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- Caos e Virginia -
3 anni dopo
Virginia gettò un'occhiata all'orologio a pendolo presente sulla mensola e imprecò mentalmente.
La pozione sulla quale stava lavorando l'aveva presa talmente tanto che non si era resa conto dello scorrere del tempo.
Caos sarebbe tornato dalla Romania entro l'ora successiva e lei doveva ancora sistemarsi!
Ci teneva a farsi trovare al Ministero - dove il ragazzo sarebbe atterrato con la passaporta - per dargli il bentornato.
Quindi doveva proprio sbrigarsi!
Non seppe mai come ci riuscì, ma neanche mezz'ora dopo si
era materializzata nell'Atrium del Ministero, dove non fece fatica
a trovare la numerosa famiglia del fidanzato intenta ad aspettarlo a
sua volta.
Così come non potè evitare l'abbraccio di gruppo al quale la sottoposero non appena la videro.
Ormai aveva imparato ad accettarlo: se entra un Pagano nella tua vita, entrerà anche tutta la sua infinita famiglia.
"Ehy! Pensate di lasciarmi un pezzettino della mia fidanzata o me la
consumate tutta voi?" Risuonò la voce di Caos da un punto
indefinito dietro di loro.
Presi com'erano ad abbracciare Virginia, nessuno si era accorto del suo arrivo.
Come un sol uomo, tutti i membri della famiglia Pagano si girarono
verso il ragazzo e ben presto fu lui ad essere travolto dall'abbraccio
collettivo.
"Ok, ok, ho capito: la prossima volta sto zitto e sgattaiolo via in
silenzio alle vostre spalle." Commentò lui divertito, mentre
passava dall'abbraccio di suo fratello Dionisio a quello di sua zia
Althea.
Enea invece, appena riuscì ad afferrarlo, gli prese entrambe le
guance e iniziò a tirargliele emettendo suoni strani e senza
senso. "Pucci pucci uh! Ga ga ga!".
Almeno finchè Ercole non gli tirò uno scappellotto sulla nuca.
Virginia, davanti a quello spettacolo, non potè far altro che ridere divertita.
Per lei che era stata cresciuta solo dai nonni era stato molto strano
abituarsi alla presenza di quella numerosa e alquanto strana famiglia.
Eppure, mentre Caos riusciva finalmente a liberarsi di tutti loro e
finalmente a raggiungerla per stringerla e abbracciarla, si
ritrovò a pensare che non avrebbe desiderato assolutamente nulla
di diverso.
Neanche se questo avrebbe significato
evitare i sonori fischi che Enea aveva emesso appena Caos l'aveva
attirata a sè per baciarla.
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"Ti va una caccia al tesoro?"
Virginia, intenta a leggere un libro, alzò lo sguardo per
fissare perplessa Caos, sul quale era semi sdraiata. "Come scusa?"
Ok, era abituata alle stranezze del fidanzato. Ma le cacce al tesoro le
faceva quando era una bambina di cinque anni, non si metteva di sicuro
a farle in quel momento che ne aveva ventuno!
"Ti ho chiesto se ti va di fare una caccia al tesoro." Ripetè
lui con il tono più tranquillo del mondo. Più o meno come
se le stesse chiedendo se voleva un caffè.
"Ehm... ok." Si arrese alla fine davanti allo sguardo da cucciolo
abbandonato che Caos aveva assunto. Mise un segno al libro che stava
leggendo e lo ripose sulla mensola. "Hai una mappa già pronta?"
Il ragazzo, di fronte alla disponibilità della ragazza,
tramutò l'espressione da "cucciolo ferito" a "sorriso a 32
denti". Poi le allungò un foglio piegato in quattro e, prima che
lei potesse emettere un suono, si smaterializzò.
Virginia roteò gli occhi al cielo ma aprì comunque il
biglietto. Dentro, nella tipica calligrafia di Caos, c'era scritta una
frase.
Vai nel recinto e prendi Joel.
Joel era lo snaso preferito di Caos.
Il ragazzo aveva veramente realizzato un allevamento, come aveva
sognato di fare tante volte ai tempi di Hogwarts. Ma non si era fermato
lì. Per fortuna che i Pagano avevano un cortile molto grande, o
tutti gli animali che il ragazzo portava puntualmente a casa non ci
sarebbero mai stati.
Dopo aver indossato un leggero mantello, Virginia uscì in cortile e si diresse verso il recinto.
Joel evidentemente sapeva perfettamente dove doveva andare,
perchè appena lo mise a terra si diresse zampettando verso un
punto ben preciso del cortile. Lasciando così alla ragazza solo
la possibilità di seguirlo incuriosita.
Fu così che l'ex Tassorosso venne condotta in un punto riparato
del cortile dove l'attendevano una coperta e un cestino da picnic. Ma
non c'era alcuna traccia di Caos.
Joel tuffò il muso dentro al cesto, invitandola così a fare altrettanto.
All'interno era presente una scatolina blu con un nastro dorato, che Virginia prese in mano incredula.
"Il percorso in realtà era molto più articolato e lungo,
ma Joel ti ha portato subito qui." Risuonò la voce di Caos alle
sue spalle.
Virginia si girò, trovandoselo così alle spalle. Inginocchiato.
"Ma la sostanza non cambia: vuoi sposarmi?"
Beh, di sicuro con uno snaso come alleato la caccia al tesoro poteva solo essere fruttuosa.
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"Caos no!"
"Ma..."
"No!"
"Ma io..."
"Ho detto no!"
"Zia..."
"Se dico no è no." Ripetè per l'ennesima volta Althea
Pagano guardando di traverso il nipote e piazzandosi davanti alla
porta. "Tu non andrai nella stanza di Virginia solo per controllare che
non sia scappata il giorno delle vostre nozze. Almeno oggi che ti
sposi, comportati da persona normale."
"Ma la conosco, starà andando nel panico!" Provò a convincerla lui.
"A me sembra che ci stia andando tu, nel panico." Constatò la
donna sbuffando. "E di là con lei c'è Daniel, quindi sono
sicura che se avrà una crisi di panico sarà in ottime
mani."
Ma anzichè rassicurarsi, il ragazzo sembrò agitarsi
ancora di più. "Appunto! Daniel non l'accompagnerà mai
all'altare! La aiuterà a scappare!"
Per Virginia il matrimonio ideale sarebbe stato essere accompagnata
all'altare da suo nonno. Ma il signor Petronovik era ormai talmente
anziano da far fatica a restare in piedi per più di qualche
minuto.
Così, dopo un breve litigio tra i fratelli Pagano per
accaparrarsi tale privilegio, la ragazza aveva decretato che, per non
scontentare nessuno dei tre, si sarebbe fatta accompagnare dal fratello
che aveva sempre avuto per scelta: Daniel.
"Se non è scappata fino ad ora - e ne avrebbe avuto tutte le
ragioni - dubito che lo farà oggi." Commentò Althea, non
sapendo neanche lei se ridere o piangere per le assurdità del
nipote. "Merlino dammi la forza!"
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"Aaaaaaah!"
"Aaaaaah!"
"Aaaah! AIUTO!"
"..."
"Aaaaah! AIUTO!"
"Caos..."
"Aaaaah! VIRGINIAAAA! SCAPPAAAAA!"
"Caos!" Ripetè Virginia, guardando suo marito con un sopracciglio innarcato.
"Aaaaah! Aaaaaahhhh!"
"CAOS PAGANO TI VUOI DARE UNA CALMATA?"
"Aaa.. eh?" Si bloccò lui a metà urlo, sgranando gli occhi e fissando stralunato la moglie. "Gin... sei tu?" Domandò alla fine con un filo di voce.
"No, sono il mostro di Loch Ness." Commentò ironicamente lei. "Si può sapere che diavolo ti è preso?" Chiese alla fine, notando con un sospiro di sollievo che Caos sembrava essersi calmato.
L'aveva appena incrociato nel corridoio. E lui si era messo ad urlare
come un pazzo. In un primo momento aveva urlato anche lei per la
sorpresa.
Poi si era resa conto dell'assurdità della situazione.
"Che fine ha fatto il tuo viso?" Domandò lui tornando ad impanicarsi.
"Come sarebbe a dire 'che fine ha fatto il mio viso'?" Chiese incrociando le braccia al petto e assotigliando gli occhi.
"E' verde!" Spiegò lui puntandole il dito contro. "Io non ho sposato un ET!"
Ah ecco.
"Caos... ti sei davvero messo ad urlare come un pazzo per la mia maschera di bellezza mensile?"
Mentre sospirava rassegnata per le assurdità del marito, Virginia si chiese come avrebbe fatto: se
si spaventava per una sciocchezza come una maschera di bellezza,
chissà come avrebbe reagito sapendo che era rimasta incinta.
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"Papà!"
Caos non fece in tempo a smaterializzarsi nel cortile della loro
villetta che due bambini lo raggiunsero correndo, attaccandosi
rispettivamente alla sua gamba destra e sinistra.
Ares, il suo secondo genito di appena tre anni, lo lasciò andare
quasi subito per iniziare a rincorrere una creatura magica che
zampettava a pochi metri di distanza - ormai la casa che divideva con
Virginia era diventata una specie di zoo.
Giovanni invece rimase ancorato a lui: tra i due figli era quello più calmo, tranquillo, dolce e pacato.
Perciò l'ex Tassorosso si piegò per prenderlo in braccio
e iniziare a trasportarlo in modo buffo verso casa, riuscendo in poco
tempo a farlo ridere.
Nel tragitto agguantò anche Ares, che a sua volta si
trascinò dietro la gallina sputafuoco che era appena riuscito a
catturare.
Fu in cucina che trovò la moglie, intenta come al solito a rimescolare una delle sue pozioni.
"Indovina amore?" Chiese allegro mentre appoggiava entrambi i bambini a
terra. "La famiglia si sta per allargare di nuovo! Ho trova..."
"Già, hai proprio ragione." Lo interruppe però Virginia.
"La famiglia si sta per allargare. E questa volta è una femmina."
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Alla prossima!
Ciaoo! ;)
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