendo.
“Voglio Olivander, lo voglio vivo! Portatemelo qui” disse Harry/Voldemort.
“Subito Signore” disse Barty junior.
Lui e i due compari scomparvero con un crac. Harry aprì di scatto gli occhi e si alzò.
Doveva fermarli a qualsiasi costo…prese
un mantello nero e mise il cappuccio in modo da nascondere il viso. Poi
si mise gli occhiali e assunse il suo vero aspetto. Se fosse andato
come Ted Evans ci sarebbero state troppe domande a cui rispondere, ad
esempio come faceva a sapere prima di tutti quello che stava
succedendo...meglio non correre rischi. Senza perdere tempo si
smaterializzò con un crac.
Diagon Alley sembrava deserta, tutti per evitare di passeggiare per
strada si materializzavano da un negozio all’altro. Corse in
avanti e si piazzò davanti alla porta del negozio di bacchette
di Olivander. Per entrare avrebbero dovuto passare sul suo cadavere.
Dopo pochi secondi tre crac ruppero il silenzio. Davanti a lui
comparvero tre figure incappucciate, quella in mezzo era Barty junior.
Questi lo fissarono per un minuto senza dire una parola. Quando videro
che non si spostava tirarono fuori le bacchette. Harry alzò la
sua mettendosi in guardia in posizione di difesa.
“Spostati ragazzino se non vuoi fare una brutta fine” a parlare era stato Barty ce fece un passo verso di lui.
Harry ghignò “Qui quelli che rischiano di farsi male siete voi”.
“Non innervosirmi ragazzo, spostati è il mio ultimo avvertimento” Barty era chiaramente irritato.
Sentì l’adrenalina scorrergli nelle vene, era da un
po’ che non combatteva e aveva proprio voglia di sgranchirsi un
po’.
“Andatevene se non volete che vi faccia a pezzi”.
I due Mangiamorte ai lati di Barty fecero un passo indietro, avevano
sentito la potenza straordinaria dell’aura magica del loro
avversario e ne erano spaventati. Barty invece ne sembrava quasi
eccitato.
Harry vide la punta della bacchetta di Crouch diventare sempre
più blu, sentiva l’incantesimo che stava per arrivare, e
infatti…
“Diffindo!”
“Protego!” l’incantesimo cozzò contro lo scudo protettivo.
Barty barcollò tanto era potente lo scudo. “Stupeficium!”
“Protego!” Harry parò di nuovo l’attacco. “Incarceramus!”
Barty si scansò “Imperio!”
Harry si spostò di lato e l’incantesimo colpì la vetrina del negozio di Olivander riducendola in frantumi.
“Depello!”
Barty si spostò appena in tempo, nel punto della strada dove
prima si trovava ora c’era un buco causato da un potente acido.
“Ehi voi due, datemi una mano, idioti!” gridò Barty ora non più tanto sicuro di sé.
Harry ghignò. Parò tutti i loro attacchi senza nessuna
difficoltà anche se era in chiara minoranza numerica.
“Petrificus Totalus!”
Barty cercò di coglierlo di sorpresa senza successo “Protego!”.
“Ehi voi, tre contro uno non è valido, non vi pare?”
Harry riconobbe quella voce senza bisogno di voltarsi…Sirius…
“Già, per niente corretto…” James…
“Ma guarda chi c’è…i due Potter, Black,
Moody, Lupin, Davis e Tonks” commentò Crouch sprezzante.
Harry sentì lo sguardo curioso di Sirius posarsi su di lui ma lo ignorò.
Sirius lo scrutò, non riusciva a vederne il volto ma si capiva che era un ragazzo.
“A proposito ragazzino, tu chi saresti? Non mi pare che tu mi
abbia detto chi sei…” notò Barty con un ghigno.
Harry lo fissò gelido “Non credo che siano affari tuoi…”
“Ma che modi…dalla voce potresti benissimo passare per Potter…” commentò Barty.
“Vuoi combattere o fare salotto?” replicò Harry sprezzante.
“Ma che sarcasmo, Black ti ha per caso dato qualche lezione?”
“Crouch mi hai stancato, devo forse dedurre che non vuoi combattere perché hai paura di me?”
Lo sguardo di Barty si infiammò “Questo mai. Avada Kedavra!”
Harry si chinò con un ghigno divertito sulle labbra “Puntus Pein!”
Il Mangiamorte alla destra di Crouch, preso alla sprovvista, fu colpito
al braccio. Quello emise un gemito di dolore. Era come sentire
centinaia di spilli che ti perforavano la carne fino alle ossa.
“Vigilanza costante. Prima regola del codice uno degli Auror, non te l’hanno mai insegnato?”
I componenti dell’Ordine, Moody in particolare, lo guardarono con attenzione.
“Chi sei, un Auror che si diverte a nascondersi?” chiese Barty arrabbiato e curioso insieme.
“No, sono quello che renderà la vita del tuo Padrone un
inferno” rispose Harry con un ghigno. “Stiamo per avere
compagnia” la cicatrice bruciò come segnale.
Dopo un paio di secondi con dei crac comparvero altri sette o otto
Mangiamorte. Iniziarono diversi duelli, Harry e Barty continuarono a
combattere lanciandosi incantesimi di diverso tipo.
Dopo diversi minuti Sirius aveva steso il suo avversario con un potente
schiantesimo. Stava correndo in avanti per aiutare Andrea senza
accorgersi che un Mangiamorte gli era spuntato all’improvviso
alle spalle.
“Avada…”
Per Harry fu un attimo, senza pensarci due volte “Sectumsempra!”
Il Mangiamorte cadde a terra perdendo una grande quantità di sangue all’altezza del petto.
Sirius si voltò verso di lui con gratitudine evidente sul viso.
Ma per salvare lui si era distratto… “Crucio!”
Harry cadde a terra contorcendosi e cercando di non urlare, con scarso successo.
“Stupeficium!” tre incantesimi colpirono Barty
contemporaneamente e lo sbalzarono lontano facendogli perdere i sensi.
“Tutto bene?” Sirius si avvicinò più degli altri.
“Sì, tutto apposto, tranquillo”.
“Ehi tu…”
Harry si voltò verso un’altra figura incappucciata. Rosier.
Ingaggiò un altro duello anche con lui. Dopo alcuni minuti
sentì un freddo famigliare pervaderlo e raggiungerlo fino alle
ossa. Vide tutti i Mangiamorte scomparire con dei crac.
Iniziò a sentire nella sua testa un fischio acuto…erano in tanti, centinaia…
E sapeva che volevano lui, ancora una volta.
Sentì alcune voci esclamare “Expecto Patronum!” con poca convinzione. Pensavano tutti di essere spacciati.
Si sentiva improvvisamente debole, svuotato…cadde in ginocchio
tenendosi la fronte. Sentiva già sua madre urlare il suo nome
continuamente…per di più la cicatrice bruciava, gli
sembrava di avere un tizzone ardente sulla fronte.
Sentì le urla di sua madre molto più forti e qualcuno
sollevarlo delicatamente verso l’alto. Il respiro gli diceva che
era un Dissennatore. Sentì il cappuccio scivolargli via
dolcemente e lasciarlo quasi scoperto al suo destino.
Poi sentì una voce remota, un grido disperato… “Harry!”
Non sapeva se qualcuno l’aveva chiamato davvero o se era solo
frutto della sua immaginazione, ma il sentire il suo nome gli fece
tornare in mente che non poteva perdere…non poteva lasciarli,
non ora che erano con lui…
I volti sorridenti dei suoi genitori, di Sirius, Remus, Ron, Hermione e
Ginny comparvero a ricordargli che non poteva cedere…
“EXPECTO PATRONUM!”
Tutti si portarono una mano al volto, una luce accecante li aveva
investiti in pieno. Dopo pochi secondi Sirius sollevò lo sguardo
assieme a James e Remus.
Tutti e tre fissarono l’animale argenteo che sprigionava tutta quella luce…era un cervo.
“Quello…quello sono io…” proruppe James quasi per avere una conferma.
“Sì” riuscì solo a dire Sirius.
Il cervo aveva allontanato tutti i Dissennatori e ora stava trotterellando e tornando verso di loro, verso il suo creatore.
James sussultò. Il suo sguardo si posò sul ragazzo che
ora tendeva la mano verso il cervo, quasi con dolcezza…
Era identico a lui quando aveva vent’anni in meno. Ne era sicuro, non poteva sbagliarsi…
Quasi a confermare i suoi pensieri Remus sussurrò “Harry…”
Quello era suo figlio…il suo Harry…
Gli occhi si fecero lucidi e la voglia di piangere sopraggiunse ma riuscì a dominarla.
Videro Harry accarezzare dolcemente il muso del cervo e sussurrare qualcosa prima che scomparisse con un guizzo.
Harry si voltò lentamente verso di loro. Sul viso aveva
disegnato un mezzo sorriso e un ghigno malandrino del tutto identico a
quello del padre. Lily si portò una mano alla bocca commossa,
era così bello e stava bene…
All’improvviso nelle menti dei Malandrini e di Lily la voce che
riconobbero all’istante come quella di Harry, in quanto molto
simile a quella di James, disse “Vi voglio bene. Tornerò
molto presto, ve lo prometto”.
Poi lo videro fare un cenno e sparire con un crac lasciandoli felici e commossi.
*
Harry era comparso nella Stamberga Strillante. Per coprirsi agli occhi
altrui aveva applicato su se stesso l’incantesimo di
Disillusione. Aveva percorso tutto il tunnel fino a spuntare nel parco
della scuola. Il silenzio della notte lo tranquillizzava. Con passo
sicuro attraversò il parco e raggiunse il portone. Con un cenno
della mano la serratura scattò e silenziosamente scivolò
dentro. Chiuse piano il portone e si incamminò verso la sua
meta. Nessuno poteva vederlo ma lui poteva vedere gli altri.
Incontrò la McGranitt che faceva la ronda, poi vide Piton. Ma
lui non faceva da guardia, era appoggiato al muro e sul viso aveva
un’espressione pensosa. All’improvviso alzò lo
sguardo nella sua direzione, per un attimo si guardarono negli occhi,
nero contro verde…senza nemmeno accorgersene trattenne il
respiro, aveva paura, sembrava quasi che l’avesse visto…
Ma poi Piton si allontanò profondamente turbato. Espirò
profondamente decisamente più tranquillo. Continuò il suo
percorso fermandosi davanti al gargoyle di pietra. Qui cominciò
a sparare tutti i dolci che gli venivano in mente, niente.
Sospirò frustrato, cosa cavolo aveva inventato Silente stavolta?
Un’idea assurda gli saltò alla mente…
“Harry Potter”.
Con sua enorme sorpresa il gargoyle si spostò per lasciarlo
passare. Però, Silente aveva avuto una buona idea, nessuno a
parte quelli dell’Ordine sapevano che lui era ancora vivo…
istintivamente sorrise. Salì le scale a chiocciola e si
fermò davanti alla porta dell’ufficio del preside. Sapeva
che era vuoto, aveva visto la mappa prima di partire e Silente stava
dormendo beato nella stanza di fianco all’ufficio. Doveva fare
più silenzio possibile, sapevano tutti che gli anziani avevano
il sonno particolarmente leggero, e visto che Silente era molto avanti
con l’età…
Con lentezza e attenzione aprì la porta ed entrò.
Ammirò per un istante la bellezza dell’ufficio e poi
raggiunse la libreria. Allungò una mano e prese quello che
sembrava un mucchio di stracci ed invece era il Cappello Parlante.
Lo guardò per un attimo e poi lo indossò.
…Harry Potter? Ma che piacere…
Sì sono io…sai perché sono qui, vero?
Certamente…è giusto che
tu l’abbia, visto che la userai per scopi nobili, quali riportare
la pace in questo mondo…
Grazie…
E di cosa? Ti spetta di diritto, tu sei l’erede di Grifondoro…
Aprì gli occhi di scatto, lui era cosa?
Non lo sapevi, vero? Nemmeno tuo padre lo sa…sono sicuro che è molto orgoglioso di te…
Gli voglio molto bene, a lui e agli altri…
Sì ma tra te e lui
c’è un legame speciale, particolare…siete molto
simili…più di quanto credi…
Grazie…non dire a nessuno cosa sono venuto a prendere qui, è importante che nessuno sappia…
Hai la mia parola Harry Potter…buona fortuna…
Sentì un peso sulla testa, si tolse il cappello e sfilò
da esso una spada bellissima e lucente, la spada di Godric Grifondoro.
Ripose il cappello al suo posto, con la bacchetta rimpicciolì la
spada e uscì dall’ufficio cercando di fare attenzione.
Scese le scale e si ritrovò nel corridoio. Camminò fino a
quando sentì delle voci. Si appoggiò al muro e si
fermò ad ascoltare.
“Sono preoccupato per mia madre, devo fare qualcosa, non posso
lasciarla nella mani di quei pazzi…mio padre è sotto la
maledizione Imperius di Bellatrix, altrimenti avrebbe già
trovato un modo per salvarla…”.
“Draco calmati, sono sicura che riusciremo a trovare un
soluzione. Io, mia sorella e gli altri ci stiamo già
pensando…andrà tutto bene”.
Draco Malfoy era con una ragazza che lui sapeva essere la sorella di
Daphne, Astoria Greengrass. Lei lo abbracciò forte mentre lui
iniziava a piangere sulla sua spalla.
Con la sensazione di non dover assistere oltre a quella scena intima si
allontanò raggiungendo il portone e uscendo nel parco, dove il
vento gli sferzò il viso e gli scompigliò i capelli. Ora
doveva tornare a casa, da Sirius e Andrea…
Rifece di nuovo tutto il tunnel sbucando di nuovo nella Stamberga. Da lì si smaterializzò con un crac.
*
Stava scrivendo una lettera a Ginny quando Sirius piombò in camera come una furia.
“Hai litigato di nuovo con Andrea?” gli chiese senza nemmeno alzare lo sguardo.
“James è al San Mungo” disse Sirius tutto d’un fiato.
Quello parole lo trafissero. Le mani iniziarono a tremargli tanto che
la piuma gli cadde sporcando tutto il foglio di pergamena di inchiostro.
Si voltò verso Sirius, gli occhi grigi erano arrossati, doveva aver pianto…
“Cos’è successo?” sentiva la sua voce lontana e bassa.
“È stato colpito da dei Mangiamorte, eravamo in
missione…” Sirius si coprì il viso con le mani non
riuscendo a dire altro.
“No…” sussurrò a voce così bassa che nessuno lo sentì.
Si alzò di scatto, prese Sirius per un braccio e si smaterializzarono al San Mungo nella sala d’ingresso.
C’era la fila. Se ne fregò altamente e raggiunse il bancone dove si trovava una strega bionda.
“Ehi tu, fai la fila…”
Si voltò con espressione inferocita verso il mago che aveva
avuto la sventura di dire quelle parole. Il poveretto trasalì e
non fiatò.
“Signorina, voglio sapere dove si trova James Potter. Adesso” disse ad alta voce.
“Quarto piano, primo corridoio a destra” disse quella con paura.
Doveva avere una faccia veramente spaventosa, non gliene fregò niente.
Velocemente, seguito da Sirius, si diresse nella direzione indicatagli.
Il suo cuore aumentava a mano a mano i battiti…doveva stare
bene…non se lo sarebbe mai perdonato altrimenti.
Si fermò quando vide Lily seduta su una sedia piangere. No…no…
La raggiunse quasi correndo, lei sentendolo alzò lo sguardo. Si alzò e lo abbracciò “Teddy!”
“Lily…come sta?”
Sua madre si staccò per guardarlo “Molto male, hanno
appena finito di operarlo ma non sanno se passerà la
notte…”
Sbiancò. Il mondo gli crollò addosso di nuovo. Suo padre…suo padre stava morendo…
Crollò su una sedia senza forze. Si portò le mani nei
capelli e rimase così per un po’, non sentì le
parole di Sirius e sua madre, non salutò nessuno degli amici
appena arrivati, sembrava perso nel suo mondo. Nella testa solo un
pensiero fisso…suo padre e tutti i momenti passati
insieme…
Non poteva lasciarlo solo ancora una volta…non poteva, non ce
l’avrebbe fatta a reggere ancora altro dolore…due lacrime
uscirono dai suoi occhi.
All’improvviso si alzò.
“Torno subito, devo stare un attimo da solo”.
Sirius, l’unico che l’aveva sentito, annuì.
Velocemente percorse tutto il corridoio e scese le scale.
Attraversò la sala d’ingresso e si smaterializzò
nella sua camera. Chiuse la porta a chiave e la insonorizzò. Si
avvicinò alla sua scrivania e prese la piuma che gli era caduta
e la gettò per terra. Preso da un impeto di rabbia
scaraventò tutto a terra, scrivania compresa. Il suo sguardo fu
attirato dalla specchio. Si avvicinò a si mise davanti
osservando il suo riflesso. Quello rappresentato non era lui, non era
nessuno…
Ridusse lo specchio in mille pezzi con un pugno. Poi si guardò
la mano, era piena di tagli. Fu allora che tornò in sé.
Doveva essere forte, per sua madre, per Sirius e per Remus. Ma
soprattutto per suo padre. La porta si aprì da sola e
andò in bagno per medicarsi la mano ferita.
Quando ebbe finito ritornò al San Mungo, calmo ma terrorizzato
all’idea di poter perdere suo padre. Ora al posto della rabbia
c’era solo la paura. Una grande, terribile paura. Quando
girò l’angolo vide Sirius alzarsi e raggiungerlo.
“Cos’hai fatto alla mano?”
“Niente. Come sta James?”
“Come prima, è stabile” rispose Remus raggiungendoli.
“Vuoi vederlo?” chiese Sirius.
“Sì”.
“Vai, Lily è appena uscita” disse Remus.
Lui annuì e raggiunse la porta. Abbassò la maniglia ed
entrò, spaventato all’idea di cosa avrebbe potuto vedere.
Le pareti erano azzurre e la finestra era chiusa. C’era solo un
letto bianco al centro. Si avvicinò e osservò il viso di
suo padre. Sembrava stesse dormendo. Erano così simili, quando
dormivano non si vedeva la differenza degli occhi…
Prese una sedia e si sedette. Lo osservò per un po’ poi,
con mano incerta e tremante, strinse quella fredda di suo padre
appoggiata sulle lenzuola bianche.
“Non puoi lasciarmi, non ti ho ancora detto chi sono…ho
bisogno di te…ora più che mai…”
sussurrò con voce incrinata.
Due lacrime gli rigarono il volto. Restò lì per minuti,
ore, aveva perso il conto del tempo, sapeva solo che non poteva
andarsene…aveva paura che quella sarebbe stata l’ultima
volta che l’avrebbe visto vivo…
*
“Ha distrutto la sua stanza”.
Sirius alzò lo sguardo incontrando gli occhi color miele di Remus.
“Ha distrutto anche lo specchio, per questo si è ferito alla mano” Remus rispose alla muta domanda di Sirius.
“È sconvolto” proruppe Sirius.
“Come noi, ma lui ha già perso molte persone
care…non vorrei sbagliarmi ma credo che si senta in colpa”.
“La colpa è solo mia, dovevo proteggerlo…”
“La colpa non è di nessuno, James sa quali sono i rischi
del suo mestiere. Felp non è colpa tua né di
Teddy…”
Sirius si coprì il volto con le mani.
“Credo che Teddy affezionandosi a noi abbia fatto un patto con se stesso…” confidò Remus pensieroso.
Sirius alzò di nuovo lo sguardo “Cosa?”
“Credo abbia giurato a se stesso di proteggerci a qualsiasi costo, anche a costo della sua stessa vita”.
Gli occhi di Sirius si puntarono sul muro bianco davanti a lui senza in
realtà vederlo veramente. Lui e Teddy fisicamente erano molto
simili, ma caratterialmente era James quello a cui Teddy assomigliava
di più. Erano loro due quelli che si trovavano più in
sintonia, era James quello con cui Teddy aveva un rapporto
speciale…e a lui questo non dava fastidio, voleva solo che
entrambi fossero felici.
Ma ora che James stava male tutto rischiava di crollare di nuovo…
"Sirius?"
Alzò lo sguardo incontrando un paio di occhi azzurri...Andrea...
"Tieni".
La osservò porgergli un bicchiere di caffè. Fece un mezzo sorriso e lo prese "Grazie".
Lei in risposta accennò un sorriso e andò a sedersi vicino a Lily per confortarla.
"Questo sì che è un progresso..." notò Remus.
Sirius non rispose e tanto per fare qualcosa iniziò a bere il
caffè sperando che gli desse energia. Psicologicamente era a
pezzi, si sentiva così impotente...avrebbe tanto voluto essere
al posto di James piuttosto che stare così male...almeno non si
sarebbe sentito in colpa...
Ora capiva cosa intedeva Teddy, le parole che gli aveva detto quasi
gridando durante una riunione...il senso di colpa ti uccide dentro e ti
accompagnerà per sempre.
'Jamie, ti prego svegliati. Fallo per
me, Lily, Remus, Teddy e tutti i tuoi amici. Fallo anche per Harry, non
puoi andartene ora che l'hai ritrovato...non è giusto!'
Questo era quello che Sirius pensava continuamente.
Tutto stava crollando di nuovo...
Sono tornata!!!!!!!!!!! Per
farmi perdonare dell'attesa ho scritto un capitolo bello lungo...da qui
si capirà veramente il legame che unisce James e Harry...spero
con tutto il cuore che vi piaccia!!!!
Ringrazio le 167 persone che hanno aggiunto questa ff tra i preferiti!!! Grazie!!!!
piccola_puffola: non manca tantissimo alla rivelazione anche
perchè adesso la situazione si sta abbastanza
complicando...spero che anche questa chap ti piaccia!! Ciaooo! Baci
PrincessMarauders: nel
prossimo capitolo prometto che vedremo di più Andrea e
Sirius...al "momento decisivo" non manca moltissimo, ci vuole ancora un
po' di pazienza...grazie per la recensione!! Ciaooo!! Baci!
Lady blue: già,
Ginny e Harry sono così carini...tutto molto romantico. Piton
nella mia storia avrà un grande riscatto...povero la Rowling
l'ha trattato malissimo!! Ti piace il chap?? Ciaoo! Baci!
Deidara: questo capitolo
è più incentrato su Harry e James, spero che nonostante
questo ti sia piaciuto...e grazie come al solito per i complimenti!!!
Ciaoo!!!
Finleyna 4 Ever: grazie per i complimenti!!!! Ti piace questo chap?? Ciaoo! Baci!!
erikappa: la domande di
Ginny ci saranno nel prossimo capitolo o in quello dopo...diciamo che
per il momento lei si accontenta...spero ke il chap ti sia
piaciuto....ciaoo!! Baci!!!
Miss Rainbow:
già, qui Harry è decisamente più sveglio! E devo
dire che così mi piace molto di più! Che ne dici di
questo chap?? Ciaoo! Baci!!
Yum: ci saranno anche James e Lily, fa passare prima il periodo burrascoso...grazie per i complimenti!! Ciaoo!! Baci
kia88oc: non manca
moltissimo al momento della scoperta...per quanto riguarda Piton
continua a leggere e lo saprai!!! :P Spero che il capitolo ti
piaccia...ciaooo! Baci
chichetta99:
già, mi sembrava brutto se lui non si svelava, era come se
prendesse in giro Ginny e questo non mi piaceva granché,
perciò ho optato per questa soluzione...ciaooo!! Baci
era87: wow una nuova
lettrice!!! (me molto contenta!!!) anche a me di solito non piacciono
molto Harry e Ginny perchè in molte ff sono troppo smielosi, per
questo ho cercato (spero con successo) di renderli non troppo
zuccherosi...spero che anche questo capitolo ti piaccia!! Ciaoo! Baci
SkAnNeRiZzAtA: grazie 1000 per i complimenti che fanno sempre molto piacere!!! Che ne dici di questo capitolo??? Ciaooo! Baci!!!
Al prossimo capitolo
Nikki Potter
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