Doctor Who

di Thiliol
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tears for Donna ***
Capitolo 2: *** Time Lord Victorious ***
Capitolo 3: *** Bad Wolf ***
Capitolo 4: *** Farewell ***
Capitolo 5: *** Crash ***
Capitolo 6: *** Doctor Who? ***
Capitolo 7: *** Same new Doctor ***
Capitolo 8: *** To the moon and back again ***
Capitolo 9: *** Come along, Pond! ***
Capitolo 10: *** The very very last ***
Capitolo 11: *** Remember ***
Capitolo 12: *** Hello Sweetie! ***
Capitolo 13: *** Spoilers! ***
Capitolo 14: *** Trust me ***
Capitolo 15: *** I'm so sorry ***
Capitolo 16: *** What about love? ***
Capitolo 17: *** Venezia ***
Capitolo 18: *** Restless ***
Capitolo 19: *** The Doctor's choice ***
Capitolo 20: *** The unforgettable Rory ***
Capitolo 21: *** Give me sadness and a couple of tea ***
Capitolo 22: *** One day in the Tardis ***
Capitolo 23: *** A little bit confused ***
Capitolo 24: *** Rory the centurion ***
Capitolo 25: *** Who takes the Pandorica takes the universe ***
Capitolo 26: *** The Pandorica opens ***
Capitolo 27: *** Geronimo! ***
Capitolo 28: *** Vanishing ***
Capitolo 29: *** I's like a flash into my memory ***
Capitolo 30: *** Something blue ***
Capitolo 31: *** Goodbye ***
Capitolo 32: *** Doctor River Song, archeologist ***
Capitolo 33: *** A little blue envelope ***
Capitolo 34: *** 1969 ***
Capitolo 35: *** Space suits are cool ***
Capitolo 36: *** We are friends ***
Capitolo 37: *** It's ok, then? ***
Capitolo 38: *** Home sweet home ***
Capitolo 39: *** She's my Tardis ***
Capitolo 40: *** Never ***
Capitolo 41: *** The many faces of you ***
Capitolo 42: *** Glad to see you, Rose ***
Capitolo 43: *** The only water in the forest is the river ***
Capitolo 44: *** Someone I like ***
Capitolo 45: *** Who is River Song? ***
Capitolo 46: *** Tick tock goes the clock ***
Capitolo 47: *** The boy who chose ***
Capitolo 48: *** Rose's room ***
Capitolo 49: *** Eleventh Room ***
Capitolo 50: *** Back home ***
Capitolo 51: *** Hell, in high heels ***
Capitolo 52: *** The Pyramid ***
Capitolo 53: *** The wedding of the Doctor ***
Capitolo 54: *** Always ***



Capitolo 1
*** Tears for Donna ***


Disclaimer: Doctor Who è proprietà assoluta della Bbc, di Russet T Davies, Steven Moffatt ecc ecc. Se scrivessi per ricavarne qualcosa che non sia divertimeto, allora non sarei qui!

Piccola premessa prima di cominciare: allora, questa sarà una long fiction fatta di flash fiction, un piccolo esperimento che mi andava di intraprendere per mettermi alla prova. La storia prende il via dal finale di Journey's End con un piccolo What if...?, ovvero cosa sarebbe successo se la trasformazione di Donna in Doctor-Donna non avesse comportato la nascita della copia umana del Dottore? Personalmente l'ho trovata una cosa un po' inutile, messa lì solo perchè si doveva dare uno pseudo lieto fine alla storia con Rose senza che Billie Piper tornasse a essere regolar, ma comunque dà così la possibilità affinchè lei e Tennant tornino nello show. Non fraintendetemi, mi piace la cosa della metacrisi umana, ma credo che se non ci fosse stata, allora Rose sarebbe rimasta sul TARDIS e il Dottore se ne sarebbe fregato dell'altro universo. Ecco, questa storia parte da questo incipit e si sviluppa, intrecciandosi con la 5 e la 6 serie (per il momento). Buona lettura e, ricordate, lasciare una recensione non vi procurerà danni permanenti!



Tears for Donna



Il Dottore era appoggiato a una delle colonne del TARDIS, completamente zuppo di pioggia, lo sguardo basso.
Rose non l'aveva mai visto in quelle condizioni, mai così perso e disperato; sembrava quasi un bambino solo e spaventato, ma nei suoi occhi vi era la tristezza dei secoli.

Quando gli prese la mano, lui alzò la testa e la guardò come se la vedesse per la prima volta, come se aggrapparsi all'immagine di lei fosse la sua unica speranza.
Stringerlo tra le braccia appariva la cosa più naturale del mondo, nonostante gli anni e la lontananza, era facile e sicuro, così come sentire il Dottore ricambiare quell'abbraccio con forza.
< Era l'unico modo che avevi per salvarla, lo sai vero? >
Lui non rispose, ma lo sentì inspirare profondamente, come a volersi trattenere.
Avrebbe voluto dirgli che lì, con lei, poteva piangere, poteva lasciarsi andare e piangere per Donna fin quando ogni sua lacrima non si fosse esaurita, ma sapeva che non l'avrebbe mai fatto, perchè il Dottore doveva continuare a sostenere di star bene.

< Non si ricorderà mai di me > disse infine e la sua voce le appariva lontana e flebile.
< No, in un angolo della sua mente, Donna saprà sempre chi sei, cosa avete fatto insieme, cosa avete visto. >
Il Dottore si sciolse dal suo abbraccio e le sorrise, un sorriso dolce e triste allo stesso tempo.
< Sono felice che tu sia qui, Rose >.


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Capitolo 2
*** Time Lord Victorious ***


Secondo capitolo ambientato durante e dopo lo splendido Water of Mars in cui secondo me David Tennant dà stupefacente prova di sè e in cui il Dottore è riuscito davvero a spaventarmi. Forse è un po' confuso perchè i pensieri di Rose mentre osserva il Time Lord sono confusi e smarriti, ma sinceramente a me piace così anche se non è la mia miglior flash fiction!





Time Lord Victorious


Se qualcuno le avesse detto che un giorno avrebbe avuto paura del Dottore, non ci avrebbe mai creduto. Eppure lo aveva guardato, guardato il suo Dottore e ne era stata spaventata, non aveva riconosciuto il fuoco che ardeva nei suoi occhi  troppo estranei per poter essere davvero i suoi. Rose aveva guardato quell'alieno incredibile giurare morte ai Dalek, ne aveva osservato il cieco furore abbattersi implacabile sui suoi nemici, ma non ne aveva avuto paura nemmeno per un secondo, prima di allora.
< Io sono il Vittorioso Signore del Tempo! >
Il Dottore non l'aveva guardata, continuando invece a fissare Adelaide Brook come se lei non ci fosse.
<  Dottore, cosa stai dicendo? >
Aveva sentito le lacrime pizzicarle gli occhi e si era trattenuta per non scoppiare a piangere, quasi che temesse lui potesse deriderla.
Si era voltato senza dirle nulla, facendo per entrare nel TARDIS, quando si era sentito lo sparo. Allora aveva visto gli occhi del Dottore spalancarsi e la consapevolezza farsi trada in lui, sgretolando le fondamenta del suo essere.

< Sono stato uno stupido. > il Dottore barcollò, tanto che Rose lo dovette trattenere per un braccio affinchè non cadesse.
E finalmente incrociò il suo sguardo e ciò che vide fu la tristezza e la paura, la stessa paura che aveva l'afferrata, quel panico di quando si era accorta che quello era un altro.
Lo abbracciò e ancora una volta sentì che la stringeva con forza, ricambiando quel gesto che per loro  era diventato sempre più intimo e importante man mano che si conoscevano.
< Ho avuto paura, Dottore, > gli disse infine, quando si ritrovarono nel TARDIS, seduti l'uno accanto all'altra con una tazza di thè, < paura di perderti di nuovo. >
< Ho perduto me stesso, io non posso cambiare ciò che deve essere. >
Alzò lo sguardo verso di lei e Rose potè vedere le lacrime non versate nei suoi occhi.
< Ci sono io qui, se mai dovessi perderti, ricorda che ti troverò sempre, in ogni luogo, persino dentro te stesso. >
Lo baciò sulla guancia, chiedendosi se non avesse osato troppo o se avrebbe mai avuto il coraggio di tentare di più.
< Sarai con me, Rose Tyler? Sarai con me se mai dovessi perdermi? >
< Non ti lascerò mai, ti giuro che sarò qui a fermarti. >

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Capitolo 3
*** Bad Wolf ***


Ed eccomi qui di nuovo con il terzo capitolo! Ambientato prima di The end of Time, diciamo durante i viaggi che il Dottore compie prima di andare da Ood Sigma, ma questa volta c'è Rose con lui e la sua paura, nonchè la consapevolezza di stare per morire, lo convincono a prendere in mano le redini dei suoi sentimenti e di non compiere gli stessi errori del passato.



Bad Wolf


La luce del TARDIS, a metà tra il dorato e l'azzurro, illuminava i capelli di Rose, facendoli scintillare. Stava seduta sulla poltroncina da viaggio, quella su cui di solito stava lui, e leggeva attentamente un libro, assorta.
Guardarla lo faceva sentire un po' più calmo, allontanava leggermente la paura che le parole di Ood Sigma avevano fatto sorgere in lui, forse perchè il pensiero di doverla abbandonare presto era molto più terribile e pressante... farla soffrire lo spaventava di più che morire.
Sapeva che doveva dirglielo, che lei non aveva visto il vecchio Ood sulla neve quella sera, che solo lui aveva il dovere di riferirle la verità.
< Rose > disse, ma quando lo guardò non seppe come continuare.
“Morirò presto” avrebbe dovuto dirle, perchè aveva il diritto di sapere che quello era stato il loro ultimo viaggio.
< Dottore? > era preoccupata e lo fissava con i suoi grandi occhi spalancati. Si alzò e lo circondò con le braccia e lui si ritrovò ad aggrapparsi a lei di nuovo; ogni volta quell'abbraccio, stringere Rose tra le braccia, sembrava l'unica cosa possibile nell'universo.
Doveva pronunciare quelle parole, lo sapeva, perchè lei lo meritava.
< Ricordi la Bad Wolf Bay? > disse invece e la sentì tremare contro di lui.
< L'ho sognata ogni notte quando te ne sei andato > sussurrò.
< Hai detto che mi amavi, su quella spiaggia. >
Non sapeva perchè stava dicendo quelle cose, sapeva solo che aveva bisogno di sentirsi dire che era vero, che non era stata solo l'illusione di un vecchio, uno scherzo della sua memoria. Non poteva dirle che sarebbe morto presto, non poteva vedere le sue lacrime ancora una volta, ma non poteva nemmeno andarsene senza aver avuto quell'unica conferma.
< L'ho detto, > disse Rose, ancora stretta a lui, < ed è ancora vero, Dottore. >
Improvvisamente Rose si scostò e lo guardò negli occhi, seria.
< Anche tu hai detto qualcosa, su quella spiaggia. >
< Ho detto “Rose Tyler...” >
Rose abbassò lo sguardo e si morse un labbro, diventando ancora più bella ai suoi occhi.
< Si? Come continuava quella frase, Dottore? >
< C'è bisogno di dirlo? >
Rose tornò a posare gli occhi su di lui e si sentì tremare. Sì, le stava dicendo silenziosamente, ho bisogno di sentirlo almeno quanto tu hai bisogno di dirlo. Ma prima doveva dirle qualcos'altro.
< Io... > “morirò presto” pensò, ma la voce non  voleva uscire, <  ti amo, Rose Tyler. >
Chiuse gli occhi e sospirò. Avrebbe dovuto dirglielo ogni giorno da quando l'aveva vista la prima volta, aveva rischiato di non poterglelo dire mai più e quelle parole erano rimaste incastrate nella sua gola per così tanto tempo, sin da quando la sua immagine era scomparsa dalla Bad Wolf Bay. Non poteva rischiare ancora, non poteva morire senza averglielo detto. 
Si abbassò e la baciò, la baciò per quella che era l'ultima volta, anche se Rose pensava che sarebbe stata solo la prima.

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Capitolo 4
*** Farewell ***


Ed ecco qui il fatidico cambio della guardia, l'arrivo di Eleven! Ancora non dispero di vedere l'incontro tra Rose ed Eleven nella serie, ma nel frattempo Rose assiste qui impotente alla rigenerazione del Dottore per la seconda volta.





Farewell



Non poteva crederci, non voleva crederci. Non di nuovo.

Non aveva voluto fermarsi nemmeno davanti alle suppliche di Willfred, nemmeno alla vista delle sue lacrime. Una parte di lei avrebbe voluto chiedergli di non farlo, ma sarebbe stato crudele, perchè il Dottore era il suo angelo ed era buono... come poteva chiedergli di lasciar morire Willfred?
E adesso stava accadendo di nuovo.
< Mi dispiace Rose, mi dispiace tanto. >
< Ti amo > gli aveva detto e lui aveva sorriso, un sorriso pieno di lacrime, come quello che le aveva rivolto alla Bad Wolf Bay, anche in quell'occasione in risposta alle medesime parole.
Eppure questa volta Rose non aveva bisogno di altre conferme, non poteva dimenticare che solo pochi giorni prima lui, il suo Dottore, aveva detto ciò che non aveva potuto dire quel giorno... e la sensazione delle loro labbra a contatto, delle sue mani che le accarezzavano la schiena, era ancora troppo reale.
Sembrava così simile a un addio, ora, quel bacio, così triste e disperato che a Rose si strinse il cuore.
Era riuscito a dire addio ai suoi compagni di viaggio, ma ora non poteva più aspettare, l'energia era troppo forte e lui stava diventando sempre più debole.
< Non puoi lasciarmi, Dottore! > la sua voce era uscita spezzata, una supplica che sapeva di ineluttabilità.
< Sarai sempre la mia Rose. > aveva risposto, per poi quasi esplodere in luce abbagliante. Il TARDIS era in fiamme e stava precipitanto, tanto che dovette aggrapparsi alla ringhiera per non cadere.
Il Dottore non c'era più, al suo posto Rose non vide altro che un estraneo.

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Capitolo 5
*** Crash ***


Primissimi istanti dopo la rigenerazione: il TARDIS sta precipitando e sia Rose che il Dottore vengono malamente sbalzati attraverso i corridoi. Brevissima Flash-fic di passaggio, dalla prossima probabilmente diventeranno un po' più lunghe.








Crash


Rose lo stava guardando ed era terrorizzata, mentre il TARDIS continuava a precipitare e lui stava aggrappato alla consolle. Nella sua testa c'era una confusione inaudita e mille pensieri si accavallavano senza riuscire a recuperare un minimo di ordine.
Almeno aveva tutti gli arti al posto giusto.
< Tieniti forte Rose! > esclamò e si mise a ridere. Non sapeva perchè, ma trovava quella situazione, il precipitare, il TARDIS in fiamme, Rose aggrappata alla ringhiera, estremamente divertente. Oh, sì, era tutto confuso e divertente!
Strano come il primo pensiero che avesse formulato fosse stato il nome di Rose, così come era pure strano che nel bel mezzo di tutta quella confusione e quel divertimento – assurdo – continuasse a guardare lei.
Toccare terra fu piuttosto rumoroso e si sentì sbalzare via dalla sala controllo. Riuscì ad afferrare la mano di Rose mentre cadeva attraverso i corridoi, fino alla piscina. Rose si aggrappò a lui, gridando, finchè la sua voce non venne risucchiata dall'acqua, allora si ritrovò a nuotare trascinandola verso l'alto.
Quando finalmente si fermarono, il TARDIS era capovolto e disordinato, i suoi vestiti a brandelli e la sua mente improvvisamente concentrata sulla voglia irrefrenabile di mele.
Rose tossì al suo fianco e si appoggiò a lui per rimettersi in piedi, senza molto successo.
Il Dottore la trovò adorabile, così bagnata fradicia, e le fece un gran sorriso prendendole la mano.
< Coraggio, Rose Tyler, l'uscita è solo moltissimi metri sopra di noi! >

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Capitolo 6
*** Doctor Who? ***


doctor who? Ed ecco qui la prima parte di The Eleventh Hours dal punto di vista di Rose, confusa e triste per la rigenerazione. Si intravede anche la piccola Amelia, nel prossimo capitolo diverrà companion fissa of course!





Doctor Who?


Il Dottore se ne stava seduto nella cucina a mangiare bastoncini di pesce e crema, faccia a faccia con la bambina scozzese, Amelia Pond. “Un nome da favola,” aveva detto lui, “non sei d'accordo Rose?” e lei non aveva saputo cosa rispondere, si era limitata a seguirlo in cucina, a guardarlo mentre sembrava dare di matto.
La cosa più strana era come, nella sua testa, continuasse a sperare che prima o poi il Dottore, il suo Dottore, quello che amava, sarebbe ricomparso. Non sapeva come comportarsi perchè la volta precedente lui era rimasto incosciente per ore, tanto che lei aveva temuto morisse, e quando infine si era svegliato la felicità era stata tale da rendere superflua qualsiasi altra cosa.
E poi aveva amato quel corpo dal primo momento, un'attrazione anche fisica che per la precedente versione di lui  aveva provato... senza contare che le parole del Dottore, quel “ti amo”, il bacio che si erano scambiati, erano ancora fissi nella sua mente.
Apparivano ora terribilmente simili a un addio.
< Allora, Amelia Pond > disse il Dottore, < di cosa hai paura? >
La bambina li aveva portati in camera sua e lì il Dottore si era avvicinato a quella strana crepa e in quel momento, per la prima volta, Rose riuscì a intravederlo, il suo Dottore, chino su quel muro, con la giacca a brandelli.
Era stato solo un attimo, ma sapeva che era lì, prorpio come quella volta che lui aveva detto”fantastico” e per un momento aveva rivisto gli occhi azzurri e le orecchie a sventola dell'uomo che aveva conosciuto.

Il Dottore l'aveva trascinata nel TARDIS, dopo aver sentito la cloister bell che suonava all'impazzata. L'aveva presa per mano, naturalmente, come aveva sempre fatto, ma la sua pelle aveva una consistenza diversa, sembrava quasi più calda, più giovane anche.
Aveva azionato la leva e tutto aveva preso a tremare, nonostante fossero solo cinque minuti nel futuro, ma il Dottore rideva e rideva, come un bambino...o come un matto.
Infine lo aveva afferrato per una spalla e costretto a guardarla negli occhi, mentre lui improvvisamente si zittiva e tornava a essere serio, un barlume di ciò che era stato.
< Non posso fermarmi ora, Rose > le aveva detto, < ho accumulato troppa energia, lo sai. >
< Sei così diverso. > Aveva alzato una mano a spostargli i capelli troppo lunghi dalla fronte; aveva il viso di un ragazzo e gli occhi di un vecchio.
< Sono sempre io, > le sorrise, < e tu sei sempre la mia Rose, te l'ho detto ricordi? >
< Scusami, ma è difficile per me. >
Il Dottore distolse lo sguardo e rivolse la sua attenzione ai comandi del TARDIS, senza curarsi della sala controllo quasi distrutta o della cloister bell impazzita.
Rose si voltò, dandogli le spalle e nascondedogli le lacrime. Non voleva che soffrisse a causa sua, ma era più forte di lei.. quello non era il suo Dottore.

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Capitolo 7
*** Same new Doctor ***


same new doctor

Eccomi qui con la seconda parte di The Eleventh Hour, questa volta non proprio una flash pura perchè di 514 parole invece che 500, ma fate finta di niente e andate avanti. Il Dottore e Rose tornano da Amy dodici anni dopo e la trovano cresciuta, intanto recuperano il Prisoner Zero e lo consegnano agli Atraxi. Quale miglior scena per Rose per ritrovare il suo Dottore se non quella magnifica di presentazione sul tetto dell'ospedale?

Same new Doctor

Non aveva fatto altro che correre avanti e indietro per tutto il giorno, mentre il Dottore ed Amy battibeccavano. Il Prigioniero Zero non rappresentava davvero un problema, questo l'aveva capito sin da subito, eppure non riusciva a essere tranquilla, non riusciva a divertirsi come al solito... correre con il Dottore le era sembrato soltanto faticoso.

Il Dottore era in piedi e parlava con gli Atraxi, provandosi nel contempo diverse cravatte, poi si era scostato e gli alieni avevano preso ad esaminarlo.

Con un tuffo al cuore aveva rivisto le orecchie a sventola ed il sorriso aperto del Dottore che l'aveva presa con sé e poi, una lacrima le era sfuggita senza che potesse farci niente, era comparso lui, con gli occhi brillanti e quei capelli in cui avrebbe voluto affondare per sempre le dita. Ma erano stati solo frammenti e immagini di un attimo, prima che il Dottore, quello nuovo, prendesse il suo posto con un sorrisetto furbo sul volto giovane.

Rose si ritrovò improvvisamente a pensare che quel nuovo volto era bello e allegro, che quando sorrideva era simile a quello di un bambino... si ritrovò, senza accorgersene, a ridere in silenzio per quel buffo farfallino che si era annodato al collo al posto della cravatta.

Amy la guardò alzando un sopracciglio, ma non vi badò.

La piccola Amy Pond aveva conosciuto solo quel Dottore, quello stropicciato, quello che aveva disegnato ovunque e riprodotto con la carta e la lana al posto dei capelli. Stranamente, Amy aveva disegnato anche lei, una Rose che si teneva per mano con quel Dottore stropicciato, nonostante Rose non ricordasse di averlo fatto... d'altronde era così naturale prendere per mano il Dottore che spesso non se ne accorgeva nemmeno.

< Salve, sono il Dottore. Praticamente... correte. >

Lo aveva detto così, come se non fosse poi troppo importante, ma gli Atraxi erano fuggiti via e lui si era girato dalla loro parte. Amy e l'altro ragazzo, Rory, si tenevano per mano e sorridevano, ma il Dottore guardava soltanto lei ed era per lei che aveva detto quelle cose.

< Non daranno mai più fastidio > , disse avvicinandosi.

< Sei sempre il solito, Dottore. >

Non aveva potuto trattenersi, nonostante tutto, nonostante ancora non riuscisse a sentire veramente suo quel nuovo Dottore, ma c'erano alcune cose che non cambiavano mai e una di quelle era l'esibizionismo del suo Signore del Tempo.

< Sono stato bravo, non credi Rose? > si voltò verso di Amy < Non credi Pond? >

Improvvisamente il Dottore trasalì e prese la chiave del TARDIS dalla tasca interna.

Si guardarono negli occhi e Rose capì.

La prese per mano e la trascinò in una corsa a perdifiato fino al TARDIS e, quando furono lì, l'emozione di aprire la porta fu simile a quella che aveva provato la prima volta.

< Un nuovo TARDIS > disse il Dottore, visibilmente eccitato.

< Un nuovo TARDIS per un nuovo Dottore! > gli rispose.

Le fece un gran sorriso e girò la chiave nella serratura:

< Coraggio Rose Tyler, vediamo cosa ci ha riservato questa volta. Allons-y! >

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Capitolo 8
*** To the moon and back again ***


Ed eccomi qui di nuovo! Siamo ancora all'episodio The Eleventh Hour, è un missing moment per così dire e purtroppo non compare Amy. In realtà nella parte finale c'era ma ho dovuto tagliare perchè sforavo di circa 300 parole, quindi il prossimo capitolo sarà interamente dedicato a quella scena in cui il Dottore passa a prenderla di notte. Ci voleva assolutamente una scena di loro due soli, la rigenerazione è troppo importante e non potevo soprassedere, loro due si sono baciati e questo comporta sconvolgimenti, soprattutto nel momento in cui Ten diventa Eleven, perciò un attimo di intimità e alcuni chiarimenti.

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To the moon and back again

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Il Dottore chiuse la porta del TARDIS dietro si sé e si avviò alla consolle, lanciando una breve occhiata a Rose mentre vi passava accanto. La ragazza osservava a bocca aperta la nuova luce arancione e la nuova Colonna e nei suoi occhi poteva vedere la stessa meraviglia che provava lui stesso.

< Allora, ti piace? > le chiese.

< È straordinario! > si voltò con un gran sorriso verso di lui, ma non appena i loro sguardi si incrociarono lei abbassò il suo. Sembrava timida, pensò il Dottore, ed era strano perchè Rose non lo era stata mai, sempre irriverente, sempre testarda... la sua Rose.

Eppure non era spaventata – ancora ricordava il terrore sul suo viso quando si era rigenerato la volta precedente, oh era stato così orribile! - da qualche parte dentro di lei la consapevolezza che quello era lo stesso uomo di sempre le faceva alzare di soppiatto gli occhi, le faceva pronunciare quella parole, Dottore, come aveva sempre fatto.

< Dove stiamo andando? > gli chiese, avvicinandosi un po' di più a lui.

< Sulla luna e ritorno, solo un piccolo giro di prova per la nuova ragazza! > si voltò di scatto e improvvisamente era a pochissimi centimetri da lei. Non si era accorto di esserle così vicino e la sensazione era diversa da quella che ricordava, ma altrettanto intensa.

Alzò una mano per toccarla, ma Rose si ritrasse, concentrandosi sui comandi apparentemente per caso, nonostante l'imbarazzo tra loro fosse palpabile.

< Rose... > incominciò, ma la ragazza lo bloccò.

< Scusa, Dottore, ma è troppo presto per me. >

Annuì lentamente e spinse una delle tante leve del TARDIS, senza pensare nemmeno a quale fosse. Non c'era freddezza nelle parole di Rose, ma lo avevano ferito lo stesso, nonostante si fosse preparato a quell'eventualità già da tempo.

Non voleva che loro due fossero estranei, desiderava solo poter tornare a ridere con lei, a correre e conoscersi, tornare a quella sensazione di intimità tra loro che non era mai mancata.

Rose sembrava avergli letto nella mente perchè si avvicinò e lo prese per mano: un gesto naturale, nonostante tutto.

< Sei comunque il mio Dottore, questo non cambierà mai > gli disse, incrociando i loro sguardi, < ma devi darmi un po' di tempo. >

< Prenditi tutto il tempo che vuoi, Rose Tyler, > le sorrise apertamente, più tranquillo ora. Era contento di quello, di essere ancora suo, il suo Dottore così come era sempre stato.

Spinse con energia un tasto della consolle ed il TARDIS ebbe uno scossone.

< Bene! > esclamò < la “bimba” funziona alla perfezione, che ne dici, Rose, di invitare la nostra amica Amelia Pond a fare un viaggetto con noi? >

Allora lei rise:

< Mi piacerebbe moltissimo! > rispose e si aggrappò alla ringhiera per non cadere.

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Capitolo 9
*** Come along, Pond! ***


Eccomi qui di nuovo con la terza e ultima parte di The Eleventh Hour, dedicata all'arrivo di Amy, ma senza dimenticare Rose e il Dottore (che alla fine sono i veri protagonisti della fanfiction). Anche questa volta ho sforato, anche se solo di 9 parole, ma davvero mi riesce difficile a volte tagliare per poter rimanere nel limite della flashfic.
Buona lettura!

Come along, Pond!



< Perchè io? > chiese Amy < Perchè nel cuore della notte mi stai chiedendo di scappare con te? >

< Non vuoi vedere tutto lo spazio e il tempo? >

< Non è questo il punto, Dottore. >

< Invece sì, semplice, vuoi venire con noi, Amelia Pond? >

La ragazza non rispose, ma lo oltrepassò, aprendo la porta ed entrando nel TARDIS. Il Dottore osservò lo sguardo che le si dipinse in viso: gli ricordava la bambina che era stata e che era ancora lì, sotto la superficie, nonostante il tempo avesse cancellato brutalmente quelle illusioni.

La ragazza che aspettava.

In un certo senso Amelia Pond, con il suo nome da favola e quel modo di fare allo stesso tempo brusco e dolce, gli ricordava se stesso.

< C'è un mondo intero qui dentro, > esclamò, < proprio come mi avevi detto. >

Era raggiante ed il Dottore chiuse la porta dietro di lei, consapevole che quello era il suo modo per dire sì.

Rose era in piedi vicino alla consolle e sorrideva con le braccia piegate sul petto e la testa inclinata da un lato, gli occhi fissi su di lui.

Improvvisamente Amy sembrò trasalire e si voltò di scatto verso di lei, come vedendola per la prima volta.

< Chi sei tu? > domandò. Era incerta, perchè Rose era sempre stata lì in silenzio, una presenza sicura per il Dottore ma che doveva essere apparsa quasi evanescente a Amy.

< Mi chiamo Rose, Rose Tyler > rispose lei < piacere di conoscerti e scusa se non mi sono presentata prima. >

Le due ragazze si strinsero la mano e lui ne fu contento, perchè vide lo sguardo di intesa che passò tra di loro, nonostante non avrebbe saputo dire quale significato potesse avere.

< Bene allora > le interruppe < vogliamo andare? Cosa vi piacerebbe di più: un torneo medievale o il pianeta in cui esistono persone con tre nasi? >

< Devi riportarmi a casa entro domani mattina! >

< Questa è una macchina del tempo, Pond, posso riportarti a cinque minuti fa... perchè vuoi tornare domani? >

Amy esitò.

< Ho delle cose da fare. >

< Cose da fare? Non ti preocupare, arriverai in tempo per le tue “cose”! >

Corse attorno alla consolle del TARDIS e fece per toccare Rose su una spalla, ma la ragazza si spostò appena prima, come per caso, tuttavia sbuffò divertita.

< Non ci conterei, Amy, mi riportò a casa con un ritardo di dodici mesi e mia madre credeva mi avessero uccisa! >

< Non dirle malignità, Rose! > si rivolse alla rossa che li guardava confusa, < ti riporterò in tempo, promesso. >

Sorrise e strizzò l'occhio.

< Vieni, Amy, ti mostro le stanze. >

Rose trascinò l'altra ragazza prendendole la mano, guardandolo di sfuggita e distogliendolo subito lo sguardo.

Solo con il TARDIS, il Dottore si chiese quanto tempo ci avrebbe messo la sua Rose per abituarsi di nuovo al tocco della sua mano... e per quanto avrebbe resistito lui senza abbracciarla.

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Capitolo 10
*** The very very last ***


E siamo arrivati a The Beast Below, una puntata strana che non mi è piaciuta moltissimo ma che allo stesso tempo ha delle cose memorabili (Liz 10 per dirne una, la scena sul ponte di osservazione alla fine per dirne un'altra, che mi ricorda sempre quella di The End of the World con Rose e Nine). Comunque, le cose procedono e qualcosa si smuove in Rose anche grazie ad Amy!

The very very last

Era stata una giornata strana... strana e dolorosa.

Si era pentito subito di aver urlato contro Amy, di averle detto in malo modo che l'avrebbe riportata a casa; aveva visto nei suoi occhi la rabbia e il dolore mischiarsi insieme e le sue labbra tremare.

Più di qualsiasi altra cosa, però, era stato lo sguardo di Rose, pieno di rabbia, puntato su di lui quasi a volerlo accusare che se fosse stato l'altro non si sarebbe mai comportato così, che l'altro avrebbe capito. Non era riuscito a sostenerlo e si era chinato sui circuiti che tenevano in vita l'ultima delle Balene Astrali.

Ma adesso che era andato tutto bene, che Amy aveva rischiato tutto e salvato la situazione, sentiva che non sarebbe mai riuscito a comportarsi diversamente e, strano, si odiò per questo.

Si sciolse dall'abbraccio della ragazza e le sorrise: la sua piccola Amelia, la bambina che, nonostante tutto, continuava a credere in lui.

< Grazie, > le disse.

< Di niente, Dottore. >

La rossa lasciò la stanza entrando nel TARDIS è il Dottore si trovò, per la prima volta in quella giornata confusa, solo con Rose.

Stavano l'uno di fianco all'altra, senza toccarsi, senza guardarsi nemmeno, la sensazione insostenibile di essere due estranei lo faceva agitare e dondolare ansiosamente sul posto.

< Dimmi cosa stai pensando. > chiese lei improvvisamente.

Il Dottore non rispose, ma sospirò pesantemente. Avrebbe voluto abbracciarla come faceva un tempo, ne sentiva il bisogno impellente, ma non aveva il coraggio di farlo.

< Mi sono ricordata di quando ti infuriasti con me per quella cosa di mio padre, > continuò Rose, < ho detto ad Amy che significa che ci tieni e lei mi ha risposto che sì, lo aveva capito. >

Si voltò a quelle parole e la guardò negli occhi: occhi limpidi che lo guardavano come avevano sempre fatto, brillanti.

Rose lo prese per mano e sentire le loro dita nuovamente intrecciate lo fece stare meglio.

< L'ultimo dei Signori del Tempo, il cui dolore lo ha reso solo molto molto gentile, > gli sorrise in quel modo che lui amava, mettendo la lingua tra i denti e inclinando la testa < Amy ti conosce, Dottore. >

Sorrise di rimando e, alla fine, lo fece: la strinse tra le braccia e lei lo strinse a sua volta con la stessa forza di sempre, alzandosi leggermente sulle punte dei piedi.

Si sentiva sicuro, a casa, tra le braccia di Rose e persino la rabbia che aveva provato, la colpa per aver trattato male Amy, si dissolvevano senza lasciare traccia, evaporando come acqua.

< Ehm, scusate per l'interruzione piccioncini, > la voce della sua nuova compagna di viaggio lo prese alla sprovvista e Rose si sciolse dall'abbraccio lasciandolo un po' più vuoto.

< C'è un tale che dice di chiamarsi Winston Churchill al telefono. >

Il Dottore si precipitò dentro e prese il telefono dalle mani della ragazza:

< Winston, amico mio, dimmi tutto! >

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Capitolo 11
*** Remember ***


Capitolo undicesimo, ambientato subito dopo l'episodio Victory of the Daleks: una chiacchierata intima tra le due companion del Dottore, Rose che si confida con Amy, la nostra amata Pond preoccupata perchè non ricorda e il Dottore che... ma non posso svelarvi il finale no?
E nel prossimo capitolo, attenzione, arriva River!








Remember



Amy Pond aveva capito che c'era qualcosa di strano: lo aveva capito da come il Dottore l'aveva guardata, stranamente impaurito, da come aveva urlato contro i Dalek, da come era rimasto sconvolto dal fatto che fossero scappati... e lo aveva capito dalle lacrime di Rose.

Si sentiva stupida, perché sapeva che avrebbe dovuto ricordarsi dei Dalek, lo sentiva, eppure non ne aveva memoria alcuna.

Rose era in un angolo, in disparte, e piangeva silenziosamente, quasi avesse paura di farsi vedere. Ma Amelia Pond non era tipo da lasciare un'amica da sola, specialmente quando piangeva.

< Mi dispiace per i Dalek > le disse sedendosi accanto a lei, < mi dispiace di non riuscire a ricordare. >

Rose alzò lo sguardo e le sorrise, tirando su col naso e asciugandosi gli occhi con la mano.

< Non è colpa tua. >

< Non dovresti piangere qui da sola. >

Rose rise, ma altre lacrime le bagnarono le guance.

< Non voglio che il Dottore mi veda, > confidò la bionda < si preoccuperebbe inutilmente. Sto bene, è solo che vederli così, i Dalek, mi hanno riportato alla mente quando... > si bloccò, come rendendosi conto solo in quel momento della presenza dell'altra ragazza al suo fianco. < Oh, non importa, è passato adesso ed io sono qui con lui. >

Le due ragazze osservarono per un poco il Dottore che volteggiava freneticamente attorno alla consolle del TARDIS.

< Sai, > le disse Rose dopo qualche minuto di silenzio, < a volte mi manca: mi mancano i suoi capelli e il suo cappotto lungo, mi manca la sua voce ed i suoi occhi... ma poi lui mi guarda o dice qualcosa ed è di nuovo il mio Dottore, quello che ho così ardentemente desiderato e che alla fine ho ritrovato. >

Amy ascoltava senza capire davvero cosa intendesse dire Rose, quel suo continuo riferirsi a qualcun altro... eppure sapeva cosa si poteva provare nell'amare qualcuno come se non ci fosse nessun altro al mondo.

< Mi dispiace di aver scherzato sui Dalek e di averti fatto soffrire, Rose. >

Le sorrise, sforzandosi ancora una volta di ricordare senza successo: quel che loro raccontavano non era mai accaduto, non per lei. Era triste e spaventoso.

< Non dire sciocchezze, Pond! > la voce del Dottore le fece sobbalzare entrambe < Non potevi sapere. >

Il Dottore si voltò verso di Rose ed il suo sorriso ironico si fece dolce. Le accarezzò piano i capelli e le prese una mano, accovacciandosi di fronte a lei per parlarle faccia a faccia.

< Lascia andare la Bad Wolf Bay, Rose > disse.

< A volte è difficile non pensare che avrei potuto perdere il Dottore per sempre. >

< Io sono il Dottore. >

< Sì, lo sei. > rispose lei.

Amy si avviò verso la sua stanza e con la coda dell'occhio vide Rose sporgersi leggermente e posare le labbra su quelle di lui.

Con un sorriso sornione, Amy Pond li lasciò soli.

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Capitolo 12
*** Hello Sweetie! ***


Ed eccoci qui finalmente arrivati a The Time of Angels dove la nostra amata River Song fa il suo spettacolare ingresso lanciandosi fuori da un'astronave direttamente nel TARDIS e tra le braccia del Dottore...come si può non amarla alla follia?
Beh, forse Rose però non è d'accordo con me...






Hello Sweetie!



Era stato tutto piuttosto confuso, in realtà: erano andati in questo museo, uno di quelli che sembravano piacere tanto al Dottore, e avevano guardato un po' di tutto senza che lui smettesse un attimo di brontolare.

Sbagliato!” diceva con supponenza, oppure “Questo è mio!” e Rose si era ritrovata a ridere di gusto come ormai non le capitava più da tanto, da quando il Dottore era cambiato... ma non le sembrava più così strano adesso, non era più un estraneo ed il modo in cui l'aveva baciata era sempre lo stesso, un po' timido, un po' triste ma anche piuttosto audace.

Era rimasta a osservarlo ridendo insieme ad Amy finchè lui non era stato attratto da una strana scatola, una memo-scialuppa.

< Le scritte, i graffiti, è antico Gallifreyano, la lingua perduta dei Signori del Tempo. Queste parole avevano il potere di incenerire le stelle, creare imperi e rovesciare dei. >

< Cosa c'è scritto? > aveva chiesto Amy ed entrambe lo avevano guardato, in attesa.

< Ciao, tesoro! >

Amy era scoppiata a ridere e Rose era riuscita a stento a trattenersi nel vedere la faccia mortificata del Dottore. Ma una volta a bordo del TARDIS avevano guardato il video e la voglia di ridere le era passata.

Rose conosceva il Dottore meglio di quanto conoscesse se stessa, riusciva a leggergli negli occhi e ciò che vide le fece rivoltare lo stomaco: era teso, quasi spaventato, ma più di ogni altra cosa era il dolore che gli aveva fatto sbarrare gli occhi.

Lui l'aveva guardata per un secondo e aveva capito, poi con un sorriso appena accennato era corso alla consolle per inserire le coordinate che la donna del video aveva comunicato.

Mentre il TARDIS traballava e il Dottore armeggiava con i comandi, Rose si rese conto che sotto tutte quelle emozioni vi era stata una scintilla che la inquietava, una scintilla che avrebbe preferito essersi immaginata.

Infine il Dottore era corso verso la porta, l'aveva spalancata e si era sporto con un braccio teso, un invito inequivocabile che a Rose fece venire i brividi.

La donna del video cadde sopra il Dottore in un turbinio di vesti eleganti e ricci ribelli.

< River. >

La voce di lui era quasi un sussurro, ma la fece comunque rabbrividire.

< Segui quell'astronave! > esclamò la donna ed entrambi si precipitarono ai comandi.

Incredibilmente, la nuova arrivata sapeva pilotare il TARDIS bene quanto il Dottore, anzi, notò con un certo segreto divertimento, anche meglio.

Atterrarono su uno strano pianeta e lei uscì, lasciando loro tre soli.

< Dottore, > esclamò Amy, < chi è quella? Perchè sa pilotare il TARDIS? >

< Conosco solo una minima parte della storia. >

< E quale sarebbe? > chiese Rose.

Il Dottore la guardò e per un secondo sembrò che volesse abbracciarla, ma non lo fece.

< Andiamo > disse invece e Rose non potè fare altro che seguirlo.



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Capitolo 13
*** Spoilers! ***


Edccomi qui, vi ho fatto aspettare un po' più del solito, scusatemi ma sono stata presa dai postumi della notte di Halloween e non ho avuto proprio testa di scrivere. Ma ora è arrivata la seconda parte di The Time of Angels, con la nostra River Song!

P.S. ho pubblicato una Doctor/Master, se vi va date un'occhiata.







Spoilers!




< Allora, Dottore, non fai le presentazioni? > la voce di Rose suonava aspra, persino ostile, eppure il Dottore non riuscì a trattenere un sorriso nel sentirla: la sua Rose che lo reclamava come suo, gelosa fino all'inverosimile, era adorabile.

< Rose, Amy, questa è la professoressa River Song. >

< Oh, diventerò professoressa? È eccitante! > River rise voltandosi nuovamente < Spoilers! >

< E come conosci il Dottore? > tornò all'attacco Rose, < Lo hai incontrato quando eri giovane? >

Amy rise, ma River si girò a guardare il Dottore, facendogli un occhiolino che avrebbe potuto significare qualsiasi cosa. Quella donna sarebbe stata la sua condanna, il Dottore ne era certo, gli metteva i brividi e lo entusiasmava allo stesso tempo.

< Non hai detto niente di noi alla tua ragazza, Dottore? Dovrei sentirmi offesa per questo. >

Si sentiva come tirato da entrambe le parti e non era affatto una sensazione piacevole. Rose e River, River e Rose... meglio di no.

< Rose, River è una viaggiatrice del tempo come me, i nostri incontri avvengono sempre sfasati. > disse velocemente, in imbarazzo.

La donna tirò fuori il suo diario e si avvicinò a lui, sempre con quel sorriso stampato in volto. Il Dottore si sentiva lo sguardo di Rose puntato addosso come un faro.

< Siamo già stati ai Prati di Ossa? > chiese, ma lui non aveva intenzione di assecondarla.

< River, cosa ci fai qui? Perchè mi hai chiamato? >

Lei si bloccò e incrociò il suo sguardo per qualche secondo. Un brivido freddo gli corse lungo la schiena e inconsciamente fece un passo avanti, ma si accorse che Rose lo aveva preso per mano e si trattenne.

Improvvisamente degli uomini in mimetica apparvero dietro di loro e River distolse lo sguardo, liberandolo da quello strano incantesimo che lo aveva avvolto.

< Ci avevi promesso un esercito, dottoressa Song. >

< Vi avevo promesso l'equivalente di un esercito. Questo è il Dottore > .

L'uomo che sembrava il capo si avvicinò e lo salutò con un cenno del capo.

< Sono Padre Ottaviano, è un onore per me conoscerla, signore. Le è stato spiegato il motivo per cui l'abbiamo chiamata? >

< A dir la verità, > si intromise Amy, < hanno passato tutto questo tempo a contendersi e bisticciare. >

Rose diede una gomitata alla rossa e si allontanò bruscamente da lui, lasciando la sua mano. Gli sembrò come se gli fosse stata risparmiata una dura lotta e avrebbe voluto abbracciare Amy per aver stemperato la tensione.

< La dottoressa Song stava appunto per aggiornarmi. > disse con una disinvoltura che non sentiva.

Poteva essere il disagio per averla vista morire, oppure per la strana attrazione che provava per lei e l'amore che sentiva per Rose... non avrebbe saputo dirlo.

Le parole successive, tuttavia, lo riportarono bruscamente al presente, facendolo voltare di scatto:

< Dottore, > River gli sorrise, < cosa ne sai degli Angeli Piangenti? >


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Capitolo 14
*** Trust me ***


Ancora nella doppia puntata The Time of Angels/Flash and Stone, ancora River (anche se non c'è lei di persona) e una scena che mi colpì particolarmente per la sua stranezza la prima volta che vidi l'episodio e che alla fine della serie mi ha confermato definitivamente che Moffatt è un genio. Credo che non ci sia bisogno di dirvi qual'è, leggete e la riconoscerete subito!











Trust me




Rimani con Amy” , ecco quali erano state le uniche parole del Dottore, prima di lasciarle lì da sole... beh, c'erano i chierici prima, ma adesso erano scomparsi tutti. Rose non aveva voglia di pensare al motivo per cui ognuno di loro sembrava non ricordare l'altro, poteva essere troppo spaventoso e lei era già abbastanza terrorizzata così.

Amy era seduta ad occhi chiusi e respirava affannosamente, sicuramente anche lei in preda al panico.

< Rose, smettila di agitarti per favore, > la rossa le strinse forte la mano, strattonandola. Avrebbe voluto sentirsi più tranquilla, ma tutta quella situazione era spaventosa e per di più il Dottore era sparito insieme a River Song.

Un altro brivido le corse lungo la schiena al pensiero della Dottoressa Song, ma non di paura. Era tremendamente gelosa di quella donna che sembrava conoscere il Dottore così bene, che lo trattava con così tanta confidenza.

Si voltò e per poco non cacciò un urlo: il Dottore era davanti a lei, con la giacca e il farfallino in ordine, ma il volto triste.

Fece per andargli incontro, ma lui la bloccò con un gesto e si chinò verso di Amy, posandole un leggero bacio sulla fronte.

< Dottore? > Amy era sorpresa e strinse un po' più forte la mano di Rose.

< Devi iniziare a fidarti di me, Amy Pond, non è mai stato così importante. >

< Ma tu non sempre mi dici la verità. >

< Non ti chiederei di fidarti di me se lo facessi. Ricordi cosa ti dissi quando avevi sette anni? >

< Cosa mi dicesti? >

< No, no, non è questo il punto, solo ricordalo. >

Rose era confusa, quello non sembrava il Dottore eppure era lui senza ombra di dubbio.

Improvvisamente, mentre andava via di nuovo, sembrò avere un ripensamento e tornò indietro verso di lei, lo sguardo triste ma un sorriso dolce sul viso.

< Oh, Rose Tyler. > sospirò.

< Dottore, cosa sta succedendo? >

< Non preoccuparti > le prese la mano, < andrà tutto bene. > Si bloccò per un attimo, come se ciò che stesse per dire fosse estremamente doloroso. Le ricordò in modo vivido l'altro Dottore e il momento in cui l'aveva baciata quella prima volta, aveva lo stesso identico modo di esitare.

Rose si alzò in punta di piedi e o attirò a sé, premendo le sue labbra su quelle leggermente aperte del Dottore. Questo nuovo Dottore era impacciato come quello precedente non era mai stato, ma Rose non aveva intenzione di limitarsi ancora una volta ad uno dei suoi baci a fior di labbra. Era spaventata e voleva lui, solo e unicamente lui.

Poi, improvvisamente, scomparve così come era venuto, lasciandola di nuovo sola con Amy.

< Sembrava un bacio di addio. > sussurrò la ragazza e Rose non seppe davvero cosa rispondere.


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Capitolo 15
*** I'm so sorry ***


Eccomi qui di nuovo, non ho avuto la connessione per un po' e per di più questa flash non mi piace. Sono solo un 300 parole ma mi farò perdonare con la prossima che invece è lunga. A voi la lettura!






I's so sorry


Era stata una giornata infernale: aveva avuto paura di morire, paura di perdere il Dottore ed Amy... era stata terrorizzata come non le capitava da tempo. Nonostante tutto, si accorse che le era mancato quell'aspetto della vita con lui, quello più pericoloso e terrificante.

La sensazione nuova era, invece, quella bruciante gelosia che l'aveva assalita sin dal momento in cui River Song aveva messo piede nel TARDIS.

Il Dottore era distratto, parlava con Amy, cercava di scherzare con lei per farla stare meglio e per qualche strano motivo sembrava evitarla.

Se da una parte nulla era cambiato, dall'altra tra loro le cose si facevano a volte complicate, tanto che Rose si chiese se quei pochi e fugaci baci non fossero stati un grosso errore.

Si voltò e incrociò lo sguardo di River. La donna le stava sorridendo, anche se dai suoi occhi traspariva un velo di tristezza.

< So come ci si sente, Rose > disse avvicinandosi.

< Non capisco di cosa tu stia parlando. > Rose distolse lo sgurdo, tornando ad osservare il Dottore ed Amy.

< Non è facile amarlo, > insistette River, < ed è allo stesso tempo la cosa più naturale del mondo. Sono stata invidiosa di te per così tanto tempo! >

< Di me? > non riusciva a seguirla.

River rise.

< Perchè lui ti ha cercata così a lungo e anche ora che sei qui, in qualche strano modo, continua a cercarti. Non ha mai perso la speranza di ritrovarti ovunque tu fossi, così come la paura che tu possa andare via, un giorno. >

< Questo te l'ha detto lui? >

Non riusciva a essere gentile con River Song, nonostante lei non le avesse fatto nulla.

< Credimi, Rose, quando ti dico che voglio solo il bene del Dottore >.

< Dimmi la verità, River, dimmi chi sei. >

< Lo scoprirai cara... e mi dispiace, mi dispiace tanto! >


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Capitolo 16
*** What about love? ***


Ok, questa volta son tornata presto, ma il capitolo era già bello e pronto, quindi perchè aspettare? E siamo all'ultimo dedicato a Flesh and Stone (un po' più lungo degli altri, sfora abbastanza dalle 500 parole) , diciamo addio per il momento alla cara River e prepariamoci all'arrivo di Rory! Vi avverto che sono pazza di lui, quindi probabilmente non sarò troppo obiettiva, cercherò di fare il possibile. Per il momento però, ci sono solo Amy e il Dottore nella camera di lei...






What about love?



< Ci rivedremo presto, Dottore, quando la Pandorica si aprirà. >

< La Pandorica? > il Dottore si avvicinò a River, arrivando a parlarle nell'orecchio, < è una favola. >

La donna rise, avvolgendolo con quel suono, quasi che si stesse prendendo gioco di lui... o di se stessa.

< Non lo siamo tutti? > il suo sorriso era ancora più aperto, più caldo, come un alito di vento nel deserto.

< Addio, River. > Amy si avvicinò a lei e la salutò con un cenno, ma Rose rimase in disparte, guardando intensamente verso di loro.

Non sapeva davvero come affrontare questa cosa, la gelosia di Rose, l'attrazione che sapeva di provare per River e che non riusciva in alcun modo a mascherare; era come quando aveva rubato il TARDIS, per poi fuggire nell'Universo, la stessa sensazione di pericolo ed eccitazione, la stessa adrenalina e sapeva che non c'era nulla che avrebbe potuto fare per sottrarvisi.

Ma la tristezza di Rose lo feriva più di quanto avrebbe mai immaginato e il suo stesso istinto lo spingeva a stare lontano da quella misteriosa quanto affascinante viaggiatrice del tempo.

< Posso fidarmi di te, River Song? >

< Se vuoi, > rispose lei, ridendo, < ma dove sarebbe il divertimento? >

Mentre la guardava sparire in una nuvola di polvere, sentì Rose prendergli la mano e si ritrovò a voltarsi verso di lei, senza pensarci. Il Dottore sorrise perchè era bastato un solo sguardo per capire che di Rose avrebbe sempre potuto fidarsi, che credere in lei rimaneva, dopotutto, ancora l'unica cosa possibile.


< Voglio andare a casa. > disse Amy.

Erano tornati al TARDIS e lui si trovava solo con la sua nuova compagna nella sala controllo; Rose era andata a prepararsi una tazza di thè, ma Amy era rimasta indietro, evidentemente pensierosa, finchè non era riuscita a dirgli ciò che la tormentava.

< Cioè, non in quel senso, ma voglio farti vedere una cosa. >

Il Dottore sospirò, sollevato. Non voleva che Amy lo lasciasse e per un attimo aveva sentito una spiacevole stretta allo stomaco.

Atterrarono nella sua stanza e la rossa aprì l'armadio, dove faceva bella mostra di sé quello che era inconfondibilmente un abito da sposa.

< Domani è il giorno del mio matrimonio. Poi sei arrivato tu e Rose, tutte quelle cose fantastiche e ho creduto che scappare con voi... ma ho davvero avuto paura di morire oggi e ho capito che dovevo fartelo sapere. >

< Beh... wow... ehm, chi è il fortunato? >

< L'hai incontrato. >

< Quello bello? O l'altro? >

Amy lo guardò male.

< L'altro. >

Amy si fece di nuovo seria.

< Non voglio più sposarmi. >

< Sì, questo l'avevo intuito. >

Si avvicinò a lei e le prese il volto tra le mani, cercando di ignorare il tremito che la stava scuotendo.

< Hai paura, è comprensibile, ma tu, Amy Pond, hai la possibilità di avere tutto ciò che desideri. Pensaci bene. >

< Non posso farlo > si divincolò, assumendo quell'atteggiamento da bambina tipico di lei. Il Dottore sbuffò e le afferrò un braccio, spingendola nuovamente nel TARDIS.

< Adesso basta, Amy, ti dimostrerò che ho ragione. Andiamo a prendere tuo marito. >

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Capitolo 17
*** Venezia ***


Il Dottore è comparso nella torta dell'addio al celibato di Rory e lo ha portato nel TARDIS, direzione Venezia, 1580! E se una parte le incomprensioni tra lui ed Amy sono appena cominciate, dall'altra sembra tornato a splendere il sole tra Rose e il Dottore... almeno fino al ritorno di River Song!








Venezia




< E così non ti vuoi più sposare > Rory si fermò nel mezzo di quel vicoletto veneziano, approfittando del fatto che era finalmente solo con Amy.

< Dobbiamo parlarne proprio adesso? > Amy era seccata. Non aveva voglia di discutere con Rory di quello che aveva confessato al Dottore in un momento di debolezza, voleva solo godersi quel momento.

< Dai, è il nostro appuntamento! > diede un bacio sulla guancia del ragazzo e lo prese per mano.

< Sei scappata con il Dottore e poi lui sbuca fuori da una torta dicendo che la mia fidanzata ci ha ripensato... certo che ne dobbiamo parlare adesso! >

Amy sospirò. Non sapeva perchè aveva detto quelle cose e non era nemmeno sicura di volersi effettivamente sposare.

< Senti, Rory, ero davvero molto spaventata, ok? Ho detto una cosa impulsivamente e il Dottore ha dovuto farne un dramma... quanto al fuggire con lui, lo vedi di cosa è capace, come potevo dire di no a una proposta simile? >

< Ti sono mancato almeno? >

Amy sbuffò.

< Sapevo che sarei tornata. Adesso, per favore, possiamo goderci il nostro appuntamento? >

Diede un lungo bacio al ragazzo che finalmente sembrò accantonare quei pensieri.

< Incredibile, > esclamò infine Rory, < siamo davvero a Venezia ed è il 1580! >


Il Dottore e Rose erano entrati di soppiatto nella strana scuola della Signora Calvierri e camminavano fianco a fianco al buio.

< Perchè non mi dici subito cosa c'è che non va, Rose? > esordì lui d'un tratto e la ragazza quasi sobbalzò.

< Lascia stare. >

< È a causa di River? >

Incredibile come il Dottore riuscisse sempre a capire cosa le passasse per la testa... inquietante se ci pensava bene.

< Non mi piace come ti tratta e, soprattutto, non mi piace come la tratti tu. > Si bloccò e lo costrinse a voltarsi verso di lei. < Chi è River? >

Il Dottore distolse lo sguardo, ritrovandosi a fissare il suo riflesso in uno specchio appena dietro di Rose.

< Non lo so, l'ho incontrata una volta sola e lei mi conosceva bene, ma i nostri flussi temporali sono invertiti... l'ho vista morire, Rose, e lei non potrà mai saperlo. >

Rose lo guardò come solo lei faceva quando era triste, quello sguardo che da solo riusciva a consolarlo... gli era mancato quello sguardo mentre lei non c'era.

Si abbracciarono e il Dottore la strinse forte, facendole capire che ogni cosa tra loro era risolta, che erano di nuovo l'uno dell'altra.

< Dottore! > improvvisamente Rose si discostò, spaventata e, voltatosi, il Dottore vide cosa l'aveva turbata: delle ragazze pallide, in camicia da notte, venivano verso di loro, snudando le loro zanne. Si voltò, sorpreso, verso la parete dove c'era lo specchio: nessun riflesso.

Prese la mano di Rose e la trascinò per i corridoi.

< Corri! >

< Sono vampiri, Dottore, vampiri veri! >

< Lo so! >

Erano di nuovo fuori, alla luce del sole, e si stavano abbracciando eccitati per quella nuova, emozionante avventura.

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Capitolo 18
*** Restless ***


Maledetti impegni che non mi fanno aggiornare! E si vanno ad aggiungere ai problemi che non mancano di certo nell'affrontare Amy's choice, episodio splendido ma che era complicato da amalgamare in questo AU con Rose.

Il Signore dei Sogni si diverte a tormentare Amy, imponendole di scegliere tra Rory e il Dottore, che alla fine farà la scelta giusta per lei... ma se il Dottore dovesse rinunciare a tutto per la sua piccola Amelia Pond?





Restless



< È questo, Dottore, è questo il sogno >.

< Come lo sai? >

Amy lo guardò, gli occhi lucid, pieni di lacrime, gli strisero il cuore.

< Perchè se è questa la realtà, io non la voglio. >

Si chinò ancora di più su quel cumulo di ceneri che erano state Rory, carezzandole come se il ragazzo fosse ancora lì.

< Lo amo, Dottore, e non glie l'ho mai detto. >

Rose si sporse e le mise un braccio attorno alle spalle, aiutandola ad alzarsi. Amy si avviò verso la porta a passo deciso, senza guardarlo, ma prima che Rose potesse seguirla il Dottore la bloccò.

< Rose, non può essere quell'altra la realtà. >

< Dicevi che tutto può succedere, anche una stella fredda. >

< Ma dall'altra parte... > il Dottore si bloccò. Non era mai stato bravo con l'esprimere i propri sentimenti e quando c'era di mezzo Rose, tutto diventava ancora più difficile. Lei gli sorrise.

< Quando saremo dall'altra parte, forse riuscirai a scoprire perchè io conosco solo questo sogno. >

Deglutì pesantemente, la bocca improvvisamente asciutta, incapace di replicare. La seguì all'esterno per poi entrare nel furgoncino che Amy stava già mettendo i moto.

Il Signore dei Sogni ghignava, specchiandosi nello specchietto retrovisore, facendogli scorrere un brvido lungo la schiena. Cos'altro poteva fare? Non avrebbe mai obbligato Amy a rimanere in quella realtà a piangere per Rory, né avrebbe mai confessato l'egoistico motivo che lo spingeva a credere – o desiderare – che il TARDIS ghiacciato fosse solo un incubo.

Lo schianto fu anche peggio del previsto.


Aprì di scatto gli occhi e il gelo lo avvolse nuovamente.

Amy e Rory erano poco distanti e si stavano riprendendo, alzandosi pieni di ghiaccio tra i capelli e sulla pelle.

< E così, Amy Pond ha fatto la sua scelta. Hai scelto bene Amy, mi hai sconfitto. > Il Signore dei Sogni si voltò verso di lui, < sai di meritarlo, Dottore, e sai che i sogni sono solo sogni. Goditi la realtà. >

Sparì improvvisamente com'era venuto, lasciandosi dietro un gelo che non aveva niente a che fare con la stella fredda.

< Cosa intendeva? > chiese Amy.

< Si riferiva a Rose. >

< La ragazza bionda > Amy riflettè, come sforzandosi di ricordare, < ma non è mai esistita giusto? Era parte del sogno. > poi si interruppe, sgranando gli occhi. < Aspetta, era il tuo sogno! Ma perchè avresti dovuto sognare quella ragazza? >

< Nel mio sogno sono riuscito a ritrovarla. >

< È reale? L'hai davvero conosciuta? >

Amy era curiosa, ma Rory la fermò. Il Dottore si voltò di spalle, distogliendo lo sguardo dai due compagni.

Come poteva essere quella la realtà? Non aveva nessun senso, non senza Rose. Accettare di essersi immaginato tutto era impossibile.

< Cosa stai facendo? >

La voce di Rory era allarmata.

< Faccio esplodere il Tardis. >

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Capitolo 19
*** The Doctor's choice ***


Questo capitolo è stato un vero partoperchè è uscito mostruosamete lungo e ho dovuto tagliare dei pezzi, ma non potevo tagliare più niente e nemmeno dividerlo in due perchè la prima parte è solo uno spiegone che dovevo inserire per forza... insomma, senza ammorbarvi oltre, sono 768 parole (quindi ben lontano da essere una flasfiction) e non sono nemmeno sicura di essere rimasta IC. Beccatevelo così, che poi si passa oltre!

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The Doctor's choice




Aprì gli occhi di scatto, ritrovandosi a fissare il soffitto arcuato e luminoso del TARDIS. Alla sua destra Rory stava aiutando Amy a rialzarsi dal pavimento e la ragazza appariva quasi frastornata, come se il sonno non l'avesse abbandonata del tutto.

Il Dottore sentì muoversi qualcosa accanto a sé e non si stupì più di tanto di scoprire che la mano di Rose e la sua si erano cercate... in fondo non era ciò che era sempre accaduto?

< La mia testa! > si lamentò lei < cos'è successo, Dottore? >

Si alzò in piedi, aiutandola a fare altrettanto. Sentiva gli occhi di Amy e Rory puntati su di lui, ma tutto quello che riusciva a fare era continuare a fissare Rose che si massaggiava la nuca.

< Non ti ricordi niente? >

Lei lo guardò, confusa, gli occhi grandi leggermente sgranati per la sorpresa.

< Mi ricordo che stavamo dicendo che il tuo farfallino non è affatto figo ma ridicolo, poi mi ricordo che mi sono risvegliata sul pavimento... > Rose sorrise, scrutandolo in un modo che gli ricordava paurosamente sua madre, < non è che mi hai colpito per caso? >

< Tutti noi ci siamo addormentati. > Rory li interruppe, avvicinandosi < Però io mi ricordo cos'è successo. >

< Già, > anche Amy si intromise nella conversazione < anche io mi ricordo e tu > gli puntò un dito contro < hai fatto esplodere il TARDIS! >

< Cosa? > esclamò Rose, voltandosi di scatto verso la rossa.

< Dottore, che significa che hai fatto esplodere il TARDIS? >

Il Dottore indietreggiò, andando a sbattere contro la consolle e rimanendo bloccato. Lo sguardo delle due ragazze fiammeggiava, quello di Rory appariva confuso e sinceramente dispiaciuto per lui.

< Ero assolutamente sicuro che fosse un sogno. >

< E come facevi a saperlo? > Amy era ancora agguerrita.

< Perchè conosco il Signore dei Sogni. >

I Pond lo guardarono interrogativi.

< Scusate, non è ovvio? Sono io. > Altri sguardi interrogativi. Sbuffò. < Ecco guardate! > Scese correndo sotto la consolle e tornò pochi secondi dopo, qualcosa di decisamente alieno stretto in mano. < Queste si infilano nei meccanismi del TARDIS e provocano profondi stati onirici che portano in superficie la parte più oscura di noi stessi. Ho novecento anni, hanno avuto molto materiale su cui lavorare. >

Il Dottore sorrise, cercando di apparire sereno.

< Non preoccupatevi, voi Pond, e andate! Sono sicuro, Rory, che Amy avrà molte cose da dirti. >

Li guardò lasciare la sala controllo e aspettò che i loro passi si zittissero prima di rivolgersi a Rose. La sua compagna si era seduta sulla sedia e lo guardava a braccia conserte, serissima.

< Questo tuo nuovo te è davvero bravo a nascondere le sue emozioni, ma non puoi fregare me, Dottore, ti conosco troppo bene. >

Non riuscì a fare a meno di sorriderle, anche se amaramente. La verità era che avrebbe voluto piangere e abbracciarla, magari baciarla, ma era ancora troppo scosso.

< Perchè io non ho ricordi di questo sogno comune? >

< Non ricordi proprio niente? >

< No. >

< Eppure in uno dei due sogni c'eri. > Si accorse troppo tardi di quel che aveva detto e non riuscì a sostenere lo sguardo sorpreso di Rose.

< In uno dei due sogni? > si alzò e gli arrivò di fronte. Era seria e determinata, come ogni volta che cercava di estorcergli qualcosa o che aveva paura.

< Rose, non ero certo che fossero entrambi sogni. >

< Allora perchè, quando hai scoperto che uno dei due era un sogno, ha fatto esplodere il TARDIS? >

Si morse un labbro, ma non rispose. Come poteva dirle che aveva rischiato tutto – la sua vita, quella dei Pond, il TARDIS – perchè non poteva accettare l'idea di un mondo senza di lei? Un mondo in cui Rose non era mai tornata, in cui lui era ancora il triste e solitario Signore del Tempo che moriva un po' ogni giorno. Non poteva dirle che quando quella maledetta fessura nel tempo l'aveva inghiottita aveva desiderato potersi svegliare e scoprire che lei era lì, accanto a lui, non poteva dirle di quanto avesse corso rischi esagerati, credendo che la sua vita non avesse ormai più alcuno scopo.

Non poteva dirlo a Rose, ma lei avrebbe capito lo stesso, perchè la sua Rose riusciva a leggergli la risposta negli occhi.

Non disse nulla, ma l'abbracciò e la strinse, perchè quell'abbraccio in cui ogni volta si perdevano era l'unica cosa che aveva desiderato in più di una vita.

Ed era reale.

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Capitolo 20
*** The unforgettable Rory ***


E siamo arrivato a The Hungry Earth/Cold Blood, puntata doppia che, lo ammetto, non mi piace un gran chè a parte gli ultimi dieci minuti. Sappiamo tutto cosa succede, del Dottore che mette la mano nella crepa, di cosa vi recupera e del povero Rory che si sacrifica per salvare la vita del Dottore. Rose assiste impotente alla morte del ragazzo e all'amnesia di Amy...











The unforgettable Rory


Era successo tutto in meno di un secondo: aveva sentito solo uno sparo, uno solo che aveva risuonato con un rombo sinistro, un solo sparo e Rory era morto. Era rimasta paralizzata dal terrore – il Dottore era lì, immobile e indifeso e lei si era lanciata verso di lui, ma lui, oh, lui era così lontano! - guardando il corpo del ragazzo abbattersi a terra e le grida di Amy che le avevano fatto venire i brividi e la voce concitata del Dottore che cercava di spingerla via. Non riusciva a vedere altro che la luce della crepa che inghiottiva il corpo senza vita di Rory.

< Rose! > il Dottore la chiamò, continuando a trattenere Amy che tentava di liberarsi, < Rose vieni via di lì e non toccare la luce! >

Il panico nella sua voce la riscosse da quello stato di trans e si accorse di avere il volto rigato di lacrime. Iniziò a correre e raggiunse il Dottore, aiutandolo a trascinare Amy nel Tardis.

< Fammi uscire, Dottore! > la ragazza tirava pugni alla porta chiusa ma Rose sapeva che il Dottore era irremovibile.

Si avvicinò a lui, cercando di incontrare il suo sguardo, ma aveva gli occhi bassi.

< Non possiamo lasciarlo qui, Dottore! >

< Ormai la luce lo ha già toccato, non possiamo fare nulla per lui. >

< No, non è tardi, dobbiamo portarlo indietro, dobbiamo farlo per Amy! >

< Non possiamo. >

< Ma Dottore - >

< Non discutere Rose! > gridò lui e lei ammutolì.

Non si era mai rivolto a lei in quel modo e in un primo momento ebbe la tentazione di rispondergli male, ma la tristezza che riuscì a leggere nei suoi occhi le strozzò le parole in gola.

< Non posso rischiare anche la vostra vita. > La sua voce era tornata dolce e triste e le strinse la mano per un attimo, come a cercare coforto. Ma fu solo un attimo prima che distogliesse di nuovo lo sguardo e si rivolgesse ad Amy.

La rossa era addossata alla porta del Tardis, scossa dai sighiozzi.

< Amy, ascoltami, > le disse prendendola gentilmente per le spalle, < concentrati e ricordalo, se lo conservi nella tua memoria non lo perderai. >

< Non ci riesco... >

< Ricorda Rory, il fantastico, simpatico, bellissimo Rory, eh? Non lasciarlo andare, devi- >

Un violento scossone li fece cadere e Rose dovette aggrapparsi alla consolle. Si rialzò a fatica, dolorante, e corse verso di Amy, aiutandola a rimettersi in piedi.

Amelia Pond le fece un gran sorriso.

< Grazie, Rose > le disse, poi si rivolse al Dottore: < Scusa, cosa stavi dicendo? >

Lo sguardo che il Signore del Tempo le lanciò non aveva bisogno di parole.

Rose si asciugò velocemente una lacrime che era andata a bagnarle la guancia e tirò su col naso.

Ci sarebbe stata lei a ricordarsi di Rory al posto di Amy, si disse... di Rory che aveva salvato la vita del suo Dottore.

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Capitolo 21
*** Give me sadness and a couple of tea ***


Sono in mostruoso ritardo, un capitolo che proprio non voleva uscire, ma alla fine ce l'ho fatta! Amy, il Dottore e Rose, dopo l'incontro con Van Gogh, tornano al Tardis e, mentre Amy è in camera sua, il nostro Time Lord preferito e Rose hanno una conversazione molto intima.




Give me sadness and a couple of tea



< Lo sapevi, non è vero? > chiese Rose.

Era arrivata silenziosamente mentre lui manovrava con i circuiti del tardis e si era seduta – beh, appallottolata quasi – sui gradini di vetro, una tazza di thè fumante in mano e una sciarpa rosa intorno al collo.

< Sapevo cosa? > non si voltò a guardarla, preferendo far finta di nulla, ma il rumore della tazza che veniva poggiata sul vetro lo informò che siuramente non si sarebbe data per vinta.

< Sai benissimo cosa, Dottore. > la sua voce si fece pericolosamente simile a quella di sua madre...brutto segno, pensò. < Sapevi che non sarebbe cambiato nulla, che Van Gogh si sarebbe comunque tolto la vita. >

< Alcune cose non possono essere cambiate. >

< Ma Amy lo aveva sperato e ci è rimasta molto male. >

Il Dottore finalmente si voltò. Rose lo stava guardando abbracciandosi le ginocchia, in attesa di una sua risposta. Aveva l'impressione che lo stesse studiando, come a voler essere sicura che fosse realmente lui, al di là del volto nuovo, al di là di quella personalità straripante e a volte infantile... perchè non l'aveva ancora baciata? Era sempre stata lei a muoversi per prima, a cercarlo.

< Dottore? > adesso era seccata e lo stava richiamando alla realtà, < Mi vuoi rispondere? >

< Amy è nuova, si fa prendere dall'entusiasmo di poter viaggiare nel tempo, è comprensibile. >

Rose ridacchiò, adesso di nuovo allegra. Era sempre bello vederla sorridere, si disse, perchè quando lo faceva diventava luminosa e gli ricordava quanto in realtà lei fosse giovane... nonostante ciò che aveva affrontato e sconfitto, nonostante la sofferenza e la morte, lei era giovane e amava ridere. Avevano riso tanto insieme, ma ultimamente lo facevano sempre più di rado.

< Perchè non ridiamo più, Rose? > chiese, senza nemmeno accorgersene davvero.

< Non... > era in difficoltà < non saprei... > abbassò lo sguardo, < suppongo per quello che è successo a Donna, a te... per quello che è accaduto a Amy e a Rory... a volte credo di essere molto triste, Dottore. >

Lo aveva detto con semplicità, una constatazione che non chiedeva pietà, né conforto, solo di essere espressa ad alta voce.

< E tu? > si rivolse improvvisamente a lui, guardandolo intensamente da sotto quelle ciglia incredibilmente lunghe.

Non rispose subito, ma si sedette prima al suo fianco.

< Non lo so, > ammise infine < credo comunque che la tristezza sia sempre qualcosa di passeggero. Persino Amy non sarà triste per sempre e, forse, in quel momento ricorderà. >

< Ne sei certo? >

Eccola, la bambina che era in realtà veniva allo scoperto, indifesa.

< Ah, Rose Tyler, nessuno può dimenticare completamente ed Amy non è una ragazza come tutte le altre, lei è cresciuta con una crepa nella sua parete. >

Rose si sporse e lo baciò sulla guancia.

< Io non ti dimenticherei mai, Dottore, né completamente né in parte, mai. Sono tornata da te da un altro universo. Tu sei il mio Dottore. >


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Capitolo 22
*** One day in the Tardis ***


Nuovo capitolo! E siamo arrivati a The Lodger, episodio divertentissimo che ci regala un Dottore più strambo che mai e il meraviglioso Craig, ma obbiettivo puntato sulle due companion che si trovano da sole nel Tardis: Amy è molto curiosa, mentre Rose si interroga sul significato dei ricordi.











One day in the Tardis




Il Tardis ebbe uno scossone più forte dei precedenti e Rose dovette aggrapparsi con tutte le sue forze ai comandi per non ritrovarsi a terra.

< Amy, cerca di girare quella manopola! > gridò, venendo nuovamente sballottata in tutte le direzioni.

< Quale manopola? >

Amelia era a sua volta piegata verso il monitor nel disperato tentativo di mantenere l'equilibrio.

< Prova con quella rossa! >

Con un ultimo fremito il Tardis si fermò, donando alle due ragazzo un attimo di respiro.

Quella volta le turbolenze erano state particolarmente violente e il Dottore non aveva chiamato, motivo per cui avevano dovuto ingegnarsi e tentare di governare da sole la macchina del tempo.

< Bella intuizione, Rose > disse Amy, lasciandosi cadere esausta sulla poltrona da viaggio.

< Ho visto il Dottore girare quella manopola milioni di volte, ho pensato servisse a qualcosa. > Si sedette a sua volta su uno scalino poco distante.

Rimasero in silenzio per un po', godendo quell'insperato, quanto sicuramente momentaneo, silenzio, lasciando che fosse solo il ronzio persistente del Tardis a riempirlo.

< Rose, > cominciò Amy, quasi per caso, rompendolo per prima, < da quanto tempo viaggi con il Dottore? >

Rose si voltò verso l'amica e trovò che la stava osservando, lo sguardo limpido e sinceramente incuriosito. Era la prima volta che si trovavano da sole senza che il Dottore fosse nei paraggi.

< Ho viaggiato con lui per tanto tempo, ma siamo stati separati... > si bloccò e deglutì pesantemente. Dopo tutto quel tempo, era ancora estremamente doloroso e il pensiero di essere arrivata così vicia a perderlo per sempre, di aver avuto solo molta fortuna nel ritrovarlo, le dava ancora gli incubi.

< Ma adesso l'ho ritrovato e tutto quello che abbiamo passato, le vite che abbiamo vissuto insieme, ora non sono che ricordi. >

Amy le sorrise, uno di quei sorrisi maliziosi che la ragazza amava dispensare a lei e al Dottore.

< L'ho capito, sai? Dal primo giorno, quando ero solo una bambina, ho capito che eravate innamorati. >

Rose rise. Ah, era sempre stato così evidente, sin dal primo momento, quando il Dottore aveva gli occhi azzurri e le orecchie a sventola... lo aveva amato già allora.

< Mi piacerebbe incontrare qualcuno di speciale, proprio come tu hai il Dottore! >

La risata le morì in gola. Amy non ricordava, aveva dimenticato Rory, aveva dimenticato il suo amore per quel ragazzo un po' impacciato e divertente, ma ache coraggioso.

Aveva dimenticato così tante cose, Amelia Pond, che Rose iniziò a chiedersi se anche lei, come la rossa, non avesse dei vuoti... non ricordava il sogno di cui aveva parlato il Dottore, anche se non era del tutto esatto dire che non era rimasto nulla... avvertiva un senso inquietante di vuoto e smarrimento quando ci pensava, come quando si sa di aver sognato qualcosa di terribile senza però sapere cosa.

No, per Amy era diverso perchè per lei Rory non era mai nato, non l'aveva mai amata... Rory non aveva mai salvato il Dottore...

Un nuovo scossone le fece cadere e dovettero di nuovo aggrapparsi alla ringhiera e ai comandi. Nello stesso momento squillò il telefono e la voce concitata del Dottore risuonò nel Tardis.

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Capitolo 23
*** A little bit confused ***


Eccomi qui! Pe augurarvi buon Natale cosa c'è di meglio della prima parte di storia dedicata a The Pandorica opens? E mi raccomando, domani tutti avanti alla tv perchè THE DOCTOR'S BACK! Vi lascio alla lettura, buon Natale a tutti voi!





A little bit confused


Era eccitato e terrorizzato allo stesso tempo, una sensazione che aveva imparato ormai ad associare alla presenza di River Song. Guardare quel dipinto del Tardis che esplodeva non era piacevole, ma – come poteva non ammetterlo? - la scarica elettrica che lo aveva scosso nel leggere “le più antiche parole dell'Universo” ancora non lo abbandonava...ah, River, quella donna sarebbe stata la causa della sua morte, ne era certo!

< Dottore, cosa significa? >

Si voltò verso Rose, distogliendosi da quei pensieri.

< Non ne ho idea. >

Non era del tutto vero, conservava ancora il pezzo di Tardis che aveva recuperato dalla Crepa poco prima che Rory morisse, ma probabilmente dire alle sue compagne che l'esplosione del Tardis avrebbe causato la fine dell'Universo non era una buona idea.

River stava dicedo che il quadro si chiamava “La Pandorica si apre”, ma non aveva bisogno delle sue spiegazioni, ci era già arrivato da solo.

< Non può essere reale, è una favola. > sbottò.

< Forse, ma si dice che dentro vi sia rinchiuso l'essere più potente dell'Universo! >

River lo stava guardando come se fosse un bambino un po' tardo e la cosa lo infastidì ancora di più...

< Amelia, passami quella mappa. >

< Sicuramente non lo troverai segnato lì, Dottore! >

Rose si avvicinò, sistemandosi al suo fianco e aiutandolo ad aprire la mappa.

Quando si rivolse a River, la sua voce era aspra:

< Se seppellisci la creatura più pericolosa dell'Universo, certo non vorrai dimenticarti di dove l'hai messa! >

Amy ridacchiò e anche lui dovette sforzarsi di trattenere un sorriso. Era divertente osservare Rose e River litigare per lui, la sensazione di sentirsi tirato da ambo i lati lo eccitava tanto quanto lo impensieriva... questo nuovo se stesso era ancora così giovane e così vanesio!

No, doveva concentrarsi, il Tardis stava per esplodere e la Pandorica si sarebbe aperta... ma poteva sentire la mano di Rose che sfiorava la sua, mentre il profumo sensuale di River lo inebriava, annebbiando la sua mente in modo preoccupante.

Era assolutamente inevitabile che la sola presenza di quella donna affascinante e misteriosa lo scombussolasse completamente e, in un momento come quello, distrarsi era proprio l'ultima cosa da fare.

Si avvicinò un po' di più a Rose.

< Dottore, non credi che queste siano abbastanza vistose? >

Eccola, la sua adorata Amelia Pond, che veniva a salvarlo! Finalmente riuscì a concetrasi sul dito della ragazza e sorrise soddisfatto.

Non aveva tempo per questo genere di cose, salvare l'Universo aveva la priorità assoluta.

< River, > disse, < prendi quattro cavalli, dobbiamo andare a Stonehenge! >

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Capitolo 24
*** Rory the centurion ***


Buon anno nuovo a tutti! Spero che vi siate goduti lo speciale di Natale, a me è piaciuto molto e ho adorato il finale *si asciuga una lacrimuccia*.

Continuiamo con The Pandorica Opens, un capitolo interamente dedicato al mio amatissimo Rory, sono 607 parole, quindi un po' di più di una flashfiction. Buona lettura!








Rory the centurion




Dire che si sentiva confusa era dire poco, probabilmente sarebbe stato più corretto dire che non ci stava capendo un accidenti di niente... le sembrava quasi di sentire la voce di sua madre Jackie nella testa che ripeteva una serie infinita di domande, dal più semplice “Cosa sta succedendo?” a quelle più complicate, come ad esempio “Rory, cosa diavolo ci fai qui?”

Era rimasta a fissarlo come un'idiota, mentre il Dottore blaterava e sembrava quasi non vederlo, infine lo aveva fissato anche lui ed erano due perfetti idioti che guardavano un centurione romano con la bocca aperta.

< Come puoi essere qui? >

Bene, finalmente il Dottore faceva una domanda pertinente, erano passi avanti, si disse.

< Non lo so, > ammise il ragazzo, < mi ricordo che ero in quella caverna e stavo morendo, poi mi sono svegliato e...beh ero un romano! >

< Come sarebbe a dire un romano? >

La sua voce suonava stridula anche alle sue stesse orecchie... non si era accorta di essere spaventata, ma forse derivava dal fatto che un Cyberman aveva appena tentato di staccare la testa di Amy e per poco non aveva staccato la sua.

< Un antico romano, pieno di cose romane nella testa! >

< Oh! > mormorò il Dottore.

< Oh! > lo seguì a ruota lei.

< Già > terminò Rory, < piuttosto impressionante. >

< Ma se ero morto... Dottore, come faccio a essere qui? >

< Ah, Rory, questo è un grande universo e alcuni dicono che spesso i miracoli accadono. >

Improvvisamente Rose si scosse.

< Un miracolo! Dottore, non credi che sia strano? >

< Definitivamente strano, Rose Tyler! > le toccò il naso con un dito e sorrise < sospetto? Forse sì, ma ho un mucchio di cose strane e sospette di cui occuparmi...oh > si interruppe bruscamente, < Rory, adesso devi essere molto, molto coraggioso. >

< La mia testa! > Amy si avvicinò, massaggiandosi una tempia, oltrepassò Rory e si diresse verso il Dottore.

Rose guardò il sorriso del ragazzo spegnersi improvvisamente, come una lampadina fulminata. Lo prese per un braccio e lo trascinò in disparte.

< Non si ricorda di te. >

< Cosa intendi? >

< Ricordi la crepa, Rory? La luce della crepa ti ha colpito, sei stato trascinato dentro e- >

< e non sono mai esistito... > si lasciò cadere su un masso < non si ricorda di me perchè non sono mai esistito. >

Rose sospirò, poi si sedette al suo fianco.

< Non essere stupido, Amy ti ama e nessuna donna potrebbe mai dimenticare l'uomo che ama, mai, nemmeno se dovesse finire in un altro universo, credimi, io lo so. > Mi se una mano in tasca e ne trasse un astuccio blu, < Amy credeva che il Dottore volesse darlo a me, > un sorriso malinconico le sfiorò le labbra mentre alzava lo sguardo per fissare Rory di fronte a lei < ma io ho visto come lo guardava. No, Rory, questo anello le ha ricordato te. >

< Ne sei sicura? >

< Assolutamente. > Si sporse e lo abbracciò.

< Sono contenta che tu sia vivo, adesso và da lei. >

Il Dottore si era avvicinato e li guardava con le mani in tasca.

< Amelia è di sopra con circa duecento soldati... non credo che la storia possa sopportarlo. >


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Capitolo 25
*** Who takes the Pandorica takes the universe ***


Ok, sto scrivendo queste note autore sulle dolenti note del Doomsday theme, perciò non vi preoccupate se non sono troppo coerente.
Allora, torno da voi dopo un'attesa abbastaza lunga, sorry, ma è iniziato il periodo degli esami e gli aggiornamenti si faranno più sporadici, comunque cercherò di fare in modo che non vi dimentichiate di me (e poi ho in mente una one shot su Sherlock e altri lavori sui miei OC tolkeniani, ma non vi interessa). Veniamo a noi e a The Pandorica Opens: siamo nel finale di puntata e abbiamo tre diversi pov, per il resto non vi dico altro e, nel mentre iTunes passa dal tema di Doomsday a quello di the impossible planet,  vi lascio alla lettura!













Who takes the Pandorica takes the Universe



River Song era entrata nel Tardis come se fosse sempre stata lì, come se quella fosse stata casa sua... era entrata nel Tardis come faceva di solito il Dottore, lanciando la giacca in un angolo e spingendo una leva.

Rose la guardò quasi incantata dalle sue movenze, seza riuscire a smettere di essere affascinata da lei e al contempo di provare fastidio nei suoi confronti. In fondo, pensò, lei poteva capire quanto difficile fosse non amare quell'uomo straordinario e sempre pieno di sorprese che era il Dottore, eppure sentiva che nonostante i loro sentimenti fossero ugualmente intensi, i motivi on potevano essere più diversi.

< Perchè mi stai fissando, tesoro? > la donna sorrise, guardandola di sottecchi.

< Non ti sto fissando! > si affrettò a rispondere, avvicinandosi a lei.

< Molto strano, > disse River, < il Tardis si è fermato. >

River Song abbandonò il monitor e corse ad aprire la porta, uscendo nella chiara notte stellata, seguita da Rose.

< Sono già stata qui, > mormorò la ragazza in un sussurro, < è la casa di Amy! >


< Andate via di lì, immediatamente! > gridò nel telefono. Era tutto sbagliato, terribilmente sbagliato e per giunta pericoloso.

< Dottore, il Tardis non risponde ai comandi! >

Eccola, la paura nella voce di Rose... gli faceva salire il panico.

< Rose! Rose! > chiamò, ma la linea si fece sempre più disturbata, fino a scomparire del tutto con un bip.

Alzò la testa e li vide: i suoi nemici, tutti lì per ciò che c'era nella Pandorica...per lui.


< River! > gridò e perse l'equilibrio. Il tardis era impazzito e continuava a emettere scintille tutto itorno a lei, mentre l'altra donna continuava a collegare e scollegare cavi.

< Va' alla porta! >

Fece come le aveva detto e spalancò i battenti, ma non trovò altro che un muro.

< Addio, mio Dottore. > disse, poi chiuse gli occhi.


< No, voi non capite! Io sono qui, è il Tardis che sta esplodendo, non è colpa mia! >

Era completamente bloccato, impotente d'avanti a tutti loro che volevano salvare l'universo.

Oh, ed il pensiero di Rose, Rose che non sarebbe riuscito a salvare.

< Ascoltatemi! Io sono l'unico che può fermare il Tardis, ascoltatemi! >

La porta si chiuse con un tonfo metallico e piombò il silenzio, rotto unicamente dal suo respiro.

Nessuno di loro sarebbe sopravvissuto, né Rory, né la piccola e indifesa Amelia Pond, né la meravigliosa River Song... nemmeno Rose, che aveva amato e perduto e che alla fine aveva ritrovato. Ancora una volta veniva strappata via da lui senza che riuscisse a dirle nulla.


Rory stringeva tra le braccia il corpo senza vita di Amy e piangeva. Non gli importava di essere un romano, del Dottore o di tutte quelle astronavi nel cielo, non gli importava di nulla se non di Amy, del suo corpo contro il suo, del fatto che l'aveva uccisa.

E l'universo poteva anche bruciare, ora.

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Capitolo 26
*** The Pandorica opens ***


Eccomi qui, tra un esame e l'altro mi ricordo di voi. La conosciamo tutti la storia no? Il Dottore è chiuso nella Pandorica, Rory è fuori che piange su Amy quando il Dottore compare con uno scopettone per pavimenti e un fez.

Il prossimo aggiornamento verso la fine di febbraio, buona lettura!







The Padorica opens



La porta della Pandorica si aprì e per un istante la flebile luce della caverna lo accecò, poi, come un disegno che prendeva vita davanti ai suoi occhi, mise a fuoco la figura di Rory.

< Come hai fatto ad aprirla? > chiese e il ragazzo gli mostrò il cacciavite sonico. Mise una mano in tasca e ne estrasse uno identico.

< Me lo hai dato tu. >

< No, non è vero. >

Li avvicinò e una scossa elettrica ne scaturì, provocando alcune scintille verdi.

< Stesso cacciavite sonico, diverse linee temporali > , mormorò.

Iniziava a intravedere un piano.

Rory lo guidò all'aperto, facendogli strada in mezzo alle impronte di ciò che era stato e che non era più nell'universo.

Lo guidò finchè non si accasciò in terra, scoprendo il corpo di Amelia sdraiato come se dormisse profondamente.

Non è morta” pensò con un sospiro di sollievo, ma Rory era disperato lo stesso. Non poteva dargli torto d'altronde, era ancora fin troppo vivido nella sua mente la sofferenza che lo aveva afferrato quando credeva di aver perduto Rose per sempre, quel senso di vuoto che ancora minacciava di afferrarlo quando non la vedeva in giro nella sala controllo del Tardis. Per questo non si stupì quando Rory lo prese a pugni, anzi ne fu felice perchè sapeva che era tornato a lottare, che aveva capito che nulla è perduto.

Misero Amy nella Pandorica e la chiusero.

< Bene, duemila anni circa nel futuro. >

< Rimarrò qui, baderò a lei. >

< Starà benissimo. >

Rory lo guardò intensamente, in quel modo che al Dottore metteva paura perchè lo rendeva incapace di mentire.

< Guardami negli occhi, Dottore, e dimmi che non sarà più al sicuro se ci sono io. >

< Certo, > sospirò,< certo che lo sarà. >

E non fu sorpreso nemmeno quando, dopo duemila anni, lo trovò lì, ancora a vegliare sulla sua Amelia Pond.

Non riuscì a trattenere un sorriso nel vederli finalmente insieme e la loro felicità era come uno sprono per lui.

Non aveva ancora finito.


< Addio, mio Dottore. >

Rose chiuse gli occhi, ma quella voce, la sua voce, la costrinse a riaprirli.

< Ancora una volta mi dai per spacciato, Rose Tyler? >

Il Dottore era poggiato alla porta del Tardis e la guardava sorridendo, aggiustandosi il farfallino con aria sorniona e un ridicolo fez sulla testa.

Rose percorse il poco spazio che li separava e si gli si gettò letteralmente addosso, stringendosi nel suo abbraccio sicuro.

< Sempre il solito ritardatario, Dottore > sbuffò River e si avvicinò a loro.

Il Dottore rise e prese per mano Rose, porgendo l'altro braccio alla donna che armeggiava con il manipolatore del vortice.

Con uno scossone furono fuori del Tardis, sul tetto di un edificio, e solo allora, come non aveva più fatto da molto tempo, il Dottore la strinse, sollevandola quasi da terra e poggiando il mento sulla sua spalla.


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Capitolo 27
*** Geronimo! ***


Sono tornata! Ebbene sì, la sessione invernale è finita ed io sono riuscita a uscirne viva per tornare da voi e per tornare al mio Dottore. Eravamo rimasti a quando il Dottore salva River e Rose dal Tardis che esplode, il resto dell'episodio lo conosciamo, con il Dalek e “the Doctor lies” il fez e River incredibilmente figa. Il Dottore decide di lanciarsi nel Tardis che esplode per riaccendere la storia, ma sarà dimenticato...beh, forse!


Geronimo!




< Vuole parlare con te >, le disse River, guardandola come si guarda una moribonda. Rose non riusciva a sopportare quello sguardo, ma non vi badò, oltrepassandola ed entrando nella stanza dove stava il Dottore legato alla Pandorica.

Era infuriata e aveva anche provato a insistere, ma lui era stato irremovibile e si era legato a quell'affare infernale senza ascoltarla, eppure ora le sorrideva come se nulla fosse.

< Mi dispiace, Rose > la sua voce era affaticata, poco più che un sussurro.

< Sei sempre tu che prendi le decisioni per noi, vero Dottore? >

Probabilmente il suo tono doveva rivelare la sua rabbia perchè lui sospirò pesantemente, chiudendo appena gli occhi.

< Non faresti forse lo stesso? > le domandò, un po' arrabbiato anche lui < Non sei mai stata egoista, Rose, e sai che questo è l'unico modo, quindi è inutile che continuiamo a parlarne. >

Aveva ragione e lo sapeva. Diamine, non si opponeva mai quando il Dottore doveva salvare il mondo e non aveva intenzione di farlo neanche adesso... ma non sopportava l'idea di perderlo, l'idea di non poterlo aiutare in alcun modo.

< Cosa succederà? > gli chiese mentre le lacrime andavano a bagnarle le guance. La Bad Wolf bay sembrava più vicina che mai.

< Vivrai la tua vita, tutti voi lo farete ed io non sarò mai esistito. Devi pensare a tua madre, Rose, pensaci e lei sarà lì e quell'altro universo non sarà mai esistito nella vostra vita. Dillo anche ad Amy e potrà riavere i suoi genitori e il suo matrimonio. Sarete felici. >

Il Dottore distolse lo sguardo, come se non sopportasse di vederla piangere di nuovo.

Il Dottore, l'altro, quello precedente, aveva sorriso per trattenere le lacrime, ma questo non ci riusciva, non più.

< Fa' quello che devi Dottore, ma io non ti dimenticherò, io ti porterò indietro, lo giuro! Non ti libererai di me > .


Il Dottore chiuse le porte della Pandorica e si ritrovò solo, il volto rigato di lacrime di Rose ancora impresso nella mente. Forse non avrebbe dovuto parlare con lei, così come non aveva parlato con Amy o River. Forse una parte di lui sperava che Rose avrebbe lottato, che avrebbe gridato e fatto qualcosa, ma sapeva che lei lo aveva sempre appoggiato incondizionatamente, con un sorriso e la sua splendida espressione risoluta. Aveva quell'espressione dietro le lacrime e lui aveva imparato che non si può lasciare indietro Rose Tyler perchè Rose Tyler sarebbe sempre tornata per il suo Dottore. 

Non c'era più tempo ormai, premette il pulsante con una mano, mentre con l'altra scriveva a River, gli occhi che bruciavano.

Ma ancora una volta, ne era sicuro, la sua Rose poteva salvarlo.

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Capitolo 28
*** Vanishing ***


Eccomi qui, nuovo capitolo e siamo arrivati al "rewind" della vita del Dottore, in particolare alla scena in cui il Dottore torna nella Foresta degli Angeli e parla con Amy...e bacia Rose! Il divertimento per me nello scrivere di questo sogno da shipper è massimo, spero davvero che per voi sia lo stesso, quindi buona lettura e come al solito recensite!








Vanishing




Ricordava quella foresta.

Ricordava ogni singolo istante tra quelli che stava rivivendo, ogni momento passato con Amy e Rose, o con Rory e River, anche se non capiva davvero perchè rivivere quei riavvolgimenti temporali lo sconvolgesse tanto; in fondo, avrebbe dovuto pensarci, non era difficile supporre che sarebbe accaduto.

Era necessario, anche se doloroso, guardare se stesso andare via e lasciare Amy e Rose lì da sole, ma non si era reso conto, quella volta, che così facendo avrebbe dato modo al se stesso che stava sbiadendo di parlare con loro.

Semplice no?

Si avvicinò alle due ragazze come se niente fosse e si stupì quando si rese conto che Rose, a differenza delle altre volte, poteva vederlo.

Si alzò per andargli incontro, ma la bloccò con un gesto della mano. Cosa sarebbe accaduto se non avesse potuto toccarla? Non poteva affrontare di nuovo quella situazione: avere l'immagine di lei ma non poter toccare il suo viso... e poi doveva parlare con Amy, era maledettamente importante, non poteva lasciarsi distrare da Rose e dai suoi morbidi capelli biondi.

< Devi iniziare a fidarti di me, Amy Pond, non è mai stato così importante. >

< Ma tu non sempre mi dici la verità. >

< Non ti chiederei di fidarti di me se lo facessi. Ricordi cosa ti dissi quando avevi sette anni? >

< Cosa mi dicesti? >

Chiuse gli occhi e la strinse un po'. Era come una bambina, Amelia, lo aiutava a non pensare allo sguardo fisso di Rose.

< No, no, non è questo il punto, solo ricordalo. >

La baciò sulla fronte e si voltò per andare via. Se Amy avesse ricordato, se in qualche assurdo, impossibile modo avesse conservato il ricordo di quel Dottore stropicciato... poteva raccontarle molte storie, storie tristi e incredibili che avrebbe potuto conservare gelosamente in un angolo remoto della memoria che mai avrebbe saputo di avere.

Ma Rose? Rose era troppo importante, Rose voleva salvarlo, Rose non avrebbe mai smesso di tentare il tutto per tutto...ma non era la memoria di Rose che guidava quel piccolo gioco.

Si voltò nuovamente verso di lei, ancora restio a lasciarla andare...stava arrivando, quel terribile momento in cui lei non c'era, in cui aveva avuto Donna che lo aveva salvato ma non era abbastanza, quando c'era Martha che lui non aveva saputo amare come lei voleva. Sarebbero durati solo pochi istanti in quel riavvolgimento.

< Oh, Rose Tyler. >

< Dottore, cosa sta succedendo? >

I suoi occhi erano umidi e ancora più belli.

< Non preoccuparti, > le prese la mano, in un gesto che sapeva di familiarità, < andrà tutto bene. >

Ma non era vero. Non era sicuro di ciò che sarebbe successo, non era sicuro della memoria di Amy o della sua... persino di quella di Rose.

Per questo lo fece, non solo per dirle addio, ma perchè lei doveva ricordare – sapere – che l'amava nonostante il tempo e lo spazio. La baciò perchè lei si era alzata e lo aveva attirato a sé e le sue labbra erano incredibilmente morbide e dolci... perchè era la sua Rose e sarebbe sempre stato così.

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Capitolo 29
*** I's like a flash into my memory ***


Siamo ancora a The big bang, ancora nel rewind del Dottore, in quelli che sono i suoi momenti più tristi. Nella serie lui entra nella crepa subitodopo aver parlato del Tardis con la piccola Amelia, mi è sempre sembrato che il Dottore fuggisse dai dolorosi ricordi di quando era Ten: ciò che aveva fatto su Marte, la perdita di Donna, l'addio a Rose (se ci pensate, il povero Ten è stato davvero strapazzato dal caro Davies). Io però ho inserito qualche scena che lo aiutasse a riflettere attentamente sul suo rapporto con Rose in un momento in cui anche lui ha paura.

It's like a flash into my memory



Il Dottore si voltò verso la crepa, sempre più luminosa, ma sempre più piccola. Non si sarebbe chiusa finchè non vi fosse entrato, lo sapeva bene e, una volta dentro, lui non sarebbe mai esistito.

Diede un bacio alla piccola Amelia Pond, chiedendosi se si sarebbe ricordata di lui e della storia che, forse con la speranza di un pazzo, le aveva raccontato, chiedendosi se avrebbe mai sentito la mancanza del suo amico immaginario e della splendida e magica cabina blu.

Era ironico che tutte le persone che avevano significato di più per lui in quegli ultimi anni adesso avrebbero dimenticato persino la sua stessa esistenza...pensò a Donna, lei era stata la prima. Ma Rose no, avrebbe potuto aiutare Amelia... adesso stava vaneggiando, ne era consapevole, ma non aveva mai avuto così tanta paura, paura di dover rivivere tutti i suoi ricordi prima di sparire per sempre.

Ci fu come uno scatto fotografico e improvvisamente era sul Tardis, il vecchio Tardis, e davanti a lui c'era il vecchio se stesso, quello con gli occhi azzurri e le grandi orecchie a sventola. Improvvisamente alzò gli occhi e il Dottore seguì la traiettoria dello sguardo finchè non capì: era Rose, una Rose più giovane, i lunghi capelli biondi e una felpa azzurra.

Lo intuì così velocemente che fu come se qualcuno l'avesse schiaffeggiato.

< Oh, Rose, > mormorò < è stato allora che è successo. > si avvicinò alla ragazza che adesso stava tranquillamente seduta e fece per toccarla, ma era impossibile.

< In quel preciso istante ti ho amata > disse.

Ne rimase turbato, quasi che dire quelle parole così, ad alta voce, fosse proibito.

Non aveva mai avuto il coraggio di ripeterglielo come avrebbe voluto, gli sembrava che da quel giorno terribile alla Bad Wolk Bay, quando aveva bruciato un sole per poterla rivedere solo un istante – e chissà cosa sarebbe stato disposto a fare se fosse esistito un modo per toccarla? - fosse rimasto in stand by, e anche quando infine era riuscito a tirare fuori quel “ti amo”, era sempre stato per dirle addio... era mai riuscito a dirglielo veramente?

Ed era stato lì, sulla Bad Wolf Bay che aveva realizzato di averla amata davvero per tutto quel tempo, fin da quel lontano giorno sul Tardis, era stato su quella spiaggia mentre la guardava piangere e capiva che per loro era tutto finito. Aveva detto che gli universi sarebbero collassati, ma non era vero...nemmeno il collasso totale avrebbe permesso che lui riuscisse a sfiorarla anche solo con un dito... ecco, quel “ti amo” non era mai più uscito dalla sua bocca come avrebbe dovuto.

Ci fu un altro scatto, un'altro spostamento, e lui era su Gallifrey e c'era la Guerra... e il Dottore, quello passato, piangeva perchè tutto stava per finire.

Ma il Dottore, quello vecchio e stanco, quello che aveva dovuto dire di nuovo addio, non aveva versato una sola lacrima.

< Basta, > disse, < possiamo anche saltare il resto, odio ripetermi. >

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Capitolo 30
*** Something blue ***


Ed eccoci finalmente alla scena che io ho tanto amato del matrimonio di Amy e del ritorno del Dottore...qui le cose sono un po' diverse ed Amy ha bisogno che qualcuno l'aiuti a ricordare... qualcuno che, come aveva già fatto in passato, usa le parole per portare se stessa proprio dove deve essere.


Something blue



Amelia Pond si sporse leggermente di lato per posare un bacio sulla guancia del suo novello sposo, sporcandolo di rossetto. Rory non se ne curò, anzi, la bloccò vicino a sé, in modo che lei potesse baciarlo ancora, macchiandolo definitivamente.

Era felice, una felicità totale e completa che credeva di non aver mai provato in vita sua e ogni volta che abbassava lo sguardo e si vedeva interamente vestita di bianco, o che sentiva la risata di Rory e il chiacchiericcio dei parenti, la consapevolezza di essere adesso la Signora Williams la mandava su di giri...anche se forse avrebbe chiesto a Rory di tenere il suo cognome, in fondo “Pond” era molto più musicale.

< Dai, facciamoci un ballo! > esclamò trascinandosi dietro il ragazzo e togliendosi stradafacendo le scarpe.

Il ritmo era piuttosto sfrenato ormai, la classica musica da fine festa, ma lei non era affatto stanca e si lasciò trasportare dalle note allegre e dai bassi, mentre Rory, un po' impacciato, la faceva girare su se stessa.

Improvvisamente scivolò e sarebbe caduta se suo marito non l'avesse afferrata al volo, quasi improvvisando un improbabile caschet, ma in quel modo gli occhi le caddero sul soffitto alto della sala, verniciato di fresco.

Era bianco, ma una scritta nera lo percorreva interamente: BAD WOLF.

< Ah! > gridò e cadde.

< Amy? Che succede? > Rory la guardava perplesso e la aiutò a rimettersi in piedi.

< Hai visto? C'è qualcosa lì! > indicò in alto e il ragazzo seguì la punta del suo dito.

< Amy, non c'è nulla sul soffitto. >

Alzò la testa di scatto, ma non vide che il bianco della pittura, colorato dalle luci della festa.

< Ma c'era scritto “Bad Wolf”! >

< è solo una vecchia filastrocca, ti sarai fatta condizionare da tutte quelle filastrocche sui matrimoni. >

Lasciarono la pista da ballo e si sedettero nuovamente ai loro posti.

< Era come un messaggio > insistette Amy < un messaggio per me... c'è qualcosa che sto dimenticando. >

< Ce ne sono moltissime! > stava dicendo Rory < Ad esempio c'è quella che fa “Qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo, qualcosa di preso in prestito e qualcosa di- >

< Blu! > Amy scattò in piedi < ecco cosa ho dimenticato, ho dimenticato di portare qualcosa di blu al mio matrimonio. >

Si precipitò fuori in giardino. Avrebbe corso a perdifiato verso quel ricordo sbiadito, ma rimase come pietrificata: sulla porta, proprio di fronte a lei, c'era una ragazza.

< Rose? > il nome le uscì dalle labbra come se l'avesse sempre conosciuto, < non capisco, cosa ho dimenticato? >

< Qualcosa di blu. >

Rose sorrise.

< Io sono il Lupo Cattivo > disse, senza che quel sorriso diminuisse, < sono qui per farti ricordare di lui. >

Il rumore. Quel rumore la fece voltare e non appena la cabina apparve tutta la sua vita, il messaggio sul muro, la felicità che provava ebbero un senso.

< Qualcosa di blu, > sussurrò, < blu Tardis. >

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Capitolo 31
*** Goodbye ***


E ci siamo infine, la quinta serie giunge al termine...più o meno allo stesso modo di come la ricordiamo!





Goodbye!



Quando il Dottore aprì la porta del Tardis indossava un frack e una tuba, entrambi neri, e sorrideva.

A Rose non era mai sembrato più ridicolo e più allegro, come un bambino ad una festa di carnevale, tutto preso dal suo vestito più buffo.

< Beh, perchè state lì a fissarmi, voi tre? >

Rory aveva la bocca aperta e gli occhi spalancati, mentre Amy sorrideva con aria saputa.

< Sei in ritardo per il mio matrimonio, Dottore! > lo punzecchiò, facendosi avanti, ma lui la zittì con un dito.

< Sono arrivato appena in tempo invece. Ah! > esclamò, voltandosi verso di Rory e stringendogli con forza la mano, < congratulazioni, Signor Pond! >

< No, no, non è così che funziona > balbettò il ragazzo, ma il Dottore non vi badò, dandogli le spalle e trovandosi finalmente faccia a faccia con Rose.

La ragazza non si era mossa, limitandosi a osservare la scena con un sorriso sulle labbra. Non si era mai sentita sicura di una cosa, nella sua vita, come di riuscire a riportare indietro il Dottore, in fondo aveva solo dovuto stimolare un po' la memoria di Amy!

Il Dottore la guardò, sollevando un sopracciglio in quel sorriso silenzioso che aveva imparato a conoscere, prima di abbracciarla stretta, sollevandola da terra. Rose si trinse a lui, quasi che quel poco tempo che avevano passato lontano non avesse fatto altro che portare inesorabilmente a quell'abbraccio.

< Rose Tyler, > disse il Dottore, parlandole all'orecchio e senza lasciarla andare, < sapevo che non ti saresti dimenticata di me. >

Si allontanarono leggermente per potersi guardare negli occhi.

Rose aveva i capelli sciolti e lunghi e un vestito nero... non le era mai apparsa più bella che in quel momento e non ebbe dubbi: l'attirò a sé e la baciò, ma non era per dirle addio, non era per disperazione o paura, semplicemente la baciò perchè era bella, era sua...perchè l'amava anche se non riusciva mai a dirlo nel modo giusto.

Sentì Amy che rideva e si trascinava dietro Rory per un ballo, ma loro non si mossero.

Si staccò a malincuore dalle sue labbra e appoggiò la fronte contro la sua.

< Quando mi sono alzata stamattina ero nella mia stanza, a Londra, ed ero sola > Rose parlò lentamente, quasi scandendo le parole, < e mi sembrava di non essere nessuno, nessun ricordo, nulla. Poi ho visto le parole BAD WOLF e tutto è tornato nella mia testa in un lampo. Ho preso un treno e sono venuta qui perchè Amy ti riportasse indietro...da me, mio Dottore. >

La abbracciò nuovamente, ancora più stretta...oh, non l'avrebbe lasciata adare mai più!

< Vieni, Rose Tyler > sussurrò, aprendo le porte del Tardis.

Entrarono entrambi e fu come se non se ne fossero mai andati, era tutto così...normale.

< Dove vuoi andare? >

Risero entrambi.

< Eih, voi due piccioncini! > Amy aprì la porta ed entrò con il suo novello sposo, < volevate lasciarci qui? >

< Oh, Amy, mai e poi mai! > esclamò il Dottore ridendo, per poi mettere in moto il Tardis.

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Capitolo 32
*** Doctor River Song, archeologist ***


Eccomi qui! Inizia con questa specie di prologo di sole 339 parole la 6^ serie e come noterete (e come è stato anche nel telefilm) la nostra River avrà un ruolo centrale non solo per i motivi che tutti noi sappiamo (non fate gli ingenui che ormai lo sapete tutti chi è River Song!) ma soprattutto perchè il Dottore si roverò al centro del miglior triangolo-mai-avvenuto-ma-a-cui-tutti-hanno-pensato della storia della tv!

Buona lettura e buona Pasqua a tutti!



Doctor River Song, archeologist



River Song guardò la busta blu che stringeva in mano con un misto di paura irrazionale e gioia repressa: sapeva che sarebbe arrivata, prima o poi, ma non si aspettava che fosse così presto. Le sembrava che quel momento, unico in tutto il tempo e lo spazio, fosse immobile, come se non si potesse andare né avanti né indietro, poteva solamente stringere la lettera del Dottore e immaginare la sua faccia sorridente e un po' triste.

Sentiva la sofferenza di quell'ultimo Signore del Tempo come se lui fosse proprio lì, davanti a lei, in quella cella buia illuminata solo sporadicamente da un lampo di passaggio in quella notte di tempesta.

< Oh, amore mio, mi dispiace tanto > mormorò al nulla, stringendo a sè la busta di carta blu.

Doveva andare perchè lui la stava chiamando, nonostante la paura che l'attanagliava e il dubbio... e la quasi certezza di sapere cosa sarebbe successo dopo.

Pensava ad Amy e a come avrebbe reagito a quella cosa sconosciuta – ma tu, River, lo hai capito, vero? Sai che non può essere altro che quello – pensava a Rory che, nonostante tutto, aveva imparato a conoscere e apprezzare il Dottore nella sua infinita voglia di vivere, curiosità e centenaria crudeltà.

Pensava a Rose.

Rose, con cui condivideva l'amore per il Dottore, il dolore di sapere di non essere l'unica, il terribile sospetto che forse lui avrebbe scelto l'altra – ma chi ha scelto tra voi due, River? - se costretto.

La verità è che se doveva andare non era né per Amy, né per Rory, non era nemmeno per il Dottore, nonostante fosse stato lui a volerla lì – crudele e spietato fino alla fine nel suo egoismo – doveva andare per Rose perchè, non appena avrebbe avuto la certezza che quello fosse davvero IL giorno, sapeva che nessun'altra a parte se stessa avrebbe potuto capire cosa stesse provando Rose.

Ed era solo allora che il Dottore avrebbe preso una decisione, che avrebbe finalmente scelto.

River aveva quasi paura di poter vincere.

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Capitolo 33
*** A little blue envelope ***


Eccomi qui, ancora, con l'inizio della sesta serie, nel pre-an impossible astronaut. I Pond non ci sono, sappiamo che sono sulla Terra (anche se Moffatt non ci spiega il perchè) e sappiamo che hanno ricevuto una busta blu dal Dottore. Anche River abbiamo visto che l'ha ricevuta in prigione, quello che però il Moff non ci fa vedere è come il Dottore abbia ricevuto la sua. Beh, a che servono le fanfictions se non si può rimediare a queste cose?

Meanwhile in the Tardis...

A little blue envelope




Il Tardis sembrava più accogliente del solito – sicuramente più silenzioso, senza Amy – ed era strano ritrovarsi dopo tutto quel tempo solo lui e Rose.

I Pond erano tornati a casa già da un po', una cosa che lo aveva rattristato, ma forse era giusto così in fondo e comunque si erano fatti promettere solennemente che sarebbe tornato a prenderli, prima o poi. Certo, non aveva la minima intenzione di continuare senza di loro – la presenza esuberante di Amelia era diventata quasi fondamentale per lui, così come quella un po' silenziosa di Rory – ma doveva ammettere che ritrovarsi lì da solo con Rose, poterla avere tutta per sé proprio come ai vecchi tempi, era elettrizzante.

All'inizio era stato strano perchè non era mai accaduto dopo la sua rigenerazione e, chissà perchè poi, si sentiva timido, aveva paura di sbagliare qualcosa, che lei rimpiangesse i momenti passati con il vecchio Dottore... assurda gelosia nei confronti di se stesso!

Così l'aveva portata in giro, le aveva mostrato pianeti nuovi, nuove popolazioni e nuovi futuri. Avevano corso e salvato città senza mai fermarsi un attimo, finchè non si era arrivati a quel momento di pace in cui lui trafficava con i comandi del Tardis e Rose se ne stava seduta poco distante a guardarlo, sorseggiando thè e sorridendo appena, come se fosse veramente felice.

Probabilmente lo era davvero.

Cercava di non guardarla, ma era praticamente impossibile, catturava il suo sguardo come una calamita, bionda e lucente sotto le luci rosse del Tardis, così si trovava a incrociare lo sguardo di lei e a sorriderle a sua volta, in una specie di silenzio irreale, rotto esclusivamente dal ronzio dei macchinari e dal suono del Tardis.

Era una straordinaria sensazione di tranquillità, trovarsi lì dopo averla perduta e ritrovata solo per poi rischiare di perderla ancora e di perdere se stesso. Ma era stata lei, la sua Rose, a riportarlo indietro, a salvarlo dall'oblio in cui era caduto, la sua dea personale che ancora una volta rivoltava lo spazio e il tempo per tornare da lui.

< Sai Dottore, > disse lei, quando tornò a incrociare il suo sguardo, < stavo pensando che mi piacerebbe tornare sulla Nuova Terra, un giorno di questi. >

< Non è così divertente. >

< Si, ma io ci sono affezionata, in fondo l'ultima volta che siamo stati lì ho visto solo l'ospedale! >

Il Dottore rise di gusto.

< Ti ci porterò > disse, avvitando un bullone che esplose in mille scintille < non appena avrò riparato qui. >

Rose si alzò e gli si avvicinò, sorridendo sorniona in quel modo che la faceva somigliare inquietantemente a sua madre.

< Eddai, Dottore, per favore! >

< Ti ho detto va bene. >

< Ormai ho imparato a conoscerti e so che dici un sacco di sciocchezze! >

Il Dottore sbuffò e Rose rise, dandogli una spallata giocosa.

Improvvisamente si sentì bussare alla porta.

< Dottore, cos'è? > era allarmata.

< Naa, è solo la posta, è la posta che bussa così, senti?>

Corse ad aprire e allungò la mano: non era altro che una piccola busta blu.


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Capitolo 34
*** 1969 ***


Eccomi qui! Non mi dilungo, non c'è molto da dire se non che siamo finalmente nel pieno di The Impossible Astronaut, buona lettura!





1969




River lo aveva appena schiaffeggiato.

Era una cosa strana, ma tutto sommato non lo aveva sorpreso poi molto - “Ok, suppongo che sia per qualcosa che non ho ancora fatto” aveva detto con calma e lei, le labbra tirate e gli occhi spalancati, aveva risposto “Infatti” in un modo davvero, davvero tipico – la cosa che lo aveva sorpreso era stata la reazione di Rose.

Forse doveva aspettarselo - oh, la sua Rose diventava una veria furia quando qualcuno toccava le persone a cui teneva – ma rimase sorpreso lo stesso.

< Eih! > esclamò, mettendosi davanti a lui e spingendo River indietro.

Stava praticamente lanciando fiamme dagli occhi, una cosa decisamente divertente a vedersi e, sì, anche piuttosto tenera.

River la guardava in cagnesco, ma il Dottore riusciva a percepire una velata ammirazione dietro quello sguardo.

< Non capisco > li interruppe Rory, avvicinandosi < come potete essere qui? > Lo toccò con un dito, quasi che volesse accertarsi di non stare sognando < Come puoi TU essere qui? >

< Siamo stati invitati, > spiegò Rose. Continuava a guardare River senza spostarsi da quella posizione di attacco che aveva assunto.

< Già. Una data e una mappa. Proprio come voi, presumo, altrimenti sarebbe una coincidenza davvero straordinaria. >

Amy si fece avanti, lanciando una fugace occhiata a Rose, per poi metterglisi proprio davanti.

< River? Cosa sta succedendo?. >

< Chiedigli quanti anni ha. >

Il Dottore fece una piccola giravolta su se stesso, passando avanti a Rose e facendole l'occhiolino.

< Che domanda impertinente! >

< Chiedilo! >

< Ho 909 anni. >

Le facce sconvolte dei Pond lo misero in agitazione. Si stava innervosendo perchè odiava non capire e odiava lo sguardo di River Song su di lui in quel modo.

< Amy? Rory? > Rose era spazientita almeno quanto lui e si mise con le braccia conserte, < volete dirmi che diavolo sta succedendo? >

< Siamo stati reclutati. >

La voce di River era pacata e per nulla convincente.

< Per qualcosa che riguarda lo spazio, il 1969 e un uomo che si chiama Canton Delaware III >.

Ok, se all'inizio aveva trovato tutto quello divertente, adesso non più. Si stava davvero innervosendo.

< Reclutati da chi? >

< Da qualcuno che si fida di te più di chiunque altro nell'Universo. >

< E chi sarebbe? >

River lo guardò e sorrise... era il suo sorriso, quello misterioso e affascinante e, nonostante il fastidio, un brivido di eccitazione lo attraversò scuotendolo fino alla punta dei capelli. Oh, sapeva quello che stava per dire!

< Spoiler. >


Stava entrando nel Tardis dopo gli altri, quando Rose lo trattenne per un braccio.

< Dottore, > sussurrò vicinissima a lui, < so che lei ti piace, ma io non mi fido. >

Lo stava guardando fisso, con gli occhi spalancati e l'espressione seria. Le sue dita erano conficcate nel suo avambraccio tanto da fargli male.

< Oh, Rose Tyler, > le disse, malinconico, < non è mai facile come sembra. >

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Capitolo 35
*** Space suits are cool ***


Ecco qui la seconda parte di The Impossible Astronaut:il presidente Nixon riceve inquietanti telefonate da una bambina che chiede aiuto, così il Dottore, Rose, Amy, Rory, River e il nuovo acquisto Canton, investigano, rintracciando il luogo da cui proviene la chiamata; Rose però non può fare a meno di chiedersi cosa diamine stia succedendo e perché sono tutti improvvisamente così strani.



Space suits are cool



La verità è che si stava spazientendo. Cosa ci facevano lì, nel 1969 con il presidente Nixon e quel fantomatico Canton Delaware III?

Il Dottore aveva avuto un momento di inaspettata lucidità, ma alla fine aveva ceduto pur non fidandosi della misteriosa River - “La mia vita nelle tue mani, Amelia Pond” aveva detto, ed effettivamente anche lei non poteva fare a meno di pensare che Amy non li avrebbe mai traditi – e li aveva trascinati tutti in un'avventura tanto assurda da sembrare orchestrata a posta.

Ed erano tutti troppo silenziosi, troppo vaghi...troppo tutto.

Sbuffò spazientita, mentre il Dottore guardava fuori dalla finestra e spiegava che quello era l'unico posto in tutta l'America in cui quelle tre strade erano allo stesso incrocio e Canton usciva confuso dal Tardis insieme a Rory. Ecco, Canton alla fine era simpatico e rendeva più sopportabile l'intera situazione.

Avanzarono in quella specie di magazzino, Rose sempre e costantemente al fianco del Dottore, a schermarlo in qualche modo dalle occhiate che gli lanciava River, occhiate che mettevano a disagio lei ma che sembravano divertire il Dottore più che mai.

Poteva anche non fidarsi, si disse, ma era chiaro che la trovava divertente e stimolante ed era sicura che l'altro, il precedente dottore, non l'avrebbe mai fatto.

< Vi rendete conto che è quasi certamente una trappola? > sbottò alla fine, giusto per rendere partecipi tutti quanti del suo malumore.

< Certo che è una trappola, Rose, > disse il Dottore, < infatti non dovremmo essere qui affatto. >

< E perché ci siamo, allora? >

Non rispose ma la guardò con un piccolo sorriso sulle labbra. Sapevano entrambi che non si poteva resistere a qualcosa di così misterioso e, dannazione, non avrebbe voluto essere da nessun'altra parte nemmeno lei.

< Hai notato il telefono? > River si intromise, < è staccato. Come poteva la bambina chiamare da qui? >

< Perché una bambina dovrebbe nascondersi qui? >

Amy era spaventata, si sentiva dalla voce, ma cercava di non darlo a vedere. Rose si accorse che la stava scrutando, ma non appena incrociò il suo sguardo o distolse immediatamente.

< Guardate, questo è definitivamente alieno, ma questo qui invece > il Dottore prese in mano una tuta spaziale, < è senza dubbio terrestre. >

< Perché rubare una tuta della NASA? > gli chiese < Con quella si arriva a malapena sulla luna! >

Il Dottore rise e si infilò la maschera.

< Forse perché è figa! No? Cosa ne pensi Rose? >

Era così buffo che alla fine scoppiò a ridere anche lei.

< Alieni fighi? >

< Perché, come definiresti me? >

< Decisamente figo. >

Rise ancora. Alla fine, nonostante la preoccupazione, la sensazione che gli altri nascondessero qualcosa o il disagio che la presenza di River le provocava, il bello era sempre poter ridere con lui...non era mai cambiato e si sentì meglio.

Certo, se il Dottore rideva, sicuramente non era nulla di grave.






Spazio Pubblicità: ho pubblicato una drabble nel fandom amico di Sherlock(BBC) The clock ticks life away. It's so unreal e ho iniziato una long-fic nel fandom del Signore degli Anelli Il tesoro di Ulmo, se volete dare un'occhiata e lasciare una recensione (positiva o negativa che sia) mi farete felice!

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Capitolo 36
*** We are friends ***


Nuovo capitolo per voi, solo 407 parole: Amy ha qualcosa da dire a Rose.

We are friends





Canton voltò appena la testa verso di loro, indicando il Dottore poco distante, intento a cercare chissà cosa in una cassa.

< Dottor...chi, esattamente? > chiese, perplesso.

Rose sorrise a quella domanda, la stessa che anche lei gli aveva posto, molto tempo prima.

< Informazione riservata. > scherzò Amy.

< Lavorate per lui? >

< No, > Rose gli lanciò un'occhiata e lo vide infilare la testa nella cassa di legno che aveva davanti, < lui è...è... >

< Siamo amici. > Amy intervenne, togliendola dall'imbarazzo. Non sapeva cosa rispondere, in fondo. Erano amici? Forse non lo erano mai stati davvero, sin dal primo momento, nello scantinato del grande magazzino, quando il Dottore aveva preso la sua mano, Rose sapeva che tra di loro vi era stato qualcosa di più. Non erano amici, non erano amanti e, rideva al solo pensiero, non erano fidanzati. Non era sicura di nulla, quando si trattava del Dottore, se non del fatto che lo amava...ma questo non poteva dirlo a Canton.

Si voltò verso Amy e uno sguardo di intesa passò tra loro, prima che il grido d'aiuto della bambina irrompesse di nuovo in quella strana situazione di calma.

Canton scattò in avanti, subito seguito dal Dottore.

Rose fece per seguirli, ma Amy la trattenne per un braccio.

< Aspetta, > disse, < devo dirti assolutamente una cosa! >

< Ora? Non puoi aspettare, non so, di non stare per essere attaccata da una strana bambina aliena? >

< Rose > Amy la guardò intensamente, lo sguardo del tutto serio, < sono incinta. >

< Cosa? >

< Sono incinta! >

< Ho capito, solo... perchè lo stai dicendo a me? >

< Sei mia amica. >

Rose si sporse in avanti e abbracciò l'altra ragazza, lasciando che un po' della preoccupazione che sentiva addosso scivolasse via.

< Oh, Amy, è meraviglioso! > esclamò, sciogliendosi da quell'abbraccio, < Ma dovresti dirlo a Rory! >

La rossa fece per rispondere, ma un grido del Dottore la distrasse.

Corsero finchè non lo trovarono accanto al corpo privo di sensi di Canton.

< Dottore! >

< Rose! Attenta! >

Poi tutto accadde con una sorprendente rapidità.

Si voltò di scatto. Dietro di lei un astronauta con una tuta spaziale avanzava a passi pesanti. Il casco si aprì e la bambina lamentò un ultimo, straziante “aiutami” prima che Amy prendesse la pistola che Canton aveva lasciato cadere e sparasse un colpo.

Il Dottore gridò.

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Capitolo 37
*** It's ok, then? ***


Finale di Day of the Moon, Il Dottore riaccompagna River in prigione e lei lo bacia, pensando che sia una delle tante volte, ma in realtà è la sua ultima volta e la prima per il Time Lord. Rose è Nel Tardis e vede tutto.

It's ok, then?



Il Dottore e River si stavano baciando.

Rose provò a chiudere gli occhi, strizzandoli quanto più forte potè, ma dopo che li ebbe riaperti nulla era cambiato.

Il Dottore e River si stavano baciando.

Si sentiva in colpa – non doveva essere certo lei a sentirsi in colpa, andiamo! - perchè non era stata sua intenzione spiarli, ma poi il monitor del Tardis si era acceso e lei...lei non aveva potuto fare a meno di guardare.

Si sentiva tradita, perchè il Dottore aveva detto di amarla e lei aveva attraversato le realtà per sentirglielo dire, per ritrovarlo e stare con lui per sempre – non glie lo aveva forse detto, una volta? “Quanto tempo rimarrai con me?” le aveva chiesto, “ Per sempre” e lui aveva sorriso di felicità – ma adesso era lì e stava baciando River Song.

Si sentiva anche un po' stupida perchè avrebbe dovuto capirlo e perchè in fondo lei stessa era affascinata da quella donna...oh, quale inesorabile attrazione poteva essere quel mistero per qualcuno come il Dottore!

Una mano sulla spalla, gentile ma ferma, e quella voce che arrivava sempre quando qualcuno era triste o solo: < Non piangere. >

Rory non aveva l'allegra esuberanza di Amy e in un certo senso lei non era riuscita ad instaurare con lui lo stesso rapporto – lei non era mai stata timida, e Rory, lui lo era a volte fin troppo – ma nessuno come lui riusciva a capire, in profondità, le persone. Aveva l'impressione che Rory capisse il Dottore quasi quanto lei, come se in lui vi fossero porte segrete e ben nascoste in cui custodire ciò che aveva appreso di quell'alieno meraviglioso.

E adesso capiva – sapeva – che qualcosa si stava incrinando e rompendo dentro di lei irrimediabilmente.

< Il Dottore non ama River. > disse. Lo fece con calma, semplicemente, un'affermazione ponderata.

< Non ne sono sicura. >

Gli occhi del ragazzo si abbassarono e si fecero più tristi. Eccolo, si chiudeva a riccio dentro se stesso, in silenzio, ma rimaneva comunque lì, accanto a lei. Non poteva dimenticare che una volta il timido infermiere che non era mai stato sicuro di salire sul Tardis si era gettato davanti ad un proiettile per salvare il Dottore.

< Mi hai detto, una volta, che non dovevo dubitare dell'amore di Amy. Tu non dovresti dubitare dell'amore del Dottore per te. >

Rose sorrise suo malgrado. Amy aveva creduto di essere incinta, ma non era vero e Rory ci era rimasto un po' male perchè lei non gli aveva detto nulla, ma poi si erano baciati ed era andato tutto a posto.

Rory gli sorrise di rimando, annuendo piano con la testa, come per dire “è ok, quindi?”

In quel momento il Dottore entrò e Rose non riuscì a nascondere la delusione nel suo sguardo.

< Mi dispiace, Rose > le disse, e lo pensava davvero, si vedeva.

< Ė ok, non preoccuparti. >

Ma si scansò quando lui allungò una mano per toccarla.

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Capitolo 38
*** Home sweet home ***


The course of the black spot: sappiamo tutti la trama, con l'unica differenza della presenza di Rose. Siamo ora nel finale, con un Rory quasi affogato, una Amy in lacrime e Rose e il Dottore piuttosto in ansia per la sorte del caro Mr Pond.





Home sweet home




Con un rantolo ed un colpo di tosse, Rory riprese conoscenza.

< Ci sei riuscita, > disse, ansimando < Amy ce l'hai fatta! >

Il Dottore sospirò, lasciando che i muscoli irrigiditi dall'ansia si rilassassero e i suoi cuori tornassero a battere normalmente.

Rose era inginocchiata accanto a lui e non lo toccava. Non lo aveva toccato né gli aveva rivolto la parola per tutto il giorno, anche se era stata lei a salvarli... la sua Rose.

Era stato incredibilmente stupido, ma non era proprio riuscito a fermarsi, senza contare che non avrebbe mai potuto impedire a River di fare qualcosa.

Avrebbe potuto impedire che Rose vedesse ma, evidentemente, il Tardis la pensava diversamente.

Amy fece alzare suo marito e lo accompagnò verso la loro stanza, lasciandoli soli.

Stava iniziando a credere che spesso lo facessero a posta, i Pond, a lasciarli soli proprio quando ce n'era bisogno: bastava uno sguardo tra le sue due compagne, Rory che si chiariva la voce o un avvenimento particolarmente traumatico, ed ecco che lui e Rose rimanevano lì insieme, mentre i Pond sgusciavano via.

< Rose? >

La ragazza si alzò, tirando su col naso.

< Alla fine è andata bene, no? Amy lo ha rianimato. >

Si sistemò la felpa che indossava – amava quella felpa rosa, gli riportava alla mente loro due come nessun altro oggetto – e continuò ad evitare il suo sguardo.

< Mi piacerebbe rivedere il Capitano Avery in futuro, sono certa che si troveranno bene su quella nave spaziale. >

< Rose! >

Non voleva essere scortese, ma non era riuscito proprio a trattenersi.

< Scusa, > disse, < non voglio ingannarti. >

< Ti ho detto che non c'è problema. >

< Allora guardami! >

Rose finalmente alzò gli occhi su di lui. Forse avrebbe preferito vederli lucidi, ma non lo erano, erano limpidi e risoluti. Aveva le labbra tirate, però, e i capelli lunghi le scendevano ai lati del viso proiettando delle ombre sulle sue guance.

< Dottore, non devi spiegarmi niente, lo sai. >

Si avvicinò un po' di più a lei, leggermente impacciato, ma con un sorriso appena accennato sulle labbra.

< Sono sempre il tuo Dottore? >

Rose sorrise a sua volta, in quel modo solare tipico di lei che rendeva anche i suoi denti un po' storti particolarmente affascinanti. Rose rideva mettendo la lingua contro la guancia e inclinando la testa di lato... e prendendolo per mano.

< Solo se io sono la tua Rose. >

E si alzò sulle punte per posargli un bacio a stampo sulle labbra, per poi avviarsi anche lei verso l'interno del Tardis.

Il Dottore si sfregò le mani, soddisfatto, con un'espressione fanciullesca sul viso. Era sempre e solo Rose che voleva, lei che lo faceva sentire al sicuro e amato. Non c'era brivido d'avventura che riuscisse a sostituire la sensazione di “casa” che solo lei gli trasmetteva.

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Capitolo 39
*** She's my Tardis ***


E siamo finalmente arrivati alla magnifica The Doctor's Wife, probabilmente il mio episodio preferito del Doctor Who ever! Scusate se gli aggiornamenti sono sporadici, ma è la sessione estiva e ho poco tempo, inoltre scrivere di questo episodio è stato particolarmente difficile, non tanto per la struttura del capitolo in sé, ma proprio per questioni linguistiche. Non avendolo mai visto in italiano mi trovavo nella scomoda posizione di dover tradurre l' “it” usato quando si parla del Tardis, dovendo scegliere tra “il Tardis” e “la Tardis”. Alla fine ho scelto il maschile semplicemente perchè mi suona meglio. Non vi dico la tragedia di dover trovare una traduzione adeguata al “sexy thing” con cui il nostro Doctah chiama il Tardis.

Vi lascio alla lettura allora!






She's my Tardis




Il Dottore era a dir poco incantato da lei, dai suoi movimenti stranamente sinuosi, nonostante controllare quel corpo le risultasse evidentemente difficile, era innamorato del suo modo di esaminarsi il volto in ogni singola piega, scoprendolo a poco a poco, della delicatezza incredibile con cui toccava lui.

Idris – non riusciva ancora a credere che quella fosse il Tardis! - camminava con la grazia scomposta di una bambola di pezza ed era sensuale come lo era sempre stata.

< Non sarebbe magnifico > le disse < se noi due potessimo parlarci sempre così? >

< Lo sai che non è così che funziono, > ribatté lei, < questi corpi sono troppo fragili. Ho circa venti minuti prima che esso smetta di essere operativo. >

Alzò gli occhi neri su di lui e la sua espressione si fece più arcigna.

< No, smettila, stai diventando emotivo... è quello che la ragazza arancione dice sempre. >

Il Dottore ricacciò indietro il groppo che gli era salito in gola. Non aveva potuto farci nulla, sentirla parlare a quel modo della sua stessa morte lo rattristavano più di quanto avesse voluto, nonostante sapesse che lei sarebbe stata comunque viva – doveva riportarla nella sala controllo, a tutti i costi – poter parlare con lei era la cosa più eccitante che gli fosse mai capitata.

< Non sono emotivo, > mormorò.

Idris sorrise, i lineamenti che divenivano improvvisamente dolci, quasi anziani.

< Certo che lo sei, non te lo ricordi? Piangi quando Susan va via e quando la strana Time Lady ti lascia. Piangi mentre fuggi dalla guerra e, oh, Dottore, sono lì quando piangi per Rose...hai pianto tanto per Rose. >

Idris gli si era avvicinata e gli aveva poggiato una mano sulla guancia, in una carezza.

Si stupì che lei sapesse il nome di Rose.

< Io sono stata in lei e lei è stata in me. Ho visto la sua mente, Dottore, e ci sei solo tu. >

Non ci aveva pensato, si disse, ma in un secondo l'immagine di Rose, lucente per aver assorbito il cuore del Tardis, gli riaffiorò alla memoria, il modo in cui i suoi occhi erano lucidi e la sua voce era incrinata mentre diceva che avrebbe salvato il suo Dottore. Si ricordò – e fu doloroso, nonostante tutto – di come si fosse aggrappato alla consolle del Tardis, cercando inutilmente di lenire il dolore carezzandone i comandi, tentando disperatamente di non pensare che Rose era perduta, per sempre.

Alzò lo gli occhi ed incrociò lo sguardo del suo Tardis, perdendosi in quegli occhi neri in cui riusciva a vedere il tempo stesso.

< Rose ha bisogno di me... Amy e Rory hanno bisogno di me. > Prese un respiro profondo. < Mi aiuterai vero, vecchia mia? >

< Ci sono sempre stata per te, mio splendido ladro, > gli rispose.

Il Dottore rise, illuminandosi come un bambino. Schioccò un bacio sulla guancia del suo Tardis.

< Sei davvero la cosa più sexy che abbia mai visto! >

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Capitolo 40
*** Never ***


Eccomi qui, dopo una lunghissima assenza (e vi annuncio che anche la prossima pausa sarà lunghetta perché parto). Comunque, siamo alla fine della meravigliosa The Doctor's Wife e il Dottore si ritrova in un faccia a faccia con Rose.







Never





< Per favore, non andartene. >

Il Dottore piangeva e a Rose si strinse il cuore nel vederlo versare lacrime per il suo Tardis. Si avvicinò decisa e gli prese la mano, stringendola forte. Voleva che sapesse che lei gli era vicina, che capiva il suo dolore e non lo avrebbe lasciato.

Il Dottore si voltò verso di lei, gli occhi rossi e l'espressione di un bambino spaurito. Tirò su col naso e si chinò leggermente per posarle un leggero bacio sulle labbra.

< Dottore, > disse Rory, turbato a sua volta, < quella donna ha detto qualcosa prima di...prima di... >

< Cosa ha detto? >

< Ha detto “L'unica acqua nella foresta è il fiume”. Cosa significa? >

< Non lo so, ma credo che lo scopriremo presto. >

Si schiarì la voce e si guardò intorno, come spaesato.

< Devo inserire un firewall, non possiamo permetterci un'altra intrusione del genere. >

Scese velocemente le scale lasciandoli lì impalati.

Rose si scambiò un'occhiata con Amy e Rory, prima di seguirlo di sotto.

< Stai bene? > gli domandò, conoscendo già la risposta che lui le avrebbe dato.

< Mai stato meglio > rispose infatti.

Rose gli si avvicinò, arrivando a pochissimi centimetri da lui, costringendolo a guardarla negli occhi.

< Non cambierai mai? Con me non devi fingere, lo sai. >

< No, Rose, davvero, sto bene. >

La ragazza sbuffò, facendo per andarsene, ma il Dottore la fermò, prendendola per il polso.

< Aspetta, > disse, < Idris, il Tardis, mi ha detto qualcosa su di te. >

< Cosa ti ha detto? >

< Si ricordava di te, diceva che... > sorrise appena, < diceva che nella tua testa ci sono solo io. >

Rose rise, dandogli un sonoro bacio sulla guancia.

< Non essere egocentrico, Dottore, non sei solo nei miei pensieri e sono certa, anzi più che certa, che io non sono da sola nei tuoi. >

< Ah, sì? >

< Lo vedo, sai? Ti piace River, forse ti piace più di me, ma va bene > soggiunse, anticipando la sua protesta, < lo capisco... accidenti, Dottore, piace anche a me! >

Si avviò verso le scale.

< Non sono certo il tipo di persona che impedisce agli altri di amare chi vogliono, sarei un'ipocrita dato che io stessa amo un Signore del Tempo di 900 anni che mi trascina con sì per tutto lo spazio e il tempo! > Si voltò verso di lui prima di sparire dalla sua vista, < Devi fare la tua scelta, Dottore, ma in ogni caso io non ti abbandonerò. >

“Mai”, pensò, mentre il sorriso se ne andava così come era venuto.

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Capitolo 41
*** The many faces of you ***


Torno da voi dopo tempi cosmici (I'm sorry, I'm so sorry) con The Rebel Flesh/The Almost People. Il Dottore è sdoppiato in due e si ritrova ad avere una conversazione particolare con Rose, chiedendosi se lei riesce ad accettare la presenza del suo doppio. Noi sappiamo bene che sì, Rose lo ho fatto.





The many faces of you





Il Dottore stava armegiando con una consolle e dei comandi, sotto lo sguardo imbronciato di Amy.

Il Dottore era anche seduto di fronte a lei, con quel sorriso che non mostrava mai i denti a cui aveva imparato ad abituarsi – diverso, è vero, ma ugualmente dolce – e le braccia incrociate. La stava guardando così intensamente e lei non riusciva a distogliere lo sguardo da lui.

< Sembri non avere problemi > disse.

< Sei il Dottore, ho imparato che tu puoi essere molte cose e molte persone diverse, ma che alla fine resti sempre lo stesso. >

Lui sorrise di più, dondolando leggermente la testa, compiaciuto. Rose invece aveva un modo diverso di ridere, inclinava la testa e il suo intero volto splendeva, tanto che il Dottore non pensava avrebbe mai potuto riprendersi completamente da tutta quella luce. Rose però non se n'era mai accorta e tutto ciò che faceva in quel momento era rispondere al sorriso del suo Dottore.

Amy, d'altro canto, non aveva mai smesso di guardarlo storto.

< Non mi accetta > constatò lui, spostando lo sguardo sulla ragazza dai capelli rossi.

< Non puoi chiederglielo. >

< Tu però lo fai > gli occhi del Dottore si fissarono di nuovo in quelli di Rose.

Il Dottore che armeggiava con i comandi tese le orecchie.

< Già. > Rose si sporse leggermente in avanti. < Sai, Dottore, la prima volta che ti ho conosciuto avevi gli occhi azzurri, così penetranti che pensavo mi ci sarei persa. Avevi un cappotto di pelle e delle orecchie a sventola che ti facevano sembrare un ragazzino... eri triste, così triste che mi sono ripromessa che non ti avrei mai lasciato solo, che avrei portato un po' di gioia nella tua vita. >

Il Dottore lo ricordava come se fosse accaduto a un altro, ma avvertiva comunque quelle sensazioni forti sulla sua pelle, le dita di Rose che si intrecciavano alle sue, i suoi occhi che lo guardavano, la sua voce che gli diceva di non preoccuparsi, che ora c'era lei.

< La seconda volta che ti ho conosciuto avevi i capelli castani e spettinati, eri magro, tanto che abbracciarti era come stringere uno stecco, ma mi sentivo sempre protetta, lì, tra le tue braccia. Sembravi diverso, meno triste, ma riuscivo a vedere dentro di te che la tristezza non era scomparsa. Mi dissi che sarei rimasta con te, perchè l'aspetto esteriore non contava niente, perchè eri sempre tu.

Poi ti ho conosciuto ancora una volta e adesso hai questi occhi, questo mento, queste mani, ma sei sempre il triste Signore del Tempo che amo. >

Rose tacque, distogliendo lo sguardo da lui.

< Credi che mi importi, se ora c'è un altro te? >

< Ad Amy sembra importare. >

< Lei non ti conosce quanto me, non sa. Io invece capisco, capisco che tu sei il Dottore e lui è il Dottore, > tornò a guardarlo e i suoi occhi erano lucidi, < sono contenta che ci siano due te, questo renderebbe le cose più facili per entrambi. >

Si alzò lasciandolo lì solo, a chiedersi cosa significassero quelle parole. La verità è che avrebbe davvero voluto che tutto rimanesse così perchè in questo modo avrebbe vinto, in questo modo il Dottore non avrebbe più dovuto scegliere.

La verità era che la scelta che il Dottore avrebbe fatto la terrorizzava più di quanto avrebbe mai ammesso.

***

Piccolo spazio pubblicità: ho pubblicato una one shot sul Dottore e Sarah Jane, datele un'occhiata e recensite! Quella volta che...

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Capitolo 42
*** Glad to see you, Rose ***


Eccomi qui di nuovo! Avete visto The Angels take Manhattan? Vi siete ripresi o siete ancora in lutto da abbandono del companion? Io l'ho presa abbastanza bene, poteva andare molto peggio e mi godo l'idea che i Pond abbiano il loro lieto fine (e che a nessuno sia stata cancellata la memoria o che nessuno di loro sia finito nel Mondo di Pete) e mi diletto immaginando il Dottore e River che sono sempre adorabili (sì, li shippo fortemente quasi quanto lui lo shippi con Rose). La vera tragedia sarà dover rimanere orfani di Doctor fino a Natale ed essere divorati dalla curiosità di vedere la nuova companion... nel frattempo siamo arrivati a A good man goes to war splendido episodio a cui ho sempre pensato mancasse qualcosa, anzi qualcuno! Sono 511 parole, buona lettura.






Glad to see you, Rose




“La ritroverò, la ritroverò e la riporterò da te” aveva promesso il Dottore, e Rose sapeva con l'assoluta certezza di una vita intera – perchè la sua vita, quella vera, era iniziata a diciannove anni – passata accanto a quell'uomo straordinario che avrebbe mantenuto quella promessa.

Avevano corso avanti e indietro nel tempo, da un limite all'altro dello spazio, perchè il Dottore potesse trovare Amy e radunare il suo esercito... a Rose quell'idea faceva venire i brividi, come se il suo Dottore fosse solo uno dei tanti sanguinari e lei aveva paura di scoprire fin dove potesse spingersi.

Il Tardis comunque era allegro ed affollato, così che quei pensieri non erano che una traccia flebile nella sua mente, presa com'era dal continuo traballare della sala comandi e dalle piroette estasiare del Signore del Tempo.

< Non abbiamo ancora finito, Rose > annunciò, < c'è ancora una persona che devo chiamare. >

Il Dottore le sorrise e quel sorriso lo illuminò di gioia. Rose amava quel modo di fare che non era mai realmente cambiato, come lui si entusiasmava e rideva verso di lei, come le proponeva un nuovo viaggio come un bambino propone una gita, il ridere con lei dopo aver proposto di tornare indietro.

< Chi, Dottore? >

Lui allargò il suo sorriso e non le rispose, azionando una leva blu e facendo partire il Tardis, tanto che lei dovette aggrapparsi forte per non cadere.

Era strano essere solo loro due nella sala comandi, nonostante il Tardis fosse pieno di gente. Rory era sempre stato lì con loro, ma ora no, ora erano soli come ai vecchi tempi ed il Dottore rideva e ballava attorno ai comandi.

Improvvisamente si fermarono e corsero alla porta – quell'unico, impareggiabile momento in cui si guardavano negli occhi e non sapevano cosa aspettarsi ma a volte, quasi sempre in realtà, il Dottore sembrava nascondere le meraviglie dell'universo nello sguardo – e la spalancarono.

Per un attimo Rose rimase senza fiato, poi la consapevolezza si fece largo in lei portandole alla memoria ricordi a cui non pensava da troppo tempo.

La baia di Cardiff era rimasta inalterata, tale e quale a come era stata la prima volta che erano atterrati lì per fare rifornimento, anche se a guardare meglio si potevano scorgere piccoli particolari che rivelavano lo scorrere del tempo.

In piedi, come se sapesse esattamente che loro stavano arrivando – ma certo che lo sapeva, era sempre stato un uomo pieno di sorprese e Rose aveva sentito tanto la sua mancanza che ora trattenersi dal corrergli incontro e perdersi tra le sue braccia era quasi impossibile- c'era l'uomo per cui il Dottore aveva sorriso.

< A quanto pare la puntualità non migliora con una faccia nuova > disse con uno dei suoi larghi sorrisi affascinanti.

< Ciao, Jack > il Dottore si scostò leggermente, invitandolo ad entrare nel Tardis.

Jack Harkness seguì l'alieno dentro la cabina blu, ma appena sulla soglia si fermò, voltandosi verso di lei e la baciò leggermente sulle labbra.

< È bello vederti, Rose >.

< Anche per me, Jack. >

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Capitolo 43
*** The only water in the forest is the river ***


E siamo ancora in A god man goes to war, un episodio secondo me splendido. Il rapporto tra Jack e Rose mi è sempre piaciuto tantissimo, sono molto intimi e si evince specialmente dal dialogo che il Capitano ha con il Dottore in Utopia, quindi quale miglior confidente per Rose se non il bel Jack?




The only water in the forest is the river




< Cosa ti preoccupa, Rose? >

Amy e Rory erano in un angolo, coccolavano la loro figlia ritrovata ed erano felici. Il Dottore non era ancora tornato, sicuramente stava mettendo a punto le ultime cose prima di lasciare definitivamente Demon's Run.

Rose e Jack erano in disparte, seduti l'uno accanto all'altra, e il Capitano le teneva la mano e sorrideva in quel modo seducente che a Rose faceva ancora venire un brivido lungo la schiena.

Nei suoi occhi, però, la ragazza leggeva il dolore dell'uomo condannato a vivere per sempre e la preoccupazione.

< Sono turbata da pensieri sciocchi, > rispose.

Jack Harkness l'abbracciò. Non si accorgeva mai di quanto le mancasse la compagnia di quel bizzarro avventuriero fin quando non lo rivedeva, allora desiderava poter tornare indietro, quando erano solo lei, Jack e il Dottore dagli occhi azzurri e le orecchie a sventola ed ogni cosa era facile.

< Io... > fece per iniziare la confidenza, ma le grida del Dottore, seguite dall'urlo di Amy, la bloccarono.

Scattarono entrambi in piedi e Rose si precipitò verso la rossa che stringeva in grembo nient'altro che la Carne.

E poi arrivò River.

Rose si era aspettata di averla con loro, ma lei non ri era fatta vedere e aveva potuto leggere la delusione negli occhi del Dottore.

Adesso non vi era che rabbia ed il Signore del Tempo gridava, furioso.

< Come puoi esserne certa che la bambina starà bene? > le urlò contro e la donna sorrise.

Rose spalancò gli occhi e improvvisamente capì: Melody Pond...River Song...

Il Dottore rise, come un bambino la mattina di Natale e si voltò verso di lei, afferrandola e dandole un veloce bacio sulle labbra.

< Jack, River, riportate Amy e Rory a casa. >

River squadrò il Capitano dalla testa ai piedi e l'uomo fece per parlare, ma il Dottore lo interruppe.

< Non ora! >

< Non ho neanche parlato! >

< Non badare a lui, bel fusto, > disse River, con un sorriso d'apprezzamento, < è solamente geloso. >

Jack rise, poi si voltò verso Rose.

< Andrai con lui, vero? >

< Sempre. >

Rose lo abbracciò, posandogli un bacio sulla guancia.

< Spero di rivederti presto, Jack. >

< Non preoccuparti, > le sussurrò all'orecchio, < lui ha sempre scelto te. >

< Muoviti Rose! > La voce del Dottore era lontana, ormai lui doveva essere già ai comandi.

Con un ultimo sguardo ai suoi compagni, a Jack e a River Song, Rose corse nel Tardis e si chiuse la porta alle spalle.

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Capitolo 44
*** Someone I like ***


2

Non so davvero come fare a farmi perdonare per l'immenso ritardo, il terribile blocco è stato quasi interminabile e avevo perso le speranze, ma per fortuna ho avuto l'illuminazione qualche giorno fa mentre filtravo il mio bel precipitato (ah, la chimica!) e sono persino riuscita a scrivere 514 parole in tre ore e poco più. Mi commuoverei se avessi ancora un cuore.Comunque, siamo arrivati a Let's kill Hitler e alzi la mano chi non ha amato questo episodio ed in particolare la scena nel Tardis. Ho sempre trovato incredibilmente dolce la piccola Amelia e il Dottore che le dice che sarebbe potuto essere coraggioso per lei, l'unica la cui vita non era ancora stata rovinata da lui, ma ancora più bello è che alla domanda “Give me someone I like” il Tardis abbia dato come prima opzione Rose. Partiamo da qui per questo What if...e se il Dottore non avesse chiesto al Tardis di cambiare perchè, alla fine, non c'era più la sofferenza di averla persa?







Someone I like





Rose era in piedi davanti a lui, lo sovrastava mentre lui si contorceva in preda agli spasmi e lottava con tutte le sue forze per non rigenerarsi.

Aveva i capelli lunghi fino a metà schiena, biondissimi, che facevano uno strano contrasto sulla giacchetta di pelle scura.

Il Dottore si sforzò si guardarla meglio, anche se sapeva benissimo che quella non era davvero la sua Rose, che la ragazza era da qualche parte fuori e aspettava, temeva di non vederlo uscire mai più dal Tardis. Aveva fatto come per seguirlo, quando si era fiondato dentro –  e il veleno, il veleno che River Song, o Melody, aveva sulle labbra lo sentiva scorrere nelle vene e distruggerlo …ah, quella donna eccitante! – ma lui aveva chiuso la porta prima che lei riuscisse a fermarlo; l’aveva sentita sbattere i pugni e gridare, ma il suo Tardis era partito e c’era stato solo il silenzio e la voce meccanica dell'interfaccia vocale

Per un breve istante aveva guardato se stesso parlare attraverso l’ologramma e si era odiato come raramente gli capitava – ma, a onor del vero, questo se stesso tendeva a odiarsi più di qualsiasi altra rigenerazione avesse mai fatto, come se tutto l’amore e il compiacimento che quello prima aveva provatosi fossero esauriti in una bolla di delirio d’onnipotenza e la sua punizione ora era trovare insopportabile la sua propria coscienza – aveva stretto i denti e supplicato che cambiasse forma, che voleva qualcuno che gli piacesse, qualcuno da poter guardare in quegli ultimi istanti senza soffrire.

 E lei, la sua splendida nave, aveva capito e letto nei suoi cuori in quel modo che sapeva e le aveva dato Rose, Rose che era sempre stata l’appiglio a cui si e era aggrappato per non sprofondare in un’oscurità che lo spaventava, Rose che andava al di là di ogni cosa e dell’amore che nutriva per River –oh, sì, ormai l’aveva ammesso a se stesso, River Song con i suoi brividi e i suoi misteri l’aveva fatto innamorare di una passione travolgente – Rose che era diventata più importante dell’aria che respirava ormai troppo tempo prima per riuscire a sapere davvero il momento esatto.

< Non c’è più niente da fare, vero? > domandò all’ologramma, < devo rigenerarmi. >

< Sarai morto in trentadue minuti > la voce meccanica era dolorosa.

< Mi dispiace, Rose, sono stato egoista. Ti ho chiusa fuori perché mi hai visto morire già due volte, la terza te la risparmio… ma io voglio morire guardandoti. Anche se preferirei non morire affatto.  >

< Sarai morto in trentadue minuti. >

< Rose, Rose, aiutami! >

E improvvisamente l’ologramma lo guardò e per un attimo sembrò davvero lei, stesso sguardo dolce, stesso modo di inclinare la testa e guardarlo mentre gli spiegava un concetto che per lei era ovvio ma che a lui sfuggiva.

< Sarai morto tra trentadue minuti. >

Il Dottore sorrise con una smorfia di dolore. Aveva capito cosa fare, e anche se non era davvero lei, voleva credere che Rose l’avesse salvato di nuovo.

Aveva ancora trentadue minuti per vivere.

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Capitolo 45
*** Who is River Song? ***


Dite la verità, avevate perso le speranze vero? E invece sono di nuovo qui, dopo tutto questo tempo... ho ripreso la storia in mano e precederò spero spedita verso la fine! Intanto vi lascio ai momenti finali di Let's kill Hitler!

Who is River Song?



River Song – o Melody Pond, perchè adesso lei è Melody, l'assassina che non sa nulla di loro – la sta guardando dritta negli occhi, spaventata come Rose non l'aveva mai vista.

Si ricorda di quella volta in cui le aveva detto che avrebbe presto scoperto chi fosse in realtà, River era triste e si era scusata... Mi dispiace aveva mormorato e a Rose si era gelato il sangue nelle vene.

Eppure non riusciva a odiare la donna che le stava strappando via l'uomo che amava in un modo che non avrebbe mai pensato, perchè sapeva – l'aveva visto così chiaramente e, oh, era ciò che la spaventava di più – che River Song amava il Dottore totalmente e incondizionatamente e che per tutta la sua vita il pensiero di averlo ucciso l'avrebbe tormentata.

Si sentiva triste e non arrabbiata. Si voltò verso il robot che aveva assunto le sembianze di Amy, come a cercare conforto, ma la sua amica la guardava con sguardo fisso e assente.

E poi, improvvisamente, quella Amy metallica la spostò con violenza e colpì River con un raggio luminoso. Si ritrovò a gridare cercando di sottrarla a quell'insolito proiettile, ma il Teselecta la zittì.

< Lei è l'assassina del Dottore. Lo ha ucciso e ora deve pagare. >

La voce metallica era così simile a quella della vera Amy da farle male.

< Ha ucciso il Dottore? Il Dottore? Dottore chi? >

Rose si voltò talmente di scatto che sentì il collo scricchiolare, ma non vi badò. Il suo Dottore era in piedi contro il Tardis, un frac e una tuba a farlo sembrare così ridicolo e così meraviglioso. Rose si alzò e gli corse incontro. Si abbracciarono come se fossero passati secoli e non soltanto pochi minuti, ma non importava. Aveva creduto di perderlo e vederlo lì, vivo, ancora per un po', era troppo bello per pensare ad altro.

< Ma stai morendo... e sei passato a cambiarti? > River era incredula.

< Devi sempre prenderti il tuo tempo, soprattutto quando non ne hai. Vero Rose? > Il Dottore le diede un bacio sulla guancia, < Mi hai salvato di nuovo, Rose Tyler > sussurrò e Rose si chiese di cosa stesse parlando.

< Amelia Pond, una macchina mortale che fa le ramanzine... perchè la cosa non mi sorprende? >

Lasciò la presa e iniziò a parlare, in quel modo che aveva imparato ad associare al pericolo. Rose conosceva il Dottore, lo conosceva più profondamente di quanto si conoscesse lui stesso e sapeva che nonostante tutto temeva la morte e la esorcizzava con una parlantina esagerata.

Non lo ascoltava, ma fissava River e vedeva la meraviglia farsi strada in lei... lo amava anche in quel momento.

Improvvisamente il Dottore stramazzò al suolo. Il panico si impossessò di lei e gli si inginocchiò accanto.

< Non lasciarmi, Dottore! >

< Rose... > ma era solo un mormorio soffocato.

Ma River Song si era avvicinata a loro e adesso la guardava egli occhi e riusciva a intravedere la scintilla di ciò che sarebbe diventata.

< River... ti prego > le sue parole uscivano spezzate dai singhiozzi < River ti prego, salvalo! >

< Ancora! Chi è questa River? >

< Tu... sei tu, River Song... >

Rose aveva la vista annebbiata dalle lacrime... ma il Dottore non si muoveva più e la stretta della sua mano era scomparsa.

< Rose? Il Dottore...ne vale la pena? >

< Lui è tutto per me. >

River sorrise e si chinò in avanti. Poggiò le sue labbra su quelle del Dottore e Rose non riuscì a trattenere un singhiozzo quando lo vide aprire gli occhi.

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Capitolo 46
*** Tick tock goes the clock ***


Ci avviciniamo a piccoli passo verso il finale ed eccoci qui, bloccati nella casa delle bambole di Night terrors. Rory si trova per la prima volta solo con Rose e gli viene in mente di dirle ciò che tutti tacciono: il Dottore verrà ucciso.

Tick tock goes the clock



Rory si sentiva confuso... confuso e spaventato, ma con una punta di eccitazione che faceva pompare il suo cuore a mille.

Credeva di essersi ormai abituato a quella sensazione dato che viaggiava con il Dottore ormai da un po', ma la piccola pausa che lui ed Amy si erano presi, mentre quello strambo di un alieno andava in giro per lo spazio e il tempo alla ricerca della loro figlia, doveva avergli fatto perdere l'allenamento.

Amy era stata trasformata in un'enorme e terrificante bambola dai capelli rossi. Ok, questo era un problema e per un attimo ne aveva avuto paura, paura di non riaverla mai più indietro, paura di perderla per sempre... almeno finchè Rose non lo aveva preso per mano, gridandogli un “Corri!” con un'intonazione talmente simile a quella del Dottore da lasciarlo stranito.

Ovviamente aveva corso a perdifiato.

Erano entrati trafelati in quella che sembrava una sala da pranzo e avevano sbarrato la porta, accumulando sedie, tavoli e credenze. Rose ansimava leggermente e anche lui si sentiva il fiato corto. La ragazza si avvicinò alla porta chiusa ed ascoltò per qualche secondo, l'orecchio premuto contro il legno, poi si rivolse a lui:

< Bene, non sembra ci abbiano ancora trovati. >

Rory la osservò, quasi studiandola: la conosceva da tanto ormai, eppure se qualcuno gli avesse chiesto chi era Rose Tyler non avrebbe saputo cosa dire. Dov'era la sua famiglia? Non ne parlava mai, tranne rari casi in cui il Dottore faceva battute su sua madre e lei lo rimproverava scherzosamente. Era arrivato al punto di identificare quella strana ragazza con il Dottore e lei stessa gli appariva aliena, fuori dal tempo. Stare con lei, lì, era come avere il Dottore e gli dava la sicurezza che tutto sarebbe andato per il meglio, che Amy sarebbe stata sana e salva.

Rose aspettava, sicura che il suo Dottore sarebbe arrivato presto a tirarli fuori dai guai e Rory assimilava quella stessa sicurezza.

Improvvisamente si rese conto di essere solo con lei, per la prima volta da tanto tempo. Amy e River – non riusciva ancora a credere che River Song fosse sua figlia – gli avevano sempre impedito di parlarle di ciò che avevano visto, ma Rory sentiva che non era giusto.

Il Dottore era morto sulle rive del Lago Silencio, ma Rose non era con lui... avrebbe dovuto esserci, ne era certo. Meritava di sapere la veritò, lei che lo prendeva per mano possessivamente. Oh, Rory se n'era accorto, Rose e il Dottore si toccavano come se ogni istante fosse per loro incredibile e lui aveva l'impressione che fosse vero... aveva abbracciato Amy in quella stessa maniera, dopo duemila anni passati ad aspettarla.

Si sentiva incredibilmente vicino a quella strana e misteriosa amica che non diceva mai nulla di se stessa ma che aveva sempre una parola gentile per tutti.

Prese un gran respiro.

< Rose? Devo dirti una cosa. >

La ragazza si voltò verso di lui, curiosa, ma Rory non fece in tempo ad aprire bocca. Un rumore secco contro la porta. Rose si alzò precipitosamente.

Probabilmente non avrebbe avuto un'altra occasione, ma non poteva farci nulla ormai. La voce inquietante delle bambole si udiva già da dietro la porta chiusa.

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Capitolo 47
*** The boy who chose ***


Eccomi qui, scusate il ritardo. Siamo arrivati a The girl who waited episodio che amo particolarmente e che mi ha strappato il cuore dal petto con quella scena tra Rory e la Amy del futuro. Non so voi, ma mi ha ricordato tantissimo Doomsday per l'impostazione scenica (Rory e Amy come Rose e il Dottore saperati da una porta o un muro) e The fires of Pompei per l'enormità di dover fare una scelta obbligata e credo che il Dottore abbia sofferto moltissimo nel fare ciò che ha fatto. Rory non poteva capirlo in quel momento, così come non lo capì Donna all'inizio. Comunque, ci si avvicina abbastanza rapidamente al finale e la morte incombe sul nostro Dottore.

Questa volta mi tengo bassa, 488 parole, buona lettura!


The boy who chose





Il Dottore guardava Rory addossato alla porta del Tardis: aveva la fronte contro lo stipite, le spalle curve e, anche se non poteva vederli, sapeva che teneva gli occhi chiusi. Conosceva fin troppo bene quella sensazione e si sentiva un mostro a permettere che tutto ciò accadesse, ma era necessario.

Tanto tempo prima, in un'altra vita, aveva guardato le lacrime negli occhi di Donna e aveva provocato la morte di migliaia di persone, ora – un altro uomo, forse più duro, forse più fragile – doveva guardare Rory scegliere la sua Amy.

Non riusciva a sentire cosa si dicevano, ma il dolore del suo compagno – Rory, gentile e divertente Rory, sempre pronto a dare una mano senza mai chiedere nulla in cambio – era tangibile.

Cercò le mani di Rose, ma la ragazza era lontana, accanto alla giovane Amy priva di sensi. Si voltò e vide che tratteneva le lacrime. Non voleva mostrarle, ma ormai la conosceva e sapeva che quello sforzo le faceva tremare le labbra che lei serrava con più forza, quasi mordendosele, e i suoi occhi diventavano più scuri sotto le ciglia lunghe e nere di mascara. Si chiese se avrebbe mai avuto il coraggio di fare una scelta simile a quella cui aveva costretto Rory, se avrebbe mai potuto lasciare andare Rose o River per il bene di entrambe... l'idea di non avere più Rose accanto lo atterriva, ma River gli aveva rubato un pezzo di anima e non poteva fare a meno di amarla.

Poi improvvisamente si ricordò del fatto che sarebbe morto di lì a poco e ne fu quasi felice. La scelta poteva passare in secondo piano quando la sua priorità era morire.

Si sentì lo sguardo di Rose addosso, come se lei potesse leggergli la mente. Aveva pensato di dirglielo, ma non era cambiato, nonostante la rigenerazione, e aveva continuato a fare finta di nulla con tutti loro... in fondo anche Amy credeva di averne parlato solo con la sua copia di Carne.

Probabilmente River già sapeva, ma gli avrebbe sorriso a quel modo eccitante così tipico di lei e avrebbe eluso la domanda, buttando lì una battuta delle sue.

Ma Rose, la sua Rose, non poteva saperlo, anche se ne aveva il diritto. Rose avrebbe pianto e urlato e si sarebbe intestardita nel salvarlo a tutti i costi e lui, lo sapeva, si sarebbe fatto salvare ancora perché l'idea di lasciarla era insopportabile e il pensiero che lei soffrisse gli faceva male.

Sospirò, prima di strappare Rory da quel momento di dolore consapevole, quasi un atto di crudele pietà. Avrebbe voluto strappare se stesso al Tempo allo stesso modo, solo per vedere ancora Rose guardarlo con l'amore con cui lo stava guardando in quel momento, per sentire ancora la risata di River. Avrebbe creato un enorme falla nel Tempo, cambiando quell'unico, fondamentale, Punto Fisso, ma ne sarebbe valsa la pena...

Il pensiero svanì assieme allo sguardo di Rose.

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Capitolo 48
*** Rose's room ***


Mi devo scusare per la lunga assenza ma ero convinta di aver pubblicato questo capitolo... sì, lo so, sono scema, insultatemi pure. Comunque, siamo arrivati a The God Complex, episodio affascinante sotto molti aspetti, prima di tutto per l'idea delle stanze in cui sono contenute le peggiori paure di qualcuno. Siamo alla prima tappa dedicata a questo episodio: la stanza di Rose.



Rose's room




La porta sembrava chiamarla con una voce sottile, quasi femminile, per qualche strano motivo molto simile a quella di sua madre. Non aveva numero ma uno strano simbolo che Rose riconobbe come una delle lettere arcaiche della lingua natia del Dottore, eppure non aveva dubbi: quella era la sua stanza.

Spinse con mano tremante la porta ed entrò. Per un secondo non capì, semplicemente accecata da tutto quel bianco dopo la semioscurità dell'albergo, poi, improvvisamente, la paura e l'angoscia l'assalirono, scuotendola da capo a piedi.

Le sue guance si bagnarono di lacrime ed il suo cervello si bloccò.

Si appoggiò al muro, piangente, un orecchio premuto contro di esso per riuscire a captare un qualsiasi suono che non fossero i suoi singhiozzi strozzati.

Il panico si impossessò di lei e si sentì in trappola, completamente sperduta... lui era dall'altra parte di quel muro e non poteva raggiungerlo, era condannata a essere separata da lui per sempre, proprio ora che cedeva di averlo ritrovato.

< Riportatemi indietro! > gridò, picchiano il muro con il palmo fino a farsi male.

Non poteva essere, non di nuovo, non intrappolata lì ancora, in un mondo estraneo e privo di lui, privo dell'unica cosa che importava.

< Rose! > si sentì afferrare e si ritrovò faccia a faccia con il Dottore. Aveva lo sguardo spaventato mentre la guardava negli occhi.

L'allontanò bruscamente dal muro bianco e la strinse, quasi di prepotenza. Rose si ritrovò a contraccambiare la stretta con altrettanta ferocia, bagnando di lacrime e trucco sciolto la sua camicia. Il Dottore tremava impercettibilmente mentre la trascinava di nuovo nel corridoio e chiudeva la porta dietro di sé. Le diede un bacio sulla testa e le accarezzò i capelli, poi la scostò per poterla guardare. Aveva gli occhi lucidi e questo, incredibilmente, la fece calmare di scatto.

< Rose, Rose era solo un incubo! >

Lei annuì, tirando su col naso e lui sorrise appena.

< Sono qui, ricordi? È accaduto molto tempo fa. >

< Sì > mormorò, < sì, sei qui > disse infine più convinta.

< Dottore! > Amy e Rory arrivarono correndo, < l'hai trovata! >

Rose si asciugò le lacrime e si ricompose, sorridendo ai due compagni.

< Troviamo una via d'uscita da questo posto > affermò.

Il Dottore le prese la mano e le diede un veloce bacio a fior di labbra, sorridendole poi con tenerezza.

Il velo di terrore nel suo sguardo, però, era ancora lì e la mano la stringeva con presa spasmodica... aveva come l'impressione che la sua stanza avesse avuto un effetto traumatico anche su di lui, se non maggiore.

Rose aveva sentito la sua paura svanire in un secondo non appena il Dottore era apparso a confortarla, ma il suo Signore del Tempo non riusciva a liberarsi del terrore che aveva provato vedendo la donna che amava riversa contro quella parete... era come se l'avesse trovata a piangere sul suo corpo senza vita.

Fu scosso da un brivido e un presentimento.

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Capitolo 49
*** Eleventh Room ***


eleventh room Eccomi qui con la seconda e ultima parte di The God Complex. Ecco le due domande che mi sono posta guardando l'episodio e che credo ci siamo posti tutti: cosa c'era nella stanza del Dottore? In cosa crede? (Diciamoci la verità, una risposta a quest'ultima domanda ce la siamo ricordati tutti, vero?) Ci avviamo verso la fine e, vi avverto, verso l'angst più sfrenato... perché fluff è bello ma angst è meglio! E poi non dite che non vi avevo avvertito...










Eleventh room



Il Dottore se ne stava curvo e silenzioso appoggiato alla consolle del Tardis.

Guardarlo era doloroso, faceva pensare a quanto infinitamente vecchio lui fosse, a quanti dolori era stato costretto a sopportare, prima di salutare Amy e Rory per quello che poteva essere un tempo infinito.

Rose aveva quasi timore di toccarlo e si avvicinò a lui, standogli alle spalle, vicinissima e impercettibile.

< Dottore? >

Lui si voltò verso di lei, gli occhi lucidi e un sorriso triste sul volto.

< Non è un addio, lo sai? Loro sono lì, possiamo andare a trovarli quando vogliamo. >

Una bambina, ecco come si sentiva in quel momento.

Lui l'attirò a sé e l'abbracciò stretta, poggiando il mento sulla sua testa e baciandole i capelli.

< Quella creatura, Rose, era così disperata, così sola che io... non potrei mai perdonarmelo se Amy e Rory perdessero loro stessi. >

Parole sussurrate che a Rose parvero urlate a squarciagola, perché il Dottore aveva paura di qualcosa e lei lo sentiva, ma lui non avrebbe mai confessato nulla, non avrebbe chiesto aiuto.

< Ci sono io con te, lo sai, no? Per sempre, Dottore. >

Si irrigidì a quelle parole, ma non la lasciò... era rassicurante starsene lì, abbracciati, solo loro due e il Tardis.

< C'era una stanza per me, > disse lui improvvisamente, < la stanza numero undici. >

< Puoi dirmelo, non devi mai dubitare di questo. Di cosa hai paura? >

< La cloister bell impazzita ed io... non sarebbe mai potuto essere nient'altro...credo che... > sospirò forte, lasciando che il discorso confuso cadesse nel silenzio.

Rose non insistette, sapeva bene che non avrebbe ottenuto nulla.

< Ho paura di perderti di nuovo, Dottore, e la mia stanza era lì a ricordarmelo perché se c'è una cosa in cui credo è che farei qualsiasi cosa per coloro che amo, per salvarli, per ritrovarli... attraverso i mondi e gli universi. >

Si scostò per poterlo guadare negli occhi.

< E tu, in cosa credi? >

Il Dottore non rispose e il Tardis si fermò.

< Vai, scopri cosa c'è dietro quella porta. >

Rose lo guardò perplessa, poi andò verso la porta, sconfitta. Non si sarebbe mai confidato, nemmeno con lei, non del tutto almeno.

Aprì e uscì fuori, rimanendo paralizzata, il panico crescente in lei: il Powell Estate.

Il rumore del Tardis che ripartiva la fece voltare di scatto.

< No! Dottore non di nuovo! > ma le sue grida erano rivolte al nulla.


Il Dottore aveva seguito Rose ma appena la ragazza era uscita aveva richiuso la porta di scatto e il Tardis era ripartito. Quante volte lo aveva fatto ormai? Eppure lei non aveva avuto il minimo sospetto, l'idea che il suo fosse un abbraccio di addio non l'aveva neppure sfiorata... la sua Rose voleva solo consolarlo.

Non poteva chiederle di assistere alla sua morte, avrebbe smosso l'intero Universo per salvarlo e non doveva accadere.

Poggiò la fronte contro il legno e chiuse gli occhi.

< Se c'è una cosa, solo una cosa... io credo in lei. >


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Capitolo 50
*** Back home ***


Con un imperdonabile ritardo torno da voi, spingendovi a passo di marcia verso il finale! Buona lettura!

Back home




Rose guardò il Tardis sparire senza che lei potesse fare altro se non piangere e gridare: < Dottore! Dottore, torna indietro! > , ma non poteva raggiungerlo, ormai.

Si sentì improvvisamente vuota, incredula... perchè lo aveva fatto? Nulla aveva fatto presagire una svolta del genere, nessun pericolo imminente, nessun presagio di morte, nulla se non il desiderio di lasciare Amy e Rory alla propria vita prima che fosse troppo tardi.

Ma il Dottore sapeva perfettamente che Rose non aveva una vita all'infuori del Tardis, non aveva una famiglia – non più ormai – non aveva nulla che non fosse lui.

Eppure l'aveva lasciata lì, in quello che una volta era stato il suo quartiere, nel parco da cui riusciva a vedere quella che era stata la sua casa. Avevano parcheggiato il Tardis in quel parco così tante volte, quando ancora c'era Jackie ad aspettarla, quando ancora sua madre non si era trasformata in un ricordo dolce ma lontano.

Il Dottore l'aveva lasciata lì e nella sua testa era stata una scelta giusta, un modo contorto per salvarla da qualcosa che lui credeva sarebbe accaduto... di cosa aveva paura?

Aveva conosciuto tre versioni di lui e le aveva amate tutte – in modo diverso, ma sempre con la stessa intensità – ma mai come in quel momento si era resa conto di quanto, in fondo, il Dottore non cambiasse mai.

Ma perchè? Cosa credeva sarebbe successo? Quale era il pericolo?

Era furiosa perchè non si era confidato con lei, quando sapeva perfettamente che lei ci sarebbe stata sempre.

Si avviò verso il suo vecchio palazzo e l'aprire di nuovo, dopo così tanto tempo, la porta di casa fu come ricevere uno schiaffo in pieno viso. Casa sua era come l'aveva lasciata, coperta di polvere per essere rimasta vuota per quattro anni. Si sedette sul divano, guardandosi intorno: era tutto familiare eppure incredibilmente stonato, fuori posto.

Cosa poteva fare, lei, in un mondo che non le apparteneva più? Cos'era lei ormai se non una viaggiatrice del tempo? Non era più Rose Tyler, commessa di Londra, Terra... era Rose Tyler, compagna del Dottore e la sua casa era il Tardis, possibile che lui questo non lo avesse capito? Cosa credefa di fare, lasciandola lì?

Rose si rannicchiò maggiormente sul divano, lasciando che le lacrime le si seccassero sulle guancie, solo una cieca furia che la squarciava da dentro.

Cosa poteva fare se non aspettare il Dottore? Non sapeva dove cercarlo, non sapeva come contattarlo.

Improvvisamente l'ovvio la colpì, facendola trasalire.

Lei aveva ancora una famiglia, lì sulla Terra! Mickey era lì, da qualche parte, e c'era Jack ed entrambi conoscevano Martha Jones... e Martha Jones aveva il numero del Dottore.


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Capitolo 51
*** Hell, in high heels ***


Devo scusarmi con voi, sono sparita e non ho dato mie notizie, purtroppo sono senza connessione internet ed è un vero problema, sembra che tutto remi contro di me e mi impedisca di finire questa storia. Non importa, anche se con la lentezza di un bradipo ci avviciniamo al finale e siamo in The Wedding of River Song, episodio che non mi è piaciuto particolarmente e che quindi mi sta dando qualche difficoltà. Attendo pareri, suggerimenti e consigli.

Hell, in high heels




Il Dottore guardò River come se fosse la prima volta e, strano a dirsi, anche come se fosse l'ultima.

Pensò che il trovarsi lì, dentro il Teselecta, fosse incredibilmente irreale, ma guardare River, il suo volto rigato di lacrime, con gli occhi supplicanti e il respiro pesante, era doloroso come se le fosse stato davanti davvero.

La guardava e vedeva che non l'avrebbe mai fatto, che avrebbe mandato in pezzi il tempo per non uccidere l'uomo che amava. Riusciva a scorgerlo nella sua mano tremante come se glie lo stesse urlando in faccia.

La delusione lo colse in maniera violenta, tanto che per un secondo pensò di non riuscire a trattenersi, che sarebbe scoppiato a piangere lì, come un bambino a cui viene rubato il gelato.

E poi arrivò la rabbia, perchè era stato uno stupido, perchè aveva lasciato Rose da sola per evitare proprio questo, ma non aveva pensato che River potesse rovinare tutto, non aveva capito, aveva sottovalutato l'amore che quella donna incredibile provava per lui.

Era stato uno stupido e si era illuso che quello che c'era tra loro non fosse altro che attrazione e fascino, che non poteva essere vero amore perchè lui amava Rose.

Avrebbe dovuto scegliere ma non lo aveva fatto e per la sua codardia il tempo intero sarebbe andato perduto.

Chiuse gli occhi e lo percepì: il Tempo si contraeva, soffriva, rantolava, gridava in uno spasmo eterno di sofferenza, sembrava aggrapparsi a lui con le unghie per non sprofondare, gli chiedeva aiuto ma lui non poteva fare nulla.

Lui aveva sbagliato tutto, aveva sottovalutato il pericolo, compiaciuto di quell'euforia che River gli provocava, pensando che in fondo avrebbe sempre vinto e al diavolo le leggi del Tempo.

Improvvisamente tutto si fermò e fu come se fosse stato investito da un'onda sulla battigia.

Aprì gli occhi.

Ogni cosa era immobile, unita, contratta in quel sempre e in quel mai e poteva percepirla come se fosse una brezza gelida. Intorno a lui la storia si svolgeva contemporaneamente e andava verso la sua fine.

Si chiese dove fossero Amy e Rory, se li avrebbe mai rivisti prima che il nulla sopraggiungesse. Si chiese se Jack sarebbe continuato a esistere così com'era, prima che anche lui scomparisse insieme al Tempo. Avrebbe voluto poter chiedere scusa a Donna e a Martha per aver rovinato le loro vite.

Pensò a Rose, al fatto che avrebbe voluto chiederle scusa per averla strappata da casa a diciannove anni, per averla intrappolata in un altro universo, per averla trasformata in un essere senza casa come lui, ma soprattutto per averla lasciata di nuovo lì senza una spiegazione.

E infine pensò a River.


< Hai nominato una donna > Winston Churchill lo guardava fumando il suo sigaro.

< Sì, ci sto arrivando, a lei. >

< Com'è? Attraente, presumo. >

Il Dottore fece una smorfia, la delusione ancora bruciante che si tramutava in rabbia.

< Il diavolo. Con i tacchi alti. >





P.S. Ormai tutti saprete che Matt lascerà lo show il prossimo Natale, vorrei davvero ringraziarlo perchè è stato un Dottore fantastico, mi mancherà immensamente, mi mancheranno i suoi bow ties, le sue piroette, i suoi occhi tristi ed il suo incredibile mento, mi mancherà tantissimo. Grazie Matt, grazie di cuore.

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Capitolo 52
*** The Pyramid ***


No, non sono morta, sono soltanto stata vittima di assenza di connessione unita a tremendo blocco dello scrittore. Comunque, sono tornata *risata malefica* con un nuovo capitolo, un passo più vicini alla fine della sesta serie e di questa storia. Siamo ancora in The Wedding of River Song, questa volta però è Rose la protagonista. Buona lettura e a fra qualche giorno per il prossimo e penultimo capitolo!



The Pyramid





Ricordava l'abbraccio di Mickey, caldo e morbido come quando erano dei ragazzini qualsiasi.

Ricordava il sorriso di Martha, un sorriso che l'aveva fatta sentire meno sola, nonostante tutto.

E poi era arrivato Jack, solido e affidabile, la sua eterna roccia a cui aggrapparsi nei momenti bui. Guardarlo la riportava indietro a quando il Dottore aveva i capelli corti e gli occhi azzurri, quando nella sua ingenuità aveva creduto che ogni cosa sarebbe rimasta immutabile e immutata.

Aveva raccontato a Jack di River, di Amy e Rory lasciati in una casa dalla porta Blu Tardis, del Dottore che non cambiava mai e la rimandava con l'inganno in un mondo che non le apparteneva più. Jack le aveva dato un bacio: “Vuole solo proteggerti”, aveva detto.

E poi ogni cosa si era fatta confusa, il Tempo si era come accartocciato su se stesso e Rose si era sentita sbalzata fuori e poi reinserita in quella linea temporale contratta.

Si era guardata intorno e ogni cosa era diversa, la casa di Martha e Mickey era scomparsa così come i suoi abitanti e lei era in un ambiente estraneo... eppure ne conservava il ricordo.

< È accaduto qualcosa al Tempo > disse Jack, rimasto al suo fianco anche dopo lo strano fenomeno.

Rose lo guardò, accorgendosi che lui era l'unica cosa rimasta immutata davvero, ma in fondo avrebbe dovuto saperlo, Jack era fuori dal Tempo e contemporaneamente saldamente ancorato ad esso... un punto fisso, lo aveva chiamato il Dottore.

Ogni cosa intorno a loro era in pezzi, la Storia si svolgeva contemporaneamente in quell'unico momento nel Tempo, ogni cosa che conosceva era lì ma non c'era davvero, sostituita da una nuova vita, nuovi ricordi: River, Amy, Jack, il Silenzio... avevano costruito una base segreta nella Piramide per poter trovare il Dottore, per poterlo salvare.

Jack la stava fissando, confuso dalle sue stesse sensazioni contrastanti.

< So dove si trova il Dottore > disse Rose < l'ho sempre saputo in questa vita, anche se non l'ho mai visto. Jack > si girò verso l'uomo al suo fianco < non l'ho mai conosciuto in questa vita. >

Jack rimase in silenzio, limitandosi a prenderle la mano per un secondo e stringerla, per poi iniziare ad armeggiare con il suo manipolatore del vortice.

< Nessuno di noi ha mai conosciuto il Dottore, qui > parlò velocemente, senza smettere il suo lavoro, < ma tutti noi lo ricordiamo e lo amiamo. >

< Così sfocato... e così vivido... > mormorò, ma Jack parve non sentirla.

< Ecco, funziona. Pare che io sia andato molte volte alla Piramide, pare che noi due lavoriamo lì. >

Non aggiunse altro, la guardò intensamente e le passò un braccio attorno le spalle.

Protezione e calore, ecco cosa sentiva in quel momento, tra le braccia di Jack. Gli era grata perché lui era lì, perché ricordava, perché non era sola... perché stava andando dal suo Dottore, ancora una volta.



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Capitolo 53
*** The wedding of the Doctor ***




No, non sono morta, anche se con tutto l'hype per il cinquantesimo lo sarò presto. Comunque, non vi ammorberò oltre con i motivi del mio disastroso ritardo e passerò subito al capitolo: siamo ormai alla fine di The wedding of River Song e di questa storia, tutti i protagonisti sono lì, su quel tetto... sappiamo tutti cosa succede. A voi la lettura e al prossimo e ultimo capitolo.



The wedding of the Doctor


Il Dottore cercava di non guadare Rose, cercava di mantenere lo sguardo fisso solo su River. Il suo intero campo visivo era invaso da quei ricci biondi, dagli occhi penetranti della donna che stava sposando - River, che era morta per lui, che lo aveva guardato piangendo mentre lui non sapeva nemmeno chi lei fosse - e non riusciva a pensare lucidamente, nonostante tutto.
Incredibile come la sua mente di Signore del Tempo riuscisse a pensare a così tante cose insieme e poi si inceppasse in maniera così disastrosa nei momenti meno opportuni. Continuava a ripetersi che lo faceva per dovere, che era necessario perché l'Universo e il Tempo dipendevano da quello, tanto che era arrivato quasi a crederci.
Si sentiva lo sguardo di Rose sulla nuca - Rose, che era riuscita ancora una volta a ritrovarlo, che si teneva aggrappata a Jack e lo guardava senza parlare - così pungente da far male. Ma era compiuto e non poteva tornare indietro nemmeno se lo avesse voluto.
Si avvicinò a sua moglie e la baciò. In quel bacio riusciva quasi a sentire la loro interra esistenza, il loro passato, presente e futuro che si incrociavano in una storia che lo stava risucchiando.
Alla fine, morì.

Rose guardava silenziosamente il mare grigio e freddo, il vento che le sferzava i capelli.
Non era sicura che quel posto esistesse anche in quell'universo, ma Jack lo aveva trovato e l'aveva accompagnata lì nonostante il suo lavoro lo impegnasse molto. Se ne stava in disparte vicino la macchina, mentre lei guardava il mare.
Essere lì era come un incubo ricorrente che si ripete per sempre, ma aveva anche un certo qualcosa di rassicurante.
Non era riuscita a rimanere in contatto con Amy e Rory, non dopo che la realtà dei fatti era diventata chiara... e River non si era più vista nè sentita. Ormai Rose riusciva a sopportare la vicinanza esclusivamente di Jack, la sua roccia e il suo sostegno.
Ma poi l'aveva sentita, la sua voce che la chiamava da lontano, e sapeva che sarebbe dovuta andare lì... la Bad Wolf Bay... sapeva che il Dottore ci sarebbe stato, anche se Jack continuava a ripeterle che tutti i dati indicavano la sua morte. Non voleva che lei rimanesse delusa, diceva, era preoccupato per lei, ma Rose aveva insistito.
Non fu sorpresa quando udì il suono che le era familiare.
Sorrise al Dottore - giacca di tweed, farfallino e sorriso da eterno bambino - per poi correre verso di lui.
Il loro abbraccio fu uguale a cosi tanti altri che Rose si sentì a casa.

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Capitolo 54
*** Always ***


E siamo giunti alla fine. Mancano solo tre giorni al cinquantesimo anniversario del nostro Doctor, domani parto per Londra e ho deciso di lasciarvi con l'ultimo capitolo di questa storia, un piccolo esperimento che spero sia riuscito a intrattenervi e magari anche a emozionarvi un po', proprio come Doctor Who fa ormai da 50 anni a questa parte. Grazie per avermi seguito, in particolare grazie alle splendide persone che hanno recensito. Buona lettura e alla prossima storia!

Always

Il Dottore non sapeva cosa dire.

Era strano pensare che per tutta la sua lunga vita il suo non era stato altro che un incessante flusso di parole, a volte gridate, a volte sussurrate, parole che gli uscivano dalla bocca senza che il suo cervello le filtrasse minimamente, ma che tra lui e Rose aveva sempre regnato un silenzio carico di parole non dette.

Parlavano per ore senza dirsi nulla.

Non riusciva a fare a meno di pensare che se non fosse stato per quei silenzi Rose sarebbe stata molto più felice.

La ragazza non lo stava guardando, armeggiava con i comandi del Tardis come se sapesse farlo funzionare davvero, evitando i suoi occhi. La luce arancione si rifletteva sui suoi capelli biondi donandole un senso di irrealtà che il Dottore trovava irresistibile, la rendeva eterea e bellissima.

< Rose, parlami > la supplicò, ma lei non rispose.

Sembrava al di là della rabbia, al di là di qualsiasi cosa non fosse puro e semplice dolore.

< Cosa vuoi che ti dica, Dottore? > Disse infine, senza mai guardarlo.

< Perchè sei ancora qui, con me? >

Sofferenza, sofferenza nei suoi due cuori.

Rose alzò lo sguardo, sorpresa.

I suoi occhi... occhi brillanti e chiari sotto le ciglia lunghe e scure, ricoperte di mascara.

< Dove altro andrei? Il mio posto è qui, nel Tardis, con te, non potrei mai lasciarti. >

Fu il suo turno di abbassare lo sguardo.

La voce di Rose era ferma, determinata, senza traccia di tremore, perchè lei era sempre stata forte, più di quanto un patetico Signore del Tempo potese mai sperare di essere.

< Ho sposato River, dovevo farlo perchè non c'era soluzione. >

< Hai sposato River perchè la ami. >

Sofferenza, ancora più terribile nel sentirsi sbattere in faccia la verità.

< Ma sei venuto da me, > la sua voce era ora più roca, vibrante, < sei venuto da me a dirmi che non eri morto, che avevi ingannato tutto con uno stratagemma, a chiedermi di venire con te ancora. Sei venuto da me, Dottore, non da River. >

Lo guardava con sfida, dal basso, le labbra che tremavano. Oh, così coraggiosa, la sua Rose!

Non riuscì a trattenersi e l'abbracciò: lo fece come aveva fatto un tempo, tenendola stretta e sollevandola da terra, un modo per assimilare un po' di quel calore che si irradiava da lei come elettricità.

< Sempre, sempre da te Rose > le disse all'orecchio, parole che avrebbe dovuto pronunciare anni prima.

Perchè alla fine aveva capito che non era questione di scelta, non più. Aveva capito di amare River e che poteva accettarlo, che forse un giorno sarebbe anche riuscito ad andare oltre il fatto di averla vista morire proprio davanti a lui... e che non era semplicemente innamorato di Rose: lui era Rose. 

Sempre.

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