Doctor Who di Thiliol (/viewuser.php?uid=31172)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tears for Donna ***
Capitolo 2: *** Time Lord Victorious ***
Capitolo 3: *** Bad Wolf ***
Capitolo 4: *** Farewell ***
Capitolo 5: *** Crash ***
Capitolo 6: *** Doctor Who? ***
Capitolo 7: *** Same new Doctor ***
Capitolo 8: *** To the moon and back again ***
Capitolo 9: *** Come along, Pond! ***
Capitolo 10: *** The very very last ***
Capitolo 11: *** Remember ***
Capitolo 12: *** Hello Sweetie! ***
Capitolo 13: *** Spoilers! ***
Capitolo 14: *** Trust me ***
Capitolo 15: *** I'm so sorry ***
Capitolo 16: *** What about love? ***
Capitolo 17: *** Venezia ***
Capitolo 18: *** Restless ***
Capitolo 19: *** The Doctor's choice ***
Capitolo 20: *** The unforgettable Rory ***
Capitolo 21: *** Give me sadness and a couple of tea ***
Capitolo 22: *** One day in the Tardis ***
Capitolo 23: *** A little bit confused ***
Capitolo 24: *** Rory the centurion ***
Capitolo 25: *** Who takes the Pandorica takes the universe ***
Capitolo 26: *** The Pandorica opens ***
Capitolo 27: *** Geronimo! ***
Capitolo 28: *** Vanishing ***
Capitolo 29: *** I's like a flash into my memory ***
Capitolo 30: *** Something blue ***
Capitolo 31: *** Goodbye ***
Capitolo 32: *** Doctor River Song, archeologist ***
Capitolo 33: *** A little blue envelope ***
Capitolo 34: *** 1969 ***
Capitolo 35: *** Space suits are cool ***
Capitolo 36: *** We are friends ***
Capitolo 37: *** It's ok, then? ***
Capitolo 38: *** Home sweet home ***
Capitolo 39: *** She's my Tardis ***
Capitolo 40: *** Never ***
Capitolo 41: *** The many faces of you ***
Capitolo 42: *** Glad to see you, Rose ***
Capitolo 43: *** The only water in the forest is the river ***
Capitolo 44: *** Someone I like ***
Capitolo 45: *** Who is River Song? ***
Capitolo 46: *** Tick tock goes the clock ***
Capitolo 47: *** The boy who chose ***
Capitolo 48: *** Rose's room ***
Capitolo 49: *** Eleventh Room ***
Capitolo 50: *** Back home ***
Capitolo 51: *** Hell, in high heels ***
Capitolo 52: *** The Pyramid ***
Capitolo 53: *** The wedding of the Doctor ***
Capitolo 54: *** Always ***
Capitolo 1 *** Tears for Donna ***
Disclaimer:
Doctor Who è proprietà assoluta
della Bbc, di Russet T Davies, Steven Moffatt ecc ecc. Se scrivessi per
ricavarne qualcosa che non sia divertimeto, allora non sarei qui!
Piccola
premessa prima di cominciare: allora, questa
sarà una long fiction fatta di flash fiction, un piccolo
esperimento che mi andava di intraprendere per mettermi alla prova. La
storia prende il via dal finale di Journey's
End con un piccolo What if...?, ovvero cosa sarebbe
successo se la trasformazione di Donna in Doctor-Donna non avesse
comportato la nascita della copia umana del Dottore? Personalmente l'ho
trovata una cosa un po' inutile, messa lì solo
perchè si doveva dare uno pseudo lieto fine alla storia con
Rose senza che Billie Piper tornasse a essere regolar, ma comunque
dà così la possibilità
affinchè lei e Tennant tornino nello show. Non
fraintendetemi, mi piace la cosa della metacrisi umana, ma credo che se
non ci fosse stata, allora Rose sarebbe rimasta sul TARDIS e il Dottore
se ne sarebbe fregato dell'altro universo. Ecco, questa storia parte da
questo incipit e si sviluppa, intrecciandosi con la 5 e la 6 serie (per
il momento). Buona lettura e, ricordate, lasciare una recensione non vi
procurerà danni permanenti!
Tears
for Donna
Il
Dottore era appoggiato a una delle colonne del TARDIS, completamente
zuppo di pioggia, lo sguardo basso.
Rose non l'aveva mai visto in
quelle condizioni, mai così perso e disperato; sembrava
quasi un
bambino solo e spaventato, ma nei suoi occhi vi era la tristezza dei
secoli.
Quando
gli prese la mano, lui alzò la testa e la guardò
come se la vedesse
per la prima volta, come se aggrapparsi all'immagine di lei fosse la
sua unica speranza.
Stringerlo
tra le braccia appariva la cosa più naturale del mondo,
nonostante
gli anni e la lontananza, era facile e sicuro, così come
sentire il
Dottore ricambiare quell'abbraccio con forza.
<
Era l'unico modo che avevi per salvarla, lo sai vero? >
Lui
non rispose, ma lo sentì inspirare profondamente, come a
volersi
trattenere.
Avrebbe voluto dirgli che lì, con lei, poteva piangere,
poteva lasciarsi andare e piangere per Donna fin quando ogni sua
lacrima non si fosse esaurita, ma sapeva che non l'avrebbe mai fatto,
perchè il Dottore doveva continuare a sostenere di star bene.
<
Non si ricorderà mai di me > disse infine e la sua
voce le
appariva lontana e flebile.
<
No, in un angolo della sua mente, Donna saprà sempre chi
sei, cosa
avete fatto insieme, cosa avete visto. >
Il
Dottore si sciolse dal suo abbraccio e le sorrise, un sorriso dolce e
triste allo stesso tempo.
<
Sono felice che tu sia qui, Rose >.
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Capitolo 2 *** Time Lord Victorious ***
Secondo
capitolo ambientato durante e dopo lo splendido Water of Mars in
cui secondo me David Tennant dà stupefacente prova di
sè e in cui il Dottore è riuscito davvero a
spaventarmi. Forse è un po' confuso perchè i
pensieri di Rose mentre osserva il Time Lord sono confusi e smarriti,
ma sinceramente a me piace così anche se non è la
mia miglior flash fiction!
Time Lord Victorious
Se qualcuno le avesse detto che un giorno avrebbe avuto paura del
Dottore, non ci avrebbe mai creduto. Eppure lo aveva guardato, guardato
il suo Dottore e ne era stata spaventata, non aveva riconosciuto il
fuoco che ardeva nei suoi occhi troppo estranei per poter
essere davvero i suoi. Rose aveva guardato quell'alieno incredibile
giurare morte ai Dalek, ne aveva osservato il cieco furore abbattersi
implacabile sui suoi nemici, ma non ne aveva avuto paura nemmeno per un
secondo, prima di allora.
< Io sono il Vittorioso Signore del Tempo! >
Il Dottore non l'aveva guardata, continuando invece a fissare Adelaide
Brook come se lei non ci fosse.
< Dottore, cosa stai dicendo? >
Aveva sentito le lacrime pizzicarle gli occhi e si era trattenuta per
non scoppiare a piangere, quasi che temesse lui potesse deriderla.
Si era voltato senza dirle nulla, facendo per entrare nel TARDIS,
quando si era sentito lo sparo. Allora aveva visto gli occhi del
Dottore spalancarsi e la consapevolezza farsi trada in lui, sgretolando
le fondamenta del suo essere.
< Sono stato uno stupido. > il Dottore
barcollò, tanto che Rose lo dovette trattenere per un
braccio affinchè non cadesse.
E finalmente incrociò il suo sguardo e ciò che
vide fu la tristezza e la paura, la stessa paura che aveva l'afferrata,
quel panico di quando si era accorta che quello era un altro.
Lo abbracciò e ancora una volta sentì che la
stringeva con forza, ricambiando quel gesto che per loro era
diventato sempre più intimo e importante man mano che si
conoscevano.
< Ho avuto paura, Dottore, > gli disse infine, quando si
ritrovarono nel TARDIS, seduti l'uno accanto all'altra con una tazza di
thè, < paura di perderti di nuovo. >
< Ho perduto me stesso, io non posso cambiare ciò che
deve essere. >
Alzò lo sguardo verso di lei e Rose potè vedere
le lacrime non versate nei suoi occhi.
< Ci sono io qui, se mai dovessi perderti, ricorda che ti
troverò sempre, in ogni luogo, persino dentro te stesso.
>
Lo baciò sulla guancia, chiedendosi se non avesse osato
troppo o se avrebbe mai avuto il coraggio di tentare di più.
< Sarai con me, Rose Tyler? Sarai con me se mai dovessi
perdermi? >
< Non ti lascerò mai, ti giuro che sarò
qui a fermarti. >
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Capitolo 3 *** Bad Wolf ***
Ed
eccomi qui di nuovo con il terzo capitolo! Ambientato prima di The end of Time, diciamo
durante i viaggi che il Dottore compie prima di andare da Ood Sigma, ma
questa volta c'è Rose con lui e la sua paura,
nonchè la consapevolezza di stare per morire, lo convincono
a prendere in mano le redini dei suoi sentimenti e di non compiere gli
stessi errori del passato.
Bad Wolf
La
luce del TARDIS, a metà tra il dorato e l'azzurro,
illuminava i capelli di Rose, facendoli scintillare. Stava seduta sulla
poltroncina da viaggio, quella su cui di solito stava lui, e leggeva
attentamente un libro, assorta.
Guardarla lo faceva
sentire un po' più calmo, allontanava leggermente la paura
che le parole di Ood Sigma avevano fatto sorgere in lui, forse
perchè il pensiero di doverla abbandonare presto era molto
più terribile e pressante... farla soffrire lo spaventava di
più che morire.
Sapeva che doveva
dirglielo, che lei non aveva visto il vecchio Ood sulla neve quella
sera, che solo lui aveva il dovere di riferirle la verità.
< Rose
> disse, ma quando lo guardò non seppe come
continuare.
“Morirò
presto” avrebbe dovuto dirle, perchè aveva il
diritto di sapere che quello era stato il loro ultimo viaggio.
< Dottore?
> era preoccupata e lo fissava con i suoi grandi occhi
spalancati. Si alzò e lo circondò con le braccia
e lui si ritrovò ad aggrapparsi a lei di nuovo; ogni volta
quell'abbraccio, stringere Rose tra le braccia, sembrava l'unica cosa
possibile nell'universo.
Doveva pronunciare
quelle parole, lo sapeva, perchè lei lo meritava.
< Ricordi la
Bad Wolf Bay? > disse invece e la sentì tremare
contro di lui.
< L'ho
sognata ogni notte quando te ne sei andato > sussurrò.
< Hai detto
che mi amavi, su quella spiaggia. >
Non sapeva
perchè stava dicendo quelle cose, sapeva solo che aveva
bisogno di sentirsi dire che era vero, che non era stata solo
l'illusione di un vecchio, uno scherzo della sua memoria. Non poteva
dirle che sarebbe morto presto, non poteva vedere le sue lacrime ancora
una volta, ma non poteva nemmeno andarsene senza aver avuto quell'unica
conferma.
< L'ho
detto, > disse Rose, ancora stretta a lui, < ed
è ancora vero, Dottore. >
Improvvisamente
Rose si scostò e lo guardò negli occhi, seria.
< Anche tu
hai detto qualcosa, su quella spiaggia. >
< Ho detto
“Rose Tyler...” >
Rose
abbassò lo sguardo e si morse un labbro, diventando ancora
più bella ai suoi occhi.
< Si? Come
continuava quella frase, Dottore? >
<
C'è bisogno di dirlo? >
Rose
tornò a posare gli occhi su di lui e si sentì
tremare. Sì, le stava dicendo silenziosamente, ho bisogno di
sentirlo almeno quanto tu hai bisogno di dirlo. Ma prima doveva dirle
qualcos'altro.
< Io...
> “morirò presto”
pensò, ma la voce non voleva uscire,
< ti amo, Rose Tyler. >
Chiuse gli occhi e
sospirò. Avrebbe dovuto dirglielo ogni giorno da quando
l'aveva vista la prima volta, aveva rischiato di non poterglelo dire
mai più e quelle parole erano rimaste incastrate nella sua
gola per così tanto tempo, sin da quando la sua immagine era
scomparsa dalla Bad Wolf Bay. Non poteva rischiare ancora, non poteva
morire senza averglielo detto.
Si
abbassò e la baciò, la baciò per
quella che era l'ultima volta, anche se Rose pensava che sarebbe stata
solo la prima.
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Capitolo 4 *** Farewell ***
Ed
ecco qui il fatidico cambio della guardia, l'arrivo di Eleven! Ancora
non dispero di vedere l'incontro tra Rose ed Eleven nella serie, ma nel
frattempo Rose assiste qui impotente alla rigenerazione del Dottore per
la seconda volta.
Farewell
Non poteva crederci, non voleva crederci. Non di nuovo.
Non aveva voluto
fermarsi nemmeno davanti alle suppliche di Willfred, nemmeno alla vista
delle sue lacrime. Una parte di lei avrebbe voluto chiedergli di non
farlo, ma sarebbe stato crudele, perchè il Dottore era il
suo angelo ed era buono... come poteva chiedergli di lasciar morire
Willfred?
E adesso stava
accadendo di nuovo.
< Mi
dispiace Rose, mi dispiace tanto. >
< Ti amo
> gli aveva detto e lui aveva sorriso, un sorriso pieno di
lacrime, come quello che le aveva rivolto alla Bad Wolf Bay, anche in
quell'occasione in risposta alle medesime parole.
Eppure questa volta
Rose non aveva bisogno di altre conferme, non poteva dimenticare che
solo pochi giorni prima lui, il suo Dottore, aveva detto ciò
che non aveva potuto dire quel giorno... e la sensazione delle loro
labbra a contatto, delle sue mani che le accarezzavano la schiena, era
ancora troppo reale.
Sembrava
così simile a un addio, ora, quel bacio, così
triste e disperato che a Rose si strinse il cuore.
Era riuscito a dire
addio ai suoi compagni di viaggio, ma ora non poteva più
aspettare, l'energia era troppo forte e lui stava diventando sempre
più debole.
< Non puoi
lasciarmi, Dottore! > la sua voce era uscita spezzata, una
supplica che sapeva di ineluttabilità.
< Sarai
sempre la mia Rose. > aveva risposto, per poi quasi esplodere in
luce abbagliante. Il TARDIS era in fiamme e stava precipitanto, tanto
che dovette aggrapparsi alla ringhiera per non cadere.
Il Dottore non
c'era più, al suo posto Rose non vide altro che un estraneo.
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Capitolo 5 *** Crash ***
Primissimi
istanti dopo la rigenerazione: il TARDIS sta precipitando e sia Rose
che il Dottore vengono malamente sbalzati attraverso i corridoi.
Brevissima Flash-fic di passaggio, dalla prossima probabilmente
diventeranno un po' più lunghe.
Crash
Rose lo stava
guardando ed era terrorizzata, mentre il TARDIS continuava a
precipitare e lui stava aggrappato alla consolle. Nella sua testa c'era
una confusione inaudita e mille pensieri si accavallavano senza
riuscire a recuperare un minimo di ordine.
Almeno aveva tutti
gli arti al posto giusto.
< Tieniti
forte Rose! > esclamò e si mise a ridere. Non sapeva
perchè, ma trovava quella situazione, il precipitare, il
TARDIS in fiamme, Rose aggrappata alla ringhiera, estremamente
divertente. Oh, sì, era tutto confuso e divertente!
Strano come il
primo pensiero che avesse formulato fosse stato il nome di Rose,
così come era pure strano che nel bel mezzo di tutta quella
confusione e quel divertimento – assurdo –
continuasse a guardare lei.
Toccare terra fu
piuttosto rumoroso e si sentì sbalzare via dalla sala
controllo. Riuscì ad afferrare la mano di Rose mentre cadeva
attraverso i corridoi, fino alla piscina. Rose si aggrappò a
lui, gridando, finchè la sua voce non venne risucchiata
dall'acqua, allora si ritrovò a nuotare trascinandola verso
l'alto.
Quando finalmente
si fermarono, il TARDIS era capovolto e disordinato, i suoi vestiti a
brandelli e la sua mente improvvisamente concentrata sulla voglia
irrefrenabile di mele.
Rose
tossì al suo fianco e si appoggiò a lui per
rimettersi in piedi, senza molto successo.
Il Dottore la
trovò adorabile, così bagnata fradicia, e le fece
un gran sorriso prendendole la mano.
< Coraggio,
Rose Tyler, l'uscita è solo moltissimi metri sopra di noi!
>
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Capitolo 6 *** Doctor Who? ***
doctor who?
Ed
ecco qui la prima parte di The
Eleventh Hours dal punto di vista di Rose, confusa e
triste per la rigenerazione. Si intravede anche la piccola Amelia, nel
prossimo capitolo diverrà companion fissa of course!
Doctor
Who?
Il
Dottore se ne stava seduto nella cucina a mangiare bastoncini di
pesce e crema, faccia a faccia con la bambina scozzese, Amelia Pond.
“Un nome da favola,” aveva detto lui,
“non sei
d'accordo Rose?” e lei non aveva saputo cosa rispondere, si
era
limitata a seguirlo in cucina, a guardarlo mentre sembrava dare di
matto.
La cosa
più strana era come, nella sua testa, continuasse a
sperare che prima o poi il Dottore, il suo Dottore, quello che amava,
sarebbe ricomparso. Non sapeva come comportarsi perchè la
volta
precedente lui era rimasto incosciente per ore, tanto che lei aveva
temuto morisse, e quando infine si era svegliato la felicità
era
stata tale da rendere superflua qualsiasi altra cosa.
E poi aveva amato
quel corpo dal primo momento, un'attrazione anche
fisica che per la precedente versione di lui aveva provato...
senza
contare che le parole del Dottore, quel “ti amo”,
il bacio
che si erano scambiati, erano ancora fissi nella sua mente.
Apparivano ora
terribilmente simili a un addio.
< Allora,
Amelia Pond > disse il Dottore, < di cosa hai paura?
>
La bambina li aveva
portati in camera sua e lì il Dottore si era
avvicinato a quella strana crepa e in quel momento, per la prima volta,
Rose riuscì a intravederlo, il suo Dottore, chino su quel
muro,
con la giacca a brandelli.
Era stato solo un
attimo, ma sapeva che era lì, prorpio come
quella volta che lui aveva detto”fantastico” e per
un
momento aveva rivisto gli occhi azzurri e le orecchie a sventola
dell'uomo che aveva conosciuto.
Il
Dottore l'aveva trascinata nel TARDIS, dopo aver sentito la cloister
bell che suonava all'impazzata. L'aveva presa per mano, naturalmente,
come aveva sempre fatto, ma la sua pelle aveva una consistenza diversa,
sembrava quasi più calda, più giovane anche.
Aveva azionato la
leva e tutto aveva preso a tremare, nonostante
fossero solo cinque minuti nel futuro, ma il Dottore rideva e rideva,
come un bambino...o come un matto.
Infine lo aveva
afferrato per una spalla e costretto a guardarla negli
occhi, mentre lui improvvisamente si zittiva e tornava a essere serio,
un barlume di ciò che era stato.
< Non posso
fermarmi ora, Rose > le aveva detto, < ho accumulato
troppa energia, lo sai. >
< Sei
così diverso. > Aveva alzato una mano a spostargli i
capelli troppo lunghi dalla fronte; aveva il viso di un ragazzo e gli
occhi di un vecchio.
< Sono
sempre io, > le sorrise, < e tu sei sempre la mia Rose,
te l'ho detto ricordi? >
< Scusami,
ma è difficile per me. >
Il Dottore distolse
lo sguardo e rivolse la sua attenzione ai comandi
del TARDIS, senza curarsi della sala controllo quasi distrutta o della
cloister bell impazzita.
Rose si
voltò, dandogli le spalle e nascondedogli le lacrime.
Non voleva che soffrisse a causa sua, ma era più forte di
lei..
quello non era il suo Dottore.
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Capitolo 7 *** Same new Doctor ***
same new doctor
Eccomi qui con la seconda parte di The Eleventh Hour,
questa volta non proprio una flash pura perchè di 514 parole
invece che 500, ma fate finta di niente e andate avanti. Il Dottore e
Rose tornano da Amy dodici anni dopo e la trovano cresciuta, intanto
recuperano il Prisoner Zero e lo consegnano agli Atraxi. Quale miglior
scena per Rose per ritrovare il suo Dottore se non quella magnifica di
presentazione sul tetto dell'ospedale?
Same new Doctor
Non aveva fatto altro che correre
avanti e indietro per tutto il giorno, mentre il Dottore ed Amy
battibeccavano. Il Prigioniero Zero non rappresentava davvero un
problema, questo l'aveva capito sin da subito, eppure non riusciva a
essere tranquilla, non riusciva a divertirsi come al solito...
correre con il Dottore le era sembrato soltanto faticoso.
Il Dottore era in piedi e parlava con
gli Atraxi, provandosi nel contempo diverse cravatte, poi si era
scostato e gli alieni avevano preso ad esaminarlo.
Con un tuffo al cuore aveva rivisto le
orecchie a sventola ed il sorriso aperto del Dottore che l'aveva
presa con sé e poi, una lacrima le era sfuggita senza che potesse
farci niente, era comparso lui, con gli occhi brillanti e quei
capelli in cui avrebbe voluto affondare per sempre le dita. Ma erano
stati solo frammenti e immagini di un attimo, prima che il Dottore,
quello nuovo, prendesse il suo posto con un sorrisetto furbo sul
volto giovane.
Rose si ritrovò improvvisamente a
pensare che quel nuovo volto era bello e allegro, che quando
sorrideva era simile a quello di un bambino... si ritrovò, senza
accorgersene, a ridere in silenzio per quel buffo farfallino che si
era annodato al collo al posto della cravatta.
Amy la guardò alzando un sopracciglio,
ma non vi badò.
La piccola Amy Pond aveva conosciuto
solo quel Dottore, quello stropicciato, quello che aveva disegnato
ovunque e riprodotto con la carta e la lana al posto dei capelli.
Stranamente, Amy aveva disegnato anche lei, una Rose che si teneva
per mano con quel Dottore stropicciato, nonostante Rose non
ricordasse di averlo fatto... d'altronde era così naturale prendere
per mano il Dottore che spesso non se ne accorgeva nemmeno.
< Salve, sono il Dottore.
Praticamente... correte. >
Lo aveva detto così, come se non fosse
poi troppo importante, ma gli Atraxi erano fuggiti via e lui si era
girato dalla loro parte. Amy e l'altro ragazzo, Rory, si tenevano per
mano e sorridevano, ma il Dottore guardava soltanto lei ed era per
lei che aveva detto quelle cose.
< Non daranno mai più fastidio >
, disse avvicinandosi.
< Sei sempre il solito, Dottore. >
Non aveva potuto trattenersi,
nonostante tutto, nonostante ancora non riuscisse a sentire veramente
suo quel nuovo Dottore, ma c'erano alcune cose che non cambiavano mai
e una di quelle era l'esibizionismo del suo Signore del Tempo.
< Sono stato bravo, non credi Rose?
> si voltò verso di Amy < Non credi Pond? >
Improvvisamente il Dottore trasalì e
prese la chiave del TARDIS dalla tasca interna.
Si guardarono negli occhi e Rose capì.
La prese per mano e la trascinò in una
corsa a perdifiato fino al TARDIS e, quando furono lì, l'emozione di
aprire la porta fu simile a quella che aveva provato la prima volta.
< Un nuovo TARDIS > disse il
Dottore, visibilmente eccitato.
< Un nuovo TARDIS per un nuovo
Dottore! > gli rispose.
Le fece un gran sorriso e girò la
chiave nella serratura:
< Coraggio Rose Tyler, vediamo cosa
ci ha riservato questa volta. Allons-y! >
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Capitolo 8 *** To the moon and back again ***
Ed
eccomi qui di nuovo! Siamo ancora all'episodio The Eleventh Hour,
è un missing moment per così dire e purtroppo non
compare Amy. In realtà nella parte finale c'era ma ho dovuto
tagliare perchè sforavo di circa 300 parole, quindi il
prossimo capitolo sarà interamente dedicato a quella scena
in cui il Dottore passa a prenderla di notte. Ci voleva assolutamente
una scena di loro due soli, la rigenerazione è troppo
importante e non potevo soprassedere, loro due si sono baciati e questo
comporta sconvolgimenti, soprattutto nel momento in cui Ten diventa
Eleven, perciò un attimo di intimità e alcuni
chiarimenti.
.
.
.
.
.
.
.
.
To the moon and back again
.
.
Il
Dottore chiuse la porta del TARDIS dietro si sé e si
avviò alla
consolle, lanciando una breve occhiata a Rose mentre vi passava
accanto. La ragazza osservava a bocca aperta la nuova luce arancione
e la nuova Colonna e nei suoi occhi poteva vedere la stessa
meraviglia che provava lui stesso.
<
Allora, ti piace? > le chiese.
< È
straordinario! > si voltò con un gran sorriso verso
di lui, ma
non appena i loro sguardi si incrociarono lei abbassò il
suo.
Sembrava timida, pensò il Dottore, ed era strano
perchè Rose non lo
era stata mai, sempre irriverente, sempre testarda... la sua Rose.
Eppure
non era spaventata – ancora ricordava il terrore sul suo viso
quando si era rigenerato la volta precedente, oh era stato
così
orribile! - da qualche parte dentro di lei la consapevolezza che
quello era lo stesso uomo di sempre le faceva alzare di soppiatto gli
occhi, le faceva pronunciare quella parole, Dottore,
come aveva sempre fatto.
<
Dove stiamo andando? > gli chiese, avvicinandosi un po' di
più a
lui.
<
Sulla luna e ritorno, solo un piccolo giro di prova per la nuova
ragazza! > si voltò di scatto e improvvisamente era a
pochissimi
centimetri da lei. Non si era accorto di esserle così vicino
e la
sensazione era diversa da quella che ricordava, ma altrettanto
intensa.
Alzò
una mano per toccarla, ma Rose si ritrasse, concentrandosi sui
comandi apparentemente per caso, nonostante l'imbarazzo tra loro
fosse palpabile.
<
Rose... > incominciò, ma la ragazza lo
bloccò.
<
Scusa, Dottore, ma è troppo presto per me. >
Annuì
lentamente e spinse una delle tante leve del TARDIS, senza pensare
nemmeno a quale fosse. Non c'era freddezza nelle parole di Rose, ma
lo avevano ferito lo stesso, nonostante si fosse preparato a
quell'eventualità già da tempo.
Non
voleva che loro due fossero estranei, desiderava solo poter tornare a
ridere con lei, a correre e conoscersi, tornare a quella sensazione
di intimità tra loro che non era mai mancata.
Rose
sembrava avergli letto nella mente perchè si
avvicinò e lo prese
per mano: un gesto naturale, nonostante tutto.
<
Sei comunque il mio Dottore, questo non cambierà mai
> gli disse,
incrociando i loro sguardi, < ma devi darmi un po' di tempo.
>
<
Prenditi tutto il tempo che vuoi, Rose Tyler, > le sorrise
apertamente, più tranquillo ora. Era contento di quello, di
essere
ancora suo, il suo Dottore
così come era sempre stato.
Spinse
con energia un tasto della consolle ed il TARDIS ebbe uno scossone.
<
Bene! > esclamò < la
“bimba” funziona alla perfezione, che
ne dici, Rose, di invitare la nostra amica Amelia Pond a fare un
viaggetto con noi? >
Allora
lei rise:
<
Mi piacerebbe moltissimo! > rispose e si aggrappò
alla ringhiera
per non cadere.
|
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Capitolo 9 *** Come along, Pond! ***
Eccomi
qui di nuovo con la terza e ultima parte di The Eleventh Hour,
dedicata all'arrivo di Amy, ma senza dimenticare Rose e il Dottore (che
alla fine sono i veri protagonisti della fanfiction). Anche questa
volta ho sforato, anche se solo di 9 parole, ma davvero mi riesce
difficile a volte tagliare per poter rimanere nel limite della
flashfic.
Buona lettura!
Come
along, Pond!
<
Perchè io? > chiese Amy < Perchè
nel cuore della notte mi
stai chiedendo di scappare con te? >
<
Non vuoi vedere tutto lo spazio e il tempo? >
<
Non è questo il punto, Dottore. >
<
Invece sì, semplice, vuoi venire con noi, Amelia Pond?
>
La
ragazza non rispose, ma lo oltrepassò, aprendo la porta ed
entrando
nel TARDIS. Il Dottore osservò lo sguardo che le si dipinse
in viso:
gli ricordava la bambina che era stata e che era ancora lì,
sotto la
superficie, nonostante il tempo avesse cancellato brutalmente quelle
illusioni.
La
ragazza che aspettava.
In
un certo senso Amelia Pond, con il suo nome da favola e quel modo di
fare allo stesso tempo brusco e dolce, gli ricordava se stesso.
<
C'è un mondo intero qui dentro, > esclamò,
< proprio come mi
avevi detto. >
Era
raggiante ed il Dottore chiuse la porta dietro di lei, consapevole
che quello era il suo modo per dire sì.
Rose
era in piedi vicino alla consolle e sorrideva con le braccia piegate
sul petto e la testa inclinata da un lato, gli occhi fissi su di lui.
Improvvisamente
Amy sembrò trasalire e si voltò di scatto verso
di lei, come
vedendola per la prima volta.
<
Chi sei tu? > domandò. Era incerta, perchè
Rose era sempre stata
lì in silenzio, una presenza sicura per il Dottore ma che
doveva
essere apparsa quasi evanescente a Amy.
<
Mi chiamo Rose, Rose Tyler > rispose lei < piacere di
conoscerti e scusa se non mi sono presentata prima. >
Le
due ragazze si strinsero la mano e lui ne fu contento,
perchè vide
lo sguardo di intesa che passò tra di loro, nonostante non
avrebbe
saputo dire quale significato potesse avere.
<
Bene allora > le interruppe < vogliamo andare? Cosa vi
piacerebbe di più: un torneo medievale o il pianeta in cui
esistono
persone con tre nasi? >
<
Devi riportarmi a casa entro domani mattina! >
<
Questa è una macchina del tempo, Pond, posso riportarti a
cinque
minuti fa... perchè vuoi tornare domani? >
Amy
esitò.
<
Ho delle cose da fare. >
<
Cose da fare? Non ti preocupare, arriverai in tempo per le tue
“cose”! >
Corse
attorno alla consolle del TARDIS e fece per toccare Rose su una
spalla, ma la ragazza si spostò appena prima, come per caso,
tuttavia sbuffò divertita.
<
Non ci conterei, Amy, mi riportò a casa con un ritardo di
dodici
mesi e mia madre credeva mi avessero uccisa! >
<
Non dirle malignità, Rose! > si rivolse alla rossa
che li
guardava confusa, < ti riporterò in tempo, promesso.
>
Sorrise
e strizzò l'occhio.
<
Vieni, Amy, ti mostro le stanze. >
Rose
trascinò l'altra ragazza prendendole la mano, guardandolo di
sfuggita e distogliendolo subito lo sguardo.
Solo
con il TARDIS, il Dottore si chiese quanto tempo ci avrebbe messo la
sua Rose per abituarsi di nuovo al tocco della sua mano... e per
quanto avrebbe resistito lui senza abbracciarla.
|
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Capitolo 10 *** The very very last ***
E siamo arrivati a The Beast Below, una
puntata strana che non mi è piaciuta moltissimo ma che allo
stesso tempo ha delle cose memorabili (Liz 10 per dirne una, la scena
sul ponte di osservazione alla fine per dirne un'altra, che mi ricorda
sempre quella di The End
of the World con Rose e Nine). Comunque, le cose procedono
e qualcosa si smuove in Rose anche grazie ad Amy!
The very very last
Era
stata una giornata strana... strana
e dolorosa.
Si
era pentito subito di aver urlato
contro Amy, di averle detto in malo modo che l'avrebbe riportata a
casa; aveva visto nei suoi occhi la rabbia e il dolore mischiarsi
insieme e le sue labbra tremare.
Più
di qualsiasi altra cosa, però,
era stato lo sguardo di Rose, pieno di rabbia, puntato su di lui
quasi a volerlo accusare che se fosse stato l'altro non si sarebbe
mai comportato così, che l'altro avrebbe capito. Non era
riuscito a
sostenerlo e si era chinato sui circuiti che tenevano in vita
l'ultima delle Balene Astrali.
Ma
adesso che era andato tutto bene,
che Amy aveva rischiato tutto e salvato la situazione, sentiva che
non sarebbe mai riuscito a comportarsi diversamente e, strano, si
odiò per questo.
Si
sciolse dall'abbraccio della ragazza
e le sorrise: la sua piccola Amelia, la bambina che, nonostante
tutto, continuava a credere in lui.
<
Grazie, > le disse.
<
Di niente, Dottore. >
La
rossa lasciò la stanza entrando nel
TARDIS è il Dottore si trovò, per la prima volta
in quella giornata
confusa, solo con Rose.
Stavano
l'uno di fianco all'altra,
senza toccarsi, senza guardarsi nemmeno, la sensazione insostenibile
di essere due estranei lo faceva agitare e dondolare ansiosamente sul
posto.
<
Dimmi cosa stai pensando. >
chiese lei improvvisamente.
Il
Dottore non rispose, ma sospirò
pesantemente. Avrebbe voluto abbracciarla come faceva un tempo, ne
sentiva il bisogno impellente, ma non aveva il coraggio di farlo.
<
Mi sono ricordata di quando ti
infuriasti con me per quella cosa di mio padre, >
continuò Rose,
< ho detto ad Amy che significa che ci tieni e lei mi ha
risposto
che sì, lo aveva capito. >
Si
voltò a quelle parole e la guardò
negli occhi: occhi limpidi che lo guardavano come avevano sempre
fatto, brillanti.
Rose
lo prese per mano e sentire le
loro dita nuovamente intrecciate lo fece stare meglio.
<
L'ultimo dei Signori del Tempo, il
cui dolore lo ha reso solo molto molto gentile, > gli sorrise in
quel modo che lui amava, mettendo la lingua tra i denti e inclinando
la testa < Amy ti conosce, Dottore. >
Sorrise
di rimando e, alla fine, lo
fece: la strinse tra le braccia e lei lo strinse a sua volta con la
stessa forza di sempre, alzandosi leggermente sulle punte dei piedi.
Si
sentiva sicuro, a casa, tra le
braccia di Rose e persino la rabbia che aveva provato, la colpa per
aver trattato male Amy, si dissolvevano senza lasciare traccia,
evaporando come acqua.
<
Ehm, scusate per l'interruzione
piccioncini, > la voce della sua nuova compagna di viaggio lo
prese alla sprovvista e Rose si sciolse dall'abbraccio lasciandolo un
po' più vuoto.
<
C'è un tale che dice di chiamarsi
Winston Churchill al telefono. >
Il
Dottore si precipitò dentro e prese
il telefono dalle mani della ragazza:
<
Winston, amico mio, dimmi tutto! >
|
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Capitolo 11 *** Remember ***
Capitolo
undicesimo, ambientato subito
dopo l'episodio Victory
of the Daleks: una chiacchierata intima tra
le due companion del Dottore, Rose che si confida con Amy, la nostra
amata Pond preoccupata perchè non ricorda e il Dottore
che... ma non
posso svelarvi il finale no?
E
nel prossimo capitolo, attenzione,
arriva River!
Remember
Amy
Pond aveva capito che c'era
qualcosa di strano: lo aveva capito da come il Dottore l'aveva
guardata, stranamente impaurito, da come aveva urlato contro i Dalek,
da come era rimasto sconvolto dal fatto che fossero scappati... e lo
aveva capito dalle lacrime di Rose.
Si
sentiva stupida, perché sapeva che
avrebbe dovuto ricordarsi dei Dalek, lo sentiva, eppure non ne aveva
memoria alcuna.
Rose
era in un angolo, in disparte, e
piangeva silenziosamente, quasi avesse paura di farsi vedere. Ma
Amelia Pond non era tipo da lasciare un'amica da sola, specialmente
quando piangeva.
<
Mi dispiace per i Dalek > le
disse sedendosi accanto a lei, < mi dispiace di non riuscire a
ricordare. >
Rose
alzò lo sguardo e le sorrise,
tirando su col naso e asciugandosi gli occhi con la mano.
<
Non è colpa tua. >
<
Non dovresti piangere qui da sola.
>
Rose
rise, ma altre lacrime le
bagnarono le guance.
<
Non voglio che il Dottore mi veda,
> confidò la bionda < si preoccuperebbe
inutilmente. Sto bene,
è solo che vederli così, i Dalek, mi hanno
riportato alla mente
quando... > si bloccò, come rendendosi conto solo in
quel momento
della presenza dell'altra ragazza al suo fianco. < Oh, non
importa, è passato adesso ed io sono qui con lui. >
Le
due ragazze osservarono per un poco
il Dottore che volteggiava freneticamente attorno alla consolle del
TARDIS.
<
Sai, > le disse Rose dopo
qualche minuto di silenzio, < a volte mi manca: mi mancano i
suoi
capelli e il suo cappotto lungo, mi manca la sua voce ed i suoi
occhi... ma poi lui mi guarda o dice qualcosa ed è di nuovo
il mio
Dottore, quello che ho così ardentemente desiderato e che
alla fine
ho ritrovato. >
Amy
ascoltava senza capire davvero cosa
intendesse dire Rose, quel suo continuo riferirsi a qualcun altro...
eppure sapeva cosa si poteva provare nell'amare qualcuno come se non
ci fosse nessun altro al mondo.
<
Mi dispiace di aver scherzato sui
Dalek e di averti fatto soffrire, Rose. >
Le
sorrise, sforzandosi ancora una
volta di ricordare senza successo: quel che loro raccontavano non era
mai accaduto, non per lei. Era triste e spaventoso.
<
Non dire sciocchezze, Pond! >
la voce del Dottore le fece sobbalzare entrambe < Non potevi
sapere. >
Il
Dottore si voltò verso di Rose ed
il suo sorriso ironico si fece dolce. Le accarezzò piano i
capelli e
le prese una mano, accovacciandosi di fronte a lei per parlarle
faccia a faccia.
<
Lascia andare la Bad Wolf Bay,
Rose > disse.
<
A volte è difficile non pensare
che avrei potuto perdere il Dottore per sempre. >
<
Io sono il Dottore. >
<
Sì, lo sei. > rispose lei.
Amy
si avviò verso la sua stanza e con
la coda dell'occhio vide Rose sporgersi leggermente e posare le
labbra su quelle di lui.
Con
un sorriso sornione, Amy Pond li
lasciò soli.
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Capitolo 12 *** Hello Sweetie! ***
Ed
eccoci qui finalmente arrivati a The Time of Angels dove
la
nostra amata River Song fa il suo spettacolare ingresso lanciandosi
fuori da un'astronave direttamente nel TARDIS e tra le braccia del
Dottore...come si può non amarla alla follia?
Beh,
forse Rose però non è d'accordo con me...
Hello
Sweetie!
Era
stato tutto piuttosto confuso, in realtà: erano andati in
questo
museo, uno di quelli che sembravano piacere tanto al Dottore, e
avevano guardato un po' di tutto senza che lui smettesse un attimo di
brontolare.
“Sbagliato!”
diceva con supponenza, oppure “Questo è
mio!” e Rose si era
ritrovata a ridere di gusto come ormai non le capitava più
da tanto,
da quando il Dottore era cambiato... ma non le sembrava più
così
strano adesso, non era più un estraneo ed il modo in cui
l'aveva
baciata era sempre lo stesso, un po' timido, un po' triste ma anche
piuttosto audace.
Era
rimasta a osservarlo ridendo insieme ad Amy finchè lui non
era stato
attratto da una strana scatola, una memo-scialuppa.
<
Le scritte, i graffiti, è antico Gallifreyano, la lingua
perduta dei
Signori del Tempo. Queste parole avevano il potere di incenerire le
stelle, creare imperi e rovesciare dei. >
<
Cosa c'è scritto? > aveva chiesto Amy ed entrambe lo
avevano
guardato, in attesa.
<
Ciao, tesoro! >
Amy
era scoppiata a ridere e Rose era riuscita a stento a trattenersi nel
vedere la faccia mortificata del Dottore. Ma una volta a bordo del
TARDIS avevano guardato il video e la voglia di ridere le era
passata.
Rose
conosceva il Dottore meglio di quanto conoscesse se stessa, riusciva
a leggergli negli occhi e ciò che vide le fece rivoltare lo
stomaco:
era teso, quasi spaventato, ma più di ogni altra cosa era il
dolore
che gli aveva fatto sbarrare gli occhi.
Lui
l'aveva guardata per un secondo e aveva capito, poi con un sorriso
appena accennato era corso alla consolle per inserire le coordinate
che la donna del video aveva comunicato.
Mentre
il TARDIS traballava e il Dottore armeggiava con i comandi, Rose si
rese conto che sotto tutte quelle emozioni vi era stata una scintilla
che la inquietava, una scintilla che avrebbe preferito essersi
immaginata.
Infine
il Dottore era corso verso la porta, l'aveva spalancata e si era
sporto con un braccio teso, un invito inequivocabile che a Rose fece
venire i brividi.
La
donna del video cadde sopra il Dottore in un turbinio di vesti
eleganti e ricci ribelli.
<
River. >
La
voce di lui era quasi un sussurro, ma la fece comunque rabbrividire.
<
Segui quell'astronave! > esclamò la donna ed entrambi
si
precipitarono ai comandi.
Incredibilmente,
la nuova arrivata sapeva pilotare il TARDIS bene quanto il Dottore,
anzi, notò con un certo segreto divertimento, anche meglio.
Atterrarono
su uno strano pianeta e lei uscì, lasciando loro tre soli.
<
Dottore, > esclamò Amy, < chi è
quella? Perchè sa pilotare
il TARDIS? >
<
Conosco solo una minima parte della storia. >
<
E quale sarebbe? > chiese Rose.
Il
Dottore la guardò e per un secondo sembrò che
volesse abbracciarla,
ma non lo fece.
<
Andiamo > disse invece e Rose non potè fare altro che
seguirlo.
|
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Capitolo 13 *** Spoilers! ***
Edccomi
qui, vi
ho fatto aspettare un po' più del solito, scusatemi ma sono
stata
presa dai postumi della notte di Halloween e non ho avuto proprio
testa di scrivere. Ma ora è arrivata la seconda parte di The
Time
of Angels, con la nostra River Song!
P.S. ho pubblicato una Doctor/Master, se vi va date un'occhiata.
Spoilers!
<
Allora, Dottore, non fai le
presentazioni? > la voce di Rose suonava aspra, persino ostile,
eppure il Dottore non riuscì a trattenere un sorriso nel
sentirla:
la sua Rose che lo reclamava come suo, gelosa fino all'inverosimile,
era adorabile.
<
Rose, Amy, questa è la
professoressa River Song. >
<
Oh, diventerò professoressa? È
eccitante! > River rise voltandosi nuovamente < Spoilers!
>
<
E come conosci il Dottore? >
tornò all'attacco Rose, < Lo hai incontrato quando
eri giovane?
>
Amy
rise, ma River si girò a guardare
il Dottore, facendogli un occhiolino che avrebbe potuto significare
qualsiasi cosa. Quella donna sarebbe stata la sua condanna, il
Dottore ne era certo, gli metteva i brividi e lo entusiasmava allo
stesso tempo.
<
Non hai detto niente di noi alla
tua ragazza, Dottore? Dovrei sentirmi offesa per questo. >
Si
sentiva come tirato da entrambe le
parti e non era affatto una sensazione piacevole. Rose e River, River
e Rose... meglio di no.
<
Rose, River è una viaggiatrice
del tempo come me, i nostri incontri avvengono sempre sfasati. >
disse velocemente, in imbarazzo.
La
donna tirò fuori il suo diario e si
avvicinò a lui, sempre con quel sorriso stampato in volto.
Il
Dottore si sentiva lo sguardo di Rose puntato addosso come un faro.
<
Siamo già stati ai Prati di Ossa?
> chiese, ma lui non aveva intenzione di assecondarla.
<
River, cosa ci fai qui? Perchè mi
hai chiamato? >
Lei
si bloccò e incrociò il suo
sguardo per qualche secondo. Un brivido freddo gli corse lungo la
schiena e inconsciamente fece un passo avanti, ma si accorse che Rose
lo aveva preso per mano e si trattenne.
Improvvisamente
degli uomini in
mimetica apparvero dietro di loro e River distolse lo sguardo,
liberandolo da quello strano incantesimo che lo aveva avvolto.
<
Ci avevi promesso un esercito,
dottoressa Song. >
<
Vi avevo promesso l'equivalente di
un esercito. Questo è il Dottore > .
L'uomo
che sembrava il capo si avvicinò
e lo salutò con un cenno del capo.
<
Sono Padre Ottaviano, è un onore
per me conoscerla, signore. Le è stato spiegato il motivo
per cui
l'abbiamo chiamata? >
<
A dir la verità, > si
intromise Amy, < hanno passato tutto questo tempo a contendersi
e
bisticciare. >
Rose
diede una gomitata alla rossa e si
allontanò bruscamente da lui, lasciando la sua mano. Gli
sembrò
come se gli fosse stata risparmiata una dura lotta e avrebbe voluto
abbracciare Amy per aver stemperato la tensione.
<
La dottoressa Song stava appunto
per aggiornarmi. > disse con una disinvoltura che non sentiva.
Poteva
essere il disagio per averla
vista morire, oppure per la strana attrazione che provava per lei e
l'amore che sentiva per Rose... non avrebbe saputo dirlo.
Le
parole successive, tuttavia, lo riportarono
bruscamente al presente, facendolo voltare di scatto:
<
Dottore, > River gli sorrise, <
cosa ne sai degli Angeli Piangenti? >
|
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Capitolo 14 *** Trust me ***
Ancora
nella doppia puntata The Time of Angels/Flash and Stone,
ancora River (anche se non c'è lei di persona) e una scena
che
mi colpì particolarmente per la sua stranezza la prima volta
che vidi l'episodio e che alla fine della serie mi ha confermato
definitivamente che Moffatt è un genio. Credo che non ci sia
bisogno di dirvi qual'è, leggete e la riconoscerete subito!
Trust me
“Rimani
con Amy” , ecco quali erano state le uniche parole del
Dottore,
prima di lasciarle lì da sole... beh, c'erano i chierici
prima, ma adesso erano scomparsi tutti. Rose non aveva voglia di
pensare al motivo per cui ognuno di loro sembrava non ricordare
l'altro, poteva essere troppo spaventoso e lei era già
abbastanza terrorizzata così.
Amy
era seduta ad occhi chiusi e respirava affannosamente, sicuramente
anche lei in preda al panico.
<
Rose, smettila di agitarti per favore, > la rossa le strinse
forte
la mano, strattonandola. Avrebbe voluto sentirsi più
tranquilla, ma tutta quella situazione era spaventosa e per di
più
il Dottore era sparito insieme a River Song.
Un
altro brivido le corse lungo la schiena al pensiero della Dottoressa
Song, ma non di paura. Era tremendamente gelosa di quella donna che
sembrava conoscere il Dottore così bene, che lo trattava con
così tanta confidenza.
Si
voltò e per poco non cacciò un urlo: il Dottore
era
davanti a lei, con la giacca e il farfallino in ordine, ma il volto
triste.
Fece
per andargli incontro, ma lui la bloccò con un gesto e si
chinò verso di Amy, posandole un leggero bacio sulla fronte.
<
Dottore? > Amy era sorpresa e strinse un po' più
forte la
mano di Rose.
<
Devi iniziare a fidarti di me, Amy Pond, non è mai stato
così
importante. >
<
Ma tu non sempre mi dici la verità. >
<
Non ti chiederei di fidarti di me se lo facessi. Ricordi cosa ti
dissi quando avevi sette anni? >
<
Cosa mi dicesti? >
<
No, no, non è questo il punto, solo ricordalo. >
Rose
era confusa, quello non sembrava il Dottore eppure era lui senza
ombra di dubbio.
Improvvisamente,
mentre andava via di nuovo, sembrò avere un ripensamento e
tornò indietro verso di lei, lo sguardo triste ma un sorriso
dolce sul viso.
<
Oh, Rose Tyler. > sospirò.
<
Dottore, cosa sta succedendo? >
<
Non preoccuparti > le prese la mano, < andrà
tutto bene.
> Si bloccò per un attimo, come se ciò che
stesse
per dire fosse estremamente doloroso. Le ricordò in modo
vivido l'altro Dottore e il momento in cui l'aveva baciata quella
prima volta, aveva lo stesso identico modo di esitare.
Rose
si alzò in punta di piedi e o attirò a
sé,
premendo le sue labbra su quelle leggermente aperte del Dottore.
Questo nuovo Dottore era impacciato come quello precedente non era
mai stato, ma Rose non aveva intenzione di limitarsi ancora una volta
ad uno dei suoi baci a fior di labbra. Era spaventata e voleva lui,
solo e unicamente lui.
Poi,
improvvisamente, scomparve così come era venuto, lasciandola
di nuovo sola con Amy.
<
Sembrava un bacio di addio. > sussurrò la ragazza e
Rose
non seppe davvero cosa rispondere.
|
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Capitolo 15 *** I'm so sorry ***
Eccomi qui di nuovo, non ho
avuto la connessione per un po' e per di più questa flash
non mi piace. Sono solo un 300 parole ma mi farò perdonare
con la prossima che invece è lunga. A voi la lettura!
I's so sorry
Era
stata una giornata infernale: aveva
avuto paura di morire, paura di perdere il Dottore ed Amy... era
stata terrorizzata come non le capitava da tempo. Nonostante tutto,
si accorse che le era mancato quell'aspetto della vita con lui,
quello più pericoloso e terrificante.
La
sensazione nuova era, invece, quella
bruciante gelosia che l'aveva assalita sin dal momento in cui River
Song aveva messo piede nel TARDIS.
Il
Dottore era distratto, parlava con
Amy, cercava di scherzare con lei per farla stare meglio e per
qualche strano motivo sembrava evitarla.
Se
da una parte nulla era cambiato,
dall'altra tra loro le cose si facevano a volte complicate, tanto che
Rose si chiese se quei pochi e fugaci baci non fossero stati un
grosso errore.
Si
voltò e incrociò lo
sguardo di River. La donna le stava sorridendo, anche se dai suoi
occhi traspariva un velo di tristezza.
<
So come ci si sente, Rose >
disse avvicinandosi.
<
Non capisco di cosa tu stia
parlando. > Rose distolse lo sgurdo, tornando ad osservare il
Dottore ed Amy.
<
Non è facile amarlo, >
insistette River, < ed è allo stesso tempo la cosa
più
naturale del mondo. Sono stata invidiosa di te per così
tanto
tempo! >
<
Di me? > non riusciva a
seguirla.
River
rise.
<
Perchè lui ti ha cercata
così a lungo e anche ora che sei qui, in qualche strano
modo,
continua a cercarti. Non ha mai perso la speranza di ritrovarti ovunque
tu fossi, così come
la paura che tu possa andare via, un giorno. >
<
Questo te l'ha detto lui? >
Non
riusciva a essere gentile con River
Song, nonostante lei non le avesse fatto nulla.
<
Credimi, Rose, quando ti dico che
voglio solo il bene del Dottore >.
<
Dimmi la verità, River,
dimmi chi sei. >
<
Lo scoprirai cara... e mi
dispiace, mi dispiace tanto! >
|
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Capitolo 16 *** What about love? ***
Ok, questa volta son tornata
presto, ma il capitolo era già bello e pronto, quindi
perchè aspettare? E siamo all'ultimo dedicato a Flesh and Stone (un
po' più lungo degli altri, sfora abbastanza dalle 500
parole) , diciamo addio per il momento alla cara River e prepariamoci
all'arrivo di Rory! Vi avverto che sono pazza di lui, quindi
probabilmente non sarò troppo obiettiva, cercherò
di fare il possibile. Per il momento però, ci sono solo Amy
e il Dottore nella camera di lei...
What
about love?
<
Ci rivedremo presto, Dottore,
quando la Pandorica si aprirà. >
<
La Pandorica? > il Dottore si
avvicinò a River, arrivando a parlarle nell'orecchio,
< è
una favola. >
La
donna rise, avvolgendolo con quel
suono, quasi che si stesse prendendo gioco di lui... o di se stessa.
<
Non lo siamo tutti? > il suo
sorriso era ancora più aperto, più caldo, come un
alito
di vento nel deserto.
<
Addio, River. > Amy si avvicinò
a lei e la salutò con un cenno, ma Rose rimase in disparte,
guardando intensamente verso di loro.
Non
sapeva davvero come affrontare
questa cosa, la gelosia di Rose, l'attrazione che sapeva di provare
per River e che non riusciva in alcun modo a mascherare; era come
quando aveva rubato il TARDIS, per poi fuggire nell'Universo, la
stessa sensazione di pericolo ed eccitazione, la stessa adrenalina e
sapeva che non c'era nulla che avrebbe potuto fare per sottrarvisi.
Ma
la tristezza di Rose lo feriva più
di quanto avrebbe mai immaginato e il suo stesso istinto lo spingeva a
stare
lontano da quella misteriosa quanto affascinante viaggiatrice del
tempo.
<
Posso fidarmi di te, River Song? >
<
Se vuoi, > rispose lei,
ridendo, < ma dove sarebbe il divertimento? >
Mentre
la guardava sparire in una
nuvola di polvere, sentì Rose prendergli la mano e si
ritrovò
a voltarsi verso di lei, senza pensarci. Il Dottore sorrise
perchè
era bastato un solo sguardo per capire che di Rose avrebbe sempre
potuto fidarsi, che credere in lei rimaneva, dopotutto, ancora l'unica
cosa
possibile.
<
Voglio andare a casa. > disse
Amy.
Erano
tornati al TARDIS e lui si
trovava solo con la sua nuova compagna nella sala controllo; Rose era
andata a prepararsi una tazza di thè, ma Amy era rimasta
indietro, evidentemente pensierosa, finchè non era riuscita
a
dirgli ciò che la tormentava.
<
Cioè, non in quel senso, ma
voglio farti vedere una cosa. >
Il
Dottore sospirò, sollevato.
Non voleva che Amy lo lasciasse e per un attimo aveva sentito una
spiacevole stretta allo stomaco.
Atterrarono
nella sua stanza e la rossa
aprì l'armadio, dove faceva bella mostra di sé
quello
che era inconfondibilmente un abito da sposa.
<
Domani è il giorno del mio
matrimonio. Poi sei arrivato tu e Rose, tutte quelle cose fantastiche
e ho creduto che scappare con voi... ma ho davvero avuto paura di
morire oggi e ho capito che dovevo fartelo sapere. >
<
Beh... wow... ehm, chi è il
fortunato? >
<
L'hai incontrato. >
<
Quello bello? O l'altro? >
Amy
lo guardò male.
<
L'altro. >
Amy
si fece di nuovo seria.
<
Non voglio più sposarmi. >
<
Sì, questo l'avevo intuito.
>
Si
avvicinò a lei e le prese il
volto tra le mani, cercando di ignorare il tremito che la stava
scuotendo.
<
Hai paura, è comprensibile,
ma tu, Amy Pond, hai la possibilità di avere tutto
ciò
che desideri. Pensaci bene. >
<
Non posso farlo > si divincolò,
assumendo quell'atteggiamento da bambina tipico di lei. Il Dottore
sbuffò e le afferrò un braccio, spingendola
nuovamente
nel TARDIS.
<
Adesso basta, Amy, ti dimostrerò
che ho ragione. Andiamo a prendere tuo marito. >
|
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Capitolo 17 *** Venezia ***
Il
Dottore è comparso nella torta dell'addio al celibato di
Rory
e lo ha portato nel TARDIS, direzione Venezia, 1580! E se una parte
le incomprensioni tra lui ed Amy sono appena cominciate, dall'altra
sembra tornato a splendere il sole tra Rose e il Dottore... almeno
fino al ritorno di River Song!
Venezia
< E
così non ti vuoi più sposare > Rory si
fermò
nel mezzo di quel vicoletto veneziano, approfittando del fatto che
era finalmente solo con Amy.
<
Dobbiamo parlarne proprio adesso? > Amy era seccata. Non aveva
voglia di discutere con Rory di quello che aveva confessato al
Dottore in un momento di debolezza, voleva solo godersi quel momento.
<
Dai, è il nostro appuntamento! > diede un bacio sulla
guancia del ragazzo e lo prese per mano.
< Sei
scappata con il Dottore e poi lui sbuca fuori da una torta dicendo
che la mia fidanzata ci ha ripensato... certo che ne dobbiamo parlare
adesso! >
Amy
sospirò. Non sapeva perchè aveva detto quelle
cose e
non era nemmeno sicura di volersi effettivamente sposare.
<
Senti, Rory, ero davvero molto spaventata, ok? Ho detto una cosa
impulsivamente e il Dottore ha dovuto farne un dramma... quanto al
fuggire con lui, lo vedi di cosa è capace, come potevo dire
di
no a una proposta simile? >
< Ti
sono mancato almeno? >
Amy
sbuffò.
<
Sapevo che sarei tornata. Adesso, per favore, possiamo goderci il
nostro appuntamento? >
Diede un
lungo bacio al ragazzo che finalmente sembrò accantonare
quei
pensieri.
<
Incredibile, > esclamò infine Rory, < siamo
davvero a
Venezia ed è il 1580! >
Il
Dottore e Rose erano entrati di soppiatto nella strana scuola della
Signora Calvierri e camminavano fianco a fianco al buio.
<
Perchè non mi dici subito cosa c'è che non va,
Rose? >
esordì lui d'un tratto e la ragazza quasi
sobbalzò.
<
Lascia stare. >
< È
a causa di River? >
Incredibile
come il Dottore riuscisse sempre a capire cosa le passasse per la
testa... inquietante se ci pensava bene.
< Non
mi piace come ti tratta e, soprattutto, non mi piace come la tratti
tu. > Si bloccò e lo costrinse a voltarsi verso di
lei. <
Chi è River? >
Il
Dottore distolse lo sguardo, ritrovandosi a fissare il suo riflesso
in uno specchio appena dietro di Rose.
< Non
lo so, l'ho incontrata una volta sola e lei mi conosceva bene, ma i
nostri flussi temporali sono invertiti... l'ho vista morire, Rose, e
lei non potrà mai saperlo. >
Rose lo
guardò come solo lei faceva quando era triste, quello
sguardo
che da solo riusciva a consolarlo... gli era mancato quello sguardo
mentre lei non c'era.
Si
abbracciarono e il Dottore la strinse forte, facendole capire che
ogni cosa tra loro era risolta, che erano di nuovo l'uno dell'altra.
<
Dottore! > improvvisamente Rose si discostò,
spaventata e,
voltatosi, il Dottore vide cosa l'aveva turbata: delle ragazze
pallide, in camicia da notte, venivano verso di loro, snudando le
loro zanne. Si voltò, sorpreso, verso la parete dove c'era
lo
specchio: nessun riflesso.
Prese la
mano di Rose e la trascinò per i corridoi.
<
Corri! >
<
Sono vampiri, Dottore, vampiri veri! >
< Lo
so! >
Erano di
nuovo fuori, alla luce del sole, e si stavano abbracciando eccitati
per quella nuova, emozionante avventura.
|
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Capitolo 18 *** Restless ***
Maledetti
impegni che non mi fanno aggiornare! E si vanno ad aggiungere ai
problemi che non mancano di certo nell'affrontare Amy's choice,
episodio splendido ma che era complicato da amalgamare in questo AU
con Rose.
Il
Signore dei Sogni si diverte a tormentare Amy, imponendole di
scegliere tra Rory e il Dottore, che alla fine farà la
scelta
giusta per lei... ma se il Dottore dovesse rinunciare a tutto per la
sua piccola Amelia Pond?
Restless
< È
questo, Dottore, è questo il sogno >.
<
Come lo sai? >
Amy lo
guardò, gli occhi lucid, pieni di lacrime, gli strisero il
cuore.
<
Perchè se è questa la realtà, io non
la voglio.
>
Si chinò
ancora di più su quel cumulo di ceneri che erano state Rory,
carezzandole come se il ragazzo fosse ancora lì.
< Lo
amo, Dottore, e non glie l'ho mai detto. >
Rose si
sporse e le mise un braccio attorno alle spalle, aiutandola ad
alzarsi. Amy si avviò verso la porta a passo deciso, senza
guardarlo, ma prima che Rose potesse seguirla il Dottore la
bloccò.
<
Rose, non può essere quell'altra la realtà.
>
<
Dicevi che tutto può succedere, anche una stella fredda.
>
< Ma
dall'altra parte... > il Dottore si bloccò. Non era
mai
stato bravo con l'esprimere i propri sentimenti e quando c'era di
mezzo Rose, tutto diventava ancora più difficile. Lei gli
sorrise.
<
Quando saremo dall'altra parte, forse riuscirai a scoprire
perchè
io conosco solo questo sogno. >
Deglutì
pesantemente, la bocca improvvisamente asciutta, incapace di
replicare. La seguì all'esterno per poi entrare nel
furgoncino
che Amy stava già mettendo i moto.
Il
Signore dei Sogni ghignava, specchiandosi nello specchietto
retrovisore, facendogli scorrere un brvido lungo la schiena.
Cos'altro poteva fare? Non avrebbe mai obbligato Amy a rimanere in
quella realtà a piangere per Rory, né avrebbe mai
confessato l'egoistico motivo che lo spingeva a credere – o
desiderare – che il TARDIS ghiacciato fosse solo un incubo.
Lo
schianto fu anche peggio del previsto.
Aprì
di scatto gli occhi e il gelo lo avvolse nuovamente.
Amy e
Rory erano poco distanti e si stavano riprendendo, alzandosi pieni di
ghiaccio tra i capelli e sulla pelle.
< E
così, Amy Pond ha fatto la sua scelta. Hai scelto bene Amy,
mi
hai sconfitto. > Il Signore dei Sogni si voltò verso
di
lui, < sai di meritarlo, Dottore, e sai che i sogni sono solo
sogni. Goditi la realtà. >
Sparì
improvvisamente com'era venuto, lasciandosi dietro un gelo che non
aveva niente a che fare con la stella fredda.
<
Cosa intendeva? > chiese Amy.
< Si
riferiva a Rose. >
< La
ragazza bionda > Amy riflettè, come sforzandosi di
ricordare, < ma non è mai esistita giusto? Era parte
del
sogno. > poi si interruppe, sgranando gli occhi. <
Aspetta, era
il tuo sogno! Ma perchè avresti dovuto sognare quella
ragazza?
>
< Nel
mio sogno sono riuscito a ritrovarla. >
< È
reale? L'hai davvero conosciuta? >
Amy era
curiosa, ma Rory la fermò. Il Dottore si voltò di
spalle, distogliendo lo sguardo dai due compagni.
Come
poteva essere quella la realtà? Non aveva nessun senso, non
senza Rose. Accettare di essersi immaginato tutto era impossibile.
<
Cosa stai facendo? >
La voce
di Rory era allarmata.
<
Faccio esplodere il Tardis. >
|
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Capitolo 19 *** The Doctor's choice ***
Questo
capitolo è stato un vero partoperchè è
uscito
mostruosamete lungo e ho dovuto tagliare dei pezzi, ma non potevo
tagliare più niente e nemmeno dividerlo in due
perchè
la prima parte è solo uno spiegone che dovevo inserire per
forza... insomma, senza ammorbarvi oltre, sono 768 parole (quindi ben
lontano da essere una flasfiction) e non sono nemmeno sicura di
essere rimasta IC. Beccatevelo così, che poi si passa oltre!
.
.
.
.
The
Doctor's choice
Aprì
gli occhi di scatto, ritrovandosi a fissare il soffitto arcuato e
luminoso del TARDIS. Alla sua destra Rory stava aiutando Amy a
rialzarsi dal pavimento e la ragazza appariva quasi frastornata, come
se il sonno non l'avesse abbandonata del tutto.
Il
Dottore sentì muoversi qualcosa accanto a sé e
non si
stupì più di tanto di scoprire che la mano di
Rose e la
sua si erano cercate... in fondo non era ciò che era sempre
accaduto?
< La
mia testa! > si lamentò lei < cos'è
successo,
Dottore? >
Si alzò
in piedi, aiutandola a fare altrettanto. Sentiva gli occhi di Amy e
Rory puntati su di lui, ma tutto quello che riusciva a fare era
continuare a fissare Rose che si massaggiava la nuca.
< Non
ti ricordi niente? >
Lei lo
guardò, confusa, gli occhi grandi leggermente sgranati per
la
sorpresa.
< Mi
ricordo che stavamo dicendo che il tuo farfallino non è
affatto figo ma ridicolo, poi mi ricordo che mi sono risvegliata sul
pavimento... > Rose sorrise, scrutandolo in un modo che gli
ricordava paurosamente sua madre, < non è che mi hai
colpito per caso? >
<
Tutti noi ci siamo addormentati. > Rory li interruppe,
avvicinandosi < Però io mi ricordo cos'è
successo. >
<
Già, > anche Amy si intromise nella conversazione
<
anche io mi ricordo e tu > gli puntò un dito contro
<
hai fatto esplodere il TARDIS! >
<
Cosa? > esclamò Rose, voltandosi di scatto verso la
rossa.
<
Dottore, che significa che hai fatto esplodere il TARDIS? >
Il
Dottore indietreggiò, andando a sbattere contro la consolle
e
rimanendo bloccato. Lo sguardo delle due ragazze fiammeggiava, quello
di Rory appariva confuso e sinceramente dispiaciuto per lui.
< Ero
assolutamente sicuro che fosse un sogno. >
< E
come facevi a saperlo? > Amy era ancora agguerrita.
<
Perchè conosco il Signore dei Sogni. >
I Pond
lo guardarono interrogativi.
<
Scusate, non è ovvio? Sono io. > Altri sguardi
interrogativi. Sbuffò. < Ecco guardate! >
Scese correndo
sotto la consolle e tornò pochi secondi dopo, qualcosa di
decisamente alieno stretto in mano. < Queste si infilano nei
meccanismi del TARDIS e provocano profondi stati onirici che portano
in superficie la parte più oscura di noi stessi. Ho
novecento
anni, hanno avuto molto materiale su cui lavorare. >
Il
Dottore sorrise, cercando di apparire sereno.
< Non
preoccupatevi, voi Pond, e andate! Sono sicuro, Rory, che Amy
avrà
molte cose da dirti. >
Li
guardò lasciare la sala controllo e aspettò che i
loro
passi si zittissero prima di rivolgersi a Rose. La sua compagna si
era seduta sulla sedia e lo guardava a braccia conserte, serissima.
<
Questo tuo nuovo te è davvero bravo a nascondere le sue
emozioni, ma non puoi fregare me, Dottore, ti conosco troppo bene.
>
Non
riuscì a fare a meno di sorriderle, anche se amaramente. La
verità era che avrebbe voluto piangere e abbracciarla,
magari
baciarla, ma era ancora troppo scosso.
<
Perchè io non ho ricordi di questo sogno comune? >
< Non
ricordi proprio niente? >
< No.
>
<
Eppure in uno dei due sogni c'eri. > Si accorse troppo tardi di
quel che aveva detto e non riuscì a sostenere lo sguardo
sorpreso di Rose.
< In
uno dei due sogni? > si alzò e gli arrivò
di
fronte. Era seria e determinata, come ogni volta che cercava di
estorcergli qualcosa o che aveva paura.
<
Rose, non ero certo che fossero entrambi sogni. >
<
Allora perchè, quando hai scoperto che uno dei due era un
sogno, ha fatto esplodere il TARDIS? >
Si morse
un labbro, ma non rispose. Come poteva dirle che aveva rischiato
tutto – la sua vita, quella dei Pond, il TARDIS –
perchè
non poteva accettare l'idea di un mondo senza di lei? Un mondo in cui
Rose non era mai tornata, in cui lui era ancora il triste e solitario
Signore del Tempo che moriva un po' ogni giorno. Non poteva dirle che
quando quella maledetta fessura nel tempo l'aveva inghiottita aveva
desiderato potersi svegliare e scoprire che lei era lì,
accanto a lui, non poteva dirle di quanto avesse corso rischi
esagerati, credendo che la sua vita non avesse ormai più
alcuno scopo.
Non
poteva dirlo a Rose, ma lei avrebbe capito lo stesso, perchè
la sua Rose riusciva a leggergli la risposta negli occhi.
Non
disse nulla, ma l'abbracciò e la strinse, perchè
quell'abbraccio in cui ogni volta si perdevano era l'unica cosa che
aveva desiderato in più di una vita.
Ed era
reale.
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Capitolo 20 *** The unforgettable Rory ***
E
siamo arrivato a The Hungry
Earth/Cold Blood, puntata doppia che, lo ammetto, non mi
piace un
gran chè a parte gli ultimi dieci minuti. Sappiamo tutto
cosa
succede, del Dottore che mette la mano nella crepa, di cosa vi
recupera e del povero Rory che si sacrifica per salvare la vita del
Dottore. Rose assiste impotente alla morte del ragazzo e all'amnesia
di Amy...
The
unforgettable Rory
Era
successo tutto in meno di un
secondo: aveva sentito solo uno sparo, uno solo che aveva risuonato
con un rombo sinistro, un solo sparo e Rory era morto. Era rimasta
paralizzata dal terrore – il Dottore era lì,
immobile e
indifeso e lei si era lanciata verso di lui, ma lui, oh, lui era
così
lontano! - guardando il corpo del ragazzo abbattersi a terra e le
grida di Amy che le avevano fatto venire i brividi e la voce
concitata del Dottore che cercava di spingerla via. Non riusciva a
vedere altro che la luce della crepa che inghiottiva il corpo senza
vita di Rory.
<
Rose! > il Dottore la chiamò,
continuando a trattenere Amy che tentava di liberarsi, < Rose
vieni via di lì e non toccare la luce! >
Il
panico nella sua voce la riscosse da
quello stato di trans e si accorse di avere il volto rigato di
lacrime. Iniziò a correre e raggiunse il Dottore, aiutandolo
a
trascinare Amy nel Tardis.
<
Fammi uscire, Dottore! > la
ragazza tirava pugni alla porta chiusa ma Rose sapeva che il Dottore
era irremovibile.
Si
avvicinò a lui, cercando di
incontrare il suo sguardo, ma aveva gli occhi bassi.
<
Non possiamo lasciarlo qui,
Dottore! >
<
Ormai la luce lo ha già
toccato, non possiamo fare nulla per lui. >
<
No, non è tardi,
dobbiamo portarlo indietro, dobbiamo farlo per Amy! >
<
Non possiamo. >
<
Ma Dottore - >
<
Non discutere Rose! > gridò
lui e lei ammutolì.
Non
si era mai rivolto a lei in quel
modo e in un primo momento ebbe la tentazione di rispondergli male,
ma la tristezza che riuscì a leggere nei suoi occhi le
strozzò
le parole in gola.
<
Non posso rischiare anche la
vostra vita. > La sua voce era tornata dolce e triste e le
strinse
la mano per un attimo, come a cercare coforto. Ma fu solo un attimo
prima che distogliesse di nuovo lo sguardo e si rivolgesse ad Amy.
La
rossa era addossata alla porta del
Tardis, scossa dai sighiozzi.
<
Amy, ascoltami, > le disse
prendendola gentilmente per le spalle, < concentrati e
ricordalo,
se lo conservi nella tua memoria non lo perderai. >
<
Non ci riesco... >
<
Ricorda Rory, il fantastico,
simpatico, bellissimo Rory, eh? Non lasciarlo andare, devi- >
Un
violento scossone li fece cadere e
Rose dovette aggrapparsi alla consolle. Si rialzò a fatica,
dolorante, e corse verso di Amy, aiutandola a rimettersi in piedi.
Amelia
Pond le fece un gran sorriso.
<
Grazie, Rose > le disse, poi si
rivolse al Dottore: < Scusa, cosa stavi dicendo? >
Lo
sguardo che il Signore del Tempo le
lanciò non aveva bisogno di parole.
Rose
si asciugò velocemente una
lacrime che era andata a bagnarle la guancia e tirò su col
naso.
Ci
sarebbe stata lei a ricordarsi di Rory al posto di Amy, si disse... di
Rory che aveva salvato la vita del suo
Dottore.
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Capitolo 21 *** Give me sadness and a couple of tea ***
Sono
in mostruoso ritardo, un
capitolo che proprio non voleva uscire, ma alla fine ce l'ho fatta!
Amy, il Dottore e Rose, dopo l'incontro con Van Gogh, tornano al
Tardis e, mentre Amy è in camera sua, il nostro Time Lord
preferito e Rose hanno una conversazione molto intima.
Give
me sadness and a couple of tea
< Lo
sapevi, non è vero? > chiese Rose.
Era
arrivata silenziosamente mentre lui manovrava con i circuiti del
tardis e si era seduta – beh, appallottolata quasi
– sui
gradini di vetro, una tazza di thè fumante in mano e una
sciarpa rosa intorno al collo.
<
Sapevo cosa? > non si voltò a guardarla, preferendo
far
finta di nulla, ma il rumore della tazza che veniva poggiata sul
vetro lo informò che siuramente non si sarebbe data per
vinta.
< Sai
benissimo cosa, Dottore. > la sua voce si fece pericolosamente
simile a quella di sua madre...brutto segno, pensò. <
Sapevi che non sarebbe cambiato nulla, che Van Gogh si sarebbe
comunque tolto la vita. >
<
Alcune cose non possono essere cambiate. >
< Ma
Amy lo aveva sperato e ci è rimasta molto male. >
Il
Dottore finalmente si voltò. Rose lo stava guardando
abbracciandosi le ginocchia, in attesa di una sua risposta. Aveva
l'impressione che lo stesse studiando, come a voler essere sicura che
fosse realmente lui, al di là del volto nuovo, al di
là
di quella personalità straripante e a volte infantile...
perchè non l'aveva ancora baciata? Era sempre stata lei a
muoversi per prima, a cercarlo.
<
Dottore? > adesso era seccata e lo stava richiamando alla
realtà,
< Mi vuoi rispondere? >
< Amy
è nuova, si fa prendere dall'entusiasmo di poter viaggiare
nel tempo, è comprensibile. >
Rose
ridacchiò, adesso di nuovo allegra. Era sempre bello vederla
sorridere, si disse, perchè quando lo faceva diventava
luminosa e gli ricordava quanto in realtà lei fosse
giovane...
nonostante ciò che aveva affrontato e sconfitto, nonostante
la
sofferenza e la morte, lei era giovane e amava ridere. Avevano riso
tanto insieme, ma ultimamente lo facevano sempre più di rado.
<
Perchè non ridiamo più, Rose? > chiese,
senza
nemmeno accorgersene davvero.
<
Non... > era in difficoltà < non saprei...
> abbassò
lo sguardo, < suppongo per quello che è successo a
Donna, a
te... per quello che è accaduto a Amy e a Rory... a volte
credo di essere molto triste, Dottore. >
Lo aveva
detto con semplicità, una constatazione che non chiedeva
pietà, né conforto, solo di essere espressa ad
alta
voce.
< E
tu? > si rivolse improvvisamente a lui, guardandolo intensamente
da sotto quelle ciglia incredibilmente lunghe.
Non
rispose subito, ma si sedette prima al suo fianco.
< Non
lo so, > ammise infine < credo comunque che la tristezza
sia
sempre qualcosa di passeggero. Persino Amy non sarà triste
per
sempre e, forse, in quel momento ricorderà. >
< Ne
sei certo? >
Eccola,
la bambina che era in realtà veniva allo scoperto, indifesa.
< Ah,
Rose Tyler, nessuno può dimenticare completamente ed Amy non
è
una ragazza come tutte le altre, lei è cresciuta con una
crepa
nella sua parete. >
Rose si
sporse e lo baciò sulla guancia.
< Io
non ti dimenticherei mai, Dottore, né completamente
né
in parte, mai. Sono tornata da te da un altro universo. Tu sei il mio
Dottore. >
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Capitolo 22 *** One day in the Tardis ***
Nuovo
capitolo! E siamo arrivati a The Lodger, episodio
divertentissimo che ci regala un Dottore più strambo che mai
e
il meraviglioso Craig, ma obbiettivo puntato sulle due companion che
si trovano da sole nel Tardis: Amy è molto curiosa, mentre
Rose si interroga sul significato dei ricordi.
One
day in the Tardis
Il
Tardis ebbe uno scossone più forte dei precedenti e Rose
dovette aggrapparsi con tutte le sue forze ai comandi per non
ritrovarsi a terra.
<
Amy, cerca di girare quella manopola! > gridò,
venendo
nuovamente sballottata in tutte le direzioni.
<
Quale manopola? >
Amelia
era a sua volta piegata verso il monitor nel disperato tentativo di
mantenere l'equilibrio.
<
Prova con quella rossa! >
Con un
ultimo fremito il Tardis si fermò, donando alle due ragazzo
un
attimo di respiro.
Quella
volta le turbolenze erano state particolarmente violente e il Dottore
non aveva chiamato, motivo per cui avevano dovuto ingegnarsi e
tentare di governare da sole la macchina del tempo.
<
Bella intuizione, Rose > disse Amy, lasciandosi cadere esausta
sulla poltrona da viaggio.
< Ho
visto il Dottore girare quella manopola milioni di volte, ho pensato
servisse a qualcosa. > Si sedette a sua volta su uno scalino
poco
distante.
Rimasero
in silenzio per un po', godendo quell'insperato, quanto sicuramente
momentaneo, silenzio, lasciando che fosse solo il ronzio
persistente del Tardis a riempirlo.
<
Rose, > cominciò Amy, quasi per caso, rompendolo per
prima,
< da quanto tempo viaggi con il Dottore? >
Rose si
voltò verso l'amica e trovò che la stava
osservando, lo
sguardo limpido e sinceramente incuriosito. Era la prima volta che si
trovavano da sole senza che il Dottore fosse nei paraggi.
< Ho
viaggiato con lui per tanto tempo, ma siamo stati separati... >
si
bloccò e deglutì pesantemente. Dopo tutto quel
tempo,
era ancora estremamente doloroso e il pensiero di essere arrivata
così vicia a perderlo per sempre, di aver avuto solo molta
fortuna nel ritrovarlo, le dava ancora gli incubi.
< Ma
adesso l'ho ritrovato e tutto quello che abbiamo passato, le vite che
abbiamo vissuto insieme, ora non sono che ricordi. >
Amy le
sorrise, uno di quei sorrisi maliziosi che la ragazza amava
dispensare a lei e al Dottore.
<
L'ho capito, sai? Dal primo giorno, quando ero solo una bambina, ho
capito che eravate innamorati. >
Rose
rise. Ah, era sempre stato così evidente, sin dal primo
momento, quando il Dottore aveva gli occhi azzurri e le orecchie a
sventola... lo aveva amato già allora.
< Mi
piacerebbe incontrare qualcuno di speciale, proprio come tu hai il
Dottore! >
La
risata le morì in gola. Amy non ricordava, aveva dimenticato
Rory, aveva dimenticato il suo amore per quel ragazzo un po'
impacciato e divertente, ma ache coraggioso.
Aveva
dimenticato così tante cose, Amelia Pond, che Rose
iniziò
a chiedersi se anche lei, come la rossa, non avesse dei vuoti... non
ricordava il sogno di cui aveva parlato il Dottore, anche se non era
del tutto esatto dire che non era rimasto nulla... avvertiva un senso
inquietante di vuoto e smarrimento quando ci pensava, come quando si
sa di aver sognato qualcosa di terribile senza però sapere
cosa.
No, per
Amy era diverso perchè per lei Rory non era mai nato, non
l'aveva mai amata... Rory non aveva mai salvato il Dottore...
Un nuovo
scossone le fece cadere e dovettero di nuovo aggrapparsi alla
ringhiera e ai comandi. Nello stesso momento squillò il
telefono e la voce concitata del Dottore risuonò nel Tardis.
|
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Capitolo 23 *** A little bit confused ***
Eccomi
qui! Pe augurarvi buon Natale cosa c'è di meglio della prima
parte di storia dedicata a
The Pandorica opens? E mi raccomando, domani tutti avanti
alla tv perchè THE DOCTOR'S BACK! Vi lascio alla lettura,
buon Natale a tutti voi!
A
little bit confused
Era
eccitato e terrorizzato allo stesso
tempo, una sensazione che aveva imparato ormai ad associare alla
presenza di River Song. Guardare quel dipinto del Tardis che
esplodeva non era piacevole, ma – come poteva non ammetterlo?
-
la scarica elettrica che lo aveva scosso nel leggere “le
più
antiche parole dell'Universo” ancora non lo abbandonava...ah,
River, quella donna sarebbe stata la causa della sua morte, ne era
certo!
<
Dottore, cosa significa? >
Si
voltò verso Rose,
distogliendosi da quei pensieri.
<
Non ne ho idea. >
Non
era del tutto vero, conservava
ancora il pezzo di Tardis che aveva recuperato dalla Crepa poco prima
che Rory morisse, ma probabilmente dire alle sue compagne che
l'esplosione del Tardis avrebbe causato la fine dell'Universo non era
una buona idea.
River
stava dicedo che il quadro si
chiamava “La Pandorica si apre”, ma non aveva
bisogno
delle sue spiegazioni, ci era già arrivato da solo.
<
Non può essere reale, è
una favola. > sbottò.
<
Forse, ma si dice che dentro vi
sia rinchiuso l'essere più potente dell'Universo! >
River
lo stava guardando come se fosse
un bambino un po' tardo e la cosa lo infastidì ancora di
più...
<
Amelia, passami quella mappa. >
<
Sicuramente non lo troverai
segnato lì, Dottore! >
Rose
si avvicinò, sistemandosi
al suo fianco e aiutandolo ad aprire la mappa.
Quando
si rivolse a River, la sua voce
era aspra:
<
Se seppellisci la creatura più
pericolosa dell'Universo, certo non vorrai dimenticarti di dove l'hai
messa! >
Amy
ridacchiò e anche lui
dovette sforzarsi di trattenere un sorriso. Era divertente osservare
Rose e River litigare per lui, la sensazione di sentirsi tirato da
ambo i lati lo eccitava tanto quanto lo impensieriva... questo nuovo
se stesso era ancora così giovane e così vanesio!
No,
doveva concentrarsi, il Tardis
stava per esplodere e la Pandorica si sarebbe aperta... ma poteva
sentire la mano di Rose che sfiorava la sua, mentre il profumo
sensuale di River lo inebriava, annebbiando la sua mente in modo
preoccupante.
Era
assolutamente inevitabile che la
sola presenza di quella donna affascinante e misteriosa lo
scombussolasse completamente e, in un momento come quello, distrarsi
era proprio l'ultima cosa da fare.
Si
avvicinò un po' di più
a Rose.
<
Dottore, non credi che queste
siano abbastanza vistose? >
Eccola,
la sua adorata Amelia Pond, che
veniva a salvarlo! Finalmente riuscì a concetrasi sul dito
della ragazza e sorrise soddisfatto.
Non
aveva tempo per questo genere di
cose, salvare l'Universo aveva la priorità assoluta.
<
River, > disse, < prendi
quattro cavalli, dobbiamo andare a Stonehenge! >
|
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Capitolo 24 *** Rory the centurion ***
Buon
anno nuovo a tutti! Spero che vi siate goduti lo speciale di Natale,
a me è piaciuto molto e ho adorato il finale
*si asciuga una lacrimuccia*.
Continuiamo
con The Pandorica Opens,
un capitolo interamente dedicato al mio amatissimo Rory, sono 607
parole, quindi un po' di più di una flashfiction. Buona
lettura!
Rory
the centurion
Dire che
si sentiva confusa era dire poco, probabilmente sarebbe stato
più
corretto dire che non ci stava capendo un accidenti di niente... le
sembrava quasi di sentire la voce di sua madre Jackie nella testa che
ripeteva una serie infinita di domande, dal più semplice
“Cosa
sta succedendo?” a quelle più complicate, come ad
esempio “Rory, cosa diavolo ci fai qui?”
Era
rimasta a fissarlo come un'idiota, mentre il Dottore blaterava e
sembrava quasi non vederlo, infine lo aveva fissato anche lui ed
erano due perfetti idioti che guardavano un centurione romano con la
bocca aperta.
<
Come puoi essere qui? >
Bene,
finalmente il Dottore faceva una domanda pertinente, erano passi
avanti, si disse.
< Non
lo so, > ammise il ragazzo, < mi ricordo che ero in
quella
caverna e stavo morendo, poi mi sono svegliato e...beh ero un romano!
>
<
Come sarebbe a dire un romano? >
La sua
voce suonava stridula anche alle sue stesse orecchie... non si era
accorta di essere spaventata, ma forse derivava dal fatto che un
Cyberman aveva appena tentato di staccare la testa di Amy e per poco
non aveva staccato la sua.
< Un
antico romano, pieno di cose romane nella testa! >
< Oh!
> mormorò il Dottore.
< Oh!
> lo seguì a ruota lei.
< Già >
terminò Rory, < piuttosto impressionante. >
< Ma
se ero morto... Dottore, come faccio a essere qui? >
< Ah,
Rory, questo è un grande universo e alcuni dicono che spesso
i
miracoli accadono. >
Improvvisamente
Rose si scosse.
< Un
miracolo! Dottore, non credi che sia strano? >
<
Definitivamente strano, Rose Tyler! > le toccò il
naso con
un dito e sorrise < sospetto? Forse sì, ma ho un
mucchio di
cose strane e sospette di cui occuparmi...oh > si interruppe
bruscamente, < Rory, adesso devi essere molto, molto coraggioso.
>
< La
mia testa! > Amy si avvicinò, massaggiandosi una
tempia,
oltrepassò Rory e si diresse verso il Dottore.
Rose
guardò il sorriso del ragazzo spegnersi improvvisamente,
come
una lampadina fulminata. Lo prese per un braccio e lo
trascinò
in disparte.
< Non
si ricorda di te. >
<
Cosa intendi? >
<
Ricordi la crepa, Rory? La luce della crepa ti ha colpito, sei stato
trascinato dentro e- >
< e
non sono mai esistito... > si lasciò cadere su un
masso <
non si ricorda di me perchè non sono mai esistito. >
Rose
sospirò, poi si sedette al suo fianco.
< Non
essere stupido, Amy ti ama e nessuna donna potrebbe mai dimenticare
l'uomo che ama, mai, nemmeno se dovesse finire in un altro universo,
credimi, io lo so. > Mi se una mano in tasca e ne trasse un
astuccio blu, < Amy credeva che il Dottore volesse darlo a me,
>
un sorriso malinconico le sfiorò le labbra mentre alzava lo
sguardo per fissare Rory di fronte a lei < ma io ho visto come
lo
guardava. No, Rory, questo anello le ha ricordato te. >
< Ne
sei sicura? >
<
Assolutamente. > Si sporse e lo abbracciò.
<
Sono contenta che tu sia vivo, adesso và da lei. >
Il
Dottore si era avvicinato e li guardava con le mani in tasca.
<
Amelia è di sopra con circa duecento soldati... non credo
che
la storia possa sopportarlo. >
|
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Capitolo 25 *** Who takes the Pandorica takes the universe ***
Ok,
sto scrivendo queste note autore sulle dolenti note del Doomsday theme,
perciò non vi preoccupate se non sono troppo coerente.
Allora,
torno da voi dopo un'attesa abbastaza lunga, sorry, ma è
iniziato il periodo degli esami e gli aggiornamenti si faranno
più sporadici, comunque cercherò di fare in modo
che non vi dimentichiate di me (e poi ho in mente una one shot su
Sherlock e altri lavori sui miei OC tolkeniani, ma non vi interessa).
Veniamo a noi e a The
Pandorica Opens: siamo nel finale di puntata e abbiamo tre
diversi pov, per il resto non vi dico altro e, nel mentre iTunes passa
dal tema di Doomsday
a quello di the
impossible planet, vi lascio alla lettura!
Who
takes the Pandorica
takes
the Universe
River
Song era entrata nel Tardis come se fosse sempre stata lì,
come se quella fosse stata casa sua... era entrata nel Tardis come
faceva di solito il Dottore, lanciando la giacca in un angolo e
spingendo una leva.
Rose la
guardò quasi incantata dalle sue movenze, seza riuscire a
smettere di essere affascinata da lei e al contempo di provare
fastidio nei suoi confronti. In fondo, pensò, lei poteva
capire quanto difficile fosse non amare quell'uomo straordinario e
sempre pieno di sorprese che era il Dottore, eppure sentiva che
nonostante i loro sentimenti fossero ugualmente intensi, i motivi on
potevano essere più diversi.
<
Perchè mi stai fissando, tesoro? > la donna sorrise,
guardandola di sottecchi.
< Non
ti sto fissando! > si affrettò a rispondere,
avvicinandosi
a lei.
<
Molto strano, > disse River, < il Tardis si è
fermato. >
River
Song abbandonò il monitor e corse ad aprire la porta,
uscendo
nella chiara notte stellata, seguita da Rose.
<
Sono già stata qui, > mormorò la ragazza
in un
sussurro, < è la casa di Amy! >
<
Andate via di lì, immediatamente! > gridò
nel
telefono. Era tutto sbagliato, terribilmente sbagliato e per giunta
pericoloso.
<
Dottore, il Tardis non risponde ai comandi! >
Eccola,
la paura nella voce di Rose... gli faceva salire il panico.
<
Rose! Rose! > chiamò, ma la linea si fece sempre
più
disturbata, fino a scomparire del tutto con un bip.
Alzò
la testa e li vide: i suoi nemici, tutti lì per
ciò che
c'era nella Pandorica...per lui.
<
River! > gridò e perse l'equilibrio. Il tardis era
impazzito e continuava a emettere scintille tutto itorno a lei,
mentre l'altra donna continuava a collegare e scollegare cavi.
<
Va' alla porta! >
Fece
come le aveva detto e spalancò i battenti, ma non
trovò
altro che un muro.
<
Addio, mio Dottore. > disse, poi chiuse gli occhi.
<
No, voi non capite! Io sono qui, è il Tardis che sta
esplodendo, non è colpa mia! >
Era
completamente bloccato, impotente d'avanti a tutti loro che volevano
salvare l'universo.
Oh,
ed il pensiero di Rose, Rose che non sarebbe riuscito a salvare.
<
Ascoltatemi! Io sono l'unico che può fermare il Tardis,
ascoltatemi! >
La
porta si chiuse con un tonfo metallico e piombò il silenzio,
rotto unicamente dal suo respiro.
Nessuno
di loro sarebbe sopravvissuto, né Rory, né la
piccola e
indifesa Amelia Pond, né la meravigliosa River Song...
nemmeno
Rose, che aveva amato e perduto e che alla fine aveva ritrovato.
Ancora una volta veniva strappata via da lui senza che riuscisse a
dirle nulla.
Rory
stringeva tra le braccia il corpo senza vita di Amy e piangeva. Non
gli importava di essere un romano, del Dottore o di tutte quelle
astronavi nel cielo, non gli importava di nulla se non di Amy, del
suo corpo contro il suo, del fatto che l'aveva uccisa.
E
l'universo poteva anche bruciare, ora.
|
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Capitolo 26 *** The Pandorica opens ***
Eccomi
qui, tra un esame e l'altro mi ricordo di voi. La conosciamo tutti la
storia no? Il Dottore è chiuso nella Pandorica, Rory
è
fuori che piange su Amy quando il Dottore compare con uno scopettone
per pavimenti e un fez.
Il
prossimo aggiornamento verso la fine di febbraio, buona lettura!
The Padorica opens
La porta
della Pandorica si aprì e per un istante la flebile luce
della
caverna lo accecò, poi, come un disegno che prendeva vita
davanti ai suoi occhi, mise a fuoco la figura di Rory.
<
Come hai fatto ad aprirla? > chiese e il ragazzo gli
mostrò
il cacciavite sonico. Mise una mano in tasca e ne estrasse uno
identico.
< Me
lo hai dato tu. >
< No,
non è vero. >
Li
avvicinò e una scossa elettrica ne scaturì,
provocando
alcune scintille verdi.
<
Stesso cacciavite sonico, diverse linee temporali > ,
mormorò.
Iniziava
a intravedere un piano.
Rory lo
guidò all'aperto, facendogli strada in mezzo alle impronte
di
ciò che era stato e che non era più nell'universo.
Lo guidò
finchè non si accasciò in terra, scoprendo il
corpo di
Amelia sdraiato come se dormisse profondamente.
“Non
è morta” pensò con un sospiro di
sollievo, ma
Rory era disperato lo stesso. Non poteva dargli torto d'altronde, era
ancora fin troppo vivido nella sua mente la sofferenza che lo aveva
afferrato quando credeva di aver perduto Rose per sempre, quel senso
di vuoto che ancora minacciava di afferrarlo quando non la vedeva in
giro nella sala controllo del Tardis. Per questo non si
stupì
quando Rory lo prese a pugni, anzi ne fu felice perchè
sapeva
che era tornato a lottare, che aveva capito che nulla è
perduto.
Misero
Amy nella Pandorica e la chiusero.
<
Bene, duemila anni circa nel futuro. >
<
Rimarrò qui, baderò a lei. >
<
Starà benissimo. >
Rory lo
guardò intensamente, in quel modo che al Dottore metteva
paura
perchè lo rendeva incapace di mentire.
<
Guardami negli occhi, Dottore, e dimmi che non sarà
più
al sicuro se ci sono io. >
<
Certo, > sospirò,< certo che lo
sarà. >
E non fu
sorpreso nemmeno quando, dopo duemila anni, lo trovò
lì,
ancora a vegliare sulla sua Amelia Pond.
Non
riuscì a trattenere un sorriso nel vederli finalmente
insieme
e la loro felicità era come uno sprono per lui.
Non
aveva ancora finito.
<
Addio, mio Dottore. >
Rose
chiuse gli occhi, ma quella voce, la sua voce, la costrinse a
riaprirli.
<
Ancora una volta mi dai per spacciato, Rose Tyler? >
Il
Dottore era poggiato alla porta del Tardis e la guardava sorridendo,
aggiustandosi il farfallino con aria sorniona e un ridicolo fez sulla
testa.
Rose
percorse il poco spazio che li separava e si gli si gettò
letteralmente addosso, stringendosi nel suo abbraccio sicuro.
<
Sempre il solito ritardatario, Dottore > sbuffò River
e si
avvicinò a loro.
Il
Dottore rise e prese per mano Rose, porgendo l'altro braccio alla
donna che armeggiava con il manipolatore del vortice.
Con uno
scossone furono fuori del Tardis, sul tetto di un edificio, e solo
allora, come non aveva più fatto da molto tempo, il Dottore
la
strinse, sollevandola quasi da terra e poggiando il mento sulla sua
spalla.
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Capitolo 27 *** Geronimo! ***
Sono tornata! Ebbene sì, la
sessione invernale è finita ed io sono riuscita a uscirne
viva
per tornare da voi e per tornare al mio Dottore. Eravamo rimasti a
quando il Dottore salva River e Rose dal Tardis che esplode, il resto
dell'episodio lo conosciamo, con il Dalek e “the Doctor
lies”
il fez e River incredibilmente figa. Il Dottore decide di lanciarsi
nel Tardis che esplode per riaccendere la storia, ma sarà
dimenticato...beh, forse!
Geronimo!
<
Vuole parlare con te >, le
disse River, guardandola come si guarda una moribonda. Rose non
riusciva a sopportare quello sguardo, ma non vi badò,
oltrepassandola ed entrando nella stanza dove stava il Dottore legato
alla Pandorica.
Era
infuriata e aveva anche provato a
insistere, ma lui era stato irremovibile e si era legato a
quell'affare infernale senza ascoltarla, eppure ora le sorrideva come
se nulla fosse.
<
Mi dispiace, Rose > la sua
voce era affaticata, poco più che un sussurro.
<
Sei sempre tu che prendi le
decisioni per noi, vero Dottore? >
Probabilmente
il suo tono doveva
rivelare la sua rabbia perchè lui sospirò
pesantemente,
chiudendo appena gli occhi.
<
Non faresti forse lo stesso? >
le domandò, un po' arrabbiato anche lui < Non sei mai
stata
egoista, Rose, e sai che questo è l'unico modo, quindi
è
inutile che continuiamo a parlarne. >
Aveva
ragione e lo sapeva. Diamine, non
si opponeva mai quando il Dottore doveva salvare il mondo e non aveva
intenzione di farlo neanche adesso... ma non sopportava l'idea di
perderlo, l'idea di non poterlo aiutare in alcun modo.
<
Cosa succederà? > gli
chiese mentre le lacrime andavano a bagnarle le guance. La Bad Wolf
bay sembrava più vicina che mai.
<
Vivrai la tua vita, tutti voi lo
farete ed io non sarò mai esistito. Devi pensare a tua
madre,
Rose, pensaci e lei sarà lì e quell'altro
universo non
sarà mai esistito nella vostra vita. Dillo anche ad Amy e
potrà riavere i suoi genitori e il suo matrimonio. Sarete
felici. >
Il
Dottore distolse lo sguardo, come se
non sopportasse di vederla piangere di nuovo.
Il
Dottore, l'altro, quello precedente,
aveva sorriso per trattenere le lacrime, ma questo non ci riusciva,
non più.
<
Fa' quello che devi Dottore, ma io
non ti dimenticherò, io ti porterò indietro, lo
giuro!
Non ti libererai di me > .
Il
Dottore chiuse le porte della
Pandorica e si ritrovò solo, il volto rigato di lacrime di
Rose ancora impresso nella mente. Forse non avrebbe dovuto parlare
con lei, così come non aveva parlato con Amy o River. Forse
una parte di lui sperava che Rose avrebbe lottato, che avrebbe
gridato e fatto qualcosa, ma sapeva che lei lo aveva sempre
appoggiato incondizionatamente, con un sorriso e la sua splendida
espressione risoluta. Aveva quell'espressione dietro le lacrime e
lui aveva imparato che non si può lasciare indietro Rose
Tyler
perchè Rose Tyler sarebbe sempre tornata per il suo
Dottore.
Non
c'era più tempo ormai, premette il pulsante con una mano,
mentre con l'altra scriveva a River, gli occhi che bruciavano.
Ma
ancora una volta, ne era sicuro, la
sua Rose poteva salvarlo.
|
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Capitolo 28 *** Vanishing ***
Eccomi qui,
nuovo capitolo e siamo arrivati al "rewind" della vita del Dottore, in
particolare alla scena in cui il Dottore torna nella Foresta degli
Angeli e parla con Amy...e bacia Rose! Il divertimento per me nello
scrivere di questo sogno da shipper è massimo, spero davvero
che per voi sia lo stesso, quindi buona lettura e come al solito
recensite!
Vanishing
Ricordava
quella foresta.
Ricordava
ogni singolo istante tra
quelli che stava rivivendo, ogni momento passato con Amy e Rose, o
con Rory e River, anche se non capiva davvero perchè
rivivere
quei riavvolgimenti temporali lo sconvolgesse tanto; in fondo,
avrebbe dovuto pensarci, non era difficile supporre che sarebbe
accaduto.
Era
necessario, anche se doloroso,
guardare se stesso andare via e lasciare Amy e Rose lì da
sole, ma non si era reso conto, quella volta, che così
facendo
avrebbe dato modo al se stesso che stava sbiadendo di parlare con
loro.
Semplice
no?
Si
avvicinò alle due ragazze
come se niente fosse e si stupì quando si rese conto che
Rose,
a differenza delle altre volte, poteva vederlo.
Si
alzò per andargli incontro,
ma la bloccò con un gesto della mano. Cosa sarebbe accaduto
se
non avesse potuto toccarla? Non poteva affrontare di nuovo quella
situazione: avere l'immagine di lei ma non poter toccare il suo
viso... e poi doveva parlare con Amy, era maledettamente importante,
non poteva lasciarsi distrare da Rose e dai suoi morbidi capelli
biondi.
<
Devi iniziare a fidarti di me, Amy
Pond, non è mai stato così importante. >
<
Ma tu non sempre mi dici la verità. >
<
Non ti chiederei di fidarti di me se lo facessi. Ricordi cosa ti
dissi quando avevi sette anni? >
<
Cosa mi dicesti? >
Chiuse
gli occhi e la strinse un po'. Era come una bambina, Amelia, lo
aiutava a non pensare allo sguardo fisso di Rose.
<
No, no, non è questo il punto, solo ricordalo. >
La
baciò sulla fronte e si voltò per andare via. Se
Amy
avesse ricordato, se in qualche assurdo, impossibile modo avesse
conservato il ricordo di quel Dottore stropicciato... poteva
raccontarle molte storie, storie tristi e incredibili che avrebbe
potuto conservare gelosamente in un angolo remoto della memoria che
mai avrebbe saputo di avere.
Ma
Rose? Rose era troppo importante, Rose voleva salvarlo, Rose non
avrebbe mai smesso di tentare il tutto per tutto...ma non era la
memoria di Rose che guidava quel piccolo gioco.
Si
voltò nuovamente verso di lei, ancora restio a lasciarla
andare...stava arrivando, quel terribile momento in cui lei non
c'era, in cui aveva avuto Donna che lo aveva salvato ma non era
abbastanza, quando c'era Martha che lui non aveva saputo amare come
lei voleva. Sarebbero durati solo pochi istanti in quel
riavvolgimento.
<
Oh, Rose Tyler. >
<
Dottore, cosa sta succedendo? >
I
suoi occhi erano umidi e ancora più belli.
<
Non preoccuparti, > le prese la mano, in un gesto che sapeva di
familiarità, < andrà tutto bene. >
Ma
non era vero. Non era sicuro di ciò che sarebbe successo,
non
era sicuro della memoria di Amy o della sua... persino di quella di
Rose.
Per
questo lo fece, non solo per dirle addio, ma perchè lei
doveva
ricordare – sapere – che l'amava nonostante il
tempo e lo
spazio. La baciò perchè lei si era alzata e lo
aveva
attirato a sé e le sue labbra erano incredibilmente morbide
e
dolci... perchè era la sua Rose e sarebbe sempre stato
così.
|
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Capitolo 29 *** I's like a flash into my memory ***
Siamo ancora a The big bang, ancora nel rewind del
Dottore, in
quelli che sono i suoi momenti più tristi. Nella serie lui
entra nella crepa subitodopo aver parlato del Tardis con la piccola
Amelia, mi è sempre sembrato che il Dottore fuggisse dai
dolorosi ricordi di quando era Ten: ciò che aveva fatto su
Marte, la perdita di Donna, l'addio a Rose (se ci pensate, il povero
Ten è stato davvero strapazzato dal caro Davies). Io
però
ho inserito qualche scena che lo aiutasse a riflettere attentamente
sul suo rapporto con Rose in un momento in cui anche lui ha paura.
It's
like a flash into my memory
Il
Dottore si voltò verso la crepa, sempre più
luminosa,
ma sempre più piccola. Non si sarebbe chiusa
finchè non
vi fosse entrato, lo sapeva bene e, una volta dentro, lui non sarebbe
mai esistito.
Diede
un bacio alla piccola Amelia Pond, chiedendosi se si sarebbe
ricordata di lui e della storia che, forse con la speranza di un
pazzo, le aveva raccontato, chiedendosi se avrebbe mai sentito la
mancanza del suo amico immaginario e della splendida e magica cabina
blu.
Era
ironico che tutte le persone che avevano significato di più
per lui in quegli ultimi anni adesso avrebbero dimenticato persino la
sua stessa esistenza...pensò a Donna, lei era stata la
prima.
Ma Rose no, avrebbe potuto aiutare Amelia... adesso stava
vaneggiando, ne era consapevole, ma non aveva mai avuto così
tanta paura, paura di dover rivivere tutti i suoi ricordi prima di
sparire per sempre.
Ci
fu come uno scatto fotografico e improvvisamente era sul Tardis, il
vecchio Tardis, e davanti a lui c'era il vecchio se stesso, quello
con gli occhi azzurri e le grandi orecchie a sventola.
Improvvisamente alzò gli occhi e il Dottore seguì
la
traiettoria dello sguardo finchè non capì: era
Rose,
una Rose più giovane, i lunghi capelli biondi e una felpa
azzurra.
Lo
intuì così velocemente che fu come se qualcuno
l'avesse
schiaffeggiato.
<
Oh, Rose, > mormorò < è stato
allora che è
successo. > si avvicinò alla ragazza che adesso stava
tranquillamente seduta e fece per toccarla, ma era impossibile.
<
In quel preciso istante ti ho amata > disse.
Ne
rimase turbato, quasi che dire quelle parole così, ad alta
voce, fosse proibito.
Non
aveva mai avuto il coraggio di ripeterglielo come avrebbe voluto, gli
sembrava che da quel giorno terribile alla Bad Wolk Bay, quando aveva
bruciato un sole per poterla rivedere solo un istante – e
chissà cosa sarebbe stato disposto a fare se fosse esistito
un
modo per toccarla? - fosse rimasto in stand by, e anche quando infine
era riuscito a tirare fuori quel “ti amo”, era
sempre
stato per dirle addio... era mai riuscito a dirglielo veramente?
Ed
era stato lì, sulla Bad Wolf Bay che aveva realizzato di
averla amata davvero per tutto quel tempo, fin da quel lontano giorno
sul Tardis, era stato su quella spiaggia mentre la guardava piangere
e capiva che per loro era tutto finito. Aveva detto che gli universi
sarebbero collassati, ma non era vero...nemmeno il collasso totale
avrebbe permesso che lui riuscisse a sfiorarla anche solo con un
dito... ecco, quel “ti amo” non era mai
più uscito
dalla sua bocca come avrebbe dovuto.
Ci
fu un altro scatto, un'altro spostamento, e lui era su Gallifrey e
c'era la Guerra... e il Dottore, quello passato, piangeva
perchè
tutto stava per finire.
Ma
il Dottore, quello vecchio e stanco, quello che aveva dovuto dire di
nuovo addio, non aveva versato una sola lacrima.
<
Basta, > disse, < possiamo anche saltare il resto, odio
ripetermi. >
|
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Capitolo 30 *** Something blue ***
Ed
eccoci finalmente alla scena che io ho tanto amato del matrimonio di
Amy e del ritorno del Dottore...qui le cose sono un po' diverse ed
Amy ha bisogno che qualcuno l'aiuti a ricordare... qualcuno che, come
aveva già fatto in passato, usa le parole per portare se
stessa proprio dove deve essere.
Something
blue
Amelia
Pond si sporse leggermente di lato per posare un bacio sulla guancia
del suo novello sposo, sporcandolo di rossetto. Rory non se ne
curò,
anzi, la bloccò vicino a sé, in modo che lei
potesse
baciarlo ancora, macchiandolo definitivamente.
Era
felice, una felicità totale e completa che credeva di non
aver
mai provato in vita sua e ogni volta che abbassava lo sguardo e si
vedeva interamente vestita di bianco, o che sentiva la risata di Rory
e il chiacchiericcio dei parenti, la consapevolezza di essere adesso
la Signora Williams la mandava su di giri...anche se forse avrebbe
chiesto a Rory di tenere il suo cognome, in fondo
“Pond”
era molto più musicale.
<
Dai, facciamoci un ballo! > esclamò trascinandosi
dietro il
ragazzo e togliendosi stradafacendo le scarpe.
Il ritmo
era piuttosto sfrenato ormai, la classica musica da fine festa, ma
lei non era affatto stanca e si lasciò trasportare dalle
note
allegre e dai bassi, mentre Rory, un po' impacciato, la faceva girare
su se stessa.
Improvvisamente
scivolò e sarebbe caduta se suo marito non l'avesse
afferrata
al volo, quasi improvvisando un improbabile caschet, ma in quel modo
gli occhi le caddero sul soffitto alto della sala, verniciato di
fresco.
Era
bianco, ma una scritta nera lo percorreva interamente: BAD WOLF.
< Ah!
> gridò e cadde.
<
Amy? Che succede? > Rory la guardava perplesso e la
aiutò a
rimettersi in piedi.
< Hai
visto? C'è qualcosa lì! >
indicò in alto e il
ragazzo seguì la punta del suo dito.
<
Amy, non c'è nulla sul soffitto. >
Alzò
la testa di scatto, ma non vide che il bianco della pittura, colorato
dalle luci della festa.
< Ma
c'era scritto “Bad Wolf”! >
< è
solo una vecchia filastrocca, ti sarai fatta condizionare da tutte
quelle filastrocche sui matrimoni. >
Lasciarono
la pista da ballo e si sedettero nuovamente ai loro posti.
< Era
come un messaggio > insistette Amy < un messaggio per
me... c'è
qualcosa che sto dimenticando. >
< Ce
ne sono moltissime! > stava dicendo Rory < Ad esempio
c'è
quella che fa “Qualcosa di vecchio, qualcosa di nuovo,
qualcosa
di preso in prestito e qualcosa di- >
<
Blu! > Amy scattò in piedi < ecco cosa ho
dimenticato,
ho dimenticato di portare qualcosa di blu al mio matrimonio. >
Si
precipitò fuori in giardino. Avrebbe corso a perdifiato
verso
quel ricordo sbiadito, ma rimase come pietrificata: sulla porta,
proprio di fronte a lei, c'era una ragazza.
<
Rose? > il nome le uscì dalle labbra come se l'avesse
sempre conosciuto, < non capisco, cosa ho dimenticato? >
<
Qualcosa di blu. >
Rose
sorrise.
< Io
sono il Lupo Cattivo > disse, senza che quel sorriso diminuisse,
<
sono qui per farti ricordare di lui. >
Il
rumore. Quel rumore la fece voltare e non appena la cabina apparve
tutta la sua vita, il messaggio sul muro, la felicità che
provava ebbero un senso.
<
Qualcosa di blu, > sussurrò, < blu Tardis.
>
|
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Capitolo 31 *** Goodbye ***
E
ci siamo infine, la quinta serie giunge al termine...più
o meno allo stesso modo di come la ricordiamo!
Goodbye!
Quando
il Dottore aprì la porta
del Tardis indossava un frack e una tuba, entrambi neri, e sorrideva.
A
Rose non era mai sembrato più
ridicolo e più allegro, come un bambino ad una festa di
carnevale, tutto preso dal suo vestito più buffo.
<
Beh, perchè state lì
a fissarmi, voi tre? >
Rory
aveva la bocca aperta e gli occhi
spalancati, mentre Amy sorrideva con aria saputa.
<
Sei in ritardo per il mio
matrimonio, Dottore! > lo punzecchiò, facendosi
avanti, ma
lui la zittì con un dito.
<
Sono arrivato appena in tempo
invece. Ah! > esclamò, voltandosi verso di Rory e
stringendogli con forza la mano, < congratulazioni, Signor Pond!
>
<
No, no, non è così
che funziona > balbettò il ragazzo, ma il Dottore non
vi
badò, dandogli le spalle e trovandosi finalmente faccia a
faccia con Rose.
La
ragazza non si era mossa,
limitandosi a osservare la scena con un sorriso sulle labbra. Non si
era mai sentita sicura di una cosa, nella sua vita, come di riuscire
a riportare indietro il Dottore, in fondo aveva solo dovuto stimolare
un po' la memoria di Amy!
Il
Dottore la guardò, sollevando
un sopracciglio in quel sorriso silenzioso che aveva imparato a
conoscere, prima di abbracciarla stretta, sollevandola da terra. Rose
si trinse a lui, quasi che quel poco tempo che avevano passato
lontano non avesse fatto altro che portare inesorabilmente a
quell'abbraccio.
<
Rose Tyler, > disse il Dottore,
parlandole all'orecchio e senza lasciarla andare, < sapevo che
non
ti saresti dimenticata di me. >
Si
allontanarono leggermente per
potersi guardare negli occhi.
Rose
aveva i capelli sciolti e lunghi e
un vestito nero... non le era mai apparsa più bella che in
quel momento e non ebbe dubbi: l'attirò a sé e la
baciò, ma non era per dirle addio, non era per disperazione
o
paura, semplicemente la baciò perchè era bella,
era
sua...perchè l'amava anche se non riusciva mai a dirlo nel
modo giusto.
Sentì
Amy che rideva e si
trascinava dietro Rory per un ballo, ma loro non si mossero.
Si
staccò a malincuore dalle sue
labbra e appoggiò la fronte contro la sua.
<
Quando mi sono alzata stamattina
ero nella mia stanza, a Londra, ed ero sola > Rose
parlò
lentamente, quasi scandendo le parole, < e mi sembrava di non
essere nessuno, nessun ricordo, nulla. Poi ho visto le parole BAD
WOLF e tutto è tornato nella mia testa in un lampo. Ho preso
un treno e sono venuta qui perchè Amy ti riportasse
indietro...da me, mio Dottore. >
La
abbracciò nuovamente, ancora
più stretta...oh, non l'avrebbe lasciata adare mai
più!
<
Vieni, Rose Tyler > sussurrò,
aprendo le porte del Tardis.
Entrarono
entrambi e fu come se non se
ne fossero mai andati, era tutto così...normale.
<
Dove vuoi andare? >
Risero
entrambi.
<
Eih, voi due piccioncini! > Amy
aprì la porta ed entrò con il suo novello sposo,
<
volevate lasciarci qui? >
<
Oh, Amy, mai e poi mai! >
esclamò il Dottore ridendo, per poi mettere in moto il
Tardis.
|
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Capitolo 32 *** Doctor River Song, archeologist ***
Eccomi qui! Inizia con questa specie di
prologo di sole 339
parole la 6^ serie e come noterete (e come è stato anche nel
telefilm) la nostra River avrà un ruolo centrale non solo
per
i motivi che tutti noi sappiamo (non fate gli ingenui che ormai lo
sapete tutti chi è River Song!) ma soprattutto
perchè
il Dottore si roverò al centro del miglior
triangolo-mai-avvenuto-ma-a-cui-tutti-hanno-pensato della storia
della tv!
Buona lettura e buona Pasqua a tutti!
Doctor
River Song, archeologist
River Song
guardò la busta blu
che stringeva in mano con un misto di paura irrazionale e gioia
repressa: sapeva che sarebbe arrivata, prima o poi, ma non si
aspettava che fosse così presto. Le sembrava che quel
momento,
unico in tutto il tempo e lo spazio, fosse immobile, come se non si
potesse andare né avanti né indietro, poteva
solamente
stringere la lettera del Dottore e immaginare la sua faccia
sorridente e un po' triste.
Sentiva la
sofferenza di quell'ultimo
Signore del Tempo come se lui fosse proprio lì, davanti a
lei,
in quella cella buia illuminata solo sporadicamente da un lampo di
passaggio in quella notte di tempesta.
< Oh,
amore mio, mi dispiace tanto >
mormorò al nulla, stringendo a sè la busta di
carta
blu.
Doveva andare
perchè lui la
stava chiamando, nonostante la paura che l'attanagliava e il
dubbio... e la quasi certezza di sapere cosa sarebbe successo dopo.
Pensava ad Amy e
a come avrebbe reagito
a quella cosa sconosciuta – ma tu, River, lo hai capito,
vero?
Sai che non può essere altro che quello – pensava
a Rory
che, nonostante tutto, aveva imparato a conoscere e apprezzare il
Dottore nella sua infinita voglia di vivere, curiosità e
centenaria crudeltà.
Pensava a Rose.
Rose, con cui
condivideva l'amore per
il Dottore, il dolore di sapere di non essere l'unica, il terribile
sospetto che forse lui avrebbe scelto l'altra – ma chi ha
scelto tra voi due, River? - se costretto.
La
verità è che se doveva
andare non era né per Amy, né per Rory, non era
nemmeno
per il Dottore, nonostante fosse stato lui a volerla lì
–
crudele e spietato fino alla fine nel suo egoismo – doveva
andare per Rose perchè, non appena avrebbe avuto la certezza
che quello fosse davvero IL giorno, sapeva che nessun'altra a parte
se stessa avrebbe potuto capire cosa stesse provando Rose.
Ed era solo
allora che il Dottore
avrebbe preso una decisione, che avrebbe finalmente scelto.
River aveva
quasi paura di poter
vincere.
|
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Capitolo 33 *** A little blue envelope ***
Eccomi
qui, ancora, con l'inizio della sesta serie, nel pre-an impossible
astronaut. I Pond non ci sono,
sappiamo che sono sulla Terra (anche se Moffatt non ci spiega il
perchè) e sappiamo che hanno ricevuto una busta blu dal
Dottore. Anche River abbiamo visto che l'ha ricevuta in prigione,
quello che però il Moff non ci fa vedere è come il
Dottore abbia ricevuto la sua. Beh, a che servono le fanfictions se
non si può rimediare a queste cose?
Meanwhile
in the Tardis...
A
little blue envelope
Il
Tardis sembrava più accogliente del solito – sicuramente
più silenzioso, senza Amy – ed era strano ritrovarsi
dopo tutto quel tempo solo lui e Rose.
I
Pond erano tornati a casa già da un po', una cosa che lo aveva
rattristato, ma forse era giusto così in fondo e comunque si
erano fatti promettere solennemente che sarebbe tornato a prenderli,
prima o poi. Certo, non aveva la minima intenzione di continuare
senza di loro – la presenza esuberante di Amelia era diventata
quasi fondamentale per lui, così come quella un po' silenziosa
di Rory – ma doveva ammettere che ritrovarsi lì da solo
con Rose, poterla avere tutta per sé proprio come ai vecchi
tempi, era elettrizzante.
All'inizio
era stato strano perchè non era mai accaduto dopo la sua
rigenerazione e, chissà perchè poi, si sentiva timido,
aveva paura di sbagliare qualcosa, che lei rimpiangesse i momenti
passati con il vecchio Dottore... assurda gelosia nei confronti di se
stesso!
Così
l'aveva portata in giro, le aveva mostrato pianeti nuovi, nuove
popolazioni e nuovi futuri. Avevano corso e salvato città
senza mai fermarsi un attimo, finchè non si era arrivati a
quel momento di pace in cui lui trafficava con i comandi del Tardis e
Rose se ne stava seduta poco distante a guardarlo, sorseggiando thè
e sorridendo appena, come se fosse veramente felice.
Probabilmente
lo era davvero.
Cercava
di non guardarla, ma era praticamente impossibile, catturava il suo
sguardo come una calamita, bionda e lucente sotto le luci rosse del
Tardis, così si trovava a incrociare lo sguardo di lei e a
sorriderle a sua volta, in una specie di silenzio irreale, rotto
esclusivamente dal ronzio dei macchinari e dal suono del Tardis.
Era
una straordinaria sensazione di tranquillità, trovarsi lì
dopo averla perduta e ritrovata solo per poi rischiare di perderla
ancora e di perdere se stesso. Ma era stata lei, la sua Rose, a
riportarlo indietro, a salvarlo dall'oblio in cui era caduto, la sua
dea personale che ancora una volta rivoltava lo spazio e il tempo per
tornare da lui.
<
Sai Dottore, > disse lei, quando tornò a incrociare il suo
sguardo, < stavo pensando che mi piacerebbe tornare sulla Nuova
Terra, un giorno di questi. >
<
Non è così divertente. >
<
Si, ma io ci sono affezionata, in fondo l'ultima volta che siamo
stati lì ho visto solo l'ospedale! >
Il
Dottore rise di gusto.
<
Ti ci porterò > disse, avvitando un bullone che esplose in
mille scintille < non appena avrò riparato qui. >
Rose
si alzò e gli si avvicinò, sorridendo sorniona in quel
modo che la faceva somigliare inquietantemente a sua madre.
<
Eddai, Dottore, per favore! >
<
Ti ho detto va bene. >
<
Ormai ho imparato a conoscerti e so che dici un sacco di sciocchezze!
>
Il
Dottore sbuffò e Rose rise, dandogli una spallata giocosa.
Improvvisamente
si sentì bussare alla porta.
<
Dottore, cos'è? > era allarmata.
<
Naa, è solo la posta, è la posta che bussa così,
senti?>
Corse
ad aprire e allungò la mano: non era altro che una piccola
busta blu.
|
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Capitolo 34 *** 1969 ***
Eccomi qui! Non mi
dilungo, non c'è molto da dire se non che siamo finalmente nel
pieno di The Impossible Astronaut, buona lettura!
1969
River lo aveva appena
schiaffeggiato.
Era una cosa strana, ma
tutto sommato non lo aveva sorpreso poi molto - “Ok, suppongo
che sia per qualcosa che non ho ancora fatto” aveva detto con
calma e lei, le labbra tirate e gli occhi spalancati, aveva risposto
“Infatti” in un modo davvero, davvero tipico – la
cosa che lo aveva sorpreso era stata la reazione di Rose.
Forse doveva aspettarselo
- oh, la sua Rose diventava una veria furia quando qualcuno toccava
le persone a cui teneva – ma rimase sorpreso lo stesso.
< Eih! > esclamò,
mettendosi davanti a lui e spingendo River indietro.
Stava praticamente
lanciando fiamme dagli occhi, una cosa decisamente divertente a
vedersi e, sì, anche piuttosto tenera.
River la guardava in
cagnesco, ma il Dottore riusciva a percepire una velata ammirazione
dietro quello sguardo.
< Non capisco > li
interruppe Rory, avvicinandosi < come potete essere qui? > Lo
toccò con un dito, quasi che volesse accertarsi di non stare
sognando < Come puoi TU essere qui? >
< Siamo stati invitati,
> spiegò Rose. Continuava a guardare River senza spostarsi
da quella posizione di attacco che aveva assunto.
< Già. Una data
e una mappa. Proprio come voi, presumo, altrimenti sarebbe una
coincidenza davvero straordinaria. >
Amy si fece avanti,
lanciando una fugace occhiata a Rose, per poi metterglisi proprio
davanti.
< River? Cosa sta
succedendo?. >
< Chiedigli quanti anni
ha. >
Il Dottore fece una
piccola giravolta su se stesso, passando avanti a Rose e facendole
l'occhiolino.
< Che domanda
impertinente! >
< Chiedilo! >
< Ho 909 anni. >
Le facce sconvolte dei
Pond lo misero in agitazione. Si stava innervosendo perchè
odiava non capire e odiava lo sguardo di River Song su di lui in quel
modo.
< Amy? Rory? > Rose
era spazientita almeno quanto lui e si mise con le braccia conserte,
< volete dirmi che diavolo sta succedendo? >
< Siamo stati
reclutati. >
La voce di River era
pacata e per nulla convincente.
< Per qualcosa che
riguarda lo spazio, il 1969 e un uomo che si chiama Canton Delaware
III >.
Ok, se all'inizio aveva
trovato tutto quello divertente, adesso non più. Si stava
davvero innervosendo.
< Reclutati da chi? >
< Da qualcuno che si
fida di te più di chiunque altro nell'Universo. >
< E chi sarebbe? >
River lo guardò e
sorrise... era il suo sorriso, quello misterioso e affascinante e,
nonostante il fastidio, un brivido di eccitazione lo attraversò
scuotendolo fino alla punta dei capelli. Oh, sapeva quello che stava
per dire!
< Spoiler. >
Stava entrando nel Tardis
dopo gli altri, quando Rose lo trattenne per un braccio.
< Dottore, >
sussurrò vicinissima a lui, < so che lei ti piace, ma io
non mi fido. >
Lo stava guardando fisso,
con gli occhi spalancati e l'espressione seria. Le sue dita erano
conficcate nel suo avambraccio tanto da fargli male.
< Oh, Rose Tyler, >
le disse, malinconico, < non è mai facile come sembra. >
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Capitolo 35 *** Space suits are cool ***
Ecco qui la seconda parte di The
Impossible Astronaut:il
presidente Nixon riceve inquietanti telefonate da una bambina che
chiede aiuto, così il Dottore, Rose, Amy, Rory, River e il
nuovo acquisto Canton, investigano, rintracciando il luogo da cui
proviene la chiamata; Rose però non può fare a meno di
chiedersi cosa diamine stia succedendo e perché sono tutti
improvvisamente così strani.
Space
suits are cool
La
verità è che si stava spazientendo. Cosa ci facevano
lì, nel 1969 con il presidente Nixon e quel fantomatico Canton
Delaware III?
Il
Dottore aveva avuto un momento di inaspettata lucidità, ma
alla fine aveva ceduto pur non fidandosi della misteriosa River - “La
mia vita nelle tue mani, Amelia Pond” aveva detto, ed
effettivamente anche lei non poteva fare a meno di pensare che Amy
non li avrebbe mai traditi – e li aveva trascinati tutti in
un'avventura tanto assurda da sembrare orchestrata a posta.
Ed
erano tutti troppo silenziosi, troppo vaghi...troppo tutto.
Sbuffò
spazientita, mentre il Dottore guardava fuori dalla finestra e
spiegava che quello era l'unico posto in tutta l'America in cui
quelle tre strade erano allo stesso incrocio e Canton usciva confuso
dal Tardis insieme a Rory. Ecco, Canton alla fine era simpatico e
rendeva più sopportabile l'intera situazione.
Avanzarono
in quella specie di magazzino, Rose sempre e costantemente al fianco
del Dottore, a schermarlo in qualche modo dalle occhiate che gli
lanciava River, occhiate che mettevano a disagio lei ma che
sembravano divertire il Dottore più che mai.
Poteva
anche non fidarsi, si disse, ma era chiaro che la trovava divertente
e stimolante ed era sicura che l'altro, il precedente dottore, non
l'avrebbe mai fatto.
<
Vi rendete conto che è quasi certamente una trappola? >
sbottò alla fine, giusto per rendere partecipi tutti quanti
del suo malumore.
<
Certo che è una trappola, Rose, > disse il Dottore, <
infatti non dovremmo essere qui affatto. >
<
E perché ci siamo, allora? >
Non
rispose ma la guardò con un piccolo sorriso sulle labbra.
Sapevano entrambi che non si poteva resistere a qualcosa di così
misterioso e, dannazione, non avrebbe voluto essere da nessun'altra
parte nemmeno lei.
<
Hai notato il telefono? > River si intromise, < è
staccato. Come poteva la bambina chiamare da qui? >
<
Perché una bambina dovrebbe nascondersi qui? >
Amy
era spaventata, si sentiva dalla voce, ma cercava di non darlo a
vedere. Rose si accorse che la stava scrutando, ma non appena
incrociò il suo sguardo o distolse immediatamente.
<
Guardate, questo è definitivamente alieno, ma questo qui
invece > il Dottore prese in mano una tuta spaziale, < è
senza dubbio terrestre. >
<
Perché rubare una tuta della NASA? > gli chiese < Con
quella si arriva a malapena sulla luna! >
Il
Dottore rise e si infilò la maschera.
<
Forse perché è figa! No? Cosa ne pensi Rose? >
Era
così buffo che alla fine scoppiò a ridere anche lei.
<
Alieni fighi? >
<
Perché, come definiresti me? >
<
Decisamente figo. >
Rise
ancora. Alla fine, nonostante la preoccupazione, la sensazione che
gli altri nascondessero qualcosa o il disagio che la presenza di
River le provocava, il bello era sempre poter ridere con lui...non
era mai cambiato e si sentì meglio.
Certo,
se il Dottore rideva, sicuramente non era nulla di grave.
Spazio Pubblicità:
ho pubblicato una drabble nel fandom amico di Sherlock(BBC) The
clock ticks life away. It's so unreal e ho iniziato una long-fic
nel fandom del Signore degli Anelli Il
tesoro di Ulmo, se volete dare un'occhiata e lasciare una
recensione (positiva o negativa che sia) mi farete felice!
|
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Capitolo 36 *** We are friends ***
Nuovo capitolo per voi, solo 407 parole: Amy ha qualcosa da
dire a Rose.
We
are friends
Canton voltò appena la testa
verso di loro, indicando il Dottore poco distante, intento a cercare
chissà cosa in una cassa.
< Dottor...chi, esattamente? >
chiese, perplesso.
Rose sorrise a quella domanda, la
stessa che anche lei gli aveva posto, molto tempo prima.
< Informazione riservata. >
scherzò Amy.
< Lavorate per lui? >
< No, > Rose gli lanciò
un'occhiata e lo vide infilare la testa nella cassa di legno che
aveva davanti, < lui è...è... >
< Siamo amici. > Amy intervenne,
togliendola dall'imbarazzo. Non sapeva cosa rispondere, in fondo.
Erano amici? Forse non lo erano mai stati davvero, sin dal primo
momento, nello scantinato del grande magazzino, quando il Dottore
aveva preso la sua mano, Rose sapeva che tra di loro vi era stato
qualcosa di più. Non erano amici, non erano amanti e, rideva
al solo pensiero, non erano fidanzati. Non era sicura di nulla,
quando si trattava del Dottore, se non del fatto che lo amava...ma
questo non poteva dirlo a Canton.
Si voltò verso Amy e uno sguardo
di intesa passò tra loro, prima che il grido d'aiuto della
bambina irrompesse di nuovo in quella strana situazione di calma.
Canton scattò in avanti, subito
seguito dal Dottore.
Rose fece per seguirli, ma Amy la
trattenne per un braccio.
< Aspetta, > disse, < devo
dirti assolutamente una cosa! >
< Ora? Non puoi aspettare, non so,
di non stare per essere attaccata da una strana bambina aliena? >
< Rose > Amy la guardò
intensamente, lo sguardo del tutto serio, < sono incinta. >
< Cosa? >
< Sono incinta! >
< Ho capito, solo... perchè
lo stai dicendo a me? >
< Sei mia amica. >
Rose si sporse in avanti e abbracciò
l'altra ragazza, lasciando che un po' della preoccupazione che
sentiva addosso scivolasse via.
< Oh, Amy, è meraviglioso! >
esclamò, sciogliendosi da quell'abbraccio, < Ma dovresti
dirlo a Rory! >
La rossa fece per rispondere, ma un
grido del Dottore la distrasse.
Corsero finchè non lo trovarono
accanto al corpo privo di sensi di Canton.
< Dottore! >
< Rose! Attenta! >
Poi tutto accadde con una sorprendente
rapidità.
Si voltò di scatto. Dietro di
lei un astronauta con una tuta spaziale avanzava a passi pesanti. Il
casco si aprì e la bambina lamentò un ultimo,
straziante “aiutami” prima che Amy prendesse la pistola
che Canton aveva lasciato cadere e sparasse un colpo.
Il Dottore gridò.
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Capitolo 37 *** It's ok, then? ***
Finale di Day of the Moon,
Il Dottore riaccompagna River in prigione e lei lo bacia, pensando
che sia una delle tante volte, ma in realtà è la sua
ultima volta e la prima per il Time Lord. Rose è Nel Tardis e
vede tutto.
It's
ok, then?
Il Dottore e River si stavano baciando.
Rose provò a chiudere gli occhi,
strizzandoli quanto più forte potè, ma dopo che li ebbe
riaperti nulla era cambiato.
Il Dottore e River si stavano baciando.
Si sentiva in colpa – non doveva
essere certo lei a sentirsi in colpa, andiamo! - perchè non
era stata sua intenzione spiarli, ma poi il monitor del Tardis si era
acceso e lei...lei non aveva potuto fare a meno di guardare.
Si sentiva tradita, perchè il
Dottore aveva detto di amarla e lei aveva attraversato le realtà
per sentirglielo dire, per ritrovarlo e stare con lui per sempre –
non glie lo aveva forse detto, una volta? “Quanto tempo
rimarrai con me?” le aveva chiesto, “ Per sempre” e
lui aveva sorriso di felicità – ma adesso era lì
e stava baciando River Song.
Si sentiva anche un po' stupida perchè
avrebbe dovuto capirlo e perchè in fondo lei stessa era
affascinata da quella donna...oh, quale inesorabile attrazione poteva
essere quel mistero per qualcuno come il Dottore!
Una mano sulla spalla, gentile ma
ferma, e quella voce che arrivava sempre quando qualcuno era triste o
solo: < Non piangere. >
Rory non aveva l'allegra esuberanza di
Amy e in un certo senso lei non era riuscita ad instaurare con lui lo
stesso rapporto – lei non era mai stata timida, e Rory, lui lo
era a volte fin troppo – ma nessuno come lui riusciva a capire,
in profondità, le persone. Aveva l'impressione che Rory
capisse il Dottore quasi quanto lei, come se in lui vi fossero porte
segrete e ben nascoste in cui custodire ciò che aveva appreso
di quell'alieno meraviglioso.
E adesso capiva – sapeva –
che qualcosa si stava incrinando e rompendo dentro di lei
irrimediabilmente.
< Il Dottore non ama River. >
disse. Lo fece con calma, semplicemente, un'affermazione ponderata.
< Non ne sono sicura. >
Gli occhi del ragazzo si abbassarono e
si fecero più tristi. Eccolo, si chiudeva a riccio dentro se
stesso, in silenzio, ma rimaneva comunque lì, accanto a lei.
Non poteva dimenticare che una volta il timido infermiere che non era
mai stato sicuro di salire sul Tardis si era gettato davanti ad un
proiettile per salvare il Dottore.
< Mi hai detto, una volta, che non
dovevo dubitare dell'amore di Amy. Tu non dovresti dubitare
dell'amore del Dottore per te. >
Rose sorrise suo malgrado. Amy aveva
creduto di essere incinta, ma non era vero e Rory ci era rimasto un
po' male perchè lei non gli aveva detto nulla, ma poi si erano
baciati ed era andato tutto a posto.
Rory gli sorrise di rimando, annuendo
piano con la testa, come per dire “è ok, quindi?”
In quel momento il Dottore entrò
e Rose non riuscì a nascondere la delusione nel suo sguardo.
< Mi dispiace, Rose > le disse, e
lo pensava davvero, si vedeva.
< Ė
ok, non preoccuparti. >
Ma si scansò quando lui allungò
una mano per toccarla.
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Capitolo 38 *** Home sweet home ***
The course of the black spot:
sappiamo tutti la trama, con
l'unica differenza della presenza di Rose. Siamo ora nel finale, con
un Rory quasi affogato, una Amy in lacrime e Rose e il Dottore
piuttosto in ansia per la sorte del caro Mr Pond.
Home
sweet home
Con un rantolo ed un colpo di tosse,
Rory riprese conoscenza.
< Ci sei riuscita, > disse,
ansimando < Amy ce l'hai fatta! >
Il Dottore sospirò, lasciando
che i muscoli irrigiditi dall'ansia si rilassassero e i suoi cuori
tornassero a battere normalmente.
Rose era inginocchiata accanto a lui e
non lo toccava. Non lo aveva toccato né gli aveva rivolto la
parola per tutto il giorno, anche se era stata lei a salvarli... la sua
Rose.
Era stato incredibilmente stupido, ma
non era proprio riuscito a fermarsi, senza contare che non avrebbe
mai potuto impedire a River di fare qualcosa.
Avrebbe potuto impedire che Rose
vedesse ma, evidentemente, il Tardis la pensava diversamente.
Amy fece alzare suo marito e lo
accompagnò verso la loro stanza, lasciandoli soli.
Stava iniziando a credere che spesso lo
facessero a posta, i Pond, a lasciarli soli proprio quando ce n'era
bisogno: bastava uno sguardo tra le sue due compagne, Rory che si
chiariva la voce o un avvenimento particolarmente traumatico, ed ecco
che lui e Rose rimanevano lì insieme, mentre i Pond
sgusciavano via.
< Rose? >
La ragazza si alzò, tirando su
col naso.
< Alla fine è andata bene,
no? Amy lo ha rianimato. >
Si sistemò la felpa che
indossava – amava quella felpa rosa, gli riportava alla mente
loro due come nessun altro oggetto – e continuò ad
evitare il suo sguardo.
< Mi piacerebbe rivedere il Capitano
Avery in futuro, sono certa che si troveranno bene su quella nave
spaziale. >
< Rose! >
Non voleva essere scortese, ma non era
riuscito proprio a trattenersi.
< Scusa, > disse, < non voglio
ingannarti. >
< Ti ho detto che non c'è
problema. >
< Allora guardami! >
Rose finalmente alzò gli occhi
su di lui. Forse avrebbe preferito vederli lucidi, ma non lo erano,
erano limpidi e risoluti. Aveva le labbra tirate, però, e i
capelli lunghi le scendevano ai lati del viso proiettando delle ombre
sulle sue guance.
< Dottore, non devi spiegarmi
niente, lo sai. >
Si avvicinò un po' di più
a lei, leggermente impacciato, ma con un sorriso appena accennato
sulle labbra.
< Sono sempre il tuo Dottore? >
Rose sorrise a sua volta, in quel modo
solare tipico di lei che rendeva anche i suoi denti un po' storti
particolarmente affascinanti. Rose rideva mettendo la lingua contro
la guancia e inclinando la testa di lato... e prendendolo per mano.
< Solo se io sono la tua Rose. >
E si alzò sulle punte per
posargli un bacio a stampo sulle labbra, per poi avviarsi anche lei
verso l'interno del Tardis.
Il Dottore si sfregò le mani,
soddisfatto, con un'espressione fanciullesca sul viso. Era sempre e
solo Rose che voleva, lei che lo faceva sentire al sicuro e amato.
Non c'era brivido d'avventura che riuscisse a sostituire la
sensazione di “casa” che solo lei gli trasmetteva.
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Capitolo 39 *** She's my Tardis ***
E siamo finalmente arrivati alla
magnifica The Doctor's Wife, probabilmente il mio episodio
preferito del Doctor Who ever! Scusate se gli aggiornamenti sono
sporadici, ma è la sessione estiva e ho poco tempo, inoltre
scrivere di questo episodio è stato particolarmente difficile,
non tanto per la struttura del capitolo in sé, ma proprio per
questioni linguistiche. Non avendolo mai visto in italiano mi trovavo
nella scomoda posizione di dover tradurre l' “it” usato
quando si parla del Tardis, dovendo scegliere tra “il Tardis”
e “la Tardis”. Alla fine ho scelto il maschile
semplicemente perchè mi suona meglio. Non vi dico la tragedia
di dover trovare una traduzione adeguata al “sexy thing”
con cui il nostro Doctah chiama il Tardis.
Vi lascio alla lettura allora!
She's
my Tardis
Il Dottore era a dir poco incantato da
lei, dai suoi movimenti stranamente sinuosi, nonostante controllare
quel corpo le risultasse evidentemente difficile, era innamorato del
suo modo di esaminarsi il volto in ogni singola piega, scoprendolo a
poco a poco, della delicatezza incredibile con cui toccava lui.
Idris – non riusciva ancora a
credere che quella fosse il Tardis! - camminava con la grazia
scomposta di una bambola di pezza ed era sensuale come lo era sempre
stata.
< Non sarebbe magnifico > le
disse < se noi due potessimo parlarci sempre così? >
< Lo sai che non è così
che funziono, > ribatté lei, < questi corpi sono troppo
fragili. Ho circa venti minuti prima che esso smetta di essere
operativo. >
Alzò gli occhi neri su di lui e
la sua espressione si fece più arcigna.
< No, smettila, stai diventando
emotivo... è quello che la ragazza arancione dice sempre. >
Il Dottore ricacciò indietro il
groppo che gli era salito in gola. Non aveva potuto farci nulla,
sentirla parlare a quel modo della sua stessa morte lo rattristavano
più di quanto avesse voluto, nonostante sapesse che lei
sarebbe stata comunque viva – doveva riportarla nella sala
controllo, a tutti i costi – poter parlare con lei era la cosa
più eccitante che gli fosse mai capitata.
< Non sono emotivo, > mormorò.
Idris sorrise, i lineamenti che
divenivano improvvisamente dolci, quasi anziani.
< Certo che lo sei, non te lo
ricordi? Piangi quando Susan va via e quando la strana Time Lady ti
lascia. Piangi mentre fuggi dalla guerra e, oh, Dottore, sono lì
quando piangi per Rose...hai pianto tanto per Rose. >
Idris gli si era avvicinata e gli aveva
poggiato una mano sulla guancia, in una carezza.
Si stupì che lei sapesse il nome
di Rose.
< Io sono stata in lei e lei è
stata in me. Ho visto la sua mente, Dottore, e ci sei solo tu. >
Non ci aveva pensato, si disse, ma in
un secondo l'immagine di Rose, lucente per aver assorbito il cuore
del Tardis, gli riaffiorò alla memoria, il modo in cui i suoi
occhi erano lucidi e la sua voce era incrinata mentre diceva che
avrebbe salvato il suo Dottore. Si ricordò – e fu
doloroso, nonostante tutto – di come si fosse aggrappato alla
consolle del Tardis, cercando inutilmente di lenire il dolore
carezzandone i comandi, tentando disperatamente di non pensare che
Rose era perduta, per sempre.
Alzò lo gli occhi ed incrociò
lo sguardo del suo Tardis, perdendosi in quegli occhi neri in cui
riusciva a vedere il tempo stesso.
< Rose ha bisogno di me... Amy e
Rory hanno bisogno di me. > Prese un respiro profondo. < Mi
aiuterai vero, vecchia mia? >
< Ci sono sempre stata per te, mio
splendido ladro, > gli rispose.
Il Dottore rise, illuminandosi come un
bambino. Schioccò un bacio sulla guancia del suo Tardis.
< Sei davvero la cosa più
sexy che abbia mai visto! >
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Capitolo 40 *** Never ***
Eccomi qui, dopo una lunghissima
assenza (e vi annuncio che anche la prossima pausa sarà
lunghetta perché parto). Comunque, siamo alla fine della
meravigliosa The Doctor's Wife e il Dottore si ritrova in un
faccia a faccia con Rose.
Never
< Per favore, non andartene. >
Il Dottore piangeva e a Rose si strinse
il cuore nel vederlo versare lacrime per il suo Tardis. Si avvicinò
decisa e gli prese la mano, stringendola forte. Voleva che sapesse
che lei gli era vicina, che capiva il suo dolore e non lo avrebbe
lasciato.
Il Dottore si voltò verso di
lei, gli occhi rossi e l'espressione di un bambino spaurito. Tirò
su col naso e si chinò leggermente per posarle un leggero
bacio sulle labbra.
< Dottore, > disse Rory, turbato
a sua volta, < quella donna ha detto qualcosa prima di...prima
di... >
< Cosa ha detto? >
< Ha detto “L'unica acqua
nella foresta è il fiume”. Cosa significa? >
< Non lo so, ma credo che lo
scopriremo presto. >
Si schiarì la voce e si guardò
intorno, come spaesato.
< Devo inserire un firewall, non
possiamo permetterci un'altra intrusione del genere. >
Scese velocemente le scale lasciandoli
lì impalati.
Rose si scambiò un'occhiata con
Amy e Rory, prima di seguirlo di sotto.
< Stai bene? > gli domandò,
conoscendo già la risposta che lui le avrebbe dato.
< Mai stato meglio > rispose
infatti.
Rose gli si avvicinò, arrivando
a pochissimi centimetri da lui, costringendolo a guardarla negli
occhi.
< Non cambierai mai? Con me non devi
fingere, lo sai. >
< No, Rose, davvero, sto bene. >
La ragazza sbuffò, facendo per
andarsene, ma il Dottore la fermò, prendendola per il polso.
< Aspetta, > disse, < Idris,
il Tardis, mi ha detto qualcosa su di te. >
< Cosa ti ha detto? >
< Si ricordava di te, diceva che...
> sorrise appena, < diceva che nella tua testa ci sono solo io.
>
Rose rise, dandogli un sonoro bacio
sulla guancia.
< Non essere egocentrico, Dottore,
non sei solo nei miei pensieri e sono certa, anzi più che
certa, che io non sono da sola nei tuoi. >
< Ah, sì? >
< Lo vedo, sai? Ti piace River,
forse ti piace più di me, ma va bene > soggiunse,
anticipando la sua protesta, < lo capisco... accidenti, Dottore,
piace anche a me! >
Si avviò verso le scale.
< Non sono certo il tipo di persona
che impedisce agli altri di amare chi vogliono, sarei un'ipocrita
dato che io stessa amo un Signore del Tempo di 900 anni che mi
trascina con sì per tutto lo spazio e il tempo! > Si voltò
verso di lui prima di sparire dalla sua vista, < Devi fare la tua
scelta, Dottore, ma in ogni caso io non ti abbandonerò. >
“Mai”, pensò, mentre
il sorriso se ne andava così come era venuto.
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Capitolo 41 *** The many faces of you ***
Torno
da voi dopo tempi cosmici (I'm sorry, I'm so sorry) con The Rebel
Flesh/The Almost People. Il Dottore è sdoppiato in due e si
ritrova ad avere una conversazione particolare con Rose, chiedendosi
se lei riesce ad accettare la presenza del suo doppio. Noi sappiamo
bene che sì, Rose lo ho fatto.
The
many faces of you
Il
Dottore stava armegiando con una consolle e dei comandi, sotto lo
sguardo imbronciato di Amy.
Il
Dottore era anche seduto di fronte a lei, con quel sorriso che non
mostrava mai i denti a cui aveva imparato ad abituarsi –
diverso, è vero, ma ugualmente dolce – e le braccia
incrociate. La stava guardando così intensamente e lei non
riusciva a distogliere lo sguardo da lui.
<
Sembri non avere problemi > disse.
<
Sei il Dottore, ho imparato che tu puoi essere molte cose e molte
persone diverse, ma che alla fine resti sempre lo stesso. >
Lui
sorrise di più, dondolando leggermente la testa, compiaciuto.
Rose invece aveva un modo diverso di ridere, inclinava la testa e il
suo intero volto splendeva, tanto che il Dottore non pensava avrebbe
mai potuto riprendersi completamente da tutta quella luce. Rose però
non se n'era mai accorta e tutto ciò che faceva in quel
momento era rispondere al sorriso del suo Dottore.
Amy,
d'altro canto, non aveva mai smesso di guardarlo storto.
<
Non mi accetta > constatò lui, spostando lo sguardo sulla
ragazza dai capelli rossi.
<
Non puoi chiederglielo. >
<
Tu però lo fai > gli occhi del Dottore si fissarono di
nuovo in quelli di Rose.
Il
Dottore che armeggiava con i comandi tese le orecchie.
<
Già. > Rose si sporse leggermente in avanti. < Sai,
Dottore, la prima volta che ti ho conosciuto avevi gli occhi azzurri,
così penetranti che pensavo mi ci sarei persa. Avevi un
cappotto di pelle e delle orecchie a sventola che ti facevano
sembrare un ragazzino... eri triste, così triste che mi sono
ripromessa che non ti avrei mai lasciato solo, che avrei portato un
po' di gioia nella tua vita. >
Il
Dottore lo ricordava come se fosse accaduto a un altro, ma avvertiva
comunque quelle sensazioni forti sulla sua pelle, le dita di Rose che
si intrecciavano alle sue, i suoi occhi che lo guardavano, la sua
voce che gli diceva di non preoccuparsi, che ora c'era lei.
<
La seconda volta che ti ho conosciuto avevi i capelli castani e
spettinati, eri magro, tanto che abbracciarti era come stringere uno
stecco, ma mi sentivo sempre protetta, lì, tra le tue braccia.
Sembravi diverso, meno triste, ma riuscivo a vedere dentro di te che
la tristezza non era scomparsa. Mi dissi che sarei rimasta con te,
perchè l'aspetto esteriore non contava niente, perchè
eri sempre tu.
Poi
ti ho conosciuto ancora una volta e adesso hai questi occhi, questo
mento, queste mani, ma sei sempre il triste Signore del Tempo che
amo. >
Rose
tacque, distogliendo lo sguardo da lui.
<
Credi che mi importi, se ora c'è un altro te? >
<
Ad Amy sembra importare. >
<
Lei non ti conosce quanto me, non sa. Io invece capisco, capisco che
tu sei il Dottore e lui è il Dottore, > tornò a
guardarlo e i suoi occhi erano lucidi, < sono contenta che ci
siano due te, questo renderebbe le cose più facili per
entrambi. >
Si
alzò lasciandolo lì solo, a chiedersi cosa
significassero quelle parole. La verità è che avrebbe
davvero voluto che tutto rimanesse così perchè in
questo modo avrebbe vinto, in questo modo il Dottore non avrebbe più
dovuto scegliere.
La
verità era che la scelta che il Dottore avrebbe fatto la
terrorizzava più di quanto avrebbe mai ammesso.
***
Piccolo spazio pubblicità: ho pubblicato una one shot sul Dottore e Sarah Jane, datele un'occhiata e recensite! Quella volta che...
|
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Capitolo 42 *** Glad to see you, Rose ***
Eccomi qui di
nuovo! Avete visto The
Angels take Manhattan? Vi siete ripresi o siete ancora in lutto da
abbandono del companion? Io l'ho presa abbastanza bene, poteva andare
molto peggio e mi godo l'idea che i Pond abbiano il loro lieto fine
(e che a nessuno sia stata cancellata la memoria o che nessuno di
loro sia finito nel Mondo di Pete) e mi diletto immaginando il
Dottore e River che sono sempre adorabili (sì, li shippo
fortemente quasi quanto lui lo shippi con Rose). La vera tragedia
sarà dover rimanere orfani di Doctor fino a Natale ed essere
divorati dalla curiosità di vedere la nuova companion... nel
frattempo siamo arrivati a A good man goes to war splendido
episodio a cui ho sempre pensato mancasse qualcosa, anzi qualcuno!
Sono 511 parole, buona lettura.
Glad
to see you, Rose
“La
ritroverò, la
ritroverò e la riporterò da te” aveva
promesso il
Dottore, e Rose sapeva con l'assoluta certezza di una vita intera
–
perchè la sua vita, quella vera, era iniziata a diciannove
anni – passata accanto a quell'uomo straordinario che avrebbe
mantenuto quella promessa.
Avevano
corso avanti e indietro nel
tempo, da un limite all'altro dello spazio, perchè il
Dottore
potesse trovare Amy e radunare il suo esercito... a Rose quell'idea
faceva venire i brividi, come se il suo Dottore fosse solo uno dei
tanti sanguinari e lei aveva paura di scoprire fin dove potesse
spingersi.
Il
Tardis comunque era allegro ed
affollato, così che quei pensieri non erano che una traccia
flebile nella sua mente, presa com'era dal continuo traballare della
sala comandi e dalle piroette estasiare del Signore del Tempo.
<
Non abbiamo ancora finito, Rose >
annunciò, < c'è ancora una persona che
devo
chiamare. >
Il
Dottore le sorrise e quel sorriso lo
illuminò di gioia. Rose amava quel modo di fare che non era
mai realmente cambiato, come lui si entusiasmava e rideva verso di
lei, come le proponeva un nuovo viaggio come un bambino propone una
gita, il ridere con lei dopo aver proposto di tornare indietro.
<
Chi, Dottore? >
Lui
allargò il suo sorriso e non
le rispose, azionando una leva blu e facendo partire il Tardis, tanto
che lei dovette aggrapparsi forte per non cadere.
Era
strano essere solo loro due nella
sala comandi, nonostante il Tardis fosse pieno di gente. Rory era
sempre stato lì con loro, ma ora no, ora erano soli come ai
vecchi tempi ed il Dottore rideva e ballava attorno ai comandi.
Improvvisamente
si fermarono e corsero
alla porta – quell'unico, impareggiabile momento in cui si
guardavano negli occhi e non sapevano cosa aspettarsi ma a volte,
quasi sempre in realtà, il Dottore sembrava nascondere le
meraviglie dell'universo nello sguardo – e la spalancarono.
Per
un attimo Rose rimase senza fiato,
poi la consapevolezza si fece largo in lei portandole alla memoria
ricordi a cui non pensava da troppo tempo.
La
baia di Cardiff era rimasta
inalterata, tale e quale a come era stata la prima volta che erano
atterrati lì per fare rifornimento, anche se a guardare
meglio
si potevano scorgere piccoli particolari che rivelavano lo scorrere
del tempo.
In
piedi, come se sapesse esattamente
che loro stavano arrivando – ma certo che lo sapeva, era
sempre
stato un uomo pieno di sorprese e Rose aveva sentito tanto la sua
mancanza che ora trattenersi dal corrergli incontro e perdersi tra le
sue braccia era quasi impossibile- c'era l'uomo per cui il Dottore
aveva sorriso.
<
A quanto pare la puntualità
non migliora con una faccia nuova > disse con uno dei suoi
larghi
sorrisi affascinanti.
<
Ciao, Jack > il Dottore si
scostò leggermente, invitandolo ad entrare nel Tardis.
Jack
Harkness seguì l'alieno
dentro la cabina blu, ma appena sulla soglia si fermò,
voltandosi verso di lei e la baciò leggermente sulle labbra.
<
È
bello vederti, Rose >.
<
Anche per me, Jack. >
|
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Capitolo 43 *** The only water in the forest is the river ***
E siamo ancora in A god man goes
to war, un episodio secondo me splendido. Il rapporto tra Jack e
Rose mi è sempre piaciuto tantissimo, sono molto intimi e si
evince specialmente dal dialogo che il Capitano ha con il Dottore in
Utopia, quindi quale miglior confidente per Rose se non il bel
Jack?
The
only water in the forest is the river
< Cosa ti preoccupa, Rose? >
Amy e Rory erano in un angolo,
coccolavano la loro figlia ritrovata ed erano felici. Il Dottore non
era ancora tornato, sicuramente stava mettendo a punto le ultime cose
prima di lasciare definitivamente Demon's Run.
Rose e Jack erano in disparte, seduti
l'uno accanto all'altra, e il Capitano le teneva la mano e sorrideva
in quel modo seducente che a Rose faceva ancora venire un brivido
lungo la schiena.
Nei suoi occhi, però, la ragazza
leggeva il dolore dell'uomo condannato a vivere per sempre e la
preoccupazione.
< Sono turbata da pensieri sciocchi,
> rispose.
Jack Harkness l'abbracciò. Non
si accorgeva mai di quanto le mancasse la compagnia di quel bizzarro
avventuriero fin quando non lo rivedeva, allora desiderava poter
tornare indietro, quando erano solo lei, Jack e il Dottore dagli
occhi azzurri e le orecchie a sventola ed ogni cosa era facile.
< Io... > fece per iniziare la
confidenza, ma le grida del Dottore, seguite dall'urlo di Amy, la
bloccarono.
Scattarono entrambi in piedi e Rose si
precipitò verso la rossa che stringeva in grembo nient'altro
che la Carne.
E poi arrivò River.
Rose si era aspettata di averla con
loro, ma lei non ri era fatta vedere e aveva potuto leggere la
delusione negli occhi del Dottore.
Adesso non vi era che rabbia ed il
Signore del Tempo gridava, furioso.
< Come puoi esserne certa che la
bambina starà bene? > le urlò contro e la donna
sorrise.
Rose spalancò gli occhi e
improvvisamente capì: Melody Pond...River Song...
Il Dottore rise, come un bambino la
mattina di Natale e si voltò verso di lei, afferrandola e
dandole un veloce bacio sulle labbra.
< Jack, River, riportate Amy e Rory
a casa. >
River squadrò il Capitano dalla
testa ai piedi e l'uomo fece per parlare, ma il Dottore lo
interruppe.
< Non ora! >
< Non ho neanche parlato! >
< Non badare a lui, bel fusto, >
disse River, con un sorriso d'apprezzamento, < è solamente
geloso. >
Jack rise, poi si voltò verso
Rose.
< Andrai con lui, vero? >
< Sempre. >
Rose lo abbracciò, posandogli un
bacio sulla guancia.
< Spero di rivederti presto, Jack. >
< Non preoccuparti, > le sussurrò
all'orecchio, < lui ha sempre scelto te. >
< Muoviti Rose! > La voce del
Dottore era lontana, ormai lui doveva essere già ai comandi.
Con un ultimo sguardo ai suoi compagni,
a Jack e a River Song, Rose corse nel Tardis e si chiuse la porta
alle spalle.
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Capitolo 44 *** Someone I like ***
2
Non so davvero come fare a farmi
perdonare per l'immenso ritardo, il terribile blocco è stato
quasi interminabile e avevo perso le speranze, ma per fortuna ho
avuto l'illuminazione qualche giorno fa mentre filtravo il mio bel
precipitato (ah, la chimica!) e sono persino riuscita a scrivere 514
parole in tre ore e poco più. Mi commuoverei se avessi ancora
un cuore.Comunque, siamo arrivati a Let's kill Hitler e alzi
la mano chi non ha amato questo episodio ed in particolare la scena
nel Tardis. Ho sempre trovato incredibilmente dolce la piccola Amelia
e il Dottore che le dice che sarebbe potuto essere coraggioso per
lei, l'unica la cui vita non era ancora stata rovinata da lui, ma
ancora più bello è che alla domanda “Give me
someone I like” il Tardis abbia dato come prima opzione Rose.
Partiamo da qui per questo What if...e se il Dottore non avesse
chiesto al Tardis di cambiare perchè, alla fine, non c'era più
la sofferenza di averla persa?
Someone
I like
Rose era in piedi davanti a lui, lo
sovrastava mentre lui si contorceva in preda agli spasmi e lottava
con tutte le sue forze per non rigenerarsi.
Aveva i capelli lunghi fino a metà
schiena, biondissimi, che facevano uno strano contrasto sulla
giacchetta di pelle scura.
Il Dottore si sforzò si
guardarla meglio, anche se sapeva benissimo che quella non era
davvero la sua Rose, che la ragazza era da qualche parte fuori e
aspettava, temeva di non vederlo uscire mai più dal Tardis.
Aveva fatto come per seguirlo, quando si era fiondato dentro –
e il veleno, il veleno che River Song, o Melody, aveva sulle labbra
lo sentiva scorrere nelle vene e distruggerlo …ah, quella
donna eccitante! – ma lui aveva chiuso la porta prima che lei
riuscisse a fermarlo; l’aveva sentita sbattere i pugni e
gridare, ma il suo Tardis era partito e c’era stato solo il
silenzio e la voce meccanica dell'interfaccia vocale
Per un breve istante aveva guardato
se stesso parlare attraverso l’ologramma e si era odiato come
raramente gli capitava – ma, a onor del vero, questo se stesso
tendeva a odiarsi più di qualsiasi altra rigenerazione avesse
mai fatto, come se tutto l’amore e il compiacimento che quello
prima aveva provatosi fossero esauriti in una bolla di delirio
d’onnipotenza e la sua punizione ora era trovare insopportabile
la sua propria coscienza – aveva stretto i denti e supplicato
che cambiasse forma, che voleva qualcuno che gli piacesse, qualcuno
da poter guardare in quegli ultimi istanti senza soffrire.
E lei, la sua splendida nave,
aveva capito e letto nei suoi cuori in quel modo che sapeva e le
aveva dato Rose, Rose che era sempre stata l’appiglio a cui si
e era aggrappato per non sprofondare in un’oscurità che
lo spaventava, Rose che andava al di là di ogni cosa e
dell’amore che nutriva per River –oh, sì, ormai
l’aveva ammesso a se stesso, River Song con i suoi brividi e i
suoi misteri l’aveva fatto innamorare di una passione
travolgente – Rose che era diventata più importante
dell’aria che respirava ormai troppo tempo prima per riuscire a
sapere davvero il momento esatto.
< Non c’è più
niente da fare, vero? > domandò all’ologramma, <
devo rigenerarmi. >
< Sarai morto in trentadue minuti >
la voce meccanica era dolorosa.
< Mi dispiace, Rose, sono stato
egoista. Ti ho chiusa fuori perché mi hai visto morire già
due volte, la terza te la risparmio… ma io voglio morire
guardandoti. Anche se preferirei non morire affatto. >
< Sarai morto in trentadue minuti.
>
< Rose, Rose, aiutami! >
E improvvisamente l’ologramma
lo guardò e per un attimo sembrò davvero lei, stesso
sguardo dolce, stesso modo di inclinare la testa e guardarlo mentre
gli spiegava un concetto che per lei era ovvio ma che a lui sfuggiva.
< Sarai morto tra trentadue
minuti. >
Il Dottore sorrise con una smorfia di
dolore. Aveva capito cosa fare, e anche se non era davvero lei,
voleva credere che Rose l’avesse salvato di nuovo.
Aveva ancora
trentadue minuti per vivere.
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Capitolo 45 *** Who is River Song? ***
Dite
la verità, avevate perso le speranze vero? E invece sono di
nuovo qui, dopo tutto questo tempo... ho ripreso la storia in mano e
precederò spero spedita verso la fine! Intanto vi lascio ai
momenti finali di Let's kill Hitler!
Who
is River Song?
River Song – o Melody Pond, perchè adesso lei è
Melody, l'assassina che non sa nulla di loro – la sta guardando
dritta negli occhi, spaventata come Rose non l'aveva mai vista.
Si ricorda di quella volta in cui le aveva detto che avrebbe
presto scoperto chi fosse in realtà, River era triste e si era
scusata... Mi dispiace aveva mormorato e a Rose si era gelato il
sangue nelle vene.
Eppure non riusciva a odiare la donna che le stava strappando via
l'uomo che amava in un modo che non avrebbe mai pensato, perchè
sapeva – l'aveva visto così chiaramente e, oh, era ciò
che la spaventava di più – che River Song amava il
Dottore totalmente e incondizionatamente e che per tutta la sua vita
il pensiero di averlo ucciso l'avrebbe tormentata.
Si sentiva triste e non arrabbiata. Si voltò verso il robot che
aveva assunto le sembianze di Amy, come a cercare conforto, ma la sua
amica la guardava con sguardo fisso e assente.
E poi, improvvisamente, quella Amy metallica la spostò con
violenza e colpì River con un raggio luminoso. Si ritrovò
a gridare cercando di sottrarla a quell'insolito proiettile, ma il
Teselecta la zittì.
< Lei è l'assassina del Dottore. Lo ha ucciso e ora deve
pagare. >
La voce metallica era così simile a quella della vera Amy
da farle male.
< Ha ucciso il Dottore? Il Dottore? Dottore chi? >
Rose si voltò talmente di scatto che sentì il collo
scricchiolare, ma non vi badò. Il suo Dottore era in piedi
contro il Tardis, un frac e una tuba a farlo sembrare così
ridicolo e così meraviglioso. Rose si alzò e gli corse
incontro. Si abbracciarono come se fossero passati secoli e non
soltanto pochi minuti, ma non importava. Aveva creduto di perderlo e
vederlo lì, vivo, ancora per un po', era troppo bello per
pensare ad altro.
< Ma stai morendo... e sei passato a cambiarti? > River era
incredula.
< Devi sempre prenderti il tuo tempo, soprattutto quando non ne
hai. Vero Rose? > Il Dottore le diede un bacio sulla guancia, <
Mi hai salvato di nuovo, Rose Tyler > sussurrò e Rose si
chiese di cosa stesse parlando.
< Amelia Pond, una macchina mortale che fa le ramanzine...
perchè la cosa non mi sorprende? >
Lasciò la presa e iniziò a parlare, in quel modo che
aveva imparato ad associare al pericolo. Rose conosceva il Dottore,
lo conosceva più profondamente di quanto si conoscesse lui
stesso e sapeva che nonostante tutto temeva la morte e la esorcizzava
con una parlantina esagerata.
Non lo ascoltava, ma fissava River e vedeva la meraviglia farsi
strada in lei... lo amava anche in quel momento.
Improvvisamente il Dottore stramazzò al suolo. Il panico si
impossessò di lei e gli si inginocchiò accanto.
< Non lasciarmi, Dottore! >
< Rose... > ma era solo un mormorio soffocato.
Ma River Song si era avvicinata a loro e adesso la guardava egli
occhi e riusciva a intravedere la scintilla di ciò che sarebbe
diventata.
< River... ti prego > le sue parole uscivano spezzate dai
singhiozzi < River ti prego, salvalo! >
< Ancora! Chi è questa River? >
< Tu... sei tu, River Song... >
Rose aveva la vista annebbiata dalle lacrime... ma il Dottore non
si muoveva più e la stretta della sua mano era scomparsa.
< Rose? Il Dottore...ne vale la pena? >
< Lui è tutto per me. >
River sorrise e si chinò in avanti. Poggiò le sue
labbra su quelle del Dottore e Rose non riuscì a trattenere un
singhiozzo quando lo vide aprire gli occhi.
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Capitolo 46 *** Tick tock goes the clock ***
Ci avviciniamo a piccoli passo verso il finale ed eccoci qui,
bloccati nella casa delle bambole di Night terrors. Rory
si trova per la prima volta solo con Rose e gli viene in mente di
dirle ciò che tutti tacciono: il Dottore verrà ucciso.
Tick tock goes the
clock
Rory si sentiva confuso... confuso e
spaventato, ma con una punta di eccitazione che faceva pompare il suo
cuore a mille.
Credeva di essersi ormai abituato a
quella sensazione dato che viaggiava con il Dottore ormai da un po',
ma la piccola pausa che lui ed Amy si erano presi, mentre quello
strambo di un alieno andava in giro per lo spazio e il tempo alla
ricerca della loro figlia, doveva avergli fatto perdere
l'allenamento.
Amy era stata trasformata in un'enorme
e terrificante bambola dai capelli rossi. Ok, questo era un problema
e per un attimo ne aveva avuto paura, paura di non riaverla mai più
indietro, paura di perderla per sempre... almeno finchè Rose
non lo aveva preso per mano, gridandogli un “Corri!” con
un'intonazione talmente simile a quella del Dottore da lasciarlo
stranito.
Ovviamente aveva corso a perdifiato.
Erano entrati trafelati in quella che
sembrava una sala da pranzo e avevano sbarrato la porta, accumulando
sedie, tavoli e credenze. Rose ansimava leggermente e anche lui si
sentiva il fiato corto. La ragazza si avvicinò alla porta
chiusa ed ascoltò per qualche secondo, l'orecchio premuto
contro il legno, poi si rivolse a lui:
< Bene, non sembra ci abbiano ancora
trovati. >
Rory la osservò, quasi
studiandola: la conosceva da tanto ormai, eppure se qualcuno gli
avesse chiesto chi era Rose Tyler non avrebbe saputo cosa dire.
Dov'era la sua famiglia? Non ne parlava mai, tranne rari casi in cui
il Dottore faceva battute su sua madre e lei lo rimproverava
scherzosamente. Era arrivato al punto di identificare quella strana
ragazza con il Dottore e lei stessa gli appariva aliena, fuori dal
tempo. Stare con lei, lì, era come avere il Dottore e gli dava
la sicurezza che tutto sarebbe andato per il meglio, che Amy sarebbe
stata sana e salva.
Rose aspettava, sicura che il suo
Dottore sarebbe arrivato presto a tirarli fuori dai guai e Rory
assimilava quella stessa sicurezza.
Improvvisamente si rese conto di essere
solo con lei, per la prima volta da tanto tempo. Amy e River –
non riusciva ancora a credere che River Song fosse sua figlia –
gli avevano sempre impedito di parlarle di ciò che avevano
visto, ma Rory sentiva che non era giusto.
Il Dottore era morto sulle rive del
Lago Silencio, ma Rose non era con lui... avrebbe dovuto esserci, ne
era certo. Meritava di sapere la veritò, lei che lo prendeva
per mano possessivamente. Oh, Rory se n'era accorto, Rose e il
Dottore si toccavano come se ogni istante fosse per loro incredibile
e lui aveva l'impressione che fosse vero... aveva abbracciato Amy in
quella stessa maniera, dopo duemila anni passati ad aspettarla.
Si sentiva incredibilmente vicino a
quella strana e misteriosa amica che non diceva mai nulla di se
stessa ma che aveva sempre una parola gentile per tutti.
Prese un gran respiro.
< Rose? Devo dirti una cosa. >
La ragazza si voltò verso di
lui, curiosa, ma Rory non fece in tempo ad aprire bocca. Un rumore
secco contro la porta. Rose si alzò precipitosamente.
Probabilmente non avrebbe avuto
un'altra occasione, ma non poteva farci nulla ormai. La voce
inquietante delle bambole si udiva già da dietro la porta
chiusa.
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Capitolo 47 *** The boy who chose ***
Eccomi qui, scusate il ritardo.
Siamo arrivati a The girl who waited episodio che amo
particolarmente e che mi ha strappato il cuore dal petto con quella
scena tra Rory e la Amy del futuro. Non so voi, ma mi ha ricordato
tantissimo Doomsday per l'impostazione scenica (Rory e Amy
come Rose e il Dottore saperati da una porta o un muro) e The
fires of Pompei per l'enormità di dover fare una scelta
obbligata e credo che il Dottore abbia sofferto moltissimo nel fare
ciò che ha fatto. Rory non poteva capirlo in quel momento,
così come non lo capì Donna all'inizio. Comunque, ci si
avvicina abbastanza rapidamente al finale e la morte incombe sul
nostro Dottore.
Questa volta mi tengo bassa, 488
parole, buona lettura!
The
boy who chose
Il
Dottore guardava Rory addossato alla porta del Tardis: aveva la
fronte contro lo stipite, le spalle curve e, anche se non poteva
vederli, sapeva che teneva gli occhi chiusi. Conosceva fin troppo
bene quella sensazione e si sentiva un mostro a permettere che tutto
ciò accadesse, ma era necessario.
Tanto
tempo prima, in un'altra vita, aveva guardato le lacrime negli occhi
di Donna e aveva provocato la morte di migliaia di persone, ora –
un altro uomo, forse più duro, forse più fragile –
doveva guardare Rory scegliere la sua Amy.
Non
riusciva a sentire cosa si dicevano, ma il dolore del suo compagno –
Rory, gentile e divertente Rory, sempre pronto a dare una mano senza
mai chiedere nulla in cambio – era tangibile.
Cercò
le mani di Rose, ma la ragazza era lontana, accanto alla giovane Amy
priva di sensi. Si voltò e vide che tratteneva le lacrime. Non
voleva mostrarle, ma ormai la conosceva e sapeva che quello sforzo le
faceva tremare le labbra che lei serrava con più forza, quasi
mordendosele, e i suoi occhi diventavano più scuri sotto le
ciglia lunghe e nere di mascara. Si chiese se avrebbe mai avuto il
coraggio di fare una scelta simile a quella cui aveva costretto Rory,
se avrebbe mai potuto lasciare andare Rose o River per il bene di
entrambe... l'idea di non avere più Rose accanto lo atterriva,
ma River gli aveva rubato un pezzo di anima e non poteva fare a meno
di amarla.
Poi
improvvisamente si ricordò del fatto che sarebbe morto di lì
a poco e ne fu quasi felice. La scelta poteva passare in secondo
piano quando la sua priorità era morire.
Si
sentì lo sguardo di Rose addosso, come se lei potesse
leggergli la mente. Aveva pensato di dirglielo, ma non era cambiato,
nonostante la rigenerazione, e aveva continuato a fare finta di nulla
con tutti loro... in fondo anche Amy credeva di averne parlato solo
con la sua copia di Carne.
Probabilmente
River già sapeva, ma gli avrebbe sorriso a quel modo eccitante
così tipico di lei e avrebbe eluso la domanda, buttando lì
una battuta delle sue.
Ma
Rose, la sua Rose, non poteva saperlo, anche se ne aveva il diritto.
Rose avrebbe pianto e urlato e si sarebbe intestardita nel salvarlo a
tutti i costi e lui, lo sapeva, si sarebbe fatto salvare ancora
perché l'idea di lasciarla era insopportabile e il pensiero
che lei soffrisse gli faceva male.
Sospirò,
prima di strappare Rory da quel momento di dolore consapevole, quasi
un atto di crudele pietà. Avrebbe voluto strappare se stesso
al Tempo allo stesso modo, solo per vedere ancora Rose guardarlo con
l'amore con cui lo stava guardando in quel momento, per sentire
ancora la risata di River. Avrebbe creato un enorme falla nel Tempo,
cambiando quell'unico, fondamentale, Punto Fisso, ma ne sarebbe valsa
la pena...
Il
pensiero svanì assieme allo sguardo di Rose.
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Capitolo 48 *** Rose's room ***
Mi devo scusare per la lunga assenza
ma ero convinta di aver pubblicato questo capitolo... sì, lo
so, sono scema, insultatemi pure. Comunque, siamo arrivati a The
God Complex, episodio affascinante sotto molti aspetti, prima di
tutto per l'idea delle stanze in cui sono contenute le peggiori paure
di qualcuno. Siamo alla prima tappa dedicata a questo episodio: la
stanza di Rose.
Rose's
room
La porta sembrava chiamarla con una
voce sottile, quasi femminile, per qualche strano motivo molto simile
a quella di sua madre. Non aveva numero ma uno strano simbolo che
Rose riconobbe come una delle lettere arcaiche della lingua natia del
Dottore, eppure non aveva dubbi: quella era la sua stanza.
Spinse con mano tremante la porta ed
entrò. Per un secondo non capì, semplicemente accecata
da tutto quel bianco dopo la semioscurità dell'albergo, poi,
improvvisamente, la paura e l'angoscia l'assalirono, scuotendola da
capo a piedi.
Le sue guance si bagnarono di lacrime
ed il suo cervello si bloccò.
Si appoggiò al muro, piangente,
un orecchio premuto contro di esso per riuscire a captare un
qualsiasi suono che non fossero i suoi singhiozzi strozzati.
Il panico si impossessò di lei e
si sentì in trappola, completamente sperduta... lui era
dall'altra parte di quel muro e non poteva raggiungerlo, era
condannata a essere separata da lui per sempre, proprio ora che
cedeva di averlo ritrovato.
< Riportatemi indietro! > gridò,
picchiano il muro con il palmo fino a farsi male.
Non poteva essere, non di nuovo, non
intrappolata lì ancora, in un mondo estraneo e privo di lui,
privo dell'unica cosa che importava.
< Rose! > si sentì
afferrare e si ritrovò faccia a faccia con il Dottore. Aveva
lo sguardo spaventato mentre la guardava negli occhi.
L'allontanò bruscamente dal muro
bianco e la strinse, quasi di prepotenza. Rose si ritrovò a
contraccambiare la stretta con altrettanta ferocia, bagnando di
lacrime e trucco sciolto la sua camicia. Il Dottore tremava
impercettibilmente mentre la trascinava di nuovo nel corridoio e
chiudeva la porta dietro di sé. Le diede un bacio sulla testa
e le accarezzò i capelli, poi la scostò per poterla
guardare. Aveva gli occhi lucidi e questo, incredibilmente, la fece
calmare di scatto.
< Rose, Rose era solo un incubo! >
Lei annuì, tirando su col naso e
lui sorrise appena.
< Sono qui, ricordi? È
accaduto molto tempo fa. >
<
Sì > mormorò, < sì, sei qui > disse
infine più convinta.
<
Dottore! > Amy e Rory arrivarono correndo, < l'hai trovata! >
Rose
si asciugò le lacrime e si ricompose, sorridendo ai due
compagni.
<
Troviamo una via d'uscita da questo posto > affermò.
Il
Dottore le prese la mano e le diede un veloce bacio a fior di labbra,
sorridendole poi con tenerezza.
Il
velo di terrore nel suo sguardo, però, era ancora lì e
la mano la stringeva con presa spasmodica... aveva come l'impressione
che la sua stanza avesse avuto un effetto traumatico anche su di lui,
se non maggiore.
Rose
aveva sentito la sua paura svanire in un secondo non appena il
Dottore era apparso a confortarla, ma il suo Signore del Tempo non
riusciva a liberarsi del terrore che aveva provato vedendo la donna
che amava riversa contro quella parete... era come se l'avesse
trovata a piangere sul suo corpo senza vita.
Fu
scosso da un brivido e un presentimento.
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Capitolo 49 *** Eleventh Room ***
eleventh room
Eccomi qui con la seconda e ultima parte di The God Complex.
Ecco le due domande che mi sono posta guardando l'episodio e che credo
ci siamo posti tutti: cosa c'era nella stanza del Dottore? In cosa
crede? (Diciamoci la verità, una risposta a quest'ultima domanda
ce la siamo ricordati tutti, vero?) Ci avviamo verso la fine e, vi
avverto, verso l'angst più sfrenato... perché fluff
è bello ma angst è meglio! E poi non dite che non vi
avevo avvertito...
Eleventh
room
Il Dottore se ne stava curvo e
silenzioso appoggiato alla consolle del Tardis.
Guardarlo era doloroso, faceva pensare
a quanto infinitamente vecchio lui fosse, a quanti dolori era stato
costretto a sopportare, prima di salutare Amy e Rory per quello che
poteva essere un tempo infinito.
Rose aveva quasi timore di toccarlo e
si avvicinò a lui, standogli alle spalle, vicinissima e
impercettibile.
< Dottore? >
Lui si voltò verso di lei, gli occhi
lucidi e un sorriso triste sul volto.
< Non è un addio, lo sai? Loro sono
lì, possiamo andare a trovarli quando vogliamo. >
Una bambina, ecco come si sentiva in
quel momento.
Lui l'attirò a sé e l'abbracciò
stretta, poggiando il mento sulla sua testa e baciandole i capelli.
< Quella creatura, Rose, era così
disperata, così sola che io... non potrei mai perdonarmelo se Amy e
Rory perdessero loro stessi. >
Parole sussurrate che a Rose parvero
urlate a squarciagola, perché il Dottore aveva paura di qualcosa e
lei lo sentiva, ma lui non avrebbe mai confessato nulla, non avrebbe
chiesto aiuto.
< Ci sono io con te, lo sai, no? Per
sempre, Dottore. >
Si irrigidì a quelle parole, ma non la
lasciò... era rassicurante starsene lì, abbracciati, solo loro due
e il Tardis.
< C'era una stanza per me, >
disse lui improvvisamente, < la stanza numero undici. >
< Puoi dirmelo, non devi mai
dubitare di questo. Di cosa hai paura? >
< La cloister bell impazzita ed
io... non sarebbe mai potuto essere nient'altro...credo che... >
sospirò forte, lasciando che il discorso confuso cadesse nel
silenzio.
Rose non insistette, sapeva bene che
non avrebbe ottenuto nulla.
< Ho paura di perderti di nuovo,
Dottore, e la mia stanza era lì a ricordarmelo perché se c'è una
cosa in cui credo è che farei qualsiasi cosa per coloro che amo, per
salvarli, per ritrovarli... attraverso i mondi e gli universi. >
Si scostò per poterlo guadare negli
occhi.
< E tu, in cosa credi? >
Il Dottore non rispose e il Tardis si
fermò.
< Vai, scopri cosa c'è dietro
quella porta. >
Rose lo guardò perplessa, poi andò
verso la porta, sconfitta. Non si sarebbe mai confidato, nemmeno con
lei, non del tutto almeno.
Aprì e uscì fuori, rimanendo
paralizzata, il panico crescente in lei: il Powell Estate.
Il rumore del Tardis che ripartiva la
fece voltare di scatto.
< No! Dottore non di nuovo! > ma
le sue grida erano rivolte al nulla.
Il Dottore aveva seguito Rose ma appena
la ragazza era uscita aveva richiuso la porta di scatto e il Tardis
era ripartito. Quante volte lo aveva fatto ormai? Eppure lei non
aveva avuto il minimo sospetto, l'idea che il suo fosse un abbraccio
di addio non l'aveva neppure sfiorata... la sua Rose voleva solo
consolarlo.
Non poteva chiederle di assistere alla
sua morte, avrebbe smosso l'intero Universo per salvarlo e non doveva
accadere.
Poggiò la fronte contro il legno e
chiuse gli occhi.
< Se c'è una cosa, solo una cosa...
io credo in lei. >
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Capitolo 50 *** Back home ***
Con un imperdonabile ritardo torno da voi, spingendovi a passo
di marcia verso il finale! Buona lettura!
Back
home
Rose guardò il Tardis sparire
senza che lei potesse fare altro se non piangere e gridare: <
Dottore! Dottore, torna indietro! > , ma non poteva raggiungerlo,
ormai.
Si sentì improvvisamente vuota,
incredula... perchè lo aveva fatto? Nulla aveva fatto
presagire una svolta del genere, nessun pericolo imminente, nessun
presagio di morte, nulla se non il desiderio di lasciare Amy e Rory
alla propria vita prima che fosse troppo tardi.
Ma il Dottore sapeva perfettamente che
Rose non aveva una vita all'infuori del Tardis, non aveva una
famiglia – non più ormai – non aveva nulla che non
fosse lui.
Eppure l'aveva lasciata lì, in
quello che una volta era stato il suo quartiere, nel parco da cui
riusciva a vedere quella che era stata la sua casa. Avevano
parcheggiato il Tardis in quel parco così tante volte, quando
ancora c'era Jackie ad aspettarla, quando ancora sua madre non si era
trasformata in un ricordo dolce ma lontano.
Il Dottore l'aveva lasciata lì e
nella sua testa era stata una scelta giusta, un modo contorto per
salvarla da qualcosa che lui credeva sarebbe accaduto... di cosa
aveva paura?
Aveva conosciuto tre versioni di lui e
le aveva amate tutte – in modo diverso, ma sempre con la stessa
intensità – ma mai come in quel momento si era resa
conto di quanto, in fondo, il Dottore non cambiasse mai.
Ma perchè? Cosa credeva sarebbe
successo? Quale era il pericolo?
Era furiosa perchè non si era
confidato con lei, quando sapeva perfettamente che lei ci sarebbe
stata sempre.
Si avviò verso il suo vecchio
palazzo e l'aprire di nuovo, dopo così tanto tempo, la porta
di casa fu come ricevere uno schiaffo in pieno viso. Casa sua era
come l'aveva lasciata, coperta di polvere per essere rimasta vuota
per quattro anni. Si sedette sul divano, guardandosi intorno: era
tutto familiare eppure incredibilmente stonato, fuori posto.
Cosa poteva fare, lei, in un mondo che
non le apparteneva più? Cos'era lei ormai se non una
viaggiatrice del tempo? Non era più Rose Tyler, commessa di
Londra, Terra... era Rose Tyler, compagna del Dottore e la sua casa
era il Tardis, possibile che lui questo non lo avesse capito? Cosa
credefa di fare, lasciandola lì?
Rose si rannicchiò maggiormente
sul divano, lasciando che le lacrime le si seccassero sulle guancie,
solo una cieca furia che la squarciava da dentro.
Cosa poteva fare se non aspettare il
Dottore? Non sapeva dove cercarlo, non sapeva come contattarlo.
Improvvisamente l'ovvio la colpì,
facendola trasalire.
Lei aveva ancora una famiglia, lì
sulla Terra! Mickey era lì, da qualche parte, e c'era Jack ed
entrambi conoscevano Martha Jones... e Martha Jones aveva il numero
del Dottore.
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Capitolo 51 *** Hell, in high heels ***
Devo scusarmi con voi, sono sparita
e non ho dato mie notizie, purtroppo sono senza connessione internet
ed è un vero problema, sembra che tutto remi contro di me e mi
impedisca di finire questa storia. Non importa, anche se con la
lentezza di un bradipo ci avviciniamo al finale e siamo in The
Wedding of River Song, episodio che non mi è piaciuto
particolarmente e che quindi mi sta dando qualche difficoltà.
Attendo pareri, suggerimenti e consigli.
Hell,
in high heels
Il Dottore guardò River come se
fosse la prima volta e, strano a dirsi, anche come se fosse l'ultima.
Pensò che il trovarsi lì,
dentro il Teselecta, fosse incredibilmente irreale, ma guardare
River, il suo volto rigato di lacrime, con gli occhi supplicanti e il
respiro pesante, era doloroso come se le fosse stato davanti davvero.
La guardava e vedeva che non l'avrebbe
mai fatto, che avrebbe mandato in pezzi il tempo per non uccidere
l'uomo che amava. Riusciva a scorgerlo nella sua mano tremante come
se glie lo stesse urlando in faccia.
La delusione lo colse in maniera
violenta, tanto che per un secondo pensò di non riuscire a
trattenersi, che sarebbe scoppiato a piangere lì, come un
bambino a cui viene rubato il gelato.
E poi arrivò la rabbia, perchè
era stato uno stupido, perchè aveva lasciato Rose da sola per
evitare proprio questo, ma non aveva pensato che River potesse
rovinare tutto, non aveva capito, aveva sottovalutato l'amore che
quella donna incredibile provava per lui.
Era stato uno stupido e si era illuso
che quello che c'era tra loro non fosse altro che attrazione e
fascino, che non poteva essere vero amore perchè lui amava
Rose.
Avrebbe dovuto scegliere ma non lo
aveva fatto e per la sua codardia il tempo intero sarebbe andato
perduto.
Chiuse gli occhi e lo percepì:
il Tempo si contraeva, soffriva, rantolava, gridava in uno spasmo
eterno di sofferenza, sembrava aggrapparsi a lui con le unghie per
non sprofondare, gli chiedeva aiuto ma lui non poteva fare nulla.
Lui aveva sbagliato tutto, aveva
sottovalutato il pericolo, compiaciuto di quell'euforia che River gli
provocava, pensando che in fondo avrebbe sempre vinto e al diavolo le
leggi del Tempo.
Improvvisamente tutto si fermò e
fu come se fosse stato investito da un'onda sulla battigia.
Aprì gli occhi.
Ogni cosa era immobile, unita,
contratta in quel sempre e in quel mai e poteva percepirla come se
fosse una brezza gelida. Intorno a lui la storia si svolgeva
contemporaneamente e andava verso la sua fine.
Si chiese dove fossero Amy e Rory, se
li avrebbe mai rivisti prima che il nulla sopraggiungesse. Si chiese
se Jack sarebbe continuato a esistere così com'era, prima che
anche lui scomparisse insieme al Tempo. Avrebbe voluto poter chiedere
scusa a Donna e a Martha per aver rovinato le loro vite.
Pensò a Rose, al fatto che
avrebbe voluto chiederle scusa per averla strappata da casa a
diciannove anni, per averla intrappolata in un altro universo, per
averla trasformata in un essere senza casa come lui, ma soprattutto
per averla lasciata di nuovo lì senza una spiegazione.
E infine pensò a River.
< Hai nominato una donna >
Winston Churchill lo guardava fumando il suo sigaro.
< Sì, ci sto arrivando, a
lei. >
< Com'è? Attraente, presumo.
>
Il Dottore fece una smorfia, la
delusione ancora bruciante che si tramutava in rabbia.
< Il diavolo. Con i tacchi alti. >
P.S. Ormai tutti saprete che Matt
lascerà lo show il prossimo Natale, vorrei davvero
ringraziarlo perchè è stato un Dottore fantastico, mi
mancherà immensamente, mi mancheranno i suoi bow ties, le sue
piroette, i suoi occhi tristi ed il suo incredibile mento, mi
mancherà tantissimo. Grazie Matt, grazie di cuore.
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Capitolo 52 *** The Pyramid ***
No, non sono morta, sono soltanto
stata vittima di assenza di connessione unita a tremendo blocco dello
scrittore. Comunque, sono tornata *risata malefica* con un nuovo
capitolo, un passo più vicini alla fine della sesta serie e di
questa storia. Siamo ancora in The Wedding of River Song,
questa volta però è Rose la protagonista. Buona lettura e
a fra qualche giorno per il prossimo e penultimo capitolo!
The
Pyramid
Ricordava
l'abbraccio di Mickey, caldo e morbido come quando erano dei
ragazzini qualsiasi.
Ricordava
il sorriso di Martha, un sorriso che l'aveva fatta sentire meno sola,
nonostante tutto.
E
poi era arrivato Jack, solido e affidabile, la sua eterna roccia a
cui aggrapparsi nei momenti bui. Guardarlo la riportava indietro a
quando il Dottore aveva i capelli corti e gli occhi azzurri, quando
nella sua ingenuità aveva creduto che ogni cosa sarebbe
rimasta immutabile e immutata.
Aveva
raccontato a Jack di River, di Amy e Rory lasciati in una casa dalla
porta Blu Tardis, del Dottore che non cambiava mai e la rimandava con
l'inganno in un mondo che non le apparteneva più. Jack le
aveva dato un bacio: “Vuole solo proteggerti”, aveva detto.
E
poi ogni cosa si era fatta confusa, il Tempo si era come
accartocciato su se stesso e Rose si era sentita sbalzata fuori e
poi reinserita in quella linea temporale contratta.
Si era guardata intorno e ogni cosa era diversa, la casa di Martha e
Mickey era scomparsa così come i suoi abitanti e lei era in un
ambiente estraneo... eppure ne conservava il ricordo.
<
È accaduto qualcosa al Tempo > disse Jack, rimasto al suo
fianco anche dopo lo strano fenomeno.
Rose
lo guardò, accorgendosi che lui era l'unica cosa rimasta
immutata davvero, ma in fondo avrebbe dovuto saperlo, Jack era fuori
dal Tempo e contemporaneamente saldamente ancorato ad esso... un
punto fisso, lo aveva chiamato il Dottore.
Ogni
cosa intorno a loro era in pezzi, la Storia si svolgeva
contemporaneamente in quell'unico momento nel Tempo, ogni cosa che
conosceva era lì ma non c'era davvero, sostituita da una nuova
vita, nuovi ricordi: River, Amy, Jack, il Silenzio... avevano
costruito una base segreta nella Piramide per poter trovare il
Dottore, per poterlo salvare.
Jack
la stava fissando, confuso dalle sue stesse sensazioni contrastanti.
<
So dove si trova il Dottore > disse Rose < l'ho sempre saputo
in questa vita, anche se non l'ho mai visto. Jack > si girò
verso l'uomo al suo fianco < non l'ho mai conosciuto in questa
vita. >
Jack
rimase in silenzio, limitandosi a prenderle la mano per un secondo e
stringerla, per poi iniziare ad armeggiare con il suo manipolatore
del vortice.
<
Nessuno di noi ha mai conosciuto il Dottore, qui > parlò
velocemente, senza smettere il suo lavoro, < ma tutti noi lo
ricordiamo e lo amiamo. >
<
Così sfocato... e così vivido... > mormorò,
ma Jack parve non sentirla.
<
Ecco, funziona. Pare che io sia andato molte volte alla Piramide,
pare che noi due lavoriamo lì. >
Non
aggiunse altro, la guardò intensamente e le passò un
braccio attorno le spalle.
Protezione
e calore, ecco cosa sentiva in quel momento, tra le braccia di Jack.
Gli era grata perché lui era lì, perché
ricordava, perché non era sola... perché stava andando
dal suo Dottore, ancora una volta.
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Capitolo 53 *** The wedding of the Doctor ***
No, non sono morta,
anche se con tutto l'hype per il cinquantesimo lo sarò
presto. Comunque, non vi ammorberò oltre con i motivi del
mio disastroso ritardo e passerò subito al capitolo: siamo
ormai alla fine di The wedding
of River Song e di questa storia, tutti i protagonisti
sono lì, su quel tetto... sappiamo tutti cosa succede. A voi
la lettura e al prossimo e ultimo capitolo.
The
wedding of the Doctor
Il Dottore cercava di non guadare Rose, cercava di mantenere lo sguardo
fisso solo su River. Il suo intero campo visivo era invaso da quei
ricci biondi, dagli occhi penetranti della donna che stava sposando -
River, che era morta per lui, che lo aveva guardato piangendo mentre
lui non sapeva nemmeno chi lei fosse - e non riusciva a pensare
lucidamente, nonostante tutto.
Incredibile come la sua mente di Signore del Tempo riuscisse a pensare
a così tante cose insieme e poi si inceppasse in maniera
così disastrosa nei momenti meno opportuni. Continuava a
ripetersi che lo faceva per dovere, che era necessario
perché l'Universo e il Tempo dipendevano da quello, tanto
che era arrivato quasi a crederci.
Si sentiva lo sguardo di Rose sulla nuca - Rose, che era riuscita
ancora una volta a ritrovarlo, che si teneva aggrappata a Jack e lo
guardava senza parlare - così pungente da far male. Ma era
compiuto e non poteva tornare indietro nemmeno se lo avesse voluto.
Si avvicinò a sua moglie e la baciò. In quel
bacio riusciva quasi a sentire la loro interra esistenza, il loro
passato, presente e futuro che si incrociavano in una storia che lo
stava risucchiando.
Alla fine, morì.
Rose guardava silenziosamente il mare grigio e freddo, il vento che le
sferzava i capelli.
Non era sicura che quel posto esistesse anche in quell'universo, ma
Jack lo aveva trovato e l'aveva accompagnata lì nonostante
il suo lavoro lo impegnasse molto. Se ne stava in disparte vicino la
macchina, mentre lei guardava il mare.
Essere lì era come un incubo ricorrente che si ripete per
sempre, ma aveva anche un certo qualcosa di rassicurante.
Non era riuscita a rimanere in contatto con Amy e Rory, non dopo che la
realtà dei fatti era diventata chiara... e River non si era
più vista nè sentita. Ormai Rose riusciva a
sopportare la vicinanza esclusivamente di Jack, la sua roccia e il suo
sostegno.
Ma poi l'aveva sentita, la sua voce che la chiamava da lontano, e
sapeva che sarebbe dovuta andare lì... la Bad Wolf Bay...
sapeva che il Dottore ci sarebbe stato, anche se Jack continuava a
ripeterle che tutti i dati indicavano la sua morte. Non voleva che lei
rimanesse delusa, diceva, era preoccupato per lei, ma Rose aveva
insistito.
Non fu sorpresa quando udì il suono che le era familiare.
Sorrise al Dottore - giacca di tweed, farfallino e sorriso da eterno
bambino - per poi correre verso di lui.
Il loro abbraccio fu uguale a cosi tanti altri che Rose si
sentì a casa.
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Capitolo 54 *** Always ***
E siamo giunti alla fine.
Mancano solo tre giorni al cinquantesimo anniversario del nostro
Doctor, domani parto per Londra e ho deciso di lasciarvi con l'ultimo
capitolo di questa storia, un piccolo esperimento che spero sia
riuscito a intrattenervi e magari anche a emozionarvi un po', proprio
come Doctor Who
fa ormai da 50 anni a questa parte. Grazie per avermi seguito, in
particolare grazie alle splendide persone che hanno recensito. Buona
lettura e alla prossima storia!
Always
Il Dottore non sapeva cosa
dire.
Era strano pensare che per
tutta la sua
lunga vita il suo non era stato altro che un incessante flusso di
parole, a volte gridate, a volte sussurrate, parole che gli uscivano
dalla bocca senza che il suo cervello le filtrasse minimamente, ma
che tra lui e Rose aveva sempre regnato un silenzio carico di parole
non dette.
Parlavano per ore senza
dirsi nulla.
Non riusciva a fare a meno
di pensare
che se non fosse stato per quei silenzi Rose sarebbe stata molto
più
felice.
La ragazza non lo stava
guardando,
armeggiava con i comandi del Tardis come se sapesse farlo funzionare
davvero, evitando i suoi occhi. La luce arancione si rifletteva sui
suoi capelli biondi donandole un senso di irrealtà che il
Dottore trovava irresistibile, la rendeva eterea e bellissima.
< Rose, parlami
> la supplicò,
ma lei non rispose.
Sembrava al di
là della rabbia,
al di là di qualsiasi cosa non fosse puro e semplice dolore.
< Cosa vuoi che ti
dica, Dottore? >
Disse infine, senza mai guardarlo.
< Perchè
sei ancora qui, con
me? >
Sofferenza, sofferenza nei
suoi due
cuori.
Rose alzò lo
sguardo, sorpresa.
I suoi occhi... occhi
brillanti e
chiari sotto le ciglia lunghe e scure, ricoperte di mascara.
< Dove altro andrei?
Il mio posto è
qui, nel Tardis, con te, non potrei mai lasciarti. >
Fu il suo turno di
abbassare lo
sguardo.
La voce di Rose era ferma,
determinata,
senza traccia di tremore, perchè lei era sempre stata forte,
più di quanto un patetico Signore del Tempo potese mai
sperare
di essere.
< Ho sposato River,
dovevo farlo
perchè non c'era soluzione. >
< Hai sposato River
perchè la
ami. >
Sofferenza, ancora
più terribile
nel sentirsi sbattere in faccia la verità.
< Ma sei venuto da
me, > la sua
voce era ora più roca, vibrante, < sei venuto da me a
dirmi
che non eri morto, che avevi ingannato tutto con uno stratagemma, a
chiedermi di venire con te ancora. Sei venuto da me, Dottore, non da
River. >
Lo guardava con sfida, dal
basso, le
labbra che tremavano. Oh, così coraggiosa, la sua Rose!
Non riuscì a
trattenersi e
l'abbracciò: lo fece come aveva fatto un tempo, tenendola
stretta e sollevandola da terra, un modo per assimilare un po' di
quel calore che si irradiava da lei come elettricità.
< Sempre, sempre da
te Rose > le
disse all'orecchio, parole che avrebbe dovuto pronunciare anni prima.
Perchè alla fine
aveva capito
che non era questione di scelta, non più. Aveva capito di
amare River e che poteva accettarlo, che forse un giorno sarebbe
anche riuscito ad andare oltre il fatto di averla vista morire
proprio davanti a lui... e che non era semplicemente innamorato di
Rose: lui era Rose.
Sempre.
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