Eppure mi hai cambiato la vita (Old version) di vale93 (/viewuser.php?uid=44184)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***
Capitolo 17: *** 17 ***
Capitolo 18: *** 18 -VERITA' (prima parte) ***
Capitolo 19: *** 19 -VERITA' (seconda parte) ***
Capitolo 20: *** 20 ***
Capitolo 21: *** 21 ***
Capitolo 22: *** 22 ***
Capitolo 23: *** 23 ***
Capitolo 24: *** 24 ***
Capitolo 25: *** 25 ***
Capitolo 26: *** 26 ***
Capitolo 27: *** 27 ***
Capitolo 28: *** AVVISO DI RIPRESA STORIA! ***
Capitolo 1 *** 1 ***
1
Quella mattina Hermione attraversava più svelta del solito i corridoi del castello, cercando di
arrivare in tempo per la colazione. Il giorno precedente Piton aveva
assegnato una relazione lunga chilometri sul veritaserum
e lei era andata in biblioteca a cercare materiale; la fortuna era che
ne aveva trovato a montagne, la sfortuna che ci avrebbe messo
un'eternità per trascriverla tutta. E così era rimasta
sveglia fino a mezzanotte inoltrata cercando di scrivere il più
in fretta possibile, ma il tempo non le era bastato. Quindi aveva
riposato giusto sei ore per poi risvegliarsi e rimettersi al lavoro.
Era riuscita a finire alle 7.30 del mattino e poi era corsa a prepararsi
per non fare tardi. Mentre camminava sentiva la borsa pesante rimbalzarle
sulla gamba e si sentì orgogliosa: era stanca e assonnata, ma aveva concluso
la sua relazione in tempo ed era sicura di aver fatto un ottimo lavoro.
'Sta volta Piton non avrebbe davvero potuto risparmiarle il massimo dei
voti. Sorrise fra sé e sé mentre, svoltato l'angolo, vide finalmente
la grande porta della sala dei banchetti. L'aprì con una leggera
spinta e lasciò che un profumino di tè e biscotti le inebriasse
il naso. Si diresse quindi decisa verso il tavolo dei Grifondoro e si sedette
accanto a Ginny, davanti ad Harry e Ron, i suoi migliori amici di
sempre.
-Buongiorno ragazzi-
-Eccoti finalmente, come va?-
-Un po' stanca, ma a posto-
-Scommetto che hai passato tutta la notte a scrivere una relazione
chilometrica per Piton- commentò Ron con la bocca piena.
Hermione lo guardò fintamente disgustata e si risparmiò commenti
poco carini riguardo alle sue buone maniere
-No Ron, a dire il vero ho finito a mezzanotte per riprendere alle sei, quindi ho dormito come ogni essere umano-
-Sì-
affermò Ginny -infatti sono riuscita ad addormentarmi per
miracolo. Sai Herm, dovresti comprarti una penna che raschi di meno
sulla carta. Ma soprattutto, dovresti piantarla di restare alzata fino all'una per finire i compiti!-
Hermione finse di non aver sentito ma vide il roscio sbuffare con rassegnazione.
-Tu invece, immagino ti sia ridotto al minimo indispensabile, o no?- chiese guardandolo.
-"Veritaserum: pozione che serve a far dire alla persona a cui viene
somministrata tutta la verità"- recitò il ragazzo
assumendo un'espressione compiaciuta -Vuoi trovare parole migliori di
queste?-
La grifoncina sbuffò divertita
-E tu invece?- rivolta ad Harry -Dimmi che hai superato le due righe, ti prego!-
Il moro scoppiò a ridere e la tranquillizzò: aveva di certo superato le due righe, ma senza raggiungerne cinque.
Proprio in quel momento la grande porta di legno si aprì e dall'uscio si
videro entrare due biondine accompagnate da un alto ragazzo smilzo, dai capelli
d'oro e gli occhi di ghiaccio.
-Malfoy..- sibilò la grifoncina sbuffando -Due insieme, sta volta ha davvero raggiunto il massimo dello squallore-
-Di cosa ti sorprendi?- chiese Ron abbuffandosi -quello se l'è
sempre fatta con tutte, per lui è soltanto un gioco, che importa se
a giocare siano una o più bamboline?-
Hermione ci pensò. Draco Lucius Malfoy era il classico ragazzo
bello e bastardo. Tutte gli andavano dietro e tutte speravano di
ottenere da lui qualcosa di più del semplice sesso. Ma a lui non
interessava nessuna. Tutto ciò che voleva era il divertimento e lei
non riusciva a capire se le ragazze si arrendessero ai suoi desideri
solo per passare un po' di tempo con lui, o se davvero credessero che
lui provasse qualcosa per loro. In che modo, quella lurida serpe le
ingannava tutte quante?? In tutti quegli anni l'aveva sempre visto ogni
giorno in compagnia di una ragazza diversa, tutto sorrisi e moine per
poi freddarle gelidamente ogni volta che il suo desiderio era stato
appagato. Occhi di ghiaccio. Dicono che gli occhi siano lo specchio
dell'anima. Mai avrebbe trovato esempio più eclatante di questo.
Un cuore di ghiaccio. Lui non amava.
-Già, è sempre andato ogni giorno con una ragazza
diversa, è vero. Ma non pensavo potesse addirittura arrivare a farsene due
contemporaneamente. Però hai ragione, di cosa mi sorprendo..-
E invece era sorpresa. Non avrebbe mai pensato che per lui una ragazza
avrebbe rinunciato al suo onore, al rispetto per se stessa, accettando
di essere solo il pezzo di un puzzle, solo parte di un pacchetto
più grande degli altri. Su questo non ci potevano essere dubbi:
se le sarebbe fatte tutte e due insieme, proprio come due...
-E' da questo tipo di ragazzi che si dovrebbe stare alla larga, per
fortuna tu non sei come le altre...- la voce di Ron si intromise fra
i suoi pensieri e la fece ridere.
-No Ron, io non sono come le altre, anche perché non credo che Malfoy sia così stupido da provarci con me!-
Scoppiarono tutti a ridere ed Hermione finì di sorseggiare il
suo tè. Già, questa era un'altra delle cose di cui andava
fiera. Lei era l'unica, l'unica in tutta la scuola a provare per Malfoy
l'odio e il disgusto più profondi. Lei non gli cadeva ai piedi,
non lo assecondava, non gli permetteva di trattarla come uno straccio.
Lei era l'unica che lui non avrebbe mai avuto. Mai.
*
-Bene bene, signorina Granger, devo ammettere che ha fatto un buon
lavoro..- biascicò Piton sfogliando la sua relazione pagina per
pagina -...davvero un buon lavoro-
Hermione sorrise compiaciuta.
-Vedo che in pochi sono riusciti a farne una esauriente come la sua... a dire il vero sembra che ad alcuni il concetto di relazionenon
sia ancora ben chiaro...- al che lanciò un'occhiataccia di
sbieco a
Ronald -Pertanto, vorrei che spiegasse alla classe cosa non è
riuscita a fare, forse le mie spiegazioni non sono state- fece una
breve pausa -esaurienti-
La grifoncina si alzò in piedi spostando lievemente la sedia indietro
-Devo essere precisa ed esauriente come nella relazione o...-
-Suvvia, dia in breve le informazioni principali. Il resto se lo cercheranno da soli-
-Certo..- fece un respiro silenzioso e cominciò:
- Veritaserum: dal latino veritas verità e serum siero.
E' il siero della verità. Una sola goccia e la persona a cui
verrà somministrata non potrà far a meno di dirvi tutta
la verità su ciò che chiederete. Gli ingredienti
necessari per prepararla sono:
sciroppo di elleboro
sangue di salamandra
mandragola
zanne di serpente
asfodelo
artemisia.
Per la preparazione si
devono versare tutti gli ingredienti eccetto il sangue di salamandra
dentro al paiolo, e aggiungerci il sangue dopo una settimana. Si lascia
cuocere per circa tre giorni. Dopodiché si aggiunge dell'acqua.
Si lascia cuocere altre tre settimane. La pozione è incolore e
inodore, tanto che si potrebbe confonderla con acqua pura...-
-Bene, basta così-
Hermione si sedette
mentre Piton ordinò agli alunni che non erano stati esaurienti
nel loro compito di riportare la relazione corretta per il giorno dopo.
Più gli altri compiti assegnati in mattinata, ovviamente.
Ron sbatté il proprio libro dentro la borsa, sbuffando.
-A quanto pare a Piton non sono sembrate le parole migliori, quelle che hai usato-
Lui la guardò torvo e lei gli sorrise
-Dai, ti aiuterò
io questa sera. Prenderai spunto dalla mia relazione e scriverai una
pagina buona. Non di più altrimenti se ne accorgerebbe!-
-Ah ah. Mi
spieghi cosa ci hai scritto qua dentro??- esclamò lui
afferrando con una mano la pila di fogli appoggiata sul banco della
grifona e sventolandoglielo davanti agli occhi -Che cosa ci sarà da dire!-
-Ron, avresti anche tu un
mucchio di cose da dire se non ti limitassi a seguire, si fa per dire,
le lezioni e cercassi informazioni in biblioteca come faccio io!-
-Ma a cosa serve cercare informazioni su vecchi libri ammuffiti quando in classe i professori ti dicono tutto-
-Ma i professori non ti dicono tutto Ron, contano sul fatto che tu ti vada a documentare, è così che funziona-
-E allora mi chiedo a
cosa servano, si potrebbe benissimo studiare da soli a
casa a questo punto..- borbottò il roscio mettendo il muso, ma lo
disse così piano che l'amica potè fingere di non aver sentito
per non continuare a discutere.
Si voltò verso l'amico moro dagli occhi verdi e chiese a lui come fosse andata
-Una A, è più di quanto avessi sperato, lo sai che non mi piace pozioni...-
-Sì lo so, ma la A va bene dai- cercò di incoraggiarlo.
Mise a posto tutti i
libri e appese la borsa alla spalla. Quando si girò per
immettersi nel flusso di studenti che uscivano dall'aula finì
col seguire un gruppo di
Serpeverde. Li riconobbe subito: Tiger, Goyle, Zabini e l'immancabile
serpe bionda dagli occhi di ghiaccio.
-Eh eh, sta volta hai
raggiunto il massimo eh eh- questa era la patetica voce di Tiger che,
come al solito, arrancava alle spalle della sua rispettata serpe,
prontamente imitato da Goyle
-Eh, già, due belle biondone in una botta sola, sei forte-
Al gruppetto si
aggiunsero altri Serpeverde dall'aria poco simpatica che espressero i
propri apprezzamenti riguardo alle due nuove prede di Malfoy.
La grifona arricciò il naso stizzita -Disgustoso...- e affrettò il passo.
Allora? che ne pensate di questo
primo capitolo? E' vero, nn succede mlt, ma è giusto per
darvi un'idea dell'atmosfera che circola e che circolerà nella
mia storia, di quello che pensa Hermione di Draco e di come lui si
comporti. Spero continuerete a leggere anche i prox capitoli, e che mi
direte cosa ne pensate... x me i vostri commenti e le vostre opinioni
sono molto importanti! 1 bacione a tt la vostra vale ^^
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Capitolo 2 *** 2 ***
2
Draco
Lucius Malfoy camminava lento e composto nel corridoio.
Aveva
appena chiesto a Tiger e Goyle di dileguarsi prima che ci pensasse lui
a farli sparire. Blaise Zabini invece era andato via poco prima. Era
una ragazzo in gamba, gli piaceva. Era l'unico poi che non gli era
stato troppo addosso con la storia delle due bionde. Tra loro c'era un
patto: quelle che lui usava gliele passava e lui non gli avrebbe rotto
troppo le scatole con domande sciocche come quelle di Tiger e Goyle.
Aveva capito da subito che quel ragazzo era diverso. Non gli
volteggiava attorno come gli altri ed era pacato. Non si accollava e
non si immischiava in affari che non lo riguardavano. Ed era stato per
questo che fra i due, senza che ci fosse stato il bisogno di dirselo,
si era instaurato da subito un
certo rapporto. Avrebbe potuto definirlo il suo migliore amico, forse.
Svoltò l'angolo e
sorrise fra sè pensando ai due bocconcini che
l'aspettavano, quella sera, in camera. Erano nuove, e lui le aveva
subito adocchiate. Belle ma stupide: così dovevano essere. Si
sarebbero lasciate fare da lui tutto quello che avrebbe voluto, avevano
pure accettato di essere usate entrambe nello stesso momento. Un ghigno
gli si stampò sulle labbra.
Quant'erano stupide
le ragazze. Tutte forme e niente cervello. Ma a lui andava bene
così, non doveva mica sposarsi nessuna. Anzi, non ci si doveva
nemmeno mettere, con nessuna. Erano solo oggetti. Solo oggetti.
Ripensò agli anni passati, fece un breve calcolo mentale e
pensò che in media se ne faceva cinque a settimana. Un record:
nessuno lo superava. Certo, Potter avrebbe potuto: erano i due ragazzi
più ambiti della scuola. Ma c'era una netta differenza tra lo
sfregiato e lui. San Potter non sapeva cogliere le occasioni; lui
sì.
Lui non amava. O meglio
amava, a modo suo, per una sera. Perché per lui l'amore non era
altro che divertimento, gli
piaceva pensarla così. L'amore era
saper dare e ricevere piacevoli attenzioni; offrire sensazioni, uno
scambio reciproco a livello esclusivamente corporeo e fisico, lontano
da ogni coinvolgimento psicologico. Ciò spiega il perchè
non potesse durare a lungo. Questione di attrazione. E' come continuare
a giocare sempre con lo
stesso giocattolo: alla lunga è stuccante. Questo era amore.
Forse in fondo sapeva di starsi raccontando favole. Che questa elegante
e sterile costruzione dei fatti era solo ciò che
cercava di ripetersi all'infinito fino a farlo diventare una
routine, fino a farlo diventare reale. Ma non poteva farci niente,
lui era
così, ed è più facile modellare la realtà a
misura nostra piuttosto che impegnarci a conformarci ad essa. E lui non
sapeva amare, semplice. Il suo cuore non era fatto
per provare un sentimento del genere. Che si trattasse di una scelta o
di una caratteristica immutabile, quello era
il destino di un Malfoy. I sentimenti erano... una parola qualunque
presa dal vocabolario. Senza alcun significato. E a lui stava bene
così.
A cosa serviva
un amore, in fondo? A sentirsi in gabbia, aggiungere altre regole. E lui non si faceva mettere in gabbia
da nessuno.
Entrò in camera sbuffando e si buttò sul divano, cacciando via quei pensieri inutili.
Avrebbe dovuto riposarsi per essere più sveglio che mai quella
sera. Come tutte le sere.
Hermione Jane Granger
andò a letto prima del solito, stremata. La notte
precedente l'aveva passata praticamente in bianco
ed ora era rimasta fino a tardi ad aiutare il suo migliore amico con la
relazione per Piton.
Biascicò una veloce buonanotte a Ginny, quindi accese l'MP3 che
le avevano regalato il Natale scorso. La voce calda di un uomo
accompagnato dalla chitarra sussurrò alle sue orecchie stanche.
"Eppure
mi hai cambiato la vita" era una canzone uscita prima dell'estate, una
di quelle che passano alla radio quasi inosservate perchè non
pretendono di ergersi a tormentone estivo nè di far cantare
gruppi di giovani ragazzi in vacanza con le birre in mano. Ovviamente,
se ne era innamorata subito.
Sarà che mi hai cambiato la vita
Sembra ieri...
Ascoltarla le infondeva
un raro senso di malinconia mista a speranza. Il testo era palesemente
triste e nostalgico, ma c'era qualcosa nelle parole che la confortava.
Poteva essere l'idea di un amore che resisteva ai litigi e nella paura
di perdersi trovava ancora la forza di cercarsi, o la sensazione di non
essere l'unica a rincorrere ancora sentimenti autentici a dispetto di
ciò che facevano tutti.. Qualcosa in quelle strofe la portava a
immaginare storie di ragazzi innamorati, diversi magari incompatibili,
ma innamorati.
Eppure mi hai cambiato la vita
Una bella fantasia, ci voleva a fine giornata.
La mattina dopo si
svegliò con le cuffie dell' MP3 sparse sul
materasso. Erano le 7:20. Si alzò ed
andò dritta in bagno a farsi una doccia. Quando uscì vide
che la piccola di casa Weasley si era già svegliata e si era
prontamente piazzata davanti allo specchio per truccarsi. Si
vestì e aspettò che la rossa finisse il suo lavoro di
make-up per darsi una pettinata davanti allo specchio.
Ginny guardò
l'amica passarsi lentamente la spazzola sui capelli. Era una bella
ragazza, alta, magra. Sul suo viso angelico, incorniciato da una
cascata di soffici boccoli castani, scintillavano due grandi occhi
dorati, pieni di coraggio e bontà, prontezza di spirito,
testardaggine e orgoglio da vendere, ma anche un'infinita dolcezza. Se solo si
fosse truccata ogni tanto...
-Herm vuoi provare il mio
nuovo mascara? Allunga le ciglia in maniera incredibile! Guarda- e
sbatté le palpebre come una velina della pubblicità.
Hermione osservò quei begli occhi verdi risaltare come
smeraldi incorniciati dal sottile velo nero del trucco. Ginny
aveva ragione, era formidabile. Le donava
uno sguardo a dir poco accattivante. Fu quasi tentata di provarlo,
chissà come ci sarebbe stata lei con uno sguardo come quello? Ma
si riprese subito.
-Stiamo andando a lezione, Ginny, non a una sfilata-
La rossa sbuffò sonoramente roteando gli occhi al cielo.
-Eh però, Herm, che pizza! E' solo un po' di mascara, sono certa che ti starebbe
benissimo. Hai gli occhi chiari e luminosi, sono stupendi, perchè non valorizzarli?-
-Non lo metto in dubbio, Ginny. Grazie, magari alla prossima festa-
Già, ad una festa.
Alle feste si permetteva di conciarsi un po' più vistosamente
del solito. Ma per una mattinata di lezione non le sembrava proprio il
caso. E poi su chi avrebbe dovuto fare colpo? Ginny aveva Harry, certo.
Ma lei? Chi doveva ammaliare lei? Nessuno, ecco. Nessuno
per cui valsse la pena perdere tempo a farsi bella. Nessuno che le facesse battere il cuore a mille, o le facesse venire le
cosiddette farfalle allo stomaco e i nodi alla gola. Non che non le interessassero i
ragazzi, anzi. Semplicemente non ne aveva ancora trovato uno adatto a
lei. Uno serio, che non cercasse di farsi notare con stupide
battute senza senso. Un ragazzo che non la guardasse solo per l'aspetto
fisico, ma anche per come era dentro. Di ragazzi così conosceva
solo Harry e Ron. E su di loro non aveva mai fatto fantasie. Erano solo
amici. Grandi amici, certo. Ma solo amici.
-Comincio ad andare, ci vediamo giù- disse avviandosi alla porta stringendo la cinghia della borsa in mano.
Ginny emise un verso soffocato, finendo di imburrarsi le labbra.
Aprì gli occhi
lentamente. Un raggio di sole impertinente era riuscito a filtrare
dalla coltre verde della tenda chiusa davanti alla finestra. Rimase
sdraiato sul materasso a fissare il soffitto, pensando a
quello che lo aspettava fuori. Ogni
volta la stessa storia. E ogni volta doveva sorbirsi le lamentele e
i piagnucolii insulsi di quelle oche. Indubbiamente, era la parte meno
piacevole della vicenda. Se ci fosse stata la possibilità di
delegare lo scaricamento a terzi, come si fa con la busta della
spazzatura una volta chiuso il sacco, l'avrebbe certamente colta. Che
dire, prima se le toglieva dai piedi e meglio era. Percui si
alzò, andò a farsi una doccia e si vestì.
Sistemò con cura i dettagli allo specchio, passando le dita
sottili fra i fili biondi dei capelli e aggiustando le spalle della
camicia bianca. Puntò il suo sguardo
dritto in quello del suo clone riflesso, rimirando la glacialità
dei propri occhi. Soddisfatto, uscì.
Scese in sala comune e aprì la porta. Eccole lì: tutte sorrisi e occhi sbrilluccicanti.
-Ciao Draco- trillarono insieme -Come ti sei sv-
Lui le gelò con una sola occhiata e proseguì.
Percepì il loro sbigottimento prima ancora che lo raggiungessero e cercassero di farsi spiegare cosa fosse successo.
-C'è qualche problema?-
-Hai dormito male?-
Sentì lo stomaco contrarsi dal disgusto, come prima di emettere un conato di vomito. Cielo, che asfissia!
-Che ci fate qui, non avete lezione?-
-Volevamo salutarti, ieri ce ne siamo andate così-
-Io vi ho fatto andare- precisò lui prontamente.
Le due si guardarono sbigottite, non abituate a quel tono di voce.
-Ma.. è per caso successo qualcosa?-
-Assolutamente no. E'
questo il punto. Sto ancora cercando di capire per quale ragione siate
venute a scocciare di prima mattina senza alcun apparente motivo-
-Come sarebbe a dire?!- saltò su una delle due
L'altra le mise una mano sul braccio, probabilmente con l'intento di trattenerla.
-Sarebbe a dire- rispose
Malfoy senza cambiare minimamente espressione nè andatura -Che
non apprezzo la vostra visita, che non eravate aspettate nè
tantomeno desiderate. Se avete deciso di trasformarvi nelle fatine del
Buongiorno e distribuire nausea e fastidio in giro per il castello vi
avverto che la mia stanza è fuori dalla vostra lista, il mio
nome dalla vostra portata-
-Ma-
-In caso non fosse chiaro non voglio più vedervi nè di fronte nè di fianco-
-Bel modo di trattare una ragazza!- esclamò la stessa ragazza di prima, stizzita.
Lui si girò a guardarla.
-Prego?-
-Hai sentito-
Malfoy sembrò sul momento impietrito. Poi scoppiò a ridere.
-Se c'è una cosa di cui sono fermamente convinto è che
ognuno in questo mondo ha quello che si merita. La feccia verrà
trattata come feccia, i signori da signori e le puttane da puttane-
Vide le pupille degli
occhi delle due ragazze allargarsi visibilmente, per lo shock o per la
rabbia, non avrebbe saputo dirlo. Il loro silenzio bastò a
considerare la faccenda chiusa, così voltò i tacchi e salì le scale.
Hermione vide entrare
Malfoy dalla porta e notò subito che era solo. Le due bionde
non erano con lui, segno che le aveva già liquidate. Lo
seguì con lo sguardo fino al tavolo dei Serpeverde dove si
sedette di fronte a Blaise Zabini, accanto a una ragazza dal caschetto nero corvino. Pansy Parkinson gli
rivolse un sorriso soddisfatto, stringendoglisi addosso. Era tornato da lei.
Pansy era la cosiddetta ragazza ufficiale di Malfoy, quella insomma che
si passava più volte senza mai scaricarla. In teoria stavano
insieme, in pratica lui si faceva questo mondo e quell'altro e ogni
volta che si stancava tornava da lei come tornerebbe un cane al pupazzo
di gomma in attesa di trovare un osso nuovo. E visto
che ciò avveniva tutti i giorni, ormai tutti sapevano che Pansy
era quella fissa, quella con cui si divertiva negli intervalli tra una
nuova ragazza e l'altra. La cosa più squallida in tutto
ciò era che lei sapeva e lo accettava.
Hermione fece una smorfia guardandola mentre gli faceva le
moine e si faceva raccontare sghignazzando come lui avesse fatto per
togliersi le due biondine dai piedi. Si sentiva superiore, era
evidente. Superiore a
tutte le altre, perché lei era quella che stava con Malfoy
quando lui non aveva nessun'altra con cui giocare. Lei quella che lo
vedeva tutti i giorni, che aveva il permesso di mangiare con lui ai
pasti e di fargli compagnia nei pomeriggi in sala comune. Lei
l'unica che lui non avesse mai liquidato.
Povera illusa. Non capiva
di essere il tappabuchi a cui il ragazzo ricorreva nei tempi morti. Gli
spazi che
non venivano riempiti dalle altre ragazze erano riservati a lei, e
quella che era un'evidente situazione di squallore lei la trasformava
in motivo di vanto. Disgustoso.
-Che cosa stai guardando, Herm?-
-Eh? Mm, niente Harry... mi sono incantata-
-Beh sbrigati, non lo vedi che è tardi?-
-Finisco subito-
-Hai un viso più riposato oggi. Tu invece- continuò il moro rivolto a Ron - hai una cera terribile. Che ti è successo?-
-Niente, ieri ho
riscritto la relazione con l'aiuto di Mione, ma poi mi è venuta
la strizza. Non vorrei che Piton mi interrogasse apposta
perchè ieri non ero pronto! Così ho deciso di
studiarmela, nel dubbio-
-Bravo Ron, bisogna
sempre essere preparati, ma a maggior ragione dopo aver tradito la
fiducia di qualcuno, bisogna dare il massimo per riconquistarla!-
Il rosso, Harry e Ginny si voltarono a guardarla sbigottiti,
interrompendo l'opera di masticazione, inzuppamento o sorseggiamento in
cui erano impegnati.
-Accidenti- commentò la rossa -Conversazioni pesanti per essere mattina-
La grifoncina sbuffò
-Quello che intendo dire è che è importante essere preparati sempre ma ancora
di più dopo essere stati beccati impreparati, perché
è probabile che Piton ti voglia interrogare ora, per vedere se hai studiato o hai copiato la relazione da qualcuno-
-Ah- fece il roscio, ancora perplesso -Beh sì..-
-E' ora di andare- irruppe Ginny alzandosi.
-Oh no aspettatemi!- esclamò Hermione precipitandosi a finire il caffellatte di cui la tazza era piena.
-Non posso, la McGranitt è inflessibile con gli orari, lo sai-
-Ti accompagno- si affrettò Harry alzandosi maldestramente dalla sedia
Lei sorrise ma non fece a meno di notare:
-Farai tardi alla tua lezione..-
-Non c'è problema,
per oggi sono coperto. La relazione ieri l'ho fatta- rispose il
Grifondoro lanciando un occhiolino all'amico.
-Perfetto, ci vediamo in cortile!-
Hermione vide Ron
lanciare un'occhiata storta all'amico. Rise sotto i baffi. Che addormentato. Ancora non si era accorto di quello che stava
nascendo fra la sua amata sorellina ed Harry?
-Tu non vai?- gli chiese ironica
-Mm, ho come l'impressione che non sia il caso..- mormorò il rosso rimuginando tra sé.
-E poi faccio compagnia a te, così non resti sola-
-Grazie-
-Figurati. E poi... è anche un modo per ringraziarti per ieri no?-
Hermione non poté
non notare un leggero rossore accendersi sulle guance
lentigginose dell'amico. Ma pensò di sbagliarsi e tornò a concentrarsi sul suo caffellatte.
Salve a tutti gente!!
Allora, che ve
ne pare d qst 2° capitolo? Vi è piaciuto? Vi ha fatto skifo?
Vi prego, lasciatemi le vostre impressioni, ditemi cosa ne pensate, se
va bene, se va male... per me i vostri commenti sn molto importanti!!
Ringraziamenti a:
Arwen_90: sn contenta ke il capitolo t abbia incuriosita. Sì, credo ke ne succederanno delle belle, ma nn t anticipo nulla! XD
vacanziera: ciao! sn contenta ke ti sia piaciuto, e spero ke anke i prox cap nn t deludano!! ^^
lilycullen: eheh e già... staremo a vedere cm andrà a finire! Cioè, io lo so XD
Sn felice ke l'idea t piaccia, mi frullava in testa da qnd sn partita x
le vacanze e cioè da un mese intero!! Spero ke continuerai a
pensarla positivamente anke cn i prox capitoli!
1
bacione a tt e grazie x seguire la mia nuova ff... ciauuu ^^
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Capitolo 3 *** 3 ***
3
-Secondo te gli piaccio?-
Hermione guardò l'amica sdraiata sul
letto con il cuscino fra le braccia. Aveva lo sguardo perso dritto davanti a sè, come se stesse
rimuginando su qualcosa di davvero importante.
La osservò per
qualche istante in silenzio. Ginevra Weasley. La sorella minore del suo
migliore amico, che andava
dietro all'altro suo migliore amico da quando l'aveva visto per la
prima volta alla stazione di King's Cross. Ormai erano passati sette
anni, e finalmente il suo sogno più grande si stava per
realizzare. Perché ad Harry Ginny piaceva, ormai era chiaro. Si
capiva dal modo
in cui aveva cominciato a guardarla a settembre di quel settimo anno,
come se l'avesse
improvvisamente vista per la prima volta. Per non parlare del mutato
atteggiamento nei suoi confronti, le gentilezze di troppo, i riguardi..
Erano segnali abbastanza chiari. Solo uno stupido non se ne sarebbe
accorto. Solo Ron...
A quel pensiero rise sotto ai baffi.
-Ridi?-
-Uhm? No assolutamente. Ma è ovvio-
-Cosa?-
-Sto rispondendo a quello che hai chiesto-
-Sì??-
-Sì. Ma non secondo me. Secondo il mondo intero-
-Davvero?- saltò su stringendo il povero cuscino al petto.
-Sicuro. L'unico che sembra se ne stia accorgendo solo ora è tuo fratello, ovvio-
Rise. -Quindi gli piaccio-
-Gli piaci-
-Gli piaccio...-
Hermione sorrise. Com'era
buffa la sua amica quando faceva
l'innamorata. Vide che il viso della ragazza aveva assunto un leggero
colorito aranciato e un sorriso beato le era sbocciato sulle labbra
mentre con i piedi scodinzolava alla maniera di un cucciolo.
Scuotendo la testa tornò a studiare sul grosso tomo di biblioteca poggiato sulla
sua scrivania. Ma dopo un po' il suo sguardo si perse distrattamente
oltre i vetri della finestra, al di là dei monti e delle cime degli alberi.
Perché non riusciva ad
innamorarsi? Desiderava
anche lei avere un sorriso come quello sulle labbra. Voleva avere anche lei un
motivo in più per svegliarsi la mattina. Voleva sentire
le farfalle nello stomaco, e farsi trasportare da loro su
su in alto, fino a toccare il cielo con un dito, sentendosi tutta
sottosopra.
-Domani c'è l'uscita ad Hogsmeade-
-Mm?- chiese risvegliandosi dai suoi pensieri.
-Domani c'è l'uscita ad Hogsmeade- ripeté la rossa -Magari me lo chiede-
-Magari...-
* * *
Era Sabato. Si era alzato tardi, tanto prima delle 9.00 non si sarebbe
combinato niente. Aveva fatto una doccia e si era pettinato i capelli
all'indietro, come sempre. Poi si era vestito ed era uscito, incontrando
gli altri studenti di Serpeverde in sala comune.
Vide Blaise seduto sul
divano fumarsi una sigaretta. Si avvicinò. Il loro fu un saluto
silenzioso, prima che gli si mettesse accanto. Restarono per un po' così, ognuno immerso nei propri
pensieri.
-Com'è andata?- chiese a un tratto il biondo
Blaise aspirò la boccata di fumo caldo scaturita dal bastoncino che reggeva fra le dita e se l'allontanò dal viso.
-Non ci sono andato- disse dopo aver gettato fuori uno sbuffo di fumo grigiastro.
-Come mai?-
-Non mi andava-
Si riferiva alle due bionde. Come di consueto lui gliele passava,
così che potesse divertircisi; Blaise le avrebbe consolate a
modo suo. Ma 'sta volta era diverso. C'era qualcosa di strano, Draco lo
sentiva.
-Perché?-
-Perché sono stanco-
Draco lo guardò perplesso, inarcando un sopracciglio. Blaise allora soffiò un altro sbuffo di fumo e riprese:
-Ci ho pensato e mi sono stancato. Non mi piace più questo gioco-
L'altro emise un verso di incredulità, quasi ridendo -Ma che ti è successo? Stai bene?-
-Benissimo, non è successo niente. Semplicemente: basta-
Draco lo fissò in silenzio senza dire più nulla. Poi venne
l'ora di andare. Si alzarono e uscirono seguiti dagli altri Serpeverde.
Hermione passeggiava per le vie assolate con Harry, Ron, Ginny e
Neville. Fecero un breve giro in compagnia, poi Harry e Ginny andarono a
prendere un gelato da soli e lei entrò con Ron e Neville in una libreria. Doveva assolutamente comprare un libro
sulle "Leggende delle terre del Nord" che aveva visto su una
rivista di Lavanda. Aveva letto la recensione di un giornalista che ne
parlava bene ed era rimasta affascinata dalle figure ritratte in
copertina. Erano creature selvatiche, che assomigliavano a fauni con il
naso adunco e le dita lunghe e affusolate. Appena ebbe pagato
incominciò subito a sfogliarlo e non poté fare a meno di
incominciare a leggere qualche riga della prima pagina. Uscì dal
negozio con il viso piegato sul libro e non si accorse di star andando
a sbattere finché non fu troppo tardi. Non fu un gran colpo, ma
le cadde comunque il libro di mano. Si chinò subito a
raccoglierlo per evitare che si rovinasse appena acquistato
e quando si rialzò si ritrovò faccia a faccia con
l'ultima persona che avrebbe voluto incontrare.
-Malfoy- disse sfidando lo sguardo della serpe che la guardava con un ghigno made-in-Malfoy stampato sulle labbra.
-Mezzosangue, che succede, caschi anche tu ai miei piedi adesso?-
quella battuta scatenò le risa di tutta la combriccola che lo
accompagnava.
-Veramente mi sono chinata a raccogliere questo- rispose sbattendogli in faccia il libro.
Lui non si scompose minimamente ma anzi continuò con quel suo
sarcasmo strafottente che la mandava letteralmente in bestia.
-Come, ho sentito bene? Ti sei pure inchinata?-
E giù di nuovo a sghignazzare come iene.
-Scordatelo Malfoy, non mi inchinerei mai di fronte a te-
Lui si avvicinò fissandola con aria di sfida
-Ne sei sicura?-
Lei sostenne lo sguardo decida ed inflessibile:
-Mai stata più sicura-
In quel momento Ron e Neville, che erano rimasti nel negozio
attratti da un manuale di scherzi magici appena uscito, la raggiunsero. Quando la
videro in compagnia del ragazzo si scurirono subito e affiancandola le chiesero se andasse tutto bene.
-Sto benissimo, grazie. Questo qui mi è venuto addosso
con la grazia di un elefante mentre camminavo, ma per fortuna il
libro è ancora intero-
-Ma sentitela, grazia di un elefante! Forse non sai, mocciosetta, che
hai di fronte l'emblema della grazia quando si tratta di muoversi. E
poi sei tu che mi sei piombata addosso mentre leggevi quello stupido
libro- ribatté la serpe e poi aggiunse, con voce melliflua
-Potevi cercare una scusa migliore per farti notare-
-Io non volevo farmi notare- sibilò lei infastidita dall'insinuazione.
-Non mi aspetto che tu lo ammetta- rispose lui con un ghigno.
Fece per ribattere ma fu preceduta dal biondo che se ne
andò via senza troppi complimenti superandola.
Per i tre istanti
succesivi rimase interdetta a fissare il vuoto di fronte a sè, poi scossa si
voltò, guardandolo allontanarsi con la rabbia che le
faceva salire il sangue alla testa. Che nervi!
Una montagna di spocchia ed arroganza, insopportabile e maleducata.
Gente del suo rango avrebbe dovuto avere modi più raffinati, per
potersi permettere di sfoggiare quelle arie di superiorità.
Però una cosa doveva ammetterla, se pur a malincuore: aveva
una camminata che avrebbe fatto invidia a un dio...
Si portò alle labbra il boccale di burrobirra mentre con gli
occhi scrutava lo sguardo di Blaise, seduto davanti a lui. Era un
dialogo muto, il loro. Lui cercava ancora di capire cosa fosse successo
all'amico e quest'ultimo non faceva niente per spiegarglielo. Di
sottofondo le stupide chiacchiere senza senso degli altri Serpeverde.
Sbuffò, facendo
scorrere il boccale sul tavolo di legno e
appoggiò la schiena alla sedia, lanciandogli un'occhiata che intendeva: "Mi arrendo. Oggi proprio non ti capisco".
Nel frattempo i discorsi dei Serpeverde si erano spostati ancora una volta sulla storia delle due bionde.
-Caspita, Malfoy, sei riuscito a convincerle a essere portate in due! Ma come hai fatto? Sei un dio-
-Già, è un record! Calcolando poi che le hai prese e
acchiappate così, al volo, non ti conoscevano neanche-
-Sei una forza, ci sarebbe da scommettere su di te-
-Già, da scommetterci proprio-
A sentire quelle chiacchiere Malfoy scoppiò a ridere
-Scommetterci? Voi vorreste scommettere su di me? E su cosa, sentiamo?-
-Beh... se sei arrivato a questo punto, ora dovresti fare qualcosa di davvero grosso!-
-Già... tipo farti la McGranit!-
Scoppiarono tutti a ridere e il Serpeverde fece una smorfia di disgusto.
-No, quella me la toglie appena la vedo la voglia-
-Eh eh già...-
Calò il silenzio. Un silenzio però nel quale si potevano quasi
sentire i cervelli ronzare e ronzare alla ricerca di un qualcosa da far
fare al Serpeverde per superare il limite, il record al quale era
arrivato.
-Ci vorrebbe qualcosa di improbabile..-
-Che lasci tutti a bocca aperta...-
Intanto Malfoy prese in mano il boccale e mandò giù un
altro sorso della bevanda calda che conteneva. I suoi amici erano
proprio stupidi ma certe volte avevano idee davvero interessanti. Una
scommessa... chissà cosa avrebbero tirato fuori...
-Di scandaloso...-
-Sì, ma più che scandaloso di... sorprendente..-
-..di inaudito..
-...di impossibile..-
-...la Granger!-
Malfoy quasi si strozzò con il sorso caldo che stava mandando giù.
Tutti gli altri avevano sbarrato gli occhi e si erano voltati verso
quello che aveva parlato. Era Zac Barker. Un ragazzaccio, di quelli di
cui non ti puoi fidare, di quelli che lanciano spesso le sfide, che
combinano le peggio cose.
Malgrado avesse tutti gli
sguardi puntati su di sè non si fece intimorire e
continuò, con una strana luce negli occhi: -Potresti farti la Granger-
La serpe lo guardò allibito. Quella era davvero l'ultima cosa che si sarebbe
aspettato di sentire. Farsi la Granger?! Ma stiamo scherzando?
Quella lurida Mezzosangue mocciosetta so-tutto-io?!
L'idea sembrò
piacere però agli altri, che incominciarono a parlare uno sopra
all'altro sempre più concitati.
-La Granger! Già, come abbiamo fatto a non pensarci!-
-Sarebbe proprio il massimo! Malfoy che si fa la Granger... Wowou!-
-Ahah, ve la immaginate?-
-Ma siete scemi?!-
sbottò il ragazzo alterandosi -Io con la Granger?! Quella
lurida Mezzosangue insopportabile so-tutto-io?! Ma neanche se mi
pagate! Ci sono tante altre ragazze nella scuola che non mi sono
ancora fatto, perché proprio lei?-
-Ma perché è l'unica che non ti sia ancora cascata ai piedi!-
-Pensa, tutta la scuola vi ha sempre visti litigare e insultarvi nei corridoi, come reagirebbe a sapere che tu te la fai?-
-Sarebbe il fatto del secolo!-
Il biondo Serpeverde li
guardò. Era un'idea folle, ma che cominciava a stuzzicarlo. Era
vero, lui e la grifona non si erano mai potuti sopportare. Lei era una
sporca
Mezzosangue testarda e orgogliosa e lui il principe delle serpi, bello
e famoso. Se fosse riuscito a farla cadere ai suoi piedi lei avrebbe
rinunciato a quel suo dannato orgoglio a cui teneva tanto. E alle
ridicole rispostine acide con cui rispondeva a tutto ciò che le
diceva. Un ghigno
gli si stampò sulle labbra pensando ad una Granger completamente
sottomessa a lui.
-Quindi dovrei farla innamorare di me...-
-Già, poi te la fai-
-E il giorno dopo la scarichi come tutte le altre!-
-Non lo sopporterebbe-
-Secondo me arriverebbe persino a suicidarsi dalla vergogna!-
Scoppiarono in una risata sghignazzante.
-Allora, che ne dici?- insistette Zac lanciandogli uno sguardo eloquente.
Sentì lo sguardo
di Blaise puntato su di sè da una parte e quello di Zac dall'altra.
Sapeva che l'amico non avrebbe approvato. Ma sapeva anche che non
poteva tirarsi indietro di fronte a una sfida. Soprattutto una di
questo genere. E poi quella scommessa cominciava a piacergli...
l'avrebbe usata come una puttana, quella sporca Mezzosangue, e poi
l'avrebbe ferita nell'orgoglio, trattandola come tutte quelle altre
oche che lei disprezzava tanto. Sarebbe stata anche lei una di loro.
Come loro.
-Ci sto- rispose con fare noncurante evitando di guardare Blaise negli occhi -Datemi una settimana e sarà mia-
Salve! Allora che ne dite? Siamo
finalmente arrivati al punto cru della situazione. Malfoy ha accettato
la sfida, ma riuscirà ad ingannare la nostra grifoncina e a
farla innamorare di se? Spero di avervi incuriositi abbastanza da
spingervi a continuare a leggere la mia ff. Un grazie a tutti quelli
che leggono, recensiscono e mettono fra preferiti!! In particolare a:
whateverhappened e valval x aver recensito il capitolo precedente! Grazie^^ 1 bacio ciauu =)
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Capitolo 4 *** 4 ***
4
Hermione giaceva sul letto con una mano premuta sulla tempia
mentre la compagna di stanza, nonché sua migliore amica,
si disperava e girava in tondo per tutta la camera continuando a
chiedersi perché Harry non le si fosse ancora dichiarato.
-Lo sapevo, non mi ama!-
-Ginny, ti ama-
-No! Altrimenti me l'avrebbe detto-
-Credi che sia così facile?-
-Ma eravamo lì, eravamo soli e-
-Ginny. Harry è estremamente timido, è normale che non
abbia avuto il coraggio di dirtelo così, su due piedi!-
-Ma..-
-Adesso calmati. Dagli tempo. Devi capirlo, un po' è intimidito
dal fatto che tu ultimamente abbia avuto molti ragazzi, un po' si
sentirà oppresso al pensiero di quello che ne direbbe Ron...-
-Ron in questa faccenda non centra assolutamente niente! Deve smetterla di immischiarsi nella mia vita privata!-
-Sì, ma lui ed Harry sono migliori amici...-
-A maggior ragione dovrebbe smetterla con le sue assurde scenate di
gelosia, per tutti e due!-
Hermione sbuffò. Però non poteva darle torto. Ron su questo era davvero una spina nel fianco.
-Ginny dai... smettila di preoccuparti per Harry, prima o poi te lo dirà, deve solo trovare il coraggio-
-Uff-
Sospirò e tornò a leggere le "Leggende delle
terre del Nord" sperando di non venire nuovamente interrotta da un
attacco di crisi amorosa.
Nel frattempo nella sala comune dei Serpeverde un ragazzo alto, biondo,
con due inconfondibili occhi di ghiaccio se ne stava seduto su una
poltrona a pensare, le gambe accavallate e distese appoggiate
al bordo di un basso tavolino al centro della stanza. In quel momento
una porta si aprì e ne uscì un'alta ragazza mora. Era
bella, formosa, e guardava il ragazzo con un sorriso smaliziato stampato
sulle labbra carnose. Gli si avvicinò ancheggiando e
cercò di sederglisi sopra ma lui la scostò
-Non ora Pansy-
Lei lo guardò senza capire. Insomma, aveva lasciato le
due bionde solo il giorno prima, possibile che già ne avesse
un'altra per la testa?? Restò in piedi a fissarlo. Quant'era
bello... Sospirò. L'amava. L'amava con tutto il cuore. Ma
sapeva di non poter essere ricambiata con la stessa intensità con cui lo
amava lei, ormai si era rassegnata a questa realtà. Ma poteva
sempre consolarsi sapendo che comunque lei, anche se non era proprio la
sua ragazza, era quella a cui lui teneva di più. Quella con cui
passava più tempo. Chissà, magari un giorno...
-Chi è?-
Il ragazzo girò gli occhi su di lei e inarcò un sopracciglio
-Chi è chi?-
Pansy fece un lungo respiro prima di rispondere
-La ragazza che ti piace adesso-
Draco la fissò in silenzio, poi rise.
-Non ce n'è nessuna, Pansy. Sto solo pensando-
A quelle parole il cuore della ragazza provò un immenso senso di
sollievo e lei sorrise, tranquillizzata. Almeno per ora era ancora
completamente suo. Ma poi si rabbuiò
-E allora perché non vuoi che mi sieda qui con te?-
Il ragazzo tacque, osservando le lunghe fiamme danzare sinuose nel camino.
Poi, dopo un tempo che alla ragazza sembrò interminabile rispose
-Penso che andrò a fare una passeggiata fuori-
Detto questo si alzò e senza dire più una parola
uscì dalla porta della sala comune.
La ragazza
restò a fissare quella porta chiusa, delusa da una risposta che sapeva non essere quella che
avrebbe voluto sentire. Ma non poteva farci niente. Anche se non capiva
lo strano comportamento di Draco. Di solito quando c'era un'altra glielo diceva sempre.
Confusa e preoccupata se ne andò, diretta in
camera sua.
Era sera, il giorno stava tramontando ed Hermione chiuse il libro che
reggeva fra le mani. Si alzò a sedere e si stropicciò gli
occhi. Guardò fuori dalla finestra: il sole lanciava lievi
sfumature rosate all'orizzonte mentre più su un tenue azzurro
serale annunciava l'imminente profilarsi delle tenebre. Il rumore della
doccia accesa, di cui prima immersa nella lettura non si era
minimamente accorta, le suggerì che l'amica sarebbe rimasta
chiusa in bagno per tutta l'ora successiva e forse anche di più.
Si guardò attorno con l'aria di chi pensa: ed ora che
faccio? e si rese conto di avere le gambe pesanti. Decise quindi di uscire a
fare due passi per sgranchirsele.
-Ginny, scendo a fare un giro-
-Ricevuto, a dopo!-
Si alzò dal letto dandosi una spinta e si diresse verso la porta che dava alle scale.
Uscì silenziosamente dal grande portone della scuola. Sperava di
essere sola, perché aveva voglia di fare una tranquilla
passeggiata solitaria, ascoltando solo i rumori della natura, per rilassarsi. Erano giorni che non faceva
altro che studiare e studiare. La relazione per Piton poi l'aveva
consumata tantissimo. Non che una relazione le creasse molto disturbo,
anzi, ormai ci era abituata. Ma quello era stato molto più di
un semplice compito per scuola. Era una sfida, una sfida che
si era imposta: riuscire a prendere il massimo di voti a
Pozioni. A prendere il massimo dei voti da Piton. E ci
era riuscita. Sorrise: neanche lui avrebbe potuto risparmiarle una
bella E dopo tutta la fatica e il tempo che le ci erano voluti per
farla.
Si diresse quasi senza accorgersene verso il lago. Quel luogo la
calmava: le placide onde di quella pacata distesa d'acqua avevano il
potere di rilassarla, cullandola con i loro ritmici sospiri soavi. Si
specchiò sulla sua piatta
superficie. Per un attimo si immaginò lì con un ragazzo,
il suo ragazzo... Eccolo. Riuscì a vedere un alto corpo
slanciato
accanto al suo. Con spalle larghe e braccia forti, rassicuranti.
Cercò di dargli un volto, ma lo spazio sopra al collo rimaneva
vuoto. In un sussurro chiese al lago di mostrargli il suo volto, quasi
avesse potuto sentirla. Nelle favole a volte succedeva
così. Una giovane fanciulla esprimeva il suo desiderio ad una
placida distesa d'acqua che poteva essere quella di un lago, o di una
fontana, sulla quale si specchiava il candido riflesso della luna. E
come per magia sul fondo si profilava l'immagine di un giovane, di
solito bello e attraente, che sarebbe poi stato il futuro amore della
sua vita. Sorrise tra sè e sè. Che sciocca a ripensare a quelle storie...
Camminava ormai da una decina di minuti, si era inoltrato nella foresta
e aveva continuato a girovagare senza meta, seguendo i suoi stessi passi. Era uscito
perché aveva sentito il bisogno di essere lasciato solo; doveva pensare.
Conquistare la Granger. Tzè, due parole. Cosa avrebbe dovuto fare
per farla innamorare? Corteggiarla?? Ma neanche per sogno. Il
punto era che lui non aveva la minima idea di come si facesse
innamorare
una ragazza. Di solito queste gli cadevano ai piedi senza che lui avesse
bisogno di fare niente, bastava che lo guardassero in faccia per
essersene già belle fuse. Ma 'sta volta era diverso. La
ragazza in questione era diversa. Avrebbe dovuto inventarsi qualcosa,
ma cosa? Si doveva anche tenere in conto che non aveva assolutamente
intenzione di cambiare. Sarebbe rimasto il Malfoy di
sempre, bello e bastardo! Però, pensò, così non
sarebbe mai riuscito a conquistarla... Sbuffò. La
faccenda si profilava più complicata del previsto. Senza
quasi essersene reso conto si ritrovò in riva al lago. Sorrise: quel
posto lo rilassava.
Stava per sedersi sull'erba fresca a riposare
quando si accorse di un'altra presenza a pochi metri di distanza da
lui, e si voltò a guardare.
Rimase di sasso. Che colpo di fortuna eh? Era lei.
Si manteneva in equilibrio sul bordo della superficie scura del
laghetto e ci si stava specchiando. Incuriosito le si
avvicinò piano, senza farsi scorgere, per capire cosa stesse
osservando. Lei continuava lì, senza muoversi, quasi si
aspettasse
di veder improvvisamente spuntare un mostro a tre teste dal
fondale nascosto. La
raggiunse alle spalle e si fermò alla sua destra, appena poco
dietro di lei.
La ragazza continuò malgrado tutto a fissare il lago, come se si
aspettasse veramente che da un momento all'altro vi apparisse il volto
del suo futuro amore. Stava per rassegnarsi e distogliere lo sguardo quando, inaspettatamente, alla sua
destra comparve il volto angelico di un ragazzo. Trattenne il fiato. Prima
che avesse il tempo di formulare qualsiasi pensiero sentì una
voce cupa giungerle alle spalle
-Buonasera Granger-
Sussultò e si voltò a guardarlo incredula.
Malfoy.
-Tu??- chiese con voce strozzata
-Sì, io. Che c'è, la mia presenza ti crea tanta agitazione?- ghignò.
Hermione si irritò. Come al solito quella serpe
egocentrica non faceva che credersi il centro dell'universo.
Cercò di riacquistare un atteggiamento freddo e noncurante, come
era solita fare sempre
-Certo che no, stavo giusto pensando quanto sia rilassante la vita, quando non ci sei tu di mezzo!-
Il ragazzo non si fece per nulla scomporre, ma anzi, trovò anche 'sta volta il modo di rigirare le cose
-Sì Granger, lo so, senza di me la vita è piatta. Forse
stavi giusto pensando che è arrivato il momento che arrivi
qualcuno a movimentartela... io, per esempio, avrei delle idee molto
interessanti...-
La riccia arrossì. Come si permetteva quella serpe schifosa di farle quel genere di allusioni?! A lei!
-Ma sta' zitto Malfoy, non ho alcun bisogno di te. La mia vita va
benissimo così, senza bisogno delle tue idee interessanti-
disse e sottolineò le ultime due parole mimando due virgolette
con le dita.
Lui le si avvicinò con un sorrisetto smaliziato stampato sulle labbra e sussurrò:
-Sicura di quello che dici, Granger?-
A quelle parole provò un brivido lungo la schiena, barcollando
per un secondo. Ma si riprese subito e, girando la testa di lato, lo scansò
-Malfoy, sei così ridicolo che mi fai quasi ridere. Altro che...-
-Tranquilla Granger, non ho alcun bisogno di formulare fantasie erotiche su di te, ho di meglio-
La ragazza si zittì, provando un improvviso senso di fastidio, che non seppe spiegarsi.
-E allora vai a divertirti con una delle tue amichette Malfoy, faresti meglio- rispose acida.
-Sfortunatamente al momento non ce n'è nessuna che mi interessi- rispose quello.
-Ah- fece lei e non seppe più cosa rispondere. Così
rimasero in silenzio per un po' senza trovare nient'altro da dire. Da
una parte lei era estremamente irritata dal comportamento della serpe.
Dall'altra lui pensava quanto fosse divertente irritarla.
Ricordò la faccia arrossata della riccia quando le aveva
risposto con una provocazione. Era riuscito a comportarsi come suo
solito senza però essere troppo pesante. Come avrete notato
niente "Mezzosangue" o "Zannuta". Semplicemente "Granger".
Formale, ma non per questo cattivo. Una via di mezzo, insomma.
Hermione rivolse lo sguardo in su. Il cielo era ora dipinto di un
azzurrino tenue, acquerello, che si faceva più scuro mano a mano
che si alzavano gli occhi più in alto. Una stella luminosa era
spuntata, sola, in mezzo a quella distesa blu.
-E' Venere- disse, senza sapere neanche lei perché lo avesse
fatto. D'altronde non pensava che a Malfoy potesse interessare qualcosa
delle stelle. Si morse la lingua con stizza.
-Sì, lo so- rispose lui. La grifoncina lo fissò stupita.
Credeva che le avrebbe risposto con il suo solito modo di fare
sarcastico, qualcosa tipo "dovrebbe interessarmi?". E invece aveva
detto solo "sì, lo so". Forse in fondo non era così poco
umano come credeva. Azzardò una domanda
-Come mai sei venuto qui?-
Lui tacque per qualche secondo, immobile. Poi le rivolse un'occhiata di bieco
-Volevo stare un po' da solo a pensare-
-Anch'io...-
Silenzio.
-Questo posto mi rilassa-
-Sì, anche a me-
Silenzio di nuovo. Hermione si rese conto che per la prima volta, in
tutta la loro vita, lei e Malfoy stavano parlando. Non insultando, non
provocando. Parlando.
Lo guardò di sottecchi. Gli occhi color
ghiaccio persi lontano, fissando un punto indefinito che sembrava
perdersi oltre l'orizzonte. Un venticello leggero gli scompigliava i
capelli, spostandogli qualche ciuffo biondo sugli occhi, che lui
scansava passandoci la mano e tirandoli indietro. I lineamenti del viso erano
così armoniosi e regolari... Sembrava quasi un
angelo... Lui si accorse dello sguardo fisso della ragazza e si voltò.
-Non consumarmi, Granger-
Lei arrossì dalla punta della testa ai piedi. Beccata.
Rimase zitta per qualche secondo, senza sapere che dire. Accidenti. Non poteva mica dirgli che
per un momento, piccolo piccolo, le era sembrato di vedere in lui un
ragazzo, e non un'odiosissima serpe. Che aveva quasi creduto che fosse
umano, che quasi quasi era piacevole parlare con lui, che quasi quasi era riuscita a pensare che fosse...
-Non rispondi? Allora ho ragione...-
-Oh, ma stai zitto Malfoy, sei sempre il solito egocentrico! Ti credi al
centro dell'attenzione di tutto e di tutti non è vero? Beh, ti
sbagli di grosso!-
-Ah sì? E allora cosa facevi con quegli occhi da pesce lesso fissi su di me?-
Sentì la rabbia salirle alla testa facendola diventare se possibile ancora più rossa.
-Oh, vai al diavolo! Sei sempre il solito!- e detto questo si alzò e se ne andò a passo di furia.
Lui rimase a guardarla andar via con un ghigno sulle labbra. Sapeva
che comportarsi così andava contro ai proprositi per
vincere la scommessa, ma la tentazione era stata troppo forte.
Sapeva che quel comportamento era proprio quello che la faceva
infuriare di più, più degli insulti e delle parolacce, e
non aveva potuto resistere. Dopotutto era pur sempre un Malfoy! E
poi era divertente vederla arrabbiata e, meglio ancora, imbarazzata.
Quest'ultimo era un lato di lei che ancora non aveva scoperto.
Forse
perché si era sempre limitato a insultarla, mentre 'sta volta
l'aveva semplicemente presa un po' in giro. Dovette ammettere che
questo era ancora più soddisfacente che discriminarla per le sue
origini.
Spostò lo sguardo sul fondo del lago, là dove prima aveva
gli occhi la Granger. Ma non vide nulla di interessate. Solo il suo
riflesso tremolante...
Aah! Che idiota!! Non solo passa la vita a insultarmi e a criticarmi!
Adesso inizia pure a tirar fuori insinuazioni! Egocentrico. Come si
permette di fare allusioni a
me?! Non è ovvio che io non ci casco? Crede davvero che io sia
come quelle oche che-e poi da dove gli viene tutta questa sicurezza?
Andiamo..
Entrò in camera come una furia,
sbattendo la porta.
-Herm, ma che hai?- chiese Ginny appena la vide entrare
-E' un emerito idiota!-
-Chi?-
-Un pallone gonfiato-
-Chi??-
-Presuntuoso..-
-Ma chi-
-Malfoy!-
Ginny la fissò sbalordita.
-E te ne accorgi solo adesso?-
-Certo che no!-
-E allora perché ti agiti tanto?-
-C'è forse una legge che vieta le lamentele contro esseri spregievoli per abitudine?-
Ginny aggrottò le sopracciglia perplessa. La riccia però non
ci fece caso, si sdraiò sul letto e prese l'MP3 dal comodino.
"Eppure mi hai cambiato la vita".
Draco Malfoy rientrò nella sala comune della sua casata con una
sigaretta ormai quasi del tutto bruciata in mano. Si avvicinò al
basso tavolino dove giaceva il posacenere. Vi spense la cicca. Poi si
girò, ma prima che potesse dirigersi verso la sua camera un alto
ragazzo dai capelli mori e gli occhi blu oceano emerse dall'ombra della
sala.
Blaise.
Salve a tt gente!! Allora, che ne
pensate di questo 4° cap?? Spero vi sia piaciuto, sn stata tt la
giornata a scriverlo, cancellarlo, riscriverlo, modificarlo xkè
nn ne ero mai pienamente convinta. Poi finalmente mi sn decisa.
Ringraziamenti a:
Arwen_90
buddap
lilycullen
whateverhappened
e a tt gli latri ke mi seguono e ke recensiscono o/e mettono fra preferiti!!
GRAZIE A TT ^^ bacioni
|
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Capitolo 5 *** 5 ***
5
Draco sostenne lo sguardo dell'amico. E restarono così, a fronteggiarsi.
Poi sbuffò e si buttò a sedere sul divano di pelle. Blaise si sistemò sulla poltrona davanti a lui.
Restarono a fissarsi in silenzio, come due statue di marmo.
Poi, finalmente, il ragazzo moro dagli occhi oceano si decise a parlare.
-Che cosa stai facendo?- chiese penetrandolo con lo sguardo.
Draco fece finta di non capire.
-Di cosa stai parlando?-
-Non si risponde a una domanda con un'altra domanda-
Continuarono a fissarsi in silenzio.
-Che cosa vuoi?- chiese infine il biondo tamburellando con le dita sul bracciolo.
-Voglio sapere cosa stai facendo-
-In che senso-
-Draco non fare lo scemo. Sai benissimo di cosa sto parlando-
-Non vedo perché ti interessi-
-Mi interessa perché sono tuo amico, e voglio fermarti prima che tu faccia una cazzata-
Draco lo fissò interdetto, tacendo. Le parole dell'amico lo avevano spiazzato.
-Qual è il problema?-
-Non avresti dovuto accettare. Draco, è tempo di finirla con
questi giochetti. Finché ti facevi tutta la scuola erano affari
tuoi, ma non puoi giocare con i sentimenti di una ragazza per... per
una scommessa!-
-Blaise, se andava bene prima va bene pure adesso. Perché dovrebbe essere diverso?!-
-Sai che non è così!- si alterò l'altro -E'
diverso. Lei è diversa. Non puoi farla innamorare, conquistare
la sua fiducia, distruggere il suo orgoglio e le sue convinzioni per te
per poi scopartela e mollarla! Non per una scommessa!-
-Ma perché?? Perché ti interessa tanto?! Che ti frega della Mezzosangue, che ti frega dei suoi sentimenti?!-
Blaise lo fissò a lungo e Draco si sentì denudare dal suo sguardo.
Tacquero. Malfoy non capiva. Perché Blaise
non era d'accordo? Perché gli stava dicendo questo? Non si era
mai immischiato in cose che non lo riguardavano e adesso stava cercando
di fargli cambiare idea riguardo a quella stupida scommessa. E poi era
tutto il giorno che era strano. Che cosa gli era successo?
Perché quest'improvviso cambiamento? E che gli importava della
Granger?
Perchè poi lo guardava
a quel modo? Si sentiva trafitto, oltrepassato da quello sguardo. Era come se avesse voluto leggergli l'anima.
-Tu non lo fai solo perché la odi- sentenziò infine il moro.
Malfoy non credette alle proprie orecchie.
Che cosa voleva dire? Certo, lo faceva
principalmente per la scommessa, per non sfigurare davanti agli altri e a Zac.
Rimasero ancora una volta in silenzio, senza che Draco desse il minimo
segno di voler rispondere a quella provocazione. Poi Blaise
si alzò, restando per un solo istante dritto davanti al
biondo.
-Pensaci bene- disse -Scherzare con i sentimenti non è una cosa di cui andare fiero-
Detto ciò si avviò verso la scala che portava ai dormitori,
ma prima di sparire oltre l'uscio della porta si fermò
-E non andava bene prima- aggiunse, prima di sparire una volta per tutte dietro la porta.
Hermione scese insieme a
Ginny nella sala dei banchetti. La rossa non
le aveva fatto più domande riguardo Malfoy, pensava avessero
avuto uno dei loro soliti scontri. Tutto come al solito, insomma. La riccia Grifondoro, dal canto suo, non aveva alzato
l'argomento e così ora le due chiacchieravano tranquillamente
per i corridoi come se nulla fosse successo. Incontrarono Harry e Ron
che le raggiunsero correndo. Hermione non poté non notare un
leggero rossore sulle gote di Harry al momento in cui salutò
Ginny con un leggero cenno della testa. Insieme si diressero dentro
la sala grande e attraversandola andarono a sedersi ai rispettivi
posti lungo il tavolo dei Grifondoro. Come da copione, iniziarono
un'amabile conversazione coi compagni
che si prolungò per tutta la durata del pasto. Hermione era
felice di stare lì con loro e quasi dimenticò
l'accaduto di quel pomeriggio, in riva al lago. Ma quando si alzarono e
si diressero verso l'uscita della sala, non poté
trattenersi dal lanciare un'occhiata al tavolo dei Serpeverde. Li
incontrò subito, due freddi occhi di ghiaccio.
Scoprì che la stavano guardando. Veloce come un fulmine
girò la testa e si sforzò di guardare dritta davanti a
sè
fin quando non si trovò al sicuro fuori dalla sala.
La mattina dopo si
svegliò di buon umore. Trovò Ginny
ancora distesa sul letto, persa nel mondo dei sogni e pensò che
per quella volta sarebbe stata buona e non l'avrebbe svegliata
facendole uno dei suoi soliti dispetti. Corse in bagno per una doccia
veloce e si vestì. Quando rientrò in camera
trovò la rossa ancora sotto le coperte e 'sta volta proprio non
si trattenne. Con un rapido guizzo di bacchetta provocò
l'aprirsi delle finestre e il volare via delle coperte.
Il risultato fu immediato. Ginny spalancò gli occhi presa
alla sprovvista e, individuata l'artefice del suo brusco
risveglio, le lanciò addosso ogni tipo di maledizione andando in
escandescenze perché non riusciva mai a
fare una dormita come si deve. E a casa perché Molly non voleva
che consumasse la colazione tardi, e a scuola perché una
compagna di stanza rompiscatole si divertiva a
svegliarla nei modi più crudeli e indelicati del mondo.
-Ginny, sono le 8.00, sei in ritardo!-
-No Hermione, non sono io in ritardo, è il resto del mondo che
è in anticipo!- replicò quella chiudendosi in bagno per
cercare di svegliarsi con una doccia fredda. Hermione
sospirò. Ogni giorno sempre la stessa storia, ma come avrebbe
fatto la sua amica ad arrivare in tempo alle lezioni, senza di lei, se
ogni volta si accorgeva che era ora di andare cinque minuti prima che
queste iniziassero??
In un'altra doccia, qualcuno pensava agli avvenimenti del giorno prima, turbato. La scommessa,
l'incontro con la Granger, quello che gli aveva detto Blaise...
già. Era strano. Diverso. Cosa poteva essergli successo?
Perché tutto a un tratto sembrava interessarsi tanto a quello che faceva? Perché gli importava della
Granger? Che ne fosse innamorato? No, impossibile. Scacciò quel
pensiero come si fa con una mosca fastidiosa che ci distrae da problemi
più grandi. Non capiva il suo comportamento. Non si era mai
immischiato in affari che non lo riguardavano, non aveva mai messo
bocca in quello che faceva. Anche con la storia delle ragazze. Lui ci
faceva quello che voleva e poi gliele passava, era sempre andato bene
così. Perché ora sarebbe dovuto essere diverso? Non ci sono andato... Basta... Non puoi giocare con i sentimenti di una ragazza... per una scommessa.
Risentì il disprezzo della voce dell'amico in quelle parole e rabbrividì.
Tu non lo fai solo perché la odi...
Che cosa aveva voluto dire?
Spense
l'acqua e uscì dalla doccia legandosi un asciugamano attorno
alla vita. Si specchiò. Con un gesto lento della
mano tirò su i capelli. Fissò per un po' quegli occhi
di ghiaccio. Lo specchio dell'anima...
Chi
sarebbe riuscito a sciogliere quello strato di ghiaccio che lo ricopriva
tutto come un'armatura? Un'armatura che non faceva entrare niente; che
non faceva uscire niente. Il
suo corpo e il suo cuore erano lontani miglia e miglia, divisi da
quella fredda lastra di ghiaccio. Sospirò. Nessuno. Nessuno
poteva liberarlo dalla sua stessa gabbia.
Si vestì e uscì, diretto alla sala grande.
Quando entrò
ignorò come sempre le occhiate di tutte le ragazze che
sospirando lo guardavano passare, sperando di essere notate.
Impassibile a qualsiasi sguardo, la schiena dritta, gli occhi
vitrei fissi davanti a sè andò a sedersi al suo solito
posto, di fronte a Blaise. I due non scambiarono una parola.
Prese dal vassoio qualche biscotto e si versò della cioccolata
calda. In quel momento dalla porta entrarono quattro persone con la
divisa di Grifondoro. Il ragazzo più alto, con gli
inconfondibili capelli color carota era Ron Weasley; qualcuno al suo
fianco pronunciò una battuta poco piacevole. Accanto a lui la
sorella Ginevra, poi c'erano lo sfregiato e infine la Granger,
dall'altro lato di Lenticchia. I due parlavano amabilmente. Si
infastidì appena a vedere il ragazzo ridere e scherzare insieme
a lei, ma non si seppe spiegare il perché. Forse perché
gli sembrava di scorgere nei modi che usava con lei un certo riguardo.
Che ne fosse innamorato? Strinse i pugni. E non perché gliene
importasse qualcosa, sia chiaro. Ma sapeva che questo avrebbe
costituito un ostacolo per lui, per la scommessa.
Il gruppetto
attraversò allegramente la sala, passando velocemente davanti al
suo tavolo. La Granger voltò distrattamente la testa nella sua
direzione. Per un attimo gli parve che lo stesse cercando, poi lo vide.
Lui distolse immediatamente lo sguardo. E per tutta la colazione
parlò distrattamente coi compagni di tavolo senza
prestare realmente attenzione a cosa dicessero.
-Come sapete già
purtroppo è molto frequente che si faccia confusione tra
Astronomia e Astrologia, tra astronomi e astrologi. Ma tutto ciò
è sbagliato. Anche se le due parole si somigliano molto, si
tratta di due cose completamente diverse, ed è bene chiarire la
differenza: L'Astronomia è la scienza che studia il moto e la composizione fisica
degli astri: stelle, pianeti, ecc. L'Astrologia
è la pretesa di fare previsioni sul futuro in base al moto e
alla posizione di stelle e pianeti, ai segni zodiacali, e via discorrendo. La cosa
fondamentale è che l'Astronomia è una scienza, mentre
l'Astrologia non lo è. Per quanto...-
Si trovavano nella torre
di Astronomia e la professoressa Aurora Sinistra stava facendo loro un
breve ripasso dei concetti fondamentali della materia. Hermione
rinunciò a prendere appunti, sapeva già benissimo tutta
la lezione, l'aveva studiata bene, non aveva bisogno di un ripasso.
Molti altri studenti la pensavano come lei, ma non certo perché
ritenessero di saperne abbastanza, piuttosto era propensa a pensare che
non gliene fregasse assolutamente nulla. Non dovevano
ritenere un ripasso degno della loro attenzione. Alcuni
ragazzi di Serpeverde ridacchiavano fra loro raccontandosi
chissà che cosa, altri si lanciavano pezzetti di carta e altri
ancora infastidivano le ragazze toccandole da dietro o più
semplicemente facendo loro dei dispetti.
Li osservò
accigliata. Non approvava il loro comportamento. Un conto era decidere
di non ascoltare, quella era una scelta personale. Ma non potevano fare
tutto quel baccano infastidendo gli altri e impedendo a chi voleva di
seguire. Senza contare che era una mancanza di rispetto nei confronti della
professoressa stessa. Le fece un po' pena. Dopotutto gli insegnanti ci
mettevano tutta l'anima per cercare di trasmettere il loro sapere agli
alunni, e mostrare di fregarsene altamente doveva essere molto triste
per loro. Non doveva essere facile insegnare.
Già ci si doveva sforzare di far meglio comprendere la propria
materia agli alunni, in più questi non mostravano mai alcun segno di gratitudine.
Chissà se la prendevano per un'offesa personale, o verso la
propria amata materia...
Dall'altro lato della
torre Draco Lucius Malfoy si trovava in compagnia della stessa
combriccola di Serpeverde che era presente ai Manici di Scopa il
giorno del lancio della sfida. C'erano anche Pansy e Blaise. Per tutto
il tempo aveva irrazionalmente cercato di evitare l'argomento, a causa
della presenza del ragazzo, ma alla fine era saltato fuori.
-Allora Malfoy, come va con la pollastrella?-
Pansy si accigliò
-Pollastrella?-
-Sì, la Grifondoro-
La ragazza si voltò a guardare Draco.
-Chi?-
Lui rimase in silenzio.
-Ooh non te l'ha detto Pansy?-
La ragazza rispose, continuando a fissare Draco negli occhi, -No, Tiger, non mi ha detto niente-
-Si tratta della Granger-
Impallidì.
La Granger? Non poteva credere che lui non gliel'avesse detto. Ma
ancor di più non poteva credere che lui la avesse scelta!
-Draco?- chiese guardandolo.
Lui sbuffò.
-E' una scommessa-
-Una scommessa?-
-Sì- rispose Zac
Barker -Gli abbiamo lanciato una sfida. Deve riuscire a conquistarla
per poi farsela e mollarla, così da ferirne l'orgoglio e
ricoprirla di vergogna-
-Ah- fece lei, sollevata.
A Draco non sfuggì l'occhiata di fuoco lanciatagli dall'amico, ma decise di fingere di non aver visto niente.
Salve!!
Allora? Che ve ne pare di qst nuovo capitolo? Spero ke, anke se
nn succede molto, nn sia cmq completamente da buttare :S
1 grazie speciale a:
Arwen_90
lilycullen
vacanziera
whateverhappened
e a tt qll ke continuano a seguirmi e a inserirmi fra preferiti! bacioniiii ^^
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Capitolo 6 *** 6 ***
6
Quella mattina di lezione passò in fretta.
Hermione
stava sistemando i libri nella borsa al termine dell'ultima ora e
rimuginava più o meno inconsciamente sul pomeriggio precedente.
-Avete visto quanti pochi compiti per domani?- domandò Ron gongolando
-Già, è un miracolo!- concordò Ginny non con meno entusiasmo
-Ragazze che ne dite di venire da noi più tardi?- chiese Harry improvvisamente.
Dallo sguardo che gli rivolse Ron Hermione capì che non era stato messo al
corrente di quell'iniziativa. Ma poi parve contento e gli rivolse un
largo sorriso che non saprei dirvi se fosse di assenso o di
gratitudine.
-Oh, che bella idea!- squittì Ginny già pregustando un intero pomeriggio da passare assieme all'amato.
-Tu vieni?- chiese Ronald rivolto a Hermione, tradendo una nota
d'aspettativa nella voce. Ma lei sembrò non farci caso.
-Che domande, ovvio- rispose -Ma non prima di aver
studiato!- aggiunse subito con un sorrisetto cattivo sulle labbra.
-Potremmo studiare insieme!- ribatté quello
-Coosa?! Sai che quando si studia insieme non si combina mai un bel
niente. Si passa la maggior parte del tempo a chiacchierare e alla fine
si perde tutta la voglia di concentrarsi sui libri, Dio ce ne scampi! Non se ne parla-
-E dài Hermione- intervenne Harry -Saranno due sciocchezze e se ci sei tu finiremo senz'altro prima-
-Sì, certo..- bofonchiò tamburellando il piede.
Ma sotto gli sguardi imploranti dei tre non resistette a lungo e alla fine cedette.
-E va bene, va bene. A che ora?-
-Quattro e mezza-
-Perfetto- sospirò -Ma guardate che se vi mettete a fare i
furbi e non studiate per tutto il pomeriggio vi lego ad una sedia e vi
costringo ad imparare a memoria tutto il capitolo di Astronomia.
Compresi nomi di stelle e quant'altro-
-Agli ordini!- esclamarono i due battendosi la
mano sulla fronte.
Per tutto il pomeriggio fino alle quattro Ginny non fece altro che
svuotare l'armadio, provare vestiti, scartarli, riprovarli,
riprenderli, ributtarli, in preda ad un'ansia pari a quella di un
pre-appuntamento. E di questo certo non si trattava. Hermione stava
cercando di spiegarglielo in tutte le lingue possibili ma la rossa
proprio non la voleva ascoltare.
-Ginny, non sarete soli. E non penso che tuo fratello approverebbe un
abbigliamento del genere- disse alludendo alla mini di jeans
e al toppino attillato che indossava l'amica.
-Ma Herm, non mi posso presentare così, sembro una
casalinga disperata!- ribatté l'altra indicando due capi
d'abbigliamento abbandonati in un angolo remoto della stanza.
-Sono dei semplicissimi pantaloni e una semplicissima maglietta! Che hanno che non va?-
La rossa si buttò a sedere sul letto, sconsolata.
-Dio, sono troppo agitata. Non ero mai andata in camera sua e adesso, anche se ci sarete tu e Ron, io...-
Hermione andò a sederlesi accanto.
-Tranquilla. Respira, rilassati. Io ti capisco, però devi darti una
calmata e pensare che a Harry devi piacere per come sei. Ricorda sempre:
l'abito non fa il monaco, non si giudica un libro dalla copertina e via dicendo. Gli abiti che
indossi non cambiano quello che sei, e se lui ti ama è
perché ha trovato in te la ragazza, non i
vestiti della sua vita!-
La rossa rise.
-Hai ragione-
-Brava-
Ginny sprofondò nel silenzio per i tre istanti successivi.
-Devo farmi una doccia!- saltò su poi riacquistando di colpo le energie.
Nell'attesa, Hermione tornò sui libri che aveva lasciato sul tavolo. Era convinta che
insieme a quei tre non avrebbe combinato un bel niente,
perciò preferiva farsi anticipatamente un'idea generale
degli argomenti.
Draco camminava avanti e
indietro per la sua stanza, pensando. Gli
sarebbe piaciuto sapere dove fosse la grifoncina, in quel momento.
Chissà, magari si trovava in compagnia di quello zerbino
lentigginoso. Ripensò ai suoi sguardi, ai suoi gesti e ne fu
sempre più sicuro. Quel pel-di-carota maledetto era innamorato
di lei, era chiaro. Ripassò per l'ennesima volta davanti alla
finestra che dava sulla foresta proibita. Avrebbe dovuto essere
più veloce di lui. E lo svantaggio in cui si trovava era netto.
I due erano migliori amici da anni, mentre loro si erano sempre
detestati. Lui avrebbe di certo avuto molte più occasioni di
trovarsi con lei. Strinse i pugni. Scosse la testa e riprese a camminare.
Avanti
e indietro. Avanti e indietro. Basta, doveva uscire! Prese il mantello
appeso alla parete e scese le scale. Giù in sala comune alcuni ragazzi Serpeverde si trastullavano
nella totale nullafacienza mentre Pansy e alcune colleghe sfogliavano riviste
di moda per maghi. Gli occhi della ragazza si illuminarono appena lo
videro, ma vennero presto
delusi quando capì che non si sarebbe fermato.
-Draco- chiamò -dove vai?-
-Esco- rispose lui brusco e sparì dietro la porta.
Risalì veloce i sotterranei. Attraversò i corridoi e
finalmente raggiunse il portone; dandosi una veloce occhiata in giro lo
spinse e uscì. Una folata di vento freddo gli fece svolazzare il
mantello attorno alle gambe mentre a passo deciso si dirigeva verso la
macchia scura della foresta. In poco tempo raggiunse il lago.
Per un attimo si
chiese se anche lei fosse lì. Si guardò intorno, ma
niente. "Sarà sicuramente con Lenticchia". E il
solo pensarlo gli provocò un'altra scarica di nervosismo. Aveva
poco tempo. Se il roscietto stava a 5 lui stava a 0. E certo non
perché fosse meglio di lui, figurarsi, quello proprio non
reggeva il confronto. Ma lei era diversa.
Nervoso
fece il giro del lago e andò a sedersi sulla riva opposta. Mano
a mano la calma di quel luogo lo pervase e
riuscì ad alleviare la tensione. Doveva trovare una soluzione,
non poteva essere superato da Lenticchia. Già il solo perdere la
scommessa sarebbe stata una vergogna, per lui. Figurarsi perderla
contro quello sfigato! Guardò le acque placide del lago, e si
ricordò della sera prima. Chissà cosa ci faceva la
Granger in quel posto. Credeva di essere l'unico a frequentarlo, o per
lo meno la sera. A quell'ora mai nessuno si avventurava fuori
dalla scuola. E poi a nessuno veniva in mente di venire lì.
Ripensò alla sua immagine seduta sull'erba, con lo sguardo perso
su nel cielo. Al suo profilo aggraziato, piccolo, quasi fragile. Ai
boccoli che le ricadevano morbidamente sulle spalle. Alle labbra
leggermente carnose che spuntavano dal sottile profilo del viso e
che sembravano dolci e succose. Doveva ammettere che, nonostante fosse
una sporca Mezzosangue, era diventata una bella ragazza.
-Ron, che stai facendo? Non vorrai copiare da me anche questa
volta!- esclamò Hermione sorprendendo il roscio a sbirciare
dalla sua parte. Il ragazzo arrossì.
-Non stavo cercando di copiare..-
-No infatti, stavi constatando l'incredibile fatto che io sappia scrivere-
Il ragazzo arrossì ancora di più. Non poteva dirle che
era rimasto incantato a guardarla. Ora che tutti erano concentrati a
scrivere, e lei non poteva vederlo, si era concesso di rimanere ad
osservarla più a lungo del solito. Era talmente bella... quel
viso angelico, incorniciato da quei morbidi boccoli cioccolato che lui
ne era sicuro, se solo avesse potuto accarezzarli sarebbero stati
morbidissimi al tatto. E quella bocca dolce e invitante che ogni volta
che la guardava lo faceva sognare ad occhi aperti. E poi quegli
occhi... di quell'oro brillante, che lo accecava!
-Ron?!?- il suono della sua voce lo riportò alla realtà
-Ron, abbiamo fatto come volevate voi, siamo prima stati a divertirci e
a scherzare, ora però vedi di finire di scrivere quel
dannatissimo tema o vuoi che la McGranitt domani ti trovi impreparato??
Sei riuscito a risparmiarti la D di Piton, vuoi già recuperarla
con lei??-
-C-certo che no- balbettò il ragazzo
-Bene, e allora smetti di copiare dal mio foglio e mettiti al lavoro!-
-Sì..-
Nell'attesa che gli
venisse un'idea, si concentrò distrattamente sullo sradicamento
dei fili d'erba che aveva fra le dita. La sua mente lasciata per un
momento libera dai cavilli cominciò a ripiegarsi su se stessa,
cominciando a riflettere su di sè. Perchè innanzitutto
aveva accetato con relativa facilità quel compito? Non era
proprio di un Malfoy piegarsi alle richieste degli altri e lasciarsi
convincere da argomenti che minavano il suo orgoglio. E la debolezza
del non accettare era di certo uno di questi. Avrebbe potuto
rispondersi che lo allettava, come agli altri, l'idea di invertire le
convinzioni della Mezzosangue per il semplice gusto di distruggerle e
ritorcergliele contro. Una sorta di legge del contrappasso che la
avrebbe resa risibile da tutto il castello. Ma seriamente, a diciotto
anni, davvero ancora perdeva tempo con queste cose? Ci doveva essere
dell'altro. E in effetti c'era un motivo, estremamente più
semplice: la noia. Il fervore e l'arroganza infantili avevano lasciato
il posto a un tedio latente, che lo attanagliava spesso senza
lasciargli tregua. Era una sensazione di vuoto e di disinteresse
generale per ogni cosa, gli sembrava che anche i più piccoli
divertimenti di una volta avessero perso con gli anni tutto il loro
fascino. Insultare a ogni occasione i compagni nei corridoi, nascondere
la ricordella di Neville Paciock sopra a un tetto... a ripensarci dopo
anni non riusciva a vedervi un senso. Il suo entusiasmo si era spento.
Niente gli importava, non aveva nulla per cui essere particolarmente
felice o particolarmente triste. Un grosso buco regnava silenzioso
dentro di lui e lui si dannava cercando di riempirlo. Questo forse
poteva spiegare il perchè non riuscisse a legarsi a qualcuno in
maniera solida.. Ma forse stava solo cercando di giustificarsi.
Infastidito da questo sospetto abbandonò la fase autoanalitica e
tornò a occuparsi del problema concreto che lo turbava.
Lasciò perdere la ricerca di una strategia. Inutile cercare di formulare un piano. Non era
capace a corteggiare, non aveva la minima idea di come rendersi
gradevole a qualcuno che non lo trovasse già di per sè
fantastico; corteggiamenti, carinerie, parole dolci.. roba da
ragazzini. Lui non si sarebbe abbassato a tanto.
Un Malfoy non
corteggia, in nessuna situazione. Un Malfoy piace e basta. E questo
è ciò che sarebbe dovuto succedere: le sarebbe piaciuto.
Anche contro la sua volontà.
Alle sette i quattro
Grifondoro terminarono finalmente il loro pomeriggio di studio.
Naturalmente il "prima studiamo" di Hermione
si era trasformato in un "prima ci divertiamo e poi, se c'è
tempo, studiamo", ma per fortuna era riuscita a mantenere la situazione
abbastanza sotto controllo e sì, si era anche divertita... le ci
voleva proprio un bel pomeriggio fra amici e risate invece che i soliti
libri. Inoltre, essendovi stato poco da
studiare, sapeva la lezione a memoria, lei che era abituata ad
immagazzinare in poco tempo quello che chiunque altro avrebbe imparato
in una settimana.
-Divertita?- le chiese l'amica
Sorrise -Sì, dai. Alla fine non sarebbero i miei migliori amici se a volte non tirassero fuori qualche idea divertente-
Stavano per imboccare le scale che portavano ai dormitori femminili quando Hermione si fermò.
-Che c'è?- chiese la rossa.
-Vado a fare un giro-
-Di nuovo?-
-Mi sono portata un libro. Si legge bene al lago-
A passo svelto
imboccò il sentiero che portava alla foresta. Camminava veloce,
impaziente di arrivare. Finalmente, fra le fratte, intravide il
luccichio dell'acqua piatta. Facendo attenzione a non inciampare
scavalcò la rete di radici che affioravano dal terreno e si fece
strada fino a riva. Infilò la mano nei recessi della borsa
tastando fra i vari manuali
che aveva rimpicciolito con un incantesimo. Finalmente lo trovò,
un piccolo libriccino dalla copertina ruvida col titolo in rilievo. Lo
tirò fuori ed esso magicamente riprese le dimensioni reali.
Lesse avidamente la fine del capitolo che nel pomeriggio aveva lasciato
a metà, dopodichè infilò un dito fra le pagine e
alzò la testa per tirarsi indietro una
ciocca di capelli. Vide una
lucertola costeggiare rapida e circospetta il filo dell'acqua che
bagnava il terreno e la seguì con gli occhi fino a quando non la
vide sparire in un buco.
Ripensò al giorno prima. Quando aveva
chiesto al lago di mostrarle il suo futuro amore. In un primo momento era solo
riuscita ad immaginarsi un corpo alto e sfocato accanto al suo. Ma
il volto di quel ragazzo misterioso era rimasto un mistero. Poi,
inaspettatamente, aveva visto profilarsi un'immagine. Un viso angelico,
dai lineamenti aggraziati. I capelli biondi e due occhi chiari come il
cielo. Rise pensando al suo stupore quando per un attimo aveva pensato
stupidamente che fosse stato il lago a mostrarle quell'immagine. Ma poi
si era accorta che il ragazzo stava proprio lì, dietro di lei. E
non era di certo l'apparizione celeste del suo futuro amore!
Alzò lo sguardo distrattamente davanti a sè e per poco non si prese un colpo.
Davanti a lei, dall'altro
lato della riva, due cupi occhi di ghiaccio la fissavano. Il libro
le cadde dalle gambe, atterrando sull'erba umida. Rimasero così, a fissarsi ognuno da una
sponda del lago. Il biondo si alzò ed Hermione
pensò che volesse andarsene. Invece cominciò a
camminare lentamente lungo il perimetro del lago, facendo il giro. Lei rimase a guardarlo
avvicinarsi sbigottita, senza riuscire a togliergli gli occhi di
dosso. Non si aspettava di rivederlo lì.
Il ragazzo la raggiunse, e si fermò a pochi passi di distanza, in piedi.
-Ciao- disse lei
-Ciao-
Era strano... eppure non le dispiaceva vederlo lì.
-Come mai sei tornato?-
-Non sono tornato, io vengo sempre qui-
-Oh.. anch'io- rispose -Ma come mai non ti ho mai visto?-
-Si vede che avevamo orari diversi-
Hermione lo fissò pensierosa.
-E come mai ora non abbiamo più orari diversi?-
Lui ricambiò lo sguardo per uno o due secondi, poi girò la testa.
-D'inverno fa fresco prima, ho anticipato i miei orari-
Una bugia. Ma
perché non era riuscito a guardarla negli occhi mentre gliela
diceva? Forse gli sembrava che quello sguardo fosse durato
troppo. Ma troppo per cosa, poi?
-Capisco-
Rimasero di nuovo in
silenzio. Era strano: tra loro non c'era mai stato silenzio. Esso
veniva pestato continuamente da insulti e litigi. Ma sta volta l'aria
era vuota. Hermione non seppe spiegarsi se fosse per mancanza di
qualcosa da dire o imbarazzo o chissà che altro.
-Perché non ti
siedi?- chiese cercando di mantenere un tono di voce normale, fino a
farlo risultare addirittura atono. A mente si chiedeva in che modo
dovesse rivolgersi a lui in un contesto così insolito, e al
contempo preparava le risposte a tutte le possibili reazioni del
Serpeverde a una simile proposta.
Questi la guardò con stupore, poi fece qualcosa che nessuno dei due si sarebbe
mai aspettato: si sedette senza fare storie.
La grifoncina accolse quel gesto con tacito sollievo e tacque. Ma, constatò il
ragazzo, non riprese a leggere. Il vento soffiava frizzante, ora che il
crepuscolo stava spuntando e la sera faceva capolino sul mondo, per cui entrambi ebbero un brivido.
-Cosa stavi leggendo?-
Lei riprese il libro da terra e glielo porse
-Leggende delle Terre del Nord-
Lui fece una smorfia.
-Ah sì, me lo ricordo-
-Già, quando mi sei piombato addosso-
-Quando tu mi sei piombata addosso-
-No, guarda ti confondi-
-Non credo, mi hai pure pestato il piede con una forza equivalente al peso di un mammooth-
-Non ti ho mai pestato il
piede- esclamò la grifona incredula, poi assimilò il resto
della frase -E non peso come un mammooth!-
-Questo lo posso dire solo io-
-Ma non ti ho pestato il piede-
-Sì che l'hai fatto.. mammooth-
-Ma come osi- esclamò trasecolata.
Se qualcuno li avesse
visti avrebbe detto che stavano per incappare in un'altra delle loro
discussioni e che ben presto avrebbero finito col litigare e
insultarsi; ma non era così. I due si scoprirono divertiti a
battibeccare e a lanciarsi frecciatine. Malfoy lo trovò
divertente, mentre Hermione non si seppe spiegare il
perché bisticciare con lui le provocasse un'insolita sensazione alla bocca dello stomaco.
Stavano scherzando. Draco
Malfoy ed Hermione Granger stavano scherzando. E non malevolmente, non
malvagiamente. Scherzavano come due buoni amici. Come se si conoscessero da una vita.
-La ragazza con la grazia di un mammooth, invidiata e desiderata da tutto il castello- continuò a deriderla
-Non chiamarmi mai più in quel modo, biscia!- rispose lei dandogli una spinta. Ma
Malfoy la afferrò per i polsi prima che lei riuscisse a colpirlo.
-Devi essere più veloce Granger, se vuoi farla a me-
-Lasciami- esclamò lei, non trovando niente di meglio da dire.
-Ah, adesso cominci anche
a darmi ordini? Prima cerchi di picchiarmi e poi pretendi di decidere
cosa devo fare. Non ci stiamo prendendo un po' troppa confidenza?-
-Qui l'unico che si sta prendendo troppa confidenza sei tu! Lasciami subito-
La serpe ignorò il comando
-Stavi per darmi una spinta-
-E tu mi hai chiamata mammoot-
-Non prendertela con me se hai la grazia di un elefante-
-Ehi! Eri tu quello con la grazia di un elefante-
-Ti ho già spiegato che sulla grazia a me non puoi dire niente-
-Ma sentitelo! Sempre modesto tu eh?-
-Infatti-
-Oh, ma lasciami-
-Non ci penso proprio-
-Sì invece, lasciami immediatamente!-
-Ricominci con gli ordini?-
-Mi stavi dando del mammooth, posso tutto-
-E tu stavi per spingermi!-
-Mi stai facendo male ai polsi!-
-Ho vinto!-
-Eh?-
-Ho vinto!- ripeté
il biondo con un sorriso compiaciuto sulle labbra. Lei lo guardò
torva, poi girò la testa sdegnata. Lo sentì ridacchiare.
Si rigirò per fulminarlo ma si bloccò. Malfoy stava
ridendo e di una risata che nulla aveva a che vedere con lo scherno e
la malvagità con cui lo faceva di solito. Questa era
diversa.
A vederlo non seppe
trattenersi e si lasciò scappare una risata a sua volta,
mordendosi il labbro per non esagerare. Quando, poco dopo, si
ripresero, si accorsero di avere
ancora le mani congiunte. Hermione sentì che la stretta del
ragazzo attorno ai suoi polsi si era allentata. Ora la teneva piano,
delicatamente; con un solo strappo avrebbe potuto liberarsi. Ma non lo
fece.
Il sole tramontò. Per un breve istante i loro occhi si scambiarono uno sguardo. Il sole illuminava di rosso i capelli biondi di Malfoy,
facendo sembrare che brillassero di luce propria, mentre il ghiaccio
dei suoi occhi parve sciogliersi come acqua.
La stessa luce accarezzava i capelli della
ragazza che aveva davanti donandole riflessi dorati come le iridi. Si sorprese a pensare
che fosse bella. Veramente bella. Più delle altre, che
contornavano gli occhi di nero e risaltavano le labbra di rosso. Lei
riluceva di una bellezza autentica, pura.
Hermione abbassò lo sguardo e lui, riemergendo da quegli
occhi oro, prese lentamente a lasciarle i polsi.
Confusi schiarirono la gola per spezzare il silenzio e si alzarono.
-Credo che sia ora di andare- disse Hermione raccogliendo il libro da terra.
-Già- rispose lui e si passò una mano fra i capelli.
La Grifondoro
recuperò anche la borsa e ci mise dentro il libro. Tutto questo
evitando accuratamente di guardare Malfoy negli occhi. Non si sapeva
spiegare il perché ma sentiva che il solo guardarlo nuovamente
come aveva fatto pochi istanti prima la turbava.
Risalendo il pendio si
inoltrarono in silenzio fra la boscaglia. Malfoy era a un metro
più avanti da lei. Camminava dritto, le spalle larghe, le
mani infilate nelle tasche. Lei lo seguiva corrucciata, combattendo la
sensazione di smarrimento e irrequietudine che le bloccava lo stomaco.
Tornarono al castello senza rivolgersi
più una parola. Chiunque li avesse visti
camminare non avrebbe mai detto che fossero stati insieme fino a pochi
minuti prima. Che avessero parlato, avessero riso insieme.
Avrebbe pensato che si fossero incontrati casualmente e che avessero
continuato per la loro strada, incuranti ognuno della presenza
dell'altro.
E questo forse sarebbe risultato più normale.
Ma abbiamo già detto che quel qualcuno si sbagliava.
Salvee!!
Allora, che ne pensate? Che cosa saranno quei battiti del cuore
accellerati che Hermione non sa spiegarsi? E quell'improvvisa voglia di
ridere e scherzare di Draco?
Grazie
a tt qll ke seguono e recensiscono! E' solo grazie a voi ke trovo la
forza di mandare avanti le mie ff, voi ke mi sostenete, mi date i
vostri pareri e mi regalate i migliori complimenti ke io possa
sperare!! GRAZIE!!!!!!!!! bacioniii ^^
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Capitolo 7 *** 7 ***
7
Entrarono nel castello senza guardarsi negli occhi. Eppure ad Hermione
sembrò che lui avesse rallentato apposta per darle modo di
raggiungerlo e tenerle così la porta aperta. Ma era impossibile.
Subito dopo il ragazzo
riaffrettò il passo facendo in modo di
entrare prima di lei nella sala del banchetto. Lei lo seguì una
manciata di secondi dopo. Pochi, ma abbastanza per non far pensare che
si fossero
incontrati. Draco andò a sedersi senza degnarla più di
uno sguardo e così fece lei, raggiungendo i suoi amici
che si erano
girati a guardarla.
-Che cosa c'è?- chiese appena li raggiunse
-Ti stavamo aspettando. Credevamo che ti fossi persa nella foresta- disse Harry
Lei sorrise.
-Ho perso la cognizione del tempo leggendo, mi capita spesso-
Per tutta la serata fece finta di partecipare ai discorsi
dei suoi amici. In realtà i suoi pensieri erano altri. La sua
mente era occupata da un paio di occhi ghiaccio che quella sera le
erano parsi sciogliersi come neve al sole. Ripensò ai suoi
capelli biondi e al suo sorriso... non aveva mai visto Malfoy sorridere.
L'aveva visto ghignare, ridere sarcasticamente insieme ai suoi amichetti. Ma mai
sorridere. E pensò che svestito del suo solito sdegno acquistava tutto un altro aspetto.
-A che cosa stai pensando?- la voce di Luna la riportò alla realtà.
-A niente, perché?-
-Non dire bugie. Avevi un'aria molto pensierosa-
Accidenti a lei. Possibile che si dovesse sempre accorgere di tutto?
-Ma niente Luna...-
-Ok, se proprio non me lo vuoi dire...- fece la bionda con un'alzata di spalle.
-Ma no, non è che
non te lo voglio dire Luna!...- si difese lei, ma lasciò il
resto della frase in sospeso, riprendendo a mangiare.
Per fortuna Harry, Ginny e gli altri non si erano accorti di niente.
Era più facile troncare il discorso con una persona sola che con una
tavolata intera.
Ma non si accorse che anche Ron la stava fissando.
-Dove sei stato?- gli chiese Blaise dopo un po'
-Al lago, come sempre- rispose lui secco.
-No, non come sempre. Hai anticipato gli orari-
Stette in silenzio per un
po'. Non sapeva se dirgli o no che quella era
l'ora in cui ci andava anche la Granger. Le ultime discussioni con lui
l'avevano un po' chiuso. Dov'era finito il Blaise che conosceva? Quello
al quale poteva confidare tutto, parlargli, senza essere giudicato;
dov'era finito il ragazzo che rimaneva seduto ad ascoltarlo senza
interromperlo, senza immischiarsi nei suoi affari? Ma decise comunque
di provarci.
-A quest'ora ci va anche la Granger-
Il moro lo guardò con i suoi profondi occhi blu.
-Quindi- disse prendendo un pezzo di carne dal vassoio -Hai deciso di continuare-
-Cosa?-
-A illuderla-
-Blaise ancora con questa storia?-
-Naturalmente-
-Senti, mi hai scocciato con questo tuo modo di fare. Da quando hai
deciso di condizionarmi la vita eh? Io mi comporto come sempre.
Parliamo di te, invece! Che ti è successo?-
-Sai Draco, le persone cambiano, e crescono-
-Crescono? Crescono?!- rise
-Sì, crescono. Ho cambiato idea su molte cose negli ultimi tempi. E ho
deciso che mi sono stancato di fare l'idiota. Essere uno che usa le
ragazze come fossero oggetti, che non prova niente per nessuno- rispose
calmo il ragazzo tagliando la carne con coltello e forchetta.
Draco rise non credendo
alle assurdità che aveva ascoltato e decise di troncare il
discorso a quel punto. Non aveva proprio
voglia di iniziare un'altra discussione come quella dell'altra sera.
I suoi pensieri deviarono però automaticamente al pomeriggio appena trascorso, a quello che era successo con la Granger.
Che cosa
gli era preso? Tutto era stato alquanto strano, indubbiamente.
Innanzitutto non si erano insultati neanche una volta, e questo
già per il secondo giorno di fila. Poi avevano scherzato.
Perché gli era venuta voglia di
scherzare? Aveva iniziato lui, ne era perfettamente conscio, ma lei ci
era stata. Perché si era sentito così bene, svuotato,
libero in sua compagnia? Era come se i
momenti passati insieme lo avessero staccato dal mondo, privato della
cornice abituale che lo accompagnava ogni giorno. Perché gli
faceva questo effetto?
Ripensò alla sua faccia corrucciata e poi alla sua risata
cristallina. E poi a quegli occhi dorati, luminosi come
il sole, caldi come il fuoco... Scosse la testa. Non doveva pensarci.
-Buonanotte-
-A domani-
-Ciao ragazzi!-
Appena le due Grifondoro entrarono in camera la rossa si buttò sul letto.
-Aah.. che bello... Herm, mi sento sempre più innamorata-
-Sempre più innamorata?- chiese la riccia sfilandosi la sciarpa
-Sì.. sento che ogni giorno che passa il mio amore per lui
cresce, come una piantina che viene innaffiata con cura, e che tende le
foglioline in su solleticandomi il cuore...-
-Per la miseria, che poesia!-
Rise, abbracciando il cuscino.
-Quando si è innamorati è facile essere poetici-
-Davvero?-
Annuì sorridendo come un'ebete.
-Mi inquieti.. Vado a farmi la doccia. Ci metto poco, così poi puoi restare chiusa dentro tutto il tempo che vuoi-
Rise.
Hermione si spogliò, accese l'acqua
e cominciò ad insaponarsi. Gambe, pancia, petto, spalle,
braccia, mani. Si scoprì a guardarsi i polsi, in cerca di una
traccia. Magari erano rimasti i segni delle sue mani... Ma niente. La
pelle era candida e immacolata. Non c'erano segni del suo passaggio.
Uscita dalla doccia lavò i denti e asciugò i capelli.
-Ginny- chiamò.
Una volta sola in camera spazzolò i capelli affacciata alla
finestra, lo sguardo perso verso la macchia nera della foresta. Poi
tirò indietro le coperte del letto e ci si infilò dentro.
Eppure mi hai cambiato la vita.
Che cos'era successo quella sera al lago? Avevano parlato,
avevano scherzato, avevano riso-com'era possibile? Lui era Draco
Malfoy e lei Hermione Granger. Tutto quello non aveva senso.
Perché si era sentita strana quando lo aveva guardato negli
occhi? Che cosa ci aveva visto dentro che le aveva mozzato il respiro?
Non era sicura di essere stata insieme a
Draco Malfoy. Con un ragazzo sì. Ma non con lui. Era troppo
diverso. Anche se poi era tornato quello di sempre, non le aveva
più rivolto la parola e aveva fatto in modo di entrare in un
momento diverso dal suo. Si vergognava? Si vergognava di aver passato
del tempo con "la Mezzosangue"? Però le aveva tenuto aperta
la porta... Ne era sicura, l'aveva aspettata apposta.
Si rigirò nel letto stringendosi nelle
coperte. Tutto questo non aveva senso.
I sotterranei ospitavano all'incirca lo stesso flusso di
pensieri inquieti. Draco giaceva nel proprio letto con lo sguardo fisso
sul
soffitto. Continuava a riflettere su quello che stava succedendo. Non era mai stato in una situazione simile.
Accettare quella scommessa lo aveva messo in una condizione nuova che
sul momento non aveva neanche considerato. Se fino ad allora tutti i
suoi rapporti interpersonali si erano instaurati ed evoluti seguendo lo
stesso meccanismo, ora lo schema era cambiato. Bisognava utilizzare
nuovi approcci, nuovi argomenti. Con lei doveva essere un ragazzo
diverso da quello che era, per raggiungere lo scopo e ingannarla,
eppure non riusciva sentirsi finto. Quello che faceva, le parole che
usava, non c'era sforzo in tutto ciò. Era come se una parte di
lui sapesse esattamente adattarsi alla nuova circostanza come se ne
fosse in un certo senso predisposta. Non era difficile essere un altro.
Tutto questo è assurdo, pensò. O sono bipolare, oppure ho
un talento innato per la recitazione. Talmente innato da ingannare anche me.
E infine c'era l'altro aspetto, quello che gli poneva più
dilemmi di tutti. Come spiegare che oltre a non provare
disgusto per la Mezzosangue quel giorno quasi ne aveva provato
attrazione? Quale legame univa l'abbandonare la repulsione, fattore
indispensabile per la buona riuscita della scommessa, e l'accendersi di
un latente interesse? Riflettè sulle probabilità che le
fattezze della ragazza potessero solleticare i suoi sensi, e le
accettò come buone. Ma qualcosa sfuggiva a questa logica semplicistica e lui lo percepiva.
Qualcosa che aveva a che fare con una parte di sè non legata ai
sensi. Sbuffò con insofferenza, stanco di riflettere e lasciò che il sonno lo prendesse.
Hermione aprì
piano gli occhi. Una luce accecante si
infiltrò fra le palpebre. Sbatté le ciglia e la visione
cominciò a farsi più nitida. Si girò su un fianco
e affondò ancora di più la testa sul cuscino
crogiolandosi nel tepore delle coperte calde. Ancora assonnata non era
tornata del tutto alla realtà. Per un po' le sembrò di
vivere in una bolla di sapone: non ricordava niente, non pensava a
niente. Niente scuola, niente compiti, niente di niente. Solo lei e il
suo letto. Poi di colpo si ricordò. Il suo primo pensiero quella
mattina fu un viso pallido dagli occhi di ghiaccio. Allora
cominciò a riprendere piena consapevolezza di sè ed
entrò del
tutto nel mondo reale. Si alzò a sedere e si stropicciò
gli occhi. Nella sua mente quegli occhi grigi continuavano a fissarla. Con un'insolita frenesia si alzò in piedi e corse
in bagno a prepararsi. Si sentiva irrequieta, senza un perché.
Il sole dalla
finestra sembrava brillare più del solito e guardandosi allo
specchio trovò di avere un bell'aspetto. Si pettinò,
sistemò i capelli alzandoli a mo' di coda e infine decise di raccoglierli con un
cerchietto. Si vestì e rimase a
controllare davanti allo specchio di avere tutto a posto.
-Come mai tutta questa vanità oggi?- le chiese la rossa che
nel frattempo aveva aperto gli occhi. Hermione non seppe rispondere.
-Ti sta bene il cerchietto, ti scopre un po' il viso. Per chi ti stai facendo bella?-
-Per nessuno, ovviamente- rise
-Come no, come no-
-Davvero! Mi sto solo dando una sistemata-
-Hermione..-
La riccia chiuse il
discorso incitandola ad alzarsi e Ginny si fece corrompere. Nonostante
tutto, l'evidente buonumore con cui quella mattina si era svegliata
sembrava non essere contenibile, tutti se ne accorsero e tutti glielo
fecero notare.
-Si può sapere da dove ti viene tutto questo buon umore?- le chiese Neville stropicciandosi gli occhi con la manica del maglione.
-Si è svegliata bene- rispose Ginny al suo posto -Dovevi vederla,
si è alzata dal letto arzilla come un grillo!-
Ron la guardò. Il
suo viso sembrava effettivamente tradire a tratti una certa agitazione,
ma erano momenti fugaci, un attimo dopo tornava a essere l'Hermione di
sempre.
La prima lezione del
giorno era quella di Trasfigurazione. Aula della McGranitt; compresenza
con i Serpeverde. Quando entrò in aula cercò
con lo sguardo due occhi di ghiaccio. Loro la videro e rimasero per
qualche secondo a ricambiare l'occhiata. Si guardarono del tutto
inespressivamente per poco più di tre secondi, poi Hermione gli
sorrise, sollevando appena un angolo della bocca. Lui restò
impietrito a fissarla, non sapendo che fare. Calcolò velocemente
cosa gli convenisse fare e alla fine, di sottecchi,
ricambiò.
Durante la lezione la professoressa McGranitt spiegò
che anche agli umani era possibile trasformare parte di sè in animale.
-La trasformazione completa da persona ad animale è possibile se
si è un Animagus. Un Animagus è un mago o una strega
capace di mutare interamente il proprio aspetto e
ritornare umano. Per diventarlo ci vuole molto allenamento e ci si può trasformare in un
solo animale. Sembra che la scelta dell'animale non sia lasciata al mago ma che
dipenda dal suo animo e dalla sua storia...-
Hermione prestò la massima attenzione. Quell'argomento la
interessava molto, aveva sempre desiderato potersi trasfigurare in un
animale. Chissà qual era quello che rispecchiava di più
il suo animo...
- Tuttavia la trasformazione è molto pericolosa per un
principiante. Per questo il Ministero della Magia tiene sotto controllo
tutti coloro che sono in grado di diventare Animagus!-
Ecco, come non detto. Rimase male. Avrebbe tanto voluto sapere quale sarebbe potuto essere il suo animale.
Guardò la McGranitt. Lei era un Animagus. Lo avevano scoperto
subito al primo anno, quando quei due ritardatari di Harry e Ron erano
arrivati tardi alla lezione e la professoressa era rimasta ad
aspettarli con le sembianze di un gatto tigrato. Chissà perchè un gatto, si chiese.
Al termine della lezione Hermione e
i compagni si trasferirono nell'aula di Erbologia; ma per
tutto il tempo Hermione continuò a domandarsi quale animale
potesse avere affinità con lei. Purtroppo non le venne in mente
nulla. E' difficile stabilire quali siano le nostre proprie
qualità, definire in maniera imparziale ed esatta il nostro proprio animo.
-Herm...-
Si girò e vide Ron camminarle a fianco, cosa a cui fino a quel momento neanche aveva fatto caso.
-Sì?-
-Emm.. stavo pensando, ti andrebbe se ci andassimo insieme, alla prossima uscita a Hogsmeade?-
La ragazza lo guardò senza capire
-Ma Ron, non so se te ne sei accorto ma ci andiamo sempre insieme!-
-Sì, certo, lo so...- rispose il ragazzo imbarazzato -Ma vedi, io intendevo...-
-Cosa?-
-Beh volevo dire andarci in-
-Hey, cosa fate ancora
laggiù? Sbrigatevi!- li chiamò Luna che nel frattempo
aveva raggiunto la serra con Harry e Neville.
Hermione si rese conto che nel corridoio erano rimasti loro e pochi
altri e considerato il poco spazio disponibile nella serra non se lo
fece ripetere due volte.
-Arriviamo!- rispose -Ron, sbrighiamoci-
E così detto
affrettò il passo raggiungendo gli amici.
Il roscio strinse i pugni lanciando una serie impronunciabile di
maledizioni alla bionda e lasciò che la ragazza si allontanasse
senza avere la
forza di fermarla e finire quello che aveva cominciato. Poi,
scuro in volto, raggiunse anche lui i suoi compagni e sparì con
loro dietro la porta della serra.
Draco Malfoy, che dal fondo della fila aveva visto tutto, ghignò
compiaciuto. Poi entrò anche lui nella serra chiudendo la fila
di studenti.
E anche un'altra mattinata di scuola era appena terminata. L'orda di studenti
si avviò affamata nella sala dei banchetti programmando
fra le chiacchiere il resto della giornata.
-Cosa ne pensate della lezione della McGranitt?- chiese Neville riempiendosi il piatto di patate.
-Favolosa-
cinguettò Luna, che da un po' di tempo a quella parte si univa a
loro abbandonando il tavolo della propria casa.
-Molto interessante- concordò Harry
-Lo penso anch'io- disse Hermione contenta che l'amico
avesse sollevato la questione -Sarebbe fantastico poter essere un
Animago, ma per diventarlo bisogna registrarsi al Ministero, e poi la McGranitt ha detto che è molto pericoloso...-
-Sciocchezze- si intromise Harry con la bocca piena.
-Come?-
-Mio padre...- continuò lui, dopo aver ingoiato il boccone -..e
Sirius erano degli Animaghi! Ma non erano registrati al Ministero e
avevano imparato da soli, senza l'aiuto di nessuno-
-Sì, Harry, ma avranno avuto fortuna... io credo che sarebbe pericoloso- intervenne Neville preoccupato.
-E chi l'ha detto? Se loro ce l'hanno fatta-
-Oh, Harry, non avrai in mente di diventare un Animago!- intervenne Ginny
-Non è quello che sto dicendo, anche se l'idea di certo non mi dispiace, sto
solo spiegando ad Hermione che non si dovrebbe far impressionare da quello
che ha detto la McGranitt. Insomma, mio padre e Sirius..-
-Lo sappiamo, ma non vuol dire che se l'hanno fatto tuo padre e il tuo padrino sia giusto-
-Chi ha parlato di giustizia? Io ho solo detto che non può essere pericoloso-
-Ok ho afferrato il
concetto- intervenne Hermione prevenendo l'accendersi di una
discussione -Grazie Harry, sarebbe interessante sapere come abbiano
fatto, anche solo per curiosità. Non penso seguirei le loro
orme-
-Sicuramente ci
sarà qualche libro in biblioteca- suggerì Luna
candidamente. Poi aggiunse -Oh! Un gorgosprizzo- e deviò
definitivamente la conversazione.
Una volta finito il pranzo andarono a
sedersi il cortile. Un venticello frizzante li
avvolse seduti sulla panchina e i ragazzi rabbrividirono.
-Sta cominciando a far freddo, eh?- disse Ron
-Già- rispose Harry
-Siamo a ottobre, dopotutto- osservò Hermione.
Un'altra folata d'aria la fece tremare.
-Hai freddo?- chiese Ronald
-Oh, giusto un po' fresco..-
-Ma se hai tremato come una foglia!-
-Sono un po' sensibile- disse ridendo
-Aspetta che ti riscaldo- e le cinse le spalle con un
braccio, stringendola a sè. Hermione non fraintese minimamente quel
gesto. Dopotutto erano migliori amici. Si accoccolò quindi
ancora di più nel suo abbraccio.
Proprio in quel momento
passò davanti a loro un gruppo di Serpeverde, fra i quali
camminava Malfoy. Quando il biondo li vide in quella posizione si
arrestò un attimo, mentre all'altezza del petto una minuscola
scheggia invisibile gli punse il cuore di ghiaccio, provocando un
leggero suono stridente. Con lo sguardo che passò dai volti dei
due ragazzi al braccio del rosso allacciato alle spalle di lei,
sentì per un attimo il sangue salirgli alla testa e strinse i
pugni contro i fianchi della
divisa per evitare di lanciarne uno in faccia a Lenticchia. Hermione
però non lo vide, perché i due avevano cominciato a
parlare. Allora aveva ragione, le cose stavano davvero così! Fantastico.
La cosa che gli dava ancora più fastidio però, oltre al
fatto di aver trovato un ostacolo nella riuscita del suo
piano, era che lei
non si rendesse conto di quanto Weasley ci provasse con lei. Sempre
tutto sorrisi e premure, le faceva il solletico sui fianchi solo per
avere il piacere di toccarla e le accarezzava il viso quando era triste
con il presumibile intento di prenderglielo fra le mani e baciarla. Ma
lei non se ne accorgeva! E si lasciava fare tutto da lui, non si rendeva conto di nulla. Ma se ci avesse
provato lui a toccarla in quel modo come minimo gli avrebbe tirato un
ceffone in faccia. Digrignò i denti.
-Mione, quello che ti volevo dire prima...-
-Uh sì, è vero! Scusami ma eravamo in ritardo e-
Lui le posò un dito sulle labbra -Tranquilla, non c'è problema-
Lei gli sorrise -Ok-
-Ecco, mi chiedevo...- si bloccò, titubante.
Ma poi guardò in quei profondi occhi dorati che tanto amava e sembrò ritrovare un po' di coraggio
-Insomma, se alla prossima uscita ad Hogsmeade-
-Sì, ho capito, se ci andiamo insieme, ma non capisco, ci siamo sempre andati insieme!-
Il ragazzo si sentì ancora di più in difficoltà. Hermione sembrava non capire.
-Sì, ma io intendevo...-
-Ehi ci siete?-
Ron chiuse gli occhi e inspirò profondamente. E riuscì
così a reprimere l'impulso di sferrare una fattura a chiunque li
avesse interrotti anche sta volta.
-Sì Luna, stavamo parlando perché?-
E ti pareva. Chi altri poteva essere?!
-Perché vi abbiamo appena chiesto l'ora, nessuno di noi ha l'orologio-
-Oh, ecco ce l'ho io!- fece Hermione alzandosi la manica della divisa
-Sono le tre. Ulp! Credo che sia ora di andare! Ragazzi, ci vediamo
stasera!- e detto questo si alzò in piedi e prese la
borsa da terra.
-Ma.. ma dove vai?- chiese Ron balbettando
-Già, è presto ancora! Almeno un'altra mezz'ora!-
-Voi restate pure! Io ho delle cose da fare. A dopo- e con ciò schizzò via verso le scale.
Ron rimase a guardarla fuggire via. Accidenti! Era la seconda volta che se
la faceva scappare così senza essere ancora riuscito a dirle
quello che voleva! Ma era così difficile: "Hermione, vorrei che
andassimo insieme ad Hogsmeade, ma solo noi due, capisci? Da soli,
senza gli altri"?? Sì, lo era. Sospirò e pensò che
forse non era giornata. Avrebbe rimandato.
Hermione salì veloce le scale e andò in biblioteca.
Entrò e la trovò deserta. Meglio, pensò,
così si sarebbe concentrata più facilmente. Filò dritta al suo
posticino abituale, sotto alla finestra che dava sul campo di Quiddich.
Posò la borsa sul tavolino e ne estrasse i libri. Vediamo, per
il giorno dopo aveva Incantesimi, Storia della Magia ed Erbologia. Ce
la poteva fare. Con la bacchetta in mano richiamò a sè qualche
libro dagli scaffali della libreria che sapeva le sarebbe servito e
cominciò a studiare. Purtroppo non riuscì a concentrarsi
molto. Ogni dieci minuti guardava l'orologio come se stesse aspettando
qualcosa. 15:30. 15:45. 16:20. Sbuffò. Ok, doveva concentrarsi.
Si stiracchiò, si mise più comoda sulla sedia,
tirò un lungo respiro e si rimise a leggere le pagine fitte
di scritte con più attenzione. Questa volta riuscì a
concentrarsi, anche perché sapeva che se non avesse imparato
bene la lezione del giorno dopo non si sarebbe permessa di uscire di
lì. Così studiò ininterrottamente per due ore di
fila, senza distrarsi più a guardare l'orologio. Alle 18:10 si
fermò. Diede una veloce occhiata all'orologio e vide che aveva
ancora un po' di tempo. Il sole fuori dalla finestra aveva appena
cominciato a tramontare e caldi raggi color arancio entrarono ad
illuminare i libri aperti e le pergamene che giacevano sul tavolino
della Grifondoro. Le mancavano poche pagine da studiare ed erano le
più facili, una sorta di riepilogo. Così le lesse
scorrendole veloce con gli occhi, e dopo aver controllato gli appunti
sulla pergamena che aveva a destra del libro rimise tutto dentro in
fretta ed uscì.
Erano a momenti le sei e mezza. Fu quasi tentata di scendere
direttamente, ma poi pensò che era inutile portarsi appresso la
borsa piena di libri di scuola e così salì veloce in
camera per lasciarceli. Dentro vi trovò Ginny che seduta sul
letto stava facendo la manicure a Luna.
-Oh, ciao!- esclamò quando entrò.
La bionda si girò a guardarla con un sorrisone a trentadue denti
-Ciao Hermione! Scommetto che sei stata in biblioteca, è da quando siamo tornate che tu non ci sei-
-Già.. ho studiato là- rispose, poi posò lo
sguardo sulla mano aperta dell'amica -Mm, come te le stai facendo?-
-Blu con una mezza luna in alto al lato su ognuna di esse- rispose
Ginny molto concentrata mentre appiccicava un adesivo sull'indice
dell'amica.
-Beh, ti si addice molto!- disse andando a vedere -E ti stanno anche molto bene!-
-Già!- rispose lei sempre sorridente.
Hermione sistemò i libri sulla scrivania e si diede una piccola sistemata davanti allo specchio.
-Esci?- le chiese Ginny
-Sì, mi dispiace non restare qui con voi, ma vado in riva al
lago...- esitò prima di terminare la frase -a leggere-
La rossa alzò un sopracciglio
-E ti sistemi per andare in riva al lago a leggere?-
-Cosa? Beh, controllavo solo che fosse tutto a posto..- rispose lei e
veloce, prima che la rossa potesse aggiungere altro, prese il libro da
sopra il comodino e si fiondò fuori
dalla camera con un rapido saluto.
Scese le scale di corsa e strinse forte al petto il libro che teneva
fra le braccia. Uscì dalla scuola senza neanche curarsi di
vedere se ci fosse qualcun altro nei paraggi. Sapeva che a quell'ora
nessuno usciva. Quasi nessuno.
Corse nella foresta col cuore che le batteva forte in petto. Per la corsa o qualcos'altro?
Si chiese se sarebbe venuto e si spinse a correre ancora più veloce, voleva arrivare presto.
Finalmente uno scorcio si aprì fra i cespugli e
individuò il familiare luccichio della piatta superficie
dell'acqua. Si costrinse a fermarsi, a riprendere il fiato. Quando
sentì che il respiro era tornato regolare uscì allo
scoperto e avanzò verso la riva del lago. Lo vide lì,
seduto, a contemplare le acque profonde di quella pozza gigantesca.
Sentì un tuffo al cuore e poi una sensazione di gioia
incontenibile gonfiarsi all'interno del suo petto come un palloncino
pieno d'aria. Piano si avvicinò. Ma ad un tratto si
fermò, a pochi passi da lui. Doveva salutarlo? Un dubbio. Non
era più sicura di come doveva comportarsi con lui. Nelle ultime
48 ore si era rivelato una persona completamente diversa da quella che
era sempre stata. Ma come poteva sapere se quel cambiamento non era
stato solo per quel giorno, solo per un attimo, per poi svanire e far
tornare tutto come prima? Chi aveva davanti? Draco o Malfoy? Nel dubbio
e nella paura di scoprire l'identità del ragazzo che si trovava
di fronte restò immobile, in silenzio. Ma dopo pochi
secondi il biondo sembrò accorgersi di una presenza alle proprie
spalle e si voltò. I loro occhi si incontrarono. Fuoco e
ghiaccio. Oro e argento. E ora? Chi avrebbe vinto? Il fuoco avrebbe
saputo ancora una volta sciogliere il ghiaccio oppure questo l'avrebbe
gelato come aveva saputo fare per tutti quegli anni? Rimasero
così a fissarsi per una manciata di secondi che ad Hermione
sembrarono ore. Poi finalmente, lui parlò.
-Ciao-
So ke
in qst momento vorreste lanciarmi addosso una fattura, ma è x
tenervi sulle spine... nn mi uccidete veero? Se nn lo farete vi
prometto ke il prox cap sarà tt interamente dedicato ad Hermione
e Draco, solo ed esclusivamente a loro, ok?? Posso essere risparmiata?
Graaaazie!^^ e 1 grazie anke a tt qll ke seguono e recensiscono e
mettono fra preferiti, in particolar modo a:
Arwen_90
lilycullen
whateverhappened
1 saluto e 1 bacio enorme a tt le mie fan nella speranza d nn averle deluse cn qst cap.. ciauuu ^^
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Capitolo 8 *** 8 ***
8
Rimasero
così a fissarsi per una manciata
di secondi che ad Hermione
sembrarono ore.
Poi finalmente, lui parlò.
-Ciao-
* * * * * * * * *
* * * * * * * *
* * * * * * * *
-Ciao- rispose lei esitante.
-Beh che fai, rimani là in piedi come un'allocca?-
Hermione sorrise. Era lui.
-Molto gentile Malfoy- rispose sedendosi affianco al ragazzo.
Restarono così per una manciata di secondi, guardando dritti davanti a sè.
-Come stai?- gli chiese, dopo un po'.
-Bene- rispose lui. Esitò un attimo, indeciso -E tu?-
-Bene- rispose lei.
-Ancora quel libro?- chiese alludendo al mattone che la ragazza stringeva fra le braccia
-Sì, ancora quel libro-
Sbuffò -Non lo sopporto!-
-Perché?-
-Mi sta perseguitando!-
-Oh no, io credo invece che tu stia perseguitando lui! Ogni volta
che vengo qui per leggerlo mi ti ritrovo fra i piedi e non ci riesco
mai-
-Preferiresti quindi che io non ci fossi?-
La ragazza non rispose subito.
-Mah, no...- sussurrò poi così piano che Malfoy non avrebbe
potuto sentirla. Ma la sentì. E, stranamente, fece finta
di niente, riportando noncurante lo sguardo all'acqua.
-Che cosa cercavi l'altro giorno?- le chiese a un certo punto
-Uhm?-
-Nel lago. Prima che io arrivassi, stavi cercando qualcosa...-
-Oh- la ragazza si sentì avvampare -Non stavo cercando qualcosa-
-E allora che stavi facendo?-
Hermione arrossì. Non poteva dirglielo. Le avrebbe riso in faccia.
-Ecco...- ma non trovò niente da dire. Così non terminò la frase, lasciandola in sospeso.
Draco la guardò e si accorse del rossore sulle sue guance. La sua curiosità crebbe ancora di più.
-Allora?-
Lei sembrò in difficoltà.
-Io... pensavo che.. mi domandavo...-
La serpe era tutta orecchi.
-... se si nascondesse un mostro, in fondo al lago- buttò lì senza trovare niente di meglio.
-Un mostro?!- ripeté il biondo, tra l'incredulo e lo scettico. Non sembrava crederle.
-Già- rispose -E tu invece?- chiese in fretta cambiando discorso
-Io?-
-Sì, anche tu guardi spesso il lago-
-Oh, io.. non lo faccio perché ci vedo qualcosa di preciso-
Già. Lo faceva solo per sfuggire al suo sguardo. Per non creare
troppo contatto. Non guardava mai una persona troppo a lungo; negli
occhi si potevano leggere tante cose, troppe. E quegli occhi lo
spaventavano ancora di più, avevano
qualcosa.
-Ah- fece lei.
Il sole, che aveva cominciato a tramontare già da quando lei
stava in biblioteca a studiare, ora era solo una sottile linea luminosa sopra
l'orizzonte. La sera calò dall'alto. Era autunno, le giornate si
accorciavano.
-Hai sentito oggi la lezione della McGranitt?-
-Um?- il ragazzo alzò un sopracciglio
-Sì, sugli Animaghi-
-Oh, sì..-
-Non l'hai trovata interessante?-
Il ragazzo la guardò -Interessante?-
-Sì, pensa come potrebbe essere bello potersi trasfigurare in un
animale! Io l'ho sempre sognato. Mi incuriosirebbe tanto sapere che
animale sarei... un animale che rispecchia il mio animo, la mia
storia- si voltò verso di lui, con un luccichio negli occhi
-Tu che animale saresti?-
Il ragazzo rimase interdetto. Non ci aveva mai
pensato. Un animale che rispecchiasse il suo animo, la sua storia... ma
quale animale! Se solo ci avesse provato già sapeva cosa sarebbe
diventato. Una statua di ghiaccio.
-Ma che diavolo vuoi che ne sappia!- esclamò, brusco.
-Oh, scusa, era solo una domanda!-
Hermione rimase a guardarlo di sottecchi. E si continuò a
chiedere quale animale potesse essere. Fino a pochi giorni prima
avrebbe detto, senza esitazione: una serpe velenosa! Ma ora non ne era
più tanto convinta. E la cosa la interessava parecchio. L'animo
di Malfoy... Decise comunque di non insistere per non irritarlo
ulteriormente.
Alzò lo sguardo. Nel cielo ammantato d'indaco erano apparse le
prime stelle. Vide Venere, e poi altre più piccole sparse qua e
là, lontane le une dalle altre. Piano piano cominciarono a spuntarne
delle altre, sempre di più, e cominciarono a prendere forma le
costellazioni.
-Draco- disse il ragazzo improvvisamente anche lui con gli occhi rivolti al cielo.
La ragazza alzò un sopracciglio.
-La stella- proseguì lui.
-Che c'è, adesso cominci con le tue manie di grandezza?- chiese, sarcastica.
Lui la guardò, poi
scoppiò a ridere.
-Che cosa ti ridi?!-
-Ma no, che hai capito!- riuscì a dire la serpe fra le risate -Mio dio, non posso credere che tu non lo sappia!-
-Ma di che cosa stai parlando?- chiese lei senza capire
-Lassù!- disse lui puntando il dito verso il cielo.
La ragazza alzò la testa seguendo la direzione indicatagli dal ragazzo
-La costellazione!-
-Oh..- disse lei -E' la costellazione del Dragone, quella-
-Sì- annuì il ragazzo -Ma originariamente si chiamava Draco-
-Davvero?- chiese lei spostando lo sguardo su di lui e poi di nuovo al gruppo di stelle luminose nel cielo.
-Già. Evidentemente non sei proprio la so-tutto-io che vuoi far credere!-
-Ehi, attento a come parli. E poi non c'è scritto da nessuna parte che il vero nome di quella costellazione sia Draco!-
Il ragazzo alzò le spalle.
-Quando ero piccolo mia madre mi parlava spesso delle stelle- disse
perdendo il suo sguardo nell'immensità del cielo blu.
-Narcyssa?-
Lui annuì.
-Diceva che non esiste niente di più potente della luce delle
stelle. Loro sono a miliardi e miliardi di anni luce lontane da
noi... eppure anche da qui sono perfettamente visibili in tutto il loro
splendore. La loro luce è così forte che riusciamo a
vederla chiara e limpida persino a questa distanza. Ed è
così potente che permane ancora nello spazio, anche quando la
stella è ormai morta...-
La ragazza rimase ad ascoltarlo senza dire una parola. Era
impressionata. Non si sarebbe mai aspettata di sentir parlare Draco
Lucius Malfoy in questo modo. Era semplicemente sconcertante. E si
sentì al contempo onorata, perché le sembrava di
star assistendo ad uno spettacolo unico e irripetibile.
-Mia madre desiderava tanto un figlio- aggiunse lui -E mi ha confidato
di aver espresso questo desiderio alle stelle. Un giorno, finalmente,
sono arrivato io. E lei ha voluto darmi il nome di una costellazione. Per
ricordarmi che "tu vieni dalle stelle", come mi diceva
sempre...-
Terminò di parlare continuando a fissare quel luminoso
aggruppamento di palle infuocate. E lei guardò lui, affascinata. Non
aveva mai creduto che Narcyssa Malfoy fosse una donna così
affezionata a suo figlio, e in qualche modo anche così profonda...
-Hai detto parole molto belle- disse in un sussurro
Lui si voltò a guardarla e incontrò di nuovo i suoi
occhi dorati. Questa volta non distolse lo sguardo.
Le sorrise.
-Grazie-
Ricambiò.
Draco continuò a fissarla e ripercorse con lo sguardo i
lineamenti del suo corpo. Le lunghe gambe snelle che terminavano con
due piccoli piedini affusolati. Su i fianchi erano morbidi e si
incurvavano armoniosamente a formare una vita sottile. Il
busto dritto e armonioso, e all'altezza del petto due sporgenze
sbucavano dalla divisa, rivelando la sua femminilità. Il collo
non molto lungo non troppo corto era sottile. E poi il viso... fine,
aggraziato. Incorniciato da quei boccoli castani che
sembravano essere morbidi e soffici. Due dolci labbra rosse non molto
carnose, delineate perfettamente come fossero state disegnate da un
artista. E quegli occhi nocciola, nelle cui profondità sembrava
brillare oro puro. Oro in polvere, sparso nelle iridi, come polverina
fatata. Doveva ammettere che era di una bellezza innegabile.
La ragazza portava la divisa anche ora che erano fuori orario e
i capelli erano sistemati ben ordinatamente, senza un ciuffo fuori
posto. "Perfettina in tutto a quanto pare!" pensò il ragazzo.
"Se solo a volte fosse meno ordinata, più... spontanea"
All'improvviso, ebbe un'idea un po' matta.
-Soffri il solletico?- le chiese, gli occhi accesi di un qualcosa che alla ragazza non piacque per niente.
-S-sì...
perché?- ma prima che potesse finire la frase il biondo
brandì la bacchetta e le lanciò addosso un incantesimo
formicolante. Prima che la ragazza avesse il tempo di capire che cosa
le avesse fatto cominciò a sentirsi formicolare da tutte le
parti e non si trattenne più. Scoppiò a ridere e
cominciò a rotolarsi sull'erba per cercare di alleviare il
fastidio.
-Malfoy!!- urlò fra le risate -Che cosa ti è saltato in mente?? Annulla subito l'incantesimo! Annullalo!-
Malfoy scoppiò a ridere godendosi lo spettacolo.
-Non penso proprio
Granger! La tortura è appena iniziata!- rispose agitando la
bacchetta in modo da pervaderla di pizzichi invisibili sui fianchi e
sulla pancia.
La ragazza urlò e
cominciò a sfregarsi la pelle con le mani come se in quella
maniera avesse potuto allontanare le mani invisibili dal suo corpo.
-Malfoy sei un lurido bastardo!! E sei anche un codardo!-
-Codardo?!- ripeté lui scandalizzato -Io un codardo?!!-
-Sì, tu Malfoy.
Proprio tu!- esclamò lei strillando affannata per le risate e i
tentativi di far cessare quel supplizio -Tu! Hai preferito usare la
bacchetta! Sapevi che se ti fossi battuto da uomo sarei stata
più forte io! Hai paura a venire a combattere qui a mani nude!-
-Che coosa?! Io non oso
avvicinarmi per il semplice motivo che non voglio tornare al castello
sporco e spettinato come sei ora tu!-
La ragazza
spalancò gli occhi, lui ghignò. Ooh che soddisfazione.
Aveva cancellato ogni traccia di precisione e ordine dalla figura della
ragazza che ora aveva tutti i capelli arruffati e la divisa alzata.
-Uh, ma guarda che si
vede!- disse lanciando un'occhiata maliziosa alle gambe scoperte della
grifoncina. La ragazza avvampò e trovando la forza di alzarsi da
terra si scagliò su di lui come un fulmine.
-Sudicio depravato pervertito stronzo...-
-Oddio, ma è proprio la Granger che parla?- fece lui facendola arrabbiare ancora di più
-Dammela!- urlò cercando di afferrare la bacchetta dalla mano di Malfoy -Dammela immediatamente!-
-Mi spiace, Granger, ma non posso proprio dartela. Se vuoi posso dartelo-
La grifoncina avvampò
-Aah sei un cretino! Un
cretino un cretino un cretino!- continuò a urlare cercando di
strappargli quella dannata bacchetta dalle mani mentre il formicolio
lungo tutto il suo corpo aumentava sempre di più. Con uno scatto
più veloce degli altri finalmente riuscì ad acchiapparla
e ci si aggrappò con tutte le forze cercando di prendersela.
-Mollala! Mollala!!-
Ma Malfoy non aveva
nessuna intenzione di mollare la presa. Nel disperato tentativo di
impossessarsi della bacchetta che la stava torturando diede una spinta
a Draco che finì lungo disteso sull'erba. Prima però
afferrò la bacchetta dalle sue mani e nel momento in cui lui,
colto di sorpresa cadeva indietro, gliela strappò di mano. Nel
momento in cui la bacchetta non si trovò più nella mano
di Malfoy l'incantesimo cessò. Hermione ora lo sovrastava e
lo guardava minacciosa dall'alto con la sua bacchetta puntatagli contro.
-Volevi fare il furbo eh Malferret?! Beh ti è andata male!-
-Avanti Granger era solo per ridere un po'-
-Mi stai chiedendo
pietà?- disse lei con un sorrisetto compiaciuto sulle labbra.
Certo aver messo al tappeto Draco Malfoy e puntargli contro la sua
stessa bacchetta rappresentava una vera vittoria per lei.
-Pietà? Ma neanche per sogno! Con o senza bacchetta sarò sempre più forte di te-
-Ah davvero?- fece lei
con un ghigno sulle labbra. Le parole di Malfoy non erano volute essere
offensive, e lei lo aveva capito. Così stette al gioco.
-E sentiamo, che cosa avresti intenzione di fare solo e disarmato contro una che ha ben due bacchette insieme?-
-Questo per esempio!-
rispose il biondo e con un rapido gesto della gamba le fece lo
sgambetto e la buttò a terra, facendole rotolare via anche la
bacchetta.
La ragazza la vide e cercò di rialzarsi per riprendersela ma Malfoy la acchiappò da dietro e la trattenne.
-Eh no! Niente bacchetta. Volevi che si combattesse ad armi pari no?-
La ragazza lo guardò torva.
-Solo quando fa piacere a te Malfoy!- sibilò
-Ovviamente- rispose ghignando.
-Sei un lurido idiota..-
-Ricominciamo?- chiese lui alzando gli occhi al cielo.
La ragazza lo spinse di lato e cominciò a tempestarlo di pugni su tutto il torace.
-Ehi!! Ehi ehi ferma! Sei matta?!-
-Vuol dire che ti sto facendo male?!- disse lei aumentando la forza con cui lo colpiva.
-Assolutamente no ma se
fai così mi sgualcisci la camicia!- e detto questo le
afferrò le mani, la spinse sotto di sè e le fermò i polsi ai
lati della testa.
-Ecco, così non darai più fastidio a nessuno!-
La ragazza cominciò allora a riempirlo di calci.
-Ehi! Ma allora sei violenta!-
-Legittima difesa!- ribatté lei -Lasciami subito!-
-Non ci penso proprio!
Non dopo aver osato puntarmi la mia bacchetta contro!- rispose quello
fermandole le gambe fra le sue ginocchia.
-A proposito dov'è la tua?- chiese con un ghigno.
-Cosa? Non ti azzardare a prenderla brutto...-
-Ok, se non vuoi dirmi tu dov'è vorrà dire che me la cercherò da solo!-
E così detto cominciò a tastarle la divisa. Hermione trattenne il
fiato. Draco si accorse
dell'irrigidimento della ragazza e sorrise.
-Che cosa c'è? Ti da fastidio essere toccata?- chiese con un ghigno malizioso sulle labbra.
La ragazza avvampò -Toglimi le mani di dosso Malfoy!-
-Uuh... sentila... siamo
sicuri che è questo quello che vuoi?- le chiese con voce melliflua. E fece scivolare la
mano sulle cosce della ragazza. Lei trattenne il respiro.
-In tasca non
c'è...- disse lentamente per assaporare meglio quella piccola
vendetta. Risalì pian piano sui fianchi, struciando sulla divisa attaccata alla pelle -Dove l'hai nascosta
Granger?-
-Dove tu non oserai arrivare!- rispose lei riprendendosi e staccando con una spinta le mani del ragazzo dal suo corpo.
Lui la guardò divertito.
-Deve essere in un posto molto interessante...-
-Smettila di fare il viscido- esclamò la ragazza e tirò fuori la bacchetta dalla manica della divisa.
-Ed ora la metterò
al sicuro- disse infilandosela in fretta sotto la maglietta
-dove tu non oserai arrivare-
-Questo lo dici tu- ribatté il ragazzo maliziosamente
-Lo dico e lo ripeto!- rispose lei e incrociò con forza le braccia sul busto.
Il ragazzo ghignò e la
guardò dall'alto dei quaranta centimetri che li separavano. Solo in
quel momento si rese conto di una cosa importantissima: era sopra di lei.
Anche la ragazza se ne
accorse, e sentì la gola seccarsi. Oddio.. pensò. Erano così vicini. Il suo cuore cominciò a battere
forte mentre il respiro le si fece a un tratto irregolare.
Draco la
guardò coi suoi chiari occhi argento e si rese conto che non era più semplicemente
carina. Era bella. Bella. Con quei capelli spettinati sparsi sull'erba,
le braccia incrociate sotto al petto che stringevano un po' i seni fra
loro. Bella. Il viso arrossato per le risate e la
lotta. Bella.
Il petto le si alzava e
si abbassava al ritmo del respiro che, lui se ne accorse, cominciava ad essere affannato.
Era inginocchiato sopra
Hermione Granger e si trovava a soli quaranta centimetri da lei. Quaranta
centimetri. In una qualsiasi situazione avrebbe saputo benissimo che fare. Sarebbe bastato un attimo. Leggeva nei
suoi occhi che lei non se lo sarebbe aspettato, ma che, forse, avrebbe accettato. Eppure restò
a fissarla senza muovere un muscolo.
La ragazza, incapace di
muoversi o parlare, restò come una statua ad aspettarsi qualsiasi cosa.
Lui continuava a
guardarla e lei sentiva ad ogni secondo che passava che non erano
più in quella posizione per caso. Certo, c'erano finiti per
sbaglio. Ma adesso? Perché ci erano rimasti?
Perché non si era alzato e l'aveva lasciata libera? Dentro
di sè sentiva il cervello gridare messaggi di rifiuto, le diceva
"mandalo via, alzati tu". Ma c'era una parte di lei che si stava beando
di uno sguardo che mai aveva visto, che accettava con stupore la
sensazione di essere fissata come mai era stata fissata prima. Nessuno
l'aveva mai guardata così.Malfoy non l'aveva mai guardata così!
In quel momento il
ragazzo si sollevò e si tolse da sopra di lei. Hermione
restò qualche secondo sdraiata lì, confusa. Poi si riprese e si
alzò a sedere. Il ragazzo la guardava, ma ora il suo sguardo era
diverso. Era come se un incanto si fosse rotto.
-Scusa- le disse con indifferenza, gli occhi che guardavano altrove.
-Figurati, è stato un incidente- rispose lei, ma in fondo sentiva che non era vero.
-Già- mentì.
La ragazza si rialzò e si sistemò la divisa. Il ragazzo si passò una mano fra i capelli.
-Andiamo- disse -Si è fatto tardi-
-Sì. Tieni- e gli porse la bacchetta. Lui la prese senza guardarla e se la infilò in tasca.
In silenzio si avviarono
verso la scuola. In silenzio: come il giorno prima. Ma sta volta Draco
non andò avanti lasciandola sola. Aveva fatto buio, non era
prudente lasciarla indietro.
Camminavanol'uno accanto
all'altra senza però mai sfiorarsi . Limitando i contatti. Dopo
quello che era successo, qualsiasi movimento
sembrava loro equivoco.
Hermione sentì il
cuore batterle ancora forte dentro al petto. Che cosa le era
successo? Perché non si era ribellata, non aveva spinto via
Malfoy? Era come se durante quegli attimi fosse stata
stregata. Non era più stata capace di fare niente: di muoversi,
di parlare. Ma cosa era realmente accaduto fra loro? Per un attimo
aveva
pensato che avrebbero potuto baciarsi, stando così vicini. Ma
poi non era successo. Che si fosse immaginata tutto? Insomma, magari
era stato davvero tutto solo un incidente. E lei aveva frainteso. Insomma, Malfoy non era
certo uno che non approfittava di certe occasioni... anche se, doveva
ammetterlo, non era più sicura al cento per cento di chi fosse Malfoy.
Negli ultimi tempi stava conoscendo un ragazzo diverso da quello che
aveva sempre conosciuto.
-Senti...- disse il ragazzo all'improvviso.
Lei alzò lo sguardo su di lui.
-Verrai anche domani a leggere?-
Lo guardò sorpresa. Si stava informando se lei sarebbe venuta, o le stava chiedendo di venire?
-Sì, verrò...- rispose senza pensarci.
Salve a tt!! Allora, ke ne dite d qst
cap? ci stava quasi quasi x scappare un bacio ma... eh lo so sn xfida!
Xò nn voglio far crollare Hermione subito così e sopratt
se Draco nn l'ha ftt c sarà 1 motivo, no? Se volete scoprirlo
leggete il prox cap^^
Grazie a...
Arwen_90:
Draco inftt nn ha nex intenzione di farsi rubare il posto da Ron!
E allora xkè nn ha baciato Hermione ora ke ce ne era
l'occasione?, mi kiederai... eh lo so... forse xkè aveva
paura ke lei lo respingesse... e ke importa qst ai fini della
scommessa? beh, ma abbiamo capito tt ke nn si tratta + sl della
scommessa giusto? e poi cmq la scommessa parlava kiaro: farla
innamorare e portarsela a letto. lui nn sa se lei sia innamorata d lui
o no e nn può xmettersi d allontanarla a causa d 1 semplice
bacio, preferisce aspettare e fare le cs x bn... ^^ sxo cmq ke il cap t
sia piaciuto, anke senza il "bacio finale" =)
lilycullen:
sxo di aver aggiornato abbastanza presto, c ho messo tt la giornata x
scriverlo xk nn ne ero mai completamente convinta.. sxo ke qst basti
x risparmiarmi la fattura... :S aiuto!!
whateverhappened: a Blaise piace qlk1... dici? mm staremo a vedere =P
1 bacio a tt!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ciauuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu ^^
|
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Capitolo 9 *** 9 ***
9
Draco quella notte dormì poco. Era sconvolto. I suoi pensieri
andavano e venivano continuamente ai momenti passati con Hermione,
quella sera. Vedeva ancora nitidamente sotto di se la fragile figura
della ragazza, il suo rossore sulle gote... Quella visione continuava a
tormentarlo. Stava quasi per baciarla, lo sapeva. Era lì,
sotto di lui,
sarebbe bastato un attimo. Ma non l'aveva fatto. Perché?
Perché non sapeva. Non sapeva se lei avrebbe voluto. Non sapeva
se avrebbe accettato, se avrebbe accolto le sue labbra o le avrebbe
respinte, se sarebbe rimasta o se sarebbe fuggita. Fuggita. Quella
parola gli metteva paura. Si immaginò la figura della ragazza
che si alzava e se ne andava via correndo. Via. Via da lui. Non poteva
permetterselo.
Non poteva permettersi di perderla per un attimo di debolezza. Di
perderla... di perdere la scommessa. Se si fosse lasciato andare e
l'avesse baciata, se lei lo avesse allontanato, da allora non gli si
sarebbe più avvicinata. E lui si sarebbe ritrovato punto a capo.
Peggio. Perché da quel momento si sarebbe tenuta a debita
distanza. In un lampo gli balenarono in mente le parole di Blaise. Non lo fai solo perché la odi. Diede un pugno al cuscino. Perché continuava a
fingere? A mentire... persino a se stesso?! Non voleva perderla
perché gli piaceva stare con lei. Questa era la pura e semplice
verità. Gli piaceva parlare con lei, scherzare con lei, ridere
con lei, giocare con lei. Gli piacevano i suoi occhi che lo scrutavano,
le sue guance che si arrossavano, la sua risata cristallina. Gli piaceva
lei perché era stata l'unica ad aver saputo sciogliere, per un
attimo, con un solo sguardo, il ghiaccio che lo imprigionava. L'aveva
sentito. Aveva sentito il calore entrargli dentro. Il ghiaccio
sciogliersi e scivolare, scorrendogli dentro, lavandogli il cuore. E il
cuore si era risvegliato. Aveva ritrovato la vita, lì, con lei.
Lo aveva sentito. E lo sentiva anche ora. Lei lo aveva risvegliato. Lo
aveva liberato dalla sua gabbia.
Non sapeva che cosa fosse. Stavano
diventando amici? Ma lui aveva avuto l'impulso di baciarla. Sì,
aveva avuto l'impulso di baciarla, lì. Di premere le sue labbra
sulle sue morbide, e di sentirla sotto di se, di toccarla, di
accarezzarla. Aveva sentito tutto questo, come una scossa elettrica, un
formicolio interno. Ma non lo aveva fatto. Non poteva farlo. Non poteva
permettesi di perderla. Doveva continuare a sperare che lei ci fosse,
tutte le sere, al lago. Doveva sperare che lei parlasse ancora con lui.
Che lo sciogliesse ancora come solo lei sapeva fare. Era amore? Non lo
sapeva. Fino a pochi giorni prima lo aveva ritenuto impossibile. Ma
fino a pochi giorni prima non aveva mai creduto di poter provare tutto
questo.
-Hermione-
-Um-
-Hermione ecco, io ti dovrei dire una cosa... riguardo all'uscita ad Hogsmeade...-
-Uh-uh-
-Ricordi quello che stavo cercando di dirti ieri?-
-Uh-uh-
-Ecco... alla fine non ero riuscito a finire di dirtelo, visto che
c'era sempre qualcuno ad interrompermi...- fece una risatina nervosa
-Um-
-Hermione ma mi stai ascoltando??-
-Um-
-Hermione?!-
-Um, sì?-
-Hermione cos'hai, ti senti bene?-
-Io? Sì... perché?-
-Non so, hai l'aria assente che ti succede?-
-Oh, sono solo stanca...-
-Hai dormito male?-
-Ho dormito poco-
-Ah, capisco...-
Ron non seppe se riprendere il discorso o no. Hermione sembrava non ci
stesse con la testa, non gli sembrava dell'umore giusto per dirglielo.
-Scusate- disse lei -Ma ieri non riuscivo ad addormentarmi e quindi ora sono un po' assonnata...-
-Non preoccuparti Herm -rispose Harry -Però vedi che studiare troppo ti fa male?!-
-Ma non è per lo studio...-
-E allora per che cos'è?- le chiesero gli amici allarmati.
Possibile che Hermione avesse qualcos'altro per la testa che non fosse lo studio e che la facesse dormire poco?
-Ma niente... semplicemente ho fatto fatica a prendere sonno, capita a
volte- rispose lei sorridendo per tranquillizzarli. Loro non sembrarono
molto convinti. Ma poi fecero cadere lì il discorso. Luna e
Ginny le si avvicinarono e la tirarono per un braccio.
-E' per il tuo amante segreto?- le chiese Luna a bassa voce
-Cosa?? Quale amante segreto?!- disse lei sconcertata
-Ma quello per cui vai tutte le sere al lago, naturalmente!- si intromise Ginny
-Eeh?? Ma sei matta? Io non mi incontro con nessuno!-
In fondo era vero. Lei andava lì principalmente per leggere. Poi che ci ci trovasse anche Malfoy era un altro conto.
-E dai, guarda che l'abbiamo capito eh!-
La riccia alzò un sopracciglio, divertita.
-L'avete capito?-
-Beh sì- rispose la rossa -ieri quando te ne sei andata anche
Luna ha notato strano il tuo comportamento, insomma credevamo saresti
rimasta con noi. E così io le ho detto che era qualche giorno
che tu andavi al lago tutte le sere e che era presumibile tu avessi un
amante-
Hermione le guardò tutte e due come fossero due matte
-Ma guardate che io vado veramente al lago per leggere!-
-Sì, e infatti il tuo segnalibro resta sempre fermo alla stessa
pagina!- la rimbeccò Ginny, che non si faceva sfuggire nulla.
-Oh, andiamo, ma che dici. Guarda che ti sbagli, non c'è assolutamente nessun amante segreto, mettetevelo bene in testa!-
-Di cosa state parlando?- intervenne Neville -Chi sarebbe l'amante segreto di Hermione?-
Harry e Ron si girarono curiosi verso di loro.
-Amante?- chiese Ron
-Segreto??- gli fece eco Harry
-Già, Hermione si vede tutte le sere al lago con un ragazzo...-
-Luna!!- esclamò Hermione -Ma che dici?? Non è vero niente!-
-E allora perché stai arrossendo?-
-Cosa? Perché voi dite delle cose assurde! Ve l'avrei detto se ci fosse stato qualcuno!!-
-Ce l'avresti detto?- chiese Ron visibilmente turbato
-Ma certo! Vi pare? Voi siete i miei migliori amici! Come potrei nascondervi un mio fidanzato?!-
I cinque la guardarono, poi Harry disse
-Sì, ce l'avresti detto, ci siamo sempre detti tutto-
-Esatto-
-Quindi nessun amante segreto?-
-Nessuno- affermò lei.
-Umm sarà... ma a me non me la racconti giusta- borbottò Ginny.
Draco Malfoy notò che quel giorno la Granger era molto strana.
Era sembrata assente ai discorsi degli amici durante la colazione e
pure a lezione la vide spesso distratta. Si chiese che cosa le passasse
per la testa. Lo studio? Problemi personali? Un... ragazzo? Si chiese
chi potesse essere. Che quell'idiota di Lenticchia fosse riuscito a
conquistarla? Quel pensiero lo innervosì parecchio e decise di
eliminarlo subito, ripetendosi che non poteva essere quel deficiente ad
occupare i pensieri di Hermione. Vide arrivare Pansy e pensò che
si sarebbe fermata con lui per parlargli e stargli appiccicata come
sempre. Ma notò con stupore che gli passò davanti senza
fermarsi. La chiamò
-Pansy-
La ragazza si girò e appena lo vede gli sorrise
-Oh ciao Draco-
-Ciao- disse lui raggiungendola -Dove stai andando?-
-Ecco io- la ragazza sembrò esitare -Niente, vado a dire
una cosa a Blaise- disse e con un sorriso e un cenno della mano si
allontanò.
Lui la guardò andare via sospettoso. Sentiva che gli stava
nascondendo qualcosa. Per un attimo un atroce sospetto gli
balenò in testa. Che cosa poteva bramare Pansy insieme a Blaise?
Il suo pensiero volò subito a una riccia Grifondoro.
Blaise non sopportava che lui avesse accettato la scommessa e Pansy di
certo era gelosa perché a causa della ragazza non le stava dando
più molte attenzioni. E se stessero tramando qualcosa contro di
lei? Scosse la testa scacciando quel pensiero. Ma che stava dicendo?!
Blaise era il suo migliore amico e anche se non era d'accordo con la
sua decisione non sarebbe mai arrivato a tanto. E Pansy era abituata a
venire messa in secondo piano quando lui aveva in mente un'altra,
quindi...
Proprio in quel momento venne sorpassato dal gruppo dei Grifondoro che
chiacchieravano amabilmente fra loro come al solito. Non poté
fare a meno di lanciarle un'occhiata quando gli passò accanto e
vide che pure lei l'aveva guardato per un attimo. Poi però
aveva distolto subito lo sguardo ed era arrossita. La Granger che lo
guardava e arrossiva?! Forse aveva visto male...
Ginny Weasley era sdraiata sul letto a non far niente.
"Non è vero che non faccio niente!" protestava sempre "Sto fantasticando!"
La cosa strana era che anche Hermione Granger era sdraiata sul letto, a
non far niente. Se stesse fantasticando pure lei, questo non lo sapeva.
Sapeva solo che non vedeva l'ora che arrivasse la sera. Immaginò il momento in cui l'orologio avesse scoccato le 18:30
e lei si fosse alzata. Avrebbe preso il suo libro dal comodino e
avrebbe salutato Ginny. Poi si sarebbe diretta di corsa verso il lago.
E là lo avrebbe trovato. Sì, sta volta era sicura che ci
sarebbe stato. Altrimenti perché le avrebbe chiesto se sarebbe
venuta, l'altra sera? Non vedeva l'ora!
Era curiosa di sapere cos'altro avrebbe scoperto quel giorno su Draco
Malfoy. Ogni volta lui mostrava una parte di se di cui lei non avrebbe
mai sospettato. Ormai viveva per quello, se ne rendeva conto. Viveva
della curiosità di parlare con lui, di riscoprirlo. Si alzava la
mattina solo per vivere quei pochi momenti insieme. Tutto il resto
passava in secondo piano. Si rendeva conto che stava esagerando.
Insomma non poteva vivere aspettando la fine della giornata. Come
alzarsi all'alba per assistere al tramonto! Ma il tempo passava troppo
lentamente e lei doveva pure studiare.
-Avanti Ginny- disse, alzandosi -diamoci da fare!-
-Mm uffaa però!!- protestò la rossa chiudendosi i lembi del cuscino davanti al viso.
-Dai che sono già le quattro meno un quarto! Abbiamo riposato abbastanza-
-Uffa. E va bene dai, prima me li tolgo dalle scatole meglio è-
E così le due grifoncine si misero al lavoro, ognuna delle due
non molto concentrata. Una con i pensieri che vagavano ogni tanto a una
zazzera di mori capelli ribelli. Un'altra con la mente occupata da due
grandi occhi di ghiaccio. La riccia ripensò per un attimo a
quello che era successo il giorno prima. Aveva percepito qualcosa,
qualcosa che si era smosso, fra loro... Ma Hermione non si fece
più distrarre e decise di chiudere quei pensieri fuori dalla sua
mente per concentrarsi sui libri. Studiò Storia della
Magia, Rune e Pozioni. Almeno così il tempo sarebbe passato...
Draco era sdraiato sul suo letto e aspettava. Aveva detto a Tiger di
fare i compiti anche per lui e, per evitare che lo mettesse nei guai,
aveva detto a lui di ricopiarli a sua volta da Sebastian, un ragazzo
bravo del suo stesso anno. Lui non aveva testa per studiare in quel
momento. Non faceva che pensare a quando si sarebbe trovato con
Hermione. Già, adesso la pensava pure con il nome... Continuava a
pensare a lei, e a chiedersi che cosa le frullasse per la testa
quel giorno, visto che si mostrava così distratta e assente.
L'orologio ticchettava fastidiosamente sul muro e se aspettare il
tramonto era già abbastanza pesante lo era ancora di più
ascoltando quel dannato ticchettio che scandiva ogni secondo come fosse
un'ora. Fu tentato di chiamare Pansy per divertirsi un po' nel
frattempo. Era la forza dell'abitudine. Ma poi si rese conto che non
aveva veramente voglia di stare con lei. Insomma era inutile, se nei
suoi pensieri c'era sempre e solo Hermione. Non gli era mai successo.
Di avere sempre in mente una e una sola ragazza. E soprattutto non gli
era mai successo di pensarla per più di un giorno.
Controllò l'ora con un moto di apprensione. Ancora le 17:00.
Accidenti! Perché il tempo non passava mai?! Decise di scendere
in sala comune, almeno lì sarebbe stato in compagnia.
Pensò che da lì sarebbe poi subito uscito. Così si
fece una doccia e si diede una sistemata davanti allo specchio.
Quando scese trovò Tiger e Goyle che giocavano a scacchi. Diede
una sbirciatina alla scacchiera. Fra i due non si sapeva chi fosse
messo peggio. Poi c'erano anche Blaise e Zac.
-Ciao Draco- lo salutò quest'ultimo. Malfoy non fu molto contento
di vederlo. Sicuramente gli avrebbe fatto qualche domanda riguardo a
Hermione.
-Ciao- rispose freddo e fece un cenno con la testa a Blaise.
-Allora con la Granger?-
Ecco appunto. Sbuffò.
-Che vuoi sapere?-
-Beh- fece quello come se fosse ovvio -sei riuscito ad acchiapparla? Ci hai già fatto qualcosa?-
Lui lo squadrò. Come gli sembrava improvvisamente viscido e ripugnante.
-No, non ci ho ancora fatto niente- rispose vago -non è mica una cosa facile-
Quello rise -Eh già, sarà dura, ma tu vincerai giusto?-
Draco lo guardò e provò una voglia incontenibile di
mollargli un pugno sul muso. "Vincere" non era certo un termine da
usare in circostanze come quella! Ma si trattenne. Lui non sapeva.
Nessuno
sapeva. Che Hermione per lui era diventata qualcosa di più di
una semplice scommessa.
-Non ti rispondo neanche- disse, sapendo che così avrebbe messo
fine al discorso. A volte è meglio parlare con mezzi termini.
Mascherare le proprie risposte. Zac sembrò soddisfatto e
compiaciuto si sistemò meglio sulla sua poltrona tirando fuori
dalla tasca dei pantaloni un pacco di sigarette. Blaise era seduto di
fronte a lui e lo guardava con quei suoi profondi occhi blu. Il suo
sguardo era indecifrabile, non riusciva a capire a cosa stesse
pensando. Eppure gli sembrò di scorgere una sorta di malinconia
nei suoi occhi, di tristezza... Chissà che cosa gli frullava per
la testa pure a lui.
Passò così il pomeriggio in attesa
che arrivasse il momento.
Precisamente un'ora dopo, alle 18:15 si
alzò dal divano.
-Dove vai?- chiese Zac
-A fare un giro-
-Al lago?- s'intromise Blaise.
Lui lo guardò. E per un secondo rivide di nuovo un lampo di malinconia nei suoi occhi.
-Sì-
E detto questo
uscì dalla sala e salì le scale. Gli
piaceva arrivare sempre un po' prima di lei. Lo incuriosiva sapere ogni
volta come avrebbe reagito a vederlo. Ripensò a tutte le
volte che era già successo. La prima si era voltata sorpresa e
incredula. Sembrava non potesse credere di averlo visto
lì. Ed era anche un po' irritata. La seconda l'aveva vista
sorpresa e basta, ma non infastidita ne scocciata. La terza invece
l'aveva vista timorosa, come se si fosse aspettata che le lanciasse
addosso una fattura da un momento all'altro. Poi, quando lui le aveva
fatto capire che era disposto a stare con lei come il giorno prima, si
era illuminata di una luce che non le aveva mai visto. Era sembrata
quasi... felice? Affrettò il passo. E questa volta come avrebbe
reagito? Se lo chiese mentre risaliva la piccola collinetta alberata.
Arrivò in cima e fra i cespugli scorse la vallata più o
meno
piana che scendeva leggermente verso il basso, dove regnava il lago. Il
sole ci si stava già tuffando dentro per sparire e
lasciar posto ancora una volta alla magia della sera. Ci
pensò. Com'era
strano.... alzarsi all'alba aspettando solo di vivere il tramonto... Un
passo dopo l'altro scese. Andò a sedersi in riva al lago e
fissò i riflessi dorati del sole sulle acque piatte e profonde.
Gli vennero in mente i suoi occhi. Si scrollò. Proprio in
quel momento sentì una voce alle sue spalle.
-Ciao-
Si voltò. Era lei.
-Ciao- rispose il ragazzo.
Lei lo guardò e si accorse della sua espressione felice. Anche
lei lo era. Si sedette accanto a lui. Il ragazzo notò che
stringeva il libro fra le mani.
-Perché ti ostini a portarlo ogni volta se sai che non lo leggerai mai?-
Lei lo guardò stranita -Chi ti ha detto che non lo leggerò mai?-
-Fin'ora non l'hai fatto-
La ragazza non seppe cosa rispondere. Aveva ragione. Rimasero in silenzio per un po'.
Lei cominciò a giocherellare distrattamente con i fili d'erba
che spuntavano dal terreno. Come in un flash-back le ritornò
alla mente il
momento in cui si era trovata sotto di lui. Era rimasta scioccata.
Aveva sentito il fiato caldo del ragazzo su di se, così vicino
che le aveva solleticato la pelle. Rabbrividì al ricordo del
tocco delle mani del ragazzo sul suo corpo, che l'avevano perlustrata
per gioco in cerca della bacchetta. Si era sentita percossa da una
scossa e aveva percepito il proprio respiro farsi più affannoso.
Perché?
-Ma che cos'hai oggi?-
La sua voce la distolse dai suoi pensieri.
-Scusa?-
-E' tutto il giorno che sei strana. Sembri distratta, assente...-
-Oddio, anche tu con questa storia?!-
Lui si voltò a guardarla.
-A quanto pare non sono l'unico a dirlo-
Lei sbuffò.
-Già, Ginny e Luna sono addirittura convinte che io abbia un ragazzo per la testa!-
-Un ragazzo?- chiese lui curioso.
Lei rise.
-Già! E' assurdo, solo perché esco tutte le sere! Sono convinte che io mi incontri con un amante segreto!-
Draco rise a sua volta. Poi la guardò.
-Beh, perché no?- chiese con un ghigno sporgendosi verso di lei.
-Cosa?- chiese lei sorpresa
-Potrebbe essere. Io e te qua, da soli... effettivamente si potrebbe
pensare che ci incontriamo qui...- continuò avvicinandosi
maliziosamente alla ragazza -per fare chissà cosa...-
Lei arrossì fino alla punta dei
capelli e gli diede una spinta.
-Ah, Malfoy quanto sei stupido!!-
Draco scoppiò a ridere divertito, mentre lei voltò la
testa in segno di stizza incrociando le braccia al petto, più
rossa che mai.
-Perché arrossisci?-
-Io non arrossisco!-
-Ah, il rosso peperone è il tuo colorito abituale?-
-Io non sono rossa peperone!- gridò lei
-Ok ok calmati- disse lui, decisamente divertito.
-Uh- fece lei con fare sdegnato e voltò di nuovo la testa con il naso all'insù e gli occhi chiusi.
-Comunque credevo anch'io che avessi un ragazzo in testa-
Lei lo guardò di sbieco.
-E chi pensavi che fosse sentiamo?-
-Devo ammettere che in un primo momento ho pensato a Lenticchia...-
La riccia si voltò verso di lui visibilmente sorpresa.
-Cosa? Ron??-
Annuì.
-Già, proprio lui-
-Ma Ron è il mio migliore amico! Non potrei mai innamorarmene!- rispose lei con tono d'incredulità
-Lui non sembra pensarla allo stesso modo..-
-Che? Ma che stai dicendo?-
-Se non lo sai tu, Granger...-
Lei rimase a fissarlo a bocca aperta.
-Che vuoi dire?-
-Niente niente-
-No, adesso dimmelo! Che cosa stai insinuando?!-
-Niente Granger-
-Senti, vedi di piantarla di fare il vago che mi dai letteralmente sui nerv..-
-Comunque- la interruppe lui -mi sembra di capire che non sia lui il ragazzo che occupa i tuoi pensieri...-
-Certo che no!- esclamò lei.
Le labbra del ragazzo s'incresparono in un ghigno compiaciuto.
-E allora chi è?-
La ragazza arrossì di nuovo.
-Cosa ti fa pensare Malfoy che io abbia un ragazzo in testa?-
-Il fatto che non l'hai negato-
-Che cosa?! Non l'ho negato?!-
-No- rispose lui scuotendo la testa con un sorrisino sulle labbra che a Hermione piaceva ben poco.
-Beh se non l'ho fatto è perché mi è sembrato assolutamente superfluo- ribatté lei stizzita
-Ma quando io ti ho detto che a quanto pare non è Weasley quel
ragazzo tu hai risposto che era certo che non fosse lui, non che non ci
fosse nessun ragazzo!-
Lei rimase un attimo interdetta senza sapere come controbattere.
Lui se ne accorse e sorrise ancora di più, sicuro di avere ragione.
-Allora, Granger, chi è quel ragazzo?-
Lei lo guardò furente
-Oh smettila Malfoy!! Non sono affari tuoi!!-
-Siamo sicuri?- chiese lui con un ghigno.
-Che cosa stai insinuando?-
-Oh, non saprei...- sussurrò lui mettendosi di fronte a lei e
piantando le braccia sull'erba ai lati della ragazza -Magari potrebbe
essere veramente il ragazzo misterioso con cui ti vedi tutte le sere...-
Hermione era ora davvero più rossa di un peperone e a
vedere Malfoy così vicino a se sentì ancora una
volta il proprio respiro fermarsi in gola.
-Malfoy stai vaneggiando-
disse cercando di sembrare il più
convincente possibile. Ma il suo imbarazzo era troppo evidente e il
ragazzo non si fece smontare dalle parole della grifoncina, ma anzi,
avvicinò ancora di più il viso al suo, fissandola coi
suoi ipnotizzanti occhi tempesta, fino a far sfiorare quasi la punta
del suo naso con il suo
-Vuoi forse affermare che vieni qui tutte le sere solo per leggere?- sussurrò, soffiandole sulla pelle.
La ragazza lo guardò e capì che non sarebbe riuscita a
mentire tenendo fissi gli occhi ancora nei suoi. Così
girò la testa di qualche centimetro fissando gli alberi che
oscillavano al vento dalla parte opposta del lago.
-Sì-
Il ragazzo la guardò e non poté fare a meno di pensare
quanto fosse divertente quando era imbarazzata, ma anche
incredibilmente carina.
-Perché non mi guardi negli occhi mentre lo dici?-
La ragazza riportò lo sguardo su quello di lui e si
spaventò leggermente vedendo il viso del ragazzo così
vicino.
-Malfoy cosa stai facendo?- chiese, il respiro irregolare.
Lui non rispose, ma ripeté la domanda.
-Allora, vieni qui tutte le sere solo per leggere?-
Le guance della riccia si imporporarono ancora di più e lei le
sentì bruciare. Si morse il labbro inferiore prima di rispondere
-Vengo qui per leggere...- lo sguardo del ragazzo si fece ancora più intenso -... e per stare con te-
Draco rimase sorpreso dalle parole della ragazza la quale
abbassò subito gli occhi castani per nascondere l'imbarazzo.
Rimasero così per qualche attimo. Lei che si malediceva a mente
per quello che aveva appena confessato e avrebbe tanto voluto sprofondare pur
di non sentire ancora gli occhi di lui puntati su di se che ora, per
la prima volta in tutta la sua vita, non riusciva a tenere alto lo
sguardo.
Draco dal canto suo non poté sentirsi più euforico e
soddisfatto di così. Aveva ottenuto quello che voleva. Aveva
sentito con le proprie orecchie proprio quello che voleva sentirsi dire
e aveva letto in quegli occhi dorati molto di più. Ma decise di
non imbarazzarla ulteriormente, e anzi di rassicurarla, in qualche
modo.
Con un gesto fluido della mano le alzò il mento con un dito e la guardò negli occhi.
-Io invece non ho nessun libro da leggere. Vengo qui per te e basta-
Il cuore della ragazza in quel momento fece un salto, o una capriola,
non seppe dirlo. Seppe solo che fece un balzo talmente forte da
mozzarle il respiro. Il ragazzo la guardò ancora per un attimo
negli occhi. Poi si allontanò e tornò a sedersi accanto a
lei. In quel momento Hermione sentì una sensazione pari a quella
che si prova dopo essere usciti da un cinema. Dopo che si è
visto un film, e si cammina per i corridoi dell'edificio ancora con
certe immagini, certi suoni, certe sensazioni addosso. Poi si esce
all'aria aperta, il sole ti investe, l'aria ti riscuote e a te sembra
di risvegliarti da un lungo sonno. Fu esattamente quello che
provò Hermione in quel momento, risvegliarsi da un sogno. Il
ragazzo accanto a lei era tranquillo, i lineamenti del viso rilassati e
un sorriso gli increspava le labbra. La ragazza ci mise qualche secondo
a riprendersi del tutto e a convincersi che non era grave se aveva
detto a Malfoy che veniva lì tutte le sere per stare con lui.
Soprattutto perché anche lui aveva detto che veniva lì
per lei. Lì per lei e basta.
-Sai, devo confessarti una cosa- disse in quel momento il biondo. Lei si girò a guardarlo, curiosa.
-Sono felice di averti incontrata quel giorno, qui al lago. Sono felice
perché è stato allora che ti ho conosciuta. Che ti ho
conosciuta veramente. E da allora non ho potuto fare a meno di tornare,
e sperare che tu ci fossi-
Hermione lo ascoltava meravigliata. Non poteva credere che Draco Malfoy le stesse dicendo quello. Non poteva essere vero.
-Sperare... che io ci fossi?- ripeté, incredula.
Lui si voltò a guardarla -Sì. Sai, le cose che ti ho
detto... quelle su mia madre...- Hermione lo vide esitare -...non le
avevo mai dette a nessuno-
La ragazza restò in silenzio, stupita, ma anche impagabilmente felice.
-Perché non avevo mai trovato nessuno a cui dirle. Nessuno con
cui parlare. Con cui confidarmi. Con te ho scoperto che è
facile. Che mi veniva naturale. E mi hai fatto ridere.-
Si girò verso di lei guardandola negli occhi.
-Nessuno mi aveva mai fatto ridere-
-E' un complimento?- chiese lei incerta.
Lui la guardò negli occhi.
-Sai...- disse e tornò a guardare davanti a se -credo di sì-
I due rimasero al lago a parlare fino a che non fu ora di andare. Ma
sta volta continuarono a chiacchierare anche durante il tragitto di
ritorno alla scuola. Ora che si erano detti la verità, o parte di essa,
si sentivano come più liberi, liberi di parlare e parlare e
parlare e parlare. Quando si trovarono di fronte al portone Malfoy si
voltò a guardarla.
-Allora ci vediamo domani?-
-Sì-
-Guarda che ti aspetto-
Rise.
-Lo so-
Salve a tt!! Allora ke ne dite d qst
capitolo? Finalmente i due si stanno dando una smossa e hanno aperto un
po' il loro cuore. Certo, non gli hanno spalancato le porte, ma una
finestrella piccina piccina, ma ke vogliamo aspettarci da un'orgogliosa
Grifondoro e da un altezzoso Serpeverde? Anke se bisogna dire ke qst
volta Draco ha avuto un bel coraggio! Ed ora ke si sn concessi qst
parziale confessione cm andranno a finire? Leggere x scoprire! E ho
fatto pure la rima!! Ahahah ok sn matta, pazza, completamente fuori cm
1 balcone!!
Allora, gg ho molte xsn da ringraziare, mamma mia!! Quando ho visto tt qst recensioni quasi mi è vnt 1 infarto!!
Grazie a...
Arwen_90: vogliamo proprio
farglielo sapere a Ron?? E sia!! muhahahahahah cm sn perfidaa!! xDxD
felice cm smpr ke il cap t sia piaciuto^^
eddy: eih, 1 nuova presenza!!
piacere!! sn felice d aggiornare abbastanza velocemente! fortunatamente
in qst ultimi gg ho avuto 1 sacco d tmp qnd... mi sn consumata! xD
skerzo... :P sxo ke troverai soddisfacente anke qst cap... anke se nn c
scappa ancora il bacio! ma io sn xfida l'ho detto e lo ripeto! xDxD
lilycullen: grazie sua
maestà x avermi risparmiato! nn so cm ringraziarla, anzi 1 modo
c sarebbe! ti organizzo io l'appuntamento cn Malfoy in riva al lago!!
hihi
mediana: ecco un'altra nuova
lettrice! Felice d essere finita fra i tuoi preferiti! eh sì,
ultimamente sto aggiornando mlt in fretta, tranne qst cap qua ke mi c
è vlt 1 po' x pensarlo... problema dominante: li faccio baciare
o no? Poi ho detto ma noo, nn ancora, è tr presto! xDxD ho
già detto ke sn xfida?? :P
poppi: eh mi dispiace nn aver
esaudito ancora il tuo desiderio del bacio... ma nn temere il momento
si fa vicino... fuokino fuokino! xDxD cmq se vuoi organizzo anke a te
l'appuntamento cn Malfoy! Tanto gli sto già compilando
l'agenda... xD
whateverhappened: qualke bella donzella... ma 6 vegente?? nn aggiungo altro... :P
GRAZIE INFINITE A TT E 1 VALANGA D BACI DA PARTE MIA E DI DRACO!!!
ps: ho cm il sospetto ke a qst punto i miei vengano
messi in 2° piano mm... u.u
ciauuuuuuuuuuu!!!!!!!!
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Capitolo 10 *** 10 ***
10
-Hermione ma cos'hai oggi?-
-Perché?- chiese lei sorridendo
-Sei strana! Prima sei moscia e assente poi sparisci e torni più allegra di una pasqua!-
Hermione sorrise. Harry aveva ragione. Si sentiva euforica. Quello che le aveva detto Draco...
-Avevo solo bisogno di rilassarmi- si giustificò.
-Dillo che stai così perché hai incontrato il tuo ragazzo!- le bisbigliò Ginny senza farsi sentire.
-Ginny ti ho già detto che non ho un ragazzo!-
-Ma c'è qualcuno con cui ti incontri no?-
La ragazza non rispose. Sollevò il calice per bere e vide
riflesso sull'oro scintillante la tavolata di Serpeverde. Lo
cercò e lo trovò, la stava guardando! Si girò
impercettibilmente, quel poco che bastò a far incrociare i loro
sguardi. Gli sorrise. Lui ricambiò.
-A chi stai sorridendo, Draco?-
Il ragazzo si rigirò.
-Nessuno-
Tiger e Goyle si guardarono, poi alzarono le spalle e tornarono a concentrarsi sul cibo.
Blaise lo guardò curioso. L'aveva forse visto sorridere alla Granger? Scosse la testa. No, forse si sbagliava.
Hermione quella sera impostò sul suo MP3 la riproduzione
continua. Sapeva che ci avrebbe messo molto ad addormentarsi, e voleva
farlo con quella canzone nelle orecchie, quelle parole che ora le
sembravano così stranamente familiari. Non poteva crederci.
Draco Malfoy le aveva detto che era felice di averla conosciuta! E che
dal giorno in cui si erano incontrati lì al lago era sempre
tornato con la speranza di trovarla!! Sorrise senza rendersene conto.
Forse perché anche per lei era stato lo stesso. Perché si
era svegliata anche lei con una nuova forza, una nuova voglia di
vivere, e aveva sentito qualcosa. Nello stomaco. Le farfalle!
Sì, le aveva sentite, solleticarle dentro e volare su come aria
fresca, riempendole il cuore... ma quelle fragili creature alate erano
ancora inesperte, come ballerine principianti, che non conoscono bene i
passi, e non erano ancora riuscite a volare via. Le ci voleva qualcuno,
qualcuno che le aiutasse, le prendesse per mano e le accompagnasse in
paradiso. E quel qualcuno lo aveva trovato...
*
Hermione si svegliò come non si era mai svegliata prima. Era
serena, felice, non ricordava precisamente cosa avesse sognato, sapeva
solo che doveva essere stato qualcosa di... magico! Si alzò
lentamente godendosi le carezze dei raggi del sole che chiedendo
permesso alle tende della finestra erano entrati ad illuminare la
stanza. Notò con stupore che anche Ginny era già sveglia.
-Ciao- le disse
-Ciao- rispose la rossa con uno sbadiglio.
Anche Draco si svegliò bene quella mattina. Sì
alzò e andò ad aprire le tende per far entrare la luce
del sole che lo investì e gli illuminò il volto sereno.
Anche il cielo si stupì di vedergli quell'espressione felice.
Draco si preparò e pensò subito alla grifoncina. Sorrise
ricordando le sue guance rosse e le sue parole sussurrate... e per stare con te.
Provò qualcosa di indescrivibile all'altezza dello stomaco. Ma
non sapeva come spiegarlo, non aveva mai letto romanzi rosa che lo
aiutassero a dare un nome a quello strano formicolio che sentiva dentro
di se, ne a quel venticello leggero che gli solleticava il cuore. Ma se
lo avesse letto da qualche parte lo avrebbe riconosciuto di sicuro.
Andò a farsi una doccia e a prepararsi per scendere, bisognoso
di rivederla.
Scese con l'amica e incontrò subito Harry, Ron e Neville in sala
comune. Uscirono e nei corridoi incontrarono anche Luna. Tutti insieme
andarono in Sala Grande per la colazione. Proprio in quel momento
entrarono anche Draco, Tiger, Goyle, Zac, Blaise, Pansy e altri
Serpeverdi. La ragazza lo cercò con gli occhi e scoprì
che anche lui stava facendo lo stesso. Si sorrisero. Poi lei
abbassò lo sguardo per nascondere il rossore sulle guance. Ma
Draco se ne accorse e sorrise fra se, euforico.
-Hey Hermione?-
-Sì Ron?-
-Ecco, io...- il ragazzo si chiese se questa volta sarebbe finalmente riuscito a dirglielo.
-Ricordi l'uscita ad Hogsmeade?-
-Uh sì, certo, cosa volevi dirmi?-
-Ecco, se volevi venire con me-
Hermione fece per aprire bocca ma lui la fermò -No, aspetta, io intendo dire... io e te... e basta. Senza loro-
La ragazza lo guardò sorpresa e incredula.
-Intendi dire... noi due.. da soli?-
Il ragazzo arrossì.
-Ecco, sì. Um, sì esatto-
Hermione rimase per un attimo a bocca aperta, confusa. Ron se ne
accorse e ancora più in imbarazzo cercò di rimediare
-Beh se non vuoi...-
-Oh- fece lei -No, non è che non voglio...-
Non sapeva che dire. Perché Ron voleva che andassero solo loro
due? Per un attimo gli tornarono in mente le parole di Draco, il giorno
prima. Lui non sembra pensarla allo stesso modo. No, non poteva essere.
In quel momento sentì Neville fare la stessa proposta a Luna. E
in un attimo le fu tutto chiaro. Ma certo! Come aveva fatto a non
capirlo?! Era per Harry e Ginny!! Per lasciarli soli! Le venne da ridere al pensiero che
avesse sospettato che Ron ci stesse provando con lei.
-Ma certo Ron- fece sorridendogli -Mi sembra un'ottima idea!-
Il ragazzo sembrò sollevato e le sorrise a sua volta.
-Perfetto- disse -Sono felice che tu abbia...- non terminò la frase.
Hermione sorrise -Tranquillo, ho capito-
Ron la guardò. Non poteva crederci. Era riuscito a
chiederglielo! E lei gli aveva detto di sì! Di sì!! E
aveva detto che aveva capito! E gli aveva sorriso!! Questo voleva dire
che...
Ma Hermione si era già avviata con gli altri.
-Ehi Draco-
Il biondo si girò e si trovò faccia faccia con due profondi occhi blu.
-Cosa c'è?-
-Possiamo parlare?-
Draco sbuffò. No. Non aveva nessuna voglia di rovinarsi la giornata con le sue solite prediche.
-Blaise, davvero..-
-No, Draco aspetta! E' tanto che non parliamo... non ci siamo più detti niente e...-
-Blaise, io ti direi tutto, ti ho sempre detto tutto, ma tu non hai mai cercato di condizionarmi! Adesso invece...-
-Ma...-
-No aspetta! E' una cosa che non mi piace. Sai che preferisco agire di
testa mia. Io so quello che sto facendo e perché. Non ho bisogno
che tu mi dica ancora nulla. Ci sarebbero tante cose da dire è
vero, ma non ne ho voglia. Un tempo sì, forse. Un tempo
pensavo di potermi aprire con te. Ma adesso non mi riesce più-
Detto questo il ragazzo si voltò e si allontanò
dall'amico. Blaise rimase a guardarlo con un velo di tristezza nello
sguardo. Avrebbe tanto voluto parlargli. Dirgli tutto, spiegargli...
Avrebbe tanto voluto aprirgli occhi. Ma non sapeva che lui li aveva già aperti.
Aula di Pozioni. Gli studenti avevano i libri aperti sui banchi
e i calderoni che bollivano. A piccoli gruppi andarono a prendere gli
ingredienti necessari per l'infuso dentro all'armadietto di classe.
Hermione era rilassata. Non era una pozione difficile. Aspettò
che alcuni studenti si servissero e poi andò anche lei a
cercare quello che le serviva. Appena la vide alzarsi Draco Malfoy la
raggiunse e aprì insieme a lei l'armadio.
-Salve- le sussurrò in modo che lo sentisse solo lei.
La ragazza sorrise senza distogliere lo sguardo dai numerosi ingredienti disposti ordinatamente sugli scaffali.
-Salve-
-Come stai?-
-Bene- rispose lei prendendo una radice azzurrognola da un barattolo di vetro -E tu?-
-Bene, senti che ne dici di fare prima sta sera?-
Lei si voltò a guardarlo stupita.
-Perché?-
Lui le si avvicinò tanto da costringerla ad appoggiarsi con le mani sugli scaffali dell'armadio dietro di sè.
-Perché non ce la faccio ad aspettare- le sussurrò a un
soffio da lei. Poi la guardò negli occhi aspettando la risposta.
Lei deglutì sotto quello sguardo che già il giorno prima l'aveva indotta a dire la verità.
-A che ora?-
Il ragazzo sorrise.
-Cinque?- chiese alzando un sopracciglio in quel modo che a lei faceva impazzire.
-Così avrai pure il tempo di studiare- aggiunse in tono canzonatorio.
-Quello che dovresti fare pure tu, Malfoy- ribatté lei con un sorrisetto sulle labbra.
-Magari una volta potresti aiutarmi tu- rispose lui -Sai, io studio in
camera...- e detto questo le lanciò un'occhiata divertita e se
ne tornò a posto.
La ragazza si rigirò svelta. Era arrossita. Lo vedeva
dall'immagine del suo viso riflesso nel barattolo di vetro che aveva
davanti a se.
-Hermione dove vai?-
-Scusate devo scappare-
-Ma dove vai così di fretta?-
-Devo studiare-
-Ma è presto!-
-Sì, ma dopo ho da fare-
-Ma sono solo le due e mezza e non hai ancora finito di mangiare!-
-E dove devi andare dopo?-
Ma la ragazza era già fuggita verso l'uscita.
Draco la osservò correre via in fretta e sorrise fra se.
-Ah Tiger, anche oggi sei incaricato di farmi i compiti- disse semplicemente, senza sprecarsi in spiegazioni.
-Sì capo, certo capo-
Hermione corse in biblioteca. Mentre si dirigeva velocemente al
suo solito posto appellò qualche libro che sapeva le sarebbe
servito e svuotò la borsa sopra al tavolo. Con le mani che le
tremavano per la fretta prese la penna e la pergamena e aprì i
libri saggiando le pagine con le dita inumidite. Trovò quello
che cercava e si mise subito al lavoro senza pensare a nient'altro.
Doveva fare in fretta. Aveva a malapena due ore!
Per i 120 minuti che
seguirono Hermione fece scorrere velocemente gli occhi fra le righe
impresse sulle pagine gialle, raschiò l'inviolata superficie di
una pergamena nuova e ripeté ad alta voce i concetti principali.
Quando ebbe finalmente finito guardò l'orologio: 16:40. Venti
minuti. Con un colpo di bacchetta infilò tutto nella borsa e
ripose i libri della biblioteca al loro posto sugli scaffali. Era
agitata. Doveva sbrigarsi. E perché poi? Non cascava mica il
mondo se arrivava un po' in ritardo. Ma non voleva. Quello che aveva
detto Malfoy valeva anche per lei: non ce la faceva ad aspettare.
Volò in camera sua. Ginny non c'era. Forse era andata a studiare
da un'amica. Si sentì un po' in colpa. Ultimamente la lasciava
sempre sola. Prima studiava e poi usciva. Era tanto che non parlavano.
Che non si confidavano i loro segreti. Perché non
le voleva dire di Draco? Forse perché non c'era niente da dire.
Insomma, stavano solo diventando... amici. Solo amici. Non voleva
illudersi. E sapeva che per farlo doveva evitare di prendere tutto
troppo sul serio. Non parlarne aiutava. E poi si sentiva quasi... in
colpa. Come se stesse facendo qualcosa di proibito. Non sapeva
spiegarsi bene il perché di questa sensazione. Forse
perché lei era quella che lo aveva sempre detestato e che
continuava a ripetere: "è solo un viscido bastardo pallone
gonfiato pieno di se" e "non capisco come facciano le altre a cadergli
ai piedi così facilmente". E invece ora stava succedendo
anche a lei. Si stava innamorando di Draco Malfoy.
Poggiò la borsa sul letto e si diede una sistemata davanti allo
specchio. L'occhio le cadde per un attimo sulla trousse dei trucchi di
Ginny. Fu tentata. Seriamente tentata. Ma poi si riscosse. A cosa le
serviva truccarsi? Non voleva che Draco pensasse che anche lei era come
tutte le altre. Non voleva farsi bella per lui. Beh però un po'
di profumo se lo mise. Fiorucci. Il suo preferito. La boccetta era
ormai quasi vuota perché l'aveva prestato una miriade di volte a
Ginny. "I profumi babbani sono davvero buonissimi" diceva sempre.
Sorrise. Se ne spruzzò un po' sul collo e dietro le orecchie.
C'è gente che se lo spruzza persino sui polsi. Non capiva
perché. Insomma, chi è che ti va a odorare i polsi??
Forse in altri tempi, quando andava ancora di moda il baciamano... Fece
per andare a prendere il libro dal comodino ma cambiò idea.
Prese invece l'MP3. Chissà che effetto faceva ascoltare la
musica al lago... ebbe idea che doveva essere qualcosa di emozionante.
Così se lo infilò in tasca e uscì.
Draco aprì gli occhi. Accidenti, si era addormentato!
Guardò l'orologio. Le 16:45. Maledizione!! Si alzò con un
balzo e corse verso la porta veloce come un fulmine. Prima di uscire
però si fermò. Tornò indietro. Diede un'occhiata
allo specchio. Sorrise compiaciuto e uscì. Corse. Non doveva
fare tardi! Per la prima volta sarebbe arrivata prima lei. Entrò
nella foresta dove un venticello freddo corse a scompigliargli i
capelli. Controllò l'ora. Accidenti. Le 17:00. Rallentò
rassegnato all'idea di arrivare dopo la ragazza. Camminò più
lentamente per dar modo al suo respiro di tornare regolare. Si
avvicinò alla parete di cespugli. Li scostò con le mani.
E la vide. Per un attimo, avvolta nella luce del tramonto, stagliata
davanti all'acqua cristallina che scintillava al sole, gli sembrò
un'apparizione angelica.
Le si avvicinò da dietro. La ragazza sembrò non
accorgersi di nulla. Lui, dal canto suo, cercò di fare meno
rumore possibile. Ora si trovava dietro di lei. Piano piano si
abbassò inginocchiandosi alla sua altezza e le tappò gli
occhi con le mani. La ragazza sussultò.
-Chi sono?- chiese
Lei emise una risatina. Aveva riconosciuto la voce.
-Mm, non lo so... Chi sei?-
-Come non lo sai??-
La ragazza rise.
-E se ti dicessi che sono il tuo amante segreto?- fece lui con tono ironico.
-Ti farei una lista di tutti quelli con cui mi incontro la sera- rispose lei
Il ragazzo non si smontò.
-Allora comincia questa lista. Voglio proprio sapere a chi è che dovrò spaccare il muso-
Lei rise.
-Avanti Malfoy non scherzare-
-Ma io non sto scherzando!- ribatté lui scivolandole di fianco. La ragazza non rispose, ma abbassò lo sguardo.
-Visto che sapevi chi ero?-
Lei sorrise.
-Dillo che hai sbirciato-
-No che non ho sbirciato, non si riusciva a vedere un accidenti-
-Eh sono bravo-
La ragazza non rispose.
Solo in quel momento Draco si accorse delle cuffie che portava alle
orecchie. Seguì il percorso dei fili bianchi che si
abbandonavano sull'erba finendo attaccate a un sottile rettangolino
azzurro e grigio.
-Cos'è?- le chiese
Lei lo guardò stupita.
-Non lo sai?-
Lui scosse la testa.
-Mai visto-
-Oh... si vede che da voi non esistono. E' un lettore MP3-
-Un lettore che?!-
Hermione rise.
-Serve ad ascoltare la musica. Ce la metti dentro e poi con queste cuffie la senti-
-Oh. Quindi adesso stai sentendo musica?-
-Sì. La mia canzone preferita per precisione.-
-Oh... Posso?-
Hermione sorrise. Sembrava un bambino curioso che scopre qualcosa di nuovo.
-Tieni- disse porgendogli la cuffia.
Ma i fili erano troppo corti e i due dovettero avvicinarsi per non far cadere le cuffie.
-Hai un buon profumo-
Lei lo guardò.
-Oh...- arrossì -grazie-
Premette un pulsante e fece ripartire la canzone da capo. La melodia
iniziò. All'iniziò Draco si lamentò che era troppo
lenta, ma Hermione lo zittì e gli disse di ascoltare le parole.
Draco acconsentì e dovette ammettere a se stesso che il testo
non era male. Un po' troppo sdolcinato però. Che razza di uomo
avrebbe mai detto quelle cose a una ragazza?! Hermione non era d'accordo.
-Malfoy come al solito tu non capisci niente! Questo ragazzo è romanticissimo!!-
-E' uno smidollato! Ci sono tanti modi per corteggiare una ragazza, questo è assolutamente il più insulso!-
-Lui non la sta corteggiando, l'ha persa e adesso sta cercando di farle
capire che per lui è importante, tanto da avergli cambiato la
vita!-
-Mio dio, mi sta per venire il diabete!-
-Ah, non capisci proprio niente! Questo ragazzo è sincero! Ed
è dolce, è tenero, la fa sentire importante... ma tu non
puoi capire-
-Che cosa vuol dire che io non posso capire?!-
-Che tu non sei ne dolce ne tenero ne romantico, quindi...-
-Ah è così che la pensi eh? Beh però mi sembra che ti emozioni comunque quando stai con me-
La ragazza si voltò a guardarlo di scatto apparentemente sconvolta.
-Io non mi emoziono!-
-Sì invece-
-No!-
-Sì! Quando mi avvicino tu arrossisci, ti tocco e rabbrividisci, ti...-
-Malfoy smettila!- gridò lei, arrossendo.
-Non è vero niente! Non è vero!!-
Lui rise.
-Ecco, esattamente come adesso!-
Lei lo guardò a bocca aperta, ma non riuscì a trovare le parole
giuste, così incrociò le braccia al petto e mise il
broncio.
Il ragazzo rise a vederla così.
-Che c'è, visto che non sai più che dire fai l'offesa?!- disse divertito, con un sopracciglio alzato.
-Malfoy, ti illudi soltanto, io non arrossisco, è il sole! E
rabbrividisco solo perché quando guardo i tuoi occhi mi sembra
di venire ricoperta di ghiaccio!-
Era la scusa più stupida che potesse trovare, ma almeno aveva risposto qualcosa!
-Ok, Granger, mettiamola così allora. Ora ti coprirò gli
occhi così tu non potrai vedere niente, e mi metterò
davanti a te, così il sole non potrà colpirti...- rispose
lui avvicinandosi alla ragazza.
-Cosa? Ma che ti salta in mente?! No! Lasciami!!-
-Buona, buona, stai buona, non ti mordo mica- rise lui divertito
cercando di schivare i colpi che la ragazza gli stava menando per
allontanarlo.
-Malfoy non ti avvicinare!-
-Ok ok calma, non ti tocco- disse lui ridendo.
La ragazza la smise di menare l'aria e lo guardò torva.
-Ogni tanto tu mi preoccupi Malfoy-
-Dì piuttosto che ti imbarazzo-
-Oh, ancora con questa storia?!-
Il ragazzo scosse la testa e rise. Hermione pensò che Malfoy fosse
un ragazzo stramaledetto. Ancora non riusciva a credere di essersi
potuta innamorare di lui. Era assurdo! Aveva passato la vita
intera a disprezzarlo e a detestarlo! A pensare quanto fossero stupide
le altre a cadergli ai piedi.
Eppure doveva ammettere che con lei lui
era diverso. Era sempre stronzo, smaliziato e perennemente convinto di
essere il migliore, ma era anche scherzoso, simpatico e...
stramaledettamente bello! Doveva ammetterlo. Lo guardò di
sottecchi. Con sua grande sorpresa scoprì
che anche lui la stava guardando. Distolse subito lo sguardo.
Il silenziò volò intorno a loro frusciando, soffiando sui
loro capelli come per spingerli a parlare...
-Che aveva da dirti oggi Weasley?-
-Um?-
-Ho notato che stava cercando di balbettarti qualcosa mentre
camminavate in corridoio. Sembrava piuttosto teso... che cosa ti ha
detto?-
Hermione alzò un sopracciglio sorridendo incredula -Ti interessa?-
-Beh, non è che... sì, diciamo...-
La ragazza rise.
-Oh, mi ha solo chiesto di andare insieme ad Hogsmeade, io e lui...-
-Da soli?- chiese lui
-Sì... perché?-
-E ti pareva- grugnì lui corrucciandosi.
Lei lo guardò divertita.
-Che c'è, sei geloso?-
Lui la guardò sorpreso.
-Geloso??-
Era geloso? ..... Sì.
-No, ma che dici?!-
-E allora perché hai detto "e ti pareva" e hai fatto quella faccia?-
-Quale faccia? Io non ho fatto nessuna faccia!-
-Oh, sì invece!-
Lui la guardò per un attimo. Era evidente che aveva ragione.
-Ok Granger hai vinto-
Hermione lo guardò stupita.
-Ho vinto?-
-Sì, hai ragione tu. Mi da fastidio che ci vai insieme. Da soli voi due.-
-Oh...- fece lei, non sapendo bene cosa dire -P-perché?-
Lui alzò lo sguardo su di lei.
-Ma non lo capisci?! Ci sta provando con te! Ti sta perennemente
appiccicato e adesso pretende pure di fare coppietta mano nella mano
per Hogsmeade!!-
Hermione lo guardò stupita, non si aspettava che reagisse
così. Era una delle poche volte in cui lo vedeva perdere il
controllo.
-E' ridicolo! Assolutamente ridicolo!! E se ci vuole davvero provare con te, beh.. potrebbe farlo pure un po' meglio!-
-Malfoy ma cosa cavolo stai blaterando?! Ron non ci vuole provare con me, è solo...-
-Ecco! Questo è quello che mi fa più rabbia di tutto! Tu-
e a quel punto puntò il dito contro di Hermione -Tu neanche ti
accorgi di questo! Neanche ti accorgi che cerca ogni scusa per starti
appiccicato, per toccarti, per...-
-Malfoy fermati! Tu non hai capito niente! Ron non ci sta provando con
me! E' per Harry e Ginny che mi ha invitata ad Hogsmeade! Per lasciarli
soli! Anche Neville l'ha fatto con Luna!!-
-Tzè, state messi uno peggio dell'altro..-
-Cosa?!-
-Niente-
-E così stare con me sarebbe stare peggio!-
-Ma che stai dicendo! Sei te che stai peggio a stare con quel deficiente di un Weasley!-
-Non parlare così di Ron!-
-Allora anche a te lui piace!-
-Malfoy non piace anche a me per il semplice fatto che neanch'io piaccio a lui! Siamo migliori amici!!-
Il ragazzo sbuffò.
-Pensala come ti pare-
Il vento tornò a frusciare fra loro. Ma sta volta per dividerli. Non dovevano litigare.
Draco si mise a strappare i fili d'erba, nervoso. Accidenti!! Aveva
perso il controllo! Gli succedeva molto, molto raramente. Di solito non
esternava affatto i suoi stati d'animo, li teneva tutti dentro,
ingabbiati, a lottare l'uno contro l'altro fino a lacerargli l'anima.
Ma sta volta non aveva saputo resistere. Aveva dovuto dirglielo. Non
era giusto che quel cretino di Weasley potesse giocare con lei come gli
pareva e lei neanche ci faceva caso! Almeno se ne rendesse conto!!
Hermione era stupita. Non capiva perché Malfoy si fosse agitato
tanto. E poi come gli era potuto venire in mente una cosa del genere?!
Lei e Ron erano migliori amici da sempre, come potevano innamorarsi?!
Per lei era come un fratello, ed era certa che anche per lui fosse la
stessa cosa. Ma quello che la sconvolgeva più di tutto era stata
la reazione di Draco. Perché se l'era presa tanto? Lasciò
passare un po' di tempo per dare modo al ragazzo di calmarsi. Poi non resistette più.
-Malfoy... prima hai detto che.. ti da.. fastidio?-
Il ragazzo alzò lo sguardo su di lei.
-Sì, Granger l'ho detto-
-Ah- fece lei, deglutendo -Quindi sei... geloso?-
Il ragazzo la osservò bene. Teneva la testa china, lo sguardo
fisso sulle ginocchia. Un lieve rossore le aveva imporporato le
guance. Non poté fare a meno di sorridere. Era troppo bella.
Provò un impulso inarrestabile di prenderle il viso fra le mani e baciarla.
Ma si trattenne e si limitò a rispondere.
-Sì-
Hermione sentì il proprio cuore compiere un salto. Respirò
profondamente. Sentiva sulla punta della lingua un'altra domanda. Ma
non sapeva bene quale. La sentiva e basta. Come si sente l'ansia di essere
interrogati quando ancora il professore non ha neanche finito di
scorrere il registro. Fece un altro respiro. Non riusciva più a
ragionare, a pensare a niente. Aveva detto che era geloso. Geloso di
lei.
-Ah- disse. Solo "ah". Che stupida! Poteva trovare qualcosa di meglio.
-E tu?- chiese per interrompere quel silenzio imbarazzato che si era involontariamente andato a creare.
-Io cosa?-
-Tu... con chi ci vai?-
Il ragazzo la guardò senza sapere cosa rispondere. Con chi ci
andava lui? Con nessuno. Ovvero, con i suoi amici. Amici...
Adesso che
ci pensava non c'era mai andato con una ragazza. Tutte quelle che
frequentava se le portava direttamente a letto. Non esisteva altro. Chi
avrebbe potuto portarci? Chi che non fosse stata per lui solamente una
ragazza da prendere e portare a letto? Una ragazza con cui gli sarebbe
piaciuto anche solo passeggiare e sentirla parlare. Prenderle la mano e
portarla ovunque. Con cui era stato più di
un giorno, con cui aveva parlato... Si rese conto che la risposta si
trovava
proprio lì di fronte a lui. Per un attimo si immaginò a
camminare con lei. Mano nella mano. Scosse la testa. Lei ci andava con
Weasley. Strinse i pugni.
Non era giusto.
-Con nessuno- rispose secco.
La ragazza rimase stupita dal tono del ragazzo. Era tornato freddo. Insofferente.
Non
aveva nessuno con cui andarci. Magari poteva... No, lei doveva già andarci
con Ron.
Il silenziò calò ancora fra di loro. Hermione non
riusciva a sopportarlo. E non riusciva a sopportare ancora la sua
espressione fredda, gelida. Non dopo averla vista sciogliersi.
Non puoi chiedermi di tornare a vivere nel buio,
dopo avermi fatto vedere la luce...
-Soffri il solletico?-
Il ragazzo alzò lo sguardo su di lei.
-Cosa?-
Cosa centrava adesso il solletico?!
-Soffri il solletico?- ripeté lei
-S-sì...- rispose lui guardandola un po' strano. Forse aveva già capito.
La ragazza non aspettò altro e si gettò su di lui.
-Ehi, ma che fai?! Ferma! Sei matta?!- gridò quello cercando di
fermare la ragazza che aveva cominciato a riempirlo di pizzichi sulla
pancia.
-E' la mia rivincita!-
-R-rivincita?!- ripeté lui incredulo cercando di difendersi
-Sì, per l'attacco dell'altra volta! E come vedi io sono molto più leale di te! Non uso la bacchetta io!- disse lei solleticandolo da tutte le parti.
-Ah sì?! E allora
ti faccio vedere io!- ribatté quello contrattaccando
simultaneamente e cominciando a riempire a sua volta di pizzichi la
ragazza che cercò di liberarsi e lo spinse di lato. Hermione
rideva. Draco pure non
poté più trattenersi e i due
cominciarono a rotolare sull'erba senza neanche rendersene conto.
Sembravano
proprio due bambini. Ma era così bello esserlo...
-Non mi batterai un'altra volta Malfoy!- esclamò Hermione ritrovandosi sopra di lui.
-Questo è tutto da vedere- ribatté quello spingendola di lato e mettendosi a sua volta sopra di lei.
-Lo vedrai infatti- rispose lei spingendolo via e rimettendosi sopra di lui
-Non credo che sarà facile per te, sono troppo forte, io sono un
ragazzo e tu una ragazza è già chiaro chi sarà a
vincere!- esclamò lui ributtandola giù e risalendole
sopra.
-Cosa cosa? E' chiaro chi sarà a vincere solo perché sei
un ragazzo?!- esclamò lei buttandolo di lato -Questo proprio non
lo dovevi dire!-
-Che c'è, colta sul vivo?!- fece lui rispingendola via e risalendole sopra.
-No, caro, semplicemente hai detto la cavolata del secolo!- rispose lei ribaltando ancora una volta le posizioni.
I due continuarono così per un altro po' di tempo, continuando a
rotolare sull'erba l'una sopra all'altro decisi a non darsi per vinti.
-Allora sto vincendo?!- disse la grifoncina ritrovandosi ancora una volta sopra di lui .
-Non credo proprio!- rispose lui spingendola di lato e salendole sopra.
Hermione stava già cercando di farlo rotolare via ma sta volta
lui si tenne bene e non le diede modo di liberarsi.
-Sei in trappola!- esclamò il ragazzo compiaciuto riprendendo subito a torturarla.
La ragazza rise cercando di fermare le dita e le mani del ragazzo.
-Uffa! Non vale- esclamò rossa in volto per le risate -Tu sei più forte!-
-Te la sei cercata, Granger! Non sono stato io cominciare-
-Ok ok basta hai vinto!-
Il ragazzo alzò un sopracciglio guardandola con un sorrisetto sulle labbra
-Ti stai arrendendo?!-
La ragazza la guardò torva.
-Guarda che hai vinto solo perché sei più forte...-
-Quindi ammetti che..-
-No! Non perché sei un ragazzo, ma perché se tu fossi un
mollaccione dopo tutti gli allenamenti del Quiddich saresti proprio
messo male!- ribatté quella
-E poi ora che mi ci fai pensare non hai ancora vinto- aggiunse
sgattaiolando fulminea da sotto il ragazzo -Prima dovrai riuscire a
prendermi!-
E detto questo cominciò a correre.
-Cosa?! Ehi, non vale! Sei partita prima!-
La ragazza rise.
-Che c'è, paura di non farcela?-
-Paura? Non mi conosci!- rispose lui alzandosi in piedi con uno scatto e precipitandole dietro.
Hermione rise e continuò a correre veloce. Non sarebbe riuscito
a raggiungerla. Se c'era una cosa in cui era imbattibile, oltre allo
studio, era proprio la corsa. Ah-ah, glie l'avrebbe fatta vedere lei a
quel pallone gonfiato!
Draco correva veloce ma ancora non era riuscito a prenderla, doveva ammettere che la ragazza era una vera gazzella.
-Allora Malfoy, cosa c'è, abbiamo trovato qualcosa in cui sono
più brava di te?- chiese lei voltandosi a guardarlo mentre
continuava a correre -A parte la bravura la furbizia e l'intelligenza?-
aggiunse
-Ridi finché puoi. Ti ho dato vantaggio. Ma adesso preparati!- e
detto questo Hermione vide il ragazzo scattare e correre più
veloce.
Sì rigirò
facendo ondeggiare la lunga chioma ricciuta ed
emanò una risata cristallina. Draco rimase quasi ipnotizzato da
quella visione e decise che l'avrebbe presa a tutti i costi. La ragazza
si inoltrò nella foresta correndo fra gli
alberi che ogni tanto la nascondevano alla vista del ragazzo.
-Che fai, ti nascondi?-
Una risata gli fece intuire che si trovava dalla parte opposta dalla
quale stava cercando. Si voltò e la vide fare capolino da dietro
un albero. Poi si rimise a correre e lui la inseguì.
-Certo che sei strana! Prima vuoi fare ad acchiapparella e poi vuoi giocare a nascondino!-
-Ti sto mettendo alla prova!- rispose la sua voce da dietro un abete
poco lontano. Lui corse in quella direzione ma quando ci arrivò
e vi sbirciò dietro lei era già scomparsa.
-Ah davvero?- disse lui cercandola fra le fratte.
-Beh ci riesci bene...- si affacciò sopra ad un cespuglio, ma
non la trovò neanche lì. A quel punto si sentì
bussare alla schiena. Si voltò di scatto ma lei si era
già allontanata correndo.
-Sei furba Granger..- disse riprendendo a rincorrerla.
Ma la leggiadra figura della ragazza era già sparita fra gli alberi.
-Sono solo brava- rispose lei con falsa modestia, nascosta chissà dove.
-Te piuttosto mi deludi- riprese la voce, la sentì affannata.
-Credevo fossi più bravo- il suono veniva dallo stesso punto di
prima, e riuscì ad individuarla nascosta dietro a un albero a pochi metri da lui. Sorrise fra se.
-Soprattutto credevo fossi più veloce, per giocare a
Quiddich...-
Si avvicinò pian piano stando il più
attento possibile a non farsi sentire.
-Vabbè che su una
scopa non sei tu ad andare veloce...
Però adesso ammetterai che in una cosa sono decisamente migliore
di te! E... uh!!- la ragazza sussultò e trattenne il fiato per
il colpo. Malfoy era appena sbucato da dietro l'albero dov'era nascosta
e aveva poggiato le braccia sul tronco chiudendoci in mezzo la ragazza.
-Trovata-
-Ehm... già- arrossì
-A quanto pare ho parlato troppo...- si morse il labbro.
-A quanto pare...-
Hermione si guardò intorno nervosamente sempre mordendosi il labbro
inferiore. All'improvviso si abbassò e sgattaiolò via
dalle braccia del ragazzo.
Ma non fece in tempo a correre via che si sentì afferrare per il polso.
-Eh no! Sta volta non mi scappi-
Il ragazzo la tirò di nuovo a se. Hermione cercò di
divincolarsi ma Draco la spinse nuovamente contro l'albero, intrappolandola.
-E adesso?-
La ragazza lo guardò continuando a torturarsi il labbro.
-A quanto pare non sei poi così furba-
-Eh già- rispose lei distrattamente cercando disperatamente con gli occhi
un'altra via di fuga. Lui se ne accorse e le si avvicinò ancora
di più ritrovandosi a sfiorare il corpo di lei con il suo.
-Che fai, cerchi di scappare?- soffiò a pochi centimetri da lei.
La ragazza si accorse in quel momento di quanto fosse vicino il viso di Draco al suo e trattenne il fiato.
-Mi spiace, sta volta non te lo permetto-
Continuando a fissarla si avvicinò ancora fino a far sfiorare
le punte dei loro nasi. Poteva chiaramente
sentire il respiro affannoso della ragazza che aveva assunto un
inconfondibile colorito rosso sulle guance. Tutto d'un tratto
però lei si abbassò e scivolò via da lui. Draco si
voltò. Lei lo guardò poi corse via. Il ragazzo
restò per un po' a guardarla allontanarsi. Credeva che stesse
fuggendo, poi però all'ultimo momento lei si voltò e gli
sorrise. Poi gli fece cenno con la mano di seguirla e continuò a correre.
Hermione correva a
perdifiato, non si sarebbe fatta raggiungere.
Ripensò al viso del ragazzo così vicino al suo. Ne era
sicura, stava per baciarla. Sentì il cuore
martellarle forte in petto. Non poteva. Non doveva assolutamente
permetterglielo. Non voleva essere usata. Lui non avrebbe mai potuto
darle nulla. Non l'avrebbe mai amata come lei amava lui. Lo sapeva. E
non poteva permettersi di rovinare tutto. Non voleva soffrire. Si
voltò a guardarlo. Le veniva dietro. Aveva un'espressione
confusa e insieme dispiaciuta dipinta sul volto. No, forse era solo
confusa... non era abituato a venire scansato da una ragazza. Questo
pensiero in parte la consolò. Non si era pienamente convertita
allo stato di oca senza cervello. Sorrise tristemente. Per quanto
cercasse di restare se stessa, non poteva impedire al proprio cuore di
battere per lui.
Sbucarono nuovamente al lago, lei corse fino a riva e lì si
buttò a terra, atterrando sull'erba soffice. Draco la raggiunse.
-Tana!- esclamò Hermione ridendo.
-Non vale- si lamentò lui, ma sorrideva.
Si buttò a sua volta a terra, accanto alla ragazza.
-Ti ho battuto, Malfoy!-
-Solo perché ti nascondevi!-
-Si chiama mimetizzazione, è un meccanismo di difesa-
-Oddio Granger, vuoi farmi biologia?-
-Ti servirebbe acculturizzarti un po'-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. Poi gli venne un'idea.
-Se ci fosse qualcuno ad aiutarmi... sai, da solo non riesco molto a concentrarmi...-
Si girò su un fianco appoggiando il mento su una mano.
-Qualcuno molto bravo, che prenda bei voti...- la fissò con i suoi imperscrutabili occhi grigi.
-Arriva al punto, Malfoy-
-Vieni da me domani pomeriggio e aiutami a studiare-
La ragazza sgranò gli occhi.
-Cosa?! Intendi in camera tua?!?-
-Sì-
-Stai scherzando?!?-
-Assolutamente no, perché, c'è qualche problema?-
-N-no... ma...-
-Ma?-
Il cervello di Hermione non riuscì a trovare nessuna risposta plausibile. Per cui non rispose.
-Quindi è deciso?-
-Ok..-
-Subito dopo pranzo allora. Ti aspetto-
-Ehi, aspetta ma dovrei scendere nei sotterranei da sola, entrare nella sala comune Serpeverde e...-
-No no ferma. Ti dirò io quando venire, ti manderò un gufo-
-Ma...-
-Ma?-
-Ma devo venire da sola fino là?-
Il ragazzo alzò un sopracciglio.
-Che c'è hai paura?-
-Certo che no, ma con tutti quei viscidi Serpeverde...-
-Ehi, attenta a come parli-
-Ok, però non ti pare che se mi vedesse qualcuno... insomma, sono una Grifondoro...-
-Sta tranquilla, ti manderò un messaggio quando non ci sarà nessuno- rispose calmo il ragazzo.
Hermione lo guardò. Non si fidava pienamente, non era mai scesa nel covo dei Serpeverdi e si sentiva un po' in ansia.
Intanto la sera era calata e il cielo scuro era illuminato qua e la da
tante piccole stelline che sembravano avanzare e indietreggiare
ritmicamente come in una strana danza notturna.
I due ragazzi si misero a guardarle in silenzio godendosi quel venticello fresco che scendeva ad accarezzare loro il viso.
Draco si mosse per
mettersi più comodo e per un momento
incontrò accidentalmente le dita della mano della ragazza. Fu un
contatto breve ma intenso. Lei ritrasse subito la mano ed
evitò accuratamente di guardarlo, restando immobile a fissare un
punto indefinito sopra di se. Il ragazzo anche rimase con la testa
rivolta verso l'alto ma il suo sguardo si spostò sulla ragazza
di fianco. Il suo profilo si allungava sinuoso sull'erba che con i suoi
steli lunghi e sottili ondeggiava lentamente intorno a lei. Era
leggermente illuminata dalla luce della luna il che la faceva
apparire una creatura eterea, quasi una fata. Nei suoi profondi
occhi dorati luccicava il riflesso tremolante delle stelle. Draco
provò una voglia incontenibile di saltarle addosso, sentirla
sotto di se e baciarla. Voleva sentire il sapore di quelle labbra
invitanti che non erano mai state violate da nessuno, voleva sentire la
morbidezza del suo corpo sotto il suo, voleva vedere cosa nascondeva
sotto quella lunga divisa, così seria e pudica. Ma si
limitò a guardarla, sospirando. Perché era sempre
sfuggita appena lui le si avvicinava? Non voleva? Sapeva che non era
come le altre. Non si sarebbe fatta fare da lui tutto quello che
avrebbe voluto. E questo non aveva altro esito che accrescere ancora di
più il suo desiderio. Si rese conto che non sarebbe riuscito
ancora a lungo a reprimere i suoi istinti. E' vero, quella ragazza gli
aveva fatto provare qualcosa di più del semplice desiderio, di
più profondo, gli
aveva fatto vibrare il cuore, ma non poteva negare di essere
incredibilmente attratto anche dal suo fisico minuto e così
inconfondibilmente femminile. Si immaginò ad accarezzare la sua
pelle
liscia, sentire sotto le sue mani quelle curve così ben nascoste
dai vestiti, baciare quelle labbra succose e farvi accesso, entrando
così dove nessuno era mai entrato. Rimase incantato a guardarla
e a fantasticare su di lei così a lungo che non si accorse del
tempo che passava. Ad un certo punto la ragazza si alzò e
guardandolo di sfuggita gli disse che era ora di andare. Lui
obbedì in silenzio e insieme tornarono al castello. Domani. Si
disse. Domani non le sarebbe resistito più.
Ciaooo!!
Scusate se aggiorno così tardi, ma ho avuto 1 po' d problemi...
spero cmq ke il cap vi piaccia!^^ Allora, chissà di che cosa
voleva parlare Blaise a Draco? E cosa succederà in camera del
bel serpeverde? Ed Hermione? Per quanto ancora gli resisterà?
Spero di avervi abbastanza incuriosite ^^
Ringraziamenti a...
Arwen_90:
Ginny e Luna infatti sono un po' pericolose... quanto a blaise e
Pansy... (puntini puntini), spero ke il cap t sia piaciuto! Conto d
pubblicare presto il prox, sempre ke nn ci siano altri problemi...
Biscottolina_:
iiii 1 nuova lettrice!! *.* ke bello, sn emozionata!! ciao!
sn contenta ke la mia ff ti piaccia, e ke apprezzi il modo in cui
scrivo ^^ spero d nn averti fatta aspettare tr x qst cap, ma cm ho
detto ho avt 1 po' d cosucce da fare... spero cmq ke anke qst ti
piaccia^^
lilycullen:
davvero ti ha detto qst?? Ma allora sta davvero cambiando! E io ke
credevo fosse tt 1 mia vana speranza! XDXD Spero di nn starmi facendo
odiare tr x rimandare sempre qst dannato bacio... ma ogni cosa a suo
tempo! Sxo cmq ancora d nn averti delusa! =)
mediana:
sono contenta ke tu sia daccordo nel far aspettare questo bacio ancora
1 po'... il punto è ke nn riesco proprio ad immaginarmi Hermione
ke cede così facilmente! Già il fatto ke si stia
innamorando d Draco... ma arriverà, arriverà, prima o
poi... ^^
whateverhappened:
vegente, nn t smentisci mai, anke sta volta hai detto qlks ke fa capire
ke tu sai cosa scriverò... ma nn dico nnt, così x ki nn
l'avesse ancora capito... spero ke anke qst cap t sia piaciuto! 1
bacio ^^
... e anke a tt qll ke leggeranno solamente!
1 bacio a tt, ciauuuuuuuuuuu ^^
|
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Capitolo 11 *** 11 ***
11
Hermione riempì l'acqua della vasca di un denso liquido
profumato. Sulla sua superficie cominciò a formarsi una leggera
schiuma che si raggruppò lentamente tremolando andando a formare
tante piccole bollicine di sapone trasparenti.
Si era da poco lasciata con Draco e ancora poteva sentire su di se lo
sguardo penetrante del ragazzo. Aveva fatto finta di niente continuando
ad osservare il fragile tremolio delle stelle, ma li aveva sentiti, i
suoi occhi, bruciare come cenere sulla sua pelle. Si era sentita
squadrata, osservata, quasi denudata, sotto quello sguardo. Quasi le
avesse fatto la radiografia.
Poi non aveva più retto.
Non era abituata ad essere osservata. Mai nessuno faceva caso a lei. A
parte durante le lezioni, quando alzava sempre la mano per rispondere.
Ma quello era diverso. Si trovava al centro dell'attenzione per la sua
bravura, non per il suo aspetto. Quello che aveva provato quella sera
invece era stato... non sapeva bene cosa, quasi... imbarazzante!
Insomma, era rimasto lì, fermo, tutto il tempo, senza toglierle gli occhi di dosso! Ma anche infinitamente piacevole...
Chiuse il rubinetto mettendo fine così al veloce flusso d'acqua
calda e ai ricordi. Si tolse l'accappatoio e si immerse fra i saponi e
i sali da bagno con cui aveva immerso la vasca.
Cosa doveva fare?
Lui aveva tentato di baciarla.
E per quanto potesse sembrare incredibile era così.
Ma perché?
Hermione non sapeva.
E aveva paura.
Lei per lui era come tutte le altre? Era una delle tante? Voleva solo
divertirsi? In questi ultimi tempi l'aveva visto cambiato. Era diverso
con lei. Sapeva essere simpatico, scherzoso, dolce... a modo suo. Di
certo non l'aveva più trattata come un rifiuto della natura. Non
l'aveva più fatta sentire inferiore.
Un ragazzo normale.
Ma quanto, uno come lui, poteva cambiare? Quanto c'era ancora del vecchio Malfoy dentro di lui?
Lei non voleva soffrire.
Non voleva finire come tutte le altre ragazze che conosceva. Vivere una
notte di passione e poi ritrovarsi scacciata, derisa, freddata senza
pietà. Il suo cuore non avrebbe retto.
Era brutto non potersi fidare. Era brutto, dopo tutto quello che
avevano condiviso, dopo tutto quello che si erano detti, che avevano
fatto... era brutto non poter riporre ancora piena fiducia nell'altro.
Faceva male. Ma non ci riusciva. Malfoy era sempre Malfoy. Anche senza
"mezzosangue", "zannuta", "sangue sporco". Anche senza gli insulti, i
litigi, anche senza l'odio. Avrebbe tanto voluto fidarsi. Davvero.
L'avrebbe voluto con tutta se stessa. Ma era il suo cuore fragile a non
riuscirci. I suoi desideri, i suoi sogni da bambina. Il principe
azzurro non tradiva. Il principe azzurro ti amava alla follia e per
sempre. Per sempre. Una parola che da sicurezza ma che fa anche paura.
Dipende dai punti di vista. E lei sapeva benissimo a chi sarebbe spettata l'una e a chi l'altra.
E poi non voleva che si rovinasse tutto. Il loro rapporto, la loro
amicizia. Se fosse successo quello che sarebbe dovuto succedere i due
molto probabilmente non avrebbero più passato tempo insieme. Non
avrebbero più parlato, riso, scherzato. Sarebbe svanito tutto,
come una bolla di sapone.
Pensò questo e con un leggero tocco delle dita sfiorò una
piccola bollicina. Essa scoppiò subito, infrangendosi in piccoli
frammenti brillanti che andarono a ricongiungersi, separatamente, al
resto della schiuma.
Come sarebbe stato tornare alla vita di sempre? Tornare ai pomeriggi
pieni di compiti, alle serate passate a ripetere le lezioni per il
giorno dopo. Sentì una morsa stringerle il cuore. Non poteva.
Non avrebbe resistito. Ora che aveva finalmente trovato tutto questo.
Tutto quello che aveva sempre sognato. Che aveva sempre cercato. Una
ragione in più per alzarsi la mattina, una ragione... per
sorridere senza ragione.
Ma per quanto ancora avrebbe resistito? Per quanto ancora sarebbe
riuscita a scansare ogni suo tentativo di tirarla a se, di
accarezzarla, di baciarla?
Poco. Molto poco.
Tirò un lungo sospiro.
Draco Malfoy marciava avanti e indietro per la stanza. Era agitato.
Cosa doveva fare? Cosa doveva fare?!?
Il giorno dopo lei sarebbe venuta. Sarebbe venuta lì, proprio lì.
Nessuna ragazza era mai entrata in camera sua per altro che non fosse quello.
Per la prima volta non sapeva come si sarebbe dovuto comportare.
Lei non era come le altre, continuava a ripetersi. Ormai l'aveva fatto
così tante volte che sembrava una frase facente parte
stessa di lui. Era in tutti i suoi pensieri, sempre.
Si buttò sul letto, le mani dietro la nuca.
Chiuse gli occhi e fu un attimo, come sempre. Come un incantesimo che
si era impadronito di lui. Chiuse gli occhi lui e nella sua mente si
aprirono quelli di lei. Coraggiosi e leali. Profondi, ingenui e
sinceri. L'oro colato che brillava, sotto quel cielo stellato e poi
quelle labbra e quei boccoli leggiadri che le ricadevano graziosamente
sul viso, sulle spalle, fino alla vita. Non ce la faceva più.
Quella ragazza per lui era come la droga. Più ci stava
più aveva voglia di lei. Non riusciva a farne senza, ne
sembrava dipendente. Avrebbe tanto voluto baciarla, ma proprio tanto.
Ma cosa avrebbe voluto lei? Non riusciva a capire il suo comportamento.
Continuava a sfuggirgli, a staccarsi da lui ogni volta che stava per
succedere. Eppure l'aveva letto in quei suoi profondi occhi oro, tanto
ingenui quanto sinceri, che lo voleva anche lei. Sentiva l'attrazione
tra di loro come fosse stata solida, palpabile. Era palese. Ma c'era
qualcosa... qualcosa che non andava, che fermava tutto... un blocco.
Avrebbe tanto voluto sapere di cosa si trattasse. Voleva saperlo ed
eliminarlo.
In quel momento avrebbe tanto voluto parlare con Blaise. Lui avrebbe
sicuramente saputo cosa fare. Lui sapeva sempre cosa fare. Ma non
poteva andare da lui adesso. Gli tornò in mente il tentativo
dell'amico di riconciliarsi, quella mattina. Era stato uno stupido a
non accettare. Adesso aveva bisogno di lui. Dei suoi consigli.
Accidenti!
Ma ormai era troppo tardi. Aveva rifiutato, e ora doveva arrangiarsi da solo.
*
Hermione camminava veloce per i corridoi. Ginny era con Harry, Luna con
Neville. Rimaneva solo Ron. Ma l'amico sembrava essersi volatilizzato
chissà dove. Pensò all'uscita ad Hogsmeade. Il giorno
dopo. Sarebbero stati solo lei e il ragazzo. Cosa avrebbero fatto? Si
sarebbero incontrati con Luna e Neville da qualche parte dopo aver
finto di allontanarsi ognuno per conto proprio? Chissà se
finalmente Harry sarebbe riuscito a dirlo a Ginny. Era tanto che non si
parlavano...
Ancora immersa nei suoi pensieri si sentì afferrare per il polso. Si voltò di scatto.
-Ciao Granger-
-Oh, ciao Malfoy-
-Come mai tutta sola?-
-Ginny è sparita con Harry e Luna con Neville-
-E Lenticchia? Strano che non abbia approfittato per starsene da solo con te-
-Oh Malfoy, ancora con questa storia?!-
-Comunque sarà meglio che ci avviamo prima che ci trovi-
-Perché?- chiese la grifoncina ma il ragazzo l'aveva già trascinata via.
-Ma che stai facendo?!-
-Ho detto prima che ci trovi-
-E perché non vuoi che ci trovi?-
Lui si fermò.
-E' un reato chiedere di stare un po' con te senza che arrivi quel rompiscatole a portarti via?!-
Lei lo guardò.
-Oh...- disse, arrossendo.
-Vieni-
E il ragazzo la portò via da lì facendola uscire nel
cortile della scuola. La trascinò fino a una panchina vuota,
posta sotto a un salice. Solo quando si ritrovarono fermi davanti ad
essa per sedersi si accorsero di avere ancora le mani congiunte. Fu un
attimo, le lasciarono subito, arrossendo leggermente entrambi. Poi si
sedettero.
-Allora oggi ripetizioni- disse il biondo cercando di recuperare un po' della sua spavalderia.
-Eh già..- rispose lei guardandosi le mani.
-Tu dopo pranzo andrai in biblioteca così nessuno sospetterà niente, e lì ti manderò il gufo-
-Ok-
La guardò. Era imbarazzata, le si leggeva in
faccia. Era il comportamento. Teneva la testa leggermente china, lo
sguardo fisso in un punto indefinito della sua divisa. In questo modo i
boccoli le ricadevano davanti al viso nascondendolo lievemente alla
vista. Draco sentì le mani pizzicargli dalla voglia di
accarezzarli, per sentire tutta la loro morbidezza. Senza pensarci
alzò una mano e la portò al boccolo che era sceso ad
accarezzarle la guancia. Lei girò leggermente la testa per
guardarlo, sorpresa. Rivide quegli occhi, che lo scrutavano.
-Ti nascondeva il viso- disse il ragazzo rispondendo ad una muta domanda
-E'... un peccato- aggiunse poi guardandola negli occhi. Lei non
abbassò lo sguardo, ma lui poté notare il leggero
imporporarsi delle guance, quando glie lo disse.
-G-grazie- rispose lei, con un filo di voce.
Con calcolata lentezza lui glie lo portò dietro l'orecchio
andando a sfiorarle volutamente la guancia con le dita. Gli
sembrò di sentirla fremere impercettibilmente sotto quel tocco.
Ma proprio in quel momento...
-HERMIONEEE!!-
I due sussultarono, ricomponendosi subito. Lui ritirò veloce la
mano e lei voltò la testa più rossa che mai, guardandosi
intorno per capire da dove provenisse la voce. Poi vide uscire Ron da
un corridoio. Draco si alzò immediatamente.
-Ehm... allora... allora ci vediamo dopo-
-S-sì.. ok..- rispose lei imbarazzata e un attimo dopo il biondo corse via, prima che Ron potesse anche solo vederlo.
Il rosso la raggiunse con il fiatone.
-Diamine, Hermione ma dov'eri finita?! E' da un po' che ti cerco!-
-Mi sembra chiaro che stessi qui no?!- rispose lei lievemente seccata.
-Oh...- l'amico restò per un attimo spiazzato dal tono della
ragazza -Si certo. Mi chiedevo solo che ci facessi qui tutta sola-
Tutta sola...
Hermione decise di raggirare la domanda.
-Semmai ero io a chiedermi dove fossi finito tu! Harry sta con Ginny e Luna con Neville e te eri sparito!! Cosa dovevo fare?-
-Ok, ok, io mi ero trattenuto, ehm.. in camera-
Hermione alzò le spalle.
-Ok allora andiamo- disse e si avviò verso la Sala Grande seguita dal ragazzo.
Le lezioni furono più noiose del solito, e lui non si diede
minimamente l'impegno di seguirle. Tanto ci avrebbe pensato poi
Hermione, pensò sorridendo fra se e se. Accanto a lui il moro
Serpeverde dagli occhi blu oceano fingeva di seguire la lezione,
continuando però a lanciare occhiate al banco di Pansy. Lei
anche lo guardava ed entrambi avevano l'aria di chi è a
conoscenza di un segreto diviso solo fra loro. Occhiate eloquenti,
sorrisi complici. Draco li osservò per un po', poi non seppe
più trattenersi.
-Blaise?-
-Sì Draco?-
-Che avete tu e Pansy?-
Lui si voltò a guardarlo con espressione stupita.
-Di che parli?-
-Lo sai benissimo-
-No non lo so, mi dispiace-
Draco sbuffò.
-Vi guardate come se aveste appena ucciso qualcuno e non dovreste farlo scoprire a nessuno-
-Draco ma sei pazzo??-
-No, non ho ammazzato nessuno io- ribatté lui guardandolo torvo.
-Avanti Draco, non penserai mica...-
-Certo che no, ma vorrei tanto sapere che cosa nascondete-
-Oddio Draco, te sei fuori come un balcone-
Draco lo scrutò, arcigno. Non glie lo voleva dire?
Benissimo, che facesse come voleva. Era un problema suo. Lui non l'avrebbe
di certo pregato. Se aveva deciso di tenerlo allo scuro della sua vita
che facesse pure, a lui non glie ne sarebbe potuto fregare di meno.
Ma sapeva che non era vero. E sapeva anche che la colpa era solo sua.
Se avesse accettato di far tornare tutto come prima, il giorno
precedente... Magari era proprio di questo che l'amico voleva
parlargli. Vabbè, si disse fra se, qualunque cosa fosse, in quel
momento a lui non interessava. L'unica cosa a cui riusciva a pensare
adesso era a una bella grifoncina dagli occhi d'oro fuso seduta
tre file più avanti.
*
Sala dei banchetti, ora di pranzo.
-Ehi Ginny, dov'eri finita prima?-
-Con Harry..-
-A fare che?-
-Oh, nulla, semplicemente una passeggiata-
-Oh... ancora niente?-
-Non vedo perché dovrebbe interessarti-
La riccia si girò a guardarla incredula.
-Come scusa?-
-Hai sentito bene-
Hermione restò un attimo a bocca aperta.
-Ma... come puoi pensarlo? Certo che mi importa! Sai che è così, ci siamo sempre dette tutto, come fai a dire...-
-Come fai a dire tu- disse la rossa girandosi a guardarla arrabbiata
-che ci diciamo sempre tutto, quando per prima sparisci tutte le sere
senza dire niente e torni e non racconti niente e quando io ti chiedo
qualcosa fai la vaga e non mi dici con chi sei stata?!-
-Ginny, ma guarda...-
-No! Non ricominciare a dire che non ti vedi con nessuno! Non sono mica scema, sai?!-
-Ma Ginny...-
-Non me lo vuoi dire? Perfetto, sei libera di fare le tue scelte. Ma
poi non venirmi a chiedere informazioni sulla mia vita privata,
perché di certo non la vengo a raccontare a te!-
Hermione la guardò allibita. Non credeva che l'amica se la fosse
presa tanto. Insomma è vero, ultimamente non le aveva raccontato
più niente, e si era sentita anche un po' in colpa per questo,
ma non pensava che questo avrebbe influito talmente tanto sulla loro
amicizia. Sentì una morsa stringerle il cuore. Non voleva
perdere l'amicizia di Ginny. Era la sua migliore amica!
-Ginny, ascoltami... è tutto molto... complicato, ed io...-
La rossa non diede segni di starla ascoltando, continuando a mangiare mantenendo lo sguardo dritto davanti a se.
-Mi dispiace di non averti detto niente, io... non so nemmeno io perché non l'ho fatto, ma...-
Hermione sapeva che la stava ascoltando. Si potevano quasi vedere le
orecchie della ragazza tese a cercare di sentire sopra il rumore dei
ragazzi che parlavano quello che l'amica aveva da dirle.
-Non ce la faccio più, ho bisogno di dirlo a qualcuno...-
A quel punto la rossa si girò a guardarla, l'espressione un po' meno dura.
-Che c'è, ti sei pentita e stai cercando di rimediare?-
-No, semplicemente mi sono resa conto che avrei tanto voluto dirtelo ma
che non sapevo come, e che anche se è molto difficile da
spiegare ho bisogno di un'amica a cui raccontarlo...-
Ginny la guardò un po' con espressione imperscrutabile poi,
inaspettatamente, si allargò in un sorriso a trentadue denti.
-Ok Herm, sta volta mi hai troppo incuriosita!-
Le due si guardarono per un secondo e poi scoppiarono a ridere.
-Grazie Ginny-
-Figurati Herm, non vedevo l'ora che tu me lo dicessi, volevo solo fartela pagare un po'- disse ammiccando.
Le sorrise.
-Sì, ti capisco... però una cosa, non te la posso
spiegare subito questo pomeriggio perché avrei, ehm... da fare-
disse arrossendo.
La rossa capì.
-Tranquilla Herm, mi dirai tutto sta sera quando torni- rispose, facendole l'occhiolino.
Hermione sorrise nervosamente e portò istintivamente lo sguardo
al tavolo Serpeverde. Li incontrò subito, due magnetici
occhi di ghiaccio.
*
Draco era comodamente spaparanzato sul divano di pelle verde della sala
comune dei Serpeverde. Oltre a lui nella sala c'erano solo Tiger e
Goyle. I due stavano giocando per l'ennesima volta agli scacchi dei
maghi, dato che ogni volta si fermavano a un punto in cui nessuno dei
due riusciva più ad andare avanti. La bionda serpe osservava
rapito il sinuoso danzare delle fiamme nel camino davanti a se. Senza
quasi rendersene conto fece uno strano accostamento. Fuoco. Coraggio.
Grifondoro. Hermione.
Accidenti! Si stava del tutto rincitrullendo.
Adesso gli veniva in mente anche solo guardando uno stupidissimo camino
acceso. Gettò un'occhiata annoiata all'orologio appeso alla
parete. Le 15:30. Bene.
-Tiger, Goyle- chiamò il ragazzo senza neanche degnarsi di guardarli, continuando a tenere fisso lo sguardo sulle fiamme
-Sparite-
I due lo guardarono un po' confusi, ma non ebbero il coraggio di controbattere ne chiedere spiegazioni.
-Sì, Malfoy. Quando possiamo tornare?-
-State via tutto il giorno. Chiudetevi in camera, andatevene, fate come vi pare ma non fatevi vedere fino a sta sera-
I due si lanciarono un'occhiata interrogativa.
-Avete capito?- ringhiò lui seccato.
I due si riscossero subito.
-Sì capo, certo capo-
Si alzarono di botto facendo cadere a terra la caschiera con tutte le
pedine. Draco sbuffò irritato. Tiger e Goyle si affrettarono a
raccogliere tutto per poi sparire di corsa dietro l'uscita. Draco prese dalla tasca carta e penna. Poi
chiamò il suo gufo nobile e gli legò un biglietto
arrotolato ad una zampa. Il ragazzo gli sussurrò qualcosa
all'orecchio e quello volò via all'istante. Poi si rimise
comodo sul divano a guardare il camino.
*
Hermione era in biblioteca. Aveva preso alcuni libri e li aveva
sfogliati, cercando di trovare qualcosa che si apprestasse alle lezioni
del giorno dopo. Stava come sempre seduta sotto alla finestra che dava
sul campo da Quiddich e ogni tanto guardava fuori il cielo. Era nuvolo,
forse avrebbe piovuto.
Tornò a leggere
stancamente il tomo che aveva adagiato sul
tavolo di fronte a lei. Storia della Magia. Si passò una mano
fra i capelli per tirarli indietro. Ad un certo punto sentì un
leggero picchiettare alla finestra. Si voltò di scatto e vide
che dietro al vetro opaco e appannato a causa del freddo invernale, sul
cornicione di pietra, era elegantemente adagiato un nobile gufo. La
ragazza si precipitò ad aprire la finestra e la creatura
planò elegantemente sopra al tavolo. Hermione lo guardò.
Era un gufo molto ben curato, non c'è che dire. Aveva il
piumaggio soffice e pulito, e un'aria davvero sana. Certo, i Malfoy
potevano permettersi il meglio.
Il gufo, guardandola fissa con i suoi profondi occhi scarlatti le porse
la zampa dove vi era legato il messaggio. Hermione slegò il
bigliettino e lo aprì. Il messaggio era breve.
Vieni, sbrigati.
D.M.
Hermione alzò lo
sguardo e vide che il gufo era già volato via. Così
richiuse la finestra e infilò i libri dentro la borsa che
portava a tracolla.
-Arrivederci- disse velocemente alla bibliotecaria uscendo dalla stanza dove erano riunite pochissime persone.
Si chiese se avrebbe dovuto raggiungerlo subito o se prima non avrebbe
fatto in tempo ad andare un attimo in camera a darsi una sistemata. Ma
poi scosse la testa. Oddio, stava diventando come Lavanda!
Si avviò veloce al piano di sotto. C'erano pochi ragazzi in
giro. Erano quasi tutti fuori in cortile o rintanati nelle sale comuni
delle loro case, a sottrarsi a quel freddo pungente che soffiava gelido
come un fantasma. La ragazza si avviò con discrezione verso le
scale che scendevano ai sotterranei. Si fermò un attimo davanti
ad esse. Le guardò dall'alto e le vide sparire
nell'oscurità più profonda. Provò un brivido lungo
la schiena e fu quasi tentata di mandare un gufo a Malfoy per
chiedergli di venirla a prendere. Ma ci ripensò subito. Lei non
era una codarda. Si guardò nervosamente attorno per controllare
che nessuno la vedesse e scese i primi scalini. Subito un freddo
pungente l'avvolse, mischiato ad un'umidità così spessa e
opprimente che le si attanagliò addosso penetrandola fin dentro alle
ossa. Dalle pareti pendeva qualche ragnatela sfilacciata, vecchia e
sporca quanto quel luogo che sembrava non venire frequentato da anni.
Hermione si strinse attorno al mantello e cercò di darsi forza
per continuare a scendere gli scalini. Piano piano i suoi occhi si
abituarono al buio e riuscì a scorgere la fine della scala. Meno
dieci, meno nove... Le pareti ruvide e scure sembravano osservare
attentamente ogni suo movimento... Meno otto, meno sette, meno sei... Andiamo Hermione, le pareti non hanno gli occhi... Meno cinque, meno quattro, meno tre... Sentì
un lieve ticchettio sommesso correre sulla parete alla quale si era
poggiata per avere un punto di riferimento in tutta
quell'oscurità. Sobbalzò... Meno due, meno uno... La
ragazza si ritrovò costretta a svoltare bruscamente a destra. Il
sotterraneo si rigirò completamente e quando Hermione
lasciò le scale scoprì con stupore che il corridoio in
cui era sbucata non era affatto come si sarebbe aspettata. Il pavimento
era di pietra liscia e ben lucidata. Le pareti erano pulite e addobbate
con alcuni quadri raffiguranti vecchi professori e professoresse
Serpeverdi. Varie lampade appese qua e là sul soffitto
illuminavano quel luogo facendolo apparire meno tetro e oscuro. Inoltre
non c'era un filo di polvere ne una ragnatela. Non capiva
perché, se tutto il sotterraneo era così lindo e pinto,
l'entrata allora si presentasse così tetra e buia. Hermione
camminò fino a ritrovarsi davanti ad una porta verde chiusa. La
aprì, e si ritrovò davanti alla sala comune dei Serpeverdi. Un
odore simile a erba aromatizzata le andò a solleticare le
narici. Sbirciò un attimo dentro, diffidente.
-Beh, che fai, non entri?-
La sua voce la raggiunse da un punto che non riuscì ad individuare ma che doveva essere molto vicino.
All'improvviso la porta che aveva lasciato ancora leggermente socchiusa si
aprì completamente e davanti le apparve Draco Malfoy.
-Ciao- sussurrò con voce melliflua.
Hermione a vederlo provò un brivido lungo la schiena. La stanza
era in penombra e così il biondo, col viso oscurato, le
appariva come uno di quei ragazzi che fanno tanto impazzire le ragazze,
ombrosi e misteriosi. Si dette subito della stupida per aver pensato un cosa tanto sciocca.
-Ciao- rispose.
Draco la guardò dall'alto dei suoi dieci centimetri in più e sorrise.
-Che ci facevi lì nascosta?-
-Io.. stavo controllando che non ci fosse nessuno-
-Tranquilla ho mandato via tutti-
-Oh- disse lei, entrando nella stanza dopo che il ragazzo si fu scostato per farla passare.
Draco la guardò per un attimo.
-Vieni-
La ragazza annuì e lo seguì su per la scala che doveva portare al dormitorio maschile.
-Malfoy posso farti una domanda?-
-No-
-Perché l'ingresso del sotterraneo è così cupo e
sporco mentre invece poi diventa tutto più pulito e illuminato?-
-E' un incantesimo-
-Un incantesimo?-
-Sì, per mettervi paura e per farvi passare la voglia di scendere a disturbarci-
-Ah-
Gli scalini terminarono ed Hermione seguì il ragazzo che la
portò davanti all'ultima porta, quella più in fondo.
Malfoy la aprì e le fece segno di entrare per prima.
Hermione obbedì e si ritrovò in un'ampia camera ordinata,
con le tende di stoffa verde tirate a far entrare la luce del sole che
illuminava quella stanza in tutto il suo splendore. Doveva ammettere
che era davvero una bella stanza e che era incredibilmente ordinata e
pulita per essere quella di un ragazzo. Abituata com'era a vedere la
stanza di Harry e Ron perennemente messa tutta sotto sopra... Ma
ciò che la colpì più di tutto fu la presenza di un
solo letto nella stanza. Malfoy doveva occuparla da solo. Sentì
lo scatto della porta che si chiudeva dietro di lei e si voltò.
Draco si trovava davanti ad essa e vi era appoggiato elegantemente con
la schiena tenendo le mani affondate nelle tasche. La guardava con quei
suoi magnetici occhi di ghiaccio ed Hermione si sentì
leggermente a disagio sotto quello sguardo. Draco si staccò
dalla porta e le si avvicinò.
-Allora, Granger, che si fa?-
Lei lo guardò stupita.
-Stai scherzando?-
-Perché?-
-Non eravamo venuti qui per studiare?-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo.
-Quello era l'invito formale, ma non è detto che siamo costretti
a rispettarlo per forza!- rispose il ragazzo guardandola con vaga
malizia.
-Coosa?- esclamò lei con voce leggermente strozzata -Non ci
pensare nemmeno, se te vuoi darti alla pazza gioia fai pure, ma io devo
studiare!-
Draco sbuffò.
-Oh dio che noia, e va bene e va bene dai, tira fuori quei dannati libri-
Hermione sorrise soddisfatta.
-Così va meglio-
Poi si guardò intorno. C'era una scrivania sotto alla finestra
ma si sentiva un po' a disagio a sedercisi, così rimase ferma
dov'era aspettando che Draco facesse qualcosa. Lui se ne accorse e
sorrise.
-Vuoi studiare in piedi?-
-Cosa? Certo che no!-
-E allora siediti- disse lui indicandole la sedia davanti alla scrivania.
-E... tu dove ti metti?-
-Oh, io resto in piedi-
Lei lo guardò stupita.
-Ma sei sicuro?-
-Certo- rispose il ragazzo e come a dar prova di quello che aveva
appena detto si mise di fianco alla scrivania appoggiato con la schiena
al muro, le braccia conserte.
Hermione allora si sedette con cautela sulla sedia e poggiò la
borsa sul ripiano della scrivania. Vi tirò fuori alcuni libri e
li dispose uno sopra all'altro andando a formare una pila alta ben
trenta centimetri. Draco strabuzzò gli occhi.
-Tutti quelli?!- chiese indicando sconvolto la pila di libri.
-Sì, Malfoy, che ti credi, che io sia così brava limitandomi a due paginette dei libri di scuola?-
-Ma..ma..-
-Niente ma, hai voluto tu che ti facessi ripetizione, quindi ora seguiremo i miei metodi-
Malfoy sbuffò sonoramente maledicendosi a mente per aver avuto quell'orribile idea, ma non disse più niente.
Hermione prese il primo volume dalla pila e lo aprì cercando con le dita la pagina giusta.
-Iniziamo con Storia della Magia...-
La ragazza cominciò a leggere quello che il libro riportava
fermandosi ogni tanto per riportare alla mente collegamenti con le
lezioni precedenti, creando così uno schema mentale complicato
ma che filava del tutto. Draco rimase ad ascoltarla impressionato.
Capì come la ragazza trovasse interessante tutto quello, a lei
bastava leggere una volta per capire subito il concetto che poi
elaborava tanto da inserirci altre informazioni prese un po' qua un po'
là. Sembrava quasi un gioco per lei, sembrava quasi la
divertisse. La sua espressione seria e concentrata, i suoi gesti quando
ripeteva ad alta voce i concetti e lo guardava con quei suoi profondi
occhi dorati per chiedergli se gli fosse tutto chiaro. E lui annuiva,
ma in realtà non sapeva neanche cosa gli avesse appena detto,
troppo preso dall'ammirarla e dallo studiarla in ogni suo singolo
movimento, espressione, tono di voce. Si rese conto che di tutta la
"lezione" aveva imparato tutto meno quello che avrebbe dovuto imparare.
Di Storia della Magia, di Pozioni non aveva studiato niente. Di Hermione
Granger aveva studiato tutto. La ragazza non sembrava accorgersi del
suo continuo fissarla, della sua aria distratta mentre annuiva e
intanto accarezzava con lo sguardo quei morbidi boccoli cioccolato che
le ricadevano continuamente sul viso e che lei puntualmente rimandava
indietro con un gesto distratto della mano. Quella fronte alta che ogni
tanto si corrucciava quando si presentava una fase più difficile
del previsto e allora doveva cercare di ricostruirsi tutto lo schema
mentale in due secondi per poi esclamare un "ma certo!" e ritornare a
leggere tutto d'un fiato. Draco la fissava rapito. Seguiva i movimenti
di quelle labbra rosse leggermente carnose che si muovevano
sinuosamente mentre le parole uscivano a raffica disperdendosi
nell'aria, lui non le stava neanche ad ascoltare, troppo preso da
quella visione. Un botto di volte, in tutto il tempo in cui erano
rimasti lì a "studiare" aveva provato l'istinto irrefrenabile di
mettere fine alla veloce raffica di parole che uscivano dalla sua bocca
chiudendogliela con quel bacio che da tanto sognava e bramava. E certe
volte gli pareva d'averlo fatto davvero, di essersi parato davanti a
lei, d'essersi piegato e di aver poggiato le labbra sulle sue. Ma poi
si risvegliava e si riscopriva ancora lì, a fissarla con aria
sognante, sentendo ancora dentro di se l'impulso, il desiderio che lo
spingeva ad agire.
Eppure rimaneva lì, immobile, troppo
incantato per muovere anche solo un muscolo. Era troppo bella. Ma
come aveva fatto a non accorgersene prima? Tutti quegli anni a
prenderla in giro, a deriderla, a insultarla... Come aveva fatto a non
vedere tutta quella bellezza?! Era inaudito, impossibile! L'aveva avuta
fra i piedi tutti i giorni, durante le litigate, nei corridoi, nelle lezioni e non si
era mai reso conto di quanto fosse bella. Forse aveva sempre solo visto
quello che avrebbe voluto vedere, quello che gli altri gli avevano
insegnato a vedere, quello che suo padre gli aveva imposto di vedere.
-MALFOY?!-
Si riscosse subito sentendosi chiamare in causa e accorgendosi
immediatamente che quegli occhi che stava fissando erano puntati su di
lui.
-Malfoy si può sapere a cosa stai pensando?! E' la quarta volta che ti chiamo!-
Il ragazzo non rispose, aveva perso le parole.
-Malfoy, il furetto ti ha morso la lingua per caso?!- scherzò lei.
-Eh, no- rispose allora lui cercando di recuperare il suo naturale autocontrollo.
-Ma sono stanco, possiamo fare una pausa?-
La ragazza lo guardò poi spostò lo sguardo sull'orologio che aveva al polso. Le 18:00.
-Uhm, sì forse hai ragione, interrompiamo un attimo- rispose lei alzandosi dalla sedia e stiracchiandosi.
Malfoy la guardò e si maledisse mentalmente per la figura appena
fatta. Cavolo!! Non si era mai incantato a quel modo! Sembrava una di
quelle stupide ragazzine che lo guardavano con occhi sognanti ogni
volta che passava per i corridoi!
-Allora Malfoy cosa vogliamo fare?-
Lui non rispose. Hermione allora si volse a guardarlo e lo beccò fermo a fissarla.
-Malfoy si può sapere che hai oggi?!-
Il ragazzo si riscosse.
-Che cosa dovrei avere?-
-No so, sei strano...-
-Ma che dici- disse lui buttandosi sul letto con le braccia sotto la nuca.
Hermione lo guardò con un sopracciglio alzato.
-Che c'è?- chiese lui irritato da quella espressione.
O più che altro irritato dal proprio innaturale comportamento.
-Non so, ti chiedo cosa facciamo e tu ti sdrai lì, sul letto, lasciandomi in piedi come un'imbecille-
-E cosa dovrei fare? Sono più di due ore che stiamo studiando, ho bisogno di riposare io!-
-Mio dio, Malfoy, per solo due ore!-
-Guarda che studiare troppo fa male! Ho bisogno di riposare- ripeté lui, deciso.
-E io che cosa dovrei fare mentre tu ti riposi, di grazia?-
-Ti riposi anche tu- rispose quello semplicemente.
-Sì grazie, ma dove?!-
-Qui- rispose il ragazzo e si spostò di lato lasciandole un po' di posto nel letto accanto a se.
La ragazza in quel momento diventò di tutti i colori possibili ed inimmaginabili.
-Malfoy non fare lo scemo!!- esclamò dopo aver assunto uno stazionario color rosso peperone.
Il ragazzo la guardò e poi scoppiò a ridere, divertito.
-Che hai da ridere?!-
-Sei proprio strana, Granger!- disse lui mettendosi a sedere.
-Strana?!-
-Sì, le ragazze di tutta la scuola non se lo sarebbero fatte
ripetere due volte, anzi, non ci sarebbe neanche stato il bisogno di
dirlo, mi sarebbero già saltate addosso appena messo piede in
questa stanza e te te ne stai lì impalata, rifiutandoti di
venire a metterti qui con me, dopo che te l'ho detto io!-
-Malfoy, se non l'avessi ancora capito, io non sono come tutte le
altre, e non ci tengo affatto a mettermi lì con te, tzè!-
esclamò la ragazza incrociando le braccia al petto stizzita.
-Se se, come no-
-Che cosa hai detto?! Guarda che tu mi sa che non hai capito con chi hai a che fare, brutto...-
-Oh, sì che l'ho capito, ma adesso basta, vieni a sederti qua,
almeno questo lo puoi fare?- disse lui indicandole con la mano il posto
vuoto sul materasso del letto.
Hermione lo squadrò diffidente, poi però si decise a sedersi di fronte al ragazzo.
Rimasero l'uno di fronte all'altra per un po' senza dire niente.
Hermione a cercare di non pensare che stava seduta sul letto di Draco
Malfoy e il ragazzo che la osservava giocherellare distrattamente
con un boccolo che le scendeva sulle spalle.
Dopo un po' la riccia alzò lo sguardo e lo beccò per la seconda volta fermo a fissarla. Arrossì.
Distolse subito lo sguardo, per non far notare al biondo l'inconfondibile colore che avevano assunto le sue guance.
-Vieni con me ad Hogsmeade- disse a un tratto il ragazzo.
La ragazza si voltò di scatto a guardarlo, credendo di aver sentito male.
-Cosa?-
-Vieni con me ad Hogsmeade-
Hermione rimase completamente spiazzata da quello che il ragazzo le aveva appena chiesto.
-Ma...ma...-
Si rese conto di aver cominciato a balbettare, così serrò la bocca con forza.
Il ragazzo la fissò profondamente negli occhi e ripeté la domanda, sta volta con dolcezza.
-Hermione, vuoi venirci con me ad Hogsmeade?-
Il cuore della ragazza in quel momento si fermò. Poteva sentirlo
chiaramente. Credette di morire. L'aveva chiamata per nome. E fu
così strano sentir pronunciare il proprio nome da lui che quasi
non lo riconobbe, seppure abituata a sentirlo una miriade di volte.
-Io... non posso...- disse e si alzò dal letto come per evitare
quegli occhi di ghiaccio che già una volta l'avevano stregata,
inducendola a dire cose che non avrebbe mai pensato di dire.
-Perché? Chi te lo impedisce?-
-Io...- la ragazza non seppe cosa rispondere. Il ragazzo si era alzato
a sua volta, fermandosi dritto davanti a lei, e il suo cervello
in quel momento andò in panne. Disconnesso, completamente
staccato. Non trasmetteva più messaggi,
indicazioni.
-Ron...- fu tutto quello che riuscì a dire.
-Tu preferisci andare con Ron?-
Hermione non rispose. Sentì lo sguardo del biondo fisso su di se
e lo sentì trafiggerla, trapassarla da parte a parte, come per
andare a cercare la risposta chissà dove dentro di lei. Chiese
aiuto al cervello. Ma esso non rispondeva. Era assente, o forse si
rifiutava di lavorare...
-Preferisci andare con Ron invece che con me?- chiese nuovamente il
ragazzo, paziente, fissandola negli occhi. Hermione sentì il
cuore battere all'impazzata. Le stava dicendo qualcosa. Le mandava
messaggi, con un codice nuovo, che lei non conosceva. Però
intuiva...
-Io.. No... ma..-
Il ragazzo mise fine alle parole della ragazza con un dito poggiato sulle labbra.
-Mi basta- le
sussurrò con dolcezza. Poi sempre guardandola
negli occhi
avvicinò il viso al suo, fino a sentire il suo fiato infrangersi
come vapore caldo sulla pelle, e poggiò le labbra su quelle
della
ragazza. Hermione
rimase paralizzata. Non poteva crederci. Draco Malfoy la stava
baciando!! Il ragazzo si allontanò un po' per guardarla negli
occhi.
Hermione poteva sentire il proprio respiro affannato e quello di Draco
così vicino da entrarle dentro. Poi si riavvicinò per
baciarla nuovamente, ma sta volta lei si scansò. Non poteva. Non
ce la faceva.
Indietreggiò. Draco la guardò interrogativo.
-Draco, io...- le parole le uscivano a fatica, come se dovesse fare uno sforzo immane per pronunciarle.
-Non posso-
Lui la guardò senza capire.
-Perché?-
La ragazza si allontanò ancora di più.
-Io... io non voglio essere un'altra-
-Un'altra?-
-Sì... un'altra delle tue ambizioni, dei tuoi capricci... una qualunque-
Lui la guardò incredulo.
-Ma che dici?-
-Credi che non lo sappia?- disse mentre una lacrima inaspettata ad entrambi scese a rigarle una guancia.
-Che tutto quello che vuoi è il divertimento?! Per te ogni
ragazza è uguale alle altre, non fa differenza! Tutto quello che
vuoi è portartele a letto!- le ultime parole le disse quasi
gridando.
A quel punto Hermione non riuscì più a trattenersi e
scoppiò a piangere silenziosamente mentre fiotti di lacrime
scendevano a rigarle il viso.
-Io non sono come te- disse fissandolo negli occhi incurante del fatto che i suoi fossero ormai annebbiati dalle lacrime.
-Io non sto con un ragazzo per divertimento, io sto con un ragazzo per amore. E non voglio soffrire...-
A quel punto fece una pausa e un grande respiro, come per prendere forza dentro di se per dire quello che avrebbe detto.
-Non per te.-
Draco la guardò.
Una morsa soffocante gli attanagliò il
cuore, mentre una stranissima sensazione di rimorso si impadronì
di lui, mozzandogli il respiro e seccandogli la gola. Quello che
Hermione aveva detto era vero. Non aveva mai
amato nessuna. Per lui le ragazze non erano altro che uno sfogo,
oggetti da usare per placare i propri bisogni. Si rese improvvisamente
conto del mostro che era stato. Rivide nella sua mente, come un filmato
fatto scorrere velocemente, tutte le ragazze che aveva scacciato, tutte
le loro lacrime, i loro occhi spalancati in cui si poteva leggere
l'immagine del loro cuore spezzato. Era stato un mostro. E questa
considerazione aveva cominciato a fargli male. Male più di
qualsiasi altra cosa. Di qualsiasi punizione, di qualsiasi Cruciatus,
più di qualsiasi violenza ricevuta dal signore per convincerlo a
odiare. Ma soprattutto a
fargli male fu il peso incontenibile della verità. Della
verità che la ragazza, inconsapevolmente, gli aveva buttato
addosso. Era nato tutto per quella stupida scommessa. Quella
stupidissima, ignobile, odiosissima scommessa. Come aveva potuto
accettare. Come aveva potuto anche solo per un attimo credere di averla
potuta vincere?! Vincere... Hermione non era un premio. Non era un
trofeo da conquistare per poi abbandonarlo sullo scaffale insieme a
tutti gli altri. Hermione era stata la luce dei suoi occhi. Quella luce
che gli aveva fatto vedere, per la prima volta, le cose come stavano
veramente. Che gli aveva mostrato la verità. Che gli aveva fatto
conoscere non un principe, non una mezzosangue, ma un ragazzo e una
ragazza. Un ragazzo e una ragazza che inconsapevolmente avevano finito
con l'innamorarsi. Ma che ora non avrebbero avuto un futuro.
Perché come d'incanto tutta la luce che gli aveva illuminato
questo era sparita. E loro erano tornati Draco Malfoy ed Hermione
Granger. Un ragazzo che non sa amare, che usa, che tradisce. E una
ragazza che non vuole soffrire, che ha bisogno di amare ed essere
amata. Come avrebbero potuto questi due ragazzi stare insieme? Ma lui
non era così. Lui non era più così. Lui era
cambiato. Lei lo aveva cambiato. Era cambiato per
lei. Ma se tu, Hermione, sei stata così brava da aprirmi gli
occhi, da farmi vedere quello che prima non riuscivo a vedere, da
passare oltre l'apparenza e conoscermi dentro. Dimmi, perché
dubiti ancora di me? Come fai a non vedere che io ti amo veramente??
-Guardami- le disse avvicinandosi.
Ma la ragazza aveva il volto coperto dalle mani.
-Hermione guardami- ripeté lui in un sussurro.
La ragazza emise un singulto, e poi non si sentì più nulla.
Draco posò le dita sulle sue e piano piano, delicatamente, le scostò dal viso.
Gli apparvero così
i suoi grandi occhi dorati, in quel momento lucidi e ancora imperlati
dalle lacrime. Quella visione lo colpì dritta al cuore.
-Hermione guardami negli occhi- le disse fissandola con
intensità e decisione. La ragazza lo guardò, con gli
occhi ancora tremolanti per il pianto.
-Ti amo-
I suoi occhi grigi fissi dentro ai suoi erano fermi. Decisi.
-Te lo giuro-
Hermione lo fissò
a lungo negli occhi senza dire una parola.
Draco avvicinò il viso al suo e la baciò nuovamente.
Questa volta Hermione non lo allontanò. Le loro labbra si
sfiorarono delicatamente, come una carezza. Poi lui la spinse contro un
muro e prese a baciarla con più passione. Hermione
sospirò. E Draco fece più forza sulle sue labbra. Fu un
attimo. Le loro lingue s'incontrarono e si
stuzzicarono, cominciando un gioco strano, che assomigliava
all'acchiapparella che avevano fatto quel giorno, alla
foresta. Hermione sentiva dentro di se la lingua del ragazzo e
provò un brivido lungo la schiena. Non provò a ritrarsi, non
provò ad allontanarlo ancora, perchè, nonostante tutto il
dolore che le lacerava l'anima e le lacrime prepotenti che
continuavano a scorrere sulle sue guance, sentiva di aver bisogno di quel bacio. Senza neanche accorgersene, quasi
fosse un gesto istintivo, alzò le braccia e le portò al
collo del ragazzo, per spingerlo più a se. Il ragazzo, provando
lo stesso desiderio di sentirla, scese con le mani sulla vita della
ragazza e schiacciò il suo corpo fra il proprio e il muro.
Continuò a baciarla con desiderio, con passione e qualcosa di
più... con amore. Draco scese a sfiorarle il collo e sentì
Hermione gemere. Continuò a scendere lentamente verso il basso,
sulla spalla, sul petto, lasciandosi dietro una lunga scia di baci
infuocati. Poi risalì verso le sue labbra e le catturò in
un nuovo bacio, più dolce del primo, ma con altrettanto
desiderio. Hermione aveva gli occhi chiusi e respirava affannosamente,
sentendo il corpo del ragazzo aderire perfettamente a se e il suo
respiro fra i capelli. Dopo un po' Draco si staccò da lei,
rimanendo però a reggerla per la vita e appoggiando la fronte su
quella della ragazza. Essa aprì gli occhi e si ritrovò a
fissare quelli di lui.
E li vide.
Non erano più di ghiaccio, si
erano sciolti. Ma era una trasformazione che aveva cominciato ad
avvenire già da giorni, ogni volta una goccia di più,
sotto il lieve calore di quella luce pura che li aveva illuminati. E adesso,
sotto l'effetto di quel nuovo calore, di quel fuoco che aveva bruciato dentro
di loro, che per tanto tempo era stato domato ma che ora era finalmente
riuscito a divampare, si erano sciolti del tutto. Ora in quegli
occhi ci vedeva tutto, tutto l'universo, come il ciel sereno, e ci vide
quello che nascondevano e che non avevano mai mostrato a nessuno. Amore. Sotto quello sguardo credette di morire.
-Hermione...- sussurrò il ragazzo
-Draco...-
-Non sai quant'è che lo volevo-
La ragazza gli sorrise,
fra le lacrime. Lui alzò una mano all'altezza del suo viso e con
un dito glie le andò ad asciugare, accarezzandola delicatamente.
Lei sospirò, beandosi di quelle carezze così tenere,
così dolci, che ebbero il potere di tranquillizzarla, di
arrivare fin dentro il suo cuore. La stava accarezzando perchè
voleva farla sentire meglio, perchè voleva darle sicurezza.
Quello era amore non violenza.
Con gli occhi asciutti lo
guardò, perdendosi in quello sguardo carico di sensazioni.
E lui riprese a baciarla, incapace
di staccarsi da lei, ora che finalmente l'aveva trovata.
Una mano premuta dietro la schiena, e l'altra infilata fra i ricci
morbidi, la strinse a se, come a non voler mai più lasciarla
andare. All'improvviso un tuono spaccò il silenzio e
lacerò il
cielo. Hermione sussultò e si strinse più forte a lui. Il
ragazzo sorrise.
-Hai paura?-
-Figurati! E' che mi è preso un colpo-
Lui rise.
-Orgogliosa come sempre eh?!-
-Tu non parlare- ribatté lei.
E Draco capì che non aveva più paura, che gli aveva creduto e che lo aveva accettato.
-Impediscimelo- ripose con una punta di malizia nella voce.
Hermione sorrise e lo baciò.
Un altro tuono, 'sta volta trasalirono entrambi.
-Dicevi?- disse Hermione guardandolo divertita.
-Andiamo al lago-
Lei strabuzzò gli occhi.
-Cosa? Sei matto? Sta cominciando a piovere, fra un po' diluvia!-
-Sarà più eccitante- disse lui con quel ghigno che
aveva fatto impazzire per anni tutta la popolazione femminile della
scuola.
Hermione gli diede un leggero schiaffo sulla guancia.
-Ma smettila- disse ridendo.
-Eddai-
La ragazza lo guardò. Non sapeva cosa avesse in mente, ma in quel momento non le importava.
Le aveva detto che l'amava. Glie l'aveva giurato. Il resto non contava niente.
Salve
a tt!! Scusate il ritardo ma visto ke dmn parto ho dovuto preparare tt,
fare la valigia... Mi sn xò imposta d postare qst capitolo prima
d partire, xkè altrimenti credo ke mi avreste uccisa :P ...
infatti tornerò solo a settembre! Spero cmq ke qst cap, dv
è finalmente arrivato il tanto rikiesto bacio, sia abbastanza x
tenervi buone fino al mio ritorno! Ditemi cosa ne pensate, nn mi sn mai
ritenuta molto brava a scrivere le scene dei baci...
Cmq penso ke comincerò a scrivere il prox cap, ma nn vi assicuro d riuscire a postarlo...
Passiamo ai ringraziamenti...
Arwen_90:
allora ke ne dici? sta volta il tuo dubbio sul bacio "ci sarà o
no ci sarà" è stato risolto... in meglio o in peggio??
spero me lo dirai!! 1 bacio ciauu ^^
Bimba_Monella:
ke bello, una nuova lettrice!! ciao! sn contenta ke la mia ff ti
piaccia e ke tu abbia trovato gli appuntamenti al lago fra i due
romantici anke se nn succedeva mai nnt d eclatante... io mi sn mlt
immedesimata in hermione e ti assicuro ke mi sarei emozionata anke sl a
parlarci! XDXD lascia stare, sn 1 caso disperato! cmq ke ne dici d qst
cap? E il bacio? sxo ke recensirai... ciauu =)
Biscottolina_:
ciaoo!!! davvero t ha fatto ridere la cosa del profumo? beh sai,
è 1 quesito ke mi pongo sempre qnd me lo metto, e qualke gg fa
l'ho visto fare pure a 1 mia amica, allora le ho kiesto: ma a ke serve
metterselo sui polsi? lei mi ha guardata e poi scoppiando a ridere mi
ha detto ke nn lo sapeva neanke lei... XD Spero ke qst cap t piaccia e
anke la scena del bacio.. sai sn 1 po' fissata! :P
Draco the best:
ciao! ho visto ke hai lasciato dei commenti pure nei capitoli
precedenti... Grazie!! è stato molto carino da parte tua,
così mi hai dato le tue impressioni su ogni fase della storia!!
sn contenta ke la mia ff ti piaccia e spero ke nn sia vnt da meno cn
qst capitolo... a presto, spero ke continuerai a seguirmi ^^ 1 bacio
lilycullen:
allora contenta del bacio?? finalmente è arrivato!! spero
ke la scena t sia piaciuta, io, cm ripeto, nn so se sia vnt bn o meno
xk nn sn mai stata mlt capace a scriverle... aspetto d sapere il tuo
parere! ciao 1 bacione ^^
Lyla_sly:
ecco una nuova lettrice... e ke lunga recenzione ke hai scritto, mamma
mia! Allora, sn lusingata del fatto ke la mia ff nn t abbia delusa e
anzi ke col tempo t sia piaciuta tanto da spingerti a recensire, e
spero ke anke qst capitolo nn ti sia dispiaciuto! Per qnt riguarda
Blaise e Pansy ke si alleano x far capitare qlks d male ad Hermione...
qnd l'ho letto mi sn messa a ridere! e mi sn immaginata loro due
intenti a prepararle una pozione per farla morire polverizzata! XD
nono, tranqui, il motivo xcui sn entrambi 1 po' strani è 1
altro... spero d ricevere altre tue recenzioni, 1 bacio ciauu ^^
whateverhappened:
infatti Ron nn ha proprio speranze... poverino! sai la verità? a
me sta pure 1 pizzikino antipatico, nn trovi? sopratt nell'ultimo
libro, qnd li pianta la in mezzo alle difficoltà! è vero
ke poi si pente e ritorna e giura ke sarebbe voluto rientrare subito dp
essersene andato ma qst ki ce lo dice? e poi bella forza, dp sn capaci
tt a pentirsi, invece hermione è stata 1 botto coraggiosa a
restare cn harry invece d andarsene cn ron d cui oltretutto è
pure innamorata! vbb, dp qst divagare inutile vorrei kiederti cs ne
pensi d qst capitolo... spero t sia piaciuto, anke se, lo dico x la
centesima volta, nn ho la minima idea d cm sia vnt la scena del
bacio... sxo d saperlo nella tua prox recensione! :P
1 saluto a tt e c vediamo a settembre!! ciauuuuuuu ^^
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Capitolo 12 *** 12 ***
ty
Due
ragazzi correvano sotto la pioggia tenendosi per mano. Goccia dopo
goccia accompagnò quella loro fuga. Hermione sentiva il cuore
batterle forte in petto, un po' per la corsa, un po' per l'emozione
di quello che stava succedendo. Se
non ci fosse stato il ragazzo a tenerla per mano, in quel momento,
avrebbe pensato che fosse tutto un sogno. Ma Draco era lì con
lei e ogni tanto si girava a guardarla sorridendo, con il vento che gli
scompigliava i capelli e li imperlava con le prima gocce di un amore
appena iniziato.
Draco si voltò a guardarla, la teneva per mano e la trascinava velocemente verso quello che ormai era diventato il loro
posto.
Le sorrise, e lei fece lo stesso, gli occhi che le brillavano.
Non l'aveva mai vista così felice. Ed era ancora più
bella.
Si rigirò e sentì il vento sferzante graffiargli dolcemente il viso. Mai si era sentito così vivo.
Finalmente fra gli alberi e i rovi scorsero il loro paradiso. L'erba
ondeggiava al vento mentre l'acqua di solito piatta del lago era ora
picchiettata da tante goccioline trasparenti che creavano cerchi e
zampilli animati, come i loro cuori che per tanto tempo erano rimasti
addormentati.
Il ragazzo si fermò di colpo ed Hermione andò a finirgli
addosso. Caddero entrambi sull'erba bagnata. Draco sotto ed Hermione
sopra. Si guardarono per un secondo con uno sguardo pieno di amore, di
tenerezza e di desiderio. Poi Draco alzò leggermente la testa.
Hermione socchiuse gli occhi e sentì le labbra del ragazzo
toccare le sue. Erano dolci, premurose... Hermione abbassò la
testa per far aderire meglio le loro bocche. Le loro
labbra si schiusero e le lingue calde si incontrarono. Il contrasto con
l'aria fredda che li avvolgeva fu netto, e provocò una scossa
elettrica lungo la schiena dei due giovani, che si aggrapparono ancora
di più l'uno all'altra. Intanto la pioggia aumentava e cadeva
sulle loro teste come luce, come una benedizione venuta dal cielo. E
sotto quella pioggia magica i loro corpi si muovevano, cercandosi,
trovandosi, stringendosi, volendosi. Un altro tuono ed Hermione
sussultò, spingendo la testa sul petto del ragazzo, che
l'abbracciò forte a se. E rimasero così, sotto quella
pioggia magica. Draco le accarezzò i capelli ed Hermione rimase
ad occhi chiusi a sentire il ritmo inconfondibile dei loro cuori che
battevano all'unisono. Era una musica mai sentita prima. Qualcosa che
stava perfettamente in armonia con tutto il resto, che le entrava
dentro e faceva ballare il suo cuore. E anche ogni singola cellula del
suo corpo. Si portò una mano allo stomaco. Anche lì
qualcuno ballava. Era una danza nuova, sconosciuta, come quella delle
rondini che si librano nel cielo, o dei delfini che si rincorrono nel
mare. Draco le prese la mano e la fece alzare. Sentiva anche lui quella
musica. La loro musica. La attirò a se, posandole una mano sul
fianco e tenendo con l'altra quella di lei. Hermione portò la
sua alla spalla del ragazzo. Lui fece un passo e lei lo seguì.
Cominciarono a volteggiare sotto quella pioggia trasparente ed ora
potevano sentirla chiaramente, quella musica. Era uscita dai loro cuori
per disperdersi nell'aria e volare attorno a loro, risvegliando la
magia di quel luogo. In un attimo poterono sentire le
cicale svegliarsi e cantare per loro, e i battiti della pioggia
per terra e
sull'acqua, dalla quale si alzavano zampilli e giochi acquatici. Non
sapevano cosa stesse succedendo, ma non importava loro. Quello era il
loro posto. Era sempre stato così. Era sempre stato perfetto,
sempre. Quel luogo li ricordava. Dal primo giorno. Quando Hermione
aveva chiesto di mostrargli il suo vero amore. A quando esso l'aveva
raggiunta da dietro. Lui sapeva. Lui ricordava, le risate, i giochi,
l'imbarazzo, i battiti dei loro cuori. E li aveva assorbiti, quei
battiti, per non lasciarli soli. Per proteggerli. Per tenerli al
caldo. Ed ora erano lì, quei battiti. Erano lì che si
mischiavano alla musica, al vento, alla pioggia, a loro. Era la musica
dei loro cuori. E solo loro potevano sentirla. Solo loro potevano
capirla. Solo loro. E solo per loro quella magia sarebbe avvenuta.
Hermione fece una giravolta e Draco la prese al volo, facendola
volteggiare per aria. Le gocce di pioggia si illuminarono, come tante
gocce di luce. O forse questo è quello che videro loro. Ma non
aveva importanza. Quelle gocce brillarono e li bagnarono con la loro
luce dorata, facendoli risplendere, ognuno agli occhi dell'altro.
Hermione rise e lo guardò dall'alto con gli occhi che le
brillavano. Ora, da lassù, sollevata dolcemente dalle sue
braccia, poteva sentirle chiaramente. Le farfalle avevano spiccato il
volo...
Draco rimase incantato da quella visione. Sembrava un
angelo...
Un venticello sussurrante accorse dalla foresta. Volteggiò
attorno a loro, toccandoli con le sue dita invisibili. Fuggì poi
sopra
al lago, formando una scia che lo attraversò, cominciando dalla
riva, andando poi a scomparire verso il centro. Draco rimise Hermione a
terra. La sera stava calando, il tramonto che prima aveva magicamente
illuminato quella pioggia si stava spegnendo, per lasciar posto alla
magia della notte. Le prime stelle brillarono spettacolari nel cielo
blu. I due ragazzi si guardarono per un momento.
-Vuoi fare un bagno?- chiese guardandola negli occhi.
Hermione lasciò vagare i suoi occhi in quelli di lui. Annuì.
Draco le sorrise e prendendola per mano la condusse a riva. Lì
si levarono le scarpe. Hermione percepì la sensazione della
terra friabile sotto ai piedi e fra le dita. Si guardò. Aveva
ancora la divisa. Alzò lo sguardo su Draco. Anche lui. Lui
rialzò gli occhi chiarissimi su di lei. Hermione vi lesse una
muta domanda. Pensò che in quel momento Draco sembrava ancora
più bello. Negli occhi grigi si rifletteva il colore del lago,
rendendoli di un azzurrino luminoso come il cielo in quel momento. Non
esitò neanche per un momento. Sentiva che quello era tutto
ciò che voleva. Incrociando le braccia prese la divisa
all'altezza della vita, e se la sfilò.
Draco la osservò sfilarsi la veste dalla testa. Seguì
con lo sguardo ogni centimetro di pelle che veniva mano a mano
scoperta. Non l'aveva mai vista senza quella lunga divisa nera addosso.
Si rese immediatamente conto che essa non si adattava affatto al corpo
minuto ed inconfondibilmente femminile della ragazza. Fu una scoperta
che lo lasciò letteralmente senza parole. Era talmente abituato
a vederla con quella divisa lunga e larga che non gli sembrava vero
quello che stava vedendo. Quello non era il corpo della Hermione
Granger che aveva creduto di conoscere per tutti quegli anni!
Osservò le lunghe gambe affusolate. Risalì con lo
sguardo alla vita leggermente stretta della ragazza, alla pancia
completamente piatta e poi su, fino al petto. E fu lì che rimase
ancora più sorpreso. Hermione portava un completo di pizzo nero.
Non aveva i seni molto grossi, ma una seconda abbondante. Fu come se la
vedesse per la prima volta. Ma ciò che lo sorprese più di
tutto fu... se stesso. Non si era innamorato di Hermione per il suo
aspetto. Non le era piaciuta perché bella, formosa, con un
fisico da paura. Già il fatto stesso di sentirsi innamorato
lo faceva sentire diverso. Ed ora che la vedeva così, in sola
biancheria intima, davanti a lui, se ne rese conto meglio di qualunque
altra volta. Si era innamorato di Hermione senza mai badare al suo
corpo. Non l'aveva mai vista che con la divisa. E gli era piaciuta. Gli
era piaciuta lei. E adesso che la vedeva così non poté che rimanere piacevolmente sorpreso. Era... perfetta.
Quando Hermione si fu del tutto tolta la divisa di dosso scrollò
i lunghi capelli passando una mano fra i ricci per sistemarli. Si
sorprese un poco a scoprirlo a guardarla con quell'espressione, che
traspariva chiaramente i pensieri del ragazzo. Arrossì. Nessuno.
Nessuno l'aveva mai vista nuda. Draco doveva star pensando la stessa
cosa perché si avvicinò a lei e mettendole le mani sui
fianchi le sussurrò:
-Come ho fatto a non accorgermi prima di una tale bellezza?-
Hermione rise. Una risata breve, timida, cristallina. Draco le sorrise
e poi si sfilò anche lui la divisa. Hermione rimase senza fiato.
Lasciò scorrere il suo sguardo sul torace del ragazzo, scolpito
come lo sarebbe stato quello di un dio greco. Seguì le linee dei
muscoli delle braccia, non esageratamente grandi, ma che facevano
intuire la forza della quale il ragazzo era munito. Draco le si
avvicinò e la prese in braccio.
-Pronta?-
-Sì- rispose lei.
Draco si girò verso il lago e vi entrò dentro. L'acqua
era fredda, ma non ghiacciata. Si stava bene. Il ragazzo
continuò a tenerla in braccio avanzando verso il centro del
lago, dove ormai l'acqua gli arrivava al petto. Lì, molto
delicatamente, la fece scivolare giù.
Hermione scivolò dalle braccia di lui lentamente, delicatamente,
come una farfalla si posa su un fiore. Appena mise i piedi a terra si
rese immediatamente conto che l'acqua le arrivava al collo. Si
abbassò.
Draco la vide scomparire sotto l'acqua, e non capì cosa stesse
facendo. Aspettò un po' che ritornasse su ma non la vide. C'era troppa
poca luce per guardare attraverso l'acqua. Poi vide delle bollicine
risalire un metro più in là e all'improvviso la vide. Con
un salto uscì dall'acqua e, disegnando un breve arco nell'aria
si rituffò nell'acqua, come un delfino. No, più
aggraziata di un delfino, più misteriosa. Come una sirena.
Draco aspettò che tornasse da lui. La vide spuntare dall'acqua.
I capelli bagnati completamente tirati indietro scoprivano il viso
rendendo ancora più evidenti i suoi grandi occhi dorati.
-Allora, la mia sirenetta?- disse acchiappandola per la vita.
Lei sorrise.
-E' una cosa che faccio sempre, quando entro in acqua. Lo adoro, mi fa sentire viva-
Draco alzò un sopracciglio.
-Viva?-
-Sì. Mi do una spinta fortissima, così forte che quando esco dall'acqua riesco a fare un tuffo. Mi piace...-
-Anche a me- disse lui -Sembravi una sirena-
-Attento allora- disse lei liberandosi dal suo abbraccio
-Potrei ammaliarti con la mia bellissima voce e farti affogare prima che tu possa raggiungermi-
-Saprò nuotare-
-Ed io scapperò negli abissi più profondi dove tu non potrai arrivare- disse lei allontanandosi un po' a nuoto.
-Io ti raggiungerei ovunque- fece lui venendole dietro.
-Ah sì? Vediamo-
E così Hermione fece un altro tuffo e sparì sotto
all'acqua. Draco si immerse e la vide, a pochi metri da lui, che
scappava. Sorrise a labbra strette. Poi la seguì. Era svelta,
non se lo aspettava. E anche agile. Più di una volta
riuscì a sfuggirgli proprio quando stava per afferrarla. Rapida
e guizzante proprio come una sirena. Vogliamo fare le preziose?
Pensò, ritornando ad inseguirla. Per un po' riuscì a
lasciarlo indietro. Poi lui colse la sfida e cominciò a nuotare
più veloce. Sta volta non gli fu difficile raggiungerla, aveva
braccia e gambe forti. Hermione si girò a guardarlo e vide che
lui era vicinissimo. Allora si diede un'ulteriore spinta e cercò
di guadagnare terreno. Draco sorrise divertito da quel gioco. Era brava,
sì. Ma non gli sarebbe sfuggita ancora a lungo. Ancora qualche
bracciata e le fu addosso. Hermione se ne accorse troppo tardi e si
sentì afferrare per le caviglie dei piedi. Emise un urlo per la
sorpresa. Draco la tirò a se, stringendola fra le sue braccia.
Poi la girò e la guardò sorridendo. Hermione dapprima
mise il broncio per aver perso. Ma poi si aprì anche lei in un
largo sorriso. Draco avvicinò il viso al suo. Hermione lo
lasciò fare e fissò quegli occhi grigi venirle incontro.
Poi entrambi li chiusero e lasciarono che le loro bocche si trovassero.
Fu un bacio nuovo, bellissimo. Nel freddo dell'acqua che li avvolgeva
le loro bocche calde si univano, trasmettendo il loro calore all'altro.
Dopo un po' Hermione sentì il bisogno di ossigeno e staccandosi
da lui risalì in superficie battendo i piedi.
Draco la vide scivolargli via da davanti e ancora una volta non
poté fare a meno che ammirare quel fisico perfetto. Poi la
raggiunse su. Quando uscì vide che la luna era già
spuntata. Anche Hermione la stava guardando.
-Com'è bella- disse.
Lui la guardò. Aveva ragione. Non aveva mai pensato alla luna
come ad una cosa bella. Semplicemente aveva sempre saputo che era
lì. Non le aveva mai dato molta importanza. Ma ora con lei tutto
gli sembrava più bello.
-Hai ragione- disse -Ma mai come te- aggiunse poi abbracciandola da dietro.
-Non starai diventando troppo melenso?- scherzò lei
-Hai ragione- disse lui e si allontanò.
-E' colpa tua, mi hai ammaliato con la tua bellezza e mi hai fatto perdere la testa-
Hermione rise.
In quel momento videro uno sciame di tanti puntini luminosi, tutti
piccolissimi, raccogliersi attorno al lago. Volarono per aria e si
raggrupparono lungo la riva come a formare una lunga fila di mini
lampadine accese.
-Lucciole!- esclamò Hermione guardandole ammirata.
Anche lui rimase stupito. Non ne aveva mai viste così tante insieme.
Le piccole creature cominciarono a sciamare sopra al lago illuminandolo
a festa. Hermione le seguì con gli occhi, meravigliata. Loro si
sparsero sopra la piatta superficie dell'acqua illuminandola con il
loro riflesso tremolante. I due ragazzi seguirono questa loro
disposizione meravigliati. Le lucciole si disposero tutte attorno a
loro, lasciando vuoto lo spazio sopra le loro teste.
-Guarda che bello...- mormorò Hermione.
-Vieni- le disse Draco e prendendola per mano la trascinò a
nuotare in superficie sotto a quella sfilza di mini stelline
luminescenti. Hermione lo seguì con il cuore che le batteva
forte per l'emozione. Era uno spettacolo senza eguali! La ragazza
avanzò nell'acqua guardandosi attorno. Ovunque girasse la testa
vedeva lucciole. Tante, tantissime lucciole.
-Herm- la chiamò lui.
Lei si girò. Un grosso schizzo d'acqua la investì in pieno.
-Ehi!!- esclamò coprendosi il viso con le braccia.
Lo sentì ridere. Lei sorrise con la testa china. Immerse le
braccia sotto l'acqua e le tirò fuori con una forza tale da
scaraventare un'ondata d'acqua addosso al ragazzo che ne fu investito
in pieno. Lui rispose all'istante con un altro getto più potente
del primo, lei ricambiò con uno spruzzo altissimo. I due
cominciarono a schizzarsi e a spintonarsi, a buttarsi giù a
vicenda e intanto ridevano e gridavano, cercando di scappare e di non
farsi investire dagli attacchi dell'altro. Il cielo e le stelle e le
lucciole assistettero a quel loro gioco. Sembravano divertirsi
tantissimo. In fondo quando stavano insieme, qualsiasi cosa sembrava
loro divertente. Come se la bellezza delle cose che facevano, che
vedevano, venisse moltiplicata all'infinito.
-Ah!- gridò Hermione investita dall'ennesimo getto d'acqua buttatole addosso dal ragazzo.
-Ah! Basta!! Tregua, tregua!-
-Ti arrendi?- chiese lui continuando a sollevarle addosso l'acqua con un movimento frenetico delle mani.
-S-sì! Sì, mi arrendo! Mi arrendo!!- rispose lei gridando e ridendo allo stesso tempo.
Lui smise.
-Dillo che sono troppo forte-
-Ah, ma smettila- ribatté lei.
Lui le si avvicinò e la prese per la vita.
-Mi piace quando fai la scontrosa- disse -Non sei come tutte le altre-
-Non l'avevi ancora capito?-
Lui sorrise.
-Non avrei potuto trovare nessuna meglio di te-
Lei alzò le spalle con un'espressione di finta indifferenza.
-Bisogna vedere se mi meriti-
-Oh, ne dubiti?-
-La verità?- disse lei tornando a guardarlo dritto negli occhi.
Lui sorrise.
-Non ne ho bisogno-
Poi si sporse verso di lei e la baciò. Hermione chiuse gli occhi
e ricambiò all'instante. Draco si abbassò più su
di lei, per continuare a baciarla ancora, ancora e ancora. Prendendola
per i fianchi la tirò più a se. Hermione alzò le
braccia per passarle attorno al collo del ragazzo. Sentì le
labbra del ragazzo schiudersi e lasciò che anche le sue le
seguissero. Le loro lingue si accarezzarono, avvolgendosi l'un l'altra.
Era una danza che la sua lingua, ballerina principiante, stava
cominciando ad imparare. Ora si muoveva con quella del ragazzo
più liberamente. Non era difficile. Doveva semplicemente
lasciarsi andare. Sentì che poteva fare tutto quello che voleva,
perché questa era la sua danza. Sua e di nessun altro. Senza
quasi rendersene conto prese il controllo della situazione, lasciando
che la sua ballerina prendesse per mano quella del ragazzo e la
trascinasse in quel ballo. Era una danza lenta, sensuale, dolce,
tenera. Quando si staccarono Draco la guardò deliziato.
-Pensavo non avessi mai baciato-
-E' così infatti- rispose lei semplicemente. Non
aggiunse altro e si girò a guardare qualcosa sopra di loro.
Draco seguì il suo sguardo e rimase a bocca aperta. Sopra le
loro teste le lucciole avevano formato un cerchio, venendo da tutte le
parti, raccogliendosi sopra di loro come attirate da un unico richiamo.
Rimasero incantati a guardare tutte quelle lucine luminose che giravano
sopra di loro. Poi esse, simultaneamente, come sotto l'effetto si un
unico comando, si espansero riaprendosi sul lago fino a riva e presero
a girare magicamente in tondo.
Hermione riabbassò lo sguardo sorridendo. Draco, meravigliato
quanto lei, si sentì pervadere da quell'atmosfera di magia e
prendendola per la vita la fece sdraiare sull'acqua. Hermione si
lasciò andare aprendo le braccia ad angelo. Draco
cominciò a girare lentamente. Poi più velocemente, mentre
Hermione, spinta dalla forza centrifuga, piano piano si sollevava,
rimanendo mezza sospesa per aria mentre Draco girava, insieme alle
lucciole sopra di loro. Hermione chiuse gli occhi, lasciandosi
trasportare. Poté sentire l'aria che le girava attorno, e il
rumore dell'acqua smossa dal ragazzo. Poté percepire la presenza
di quelle infinite creature luminose sopra di loro e gli occhi delle
stelle che li fissavano da lassù. Per la prima volta in tutta la
sua vita si sentì veramente viva. Sorrise e aprì ancora
di più le braccia. Stava volando. Aveva spiccato il volo. E
qualcuno la aveva aiutata a farlo. Qualcuno era finalmente arrivato a
porgerle la mano e a portarla su, in paradiso. Draco era il suo angelo.
Un angelo. La stessa cosa che pensò lui, guardandola. Il suo
angelo, che gli aveva aperto gli occhi. Ma non quelli in superficie.
Gli aveva aperto gli occhi del cuore. Quelli che sapevano arrivare e
vedere nel profondo. Il suo angelo, che gli aveva cambiato la vita.
Due angeli. A metà. Due cuori che avevano avuto bisogno di
trovare il proprio gemello, per riuscire a battere. Due angeli con una
sola ala. Che avevano dovuto incontrarsi per poter finalmente spiccare
il volo.
La pioggia era finita, e
la luna brillava alta nel cielo. Due ragazzi se ne stavano sdraiati
sull'erba a guardare le stelle, le dita intrecciate. Il vento si era
abbassato e le lucciole si erano disperse qua e la.
-E' tardi- disse lei ad un certo punto.
-Sì, saranno già tutti a mangiare-
Il ragazzo esitò un momento.
-... Hai fame?-
-Per niente-
Draco sorrise.
-Neanch'io-
Hermione si rotolò sopra di lui che la strinse forte fra le sue braccia.
-E' stata la giornata più bella della mia vita- disse, facendo scorrere le dita sul torace del ragazzo.
-E tu sei stata la cosa più bella che mi potesse mai capitare-
-Esagerato- rise
-Dico sul serio- ribatté lui accarezzandole la schiena
-Io... io non ho mai detto ti amo a nessuna-
Hermione si sollevò a guardarlo.
-Oh, Draco...-
-Shh-
Il ragazzo le posò un dito sulle labbra. Poi le sorrise e prese a baciarla dolcemente.
Salve a tutti!! Eccomi tornata dalle vacanze!!
Allora,
cosa ne pensate d qst capitolo? Scrivendolo ho voluto creare
un'atmosfera magica e romantica ma allo stesso tempo anche far capire
una cosa importante: quando si è innamorati ci sembra tutto
più bello. L'atmosfera creatasi infatti è frutto di
elementi reali (come le lucciole che accorrono a volteggiare sopra al
lago) ed anche di fatti naturali che però agli occhi dei due
innamorati appaiono come magici. Per esempio la pioggia che vedono
brillare sopra di loro. Essa è semplicemente illuminata
dalla luce del tramonto, ma per loro è come una vera e propria
pioggia di luce. Oppure i suoni della natura che loro percepiscono come
una musica, una musica che viene dai loro cuori e
cioè che loro sentono dentro di se e che riescono ad esternare,
mischiandola con quella della natura e riuscendo perciò a
sentirla. Spero di essere riuscita bene a rendere l'idea, e spero che
il capitolo vi sia piaciuto.
Devo
però fare un GRAZIE speciale a => lilycullen <=, ke mi ha
aiutata moltissimo per qst capitolo... avevo infatti subito un blokko,
ma lei da brava genietta è riuscita a... sblokkarmi! =P
GRAZIEGRAZIEGRAZIE!!! Spero che il capitolo nn ti abbia delusa
(*.*) 1 bacione tadb
Altri ringraziamenti...
avril96:
iii 1 nuova lettrice!! ke bello *.* ok, mi calmo... Sn felice ke la mia
storia t piaccia tanto da averla messa tra preferiti, e sn felice anke
lo scorso cap t sia piaciuto!! ^^ spero ke anke qst nn t abbia delusa!!
Fammi sapere... bacioni! ciau
Arwen_90:
davvero è proprio qll ke sognavi? hihi sn felice ke dp averti
fatta aspettare tnt (ben 10 capitoli *me super perfida*!) il fatidico
capitolo sia stato d tuo gradimento!! E x l'uscita ad Hogsmeade? Hehe,
vedremo, vedremo... =P spero ke anke qst cap t sia piaciuto! 1
bacione tvb
Bimba_Monella:
eeh la pelle d'oca addirittura, nn credo d essere brava fino a quel
punto, anke se mi piacerebbe tanto! hihi e d qst cap invece ke mi dc?
Fammi sapereee 1 bacio tvb
Biscottolina_:
Nooo! cm potrei voler morta 1 mia lettrice??!! XDXD Per il film
avvertimi qnd esce ke sarò la prima della fila! ahah, no vbb, nn
è ke lo odio a tal punto ma t giuro, mi sta tr sulle balls...
grrr lo farò penare nella mia ff ahahahahahahh ok, smetto d fare
Bellatrix2 la vendetta e torno a noi... spero ke il mio cap sia
abbastanza x il tuo romanticismo sfrenato! fammi sapere mi rakkomando!!
1 bacione tvb
Draco
the best: ii sn felice ke la storia t piaccia sempre d più!! e d
qst cap, ke ne dc?? spero d nn averti delusa! 1 bacione tvb
Lyla_sly:
ciao!! innanzitutto grazie della recensione kilometrica! mi commuovo 1
kasino qnd ne trovo d così lunghe!! ma cmq, partiamo dall'inizio
(cm dc tu XD) sn felice ke tu abbia trovato migliorata la mia
narrazione, e ke ti sia piaciuto il flusso d pensieri d Hermione,
all'inizio pensavo ke fosse troppo lungo, ma poi mi sn detta: è
qll ke penserei io nei suoi panni, e qnd l'ho lasciato. Per la scena
del bacio e il "ti amo" sn felice ke ti siano piaciuti. Anke io nn ero
sicura se farglielo dire, ma poi scrivendo ho cpt ke ci DOVEVA essere
assolutamente! =P spero ke anke qst cap t piaccia, aspetto la tua prox
super-recensione! XDXD a presto baci tvb
mediana:
sn felice d aver allietato il tuo ritorno dalle vacanze!! e d qst cap
ke ne pensi? Quanto a Blaise e Pansy aspetta e vedrai... hihi 1 bacione
tvb
whateverhappened:
*me felice xkè ti è piaciuta la scena del bacio*...
allora nn è stato 1 sfracello cm pensavo! Per qnt riguarda
Ron... sn completamente d'akkordo cn te, è la stessa cs ke penso
io! Ron se ne stava benissimo cn Lavanda, ke ci rimanesse! Tanto alla
fine sn fatti della stessa pasta! E d qst cap ke mi dc? 1 bacione tvb
Saluti a tt, ci vediamo al prox capitolo!! ciauuuuuuuuuu
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Capitolo 13 *** 13 ***
g
-Allora ci vediamo domani-
-Domani c'è l'uscita- le fece notare il biondo
-Oh già...- arrossì
-Senti, io darei qualsiasi cosa per andarci con te, ma... ormai l'ho
promesso a Ron, e poi serve per lasciare soli Harry e Ginny, e...-
Draco le posò un dito sulle labbra per fermare quel lungo fiume di parole.
-Tranquilla- le disse sorridendole -Ci vediamo-
Hermione lo guardò nei suoi chiarissimi occhi celesti.
-Va bene-
I due si scambiarono un ultimo bacio prima di dividersi.
Hermione salì le scale che portavano verso i dormitori di
Grifondoro. L'ora di cena era finita da poco, e c'era ancora qualche
studente che gironzolava per i corridoi. La ragazza si fermò
davanti al quadro della signora grassa e pronunciò la parola
d'ordine. Esso si aprì verso l'interno lasciandole libero il
passaggio. La ragazza entrò nella Sala Comune della sua casa e vi
trovò i ragazzi seduti sui divani intenti a parlare, come
sempre, di Quiddich. Oltre a Ron e ad Harry c'erano Neville, Dean e
Seamus. Appena la sentirono entrare essi si voltarono a guardare chi fosse.
-Oh ciao Herm-
Sorrise.
-Ciao ragazzi-
-Ma dove sei stata?!-
Arrossì.
-Ehm... avevo da fare...-
Harry la guardò, non del tutto convinto dalla risposta dell'amica, ma non fece domande.
-Beh, io ora vado, Ginny è su?-
-Sì, ti stava aspettando-
-Bene, allora la raggiungo. 'Notte ragazzi-
-'Notte-
Hermione salì le scale che portavano alla sua stanza
domandandosi come mai Ron non avesse spiccicato parola, ma non lo
ritenne un dettaglio significante.
Aprì la porta facendo capolino da dietro di essa con un sorriso
radioso stampato sulle labbra. Ginny era sdraiata sul letto a pancia in
giù leggendo una rivista. Quando la sentì entrare
alzò gli occhi incontrando quelli della riccia, illuminati da
una luce che non le aveva mai visto.
-Allora, Cenerentola, tornata dal ballo?-
Hermione sorrise poggiando la borsa ancora piena di libri per terra e tuffandosi sul letto.
-Un po' in anticipo...-
-Scherzi?! Sei stata via tutto il pomeriggio e non sei nemmeno venuta a cena, voglio che mi racconti tutto!-
Hermione sorrise alzandosi a sedere. Ginny la raggiunse sul suo letto
sedendosi a gambe incrociate davanti a lei. La riccia fece un lungo
respiro. Da dove doveva cominciare?
-Allora, premetto che è la cosa più strana e incredibile che potesse mai capitarmi- disse torcendosi le mani
-Ti sembrerà strano... Ma forse è meglio che cominci a raccontarti tutto dall'inizio-
Ginny la guardò negli occhi pronta ad ascoltarla. Hermione
poteva leggere nel suo sguardo tutta la sua curiosità.
Così si costrinse a parlare.
-Allora, tutto è cominciato circa una settimana fa... dopo
l'uscita ad Hogsmeade, ricordi? Quando sono scesa a fare un giro...-
La rossa annuì.
-Bene, quel giorno io andai al lago credendo di essere sola. Allora feci una cosa stupida...-
Ginny vide Hermione arrossire.
-Cosa?- chiese incuriosita
-Io... io chiesi al lago...-
-Sì??-
-Di.. mostrarmi il mio... futuro amore...- disse la riccia imbarazzata con la voce ormai ridotta ad un sussurro.
-Oh..- la rossa trattenne una risata -E poi?-
-E poi... vedi... è arrivato qualcuno-
-Qualcuno?-
-Sì... un ragazzo..-
-Chi??- chiese Ginny sporgendosi verso di lei con gli occhi spalancati e le orecchie ritte in attesa della risposta.
Hermione fece un lungo sospiro prima di rispondere.
-Draco Malfoy-
Ginny rimase a bocca aperta, gli occhi sbarrati, senza riuscire a dire niente per qualche attimo.
-Stai scherzando?!- esclamò infine quando ebbe recuperato la parola.
-No-
-E... che è successo?-
-Beh, noi... abbiamo cominciato a parlare... sai, era.. diverso-
-Diverso?-
-Sì.. non è.. come prima-
La rossa la invitò a continuare con lo sguardo.
-Lui era... spiritoso, simpatico...-
-Malfoy simpatico?!- ripetè la rossa incredula.
Hermione annuì.
-Sì... ma era sempre Malfoy, infatti poi provocandomi mi aveva fatta imbestialire!-
Ginny annuì, ricordando quando l'amica era tornata in stanza furiosa.
-E poi cosa è successo?-
-Beh, poi... poi ci siamo incontrati anche la volta dopo, sempre per caso, e abbiamo... fatto amicizia-
-Hai fatto amicizia con Malfoy?-
-Sì, lui... era... è diverso. Non è lo stronzo, lurido strafottente che conoscevamo, lui è...-
Hermione non riuscì a trovare la parola giusta. Cos'era Draco? Tutto. Per lei era tutto.
-Beh, abbiamo cominciato ad incontrarci tutti i giorni, e poi... insomma, è successo...-
-Cosa?-
-... Mi sono innamorata di lui-
Ginny rimase ancora una volta a bocca aperta, non sapendo se credere o
no a quello che l'amica le aveva appena confessato. Si aspettò
di vederla scoppiare a ridere all'improvviso e dirle che era tutto uno
scherzo. Ma il viso dell'amica rimase serio e Ginny capì
che quello non era affatto un gioco.
-Oh Hermione... e lui?-
Hermione arrossì ricordando i primi sguardi, quelli timidi, che
si distoglievano in fretta, per paura di scoprirsi troppo.
-Lui... diciamo che... anche lui...-
Hermione si sorprese a balbettare, non sapendo come terminare la frase.
Ginny, che aveva capito cosa l'amica volesse dire, annuì seria,
invitandola a continuare.
-Beh, poi ieri mi ha invitata... in camera sua-
A quel punto Ginny spalancò la bocca se possibile ancora più di prima.
-Che cosa?!- strillò
-Ehm, mi ha invitata in camera sua- ripeté la riccia sorridendo imbarazzata.
-V-vuoi dire che...?-
Hermione scosse la testa.
-No, non l'abbiamo fatto-
Ginny tirò un sospiro di sollievo.
-Meno male Hermione, sei ancora tu-
La riccia rise, divertita dalla reazione dell'amica.
-Ma mi ha detto che mi ama- aggiunse.
La rossa sbarrò gli occhi. Oddio. Doveva aver sentito male.
Boccheggiò per un po' senza riuscire a dire una parola.
-T-ti ha detto.. che.. t-ti ama?!-
Hermione annuì, le guance di un delizioso color pomodoro.
-Oddio, ma sei sicura sia Draco Malfoy?-
La ragazza rise.
-Sì Ginny, sono sicura-
-Ma non può averti detto che ti ama!-
-Lo so, ma l'ha fatto... ed ora.. beh.. stiamo insieme-
Hermione si rese conto solo quando lo disse della grandezza della cosa. Stare insieme... Lei e Draco Malfoy stavano insieme.
Ginny guardò l'amica a lungo, senza sapere cosa dire. Era
la cosa più assurda che avesse mai sentito. Hermione non poteva
essersi innamorata del ragazzo che aveva detestato dal primo momento in
cui si erano visti, che l'aveva presa in giro, insultata e messa
in ridicolo per sei lunghi anni! E Draco Malfoy non poteva averle detto
che l'amava! Era una cosa semplicemente inconcepibile! Lui è... diverso. Non è come prima... è scherzoso, simpatico... Era davvero così? Ma come poteva un Malfoy essere simpatico?!
-Herm, sei sicura che lui non ti stia solo...-
-Solo?-
-Beh.. sai com'è fatto... non per ferire i tuoi sentimenti, ma... non pensi che ti stia solo prendendo in giro?-
-Vuoi dire che pensi mi voglia solo usare?- disse la riccia
La rossa arrossì.
-Sì...-
-Beh, ti sbagli!- ribattè Hermione con voce leggermente
alterata. Se ne accorse, fece un respiro e parlò con più
calma.
-Ginny, ho sempre visto Draco Malfoy andarsene in giro in compagnia di
ragazze sempre diverse. Ci stava, se così si può dire, un
giorno, se le portava a letto e tutto finiva lì. Con me
è... diverso. Lui... lui non mi è saltato addosso appena
ne ha avuto l'opportunità. E credimi ce ne sono state tante.
Ogni volta che stava lì lì per succedere poi non l'ha
fatto. E da questo ho capito che lui non vuole che sia come sempre.
Non vuole che si consumi tutto subito. Non vuole solo... usarmi. E poi ha detto che mi ama, Ginny!-
La rossa rimase in silenzio, senza sapere cosa dire. Non poteva credere
che Malfoy le avesse davvero detto quelle cose. Semplicemente le era
impossibile crederlo. Tutti. Ma non Malfoy. Ma se quello che Hermione
diceva era vero...
-Herm, sono felice che tu abbia finalmente trovato qualcuno che...
insomma, ti abbia fatta innamorare. Sono felice che vi siate messi
insieme. Ma non posso dirti di essere felice che quel ragazzo sia Draco
Malfoy-
Hermione stava per dire qualcosa ma Ginny la interruppe.
-Aspetta! Con questo non voglio rovinare la tua felicità e forse
mi sto sbagliando. Forse è cambiato veramente e forse ti ama,
come dice lui. Ma io da amica ti consiglio di non lasciarti troppo
andare. Ricorda sempre: fidarsi è bene, non fidarsi è
meglio-
Hermione la guardò negli occhi senza dire niente. Non era
arrabbiata per quello che l'amica le stava dicendo. Era preoccupata,
non si fidava, poteva capirlo. Sorrise prendendole una mano e
stringendogliela nelle sue.
-Tranquilla Gin. Io sono sempre Hermione Jane Granger, quella che non
si lascia mettere sotto da nessuno. Ma soprattutto quella che non ha
mai sopportato Draco Lucius Malfoy. Se mi sono innamorata di lui
è perché ci ho visto qualcosa dentro. Qualcosa che credo
nessuno gli abbia mai visto. Ti assicuro che era sincero, e poi ehi!
Non ci sono ancora mica finita a letto!-
La rossa rise.
-Sì, Herm, hai ragione. Questa è l'unica cosa che mi consola. Forse Malfoy è cambiato veramente-
Hermione sorrise. Le due amiche rimasero in silenzio. Era tanto che non
parlavano. Hermione scoprì che le erano mancate le sere passate
a chiacchierare, una di fronte all'altra, appoggiate ad un cuscino. E
scoprì che per lei era importante. Che dicendole le cose le
sembravano più vere, mentre tenendosele dentro di se, rischiava
di non crederci mai abbastanza e di finire per pensare che fosse tutto
solo un sogno. Poi si ricordò il motivo primo di quella loro
chiacchierata.
-Allora con Harry??-
La rossa sorrise.
-Avevamo davvero fatto una semplice passeggiata- disse -Ma mi ha
chiesto anche di andare con lui ad Hogsmeade, domani. Intendo... noi
due da soli-
-Oh, Ginny!- esclamò la riccia, felice per l'amica
-Non ti preoccupare, andrà tutto benissimo, vedrai!- disse facendole l'occhiolino.
Lei la guardò con una strana espressione.
-Mi nascondi qualcosa?-
La riccia rise.
-Figurati. Ma preparati. Domani potrebbe essere il giorno!-
Godette nel lasciare l'amica interdetta ma anche piacevolmente sorpresa.
Hermione s'infilò nel bagno con l'intenzione di farsi una
doccia, ma cambiò idea. Non voleva lavare via quelle sensazioni,
non voleva depurare quella pelle così dolcemente violata da lui.
Avrebbe dormito con il suo tocco sulla pelle, il suo profumo fra i
capelli. Si guardò allo specchio. Cos'era cambiato in lei? Si
sentiva diversa. Ma l'immagine riflessa nello specchio era la stessa di
sempre. Un po' più luminosa, forse. Più radiosa. Un'
Hermione nuova, un' Hermione apparentemente uguale, ma infinitamente
diversa. Sorrise, e nello specchio la sua gemella le rispose.
Qualche piano più sotto un altro ragazzo si fissava allo
specchio, cercando di scorgere i segni di quel cambiamento. Si
toccò le guance dove ancora premeva il ricordo del tocco di lei.
Sfidò il suo clone con lo sguardo e si sorprese a vedere nei
suoi occhi non più quella freddezza,
quell'inespressività. Ora il suo sguardo aveva un che di
fanciullesco. Di sorpreso, di ingenuo. Respirò a fondo. Cos'era
cambiato in lui? Si sentiva diverso. Ma l'immagine riflessa nello
specchio era la stessa di sempre. Un po' più vera, forse.
Più sincera. E allora capì. Non era diverso. Era
finalmente se stesso.
Salve a tutti!! Scusate se è passata una 7mana dal mio ultimo
aggiornamneto, ma sn partita e... ehm... mi sn dimenticata d
avvertirvi! In verità speravo di postare un nuovo capitolo prima
di andarmene e di avvertirvi con quello, ma poi non ce n'è stato
il tempo. Scusaate!! Spero cmq ke qst capitolo vi sia piaciuto, anke se
forse voi vi aspettavate subito la fatidica uscita ad Hogsmeade. Ma ho
pensato che forse stavo facendo accadere troppe cose insieme. Prima il
bacio, poi il bagno al lago... ho pensato che magari una piccola pausa
ci voleva. Spero non vi sia dispiaciuto troppo e vi prometto ke nn vi
farò aspettare tanto per sapere cosa succederà alla
fatidica uscita...
Ringraziamenti...
Arwen_90: Ciao! sn tornata dalle vacanze anke qst volta XD Sn contenta ke il
capitolo t sia piaciuto e ke tu abbia apprezzato il fatto ke draco si
sia reso conto di nn essersi innamorato di lei x il suo aspetto (anke
se pure qll conta eh! hihi) eh sì, il nostro dracuccio sta maturando...
ma riuscirà questo a salvarlo? Preoccupata dici? Mmm vedremo... 1
bacione enorme e a presto ciauuu tadb
avril96: Davvero una delle più belle? see magari... hihi Ma
davvero ti sei iscritta apposta x recensire la mia storia? ma..ma...
oddio, sn commossa... *me con le lacrime agli occhi* ...nn ci posso
credere!! E ti ha fatto piangere? caspita, nn c credo... sai ke ank'io
mi commuovo 1 sacco qnd leggo? è capitato pure a me di mettermi
a piangere x l'emozione, ma nn posso credere di essere riuscita
ank'io a farti qst effetto! O.O iii ke bello, e qnt complimenti! Ma nn
me li merito tutti... cmq assolutamente nn cambiare spacciatore!!!!!!!
se ciò ti rende così generosa... hihi! 1 bacione enorme
ciauu tadb
cagnoletti2: 1 nuova lettrice! *me ke mi brillano gli occhi* Ben
venuta! felice ke la mia ff ti piaccia! E d qst cap, anke se nn succede
nnt, ke ne pensi? spero d ricevere altre tue recensioni! 1 bacio
ciauu
Draco the best: se nn ti ha delusa il cap precedente, nn so se sperare
lo stesso x qst... spero cmq t degnerai di lasciare 1 segno =P 1
bacione tadb
lilycullen: eccola la mia piccola genietta!! =) =) Ma guarda ke tt quei
grazie te li meriti, anzi, nn puoi capire qnt mi hai aiutata! Sn felice
ke il cap ti sia piaciuto, e sappi ke se è venuto bene è
merito tuo tanto quanto mio, qnd... fammi sapere ke ne pensi d qst,
anke se nn succede praticamente nulla... 1 bacione enormissimissimo
tadb e... aggiorna apresto anke la tua d storia! Sn curiosaaaaaaaaa ^^
Love_doll: 1 altra nuova lettrice! waaaaaa!!! ^o^ Ciao!
Grazie, sn contenta ke la mia ff, così cm il cap precedente t
piacciano! ank'io adoro la coppia draco/herm (penso si sia capito XD)!!
E sn felice anke ke t piaccia il mio modo di scrivere, oltre ke la
storia! E d qst nuovo cap ke ne dici? Spero di trovare altre tue
recenzioni... 1 bacio
Lyla_sly: ciao!! davvero credi ke draco nn sia diventato tr mieloso? a
volte mi pare d sì... e penso di star deformando il suo
xsonaggio... spero ke sia davvero cm dici tu! Pensi sul serio ke sia il
capitolo + bello della storia? Ke sia qll ke mi è riuscito
meglio? Oh, mi fa molto piacere, dato anke ke, cm ho già detto,
nello scriverlo avevo subito 1 pikkolo blokko... Grazie x i complimenti
e nn t preoccupare della lunghezza delle tue recensioni, terrò
conto del "succo", cm mi hai detto tu. Xò se ci sarà qlks
ke nn va, fammelo sapere, eh!! hihi spero ke anke qst capitolo sia d
tuo gradimento, benkè, lo ripeto, nn succeda molto... 1 bacione
enorme ciauu tadb
Malfoy4ever: grazie tante x i complimenti, x qnt riguarda draco e
blaise... nn ti posso anticipare nulla, ma sappi ke la questione si
risolverà solo a fine storia... spero ke nn ti stankerai tr ad
aspettare! =) 1 bacione tvtb
mediana: hehe, grazie 1000!! spero continuerai a nn sapere cosa dire anke x i prox cap! =P 1 bacione tadb
Smemo92: ancora 1 nuova lettrice! deve essere il mio giorno fortunato!!
Ben venuta a bordo, cara Smemo92!! Sn contenta d riuscire ad esprimere
bene le emozioni dei personaggi, x me è molto importante! Sai ke
nn 6 la prima a dirmi ke hai paura x il futuro dei 2? se hai ragione a
temere x loro? t do la stessa risposta ke ho dato alle altre....
aspetta e vedrai! XDXD hihi spero continuerai a leggere!! 1 bacione
ciauuu
Tanny: Ben venuta anke a te!! ciao! pansy e blaise... eeeh sapessi...
XDXD anke qst, cm l'amicizia tra draco e blaise si risolverà
solo a fine storia, ma nn temere, alla fine nn manca poi molto... 1
bacio ciauu
the angelus: già, ho voluto rendere qst ff diversa da tt le
altre draco/herm, dove nn ci fosse cm argomento principale solo la
storia amorosa dei 2... volevo ke ci fosse anke qlks'altro a destare la
curiosità dei miei lettori,e a qnt mi dc c sn riuscita!!
hihi grazie dei complimenti, aspetto 1 tua prox recenzione! 1 bacione
vacanziera:
ciao! sn contenta ke il cap ti sia piaciuto nonostante tu nn sia 1
tutta latte e miele =P Anke tu sospettosa, eh? Guarda, riguardo a
Ron... avevo proprio intenzione di farlo soffrire a morte ahahahah no,
skerzo. Ma se me lo kiedi tu, vedrò di non indurlo al suicidio,
ok? XD 1 bacione tvtb
VIOLA_10: grazie dei complimenti! spero continuerai a leggermi! 1 bacio
whateverhappened:
ciao!! sn felice ke t sia piaciuto il cap e l'idea della pioggia! vuoi
sapere come procede? spero ke qst capitolo d mezzo nn abbia smorzato la
tua curiosità! c vediamo al prox aggiornamento, 1 bacione tadb
Grazie a tt x continuare a sostenermi così affiatatamente!! Siete grandi!! VVTTTB
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Capitolo 14 *** 14 ***
14
-Oddio, Hermione non ci posso credere, sta per succedere!-
-Gin, stai calma, non c'è bisogno di agitarsi tanto-
-Ma Herm, forse oggi me lo chiede, t'immagini??-
Hermione sospirò. Era da quando si erano svegliate che l'amica
non aveva fatto altro che ripetere la stessa cosa, e intanto era
tornata in preda alla crisi da pre-appuntamento, come quella volta che
dovevano andare in camera di Harry e Ron. Ma almeno questa volta quello
che la attendeva era un vero appuntamento!
-Gin, rilassati ok? Andrà tutto bene- cercò di dirle la riccia Grifondoro.
-Oh, no, Hermione non so cosa cavolo mettermi, è impossibile!-
-Ginny, ti ho già spiegato che...-
-Sì sì, il vestito non fa il monaco, ma Herm, questa è un'occasione speciale!!-
Hermione sospirò ancora, pensando che ormai la sua amica era un caso disperato e che non sarebbe cambiata mai.
-Gin, facciamo così, io adesso vado a lavarmi, che da quando mi
sono alzata non sono ancora riuscito a farlo- disse poi lanciandole
un'occhiataccia
-Così tu intanto fai pace col cervello e decidi cosa metterti e
mi lascerai finalmente libera di scegliere qualcosa anche per me-
-Ok ok- disse la rossa continuando a frugare in fretta e furia dentro
il suo armadio. Hermione scosse la testa rassegnata, ma non poté
trattenere un sorrisino. Quella ragazza era davvero incorreggibile.
Un'ora dopo le due grifoncine erano pronte ad andare. Scesero nella Sala
Comune dove incontrarono subito i loro cavalieri. C'era anche Neville.
-Salve ragazze- le salutò lui con un sorriso e un cenno della mano.
-Salve a te, Neville, Harry, Ron- rispose Hermione.
Ginny ed Harry si lanciarono un timido sguardo prima di sorridersi apertamente. Hermione pensò che fossero tenerissimi.
-Allora si parte, andiamo a vedere se Luna è già pronta-
disse Neville avviandosi verso l'uscita. I quattro amici lo seguirono
all'istante e insieme scesero le scale che li portavano all'atrio.
Hermione si guardò intorno cercandolo con lo sguardo, ma non lo
vide da nessuna parte. Sarebbe venuto? Si sarebbero incontrati?
Hermione sperò ardentemente di sì. Ad un certo punto Ron
le si avvicinò e, con fare un po' impacciato, si mise a parlare
con lei.
-Allora oggi facciamo una passeggiata noi due- disse con fare discorsivo, il viso leggermente arrossato.
-Sì, certo- rispose lei mantenendo lo sguardo dritto davanti a se.
Ron annuì silenziosamente, senza sapere bene cosa dire. Era come
se la lingua gli si fosse improvvisamente paralizzata. Fu Hermione a
prendere la parola.
-Ma poi che faremo?- chiese
Ron la guardò allibito. Non ne aveva la più pallida idea.
-Mm, non so.. tu che vuoi fare?-
Hermione si voltò a guardarlo.
-Ma non ci riuniamo a Luna e a Neville?-
Il ragazzo impallidì.
-Riunirci a.. Luna e Neville?-
-Sì- rispose lei come fosse la cosa più naturale del mondo.
-Ehm, sì, magari, poi...-
Hermione sorrise.
-Perfetto-
Ron annuì di nuovo.
Hermione riportò lo sguardo dritto davanti a se e proprio in
quel momento scorse una ragazza bionda, dalla pelle diafana e due
splendenti occhi azzurri.
-Luna!- esclamò andandole incontro.
-Herm- rispose lei sorridendo e raggiungendo i suoi amici.
-Ginny, Harry, Ron... Neville-
Ad Hermione sembrò di notare un lieve cambiamento di tono quando
la ragazza pronunciò il nome di quest'ultimo. Si voltò a
guardarlo e vide che lui le sorrideva ampiamente, con un leggero
imbarazzo. Curioso, pensò. E se l'invito di Neville non fosse
stato concepito solo per far restare soli Harry e Ginny?
-Bene, ora che ci siamo tutti avviamoci!- disse Harry in quel momento e il gruppo uscì finalmente dalla scuola.
Draco camminava tranquillamente per le vie di Hogsmeade insieme
ad alcuni Serpeverde. Il gruppetto era formato da lui, Tiger, Goyle,
Zac Barker e gli altri ragazzi che erano presenti il giorno del lancio
della sfida. Ormai quella cobbricola di serpi lo seguiva ovunque, come
se l'accettare la scommessa lo avesse anche irrimediabilmente vincolato
alla loro compagnia. Draco fece una smorfia. Sperava solo di
liberarsi di loro al più presto. L'unico che mancava all'appello
era Blaise. Ma dove cavolo si era andato a cacciare? Era dal giorno prima che
non l'aveva più visto, e non capiva dove potesse essere andato a
finire. Quel ragazzo diventava ogni giorno più strano...
La voce di Tiger lo distolse dai suoi pensieri.
-Ehi Goyle, che ne dici di fare un salto a Mielandia?-
-Sì!- esclamò quest'ultimo che già sentiva i morsi della fame nonostante avesse mangiato appena da un'ora.
-Venite anche voi?- chiesero i due rivolti ai Serpeverdi. I ragazzi
fecero una smorfia disgustata e dissero che nemmeno morti avrebbero mai messo
piede in quella sottospecie di casa dello zucchero.
-Piuttosto prendiamoci una Burrobirra- propose Zac girandosi a guardare i compagni e Draco specialmente
-Avremmo qualcosa di cui parlare- aggiunse poi guardandolo malizioso.
Draco fece una smorfia.
-Andiamo- disse e s'incamminò seguito dai compagni.
Cinque ragazzi Grifondoro più una Corvonero erano riuniti in
mezzo al soleggiato viale principale di Hogsmeade. L'aria soffiava
frizzantina, ma il tempo era sereno e il sole splendeva alto nel cielo.
Era una bella giornata, cosa strana considerato il temporale del giorno
prima. Dopo la pioggia, l'arcobaleno...
-Bene, noi ci dividiamo qui- disse a quel punto Hermione quando il gruppo si fu fermato.
-Oh- fece Harry -in effetti, io e Ginny...-
-Sì sì, tranquillo- lo interruppe Neville sorridendo -Divertitevi, ci vediamo 'sta sera-
-Oh... va bene.. ok... a dopo allora- disse Harry sorpreso. Non aveva
ancora detto a nessuno della sua intenzione di stare da solo con Ginny.
Che i suoi amici avessero già programmato tutto per lasciarli
soli? Sorrise fra se. Di sicuro non era solo per loro che l'avevano
fatto. Il moro lanciò una discreta occhiata d'intesa a Ron che
annuì impercettibilmente.
-Bene...- disse poi il roscio un po' impacciato -Allora noi adesso andiamo, vero Herm?-
-Um, sì certo, andiamo! A dopo allora- disse rivolta agli amici.
Prima di andarsene la ragazza si girò a lanciare un'occhiatina a Ginny che la vide e sorrise.
"In bocca al lupo" sillabò la riccia e poi si rigirò sorridendo verso il suo accompagnatore.
-Vieni, Luna- disse Neville rivolto alla bionda Corvonero.
-Eccomi, andiamo!- rispose la ragazza raggiante.
Le tre coppie presero così tre direzioni diverse, ognuna verso il proprio futuro. A volte positivo, a volte...
Il gruppo di Serpeverdi era comodamente sistemato attorno ad un tavolo
di legno, lo stesso di una settimana prima. Qualche boccale fumante
torreggiava sulla piana superficie di quest'ultimo mentre i ragazzi si
crogiolavano nel tepore della bottega. Come previsto, Zac fu il primo a
parlare.
-Allora Draco?-
-Allora cosa?- fece lui con aria disinteressata.
Il Serpeverde emise una breve risata.
-Che c'è, ti
è per caso andata via la memoria? No perchè non vorrei
che tu ti fossi scordato.. della scommessa- disse poi guardandolo con
fare canzonatorio.
Draco lo fissò per un momento negli occhi. Gli era sempre
sembrato che il ragazzo non si fidasse di lui. Era come se credesse che
lui non fosse capace di mettersi in rapporti con una Mezzosangue.
Probabilmente, al contrario di tutti gli altri Serpeverde, gli aveva
lanciato quella sfida apposta perché lui non la vincesse. Per
dimostrare a tutti che non era il grande che voleva far credere. Ma il
poveretto non sapeva che lui era stato capace di fare quello e molto di
più. Era stato capace di superare se stesso più di quanto
avrebbe mai immaginato. Era stato capace di innamorarsi.
-No- rispose
-Non me la sono dimenticata-
-Bene- disse allora il moro Serpeverde continuando a sfidarlo con lo sguardo
-E che cosa mi risponderesti se ti chiedessi che cosa sei riuscito a combinare?-
Draco lo guardò senza rispondere. Già, che cosa era
riuscito a combinare? Un bel niente, per quello che intendeva il
ragazzo. Tantissimo per quello che voleva lui. "Vuoi sapere cosa ho
combinato?" disse fra se "Vuoi proprio saperlo?! Non me la sono portata
a letto, se è questo che intendi. Non me la sono scopata, non me
la sono sbattuta, fino a ieri non l'ho sfiorata nemmeno con un dito! Ma
se mi chiedi cosa ho combinato per quello che volevo io, ti rispondo
che le ho parlato, che le ho sorriso, che l'ho fatta ridere. E che l'ho
pure baciata. E se questo ti sembra poco ti assicuro che è mille
volte di più di quello che abbia mai ottenuto da una ragazza!".
Tutto questo lo pensò, ma si limitò a rispondere:
-L'ho incontrata per tutta questa settimana, ogni giorno- disse, lo sguardo alto e dritto negli occhi del ragazzo
-Ma non me la sono fatta-
Un brusio indistinto si levò in mezzo ai Serpeverde che erano rimasti in silenzio ad ascoltare.
Zac Barker lo guardò con una punta di ironia nello sguardo.
-Eh, Draco Draco... a quanto pare non è vero tutto quello che si
dice su di te. Il principe, il dio del sesso...- il Serpeverde
pronunciò quelle parole con tono di ironica presa in giro.
Draco si sentì ribollire, e provò l'inarrestabile impulso
di alzarsi e piantargli un pugno in mezzo alla faccia, così da
cancellargli quella fottutissima espressione di strafottenza che si
ritrovava. Ma lasciò che tutto questo si scatenasse dentro di
se, lasciando trasparire all'esterno la solita aria di fredda
indifferenza.
-Forse, ti ci vuole ancora un po' di tempo- aggiunse a quel punto il moro Serpeverde con un mezzo sorriso
-Forse la prossima volta ci porterai notizie migliori-
Draco non disse niente. Accidenti a quel dannato di un Barker! Non
mollava mai, eh?! Scommetteva che il ragazzo avesse intuito qualcosa
del rapporto che si era creato fra lui e la Grifondoro e che adesso
volesse fargliela pagare in qualche modo. Non riusciva a capire a che
gioco stava giocando, ma si ricordò di tutte le voci che
giravano sul conto di quel ragazzo. Mai fidarsi. Non avrebbe dovuto
accettare quella stupida scommessa. Avrebbe dovuto lasciarlo perdere
sin dall'inizio. Ma non l'aveva capito allora, quel giorno di una
settimana prima, quando era ancora il Malfoy di sempre, guidato
dall'ambizione, dalla voglia di mettersi in gioco. Improvvisamente
capì quello che aveva voluto dirgli Blaise. Voglio fermarti prima che tu compia una grossa cazzata... Non si gioca con i sentimenti, non per una scommessa... Perché
non gli aveva dato ascolto? Ma ormai era troppo tardi. La cazzata
l'aveva fatta. Ed ora c'era un'unica cosa che poteva fare per salvare
la relazione sua e di Hermione: tenerla nascosta. Nessuno avrebbe
dovuto sapere di loro. Sarebbe stato meglio per entrambi. Sarebbe stato
meglio per lei.
Draco si alzò dal tavolo senza neanche finire di bere la sua
burrobirra. Senza dire una parola a nessuno si voltò e si
diresse verso l'uscita della bottega. Alle sue spalle sentì la
voce del moro Serpeverde
-Sappiamo entrambi quanto sia difficile. Ma tutti noi ci fidiamo di te. Manca ancora poco, giusto? Ormai l'hai in pugno...-
Draco non rispose e uscì.
Hermione camminava insieme a Ron da un po' ormai, e i due non avevano
scambiato che qualche parolina fugace. La ragazza non capiva lo strano
comportamento del suo migliore amico. Di solito parlava sempre, aveva
ogni volta un mucchio di cose da dire, da raccontare, mentre quel
giorno sembrava che un gatto gli avesse morso la lingua.
-Ron?-
-Sì?-
-Mi spieghi cos'hai?-
Il roscio la guardò senza capire.
-In... in che senso?-
-Ma non ti senti? Sei silenzioso, sei... strano. Che cosa ti succede?-
Il ragazzo arrossì.
-Oh... non-non è niente- balbettò distogliendo lo sguardo.
Hermione lo guardò sconcertata. Ma dove diavolo era finito il Ron che conosceva?!
-Ron, se hai qualche problema puoi dirmelo..-
-No no, nessun problema...- rispose il rosso fissando un punto indistinto davanti a se.
Hermione lo guardò in silenzio ancora per un po', preoccupata
per lui. Adesso che ci pensava erano un po' di giorni
che si comportava in modo inconsueto. Ogni volta che lei arrivava si
faceva più silenzioso e in più aveva cominciato a
balbettare senza motivo, qualsiasi domanda lei gli facesse. Che le
nascondesse qualcosa? Oppure ce l'aveva con lei per qualche motivo? Ma
allora perché chiederle di uscire con lui ad Hogsmeade? Avrebbe
potuto andarci con qualcun'altra, quella Lavanda che tanto gli sbavava
dietro, per esempio. Forse non aveva voluto lasciarla a fare il terzo
incomodo fra Harry e Ginny. Mah... non riusciva proprio a capirlo. In
quel momento passarono proprio davanti al negozio dei fratelli di Ron,
i "Tiri Vispi Weasley". Si fermarono. Il locale era strapieno di gente,
la pazza idea dei due gemelli aveva dato i suoi frutti!
-Vuoi entrare?- chiese Hermione rivolta all'amico
-Sì, magari per un saluto... tu non vieni?-
-Oh, io è meglio che aspetti qui fuori, c'è troppa gente. Porta loro anche i miei saluti!-
-Ok, aspettami qui- disse il roscio ed entrò.
Hermione rimase a guardarlo scomparire tra la folla. Sbirciò
nelle vetrine per vedere cosa vendessero. Una miriade di oggetti erano
esposti e ognuno dei quali portava un foglietto appiccicato sopra. La
ragazza vi lesse alcuni dei nomi più strani che avesse mai
sentito. C'erano il Torrone Sanguinolento, le bacchette trabocchetto,
le piume della varietà Autoinchiostrante, Autocorreggente e
Rispostapronta, i Sognisvegli Brevettati e il Tumistreghi,
presumibilmente un filtro d'amore. Hermione pensò che
quell'ultimo prodotto doveva certamente contenere qualcosa di strano, o
non si sarebbe trovato nel negozio di scherzi magici più famoso
di tutta la dimensione magica. Sperava solo che le ragazze fossero
abbastanza sveglie da non comprarlo. Proprio in quel momento un gruppo
di Corvonero uscì ridendo e spettegolando dal negozio, ognuna
con una bustina in mano. Quando le passarono di fianco Hermione
poté constatare che tutte quante avevano dentro di essa una
boccettina rosa con la scritta argentata: Tumistreghi. Come non detto.
Certo che gente... lei non sarebbe mai ricorsa ad un filtro d'amore,
nemmeno dei più prestigiosi. Piuttosto sarebbe rimasta single
per tutta la vita. L'amore era un sentimento vero, sincero, non si
poteva ingannare con un incantesimo! La ragazza sbuffò e
alzò gli occhi al cielo. Quel cielo che le ricordava tanto gli
occhi del suo amore. Chissà dov'era adesso? E cosa stava
facendo?
Draco attraversò la strada e continuò a camminare
tranquillamente, lo sguardo inespressivo, le mani piantate in tasca. Il
pensiero di Barker lo tormentava ancora. Era certo che quel tizio
avrebbe presto combinato qualcosa. Non sapeva cosa era meglio fare.
Mettere fine a quella storia raccontando tutta la verità,
dicendo che si era innamorato e che ora stavano insieme? No.
Assolutamente. Se quel tale avesse scoperto della loro relazione
avrebbe sicuramente trovato il modo di rovinarla. Non si fidava di lui,
ma soprattutto aveva paura. Paura per Hermione. Cosa le sarebbe potuto
succedere se si fosse venuto a sapere di loro due? Quel Barker era
capace di tutto. Meglio tenere la loro relazione al sicuro. In quel
momento i suoi occhi si illuminarono. Dall'altra parte della strada, a
pochi metri da lui, una giovane riccia Grifondoro sbirciava le vetrine
del negozio dei Weasley, dove probabilmente si era andato a cacciare il
suo lentigginoso accompagnatore. Sorrise fra se per quel colpo di
fortuna.
Hermione si passò distratta una mano fra i riccioli per tirali
su dalla fronte. Ron ci stava mettendo un bel po' a tornare, ma poteva
capirlo, con tutta quella gente... All'improvviso si sentì
afferrare da dietro e girare. Prima che potesse emettere un grido le
sue labbra furono catturate da altre che conosceva. Quando si
staccarono lei poté guardarlo in faccia.
-Draco!!- esclamò sorpresa
-In persona- sorrise lui
-Oh, meno male, pensavo che non ti avrei più visto-
Il ragazzo non rispose, ma restò fermo a fissarla. Hermione arrossì
-Che c'è?- chiese imbarazzata.
-Vieni con me-
-Cosa? Dove?!-
Il ragazzo fece spallucce.
-Da qualche parte-
-Ma.. ma.. ma io sto con Ron!- disse Hermione sconcertata
-E tu vorresti piantarmi per quello lì?!-
Hermione rise alla vista dell'espressione del biondo.
-Oh andiamo, non fare il geloso-
-Io non faccio il geloso- disse lui corrucciandosi.
Hermione alzò un sopracciglio trattenendo un mezzo sorriso sulle labbra.
-Ok, forse un pochino- acconsentì il biondo.
Hermione rise.
-Allora, vieni?-
-Draco- disse lei con tono di rimprovero -Ho lasciato Ron dicendogli che l'avrei aspettato qui fuori-
-Ma solo per un pochino, dai, giusto per stare un po' insieme-
Hermione lo guardò. Non seppe resistere allo sguardo supplicante del ragazzo e alla fine cedette.
-Ok, va bene, ma solo per un po'-
Draco sorrise e la prese per mano.
-Andiamo-
La ragazza si lasciò trascinare da lui. Lentamente
abbassò lo sguardo sulle loro mani e arrossì. La stava
tenendo per mano. In mezzo alla strada. Un sorriso nacque a schiuderle
le labbra ed Hermione si avvicinò al fianco del ragazzo. Draco
la portò a camminare in mezzo alla via soleggiata. Era vuota,
stranamente, come se tutti si fossero rintanati nei negozi o nei locali
apposta per lasciarli liberi di girare e di avere il mondo tutto per
loro. Camminavano fianco a fianco, le braccia che ogni tanto si
sfioravano. Benché avessero già condiviso ben più
di quei piccoli contatti, non poterono fare a meno entrambi di sentire
una scossa elettrica lungo la schiena, quando questo accadeva. Hermione
pensò che in tutta la sua vita non aveva mai passeggiato mano
nella mano con un ragazzo. Era una cosa che aveva sempre ritenuto
troppo romantica per poter capitare proprio a lei. Lei che non aveva
altro per la testa se non lo studio. Si girò a guardare Draco e
lo ringraziò con lo sguardo. Grazie. Grazie per tutto. Per le
emozioni che mi dai, per gli sguardi che mi lanci, per le parole
che mi hai detto.
Draco si accorse che la grifoncina lo stava guardando. Girò la
testa e incontrò gli occhi di lei. Poté leggervi dentro
tutto quello che stava pensando e sorrise. Lei ricambiò e poi
distolse lo sguardo, imbarazzata e felice. Lui riportò il suo
dritto davanti a se e inspirò a pieno l'aria nei polmoni. Come
si sentiva bene in quel momento. Aveva creduto di non potercela fare.
Passeggiare mano nella mano con una ragazza era quello che attribuiva
sempre alle coppiette sdolcinate di Grifondoro e Tassorosso. Mai si
sarebbe immaginato in quella stessa situazione, men che meno con la
ragazza Grifondoro più intelligente e brillante di tutta la
scuola. Ma da quando l'aveva incontrata tutto era cambiato. E
improvvisamente aveva cominciato a sentire il bisogno di averla sempre
con se. Di poterla accarezzare, di poterla baciare. E allora, quando
l'aveva vista da sola in mezzo a quella strada deserta, non aveva
saputo domare la voglia di prenderla per mano e portarla via. Avrebbe
voluto che tutto questo durasse per sempre, e non avrebbe permesso a
niente e a nessuno di cambiarlo.
Hermione sentì il cuore batterle forte in petto. Non avrebbe mai
immaginato che Draco fosse capace di questo. Non avrebbe mai pensato
che lui potesse avere il coraggio di prenderla per mano e di portarla a
passeggiare per le vie di Hogsmeade. Era una cosa davvero romantica e
le aveva fatto un gran piacere. Ad un certo punto Draco svoltò
in una viuzza secondaria. Hermione si guardò attorno. La via era
apparentemente vuota, ma poi qualche mago e strega cominciò ad
uscire dai negozi e a disperdersi per le strade. Nessuno faceva caso a
loro. Erano solo due ragazzi innamorati che si tenevano per mano.
Hermione rimase sorpresa dall'indifferenza con cui le persone li
guardavano passare, dalla naturalezza che sembrava trasparire da quel
piccolo gesto. Per lei era tutto diverso. Per lei quel qualcosa di
così piccolo e innocente era di una grandezza sconvolgente. Si
ritrovò a pensare alle tante coppie che aveva visto in tutta la
sua vita. Le aveva sempre guardate indifferentemente come se neanche ci
fossero, solo adesso si rendeva veramente conto dell'importanza di quei
baci fugaci, di quelle dita intrecciate. Ognuna aveva una propria
storia, un proprio amore speciale e diverso da tutti gli altri. E
così si sentiva lei in quel momento. Protagonista di una storia
segreta, che passava inosservata, ma che era più grande di
qualsiasi cosa. Hermione si girò verso Draco e si accorse che il
ragazzo la stava guardando. Arrossì, senza riuscire a far niente
per impedirselo. Nonostante stessero insieme non riusciva ancora ad
abituarsi. Abbassò gli occhi ma ritornò con lo sguardo a
sbirciarlo. La stava ancora guardando. Era uno sguardo profondo, di
quelli che rimangono a lungo, come se vedessero chissà cosa e
dovessero analizzarla bene. All'improvviso Draco affrettò il
passo e svoltò in un vicoletto scuro e isolato, portandosi
dietro la ragazza. Si allontanò un po' dalla via dalla quale
erano sbucati, per essere sicuro di non essere visto. Hermione non
capiva cosa stesse facendo, poi il ragazzo si fermò e si
girò a guardarla. Lentamente le si avvicinò spingendola
ad indietreggiare. Hermione fece qualche passo indietro guardandolo
negli occhi, tra lo spavento e la sorpresa, finché non
sentì la sua schiena urtare contro un muro. Draco alzò le
mani e le poggiò su di esso, intrappolandola. Hermione sentì il proprio cuore batterle forte dentro
il petto mentre Draco avvicinò il viso al suo, fissandola con
occhi decisi e sicuri. Sentì il petto del ragazzo
sfiorare il suo e trattenne il respiro. Draco si spinse più
contro di lei e abbassò il viso all'altezza di quello della
ragazza. Hermione socchiuse gli occhi sentendo il fiato del ragazzo
arrivare a sfiorarle la pelle. Draco posò le labbra su quelle
della ragazza e le assaporò vogliosamente. Poi si spinse
più su di lei e chiese l'accesso. Hermione schiuse le labbra e
Draco entrò, baciandola con desiderio. Sospirò
sentendo il corpo del ragazzo premere sul suo e si lasciò
sfuggire un gemito quando lui scese a baciarle il collo con le labbra
umide. Draco scese lentamente con la bocca fino al petto. Si
fermò un attimo, sentendo il respiro affannoso della ragazza.
Lentamente scese più giù, più giù,
facendole ardere ogni centimetro di pelle al passaggio delle sue
labbra. Arrivò all'incavo dei seni e depositandovi un bacio nel
mezzo, risalì lasciando un'umida scia con la lingua.
Sentì Hermione fremere e tornò a baciarla sulle labbra.
Le sue mani scesero a prenderla per la vita e cominciarono a muoversi
dolcemente su per i fianchi, sfiorandola. Hermione si lasciò
accarezzare dal ragazzo abbandonandosi completamente ai suoi gesti. Lui
lo capì e prese coraggio per spingersi oltre. Lentamente scese
con le mani al bordo della camicetta e sollevandolo un poco con le
dita, ci scivolò sotto poggiandole sulla pelle calda. Hermione
fremette sotto il tocco del ragazzo che le accarezzò i fianchi e
la schiena dolcemente. Hermione teneva le braccia leggermente alzate in
su, poggiate contro il muro, ai lati della testa, e il suo sembrava un
gesto di arresa. Draco salì ancora con le mani scivolando fluido
sulla pelle liscia di lei. Percorse la lunghezza della schiena fino ad
arrivare a sfiorare con le dita il reggiseno di pizzo. Si fermò,
non volendo andare oltre. Poggiando le mani sui fianchi della ragazza
la guardò negli occhi. Il suo sguardo era un qualcosa di
indescrivibile. Di serio, deciso, ma anche infinitamente dolce e
protettivo. Hermione si sentì bene, sotto quello sguardo. Con un
sorriso malizioso afferrò con una mano il
colletto della camicia di lui e lo spinse contro di se, facendo aderire
il suo torace al suo petto, e lo coinvolse in un bacio mozzafiato.
Draco rispose e fece riscivolare giù le sue mani,
estraendole da sotto la camicetta di lei. Hermione portò le mani
agli avambracci del ragazzo, per aggrapparsi e spingersi più
contro di lui. Le loro lingue si accarezzarono freneticamente,
pazzamente bisognose l'una dell'altra. Si staccarono. Hermione
lasciò vagare i suoi occhi in quelli di lui, e in quel momento
sentì di amarlo alla follia. Draco fece passare le sue mani fra
la schiena della ragazza e il muro e cingendo il suo corpo con le sue
braccia la strinse a se. Hermione appoggiò la testa sul suo
torace e lo abbracciò a sua volta.
-Ti amo Draco- disse, il respiro ancora affannoso, il cuore che batteva forte.
Dopo un po' che erano rimasti fermi in quella posizione, una voce in lontananza catturò la loro attenzione.
-Hermionee... dove seei?-
La ragazza spalancò gli occhi.
-Ron!!- esclamò staccandosi di scatto dal corpo del ragazzo.
Poi alzò la testa a guardare Draco. Lui le sorrise.
-Vai va, che se no quello diventa più rosso dei capelli-
Hermione gli dette un buffetto sulla guancia. Poi lo baciò e si staccò da lui.
-Allora... ci vediamo domani- disse
Draco annuì.
La ragazza gli sorrise e poi corse via. Draco la vide allontanarsi e
continuò a guardarla finché la lunga chioma ricciuta di lei non
scomparve dietro alla curva. Poi si passò una mano sui capelli e
assaporò le labbra con la lingua. Avevano ancora il sapore di
lei.
-Ron!-
-Hermione ma dov'eri finita?! Ti ho cercata dappertutto!- esclamò il rosso correndole incontro tutto trafelato.
-Scusami Ron, ma visto che ci mettevi tanto sono andata a fare un giretto, e...-
-Mi avevi detto che saresti rimasta ad aspettarmi lì davanti!- la rimproverò il rosso.
-Sì, lo so, scusami Ron, non volevo farti preoccupare- si scusò la ragazza facendogli gli occhi dolci.
Ron la guardò torvo, ma poi non seppe resistere allo sguardo
dell'amica che ebbe come sempre il potere di scioglierlo, e sorrise.
-Ok, Hermione, perdonata. Ma la prossima volta avverti prima di sparire!-
-Ok, Ron, te lo prometto, ma non devi preoccuparti così per me, non sono mica una bambina!-
-Che centra! Io mi preoccupo... per te- disse il rosso senza poter evitare di arrossire.
Hermione se ne accorse e rimase sconcertata. Perché era
arrossito? Lo guardò sospettosa, ma poi decise di fai finta di
niente. Forse si sbagliava.
-Ehm... ti va di andare da.. Mielandia?- le chiese il ragazzo un po' imbarazzato.
Ad Hermione si illuminarono gli occhi.
-Oh, sì!- esclamò e prendendolo per un braccio
cominciò a trascinarlo verso la grande pasticceria. Ron a quel
contatto arrossì irrimediabilmente e girò la testa
dall'altra parte per cercare di non darlo a vedere. I due camminavano
fianco a fianco in silenzio. Hermione che ripensava ai momenti appena
passati insieme al suo Draco. Ron che cercava di trovare il coraggio
dentro di se. Sapeva che non poteva più rimandare. Senza farsi
notare sbirciò nella direzione della ragazza a fianco a se. Poi
chiuse gli occhi, fece un profondo respiro e li riaprì.
-He-hermione?-
-Sì, Ron?-
Respiro.
-Ecco io... avrei una cosa da dirti-
Hermione si girò a guardarlo sorridendo.
-Sì, dimmi, che c'è?-
Ron sentì improvvisamente la gola secca e deglutì rumorosamente.
-Eeehm...- disse, cominciando leggermente a tremare.
Hermione continuò a guardarlo negli occhi, in attesa. Ron fece
un altro lungo respiro e si disse che ora non poteva più tornare indietro.
-Hermione, io...- esitò
-Sì?-
Altro respiro. Sentì che le mani gli cominciavano a sudare.
-Io... tu...-
Disperato si piantò un'unghia sul palmo della mano. Gli
sfuggì un gemito e subito dopo diventò di un esagerato
color peperone.
-Ron, ti senti bene?- chiese Hermione preoccupata.
Ron strizzò gli occhi e inspirò una gran quantità d'aria.
-HERMIONE TU MI PIACI- sbottò in fine tutto d'un fiato.
Hermione si bloccò immediatamente, come se fosse stata colpita da un pietrificus totalis.
Ron la guardò col fiato sospeso, il viso arrossato e gli occhi
che la scrutavano attenti. Seguirono pochi estenuanti secondi di
silenzio, che al ragazzo sembrarono durare una vita intera.
-C-cosa hai detto?- riuscì finalmente a dire la ragazza con voce
leggermente stridula quando ebbe recuperato l'uso della parola.
-Ho detto che.. tu mi piaci- ripeté il rosso, i nervi in tensione.
Hermione sentì il sangue gelarle nelle vene.
-M-ma... in che senso, scusa?-
-C-come in che senso?- chiese il ragazzo visibilmente confuso e imbarazzato
-Sì, in.. che senso ti.. piaccio?-
Ron arrossì.
-N-nel senso che.. ti amo...- disse, la fronte imperlata di sudore.
Per Hermione fu come se un pugnale l'avesse trafitta da parte a parte, mozzandole il fiato.
-Scusa, devo... devo andare...- riuscì a dire a fatica allontanandosi di qualche passo.
-C-come... d-dove vai?!- chiese Ron allarmato facendo un passo verso di lei.
Hermione lo guardò con gli occhi sbarrati e indietreggiò ancora.
-Scusami, ma.. devo andare-
Ron vide la ragazza girarsi e correre via. Impietrito, incredulo e confuso rimase lì a guardarla allontanarsi da lui.
Salve a tt gente!! Cm va? Tt bn? Spero proprio di sì =) =) =)
Allora,
ke ne dite d qst nuovo capitolo? Vi e piaciuto? Spero di sì anke
x qst *.* Nn ho molto da dire XD xcui passerò
direttamente ai...
Ringraziamenti:
Arwen_90: davvero anke tu ti sei trovata nella situazione di Ginny?
bene, allora c credo ke hai approvato, è lo stesso ke farei
ank'io dopott, sopratt se si parla di 1 come Malfoy! Eih, alla fine i
tuoi sospetti erano fondati! ke ne pensi della dikiarazione di Ron? ho
cercato d farla sembrare il + verosimile possibile.. ke ne pensi? spero
ke il cap t sia piaciuto! 1 bacione tadb
Debora93: ciao! grazie dei complimenti, mi hanno fatto molto piacere!
^^ Purtroppo nn posso risponderti se andrà a finire bene o male,
ma ti faccio riflettere 1 cosa: secondo 1 storia d'amore cm può
andare a finire? Spero d esserti stata d'aiuto, e scs se nn rispondo
direttamente alla tua domanda, ma non posso, sai cm'è.. spero ke
continuerai a leggermi, e ke ne dici d qst cap? 1 bacione
Draco the best: ciao! ke ne pensi d qst cap? cm è venuto? spero mi farai sapere! 1 bacione tadb
lilycullen:
eheh scusa se nn t avevo avvertita... ma credimi, pensavo d postare 1
altro cap prima d partire!! vbb, x fortuna mi hai xdonata, genietta..
=P =P hehe... Allora, sn felice ke il cap precedente t sia piaciuto, ma
d qst ke ne dici? Alla fine Ron si è dikiarato.. povera Herm, nn
se l'aspettava hihi! fammi sapere mi rakkomando! e aggiorna la tua ff!!
1 bacione tadb
Lyla_sly:
ciao!! allora, ekkoci qua, spero d aver risposto a tt le tue domande
anke se... facile prenderla x mano qnd x strada nn c'è nessuno,
eh! =P Ke ne dici d qst cap? t è piaciuto? fammi sapere,
ke lo sai ke c tengo al tuo parere! 1 bacione tadb
mediana:
ciao!! gazie x aver recensito lo scorso cap anke se avv poko tempo, mi
ha fatto molto piacere!^^ e sn felice ke esso t sia piaciuto, mentre d
qst ke ne dici? Stesso risultato positivo? aspetto d saperlo!! 1
bacione tadb
Smemo92:
sì, lo so, anke a me è sembrato + corto degli altri il
cap precedente... qst ho cercato d farlo 1 po' + lungo e d far
succedere + cose x renderlo + bello.. c sn riuscita? Spero ke me lo
dirai! in qnt agli amici (se così si possono kiamare) d Malfoy a
qnt pare avevi ragione ad essere preoccupata, sopratt a causa d 1 d
loro... ma la cosa nn finisce qui! aspetta e vedrai =P dimmi cosa ne
pensi! 1 bacione tadb
Tanny:
ciao! eh sì, il mistero d blaise e pansy rimarrà in
sospeso ankora x 1 pokimo... e d qst cap ke ne dici? spero me lo dirai
1 bacione tadb
VIOLA_10: grazie, spero ke continueraia pensarla così anke dopo aver letto qst cap.. ke ne dici? 1 bacio tadb
whateverhappened:
urca urca la kiakkierata fra draco e blaise credo ke dovrà
aspettare ankora 1 pokino... x ora c sn troppe gatte da pelare, tipo...
la dikiarazione d Ron! ke dici, sn riuscita a farla in xfetto stile
idiota babbeo rincretinito? Spero d sì xk è proprio
quello ke volevo! ahah no skerzo, poverino, forse sto diventando 1 po'
tr xfida... ma sl 1 pokino. Beh, ke ne dc d qst cap? piaciuto? spero d
sì! fammi sapere, mi rakkomando! 1 bacione tadb
Grazie a tt voi ke leggete, commentate e mettete fra preferiti! VI ADOROOO!!! *.é
1 bacio la vostra Vale
|
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Capitolo 15 *** 15 ***
15
Hermione stava sdraiata sul suo letto, il viso affondato nel cuscino,
sul quale si poteva vedere chiaramente una piccola macchia bagnata.
Aveva pianto, ed ora si sentiva a pezzi. Non poteva crederci. Ron... il
suo migliore amico... Chiuse gli occhi con forza e si lasciò
sfuggire un altro singhiozzo soffocato. Perché? Perché??
Andava tutto benissimo... Perché proprio lei? Sbatté con
forza il pungo sul cuscino e si sentì subito dopo debole e
impotente. Com'era potuto succedere? E perché non se n'era mai
accorta? Tutti quei gesti, quelle occhiate... ora capiva. Una calda
lacrima scese a rigarle la guancia arrossata. L'aveva lasciato senza
una risposta. Se n'era andata così, senza dir niente a nessuno.
Ma fuggire non avrebbe portato a niente. Prima o poi avrebbero
dovuto affrontare il discorso. Lo sapeva. Ma non poteva pensare di
dovergli spezzare il cuore. Oh Ron, Ron, hai rovinato tutto!
Ginny Weasley aprì la porta piano e lasciò vagare
apprensiva gli occhi per la camera. Quando la vide, stesa sul suo letto
tirò un sospiro di sollievo.
-Oh, Herm, per fortuna sei qui! Ron ci ha detto che ad un certo punto
eri andata via, e non sapevamo dove potessi essere andata a finire! Ci
hai fatto preoccupare, ti abbiamo cercata e non ti abbiamo trovata da
nessuna parte, allora abbiamo pensato che fossi tornata indietro e...
Oh mio dio!-
Ginny si rese conto solo in quel momento che l'amica stava piangendo.
-Herm, cosa è successo??-
La riccia scosse la testa, nascondendola nuovamente contro il cuscino.
-Herm, oh santo cielo, che hai?-
-Oh, Gin...- mormorò lei con la voce rotta dal pianto.
L'amica le posò una mano sulla spalla e lei scoppiò di
nuovo in lacrime, la schiena che sussultava convulsamente per i
singhiozzi.
-Calmati, calmati...- le disse l'amica, guardandola apprensiva.
-Non fare così... non piangi mai... che cosa può essere successo di così grave?-
-Oh, Gin...- ripeté la riccia scuotendo nuovamente la testa.
-Dimmelo, Herm. Parlane...-
Hermione tirò su col naso. Poi si mise a sedere e guardò l'amica con gli occhi pieni di lacrime.
-Oh, Gin!- esclamò e si buttò fra le sue braccia. L'amica
l'accolse nel suo abbraccio cercando di calmarla, e di farle sentire
che qualsiasi cosa fosse successo si sarebbe risolto tutto. Che lei
l'avrebbe aiutata. Hermione annuì disperata e le raccontò
tutto, intervallando il racconto con singhiozzi convulsi e disperati.
Quando ebbe finito, il suo pianto si era calmato e gli occhi ora
asciutti scrutavano sconsolati il volto dell'amica.
-Oh, Herm...- disse la rossa, guardandola con occhi malinconici
-Mi dispiace tanto...-
-Ma adesso che devo fare? Che gli dico?!-
La rossa la guardò con affetto e si lasciò sfuggire un sospiro.
-Mi dispiace, forse avrei dovuto dirtelo...-
-Dirmi cosa?- chiese Hermione, la voce tremante.
-Beh, l'avevo immaginato che Ron... Ma non ne ero sicura, insomma, lui
non mi ha mai detto niente. E poi quando mi hai detto di Malfoy...-
Hermione a quelle parole sentì un'altra volta le lacrime pizzicarle gli occhi.
-Oh, Ginny, e adesso che gli dico? Non posso assolutamente dirgli di Draco...-
Ginny annuì comprensiva.
-Non so proprio che dirti Herm... di sicuro devi mettere in chiaro le
cose. Sembrava molto scosso quando è venuto a cercarci...-
Hermione annuì con un singhiozzo.
-Se vuoi...- sussurrò l'amica, insicura -Magari potrei...-
-No, Ginny. Devo parlarci io. E' una cosa fra noi. L'ho già
lasciato senza una risposta. Non posso continuare ad evitarlo. E
comunque prima o poi lo verrebbe a sapere...-
Ginny annuì ancora, tristemente.
Rimasero in silenzio per un po'.
-Dov'è adesso?- chiese
-Credo stia parlando con Harry..-
Hermione annuì e si sentì ancora peggio.
-Bene, credo che prima lo faccio... Allungare i tempi peggiorerebbe solo le cose-
Ginny annuì ancora e si alzò con lei. L'accompagnò
alla porta e regalandole un ultimo sorriso d'incoraggiamento la
lasciò andare, il cuore afflitto.
-Io non capisco...-
-Vedrai Ron, ci sarà sicuramente una spiegazione...-
-Sì, ma quale?!- esclamò il rosso disperato
-Perché se n'è andata così, senza dirmi niente?!-
-Sicuramente l'avrai un po' scossa...- provò a dire l'amico, e Ron si sentì ancora peggio.
Proprio in quel momento la porta si aprì e sulla soglia apparve la riccia Grifondoro.
-Hermione!- esclamò il rosso guardandola apprensivo.
-Ron...-
A nessuno dei due ragazzi sfuggì il volto arrossato per il
pianto, ne l'espressione afflitta dell'amica. I due restarono a
guardarsi in silenzio, un silenzio carico di significati e vuoto di
parole.
-Forse è meglio che vi lasci soli...- disse Harry dirigendosi titubante verso la porta.
-Grazie Harry- gli disse Hermione quando le passò accanto. Lui
le lanciò un'occhiata triste e lei sospirò. Quando la
porta si richiuse riportò gli occhi su quelli del ragazzo,
che era rimasto in piedi a guardarla, lo sguardo perso e preoccupato.
Hermione sentì che avrebbe potuto morire.
-Ron...-
La sua voce si smorzò, e le parole le morirono in gola. Non poteva dirglielo... Non poteva...
-Ron, mi dispiace...-
Ron sentì la voce della ragazza incrinarsi, e in quello stesso istante qualcosa nel suo cuore fece crack.
-Ron, io... mi dispiace tanto, ma io... tu non...-
Si bloccò, con quelle parole in gola che non riusciva a tirar
fuori. Ron sentì il suo cuore sgretolarsi ad ogni occhiata
apprensiva della ragazza, mentre il suo stomaco si contraeva in una
morsa strettissima.
-Mi dispiace...- sussurrò la ragazza, gli occhi lucidi.
Ron scosse la testa e abbassò lo sguardo. Hermione si sentì morire.
-Ron...- sussurrò avvicinandosi di un passo al ragazzo. Ma lui si allontanò. Ferito.
-Ron, ti prego, scusami, io non volevo...-
Ron tirò un lungo respiro, cercando di calmare quel dolore.
Quasi come se l'aria, soffiandoci sopra, avesse potuto rimarginare
quella ferita. Ma non ci riuscì. Era ancora troppo presto.
-Ho capito- disse solo.
-Ho capito...-
-Ron...- la voce era rotta e il respiro irregolare.
-Ron, ascoltami, io ti voglio bene... tantissimo bene! Ma sei solo...-
Silenzio.
-..Un amico- concluse lui per lei.
Hermione annuì tristemente.
-Scusami-
Ron scosse la testa. Hermione provò ad avvicinarsi, ma qualcosa
la trattenne fissa al suolo, incapace di muovere un passo.
-E... e poi... c'è un'altra cosa...- sussurrò con voce leggermente tremante.
Lo sguardo del ragazzo si rialzò su di lei.
-I-io... io sono già...-
-Chi?- chiese lui, mentre un qualcosa di convulso e violento gli cresceva piano dentro.
Hermione sentì il cuore contrarsi, le pulsazioni quasi udibili, il sangue che le bruciava nelle vene.
-E'... è...-
Ron non staccò gli occhi dai suoi, pretendo la risposta.
Hermione tirò un profondo respiro.
-E'... Draco Malfoy..-
Gli occhi del ragazzo si spalancarono. Poi la sua espressione mutò da afflitta a incredula e poi furiosa.
-Cosa?!-
-Io... io sto con...-
-Malfoy?! TU STAI CON MALFOY?!-
-Io... Io...-
-Non ci posso credere! Sta con Malfoy!- urlò, quasi non si stesse rivolgendo a lei.
-Ron, aspetta, io... lui...-
Ron la guardò con rabbia.
-Tu cosa?!-
Hermione si sentì ferire dal tono freddo e accusatorio del ragazzo.
-Mi hai illuso, mi hai fatto innamorare-
-Ron, ascolta...-
-Poi mi hai respinto, mi hai detto che avevi già un altro-
-Ron ti prego- esclamò Hermione tremando
-Ed ora cosa mi vieni a dire??- il tono, lo sguardo, la voce di Ron non avevano pietà.
-Che stai con Malfoy! MALFOY!! Hai preferito Malfoy a ME!-
-No, Ron, ascolta, non è...-
-Tutti questi anni! Tutti questi anni a insultarti, a farti piangere!
Tutti questi anni a farti sentire uno schifo, e chi ti consolava quando
piangevi, chi lo minacciava che se ti avrebbe ancora ferita lo avrebbe
ammazzato, eh?! Dimmi, CHI?!-
-Ron, tu non capisci-
-No, sei tu che non capisci! Come hai fatto a finire così?! Come hai potuto metterti con quel verme?!-
-Lui non...-
-Lui è un mostro!
Ti vuole solo usare, non glie ne frega un corno di te, non glie ne
frega niente! Vuole solo usarti, come puoi non capirlo, sei diventata
cieca?!-
-No, no non è vero, lui mi ama...-
-TI AMA! Ma ti senti?! Hermione, credevo di conoscerti..-
-No, aspetta, ascoltami..-
-STAI ZITTA!!- urlò, gli occhi che trasparivano odio.
-Sei solo una stupida! Credevo fossi diversa! Criticavi tanto le altre
ragazze ma tu sei come loro, peggio! Sei un'ipocrita! Una bugiarda,
una... traditrice! Io-
-Ron, ti prego basta!- urlò Hermione, ormai con le lacrime che le scendevano a fiotti.
-No! Basta un corno, Hermione! Sei solo una puttana, una puttana come tutte loro, sei come tutte le altre, una puttana!-
Hermione sentì il suo respiro mozzarsi, e una lama invisibile
trafiggerle il cuore, infilzandolo da parte a parte e frantumandolo in
mille pezzi. Con gli occhi spalancati, lucidi e vitrei lo
guardò come se non lo avesse mai visto.
Lui ricambiò lo sguardo con tutto l'odio che poteva provare e
trasparire in quel momento. Il viso di Hermione si contrasse in una
smorfia, mentre la mano portata al petto riscendeva giù di
getto, come priva di vita.
-Ti odio- disse, la voce più atona possibile, ma senza
riuscire a mascherare tutta la rabbia e la delusione che provava in
quel momento. Con un'ultima occhiata che avrebbe fatto più male
di mille coltelli si girò e corse via, lasciandolo solo con quelle
parole, e quello sguardo deluso e ferito, che valeva più di mille lacrime.
Hermione corse via dal castello più veloce che poté,
sfidando il vento con forza, quasi cercando di far volare via con esso,
tutto il suo dolore. Fuori dalla porta aveva trovato Harry e Ginny ad
aspettarli. Quando l'avevano vista in quello stato si erano allarmati e
provando ad avvicinarsi le avevano chiesto cosa fosse successo. Ma lei
aveva continuato a correre, fuggendo da tutto e da tutti. Cercando di
fuggire anche da quel dolore. Non sapeva dove andava. Correva e basta,
lasciando andare le sue gambe instancabili, compiendo un passo dopo
l'altro, tracciando mille distanze fra lei e tutto quello che, prima
d'allora, era stato tutto il suo mondo. Le lacrime scesero a rigarle il
viso, mescolandosi al vento e al respiro, infiltrandosi fra le labbra
socchiuse, lasciandole impregnate del sapore amaro del dolore. Quando
si fermò, stanca e stremata, poté solo riconoscere il
familiare luccichio delle acque vicino a se, prima di lasciarsi cadere
a terra senza forze, gli occhi serrati, le labbra strette, il cuore a pezzi.
Salve a tutti!! Ekkomi tornata cn 1 nuovo capitolo! Scusate se vi ho
fatto aspettare così tanto, ma il mio account era stato
blokkato x più d 1 settimana da Erika... cmq poi mi ha sblokkata
e ora finalmente ho potuto pubblicare il mio nuovo capitolo... Allora
cosa ne pensate? Certo, nn è molto allegro... ma cm al solito
Ron nn si limita a farsi da parte, noo, lui deve fare il geloso e
rovinare la vita a tt, no? xD Beh, spero vi sia piaciuto lo
stesso... passiamo ai
Ringraziamenti...
Arwen_90: eheh ero sicura ke saresti stata d'akkordo sul fatto di
piantare Ron x "scappare" cn Draco, ki nn lo farebbe?? xD Per qnt
riguarda la scommessa... Draco ha smesso di pensarci, infatti nn
è x quello ke sta cn Herm, ma nn vuole rendere nota la loro
relazione xkè teme ke Zac la ferirebbe in qualke modo... Beh, d
qst cap ke mi dici? Ti è piaciuto? Ron è stato abbastanza
idiota e geloso cm volevo ke fosse? Mi rakkomando fammi
sapere cosa ne pensi, 1 bacione tadb
avril96:
okok xdonata... xD tranqui, sn felice ke tu abbia cmq voluto
leggere il cap nonostante tua zia pensasse ke le stessi fondendo il
computer xD sn contentissima ke i 2 cap t siano piaciuti, lo scorso c
ho messo 1 po' a scriverlo... cmq lo so ke Draco dovrebbe
parlarne cn Herm, xò t pare ke 1 cm Draco, x qnt innamorato, lo
farebbe? Secondo me no... anke s epoi si pentirebbe a morte. Beh, fammi
sapere ke ne pensi d qst cap! 1 bacione tadb
Debora93: grazie 1000! e d qst cap ke ne pensi? baci
Draco the best: ciao! guarda, x sapere d Blaise ed Herm... nn ci manca
molto, ancora qualke capitolo, la storia sta ormai quasi finendo. Nel
frattempo.. ke ne pensi d qst cap? spero t sia piaciuto. 1 bacione
caiuu tadb
eika: ciao! grazie x il commento lungo, ke hai voluto approfondire dopo
a quello 1 po' + "spiccio", cm hai detto tu... sn felice ke la mia
storia t piaccia, e ke abbia contribuito a farti piacere 1 po' Draco!
Per quanto riguarda la scommessa... Draco non sarebbe Draco se avesse
sempre le idee migliori x non far soffrire la gente xD 1 bacione, spero
d ricevere altre tue belle recensioni. ciauu
lilycullen: ciao!! hai visto, mi ha sblokkata!! certo xò ke tt a
me... coomunque, ke ne dici del cappy? t è piaciuto? sxo d
sì... ma cm vedi io nn ho reso Ron dolce e comprensivo cm l'hai
fatto tu nella tua ff... sarà ke ho 1 stima d lui pari a -1000
xD Per qnt riguarda il cap precedente... eh, lo so lo so ke Draco
dovrebbe parlarne con Herm, xò parliamoci kiaro, ti pare ke 1 cm
Draco, x qnt innamorato, vada a raccontare alla ragazza della
scommessa?! Certo poi se ne pentirà... beeep mi fermo. xD e poi
cmq è anke preoccupato x quello ke succederebbe a Herm se i suoi
"amici" venissero a sapere della loro relazione... sicuramente la
rovinerebbero! E d qst cap ke mi dici? t è piaciuto? sxo d
sì, e spero anke ke tu aggiorni presto la tua ff, sn
curiosaaaaa!! 1 bacione enorme tadb
Love_doll: ekkomi qua, soddisfatta? Se sn stata perfida l'altra
volta... xD cmq concordo ke Zac se ne debba andare a -beeeb-! credo sia
il xsonaggio + stronzo e idiota ke io abbia mai creato! Fammi sapere ke
ne pensi d qst cap... 1 bacione ciauuu tadb
Lyla_sly: oi, ciao! eh sì, t capisco benissimo, ank'io trovo ke
ci debba sempre essere 1 scossa ke faccia trabballare le cose, qnd va
tt troppo bene... altrimenti si xde l'interesse! e sta tranquilla ke la
tua scrittrice ha pensato a tutto... xD dimmi ke ne pensi d qst cap, cm
hai visto t ho accontentata subito! hihi 1 bacione tadb
Smemo92: ii sn felice ke tu abbia capito ke Draco nn vuole dirle della
scommessa solo xkè vuole proteggerla e nn xkè è 1
idiota! eheh, x qnt riguarda Ron... anke la reazione te la immaginavi
così? Fammi sapere, mi rakkomando! 1 bacione tadb
Tanny: dai, l'attesa si accorcia... nn manca moltissimo x Pansy e Blaise, ma ogni cosa a suo tempo! ke ne dc d qst cap? spero me lo
dirai! 1 bacione tadb
VIOLA_10: ok, anke se mi dici ke nn c'è bisogno ke io t rix io
lo faccio lo stesso. Anke se mi dici solo se t piace o no. almeno lo
sforzo lo fai! =) =) 1 bacione ciauu tadb
whateverhappened: davvero nella tua storia l'hai cruciato (Ron)?!
Oddio, allora devo subito correre a leggerla!!!!! ahah xD Cmq, ke ne
dici della sua reazione alla confessione di Herm? mi sn ispirata a qnd
ha mollato sia lei ke Harry nella foresta e si è arrabbiato cn
lei xkè pensava ke preferisse Harry a lui (e qualsiasi ragazza
normale e sana di mente, l'avrebbe fatto, credimi xD)! Spero mi
farai sapere la tua opinione! 1 bacione tadb
|
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Capitolo 16 *** 16 ***
16
Aveva pianto tutto il pomeriggio, là stesa sulla riva del lago,
mischiando le sue lacrime alle sue placide acque, marchiando il terreno
con il suo debole corpo fremente. Aveva sentito il suo cuore contrarsi,
talmente tanto che avrebbe potuto credere non esistesse più,
lasciando posto al nulla, ad un vuoto opprimente, doloroso. Quella sera
era tornata in camera senza farsi vedere da nessuno. Non era scesa per
la cena, non avrebbe voluto incontrare nessuno, non avrebbe voluto
vedere lui. Quando aveva aperto la porta aveva trovato Ginny ad
aspettarla, ansiosa e preoccupata. Ron aveva dovuto aver accennato a
qualcosa, perché non ci fu bisogno di spiegare nulla. Non ci
furono domande per Hermione, la quale dopotutto non avrebbe avuto la
forza per rispondere. Si era rifiutata di scendere, giurando di non
avere fame, chiedendo solo di essere lasciata in pace. E l'amica, se
pure a malincuore, aveva obbedito.
Hermione rimase così di nuovo sola, sola con il suo dolore, con
quel vuoto opprimente, sola con quelle parole. Rabbrividì,
stringendosi nelle calde coperte di lana, sentendole rimbombare nella
sua testa, come se avesse potuto risentirle realmente, riecheggiare fra
le mura, rompendo il silenzio. Non avrebbe mai voluto che le cose
andassero a finire così... Andava tutto talmente bene. La sua
vita era perfetta, aveva degli amici che le volevano bene e aveva lui.
La cosa più bella che le sarebbe potuta capitare. Andava tutto
così maledettamente bene.
Mi hai illuso. Mi hai fatto innamorare.
Dio, se solo avessi capito. Io non volevo, davvero, non lo avrei mai voluto!
Lui è un mostro!
Ti vuole solo usare, non glie ne frega un corno di te, non glie ne
frega niente!
Quelle parole fecero più male di quanto si sarebbe aspettata.
Perché, perché? Perché sentirsi dire le cose
faceva più male che tenersele dentro? Perché aveva dovuto
ricordarglielo? Perché aveva dovuto riportare a galla ciò
che lei con tanta fatica era riuscita a mandare giù?
Vuole solo usarti, come puoi non capirlo, sei diventata
cieca?!
Hermione sentì il suo respiro mozzarsi. Non
era vero. Non era così. Draco era cambiato. Lei per lui era
importante. Lui l'amava. Non voleva usarla, non era come le altre. Lei
era diversa, lui ci teneva a lei. Non era vero.
Credevo di conoscerti... Sei solo una stupida!
Una lacrima scese a rigarle il viso pallido. Lei non era
cambiata. Lei era quella di sempre, non era diventata come le altre.
Lei era semplicemente Hermione. E Draco si era innamorato di lei per
come era, perché era riuscito ad andare oltre... E non la stava
imbrogliando. Non era come le altre, no, lei era davvero importante.
Il suo cuore perse un battito, e un' atroce sensazione di smarrimento
si impadronì di lei. Fu terribile. Era come quando da piccola
diceva una bugia ai genitori e sperava ardentemente di essere
convincente abbastanza da essere creduta. Era come quando combinava un
guaio e doveva giustificarsi. Perché tutto quello ora le
sembrava così ingiusto, così ignobile, così...
falso?
Sei un'ipocrita! Una bugiarda,
una... traditrice!
Su cosa aveva mai mentito? Quale bugia aveva mai detto? Per cosa
avrebbe mai dovuto scusarsi? Non aveva mai detto o dato a vedere di
provare qualcosa per lui. Non aveva mai detto di non avere bisogno di
amore, di emozioni. Diamine! Tutti la vedevano come "la studentessa
modello", quella che studia sempre, che passa le giornate intere in
mezzo ai libri, quella che prende bei voti. Ma sono anche una ragazza,
lo sapevi? Ho bisogno anch'io di vivere, ho bisogno anch'io di
attenzioni, di affetto, di emozioni... E cosa ci devo fare se queste
cose le ho trovate, e le ho trovate in quella persona? Non sono io ad
essere una bugiarda. Io non ho mai mentito a nessuno, nemmeno a me
stessa. E ciò di cui mi sono innamorata non è neanche
lontanamente paragonabile a ciò che conoscevo. Lui è
diverso, diamine, perché è tanto difficile capirlo? Lui
mi ama. Ed io ho finalmente trovato la felicità, con lui.
Perché deve essere tutto così maledettamente complicato?!
Sei solo una puttana, una puttana come tutte loro, sei come tutte le altre, una puttana!
Trattenne il respiro, come se si fosse improvvisamente immersa
nell'acqua gelida. Una goccia, due, tre gocce sgorgarono dai suoi occhi
dorati, inondandole le gote, solcandole le labbra tremanti. Come aveva
potuto? Come aveva potuto dirle una cosa simile? Come aveva potuto
rivolgersi a lei a quel modo? Come aveva potuto pensarla veramente....
Strizzò gli occhi con forza, stringendo le coperte con le dita
livide. Lei non era come tutte le altre! Lei non avrebbe mai ceduto ad
un ragazzo solo per quello. Lei non avrebbe mai accettato di essere
usata come una bambola, non l'avrebbe mai fatto! E se si era messa con
Draco era stato perché aveva scorto nei suoi occhi quella luce,
intensa e meravigliosa, aveva capito che l'amava. Che l'amava... Come
in un film rivisto velocemente tornò a quei giorni, a quella
Hermione di solo una settimana prima, seria e distaccata, che
disprezzava quel ragazzo, quel mostro che usava le ragazze come fossero
oggetti, e guardava quest'ultime con un misto di disprezzo e
compassione, chiedendosi come, una ragazza, potesse mai accettarlo,
accettare di abbandonare il rispetto per se stessa, per il proprio
corpo, solo per lui. Ma, si
chiese in quel momento, lo sapevano? Sapevano di andare incontro a
tutto ciò, di venire solo usate? Lo sapevano, al momento di
accettare, che quello sarebbe stato tutto ciò che avrebbero mai
potuto ricevere da lui? Lo sapevano, che finito quello sarebbe finito
tutto? Una stretta al cuore la fece paralizzare, gli occhi vuoti e
vitrei fissi davanti a se. Lo sapevano?
Si alzò di scatto, come bruciata. Lasciò vagare i
suoi occhi inespressivi per la stanza, come alla ricerca di qualcosa
inesistente. Fece un passo avanti torcendosi le mani. Scosse la testa.
Non doveva pensarci. Non doveva credere a tutto quello che le diceva
Ron. Ron. Lui era il vero problema. Non accettava di essere messo
da parte, non lo aveva mai accettato. Non aveva fatto altro che pensare
sempre a se stesso, credendo che tutto il mondo girasse attorno a lui.
Credeva che la sua vita fosse la cosa più importante per tutti,
esisteva solo lui. Non aveva potuto accettare di essere rifiutato.
Nemmeno da lei. Quelle parole... Mai. Mai se lo sarebbe aspettato. Non
dal suo migliore amico. Con rabbia scalciò una pantofola
abbandonata vicino al suo letto. Era così che l'amava, quindi?
Insultandola e ferendola a quel modo? Disprezzandola per qualcosa che
lei non avrebbe potuto decidere, umiliandola?! Quelle parole bruciarono
dentro di lei come carboni ardenti. Se era questo quello che avrebbe
potuto darle allora era contenta di non aver mai avuto modo di
capire i suoi veri sentimenti. Non glie lo avrebbe mai perdonato. Mai.
Fu con enorme sforzo che quella mattina si costrinse a scendere per la
colazione. Ginny le era stata molto vicina, consolandola e dicendole di
non pensarci.
-Non lo pensava davvero, lo sai. Era solo furioso. Lo sai come diventa quando è arrabbiato...-
-Non giustificarlo!- aveva esclamato Hermione, la quale portava ancora i segni di quella litigata.
-Non avrebbe dovuto dirlo! Se davvero ci teneva a me, non mi avrebbe
mai detto delle cose del genere. Se l'ha fatto vuol dire che lo pensa
davvero...-
-Lui crede solo che Malfoy ti abbia ingannata. Pensa che ti voglia usare...-
-Ma non è vero!- urlò Hermione, affranta.
Perché nessuno capiva? Perché dovevano continuare a tormentarla così?
Ginny l'aveva guardata comprensiva, scusandosi e invitandola a
scendere. Era dal giorno prima che non mangiava qualcosa, ma era come
se il suo stomaco fosse chiuso. Solo ad entrare in Sala provò un
senso di nausea tremendo.
Devo proprio? Si chiese, avviandosi con l'amica verso il tavolo di
Grifondoro. E poi lo vide. Vicino a Harry, parlavano. Quando anche lui
alzò lo sguardo la sua espressione mutò, oscurandosi.
Hermione si bloccò. I loro occhi si incontrarono. Non c'era
pentimento nei suoi. Odio. Solo odio.
-Gin...- sussurrò
La rossa si voltò a guardarla.
-Io.. io credo che andrò a sedermi più in la- disse, poi
si voltò e si allontanò. Andandosi a sedere fra un gruppo
di Grifondoro con cui non aveva mai parlato.
Draco, dall'altro lato della sala, aveva assistito a tutta la scena. Da
quando l'aveva vista entrare, non gli aveva rivolto neanche uno
sguardo, e si era avvicinata al suo tavolo con un'espressione funerea
dipinta in volto. Poi l'aveva vista bloccarsi e allontanarsi, andandosi
a sedere il più lontano possibile dai suoi amici. Sorpreso e
interdetto si chiese cosa mai fosse potuto succedere. Hermione gli era
sembrata affranta, il viso solcato da profonde occhiaie, il sorriso che
di solito la illuminava era sparito, lasciando posto ad un'espressione
seria e malinconica. Preoccupato si disse che avrebbe dovuto parlarle
al più presto.
Quando la colazione terminò, tutti gli studenti si alzarono ed
uscirono, diretti alle proprie aule di lezione. Hermione si
affrettò a uscire appena ne ebbe l'opportunità, sfuggendo
dalla vista dei suoi amici e dello stesso Draco. Camminò
velocemente verso l'aula di Storia della Magia e si sedette ad uno dei
primi banchi. Pian piano l'aula si riempì, ma non si
voltò nemmeno una volta per controllare che i suoi amici fossero
entrati. Passò tutta l'ora ad ascoltare il professor Rüf,
prendendo appunti e cercando di non distrarsi.
Qualche fila dietro di lei, Harry la guardava preoccupato, mentre un
roscio accanto a se, sbuffava continuamente e aveva l'umore più
nero del carbone.
Alla fine della prima ora, quando era uscita per dirigersi all'aula di
Pozioni aveva visto Draco avvicinarsi. Improvvisamente si era fatta
prendere dal panico, e si era girata a guardarsi intorno, aspettandosi
di vedere i suoi amici spuntare tra la folla.
-Hermione- la chiamò lui.
Lei si voltò a guardarlo.
-Draco...-
Lui aggrottò la fronte.
-Cos'hai? Sei strana..-
-No- rispose esitante -Perché?-
Draco la guardò corrucciato, non capendo perché la
ragazza sembrasse improvvisamente così in ansia. Ma in quel
momento Hermione vide Ron avvicinarsi con Harry e venne presa da un
senso di nausea.
-Scusami- gli disse -devo andare. Ci vediamo dopo-
Ed era scappata via. Draco era rimasto a guardarla andarsene,
chiedendosi per quale motivo gli fosse sembrata così scostante.
Confuso e preoccupato si unì alla folla e decise che appena
avrebbe potuto si sarebbe fatto dire tutto.
Passò una mattinata d'inferno, cercando continuamente di evitare
i suoi amici, e rifugiandosi nelle aule prima che essi potessero
fermarla per i corridoi. All'ora di pranzo, poi, fece esattamente come
per la colazione. Non si sedette con loro, ma andò a sistemarsi
il più lontano possibile.
-Scusate ragazzi, vado da lei- aveva detto Ginny alzandosi. Harry
l'aveva guardata triste e preoccupato, mentre Ron accanto a se, aveva
emesso un grugnito e aveva continuato a mangiare come se la situazione
non lo toccasse.
Ginny la raggiunse, e fermandosi dietro di lei
-Potrei avere un po' di posto?- chiese.
Hermione si era spostata e l'aveva lasciata sedersi accanto a lei,
continuando a guardare il suo piatto pieno, cercando di convincersi a
mangiare.
Ginny sospirò.
-Avanti Herm, devi mangiare, non puoi continuare così-
-Lo so- rispose, la voce atona -Ma non ce la faccio. Credo che vomiterei-
-Non dirlo. Non devi ridurti così per mio fratello, è solo uno stupido, vedrai che gli passerà-
-Già- disse lei voltandosi a guardarla con occhi di fuoco -E' a me che non passerà-
E detto questo si alzò, senza degnarsi neanche di salutarla, e
si avviò all'uscita con determinazione, decisa a non perdonarlo
mai.
Quando Draco la vide alzarsi, scostò subito il tovagliolo dalle sue gambe e si alzò.
-Dove vai?- gli chiesero Tiger e Goyle con la bocca piena.
-Devo fare una cosa- rispose sbrigativo, e si fiondò dietro di lei deciso a non lasciarsela sfuggire anche questa volta.
La vide camminare qualche metro più avanti. La raggiunse.
Hermione, sentendo dei passi venirle dietro, di innervosì e
affrettò i suoi, mettendosi quasi a correre. Stava per voltare
l'angolo quando si sentì afferrare per il polso. Infastidita si
voltò a guardarlo con occhi di fuoco.
-Insomma, voglio solo... Oh-
Draco la guardò con la fronte leggermente aggrottata. Hermione abbassò lo sguardo.
-Scusa... non pensavo fossi tu-
-E chi pensavi che fosse?-
Hermione alzò lo sguardo su di lui, che la guardava serio. Poi spostò gli occhi di lato.
-Perché mi eviti?- le chiese
-Io non ti evito- replicò lei, continuando a guardare altrove.
-Sì invece- ribatté lui -E' da quando sei entrata che non
mi rivolgi neanche uno sguardo ed è tutto il giorno che scappi.
Che cosa ti succede?-
La ragazza sospirò, sentendo il suo cuore indeciso. Fremeva
dalla voglia di raccontargli tutto ma da un'altra sentiva di non
volerlo fare. Le parole dell'amico le bruciavano ancora. E anche se lei
sapeva che non erano vere, non poteva fare a meno di pensarci.
-Niente, guarda, lasciami perdere- disse con voce stanca, liberandosi dalla sua presa.
-Lasciarti perdere?- ripeté lui, incredulo e ferito.
-Cosa stai dicendo?-
Hermione sospirò ancora. Aveva il viso stanco, l'espressione, i
modi di fare, sembrava improvvisamente invecchiata di molti anni.
-Scusami Draco, adesso vorrei essere lasciata sola, ci vediamo dopo ok?-
Lui la guardò senza capire.
-No, aspetta- disse, mentre uno strano presentimento lo pervase -Voglio che mi dici cosa ti succede, voglio saperlo!-
Hermione sospirò scocciata, ma Draco non la mollò. Lei si
voltò a guardarlo seria, e ciò che lesse nei suoi occhi
la fece vacillare. Poi cedette.
-Va bene- sospirò -Vieni-
E voltandosi lo condusse via da lì, fuori dalla scuola.
Ripercorsero quello stesso tratto che avevano seguito molte volte, in
quegli ultimi giorni, ma mai lo avevano fatto insieme. L'aria era
pungente, stavamo oramai a Dicembre, l'inverno regnava sulla foresta,
la quale perdeva molto del suo verde, ricoprendo il terreno di tante
foglie secche, gialle, oro, vermiglie. Hermione le sentì
scricchiolare sotto i propri piedi, e sotto quelli del compagno.
-Non è te che evito- disse, il fiato dalla sua bocca che si trasformava in gelido vapore.
Lui si voltò a guardarla.
-E' Ron-
Draco rimase sorpreso.
-Cosa ti ha fatto?- chiese, mentre la rabbia verso quell'individuo accresceva.
-Abbiamo litigato, ieri. E' stato...-
Non terminò la frase. Il vento frusciò dalla foresta
sibilando e trasportò qualche foglia secca fino a loro,
sollevandola e facendola volteggiare in aria.
-Perché avete litigato?-
Hermione sospirò.
Per te. Avrebbe voluto dirgli. Ma non le sembrava il modo migliore.
-Lui... Mi ha detto che gli piacevo. Che era innamorato di me..-
Draco si trattenne dal commentare.
-E io gli ho detto che... gli volevo bene, ma.. solo come amico-
Draco annuì, sentendosi subito più tranquillo.
Ma per Hermione fu quella la parte peggiore.
-Gli ho detto che ero già impegnata e poi...- esitò, il
respiro corto per lo sforzo di ricordare quei terribili momenti.
-.. Gli ho detto di te- concluse, girandosi a guardarlo.
Draco si immobilizò.
-Gli hai detto di noi?- ripeté, non credendo alle proprie orecchie.
Hermione annuì.
-Sì, gli ho detto che... insomma, stiamo insieme-
Draco rimase in silenzio per qualche secondo.
-E lui?- chiese infine.
Hermione abbassò lo sguardo, sentendo i propri occhi pizzicare pericolosamente.
Draco se ne accorse e rimase scioccato. Stava forse per mettersi a
piangere? Un po' a disagio le portò una mano sulla schiena,
cercando il modo per tranquillizzarla. Cavolo, non aveva mai consolato
nessuno. Che diamine doveva fare? A quel punto Hermione si voltò
verso di lui e guardandolo con gli occhi lucidi gli buttò le
braccia al collo, rifugiandosi fra le sue braccia, affondando il viso
nel suo maglione. Draco rimase un attimo interdetto, poi, molto
delicatamente, le portò le mani sulla schiena e
l'abbracciò.
-Oh, Draco...- sussurrò lei con la voce rotta.
-E' stato terribile, mi ha detto delle cose... Ha detto che ero una stupida, che... che ero una traditrice, e che...-
Si bloccò. Non voleva continuare. Non voleva dirgli il resto.
Draco se ne accorse e intuì che c'era dell'altro.
-Cos'altro ti ha detto?- chiese.
Hermione sospirò.
-Mi ha dato della...- non riuscì a dirlo.
-Mi ha detto che tu mi vuoi solo usare-
Il cuore di Draco si fermò. Hermione poté sentire
chiaramente il suo corpo irrigidirsi e rimase col fiato sospeso.
Lentamente si scostò da lui e lo guardò negli occhi.
-Cosa c'è?- chiese, la voce esitante.
Draco deglutì. Poi tornò a guardarla.
-Cosa?-
-Ti sei irrigidito- disse lei, studiando la sua espressione
-Quando ho detto che Ron pensa che tu voglia solo usarmi-
Draco si sentì morire. Gli tornò in mente la scommessa. Avrebbe dovuto dirglielo... Ma non in
un momento come questo. Avrebbe solo peggiorato le cose, Hermione non
era nella situazione adatta per capire.
-Ti sbagli- disse, guardandola negli occhi.
-Draco...- sussurrò lei, seria, lo sguardo diffidente.
-Tu non vuoi solo usarmi vero?-
Draco la guardò, e
non poté non provare una profonda
tenerezza per quella ragazza così insicura e sensibile,
così diversa dall'Hermione Granger forte orgogliosa con cui
aveva tante volte litigato. E sentì di volerle ancora più
bene. Come
aveva potuto iniziare tutto a quel modo? Come aveva potuto far
cominciare quella storia... per quel motivo? Era stato davvero uno
stupido.
-No- rispose -Io voglio solo stare con te-
Hermione lo guardò a lungo, come a valutare la sua risposta. Lui
allora le sorrise dolcemente e si abbassò su di lei,
catturandole le labbra in un bacio. Hermione chiuse gli occhi,
lasciandosi coccolare da lui, bisognosa di affetto. Ma qualcosa
nel suo cuore la turbava. E non sapeva se dover credere o no a quello
che le aveva appena detto.
Quel pomeriggio
tornò in camera prima del solito. Dopo quel bacio si era
staccata da lui, con una strana sensazione
addosso.
-Scusami, devo andare- aveva detto, ed era corsa via.
Draco era rimasto a guardarla andare via con un'espressione
imperscrutabile dipinta in volto. Poi si era voltato e aveva chiuso gli occhi, sospirando. Si
passò una mano sul viso e fra i capelli. Non aveva idea di come
doversi comportare. Hermione gli era sembrata
scostante quel giorno, quasi non avesse avuto più voglia di
stare con lui.
Era distante e tutto per colpa di quell'idiota. Ma non poteva darle
torto. La colpa non era di nessuno altro al di fuori di se stesso. Era
stato davvero un cretino, solo ora se ne rendeva conto. Ed Hermione
sembrava improvvisamente non fidarsi più di lui. Tutto per
colpa di quell'idiota di un Weasley che chissà cosa le aveva
messo in testa. Respirò
profondamente, per calmarsi.
Draco... tu non vuoi solo usarmi vero?
Hermione camminava svelta, senza guardarsi intorno. Gli occhi
distratti seguivano la strada da percorrere, mentre i suoi pensieri si
azzuffavano frenetici nella sua testa, lasciandola terribilmente
confusa. Quelle parole...
Ti vuole solo usare, non glie ne frega un corno di te, come puoi non capirlo?
Dio, perché continuava a sentirle? Affrettò il
passo, raggiungendo il portone della scuola. Entrò. Passò
davanti a un gruppo di Corvonero. Nel mezzo, vide due alte ragazze
bionde, che camminavano insieme. Le riconobbe, e in un attimo le rivide
abbracciate a Draco, quel giorno di una settimana prima. Sentì
il cuore
contorcersi. Abbassando lo sguardo li superò e corse su per le
scale diretta ai dormitori. Lei era diversa. Era una settimana che si
vedevano, e si erano messi insieme due giorni prima. Se avesse davvero
voluto usarla l'avrebbe già fatto, si disse. E cercò di
tranquillizzarsi così.
Entrò in camera, dove trovò Ginny che studiava.
La rossa la vide e le sorrise, incerta.
-Ciao...- esitò -Sei ancora arrabbiata?-
Hermione la guardò, poi sospirò e si avvicinò a lei chinandosi sul letto sul quale stava sdraiata.
-No, Ginny. Non lo sono mai stata, scusami. E' che sono nervosa- le
disse, abbracciandola. La rossa ricambiò e la fece sedere
accanto a se, mettendo da parte il libro che stava leggendo.
-Non ti devi scusare, ti capisco benissimo- le disse
-Mio fratello sta volta ha davvero esagerato, non avrebbe dovuto dirti
quelle cose. Ma tu lo conosci... è estremamente geloso, e
testardo... e quando si arrabbia dice cose che non pensa. Sono sicura
che non lo crede davvero, io lo conosco. E posso dirti che adesso si
starà rodendo dal rimorso, ma non ha il coraggio di venire
qui a chiederti scusa-
Hermione sorrise, grata all'amica per riuscire sempre così bene a tirarla su di morale.
-Grazie, Ginny, ma... vedi, non sono del tutto sicura che quello che abbia detto... sia del tutto falso-
Ginny la guardò senza capire.
-In che senso?-
Hermione sospirò.
-Quello che ha detto... su Draco. Forse... forse ha ragione. Insomma,
è sempre stato così, lui... l'ho sempre pensato anch'io.
Perché con me dovrebbe essere diverso?-
Ginny rimase in silenzio, non sapendo cosa dire.
Hermione alzò gli occhi per guardarla.
-Lo hai detto anche tu, di stare attenta. E... diamine, l'ho sempre
detto anch'io! Fino a una settimana fa il mio vanto era quello di non
cadergli ai piedi, di non subire per niente il suo fascino, ed ora...
guardami qua!- esclamò con voce rotta, prossima al pianto.
-Perché dovrebbe essere diverso?- riprese
-Perché proprio con me? Cos'ho io in più??-
Ginny la guardò seria.
-Smettila- le disse
-Non lo devi neanche pensare-
Hermione alzò gli occhi lucidi su di lei.
-Tu sei felice con lui? Ti senti completa, stai bene quando state insieme?-
Hermione annuì, esitante.
-E allora perché ti fai tutti questi problemi? Non devi farti le
paranoie solo perché mio fratello ti ha detto quelle cose. Non
devi credere ad una sola parola di quello che ti ha detto, è
stato tutto frutto della rabbia del momento. Ti prego, Herm, non
rovinarti la vita per quello, non sprecare la tua felicità per
lui. Te lo dice sua sorella!-
Hermione sorrise, imbarazzata.
-Grazie Ginny, ma non so...-
-Sshh- fece la rossa, voltando la testa in modo da metter fine alla questione.
-Non voglio sentire niente. Niente ma, niente se. Dimentica la litigata
con Ron. E' solo colpa sua se adesso stai così, se lui non ti
avesse mai detto quelle cose, tu a quest'ora non ti faresti tutti
questi problemi. Ed è proprio perché fino ad una
settimana fa lo disprezzavi e non avevi la minima idea di poterti
innamorare di lui, che non ci possono essere dubbi: è cambiato.
Non è più il Malfoy stronzo e arrogante di prima,
altrimenti tu non ti saresti mai innamorata di lui, non trovi?-
Hermione annuì.
-Tranquilla, ti sei innamorata di questo ragazzo. Non di quello
vecchio. Quindi dimentica ciò che era e che è stato. Ora
esiste solo il presente. Solo te, e lui-
Hermione restò a guardarla in silenzio, come a soppesare le
parole dell'amica. Poi sorrise e la guardò con profonda
gratitudine.
-Hai ragione, Gin. Sono stata una stupida. Cosa farei senza di te?-
disse gettandole le braccia al collo e stringendola forte a se. La
rossa sorrise, ricambiando l'abbraccio.
-Ah, non resisteresti un giorno- rispose ridendo.
Ed Hermione si unì alle sue risate, stringendola di più.
Aveva ragione. Se si era innamorata di Draco era perché lui si
era mostrato diverso. Era cambiato, non sapeva come, quando,
perché. Sapeva solo che lo aveva fatto, e che aveva conosciuto
un Draco nuovo, diverso. Ed era di lui che si era innamorata. Era con
lui che stava. E lui l'amava. Davvero.
Salve a tutti!! Allora, ke ne
dite d questo nuovo capitolo? Vi è piaciuto? Spero di
sì... ma se così non fosse non vi astenete dal lasciare
un commentino, purchè costruttivo, in modo ke io possa
migliorare! Ci ho messo un po' a scriverlo, anke xkè non
è stato facile esprimere tutte le emozioni contrastanti che ha
provato Hermione dopo la litigata con Ron... all'inizio il senso di
colpa, poi la rabbia, poi i dubbi quando comincia a riflettere sulle
parole del ragazzo e si chiede se non sia vero, se Draco non la voglia
solo usare... Ma poi x fortuna è arrivata Ginny ad aiutarla a
fare un po' ordine nelle idee. Ma non vi preoccupate, ke i guai non
finiskono qui! eheh vi piacerebbe... xD xD
Ora passiamo ai...
Ringraziamenti:
Arwen_90:
davvero l'hai trovato così coinvolgente? bene, sono felice, vuol
dire ke sono riuscita nel mio intento, credevo di non riuscirci...
volevo proprio dare l'idea dello sconvolgimento di Ron e della
tensione... sono felice ke il cap ti sia piaciuto, e x qnt riguarda la
reazione di Harry si scoprirà nel prox capitolo, qst l'ho voluto
principalmente dedicare ai pensieri e alle paure di Hermione. Spero ti
sia piaciuto lo stesso, 1 bacione tadb ciauu ^^
avril96:
ciao! sn felice ke il cap ti sia piaciuto, e sn dakkordissimo cn te sul
fatto ke Ron è meglio se si suicidasse, ma io me la immaginavo
proprio così la sua reazione, nn so xkè, nn ho molta
stima d lui, penso si sia capito =P... E d qst cap ke mi dici? spero me
lo dirai... 1 bacio tadb
Debora93: ciao grazie!! e d qst cap ke mi dici? 1 bacio
details_93:
ciao!! felicissima ke lo scorso cap ti sia piaciuto, e d qst ke mi
dici? mi dispiace di averti delusa, ma al lago nn ha incontrato
nessuno... ho solo voluto fare ke lei si allontanasse e poi andasse a
finire lì, x... beh... forza dell'abitudine. Spero ke il cap t
sia piaciuto lo stesso e ke mi lascerai 1 latra recensione! 1 bacione
ciauu
lilycullen:
ihih eh già, glie l'ha proprio detto... dopotutto già ke
c'era... meglio sputare tutto e subito no? Tanto x non tenere skeletri
nell'armadio... xD Per qnt riguarda la reazione d Ron, sì,
è stata davvero esagerata, ma ke ci devo fare, me la sono
immaginata proprio così! (si vede qnt mi piaccia qst personaggio
eh? xD xD) E d qst cap ke mi dici? Spero mi farai sapere... 1 bacione
tadb ciauu
Love_doll: grazie x i complimenti! e d qst cap ke mi dici? sper t sia paiciuto... 1 bacione ciau ^^
Lyla_sly:
ciao! grazie x i complimenti, infatti ho cercato di rendere quel roscio
insopportabile il più possibile simile alla realtà, anke
se forse l'ho fatto 1 po' troppo idiota... ma noo, nn è mai
troppo idiota quello là! xD xD Cmq... ke ne pensi d qst cap? So
ke a te piacciono gli sconvolgimenti e nn vedi l'ora ke akkada qlks di
irreparabile, e ti assicuro ke il momento si avvicina... penso altri 2
capitoli e succederà quello ke tt temono... ok, mi fermo. Tanto
ormai l'avevano capito tt! xD Spero ke anke qst cap ti sia piaciuto,
dove ho voluto principalmente descrivere le emozioni e i pensieri
contrastanti di Hermione. Ah, 1 cosa! sai come si fa per scrivere la
presentazione colorata e con le immagini? Ci ho provato, scrivendola
sul programma e poi copiandola ma nn mi è riucito... sapresti
aiutarmi? te ne sarei molto grata! 1 bacione enorme e alla proxima!
ciauu tadb
Smemo92:
ciao! sono felice ke il cap precedente ti sia piaciuto, e poi, quante
domande!! bene bene, cominciamo dall'inizio... la reazione di Malfoy?
in qst cap forse nn si è capito bene, ma riprenderò
meglio il discorso nel prox capitolo, cm farò per Harry...
adesso ke ci penso credo ke tt le risposte alle domande ke mi hai fatto
le troverai tt nel prox cap! xD spero cmq ke anke qst cap t sia
piaciuto... fammi sapere!! 1 bacione enorme tadb
Tanny:
hihi sn felice ke t sia piaciuto così tanto... spero sia lo
stesso x qst cap, anke se Malfoy non compare tanto come in quelli
precedenti... Qst infatti l'ho voluto dedicare principalmente alla
nostra povera Herm, ke ha la tesa 1 bel po' confusetta. Spero d
ricevere tue notizie, 1 bacione tadb
whateverhappened:
precisamente, stessa scelta avrei fatto io. Per qnt riguarda lo scontro
draco/herm... eih, si sono messi insieme appena da 2 giorni e
già li vuoi far mollare?! xD xD ma sì ma sì t
capisko benissimo... aspetta solo 1 altro pokettino, ke mica si possono
lasciare così presto! ma stai tranquilla ke nn manca molto... la
storia sta x finire! 1 bacione enorme, spero mi farai sapere cosa ne
pensi d qst cap! ciauuu tadb
1 saluto a tutti, vi ringrazio x continuare sempre a seguirmi
così affiatatamente e a lasciare queste bellissime recensioni!!
vi adoro!!! ciauuuuuuuuu ^^
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Capitolo 17 *** 17 ***
17
Chiedo umilmente perdono
per questo s p a v e n t o s o ritardo... vi prego non cruciatemi!! Mi
dispiace di avervi fatto aspettare tanto, ma ultimamente ho avuto un
po' di problemi... e non solo a causa dell'inizio della scuola...
è stato un periodo un po' incasinato per me e anke un po'
difficile.
Spero per questo che non mi abbiate abbandonata completamente,
perché mi rimanete solo voi. (beh adesso non esageriamo xD) ma
mi farebbe molto piacere sapere che ancora mi seguite, nonostante la
mia lunga assenza.
Ora vi lascio al capitolo sperando che vi piaccia. Ci vediamo giù....
~
Hermione correva lungo
il corridoio del primo piano, la borsa dei libri a tracolla e un
sorriso radioso sulle labbra. Svoltò l'angolo con
passo veloce, guardandosi attorno come se cercasse qualcuno.
Passò davanti al cortile deserto della scuola, buttandoci un'occhiata dentro. Lo vide.
Si fermò. Cambiò rotta, sorridendo, e si diresse verso un
alto ragazzo dagli inconfondibili capelli biondi, che se ne stava da
solo a fumare, prima dell'inizio delle lezioni.
Draco scostò la sigaretta dalle labbra sovrappensiero,
scrollando via la cenere con un gesto distratto. All'improvviso
qualcuno arrivò ad abbracciarlo da dietro, cingendogli il collo
e posandogli la testa sopra la spalla.
Riconobbe subito il delicato profumo di camomilla che aveva sempre e si voltò piacevolmente sorpreso verso la ragazza.
-Ciao- lo salutò lei sorridendo, ritornando con i talloni per
terra e guardandolo dal basso con gli occhi che le brillavano di
felicità.
-Ciao... cosa è successo?- chiese lui, stupefatto per quell'inaspettato cambiamento d'umore.
-Niente, cosa dovrebbe essere successo?- rispose lei.
E Draco
capì che le piccole incomprensioni del giorno prima erano state
dimenticate, e che era tornato tutto come prima.
Questo ebbe il potere di farlo sorridere a sua volta e si chinò sulla ragazza per baciarla.
Hermione però si scostò, mettendo una mano fra i loro visi.
Draco alzò un sopracciglio, non capendo.
-Puzzi di fumo- disse semplicemente lei.
E lui dapprima rimase interdetto, poi scoppiò a ridere e
buttò a terra la sigaretta, prendendo Hermione per la vita e
accompagnandola dentro.
*
Quella mattina Hermione si sedette al suo posto, nel tavolo di
Grifondoro, vicino alla sua migliore amica, davanti a Harry e Ron.
Quest' ultimi non poterono nascondere il loro stupore quando la videro
sedere di nuovo tra loro. Ron la guardò incredulo, poi si
riprese e tornò al cruccio abituale che aveva ostentato negli
ultimi due giorni. Hermione non ci fece caso e salutò come se
nulla fosse, sedendosi poi accanto alla sua migliore amica.
Harry continuò a guardarla anche quando cominciarono a mangiare
e rimase interdetto dal comportamento incurante e naturale che l'amica
stava ostentando quella mattina, dopo aver passato tutto il giorno
precedente e la sera prima ad evitarli entrambi.
Non avevano ancora
parlato dalla famosa litigata, e lui sentiva il bisogno di chiarire.
Innanzitutto voleva farsi spiegare meglio da lei la questione di
Malfoy. Quando Ron glie lo aveva detto per poco non si era messo a
ridere, se non fosse stato per l'espressione seriamente incazzata
dell'amico.
-Harry mi passeresti il pane?- chiese la ragazza pescando della marmellata ai mirtilli dal cestino a centro tavola.
-Certo- rispose lui ridestandosi dai suoi pensieri.
Lei allora lo guardò in faccia e gli sorrise, ringraziandolo, e prendendo la pagnotta che le porgeva.
Bene, pensò. A quanto pareva Harry non era arrabbiato con lei.
Dopotutto, che motivo ne avrebbe avuto? A parte che si era messa col
suo peggior nemico di sempre. Questo dimostrava che almeno lui era un
buon amico. E non una delusione come qualcun altro...
La mattinata passò velocemente.
Dopo colazione i ragazzi si
diressero alle loro aule ed Hermione ci andò insieme a Ginny e
ad Harry, parlando del più e del meno, come sempre avevano
fatto.
La seconda ora di lezione era di compresenza con i Serpeverde.
Quando i ragazzi dal
cravattino verde-argento fecero il loro ingresso
nell'aula di trasfigurazione Hermione volse subito, inevitabilmente, lo
sguardo al biondino. Lui pure si ritrovò a cercarla e quando i
loro occhi si trovarono, sorrisero entrambi e distolsero lo sguardo.
Draco però dovette subito fare i conti con un altro paio di
occhi, azzurri, che dall'altro lato della classe sembravano volerlo
incenerire. Ron Weasley.
Pensò di fargli qualche battutaccia
alla prima occasione, ma poi si ravvenne, ricordandosi la litigata che
avevano avuto lui ed Hermione (anche se al sol pensarci gli veniva il
prurito alle mani dalla voglia di picchiarlo). Non voleva che poi lui
le
venisse a dare ancora fastidio per colpa sua. Soprattutto non voleva
che continuasse con la storia che lui era uno stronzo strafottente e
che non faceva per lei. Hermione già gli era sembrata abbastanza
in soggezione per le parole del rosso, e, anche se ora era tornata da
lui, riteneva prudente non soffiare troppo sul fuoco. Paura
della verità? Questo significava avere la coda di paglia. E
dimostrava quindi lui era nel torto. Che Weasley aveva ragione.
Draco si accorse in quel
momento di quanto quella consapevolezza gli facesse male. Ora non
poteva più ribattere alle provocazioni di Weasley, non poteva
più fare lo strafottente. Perché quella era la
verità. La pura e semplice verità. Cercò di non
pensarci, e si sedette al proprio posto, sistemando i libri sopra al
banco.
Hermione stava scribacchiando degli appunti sulla pergamena quando
avvertì una leggera corrente magica davanti a se. Un secondo
dopo, poggiato sul banco, giaceva un bigliettino di carta piegato.
Alzando lo sguardo per assicurarsi di non essere vista dal professore,
prese il bigliettino e lo aprì.
Vieni al lago alle 15:00.
Mi è piaciuto molto come abbiamo studiato l'altra volta.
D.M.
Hermione sorrise, arrossendo leggermente. Poi lanciò una breve occhiata affermativa al ragazzo e tornò a scrivere.
*
-Hermione aspetta-
Hermione si voltò, un'espressione curiosa stampata in volto.
Harry la raggiunse, tenendo con una mano la borsa di libri che portava a tracolla.
Lei rimase immobile ad aspettarlo e quando se lo ritrovò davanti
-Cosa c'è?- chiese.
-Dobbiamo parlare- disse solo lui, guardandola serio.
Hermione sapeva di cosa l'amico avrebbe voluto parlare, e poteva dire di non averne alcuna voglia.
Ma sapeva anche che gli doveva delle spiegazioni, dopo tutto quello che era successo. Sospirò.
-Va bene. Andiamo-
Lo seguì dentro a un'aula vuota, dove il ragazzo chiuse la porta in modo che nessuno potesse entrare a disturbarli.
Hermione si andò a sedere su uno dei banchi in prima fila,
poggiando la borsa accanto a se. Poi tornò a guardare l'amico,
che la fissava ora dall'altro lato della stanza, ancora fermo davanti
alla porta.
Seguirono pochi istanti di silenzio, durante i quali Harry si chiese come avrebbe dovuto iniziare il discorso.
Hermione se ne accorse e sorrise fra se, rincuorata dal fatto che
almeno lui, al contrario di Ron, volesse usare un po' di tatto, e
cercasse di non sembrare rude come lo era stato l'amico. Decise di
andargli in aiuto, tanto prima o poi le cose andavano affrontate, ed
era meglio farlo presto e senza troppi preamboli.
-Vuoi parlarmi di Draco- disse -Del fatto che ci siamo messi insieme, giusto?-
-Ecco, sì- rispose lui, guardandola attraverso gli occhiali trasparenti.
Hermione trasse un lungo respiro.
-Immagino tu voglia sapere come sia successo-
Harry annuì.
-Beh, se devo essere sincera non lo so bene neanche io. So solo che
abbiamo incominciato ad incontrarci, per caso, al lago. E da lì
abbiamo fatto conoscenza, abbiamo cominciato a parlare, sai non
è com'era quando stavo insieme a voi. Quando stavamo da soli lui
era diverso, non era ne offensivo ne arrogante. Poi, beh, mi sono
innamorata di lui. Sai, non è difficile, quando gli togli quel
ghigno dalla faccia e lo addolcisci un po'-
Harry rimase ad ascoltarla in silenzio, e più andava avanti e
più gli sembrava di sognare, tanto era assurda la cosa.
Hermione Granger che gli parlava di un Draco Malfoy simpatico e
amichevole, con il quale si incontrava pacificamente ogni pomeriggio, dopo aver passato tutti quegli anni ad insultarsi, e
di cui si era innamorata, dopo aver sempre detto di odiarlo. Paradossale, non trovate?
-Herm...- cominciò, non sapendo bene da dove iniziare
-Sei sicura che lui... non ti stia solo..-
-Prendendo in giro?- finì lei per lui.
Aveva perso il conto ormai, di quante volte le avessero già fatto quella domanda.
Harry annuì.
-Harry, ti risulta che Draco abbia mai amato qualcuno?- chiese, guardandolo negli occhi.
-No. Anzi..-
-Anzi cosa?- lo incalzò lei. Voleva che dicesse quelle parole.
-Anzi si è sempre vantato di non amare, di non conoscere nemmeno il significato della parola amore-
-Esatto- annuì lei soddisfatta.
-Bene. Draco mi ha detto che mi ama. Me l'ha giurato-
Si rese conto solo in quel momento di quanto la cosa potesse suonare
stupida e infantile detta così. Ma non trovò altro modo
per dirlo, e, dopotutto, quella era la verità. Ed era
assolutamente tutto tranne che stupida e infantile.
A quelle parole Harry rimase letteralmente a bocca aperta. Aveva sentito bene? Aveva davvero detto "Draco mi ha detto che mi ama. Me l'ha giurato"?
Passò qualche secondo prima che riuscisse a dire qualcosa.
-Sei sicura che te l'abbia detto?- chiese infine, e fu la cosa più stupida che avesse potuto chiedere.
Hermione alzò gli occhi al cielo.
-Sì, Harry, ne sono sicura-
Lui rimase in silenzio.
E così ora la sua migliore amica e il suo peggior nemico stavano insieme.
Hermione Granger e Draco Malfoy.
Ancora faceva fatica ad assimilare la cosa.
-E.. tu sei felice con lui?-
Hermione rimase sorpresa a quella domanda.
Non si sarebbe aspettata che Harry potesse chiederle una cosa simile.
Invece di gridarle addosso, come aveva fatto Ron, invece di darle della
stupida, della bugiarda, della traditrice... le chiedeva se era felice.
Si era preparata a urla e deliri, strepiti e incomprensioni. Ma non a
quello.
-Io.. certo. Certo che lo sono-
Harry annuì, poi le rivolse uno di quei sorrisi che solo lui sapeva fare.
-Allora, se le cose stanno così, anch'io sono felice. Felice per
te- disse, ed Hermione sapeva quanto gli costasse.
-Oh, Harry- esclamò, e lo abbracciò, portandogli le
braccia al collo e stringendolo forte, esattamente come al secondo
anno, quando si era risvegliata dall'incantesimo del basilisco e gli
era corsa incontro in Sala Grande. Il suo Harry. Doveva saperlo che lui
avrebbe capito.
Chiuse gli occhi e lo strinse forte, con tutto il bene
che gli voleva. Lui ricambiò, e, quando si staccarono, entrambi
si sentirono rinati.
-Digli comunque di stare attento, che se solo ti torce un capello,
avrà sia me che Ron contro e allora sarà meglio che non
si faccia trovare in giro o sarà peggio per lui!- disse Harry
guardandola serio.
Hermione rise.
-Grazie- disse.
Poi si ricordò di qualcosa.
-Ehi, ma allora?-
-Allora cosa?-
-Come cosa, tu e Ginny! Glie lo hai chiesto?-
-Aah- disse lui illuminandosi. Poi arrossì e assunse un sorrisetto imbarazzato, ma al contempo impagabilmente felice.
-Sì, glie l'ho chiesto. Mi ha detto di sì- aggiunse.
-Certo che ti ha detto di sì, Harry! E' una vita che non aspetta altro-
-Eh?-
Hermione sorrise davanti all'ingenuità dell'amico.
-Sei proprio uno sciocco- gli disse, scompigliandogli affettuosamente i capelli.
-Ma perché non me l'avete detto?- chiese poi, aggrottando la fronte.
-Volevamo dirvelo, ma poi, con tutto quello che è successo...-
A quelle parole il volto di Hermione si rabbuiò ed Harry seppe di aver toccato un tasto dolente.
-Perdonalo- disse -Lo sai com'è fatto, non le pensava davvero quelle cose-
Il viso della ragazza si indurì, mentre un'espressione di pura rabbia e risentimento le deformava i lineamenti.
-Non avrebbe dovuto dirle. Ha sbagliato, ed io non credo lo
perdonerò facilmente. Non me lo sarei mai aspettata da lui.
Certo, sapevo che non l'avrebbe presa bene. Ma quello è stato
veramente troppo-
-Lui ti ama-
Hermione tacque. Seguì un lungo silenzio.
-Devo andare, mi aspetta- disse infine.
Harry la guardò in silenzio. Hermione si alzò dal banco e prese la borsa. Poi rialzò lo sguardo sull'amico.
-Ciao- disse.
-Ciao-
Lo superò, dirigendosi alla porta con passo spedito.
Poggiò la mano sulla maniglia e la tirò giù, ma
essa non si aprì. Si girò. Harry la guardò, poi
alzò la bacchetta e liberò l'entrata.
Hermione aprì.
-Herm-
Si fermò.
-Ti voglio bene-
*
Le acque del lago luccicavano placide e calme sotto i limpidi raggi del sole invernale.
Gli alberi, sempreverdi, ondeggiavano pigramente allo spirare del vento, scuotendo le loro cime appuntite.
Draco era sdraiato, le mani sotto la testa, sul terreno soffice.
Quando Hermione lo vide sorrise, e, senza farsi sentire, si
avvicinò con la borsa dei libri in mano. Silenziosamente gli si
affiancò e si sedette accanto a lui.
Quando Draco sentì dei rumori provenire alla sua destra
aprì gli occhi, e, girandosi, si ritrovò accanto la
ragazza, sdraiata come lui a guardare il cielo. Lei sorrise, mantenendo
lo sguardo in su.
-Ciao- disse lui.
-Ciao-
Draco alzò una mano sul suo viso e le spostò delicatamente il mento, costringendola a guardarlo.
Si sorrisero, poi lui si sporse su di lei e poggiò le labbra sulle sue.
Hermione lo lasciò fare e lui, incoraggiato, approfondì
il bacio, avvicinandosi di più. Quando si staccarono lui
lasciò vagare gli occhi in quelli di lei.
-Mi dispiace- disse.
Lei aggrottò le sopracciglia.
-Per Weasley. Non volevo che litigaste-
-Non è colpa tua-
-Ah no?-
Hermione distolse lo sguardo, riportandolo sul cielo davanti a se.
-No. La colpa è solo sua. Sua e di nessun altro-
Draco non disse niente. Hermione si fece silenziosa e lui si
sentì improvvisamente male per tutto quello che aveva fatto. Un
fastidio, dolorosamente sordo, gli solleticò il cuore, e scese
poi allo stomaco. Lasciò vagare gli occhi sulla ragazza che gli
stava sdraiata accanto. Passando dai soffici capelli castani, ai
boccoli che le ricadevano sulle spalle, al suo viso, ora così
serio e pensieroso. Come aveva potuto pensare di far del male a quella
creatura? A quella bellissima creatura.
Passarono lunghi istanti di silenzio, in cui ognuno se ne stava chiuso in se, perso nei suoi pensieri.
-Ce l'hai ancora?- chiese, ad un certo punto.
A sentire la sua voce Hermione si risvegliò dai suoi silenziosi pensieri, e si girò a guardarlo.
-Cosa?-
-L'emme... emmebi... l'emme..-
Hermione aggrottò la fronte.
-Ma sì, quel coso! L'emmebi...-
-Non capisco-
-Uff- sbuffò lui -Quello per sentire la musica!-
-Aah, l'MP3!-
-Ecco, sì! Quello-
Hermione sorrise.
-Sì ce l'ho, perché? Vuoi sentire qualcosa?-
-Sì-
Hermione prese la borsa che aveva appoggiato a fianco a se e ci
infilò la mano dentro, in cerca del lettore musicale. Quando lo
trovò lo tirò fuori e cominciò a slegare i lunghi
fili bianchi attorcigliatici attorno.
-Tieni- disse poi porgendogli una cuffia.
Lui se la sistemò e lei fece lo stesso, accendendo con un dito il lettore.
-Cosa vuoi ascoltare?-
-Non so... qualsiasi cosa. Quella che mi hai fatto sentire l'altra volta-
-Allora lo ammetti che ti piace!- esclamò lei trionfante.
-Non ho detto che mi piace-
-Ma la vuoi risentire- disse lei facendo scorrere la lista delle canzoni sul display illuminato.
-Non significa niente- ribatté lui.
Lei sorrise, ben sapendo che non sarebbe riuscita a farlo confessare, e fece partire la musica.
Restarono così ad ascoltare, vicini, uniti da quei due fili
bianchi, mentre le parole di Fabrizio Moro risuonavano nelle loro
orecchie e li cullavano dolcemente.
Gli amori vanno via
Ma il nostro ma il nostro no
Il tempo passa
Mentre
aspetti qualcosa in più
Ma non rimette a posto niente
Se non lo fai tu...
Il vento attorno a loro frusciava, e sembrava voler cantare a tempo di quella melodia lenta e sussurrata.
Quando terminò Hermione trasse un lungo sospiro. Draco se ne accorse.
-Ti piace proprio questa canzone- disse.
-Sì. Più che altro mi piacciono le parole. Sono davvero belle-
-Se lo dici tu-
Hermione sorrise.
-Dai, non puoi dire che non ti piace- disse, voltandosi a guardarlo divertita.
Draco assunse un'espressione buffissima e lei non poté fare a
meno di pensare a quanti volti di Draco stava scoprendo, che non aveva
mai neanche immaginato potesse avere.
-Diciamo che è orecchiabile...- concesse, facendo un vago gesto con la mano.
-E le parole?- chiese lei.
-Oh, ma sei fissata con le parole?-
-Non sono fissata- rispose
-Le parole sono importanti...- aggiunse.
Poi tacque.
Draco si voltò a guardarla e la vide giocherellare con i fili
delle cuffie. Trovò che fosse bella anche quando stava
sovrappensiero. Delicatamente le prese i fili dalle mani e si mise le
cuffie alle orecchie. Poi prese l'MP3 dall'erba e
cominciò a maneggiarci, in cerca di un'altra canzone da
ascoltare. Lei rimase a guardarlo in silenzio.
-Comunque hai ragione. E' una bella canzone- disse.
Hermione sorrise.
*
Entrò in Sala Grande con la borsa dei libri in mano, leggermente di fretta.
Arrivata al tavolo di Grifondoro salutò Harry e Ginny con un
sorriso, per poi rivolgere distrattamente lo sguardo al suo ex migliore
amico.
E fu lì che rimase agghiacciata.
Ron Weasley e Lavanda Brown erano avvinghiati l'uno all'altra in una
posizione ben poco equivoca, mentre facevano qualcosa molto simile al
divorarsi l'un l'altro con le bocche.
A quella vista Hermione rimase pietrificata.
Ron e Lavanda?
Il suo Ron con quella Lavanda?!
Si rimproverò subito dopo per l'uso di quell'aggettivo così possessivo.
Tuttavia non poté evitare di rimanere scioccata da quella visione.
Harry, che doveva probabilmente essersi accorto dell'espressione
sconvolta della ragazza, tossicchiò imbarazzato. Ma lei non
distolse gli occhi, quasi fosse stata pietrificata.
-Hermione?- la chiamò a quel punto l'amico esitante.
Lei spostò lo sguardo -vuoto- su Harry, il quale la guardò con un'espressione che non sapeva se essere preoccupata o imbarazzata.
-Herm, tutto bene?-
-Uh? Sì, sì- rispose lei riprendendosi.
Tenendo lo sguardo fisso davanti a se si sedette, come in trance.
Ron e Lavanda? Ron e Lavanda?!
E da quando? Perché?
Si rimproverò subito per farsi quel genere di domande. Che male
c'era se Ron stava con Lavanda Brown? Dopotutto lei gli aveva detto di
no, aveva il diritto di rifarsi una vita.
Sì, ma Lavanda Brown?! Perché proprio lei??
La più oca, stupida, patetica, smaliziata, civetta di tutte! La
più insopportabile, la più irritante, la più pettegola che ci fosse.
Ron. Il suo Ron. Quello che solo tre giorni prima aveva detto di
amarla. E adesso stava con una come Lavanda. Come Lavanda Brown.
Lei era dunque paragonabile a Lavanda Brown? A quell'oca di Lavanda Brown?!
Stizzita -senza saperne nemmeno lei il perché- prese a mangiare
la sua colazione, evitando in tutti i modi di posare gli occhi sui due
innamorati di fronte a se.
E pure senza guardarli poteva sentire il loro limonare continuo, senza un attimo di tregua.
Finì in fretta di mangiare e si alzò.
-Dove vai?- le chiese Ginny girandosi a guardarla.
-A fare un giro, non riesco a resistere un secondo di più con
uno spettacolo del genere davanti- rispose acida, lanciando
un'occhiataccia a Ron e a Lavanda abbracciati, che si scambiavano
effusioni senza il minimo ritegno.
Storse il naso a vedere Ron sporgersi sulla ragazza e a baciarla sulla
bocca coinvolgendola in un qualcosa che di casto aveva ben poco.
Disgustoso, pensò, e se ne andò via a passo di marcia.
*
I giorni passarono velocemente. Le giornate si stavano accorciando e
l'inverno stava stendendo il suo bianco velo sul mondo magico,
imbiancandolo come una sposa.
Draco passeggiava lungo il corridoio del primo piano, il libro di
pozioni in mano. In un angolo, vicino ad una colonna di marmo scorse
Blaise e Pansy parlare vicini. Era un po'
che non parlava più con nessuno dei due. Certo, alla mattina si
salutavano, si scambiavano qualche battuta durante le lezioni se ne
capitava l'occasione, ma nulla di più. Era come se il suo mondo
si fosse sdoppiato, esattamente come si sdoppia una bolla di sapone,
trascinandolo in una vita nuova, parallela, nella quale Pansy e Blaise
non erano più compresi. Ma dove, in compenso, c'era la sua
ragazza. C'era Hermione Granger.
Gli piaceva questa nuova vita. Era
più piena, più colorata e vivace della precedente. E
tutto questo solo per lei.
Ma doveva ammettere che un po' gli mancavano le sue vecchie
abitudini. Gli mancavano le battute con Blaise, gli scherzi, le
discussioni, i pomeriggi passati a parlare. E doveva ammettere che un
po' gli mancava anche Pansy. Non sapeva bene perché, non sapeva
cosa esattamente di lei gli mancasse, anche perché quella
ragazza per lui non era stato altro che uno sfogo a puro scopo fisico.
Ma sentiva che qualcosa del suo vecchio mondo era rimasto attaccato a
lui, e lo tirava, continuamente, come un filo invisibile, quasi a
volerlo richiamare indietro.
Un po' per questo, un po' curioso di sentire di cosa i due stessero parlando, si avvicinò ai due vecchi amici.
Quando essi lo videro però, si zittirono subito, staccandosi velocemente l'uno dall'altro.
-Oh, ciao Dra- lo salutò la ragazza tenendo gli occhi stranamente abbassati.
-Ciao- rispose lui spostando lo sguardo prima da lei poi all'amico.
I due rimasero in silenzio, stranamente in silenzio, tant'è che a Draco venne il sospetto che non gradissero la sua presenza.
-Di cosa stavate parlando?- chiese allora, guardandoli.
-Mah, niente, solite cose...- disse Blaise, vago.
-Già, della lezione. Particolarmente noiosa, non trovi?- seguì Pansy, strisciando il piede per terra.
Draco non rispose, ma li guardò entrambi corrucciato, spostando lo sguardo dall'una all'altro poco convinto.
-Non è che stavate parlando di me per caso?- chiese allora.
Pansy scattò subito come una molla.
-No, ma che dici. Di te? E perché avremmo dovuto?-
Il suo sguardo sembrava sinceramente accorato, ma qualcosa nel loro comportamento ancora non lo convinceva.
Spostò lo sguardo su Blaise, che lo stava ora guardando con espressione indecifrabile.
-Bene- disse, facendo un passo indietro.
-Me ne vado allora. Ci si vede-
E detto questo girò i tacchi e se ne andò, schiena dritta e spalle larghe.
Blaise da dietro continuò a fissarlo allontanarsi, finché
non lo vide sparire dietro l'angolo. Poi si voltò verso la
ragazza, ed entrambi si ritrovarono a guardarsi. I loro occhi,
incatenati, sembrarono trasmettersi un messaggio silenzioso, che solo
loro potevano comprendere. Poi Pansy sospirò e si
allontanò, seguita dallo sguardo del ragazzo che da dietro la guardava in silenzio.
Ed ecco qui il diciassettesimo capitolo. Nulla di troppo impegnativo,
come avrete visto, in effetti l'idea era partita col far succedere
tante altre cose, ma poi mi sono detta che veniva troppo lungo e che
avrei scritto praticamente due capitoli in uno. Spero comunque che vi
sia piaciuto. E se non è così, non fatevi problemi a
dirmelo, ogni critica è accettata, se costruttiva. Spero mi
lascerete una mini recensione tanto per farmi sapere cosa ne pensate.
Mi scuso ma non potrò rispondere a tutte le recensioni
(bellissime) x questa volta, xkè altrimenti tarderei ancora la
pubblicazione di questo capitolo. Vi ringrazio comunque a tutte per il
sostegno e le belle parole che spendete x me, siete grandi!!
Colgo solo l'occasione per rispondere alle domande di:
whateverhappened: Hermione
non stava propriamente evitando Draco,
semplicemente non aveva voglia di stare ne parlare con nessuno, tanto
meno con lui, causa della litigata col suo migliore amico. In
più, è vero, c'è stata anche una buona dose di
sfiducia e insicurezza, in cui le parole del rosso le sono entrate
dentro più del dovuto. Per quanto riguarda il finale... non
posso dirti se sarà lieto oppure no. Sappi ke io adoro le storie
ke finiscono male... ma non credo sarei mai capace di finirne una mia
così =P Quindi, come dico sempre, vedremo... =P Spero ke
questo cap ti sia piaciuto, fammi sapere ok? bacioni tadb
Lyla_sly: ciao! mamma mia ke
recensione lunghissima!! hihi grazie!! Sono felice ke il cap ti sia
piaciuto, e spero ke anke questo non ti abbia delusa. Come ti avevo
promesso sarebbero mancati solo due capitoli alla catastrofe, e
infatti... non ti dico altro, ma sappi ke il momento è
praticamente arrivato. Per quanto riguarda il comportamento di
Hermione... tu dici "non era lei quella che tirava
dritto per la sua strada quando gli altri la criticavano?" e io ti
rispondo che non sempre è così, anzi, ti ricordo che al
primo anno ci è rimasta malissimo quando Draco l'ha chiamata
Mezzosangue per la prima volta, e quando Ron l'ha presa in giro con gli
amici si è chiusa in bagno a piangere una giornata intera! Senza
dimenticare quando è scoppiata in lacrime in mezzo alle scale al
termine del ballo del ceppo, sempre per colpa di Ron, che dopotutto non
le aveva neanke detto chissà che cosa. E poi, come dici tu,
dette dal proprio migliore amico certe cose fanno davvero male. Grazie
per i consigli su come fare per modificare la presentazione, come vedi
ci sono riuscita, grazie a te!! Spero mi dirai cosa ne pensi
di questo cap anke se so ke muori dalla voglia di arrivare al succo
della questione... ma come ho detto, il momento è ormai
arrivato. 1 bacione tadb
1 saluto a tutte, vi ringrazio infinitamente per il vostro sostegno,
senza di voi non potrei ami mandare avanti questa storia (anke con
tutti i casini e i problemi quotidiani)! 1 bacione fortissimo a tutte!
a presto (spero) ciao VVB **
|
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Capitolo 18 *** 18 -VERITA' (prima parte) ***
alternativa cap 18
Chiedo
umilmente perdono per questo mostruoso ritardo. Scusate tantissimo, mi
dispiace, è colpa della scuola *maledettaa*. Ultimamente infatti
non sta andando molto bene e ho l'insufficienza in 2 materie, che anche
studiando tutto il pomeriggio non sono riuscita a recuperare T.T
*me tapina*. Ora però che è tutto finito (compiti,
interrogazioni..) sono tornata da voi, sperando che siate ancora
interessate un minimo a sapere come finirà la mia storia.
Vorrei solo chiarire una cosa prima di lasciarvi al capitolo.
Hermione non è innamorata di Ron. Assolutamente.
E quella che prova nei confronti di Lavanda non è gelosia.
Ma solo fastidio perché
Ron l'ha ferita molto con tutta la sceneggiata che le ha fatto,
facendola apparire come una catastrofe per lui, e poi l'ha rimpiazzata
dopo due giorni. Si sente, come dire, leggermente presa
in giro, dato che è bastato così poco per dimenticarla e
rimpiazzarla.
In più non
riesce a concepire come Ron abbia potuto mettersi con un'oca come
Lavanda. Lui che la rimproverava di essere diventata come tutte le oche
che andavano dietro a Draco. Lui che le aveva detto "per fortuna tu sei
diversa" (cap 1) e si era innamorato di lei proprio per questo. Non può concepire il
fatto che dopo essersi innamorata di lei si
sia innamorato di una come Lavanda, così diversa da lei.
Così superficiale e civettuola.
Il suo è puro orgoglio, quindi.
Spero di essermi spiegata, dato che molte di voi mi hanno fatto capire,
nelle recensioni del cap precedente, di aver frainteso i sentimenti di
Hermione. Anke xkè in una mia ff io non farei MAI innamorare
Hermione di Ron! A meno che non sia sotto l'influsso della maledizione
Imperius, e anche lì sarebbe un'impresa ardua, ve
l'assicuro xD
Semplicemente cerco di
fare un lavoro di analisi dei personaggi complessivo, non rendendoli
stereotipati, anche perché io odio i personaggi tutto d'un
pezzo. Insomma, non siamo tutti buoni o tutti cattivi. Tutti neri o
tutti bianchi. Ognuno di
noi è un miscuglio di qualità ed emozioni, a volte anche
contrastanti, che ci fa reagire in modo diverso a seconda delle
situazioni. Come diceva Manzoni "nel guazzabuglio del cuore umano"
navigano sparsi milioni di sentimenti come paure, timori, emozioni e
sussurri d'amore,
o qualcosa del genere. Il comportamento di Hermione per cui non
è frutto di gelosia, ma il riflesso di altri sentimenti:
l'orgoglio e lo sdegno.
Spero quindi di aver chiarito ogni malinteso, mi dispiace di avervi
fatto prendere un simile colpo, io stessa sono rimasta traumatizzata da
questa eventualità e mi sono spaventata alquanto credendo di
aver fatto davvero innamorare la mia Hermione di quel roscietto senza
cervello =P
Ok, credo di aver rotto le scatole abbastanza per oggi, ma volevo assolutamente chiarire questo malinteso.
Ora vi lascio alla lettura. Ci vediamo giù =)
~
Tornava in quel momento dalla
guferia. Aveva spedito ai genitori una lettera di auguri, scusandosi di
non poter passare il Natale con loro.
Aveva preferito restare a scuola per studiare, dato che gli esami si
avvicinavano. E poi quello sarebbe stato il primo Natale che avrebbe
passato insieme a Draco. Il loro primo Natale insieme.
Sorrise fra se, spensierata, mentre si accingeva ad attraversare il corridoio del terzo piano.
In quel momento scorse una coppia addossata ad una colonna di marmo
baciarsi appassionatamente. Per una frazione di secondo ebbe
l'impressione che fossero Ron e Lavanda. Poi si accorse di essersi
sbagliata.
Era incredibile. Quei due li vedeva dappertutto. Sembrava la perseguitassero.
Sbuffando affrettò il passo scendendo le scale del terzo piano, diretta alla sua Sala comune.
Non capiva come Ron avesse potuto mettersi con una come Lavanda. Insomma, ma l'aveva vista?
Era insopportabile! Un'oca di primo ordine, sempre pronta a
spettegolare su questo o su quello, e poi gli stava così
appiccicata! Non passava secondo in cui lei non gli stesse avvinghiata
al braccio peggio di una piovra, o che non gli facesse gli occhi dolci
per farsi coccolare. E il bello era che lui ci stava!
Non avrebbe mai creduto che Ron potesse arrivare a tanto. Insomma... ma proprio con lei??
E la cosa che le dava ancora più fastidio, aldilà di
tutto, era il fatto che solo pochi giorni prima le aveva detto di
amarla. Aveva fatto tutta quella scenata incredibile, per il fatto di
non essere ricambiato e perché lei era fidanzata con Draco, e
poi che faceva? La rimpiazzava dopo due giorni.
Grande amore, eh, davvero. E non era gelosa. No.
Semplicemente le dava fastidio che lui le avesse fatto tutta quella
scenata, facendola sentire in colpa, e comportandosi come se avesse
perso chissà che cosa, per poi rimpiazzarla con quella
facilità.
Che poi scusa, come poteva un giorno amare lei, e il giorno dopo una come Lavanda?
Erano esattamente l'una l'opposto dell'altra. Erano due universi
completamente differenti, come poteva... Doveva dunque pensare di
essere paragonabile a lei? Doveva dunque pensare che lei valeva quanto
Lavanda Brown?!
Questo pensiero la mandò su tutte le furie.
E poi diceva che era Draco quello superficiale!
-Parola d'ordine-
-Sorbetto al limone- rispose secca prima di passare attraverso il varco apertole dal quadro.
Il calore familiare del camino l'accolse in pieno appena mise piede
nella Sala. Le pareti di mattoni, illuminate dalle calde fiamme del
fuoco, assumevano sfumature rossastre e dorate, donando al tutto
un'atmosfera calda e accogliente. Sul divano rosso accostato sotto la
finestra stavano seduti Harry e Ginny, impegnati in una conversazione a
proposito di Quiddich.
Hermione sorrise, almeno loro riuscivano a stare insieme usando le loro
bocche per qualcosa di diverso che non fosse il divorarsi l'un l'altro.
Quando la videro, i due le sorrisero caldamente, chiedendole dove fosse
stata.
-Alla guferia- rispose lei togliendosi sciarpa e cappotto e lanciandoli sulla poltrona davanti al tavolino di legno intagliato.
-Ho spedito una lettera ai miei, resterò qui per Natale, voi?-
-Io non c'è da chiederlo, preferisco mille volte andare a casa
da zio Dursley, piuttosto che restare qui a rompermi le scatole con voi!-
rispose Harry sarcastico.
Hermione rise e si sedette sulla poltrona davanti al fuoco, tendendo le mani davanti al camino per scaldarsele.
-Tu Ginny?-
-Io credo che resterò,
questo è l'ultimo anno che voi state qui, e l'ultimo Natale
che potremo trascorrere insieme
ad Hogwarts. Pensate, l'ultimo...-
I due rimasero in silenzio, colpiti da quell'affermazione.
Era vero. Quello era il loro ultimo anno. L'ultimo che avrebbero
trascorso a Hogwarts. Ogni cosa, ogni giorno, ogni singolo avvenimento,
sarebbe stato l'ultimo che avrebbero vissuto lì. A partire dai
lunedì mattina, dalle lezioni di Piton, alle partite di
Quiddich, ai tornei, al Natale, per l'appunto. Questa consapevolezza
fece scendere un pesante masso nel cuore di Hermione, la quale si rese
conto solo in quel momento che quello sarebbe stato il loro ultimo
Natale insieme. Pensò a come sarebbe ripresa, la sua vita, una
volta ritornata a casa. Avrebbe dovuto riprendere le abitudini babbane,
vivere in un paese normale, in un mondo normale, fra gente normale. Non
che le dispiacesse, dopotutto si meritava di passare un po' di tempo
insieme ai genitori dopo sette lunghi anni lontana da casa. Ma sentiva
che quel posto le sarebbe mancato. Con le sue stranezze, le sue follie.
Con gli incantesimi che volavano nel cortile, e i professori
arrabbiati, e Harry e Ron che ridevano e lei che doveva riportarli alla
realtà. Già, le sarebbe mancato tutto questo. Così
come le sarebbero mancati i suoi amici. Harry e Ron. Hermione Harry e
Ron. Il trio dei miracoli. Che insieme a Ginny era ormai diventato un
quartetto. Ricordò con affetto i tempi passati, rivedendo quei
tre ragazzini ancora così piccoli e già così
coraggiosi. Quante ne avevano passate insieme! Ne avevano combinate di
tutti i colori, è vero. Ma alla fine erano sempre riusciti a
cavarsela. Erano uniti. Erano amici. E quello sarebbe stato il loro
ultimo Natale insieme. Voleva goderselo. Voleva che fosse perfetto.
Poi, improvvisamente, si ricordò della litigata con Ron.
E, come d'incanto, tutta l'allegria, la vivacità e il miele che
le avevano fatto ricordare con affetto i tempi andati si
volatilizzò, riportandola allo stato di cinica rabbia che
provava nei confronti del rosso, accentuata poi da quando si era messo
con quell'oca della Brown.
Proprio in quel momento, come a darle atto di ciò, fecero il
loro ingresso nella Sala comune proprio loro, i neo piccioncini.
Come d'abitudine, Lavanda stava aggrappata al braccio del ragazzo e
aveva quel tipico sguardo da mangiatrice di uomini che indossava sempre
quando otteneva quello che voleva.
I due salutarono distrattamente i presenti -Ron le rivolse appena
uno sguardo- per poi buttarsi sul divano e incominciare a pomiciare
come sempre ormai erano avvezzi.
Hermione storse la bocca. Ma possibile che quei due non sapessero fare
altro? Era un continuo, e davanti a tutti poi! Li guardò
disgustata e disse di andare in camera sua a
studiare. Quindi prese le sue cose e si affrettò su per le
scale
del dormitorio femminile con gli occhi che mandavano scintille.
Se c'era una cosa che non le sarebbe affatto mancata di tutto ciò, quella era lui. Ronald Weasley.
*
24 Dicembre, Vigilia.
Il castello era avvolto da un'atmosfera di magica allegria che
riempiva le sale e i corridoi come un vento caldo. Alle pareti erano
state appese ghirlande e agrifogli e molte coppie si accingevano a
scambiarsi lì il loro bacio, come promessa d'amore. Hermione
fantasticò, immaginandosi lei e Draco avvicinarsi per mano ad
una parete e darsi un bacio sotto il vischio. Ma aveva
l'impressione che il suo ragazzo non fosse tipo da questo genere di
cose.
Pazienza, pensò. Non aveva bisogno di simili frivolezze per dimostrarle il suo affetto.
Felice, strinse al petto il pacchettino che portava in braccio e affrettò il passo.
Se l'era fatto spedire dai genitori apposta. Chissà cosa avrebbe detto quando glie lo avrebbe dato?
Si fermò appena un attimo per guardarsi attorno. Per fortuna
tutti erano impegnati a parlare e a scambiarsi gli auguri reciproci, e
non prestavano minimamente attenzione a lei.
Harry e Ginny li aveva
salutati quella mattina, appena sveglia, quando
era scesa in Sala comune. Stavano tutti lì, riuniti, a
scambiarsi i propri regali. Lei aveva consegnato i propri pacchetti a
Ginny, a cui aveva regalato il profumo di Fiorucci, e a Harry,
per cui aveva comprato un boccino in miniatura. E
poi, sì, aveva fatto anche un regalo a Ron. Lo aveva
comprato
qualche giorno prima insieme a quelli per Harry e Ginny. Ci aveva messo
anche tanto per
sceglierlo. Era un album con le figurine animate della sua squadra
preferita di Quiddich, con tutte le interviste ai giocatori. Era certa
che gli sarebbe piaciuto. Eppure, ora, non era più sicura
di volerglielo dare. Dopo tutto quello che era successo... Così
era rimasta
con quel pacchettino in braccio, a girarselo e rigirarselo fra le mani,
senza sapere bene cosa farne. Poi aveva visto Lavanda raggiungere il
rosso e
regalargli un profumo da uomo. Storse il naso. Come si vedeva che non
lo conosceva. Alla fine aveva deciso di lasciare il pacchetto sotto
l'albero, e di sparire prima che lui lo trovasse.
Ed ora mancava solo lui.
Sorrise, felice, prima di voltarsi e scendere gli scalini che portavano ai sotterranei.
Il cuore cominciò a batterle forte in petto per l'emozione.
Chissà cosa avrebbe detto a vederla lì... Chissà se il regalo gli sarebbe piaciuto?
Scese in fretta gli scalini, impaziente.
Chi l'avrebbe mai detto che lei, Grifondoro forte ed orgogliosa, un giorno avrebbe
oltrepassato la soglia della Sala comune di Serpeverde di sua spontanea
volontà per fare una sorpresa a lui, principe delle Serpi.
Sorrise fra se. Per questo si era sbrigata a scendere prima che si
facesse troppo tardi, in modo da raggiungerlo prima che lui scendesse.
Voleva fargli una sorpresa. Chissà cosa avrebbe detto a vederla lì.
Attraversò di corsa il lungo corridoio sotterraneo, aumentando ad ogni passo i battiti del proprio cuore.
Finalmente, alla fine di quel lungo corridoio illuminato, si
fermò davanti ad un'alta porticina verde. La stessa davanti la
quale si era fermata solo qualche giorno prima, ancora insicura e
timorosa.
Con un gran respiro, fece per aprirla, quando sentì delle voci provenire dall'interno.
Colta di sorpresa, si bloccò.
Le voci erano forti e chiare ed erano molte.
Sbigottita accostò l'orecchio al legno e origliò.
Sperò di sbagliarsi.
Subito si abbassò e spiò nella stanza attraverso la serratura della porta.
A quel punto, il sangue le si gelò nelle vene.
La sala era piena di Serpeverde.
Fu un colpo, di botto si allontanò dalla porta, come scottata.
Cavolo cavolo cavolo.
Come diavolo aveva fatto a non pensarci?!
Di nuovo si abbassò a guardare -quasi non potesse credere ai
propri occhi- e li vide. Non sapeva quanti fossero, forse una decina.
No, aspetta, adesso ne vedeva degli altri. Ma che ci facevano tutti
là dentro? Perché non erano usciti come tutti gli altri
studenti?
Scocciata si riscostò, torcendosi le mani con fare nervoso.
E adesso?
Non poteva assolutamente farsi vedere. Guai se la scoprivano!
Sarebbero stati capaci di tutto.
Rabbrividì al solo pensiero di vedere la faccia di uno di quei
tanti Serpeverde contrarsi in un ghigno maligno mentre le si avvicinava
con fare minaccioso.
Accidenti, come diavolo le era venuto in mente di scendere nei sotterranei? Era forse diventata matta?
Come aveva fatto a non pensarci? Si ricordò di quella volta in
cui era stata chiamata da Draco. Ma allora non c'era nessuno
perché era stato lui a mandarli via tutti!
Doveva assolutamente andarsene, ed il più in fretta possibile.
Ma fece appena in tempo a compiere qualche passo che uno scatto
improvviso annunciò l'aprirsi della porta e un attimo dopo un
alto Serpeverde era fermo davanti all'uscio.
Hermione si bloccò.
Molto, molto lentamente si voltò, e lo vide.
Era del settimo anno, come lei. Portava il cravattino verde-argento
allentato come dettava la moda e stava ancora parlando con
qualcuno rimasto dentro.
In quel momento, prima che lei avesse anche solo il tempo di formulare
qualsiasi via d'uscita, il Serpeverde si voltò e i suoi occhi
bruni incontrarono quelli della ragazza.
E fu lì, nell'esatto istante in cui i loro sguardi si incontrarono, che fu l'inizio della fine.
Seguì qualche teso secondo di silenzio, durante il quale il
ragazzo si stava probabilmente chiedendo se stesse sognando o meno.
Quando poi realizzò che quella che aveva davanti era realmente
Hermione Granger di Grifondoro il suo sorriso si allargò in un
ghigno trionfale, dopodiché si voltò nuovamente
verso la porta e gridò:
-Ehi, ragazzi, indovinate un po' chi è venuto a trovarci?-
Hermione sentì il sangue gelarle nelle vene e fece istintivamente
qualche passo indietro, come se sparasse ancora di potersi salvare. Non
era una codarda, ma neanche una stupida. Sapeva i rischi che si
correvano a capitare tra le grinfie di una banda di Serpeverde,
soprattutto se ti trovavi nel loro territorio.
-Chi?- chiese una voce da dentro.
Il Serpeverde sorrise e si voltò di nuovo verso di lei con
un'espressione che ad Hermione non piacque per niente. Dopodiché
le si avventò addosso e, afferrandola per un braccio, la
trascinò verso la porta senza troppe cerimonie.
-Ehi!- esclamò la riccia scandalizzata -Ehi, tu, che diamine stai facendo? Lasciami, lasciami subito, come ti permetti!-
Ma il ragazzo non le prestò la minima attenzione e la
trascinò con la forza fino all'entrata della sua sala comune.
Quando Hermione si ritrovò davanti la sala piena di Serpeverdi
sentì il proprio cuore sobbalzare e desiderò tanto di non essere mai arrivata fin lì.
Dritto per dritto davanti alla porta, stravaccati su un divano di pelle
verde, erano seduti tre Serpeverde, uno dei quali lo riconobbe subito.
Era Zac Barker, il peggior ragazzaccio che Hogwarts avesse mai
incontrato. Appena la vide il suo viso si contorse in un ghigno ed
Hermione non poté impedirsi di rabbrividire.
-Granger! Ma che piacere- esclamò il ragazzo sorridendo.
-Lei qui?!- esclamò una delle ragazze sdraiate sul divano insieme ad altri Serpeverde.
-Zitta!- la rimproverò un'altra avvicinandosi e bisbigliandole qualcosa all'orecchio.
Hermione si sentì terribilmente fuori luogo, e fece istintivamente un passo indietro.
-Come mai qui, Granger? Cerchi qualcuno?- chiese Zac sistemandosi meglio sul divano.
-Io...-
Hermione sentì la gola bruciarle per quanto la sentiva secca.
Già, che ci faceva lì? Era quello che si stava chiedendo
anche lei.
-Avanti, Granger, non fare la timida, una come te! Non vorrai mica
farci pensare che hai paura di noi- riprese il ragazzo ghignando,
provocando lo sghignazzare di alcuni Serpeverde.
-Io non ho paura di te- rispose lei colpita sul vivo, sfidandolo con lo sguardo.
Lui la guardò serio, con uno sguardo che mise a dura prova il suo. Ma lei resistette.
-Benissimo Granger, almeno su questo non sei decaduta-
-Che cosa intendi dire?- chiese lei assottigliando gli occhi.
Lui non rispose, ma vi voltò a guardare i suoi compagni che scoppiarono a ridere fragorosamente.
Lei, a disagio, si guardò attorno.
Era pieno di Serpeverde da tutte le parti. Sui divani, sulle sedie, chi stravaccato per terra, chi sdraiato sopra gli altri.
In un angolo poi scorse uno degli amici di Draco. Blaise Zabini.
Il ragazzo se ne stava in piedi addossato al muro, e la guardava coi
suoi occhi blu oceano, in silenzio. Accanto a lui, Pansy Parkinson la fissava
allo stesso modo.
-Allora, Granger, non ci hai ancora detto perché sei venuta qui a disturbarci-
Hermione riportò gli occhi su Zac, che la stava ora guardando con
l'aria di chi si sta molto divertendo. Quell'aria che hanno tutti i
Serpeverde quando pregustano una malefatta, quell'aria che li
caratterizzava ogni volta che prendevano in giro qualcuno, o facevano
di tutto per farlo sentire a disagio.
Quello era esattamente il comportamento che la faceva andare in bestia. Ma come si permetteva di parlarle a quel modo?!
Disturbarli! Neanche fosse venuta lì per lui. In un attimo ritrovò tutto il coraggio e la
determinazione che la caratterizzavano, accendendola come una miccia
che non ha intenzione di farsi calpestare da nessuno.
-Non sono venuta qui per te, Barker. Non ho tempo da perdere- disse sfidandolo con lo sguardo.
-Ah no? E per chi allora avresti tempo da perdere, per venire ad infilarti nella tana dei Serpeverde? Chi di così importante?-
Ad Hermione parve di cogliere una velata allusione in quelle parole, che accompagnò assottigliando lo sguardo.
-Non credo ti interessi- rispose, la fronte aggrottata.
-Oh, io invece credo di sì-
Hermione rimase in silenzio.
-Oh, ma guarda- esclamò il ragazzo abbassando lo sguardo sul pacchettino che teneva in mano
-Un regalo! Ma che carina... e per chi sarebbe questo dolce pensierino
zuccheroso?- chiese, facendo ridere tutto il resto della sala.
-Per te no di certo- rispose lei fulminandolo con lo sguardo.
-Non ne avevo dubbi. Ma allora per chi? Se sei arrivata fin qua giù, non ti
vorremo mica cacciare senza prima aver consegnato il tuo amorevole dono
al tuo amoruccio-
A quelle parole Hermione ebbe un sussulto. Come faceva quello a sapere per chi era il suo regalo?
-Che ne sai a chi..-
-Oh, andiamo Granger, ti sembro uno stupido?-
E ad Hermione venne una gran voglia di rispondere.
-Perché saresti venuta a infilarti nei nostri sotterranei
altrimenti? Non certo per fare gli auguri alla tua amichetta del cuore-
la canzonò lui, e tutte le ragazze presenti scoppiarono in mille
risate sghignazzanti.
Hermione non sapeva se il ragazzo sapesse o no di lei e Draco, se lui
gli avesse detto qualcosa, se lo avesse intuito da se. Certo era che il
ragazzo sapeva o intuiva qualcosa, altrimenti non si spiegavano le sue
parole.
-Allora Granger, non rispondi?-
Hermione si guardò attorno nervosa. Dov'era Draco? Stava ancora
in camera? Quanto ci metteva a scendere? Spostò lo sguardo sul
moro Serpeverde, e sapeva di dovergli una risposta. Ma cosa avrebbe mai
dovuto dire? Che scusa si sarebbe potuta inventare?
-N-non sono affari tuoi- balbettò cercando di mantenere il controllo.
-Oh, io invece credo di sì. Ho tutti i diritti di sapere
perché una stupida Grifondoro come te si è spinta
giù nei miei sotterranei-
Hermione aggrottò le sopracciglia. Ma chi cavolo si credeva di essere quello? I suoi sotterranei, neanche fosse il principe dentro al suo castello.
-Io non devo darti conto proprio di niente Barker- rispose lei sfrontata, facendo un passo avanti.
Se c'era una cosa che non sopportava era venire trattata come un inferiore.
-Ma io ti ho fatto una semplice domanda, Granger. Ed è
educazione che tu risponda. Ti ho chiesto, perché sei venuta
giù nei nostri sotterranei?-
Hermione in quel momento lo odiò con tutta se stessa. Aveva
posto la domanda in un modo in cui le risultava impossibile non
rispondere. Doveva dire qualcosa.
Ancora una volta fece saettare ansiosa gli occhi verso le scale,
sperando di vedere il suo Draco scendere e venire in suo aiuto. Ma le
scale erano vuote.
-Sto aspettando- insistette il Serpeverde picchiettando il piede sul pavimento.
Hermione fece un lungo respiro.
Calma, si disse. Stai calma. Draco prima o poi dovrà scendere. E
calcolata l'ora non ci dovrebbe mettere ancora molto. Quando lui
sarà qui mi difenderà e loro non potranno farmi niente.
Nel frattempo però devo rispondere. E se dico loro la
verità? E se dico che sono venuta qui per lui? Sono sicura che
già lo sanno. Altrimenti perché fare tutte quelle
allusioni? Forse mi stanno prendendo in giro. Lo fanno apposta, giocano
sulle mie incertezze, mentono, dicono e non dicono, cercano di farmi
impazzire. Ma loro sanno. Glie lo si legge in quei dannati occhi
sadici. Loro sanno.
-Allora?- chiese nuovamente il ragazzo fissandola coi suoi occhi divertiti.
-Vuoi sapere perché sono scesa fin qua giù?- chiese allora lei prendendo coraggio.
Non doveva lasciarsi intimidire. Non aveva nessun motivo di avere paura di loro.
-Perché voglio vedere Draco-
Seguì un breve istante di silenzio, durante il quale Hermione
sentì il proprio cuore batterle forte in petto per l'agitazione
e il respiro velocizzarsi. Lo aveva detto. Lo aveva detto.
-L'avete sentita?- esclamò poi Zac girandosi a guardare i compagni.
-L'avete sentita?- ripeté -L'ha chiamato.. Draco- fece poi imitando una vocina lieve e sdolcinata.
Il resto della sala scoppiò a ridere di gusto, chi tenendosi la pancia, chi lanciandosi gomitate l'un l'altro.
Hermione li guardò tutti con la fronte aggrottata, irritata e al contempo messa a disagio da quell'atteggiamento.
-Ma guardala che dolce, ora lo chiama pure per nome!- esclamò Zac rigirandosi
-Siamo proprio cotte, eh Granger? Ti ha preparata per bene-
-Non so di cosa tu stia parlando- rispose lei irritata.
-Oh, ma lo scoprirai presto. E dimmi, avete già concluso?-
-Concluso cosa?-
A quel punto il ragazzo assunse un'espressione tra il divertito e il dispiaciuto.
-Ma come cosa, Granger, non vorrai dirmi che Draco- disse calcando l'ultima parola con tono sdolcinato -Non ti ha ancora sistemata!-
-Senti non so di cosa tu stia parlando- rispose lei nervosa.
Perché le sembrava che il ragazzo sapesse qualcosa che lei non
sapeva? Perché le sembrava che stesse giocando con lei, come fa
un gatto con la sua preda?
-Sicura di non saperlo?- chiese Zac che evidentemente si stava divertendo un mondo a vederla in quella situazione.
-Eppure dovresti saperlo, ormai-
-Non capisco dove...-
-Quello che vuole Draco dalle ragazze-
A quelle parole Hermione si bloccò.
Zac se ne accorse, e, compiaciuto continuò:
-Non ti aspetterai mica che ti lascerà stare bella vestita quando entrerai in quella stanza?!-
Hermione non rispose.
A quel punto qualcuno bisbigliò alle spalle del ragazzo, vicino
al suo orecchio. Le uniche parole che riuscirono ad arrivarle
furono: "lasciala stare... che ti salta in mente... Scommessa".
Hermione trasalì. Aveva sentito bene?
Lentamente, molto lentamente, si voltò a guardarlo, il viso
duro, costretto in una maschera d'indifferenza per nascondere le
svariate emozioni che in quel momento la stavano attraversando.
-Di cosa state parlando?-
-Io non ho detto niente- rispose lui.
-Su cosa state scommettendo?-
-Eh?-
-Barker non fare lo stupido, anche se per te deve essere difficile-
rispose lei cercando di apparire forte, mentre dentro si sentiva
fragile e tremante come una foglia d'autunno.
-Non sei nella posizione adatta per dare a me dello stupido- rispose il ragazzo.
-Ah no?-
-No-
Hermione cominciò a sentire di star perdendo la pazienza.
-Insomma Barker, finiamola. Ne ho abbastanza delle tue stupide prese in giro. Tu..-
-No, Granger, spiacente. Questa volta non è una stupida presa in giro- la interruppe lui.
-Come?-
-Sei stata davvero stupida-
-Ma di che parli?!-
-Ancora non l'hai capito?-
-Capito cosa, Barker, non sono la Cooman, non ho la sfera di cristallo
per leggerti dentro anche perché di quello che ti passa per la
testa me ne
può fregare meno di niente- rispose lei esasperata, stanca di
quel giochetto da tira e molla, da dico e non dico, da so e non so. La
stava facendo impazzire.
-Sei proprio un'ingenua-
-Cosa?-
-Mi hai deluso Granger, non pensavo fossi così sciocca-
Hermione sentì la gola farsi secca, spiazzata dalle parole del Serpeverde.
-Ma che cosa..-
-Proprio tu. La ragazza più intelligente di tutta Hogwarts.
Quella fiera e orgogliosa, quella seria, quella sicura di se-
Hermione non capiva di cosa il ragazzo stesse parlando. Perché le stava dicendo tutte quelle cose? Dove voleva arrivare?
-Proprio Hermione Granger, insomma. E dire che ci avevamo scommesso su di te. Che delusione-
Quelle parole ebbero il potere di riscuoterla.
-Barker, cielo, mi vuoi dire di cosa stai parlando?! Di quale scommessa parli, si può sapere..-
-Zac, smettila- s'intromise a quel punto Blaise fulminando il compagno con lo sguardo.
-Di fare cosa?- chiese lui, ingenuo.
-Basta, stai esagerando-
-Io non sto facendo assolutamente niente. Sto semplicemente dicendo la
verità. Non siamo forse tutti delusi dal comportamento della
signorina Granger?-
Molti risero, altri gridarono di sì dal fondo della sala. Mentre
lei si guardava attorno confusa e indispettita. Non le piaceva quella
situazione. Non le piaceva proprio per niente.
Dov'era Draco? Quanto ci metteva a scendere? Era sicura che una volta
arrivato l'avrebbero smessa di trattarla così e lui avrebbe
detto loro di lasciarla in pace.
Lanciò un'occhiata apprensiva alle scale, sperando di vederlo scendere, ma esse risultarono ancora una volta vuote.
-Draco sarà felice di portare a termine il suo compito. Sei
stata una bella preda. Alla fine neanche così difficile, a
quanto sembra-
Hermione sentì la rabbia salirle alla testa. Come diavolo si
permetteva quel viscido Serpeverde di parlarle a quel modo.
Perché le diceva quelle cose? Se aveva qualcosa da dirle allora
che lo facesse chiaro e tondo una volta per tutte. Era stufa di quei
giochetti.
-Barker, finiscila con queste sciocchezze, ne ho abbastanza. O parli
chiaro o mi lasci perdere- esclamò esasperata, cercando di
tenere a freno il suo nervosismo. Non voleva mostrarsi fragile ai suoi
occhi. Non voleva far vedere quanto quelle parole stessero facendo effetto su di lei.
-Dimmi solo una cosa, Granger, poi ti lascio andare-
Hermione restò in silenzio ed aspettò. Gli occhi fissi in quelli del ragazzo.
Nella sala calò il silenzio assoluto, non una mosca volò.
Si potevano quasi sentire i respiri trattenuti dei presenti, quasi da
quello dipendesse la vita o la morte.
Hermione mantenne lo sguardo fermo in quello del ragazzo, decisa a farsi dire in faccia quello che avrebbe dovuto dirle.
-Cosa farai- disse lui
-Quando lui ti mollerà, e scoprirai che tutto questo non è stato altro che uno stupido gioco?-
Fu come se qualcuno le avesse dato uno schiaffo. Forte, netto, che lasciava il bruciore anche dopo il colpo.
Zac ghignò, continuando a guardarla con quegli occhi che parevano leggerle dentro.
In un attimo tutto le fu chiaro. Era lei la scommessa. La scommessa di cui parlava il Serpeverde. La scommessa fra lei e Draco.
Lentamente alzò lo sguardo sul ragazzo, come a cercare conferma nei suoi occhi di quello che aveva sentito.
E lui glielo restituì, uno sguardo che sapeva che lei aveva
capito, uno sguardo che mostrava la verità come le parole non
avrebbero mai potuto fare.
Nessuno fiatò nella stanza, ma tutti si scambiarono occhiate
divertite, come chi ha partecipato ad un gioco a squadre e ha appena
visto nel tabellone dei risultati finali il proprio punteggio superiore a quello
dell'avversario.
Facile. Tutti contro uno.
Hermione sentì i muscoli delle braccia e delle gambe
irrigidirsi, per poi abbandonarsi completamente, quasi stesse per
svenire.
Zac ghignò.
-Ci si vede, Granger- disse, e afferrò il maglione dal divano sul quale stava seduto, alzandosi.
Molti lo imitarono, indirizzandosi dietro a lui verso la porta.
Molte ragazze, passandole accanto, le lanciarono occhiate divertire,
sghignazzando, bisbigliando tra di loro dei "che stupida" e "quanto è ingenua".
Hermione rimase immobile, gli occhi duri fissi davanti a se, il respiro corto, la mente sgombra.
Solo due persone erano restate oltre a lei, nella stanza.
Blaise e Pansy.
Il ragazzo era rimasto a fissarla, gli occhi blu oceano puntati su di lei.
Hermione ricambiò lo
sguardo, lanciandogli una muta richiesta di aiuto, uno speranzoso
"So che non è vero. Ho ragione?"
Perché lei non ci credeva. Non poteva crederci dopo tutto quello
che era successo. Non poteva pensare che le parole dette da
quell'infida serpe fossero vere. Semplicemente non poteva. E
finché c'era quel lume di speranza a reggerla ancora in piedi, riusciva
ancora a credere che fosse tutto a posto, che bastasse un sorriso e
un'occhiata per far svanire tutto, per ridarle la verità, la sua verità.
Ma Blaise abbassò lo sguardo, puntandolo alle scarpe, e lasciando quello implorante della ragazza solo, ed indifeso.
Fu un colpo.
Come una coltellata ricevuta all'improvviso, veloce, profonda. Un
dolore acuto all'altezza dello stomaco, un bruciore interno, che
salì poi su fino al petto, stringendolo in una morsa soffocante.
In quel momento dalle scale si udirono alcuni passi scendere i primi scalini. Poi una voce.
-Hermione! Che ci fai qui?!-
Hermione alzò gli occhi su di lui, lo sguardo vuoto e delirante come quello di un pazzo.
Draco la guardò allarmato. Spostò poi gli occhi sui due Serpeverde in un angolo, e poi di nuovo su di lei.
-Hermione che è successo?!-
-Tu..-
Hermione sentì la propria voce uscire fuori come un sussurro,
quasi avesse perso tutta la forza per essere espresso. Cercò di
controllare il proprio tono di voce, ancora troppo scioccato.
-Tu ti sei messo con me per una scommessa-
Il suo tono, incredulo, non era quello di un'affermazione, ma di una domanda.
I suoi occhi dorati ebbero la forza di rimanere incatenati a quelli
grigi di lui, forti, disperatamente forti, come chi aspetta col fiato
sospeso il giudizio del giudice. La conferma della propria condanna.
Draco ebbe un tuffo al cuore. E subito dopo un mare in tempesta gli
inondò il petto, salendo di livello, soffocandolo. Gli occhi
grigi, aperti, bloccati, e la gola secca, priva di parole.
Draco vide gli occhi di Hermione tremare, disperati, come chi vede la
propria ancora di salvezza allontanarsi ogni secondo di più.
Quella visione ebbe il potere di sferzargli un altro colpo allo stomaco, forse più forte e più profondo del primo.
Stava... piangendo?
Sentì dentro di se l'impulso di allungare una mano avanti, e aprire la bocca, per dire qualcosa, qualsiasi cosa.
Eppure rimase immobile, incapace di muoversi, incapace di comandare il proprio cervello.
Dalle sue labbra schiuse non un suono uscì. Non un sì. Non un no. Il che fu anche peggio.
E fu quello l'istante, allora, in cui anche l'ultimo filo del cuore di
Hermione si spezzò, come il filo di un modellino tirato a tenere
insieme tutti i pezzi, e che forzato troppo alla fine cede, e ne mostra
la fragilità.
Hermione sentì
una fitta al petto, all'altezza del cuore, e seppe che si era rotto;
una piccola crepa, sottile ma profonda glie lo aveva scheggiato. I suoi
occhi tremarono e gli
angoli pizzicarono furiosamente, sotto la spinta di quelle lacrime,
forti e prepotenti come un esercito, che minacciavano di uscire.
Sentì le gambe tremare, e un attimo dopo il pacchettino che reggeva in braccio cadde a terra.
Si voltò.
-Hermione!- esclamò a quel punto Draco, precipitandosi giù per qualche scalino, spaventato.
Hermione fece un passo avanti e raggiunse la porta.
-Hermione aspetta!- gridò Draco correndo giù.
Ma Hermione ebbe un singulto, e un attimo dopo stava già correndo via, il
più veloce possibile, nascondendo quelle lacrime che davanti a
lui mai avrebbe versato.
-Hermione, no!- gridò Draco correndole dietro e raggiungendo la porta della Sala comune.
Ma lei era già sparita. Fece per lanciarsi fuori ed inseguirla quando una voce lo bloccò.
-Lasciala stare, ora non vorrà parlarti-
A sentirla il cuore di Draco balzò. Poi ebbe un
fremito e un attimo dopo s'infiammò di un ardore mai provato
prima, così forte, così violento come non l'avrebbe
immaginato mai. Il suo viso si deformò in un'espressione di puro
rancore, e quando si girò, aveva gli occhi iniettati di odio e
la mascella stretta in una morsa spasmodica.
-Tu!- gridò puntando il dito contro il ragazzo, che
indietreggiò di un passo, toccando con una mano quella di Pansy.
Ok, scommetto che adesso mi avadakedavrizzerete....
Vi prego abbiate pietà, non potevo far andare tutto liscio, era inevitabile!!
Era impossibile che ad un certo punto Hermione non si sarebbe scontrata
con i compagni di Draco e che questi non le avrebbero fatto capire
tutto. Ma si spiegherà tutto meglio in uno dei prox capitoli
(devo ancora decidere quale) soprattutto il comportamento di Zac ->
mica gli ho fatto fare così il cretino senza un buon motivo! Che
interesse aveva a far andare a monte la scommessa?? E cosa
succederà adesso fra Hermione e Draco? Attente, potrei anche
decidere di far mettere Herm con Ron! ahahah nono skerzo, tranquille,
non sono così fumata!
Beh, spero che il cap vi sia piaciuto,, ora passo ai
Ringraziamenti:
anna96: ciao nuova lettrice!
piacere di fare la tua conoscenza =) sono felice ke la mia storia ti
piaccia tanto, ank'io adoro la coppia draco/herm come vedi, anke se non
scrivo solo su di loro. E ovviamente non sopporto Ron, come credo avrai
capito xD Ke mi dici di questo nuovo cap? Ti prego non uccidermi,
almeno aspetta a vedere come finisce =P Se vuoi sapere qualcosa
su Blaise e Pansy allora aspetta il prox capitolo, xkè lì
si spiegherà tt. 1 bacione e fammi sapere cosa ne pensi ciauuu*
avril96: ciao! allora, spero di
aver kiarito ke Hermione non era gelosa di Ron e Lavanda,, quando ho
letto ke tutte voi l'avevate pensato mi è preso 1 colpo! E pure
Draco sente la mancanza di Pansy ma come la sente per Blaise, non come
ragazza, perché sentiva di starli perdendo entrambi, ed aveva un
po' nostalgia dei tempi passati, anche se in effetti con Pansy non ha
mai passato del tempo che non fosse per quello.
Ma credo che Draco stia cominciando a vedere la vita con un'ottica
diversa... Di questo cap che mi dici? spero tu non voglia ammazzarmi!
xD fammi sapere 1 bacio tvb
eika:
ciao! spero di non averti
lasciata troppo delusa col fatto che alla fine Draco non le ha
confessato niente ma Herm ha dovuto scoprirlo nel peggior modo
possibile. Ma sai, io non lo vedo proprio Draco a confessarle tutto,
non è così maturo, almeno quello della mia storia, anche
se si è un po' addolcito rimane sempre Draco, e diciamo che
Malfoy non è proprio un genio nel sapere come comportarsi con
chi ama, e come evitare di farlo soffrire. Ron invece è stupido
nella mia storia come lo è nel libro! xD infatti l'ho voluto far
mettere con Lavanda proprio xkè la Row ha fatto succedere
così, un po' come "una delle tante ragioni x cui Ron si è
messo con Lavanda". Per quanto riguarda Pansy e Blaise invece, si
scoprirà nel prox capitolo. Spero continuerai a seguirmi anke
dopo questa batosta! 1 bacione ciauu tvb
lilycullen: ti prego ti prego non mi uccidere! ma, come ho spiegato sopra, dovevo
farlo! Era inevitabile! *me ha tanta paura di quello che mi farai*
spero solo che il capitolo ti sia piaciuto, anke solo x come l'ho
scritto... non mi abbandonare!! xD tadb bacioni
Love_doll:
spero di non averti fatto attendere troppo! sn felice ke ti sia
piaciuta la reazione di Harry, ho sempre pensato ke avrebbe reagito con
+ dolcezza a una notizia del genere. spero di non essermi fatta odiare
cn questo cap... fammi sapere!! baci
Lyla_sly:
hai visto, sta volta ho aggiornato abbastanza presto, no? Tranqui, Herm
non è affatto innamorata di Ron! Ti pare ke possa succedere 1
cosa del genere in una mia
storia?! xD a parte gli skerzi, alla fine il capitolo tanto aspettato
è arrivato... spero di non averti delusa. ricordi la prima volta
ke mi recensisti e dicesti ke speravi ke non avrei fatto finire la
storia banalmente tipo ke Blaise le andava a spifferare tutto? beh, io
il finale e il modo in cui lo scopriva ce l'ho sempre avuto in mente,
dal momento stesso in cui ho cominciato a scrivere questa storia. forse
lo troverai stupido o banale, il punto è ke io trovo ke fosse
inevitabile ke prima o poi lei si scontrasse con i compagni di Draco e
ke loro le facessero scoprire tutto. certo, Zac avrebbe dovuto starsene
zitto x nn mandare a monte la scommessa, ma pure x qst c'è una
spiegazione... x Draco è arrivato il momento di capire ke alcune
cose nn sono come sembrano.. a partire dal prox cap. spero mi farai
sapere cosa ne pensi, ci tengo al tuo parere!! 1 bacione tvb
Smemo92:
sn felice ke il cap precedente ti sia piaciuto!! non so se sperare che
sia lo stesso x questo... non mi ucciderai vero?? temevi bene x Draco
ed Herm, ma alla fine non era colpa di Blaise e Pansy, anke se adesso a
Draco ki glie lo spiega? xD spero mi farai sapere cosa ne pensi anke d
qst cap! 1 bacione ciauu
sorellinadolce:
ciaoooo!!! hihi grazie x avermi recensito! tranquilla ke nn le piace
Ron! ahah nn potrei mai perdonarmi una cosa del genere! ecco ke in qst
cap si è finalmente scoperto tutto. spero ti sia piaciuto, 1
bacione tvtttttttttttb
Bene,
con questo è tutto. Spero di restare viva per riuscire a
scrivere anke il prox cap, senza ke nessuno mi ammazzi! xD xD
A porposito, cerkerò di postare il prima possibile, ma nel caso non riuscissimo a "sentirci" prima..
BUONE FESTE A TUTTE QUANTE!!
KISS**
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Capitolo 19 *** 19 -VERITA' (seconda parte) ***
19
Avevo già pubblicato metà di questo capitolo in
precedenza, per sbaglio. L'ho infatti tolto subito dopo essermi accorta
dell'errore. Ed ora rieccolo qui, terminato. Buona lettura e scusate
per il ritardo.
-Hermione, no!- gridò Draco correndole dietro e raggiungendo la porta della Sala comune.
Ma lei era già sparita. Fece per lanciarsi fuori ed inseguirla quando una voce lo bloccò.
-Lasciala stare, ora non vorrà parlarti-
A sentirla il cuore di Draco balzò. Poi ebbe un
fremito e un attimo dopo s'infiammò di un ardore mai provato
prima, così forte, così violento come non l'avrebbe
immaginato mai. Il suo viso si deformò in un'espressione di puro
rancore, e quando si girò, aveva gli occhi iniettati di odio e
la mascella stretta in una morsa spasmodica.
-Tu!- gridò puntando il dito contro il ragazzo, che
indietreggiò di un passo, toccando con una mano quella di Pansy.
* * *
L'espressione minacciosa dipinta sul volto del ragazzo era un misto di
rabbia, odio, dolore e delusione. Blaise lo guardò e per la
prima volta in tutta la sua vita, ebbe timore di lui. Pansy, al suo
fianco, fissava sbigottita il biondo, come se non lo riconoscesse. Mai,
mai Draco aveva perso il
controllo a quel modo davanti a qualcuno. I lineamenti di solito rigidi
e indifferenti erano ora contratti dalla tensione, gli occhi spietati
sembravano volerli incenerire e la pelle del viso, di solito più
bianca delle neve, stava ora assumendo un colorito sempre più
scuro all'altezza delle gote e della fronte.
-Tu!- tuonò, la voce simile al ringhio di un animale -E tu!- aggiunse spostando il dito su di lei.
-Che cosa le avete fatto? Che cosa le avete detto?!-
-Oh, Draco..- fece Pansy, la voce resa malferma dall'apprensione.
-Stai zitta!- urlò lui arrossendo ancora di più
-Ti devi solo stare zitta, strega! Sarai felice ora, sarai contenta, alla fine hai ottenuto quello che volevi!-
-Draco, non è come pensi..-
-Al diavolo! Da te dovevo aspettarmelo, sei sempre stata una stupida
oca senza cervello, egocentrica, convinta di essere sempre la migliore,
pronta a fare di tutto pur di ottenere quello che volevi, senza pensare
a nessun altro al di fuori di te stessa!-
-Draco, non è colpa mia..-
-Taci ho detto!-
-No, Draco. Smettila. Il tuo piano sarebbe fallito comunque- intervenne Blaise, fronteggiandolo.
-Il mio piano.. il mio piano hai detto! Ma che ne vuoi sapere tu, del
mio piano!- urlò Draco esasperato facendo un passo avanti.
-Non potevi fingere per
sempre, prima o poi lo avrebbe scoperto- continuò Blaise
determinato -Te lo avevo detto che andare avanti con questa
storia non avrebbe portato a nulla, ma tu non mi hai voluto ascoltare.
E' colpa tua se è successo quello che è successo. Se tu
non avessi accettato la sfida tutto questo non sarebbe accaduto-
-Devi solo starti zitto, traditore. Lo hai fatto apposta! Lo hai fatto
apposta, hai aspettato fino a questo punto, tramando nell'ombra alle
mie spalle, per mandare tutto a monte nel momento migliore! Erano
queste le tue intenzioni fin dall'inizio! L'avevo capito io, dovevo
immaginarlo, eppure non volevo crederci, non potevo crederci..-
-Devi smetterla, Draco. Non puoi riversare sugli altri la colpa delle
tue azioni! Non è colpa mia se il tuo piano è fallito,
non è colpa mia se hai spezzato il cuore a quella povera
ragazza, ma a te che te ne importa, a te bastava vincere, l'unica cosa
che ti interessa è te stesso. Non è Pansy quella
egoista, sei tu!-
-Sei un ipocrita, Blaise. Ti nascondi dietro quella tua maschera di
amico leale e sincero, ti metti in combutta con quell'altra traditrice
per impedirmi di stare con lei,
tu non lo hai mai sopportato, è questa la verità. Non
sopportavi l'idea di vedere Hermione insieme a me, e questo vale anche
per te!- urlò fulminando la ragazza che tremava spaventata in un
angolo.
-Tu ti rodevi dalla gelosia, è dal momento che ho accettato
quella stupida sfida che hai cercato in tutti i modi di allontanarmi da
lei, e quando hai capito di non poterci riuscire hai preferito prendere
la strada più facile e meschina che potessi trovare!-
-Tu non sai quello che dici, Draco- lo interruppe Blaise facendo un passo avanti.
-Io so molto più di quello che tu vorresti, Blaise, e non
parlarmi come se fossi io quello nel torto. Mi hai deluso, sei la
persona più vile che io abbia mai conosciuto, ho sempre
pensato di potermi fidare di te, ti credevo un amico, una persona
leale, e invece ti sei rivelato un traditore-
-Io non mi sono rivelato proprio un bel niente- fece allora il moro infiammandosi -Tu sei stato a non ascoltare i miei consigli, tu a non voler sentire ragioni quando ti dicevo che stavi sbagliando, tu
ad andartene quando io volevo parlarti, hai sbagliato tu, tutto, fin
dall'inizio! Se solo avessi ascoltato quello che avevo da dirti, quella
volta, quelle volte, invece di infischiartene, forse a questo punto
sapresti di chi è la vera colpa e la pianteresti di accusarci di azioni che non abbiamo compiuto..-
-Tu..-
-.. Ma soprattutto la pianteresti di dire sciocchezze, come il fatto
che io abbia voluto il suo allontanamento da te- continuò
sovrastandolo, spinto dalla rabbia e dalla foga delle sue stesse parole
-Perché se c'è una persona che amo e alla quale non
permetterò a nessuno di fare del male, quella non è Hermione, ma lei, Pansy!-
Seguì un lungo istante di silenzio. La lingua di Draco, pronta
già a sputar fuori qualch'altra sentenza, si frenò dentro
alla sua bocca, sbigottita. Pansy sbarrò gli occhi, e nell'aria
aleggiarono solo i rumori dei respiri affannati dei due litiganti, ora muti a guardarsi negli occhi.
-C..cosa hai detto?- chiese Draco sentendo improvvisamente la propria gola seccarsi.
-Hai sentito benissimo- rispose il moro risoluto.
-Tu e.. Pansy?- ripeté incredulo.
-Esatto. Avresti dovuto capirlo, invece di tirare fuori ipotesi assurde
su possibili complotti contro il tuo stupido piano. Non gira tutto
intorno a te, Draco-
-Ma quando..-
-Tu hai sempre pensato solo a te stesso, questa è la
verità. Quando ti hanno lanciato quella sfida hai accettato
senza esitare. Volevi vincere, eri convinto di poterlo fare, volevi
dimostrare a tutti la tua forza. E quando ho cercato di farti capire
che stavi sbagliando non hai voluto sentire ragioni. Hai continuato per
la tua strada, infischiandotene di tutto e di tutti. Guarda Pansy. Lei
ti è sempre stata accanto, ogni volta che avevi bisogno di lei,
lei c'era, a soddisfarti, a darti tutto quello che volevi. E che cosa
le hai dato tu, in cambio? Eh, cosa le hai dato? Un bel niente. Un
misero, schifoso niente-
-Blaise..- sussurrò la ragazza poggiandogli una mano sul braccio, gli occhi imploranti. Ma lui non le diede ascolto.
-L'hai lasciata sola, abbandonata, per divertirti con qualcun'altra. E
quando poi ti scocciavi di loro tornavi da lei e lei c'era, sempre. Poi
hai accettato quella sfida. Che posto aveva Pansy, ora, nella tua vita?
Meno di zero. 'Sta volta non la salutavi neanche più quando la
vedevi, tutto preso dalle tue preoccupazioni. Che cosa credi che siano le ragazze, Draco? Degli oggetti? Delle bambole da usare quando ne hai voglia?-
-Anche tu lo facevi, Blaise, è inutile che neghi-
-E' vero- rispose il moro e sul suo volto passò un'ombra di
tristezza -E' vero. Anch'io l'ho fatto. Ma poi, per fortuna, sono
cresciuto, e ho capito che era sbagliato-
In quel momento a Draco tornarono in mente le parole pronunciate dal
ragazzo quel giorno, nella sala dei banchetti, la sera che era tornato
dal lago e si era incontrato per la seconda volta con Hermione. Le persone cambiano Draco.. crescono. Allora era a questo che si riferiva?
-Pansy
ti è sempre stata accanto, ti amava, Draco, lo capisci? Ti amava
sempre, incondizionatamente, anche se tu non te ne accorgevi. Sai
quanto ha sofferto per te, sai quanto hanno sofferto tutte quante per
te? Ed ora hai fatto la stessa cosa anche con lei. Anche con lei, lei
che ti odiava e che era l'unica rimasta incolume alle tue tentazioni,
lei che col suo odio si era salvata da sola, ma che tu hai fatto
capitombolare, lei che hai ingannata, illusa, tradita- fece una pausa,
riprendendo fiato mentre lo guardava negli occhi con amarezza e
un'insolita ripugnanza.
-Bravo-
disse infine -Bravo, complimenti. Sarai orgoglioso di te stesso, anche
se purtroppo per te questa volta non è andata come speravi. Non
te la sei portata a letto. Hermione Granger non è tua, Draco.
Non è tua e non lo sarà mai, ficcatelo bene in testa. Non
l'hai vinta la scommessa. Hai perso-
Quelle parole ebbero il potere di riscuoterlo e il biondo Serpeverde fece un passo avanti, stringendo i pugni.
-Sei
stato tu. Tu glie lo hai detto. Tu le hai raccontato tutto- disse, le
labbra tenute strette per la rabbia. Non gli importava che lui non
sapesse, lo aveva tradito! Non avrebbe mai dovuto impicciarsi di
faccende che non lo riguardavano. Se lui fosse rimasto al suo posto tutto questo non sarebbe successo.
-Tu le hai detto della scommessa perché volevi che se ne andasse, non l'hai fatto per me, tu..-
-Con
il tempo si impara a non essere tanto egoisti, Draco. Quella ragazza
non meritava tutto questo. Non lei- rispose il ragazzo guardandolo
serio e irremovibile.
-Mentre
tu te la spassavi con le tue ragazze, mentre tu pensavi a vincere la
tua stupida scommessa io restavo chiuso in camera con lei- disse
spingendo Pansy più avanti per un braccio -a sentirla parlare, a
vederla piangere, a tranquillizzarla, a dirle di lasciar perdere, che
non valeva la pena soffrire così tanto per uno come te. Ho
imparato molte cose ascoltandola. Cosa che tu non hai mai fatto. E che
se solo ti fossi fermato un attimo avresti potuto capire. Se solo ti
fossi fermato a riflettere avresti capito che ogni essere umano ha un
cuore, dei sentimenti. Anche tu. Ma c'è chi li ascolta, e chi
vuole per forza convincersi che non esistano-
Draco
rimase in silenzio ad ascoltarlo, la rabbia che mano a mano sbolliva
dentro di lui, come una moltitudine di piccole bollicine che piano
piano si ritirano, per lasciar posto al rimorso e alla desolazione. A
un qualcosa che non avrebbe creduto mai di poter provare e che aveva
però cominciato a conoscere qualche giorno prima, in seguito
alla furiosa litigata di Hermione con Ron, e che ora sentiva
chiaramente rodere e bruciare dentro di se: il senso di colpa.
-Non siamo stati noi a dire a Hermione della scommessa- disse a quel punto Blaise guardandolo risoluto.
Draco rialzò di scatto lo sguardo su di lui, sorpreso.
Blaise scosse la testa.
-Chi è stato?- chiese lui, la voce forzatamente controllata.
-Qualcuno
che molto probabilmente non ha mai creduto in te, né nella
scommessa che egli stesso ha lanciato. Qualcuno che non ha mai voluto
che tu la vincessi, qualcuno che ti spinto apposta in questa faccenda
per poi vederti perdere- rispose il moro Serpeverde guardandolo coi
suoi profondi occhi blu oceano -Zac Barker-
A sentire quel nome il viso di Draco si contorse in una smorfia di
incredulità, subito dopo rimpiazzata dalla rabbia e dalla
frustrazione provocata dalla consapevolezza di essere stato preso in
giro. Lo sapeva, doveva averlo capito già da molto tempo. Quell'infame non aveva mai creduto in quella stupida scommessa.
Ci
sarebbero state tante altre domande da fare, tante altre cose da dire.
Ma quello non era più il momento. La forza che lo aveva
impossessato fino ad allora e che aveva guidato la sua lingua di serpe
si era dissolta, lasciandolo stanco e incredibilmente debole. Con gli
occhi fissi sul pavimento davanti a se si lasciò cadere sul
divano, le mani fra i capelli.
Aveva
rovinato tutto, tutto. Questo era ciò che si meritava. Per non
aver dato ascolto al suo migliore amico. Per non aver dato ascolto a
Pansy. Ma soprattutto, per non aver dato ascolto a se stesso. E tutto
per una stupida scommessa. Come era stato sciocco, stupido ed egoista.
Per prendersi qualcosa che credeva di nulla importanza, aveva perso
ciò che di più importante aveva ora al mondo.
Ed ora, non gli restava più nulla.
Hermione
correva lungo il corridoio a perdifiato, per impedire alle lacrime di
uscire a rigarle il viso. Un piede avanti all'altro, sempre più
veloce, per sentire l'aria sferzante graffiarle la pelle, e portarle
via quegli unici residui di dolore che imperlavano gli angoli dei suoi
occhi. Quella stessa aria che le entrava in petto, invadendole i
polmoni, mozzandole il respiro. Stava soffocando.
Correndo
su per le scale per poco con cadde inciampando su un gradino e lei
dovette reggersi al corrimano per mantenersi in equilibrio. Equilibrio.
Che parola impossibile. Nulla è mai in equilibrio. Anche quando
sta fermo. Anche quando ti sembra non debba muoversi più.
C'è sempre qualcosa pronto a spingerlo, a dargli una
leggera scossa. E allora cadrà e si romperà in mille
pezzi, come un cristallo su un filo d'aria. L'equilibrio non esiste. E'
solo l'illusione di poter vivere felice per sempre. Per poi scoprire
che il sempre non esiste, e che il tempo passa più veloce dei
nostri pensieri, delle nostre emozioni, rubandocele prima ancora che
abbiamo avuto il tempo di assaporarle fino in fondo. L'equilibrio
è lo stretto vicolo cieco che si allunga, e si stringe,
cogliendoci all'improvviso con un passo falso per farci capitombolare
giù dal burrone, prima di averne anche solo potuto intravedere
la fine. E lei aveva dovuto capirlo a sue spese.
Sotto
gli sguardi stupiti dei quadri frecciò verso quello della Dama
Grassa, pronunciando in fretta la parola d'ordine per impedirsi di
fermarsi troppo a lungo nello stesso posto e permettere alle lacrime di
uscire fuori libere dalle catene d'aria. Quando entrò non si
curò nemmeno di guardarsi attorno -a occhio la stanza le
sembrò vuota- e corse senza fermarsi su per le scale dei
dormitori, una mano premuta sul cuore come a trattenerne i battiti
convulsi, per paura che scoppiasse.
Come
era stata sciocca. Com'era stata stupida e ingenua a pensare che lui
potesse dire sul serio. D'altronde, un modo doveva pur trovarlo ogni
volta, per farci cascare tutte. E lei ci era cascata. Eccome se ci era
cascata. A picco. Con una pietra legata alla scarpa, che non le avrebbe
permesso più di tornare in superficie. Una pietra che sarebbe
rimasta legata a lei per sempre, indistruttibile, pesante più
che mai. Era finita. Ma che diceva, non era neanche mai iniziata. Il
suo era stato soltanto tutto un breve, bellissimo sogno, che ora si era
spezzato, squarciato da un fulmine nella notte, mandato in frantumi,
come una fragile bolla di sapone. L'essere umano è fragile. Lei
era un essere umano. Non Hermione Granger. Non Hermione
Granger-io-non-ci-casco. No. Semplicemente, sbagliatamente,
giustissimamente un essere umano. Determinato, sì. Coraggioso.
Testardo, forte. Ma pur sempre un essere umano. Ed ora se ne rendeva
conto, ora più che mai. Non si poteva sfuggire al dolore. Non si
poteva sfuggire all'amore. Tutto prima o poi inizia. E tutto,
più prima che poi, inaspettatamente, inesorabilmente, finisce.
Poco
più giù, nella sala comune deserta, un ragazzo guardava
stupito le lunghe scale dei dormitori femminili di Grifondoro.
Abbandonato sul divano di stoffa rossa, un unico pacchetto da regalo
scartato, un album di figurine e un bigliettino.
Per Ron,
con affetto.
Hermione
Blaise e Pansy si lanciarono una breve occhiata interrogativa.
Il biondo Serpeverde, seduto sul divano con la testa china e le mani
tra i capelli, sospirò. Aveva rovinato tutto. Tutto. Perso. Non
gli rimaneva più niente. Perchè? Perché??
-Dra?- chiese la voce di Blaise, esitante.
Era stato uno stupido. Stupido stupido stupido. Perché non glie
lo aveva detto? Credeva davvero di poterglielo tenere nascosto per
sempre?
-Dra?- insistette la voce.
Tutto era andato perduto. Irrimediabilmente, ne era sicuro. E cosa gli
rimaneva ora? Cosa? L'amarezza di una sfida perduta? Il rancore per il
tradimento? No.. no, sarebbe stato troppo poco. Troppo futile, troppo
perdonabile.
-Draco, cosa stai farfugliando?- chiese Blaise avvicinandosi al corpo dell'amico chino su se stesso.
Draco alzò lentamente la testa, rivolgendogli una breve occhiata priva di espressione.
Blaise rimase colpito dallo sguardo dell'amico. Cosa gli succedeva? Non
lo aveva mai visto in questo stato. Che la perdita di una stupida
scommessa potesse significare così tanto per lui?
-Avanti, Dra, non ti abbatterai così tanto per quella stupida..-
-No.. no- farfugliò il biondo, riabbassando lo sguardo.
-Cosa no?-
Draco rimase per qualche istante in silenzio. Poi si drizzò e
facendo leva sulle braccia si alzò dal divano, allontanandosi da
esso di qualche metro. Prese a camminare in tondo, gli occhi fissi sul
pavimento sotto di se, l'espressione devastata.
Pansy lanciò un'occhiata preoccupata a Blaise, il quale ricambiò, perplesso.
Fece ben due giri della stanza, seguendone diligentemente il perimetro,
trastullandosi il cervello e passandosi a tratti una mano fra i
capelli. Blaise pensò di non averlo mai visto in quello stato.
Fece per chiedergli per quale motivo se la fosse presa così
tanto quando il biondo si fermò, la mano sulla testa, sopra
l'orecchio, e gli rivolse un'occhiata rassegnata.
-Sono finito- disse, e la sua voce non era mai stata più seria di così.
-Finito?! Non dire sciocchezze- fece Blaise, irritato.
Quante storie per una stupida scommessa. Sapeva che l'onore per i
Malfoy era tutto. E che probabilmente la perdita di una sfida era
una delle peggiori disgrazie che potessero abbattersi su di loro, ma
non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere proprio dal suo
migliore amico. Aveva previsto grida, rabbia, maledizioni e vendette
premeditate, ma di certo, ciò che non aveva previsto, era
questo. L'abbattimento più totale.
-Avanti Dra, non essere melodrammatico. Cosa vuoi che sia perdere per
una volta. Non si può mica sempre vincere- disse, cercando di
indurlo alla ragione.
Ma Draco agitò una mano infastidito come a scacciare una mosca molesta.
-Ma quale scommessa.. ah, lascia perdere-
-No, parla- incalzò il ragazzo -Abbiamo già taciuto abbastanza. Se devi dire qualcosa dilla-
Draco riportò gli occhi su di lui, indeciso.
Aveva ragione. Per
troppo tempo erano rimasti in silenzio. E se ne erano viste le conseguenze. Se solo avessero parlato...
magari a quest'ora lui non si sarebbe trovato lì, con il cuore
raggelato dal rimorso e una montagna di accuse sopra la testa. A cosa
serviva continuare a mentire? Tanto, per quello che valeva..
Sospirò.
-Sono finito, Bla, dico sul serio- ripeté, abbassando il braccio lungo il fianco.
-Si può sapere di cosa stai parlando? Non posso credere che tu ti stia abbattendo così tanto..-
-Non è per la scommessa, Blaise- lo interruppe lui con stanchezza.
-E allora per cosa?- insistette lui.
Draco tacque. Abbassò lo sguardo, sospirò. Poi lo riportò sull'amico e a quel punto si arrese.
-Io.. io credo di essermi innamorato, Blaise-
Fu come se l'intera sala comune di Serpeverde si fosse raggelata
all'istante. Il silenzio di un cimitero avrebbe senz'altro fatto più
rumore. Gli occhi di Blaise, e quelli di Pansy, si ingrandirono di
qualche millimetro, dilatando la pupilla come sotto l'effetto di uno
choc. Per qualche istante in quella stanza deserta se non per appena
tre persone, nulla parlò e nulla si mosse. Draco sostenne gli
sguardi dei due ragazzi, mantenendo il suo nei loro occhi. Era fermo,
sicuro. Era sincero.
-Cosa hai detto?- chiese il moro Serpeverde dopo una manciata di
secondi passata ad elaborare le parole dell'amico, credendo di
sbagliarsi.
-Hai sentito bene- rispose lui, gettandosi stancamente sul divano.
Nessuno dei due compagni disse niente. Si limitarono a fissarlo dall'alto con gli occhi sgranati.
-Avrei dovuto capirlo subito, Blaise, che quello che stavo facendo era
sbagliato- disse, gli occhi puntati sulle proprie dita intrecciate
-Pensavo.. pensavo che non avesse importanza. Pensavo che il passato
non contasse più, e che contasse solo il presente-
Silenzio. Sospirò.
-E' iniziato tutto per quella stupida scommessa. Allora non pensavo a
quello che facevo, non capivo la gravità delle mie azioni.
Pensavo che in fondo non facevo nulla di male. Cioè.. non
pensavo avesse.. così tanta.. importanza. Poi però,
Blaise non ci crederai ma la Granger è diversa da come la
conosciamo noi. Non è la noiosa so-tutto-io rompiscatole che
sembra durante le lezioni. E'.. è.. non lo so nemmeno io
com'è. Ma.. mi piace. Ho capito che mi piace, Blaise, veramente-
-Allora.. la scommessa..- disse il moro Serpeverde sussurrando.
Draco scosse la testa.
-La scommessa non conta più. O almeno, non contava.. fino a adesso-
Silenzio. Draco ispirò profondamente e sentì l'aria
scendere a fatica dentro di se, come l'acqua che scorre sulle rocce
aguzze, e gorgoglia.
-Avevo cominciato a stare bene..- disse, la voce incrinata -avevo cominciato ad essere felice. Ed ora.. l'ho persa-
Blaise lo guardò dall'alto. Il suo sguardo, dapprima duro e
ostile, si era sciolto, tornando il tranquillo oceano blu che era sempre
stato. Avvicinandosi al corpo del ragazzo seduto sul divano, gli
posò una mano sulla spalla. Draco alzò lo sguardo, e
incontrò quello dell'amico. Fu un breve istante, ma nessuno dei
due si sentì in dovere di aggiungere altro.
Toc Toc.
Qualcuno bussò alla porta.
Hermione sussultò. Lentamente, alzò il viso dal cuscino
bagnato e rimase accecata dalla luce che entrava dalla finestra. Doveva
essere ora di pranzo ormai, il sole era alto nel cielo.
Toc.
Si asciugò le lacrime, ben consapevole del fatto che
comunque non avrebbe potuto mascherare gli occhi rossi e gonfi di
pianto.
-Chi è?- la sua voce uscì tremula e smorzata, poco udibile persino a se stessa.
-Chi è?- chiese di nuovo, dopo essersi schiarita la gola.
La porta si aprì e sulla soglia apparve un alto ragazzo dal
maglione a maglia fatto in casa e una zazzera di capelli in disordine in
testa.
Hermione trattenne il fiato.
-Ron..- mormorò, in un soffio.
Il ragazzo le restituì l'occhiata dall'uscio, gli occhi azzurri
incerti, le mani che si torcevano nervosamente l'un l'altra.
-Scusami, non volevo disturbarti... Io.. volevo solo vedere come stavi-
Hermione non rispose, e continuò a fissarlo in silenzio seduta sul letto.
-Sai, ti ho vista prima.. ti stavo aspettando. Mi sembravi parecchio
sconvolta- si giustificò, cercando di apparire a suo agio.
Ancora silenzio.
Ron abbassò lo sguardo a terra e poco dopo lo rialzò, tormentato.
-Ho trovato questo giù- disse, rigirandosi fra le mani il
bigliettino di auguri che Hermione gli aveva lasciato assieme al regalo
-..Grazie-
-Oh, sicuramente sarà stato molto meglio quello di Lavanda- fece lei voltando la testa.
-Un profumo- rispose lui con velato sarcasmo -Forse pensava di essersi messa con un barboncino da sfilata di moda-
Hermione non poté non lasciarsi sfuggire un sorrisino, nascosto al giovane dai lunghi ricci castani.
Seguirono pochi lunghi istanti di silenzio. Hermione mantenne le spalle
voltate rispetto al ragazzo, segno che non aveva alcuna intenzione di
fingere che non fosse mai successo nulla. Che cosa era venuto a fare?
Si era forse dimenticato che loro due avevano litigato?
-Che cosa ti è successo?- lo sentì chiedere dopo un po'.
-Tante cose. Sono nata, sono cresciuta, sono venuta in questa scuola..-
-Non fare la spiritosa, sai di cosa sto parlando-
Non rispose.
-Stavi piangendo- insistette lui -Perché?-
-Ma che cosa vuoi che te ne importi?!- sbottò lei, irritata, riportando finalmente lo sguardo su di lui.
Ron rimase colpito dal tono acido della ragazza. Ma non si arrese.
-Se non me ne importasse un accidenti secco pensi che sarei venuto fin quassù a chiedertelo?- chiese.
Hermione sentì la rabbia salirle allo stomaco.
-Oh, ma perché non te ne vai da Lavanda, invece?! Non hai niente
di meglio da fare?- esclamò, una nota d'isteria nella voce
forzatamente distaccata.
Ron non rispose. Hermione lo squadrò con occhi di fuoco e
aspettò che lui dicesse qualcosa o se ne andasse. Sperò
per la seconda.
Ma il ragazzo non si mosse, continuando a fissarla dall'altro lato
della stanza, come se non l'avesse affatto sentita. Hermione
sbuffò, voltando la testa dall'altra parte e puntando gli occhi
dritti sulla parete di fronte a se. Aspettò così, decisa
a non rivolgergli la parola. Che rimanesse pure lì impalato come
un allocco, lei non aveva nulla da dirgli.
L'orologio appeso sopra le
loro teste ticchettò fastidiosamente,
riecheggiando rumorosamente nel silenzio della stanza. Hermione
sentì il proprio petto bruciare pericolosamente e seppe che
non avrebbe resistito ancora a lungo con lui là dentro.
-Vattene- sibilò all'improvviso, gli occhi castani intrisi di freddo distacco.
Ron rialzò lo sguardo su di lei, sorpreso.
-Come?-
-Hai sentito bene- rispose, e si rigettò di peso sul letto, affondando la testa sul cuscino.
Stava per scoppiare. Lo sapeva. Lui non doveva essere lì. Doveva restare sola. Sola con il suo dolore.
Seguì un lungo istante di silenzio, nel quale nella stanza non
si sentì più niente. Hermione tese l'orecchio. Nulla.
Forse 'sta volta se ne era andato davvero. Stava per rialzare la testa
dal cuscino e sbirciare quando una voce poco distante da lei la fece
sussultare.
-Si può sapere che cosa ti è successo?-
Hermione sentì il proprio cuore contrarsi dolorosamente, ma lottò per non lasciarsi sopraffare dal dolore.
-Non fingere che te ne importi qualcosa- rispose invece, con voce ostinatamente distaccata.
Lo sentì sospirare.
-Hermione..-
-No- urlò -No, non voglio sentire! Ne ho abbastanza.
Ne ho abbastanza delle parole. Parole, parole, solo inutili parole. Basta!-
-Che intendi dire?- chiese lui, aggrottando la fronte.
Hermione lottò contro se stessa per non mettersi a urlare e
strinse ancora più forte i lembi del cuscino fra le dita.
-Ti ho chiesto di andartene- ripeté, impaziente.
Dentro di se sentiva la voragine di dolore allargarsi sempre di
più, bruciandole dentro come carboni ardenti. Non avrebbe
resistito a lungo.
-Ho sentito-
-E allora fallo-
-No-
Hermione spalancò gli occhi. Aveva sentito bene? A quel punto
rialzò la testa dal cuscino e si rimise a sedere. Ron si era
avvicinato, era ora a pochi passi da lei, vicino al letto di Ginny.
-Come osi?- esclamò, indignata -Chi ti credi di essere? Chi ti da
il diritto di piombare così in camera mia, dopo tutto quello che
mi hai detto, e di pretendere da me delle spiegazioni? Chi ti da il diritto di..-
-Hermione non urlare-
-Stai zitto!- gridò.
Ora si era alzata e lo fronteggiava, furiosa, i pugni tremanti stretti lungo i fianchi.
-Che.. che cosa devo sentirmi dire?!- fece, una nota di isteria a
incrinarne la voce -Che cosa hai detto, scusa, non urlare? Hai detto non urlare?! Ma
ti senti, Ronald, quando parli? Ti rendi almeno conto di quello che
dici? Non urlare! Come se non avessi fatto peggio tu, sputandomi contro
tutte le tue stupide accuse, dandomi della sgualdrina, della stupida,
ma chi ti credi di essere? Come.. come puoi venire qui da me e pensare
che io possa parlare con te, senza.. senza..- si rese conto di aver
cominciato a balbettare, tanta era la rabbia, e strinse più
forte i pugni sui fianchi, piantandosi le unghie nei palmi così
forte da farli sanguinare.
Ron indietreggiò, la fronte aggrottata e le labbra strette.
-Sei un idiota Ronald- disse Hermione, cercando disperatamente di non mettersi a singhiozzare -Sei un emerito idiota-
Lui fece per rispondere, ma lei si tappò le orecchie, come una
bambina, e si ributtò sul letto, la testa nascosta un'altra
volta nel cuscino, quasi come se non vederlo e non sentirlo equivalesse
a non averlo in quella stessa stanza.
Ciò non impedì però ai ricordi di ritornare e di sopraffarla come
un'ondata di acqua fredda. Nella sua testa riecheggiarono vivide le
parole del ragazzo, crude, odiose -sei una stupida! Lui vuole soltanto usarti, non glie ne frega un corno di te. Credevo di conoscerti...
Serrò gli occhi con forza, mordendosi il labbro inferiore per impedirsi di urlare. Vuole usarti, come puoi non capirlo? Credevo fossi diversa.. sei come tutte le altre. Aggrottò
la fronte, nel vano tentativo di non tremare, ma era inutile. Il suo
corpo reagì istantaneo, senza che lei potesse fare nulla per
controllarlo. Era troppo. Troppo. In quel momento sentì una mano
calda posarsi sulla sua spalla, e seppe che Ron si era seduto accanto a
lei.
-Mi dispiace- sussurrò.
Lei non rispose.
-E' colpa mia. Io...- non continuò.
Evidentemente neanche lui trovava più le parole per descriversi.
-Smettila- sibilò.
-Come?-
-Smettila, ho detto. Taci. Tieniti le tue stupide scuse. A cosa mi
servono? Che cosa vuoi che me ne faccia? Sono inutili. Inutili..-
disse, mentre cercava disperatamente di non scoppiare a piangere.
-Lo so- rispose lui, e sospirò
-Ma è il minimo che possa fare, scusarmi-
Hermione non rispose. Era troppo impegnata a lottare contro il proprio
dolore. Lui non doveva stare lì. Non doveva esserci, lei doveva
restare da sola. Non poteva trattenere le lacrime ancora a lungo, non
poteva reprimere il dolore ora che era ancora così vivo e
acceso. Perché? Perché? Quello non era il momento.
Perché? Era tutto contro di lei. Non faceva in tempo a
cicatrizzare una ferita che subito ne emergeva un'altra, più
forte e potente della prima. Ed ora doveva trovarsi a lottare con
entrambe, da sola, con solo le sue forze. Ma lei non era forte. Non ce
l'avrebbe mai fatta.
-Vorrei solo sapere cosa ti è successo- insistette lui,
inconsapevole dello stato d'animo della ragazza, non capendo quanto
bisogno lei avesse di non sentire più la sua voce, ne la
sua presenza vicino a se. Perché non riusciva a dirglielo? Non
poteva neanche più parlare. Era solo un mucchio di vestiti senza
vita. Immobile, muta. Persino respirare le risultava difficile.
Perché non capiva?
-Quando ti ho vista.. da dove venivi? Dove eri andata? Sei sparita,
così, all'improvviso. Quando ho trovato il tuo regalo ho detto a
Harry e a Ginny che ti avrei aspettata. Non tornavi più.. che
cosa hai fatto?-
Hermione tremò.
-Ehi, ma tu...-
Una mano calda la spinse a voltarsi, così improvvisa ed inaspettata che lei non ebbe la forza di opporsi.
-Ma tu stai piangendo- esclamò.
I suoi chiarissimi occhi azzurri si spalancarono, increduli e preoccupati.
Hermione si liberò dalla presa all'istante, asciugandosi quelle
poche lacrime che le avevano imperlato la superficie degli occhi.
-Non è vero- disse.
-Sì, stavi piangendo- insistette lui, allontanandosi di poco da lei che si era ora alzata a sedere.
Hermione sentì il proprio petto bruciarle per la furia.
-E anche se fosse?! Che cosa c'è, non è la prima volta che me lo vedi fare, no?-
Touchè. Colpito e affondato.
A quel punto il rosso non seppe più cosa rispondere e tacque.
-Vuoi sapere come sto- disse Hermione, la voce inasprita dalla collera -Come vuoi che stia? Trovo finalmente la felicità,
trovo un ragazzo che mi piace e subito dopo mi vedo costretta a perdere
il mio migliore amico, che mi reputa una puttana, che non mi vuole
neanche più parlare e se la fa con un'oca dalla lingua
biforcuta, stupida e viziata. E come se non bastasse..- si
fermò, mordendosi forte la lingua.
-Basta- esclamò poi -Io non devo darti spiegazioni. Non so
nemmeno perché stia ancora qui a parlare con te, quando l'unica
cosa che voglio è vederti sparire dalla mia vista-
-Avanti, non fare l'esagerata-
-Esagerata? Esagerata? Cacchio,
Ron! Com'è possibile che tu non capisca?! Come fai a..-
aggrottò la fronte, scuotendo la testa come se stesse parlando con un demente.
-Ma ti ho chiesto scusa!- esclamò il rosso, irritato e
al contempo confuso. Perché non andava bene? Che cosa altro
doveva fare?
-Le scuse non bastano, Ron. Tu.. tu hai tradito la mia fiducia, mi hai
umiliata, se.. se tu fossi stato veramente mio amico non avresti..-
-Lo so lo so, ma io non sono Harry, Hermione, lo sai! Io non sono
buono, paziente come lui. Quando tu mi hai detto che stavi con Malfoy
io.. non ci ho visto più, io.. già il fatto che tu mi
dicessi di avere un altro.. ma Malfoy! Insomma, come..-
-Non centra niente, Ron! Io non devo dare conto a te di tutto quello
che faccio, di chi frequento, di chi mi innamoro, non sono di tua
proprietà, Ron! Ho una mia vita, non puoi sempre arrabbiarti se
tutto non va come vuoi, non puoi fare così. Gli amici ci sono
anche quando sbagli, anche quando compi un passo falso, e ti stanno
vicini, ti aiutano, tu invece hai fatto tutto il contrario!-
Ron aprì bocca per parlare, ma Hermione non glie lo permise.
-Mi hai addossato accuse senza neanche sapere di cosa stavi parlando,
hai preferito continuare a credere a quello che avevi sempre pensato,
senza neanche chiedermi spiegazioni, senza neanche.. ascoltarmi, tu..-
Si fermò, per riprendere fiato, e lottò contro le lacrime
che spingevano da dietro i suoi occhi per uscire. Perché?
Perché andare avanti? Che senso aveva continuare a rimproverarlo, se quello che
aveva detto non era nient'altro che la verità? Era stata una
stupida, ecco. Nient'altro che una stupida, sciocca, povera
ingenua. Nulla aveva ora più senso.
-Lasciami in pace, Ron- disse, la voce stanca, senza la forza per continuare ne a parlare ne tanto meno ad urlare.
-Vai da Lavanda-
-Aspetta..-
Il rosso le si avvicinò, cercando di toccarla, ma lei si
scansò, alzando un braccio davanti a se come a proteggersi.
-Ho detto di andartene, Ron. Vattene! Vai da Lavanda, vai via..-
-No Hermione, io non me ne vado, non prima di avere parlato con te. Perché..-
-Vattene- continuava a ripetere lei, e intanto si sforzava di non cedere.
-Voglio restare sola, te ne devi andare-
-Hermione- disse Ron, prendendole il braccio e abbassandolo, guardandola con i suoi chiari occhi azzurri seri e decisi.
Hermione respirò e cercò di restare calma.
-Ron..-
-Io non sto più con Lavanda, Hermione. L'ho lasciata-
Poche parole, ma che ebbero il potere di riscuoterla.
Hermione sentì il proprio respiro fermarsi in gola e gli occhi sgranarsi per la sorpresa.
-C-come?- chiese, dopo un una manciata di secondi.
-Hai sentito bene- disse lui, annuendo.
-L'hai lasciata?-
-E' quello che ho detto-
-Ma.. perché?-
Non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito. Com'era possibile?
Si erano messi insieme solo pochi giorni prima.. Non molto più
tardi di lei e Draco, a dire la verità, pensò tra se con
amarezza.
-Per tutti i motivi che hai detto tu. Non era il mio tipo. E poi, una
che ti regala un profumo per Natale, non deve avere una buona opinione
di te- disse, abbozzando un sorriso.
Ma lei non rispose. Aveva gli occhi fissi davanti a se, l'espressione indecifrabile.
E così anche
tra loro era finita. Come tra lei e Draco. Buffo, come le cose
accadessero con una coincidenza e una puntualità così
inverosimile.
Seguì un lungo istante di silenzio, durante il quale Hermione rimuginò sulle ultime parole dette [e non dette]
fra lei e il biondo Serpeverde. Il suo cuore subì un'altra
violenta ondata di dolore, che la fece tremare impercettibilmente.
Il ragazzo interpretò quel suo silenzio come una resa, e si fece coraggio.
-Se proprio devo dirla tutta, non mi è mai piaciuto stare con
lei- disse con tono remissivo -Ma ero arrabbiato. Non riuscivo a
sopportare il fatto che tu... non era giusto. Avevo bisogno di
qualcuno. E poi ci stava lei, là, pronta...- abbassò lo
sguardo, come se si vergognasse, ma Hermione non lo stava neanche
ascoltando.
Ancora una volta, il suo silenzio ebbe il potere di spronarlo.
-Quando stavamo insieme e.. ci baciavamo e.. tu ci vedevi... ero
contento. Speravo che così tu ti saresti ingelosita e, non so...
forse.. speravo che tu cambiassi idea-
A quel punto gli occhi di Hermione tornarono a guardarlo e lei aggrottò la fronte.
-Mi stai dicendo che hai fatto tutto questo solo per farmela pagare?- chiese.
-Beh.. in un certo senso..- arrossì.
Hermione non disse niente. In silenzio, restò a fissarlo per una
lunga manciata di secondi, senza proferire parola. Ron abbassò
lo sguardo e arrossì.
-Mi dispiace, Herm. Sono stato uno stupido- disse.
Hermione lo guardò -gli occhi azzurri abbassati, le guance color
porpora nascoste dai ciuffi di capelli rossi che gli ricadevano
davanti; e in
quel momento, sentì dentro di se un lieve senso di tenera
compassione solleticarle il cuore, alleviando di un poco il fuoco della
propria furia. Sapeva fin troppo bene quanto gli fosse costato il pronunciare quelle uniche parole di scuse.
-Ron...- disse -Sei proprio un'idiota-
Il ragazzo alzò gli occhi su di lei, afflitto, ma quando vide il
debole sorriso riaffiorato sulle sue labbra, capì che la ragazza
non era più così furiosa come prima.
Abbozzò un sorriso, incerto.
-Beh, me lo merito-
-Già-
Silenzio.
Sospirò.
-Ron- disse, la voce stanca come se stesse per ripetere per l'ennesima
volta a un bambino di non rubare le caramelle -Tu sei il mio migliore
amico, ti voglio bene. Ti ho sempre voluto bene. Ma devi capire che
l'amicizia non è come l'amore. E che ognuno di noi deve essere
libero di vivere la propria vita liberamente, senza sentirsi costretto
a rinunciare alle proprie scelte per paura che esse non vengano
accettate-
-Ma io non ti reputo un'amica- la interruppe lui, a bruciapelo.
Hermione lo guardò in silenzio, gli occhi terribilmente seri e
indecifrabili. Ron fece lo stesso, altrettanto convinto. Ma la guerra
non è una cosa che si possa vincere di comune accordo, e uno dei
due partecipanti, prima o poi, cede. E fu quello che fece lui,
rassegnato.
-Ok, lo so. Scusa-
Hermione sospirò, afflitta.
-Mi dispiace Ron. Davvero-
Il ragazzo scosse la testa, e chiuse gli occhi.
Hermione riportò i propri davanti a se, sulla parete bianca
completamente spoglia. Ora, la rabbia era svanita, come una fragile
nuvola di vapore. L'aveva
abbandonata, come la fiamma abbandona la candela, lasciandola spenta ed
innocua, sterile. Forse, il ricordo di un antico dolore c'era ancora,
come quel debole filo di fumo che ancora persiste e si perde nell'aria,
sottile. Il ricordo di ciò che era avvenuto, di ciò che
era stato detto e fatto. Ma ora non sarebbe stato quello a preoccuparla
più di tanto. Ora che una nuova, più grande voragine si
era aperta dentro al suo cuore, squarciandola nel profondo, scavando
nei recessi più nascosti del suo essere. Era dunque questo il
suo destino. Non poter mai essere felice. Non poter mai vivere la sua
piccola dose di felicità, senza una altrettanto grande di dolore
e sofferenza. Era come un alternarsi di ballerini professionisti su una
pista da ballo. Prima l'uno, poi l'altro, senza che in essa potessero
convivere serenamente entrambi, senza che le due schiere potessero mai
entrare in armonia. Era una guerra. E lei ci stava in mezzo. Dopotutto,
sono sempre gli innocenti a rimetterci, i più deboli, quelli che
alla fine non hanno mai avuto altra colpa se non quella di ritrovarsi
in mezzo a loro.
-Allora, come va con Malfoy?- chiese Ron, alzando lo sguardo dal
pavimento, strofinandosi le mani fra loro con fare indifferente.
A sentire quel nome il cuore di Hermione subì un fremito e
subito dopo
si ritrovò a bruciare di nuovo come prima, anzi, più
violentemente ancora. Come andava? Andava che non era mai andata.
Andava che aveva aperto gli occhi, e che non avrebbe mai pensato
potesse fare così male. Era come vivere un lungo periodo al
buio, per poi venire invasi all'improvviso dalla potenza della luce,
chiara e limpida quanto terribile.
Il ragazzo spostò gli occhi su di lei, e dovette accorgersi di
qualcosa che non andava, perché aggrottò la fronte
preoccupato e si avvicinò a lei con fare circospetto.
-Mione, che succede?-
Ma Hermione non rispose. Gli occhi le tremavano, velati da una lucida
coltre di lacrime. Si morse il labbro con forza, arrossendo.
-Hermione?- chiese lui, allarmato.
Hermione spostò gli occhi su di lui e quello che trasparì
in quel momento dal suo sguardo fu qualcosa che nessuno, nemmeno il suo
migliore amico, le aveva visto mai.
-E' finita, Ron- disse, tremando.
-Che.. che intendi dire?-
-E' finita. Avevi ragione tu. Lui non...- si interruppe, asciugandosi gli occhi con la mano.
Si alzò, allontanandosi dal letto sul quale stava seduto l'amico di qualche passo, dandogli le spalle.
Poi all'improvviso si girò, il volto arrossato dallo sforzo
troppo prolungato di trattenere dentro di se le proprie emozioni, e
scoppiò.
-Avevi ragione tu! Lui non mi ama! E' proprio come avevi detto, mi ha
presa in giro per tutto il tempo!- urlò -Mi ha presa in giro, mi
ha mentito, ed io ci sono cascata, Ron, ci sono cascata come una
cretina, come una di tutte quelle ragazze che disprezzavo! Io sono come una di quelle ragazze che tanto disprezzavo!-
Eccola, l'amara verità. Eccola, talmente chiara e limpida da renderla dannatamente ovvia. Maledettamente ovvia.
Ron rimase a guardarla, stupefatto, spaventato da tutto il dolore che Hermione traspariva sul suo limpido viso da angelo.
La ragazza singhiozzò e tornò a sedersi sul letto, stringendosi
spasmodicamente le mani attorno alle braccia, contro il petto, come ad
impedire ai pezzi del proprio cuore spezzato di cadere e perdersi.
Eccola la verità. Solo un cieco avrebbe potuto non vederla. E
lei era cieca. Cieca, perché l'amore fa così.
Ron la guardò in silenzio, e sul suo volto passarono mille
emozioni diverse in una sola manciata di secondi -stupore,
preoccupazione, rabbia.
-Io te l'avevo detto! Che cosa ti avevo detto? Non ti avevo avvertita?
Allora avevo ragione! Quel viscido... Ecco, adesso imparerai a non
darmi ascolto! Hai voluto fare di testa tua, io ti avevo avvertita, ma
tu non hai voluto darmi retta! Se solo lo prendo quel brutto..-
Hermione singhiozzò, scuotendo la testa.
-Io l'ammazzo, lo prendo e
gli stacco la testa, vedrà.. aspetta aspetta, non dirmi che,
Hermione dimmi di no, non avrà mica..-
Hermione scosse la testa di nuovo, singhiozzando.
-Ah bene, buon per lui, perché altrimenti... Ma allora che cosa ha fatto?- chiese poi rivolgendosi a lei.
Hermione tirò su col naso, asciugandosi le lacrime con la maglietta e piantando le unghie delle mani sull'avambraccio.
-Io... l'ho scoperto-
Il moro Serpeverde si alzò dal divano sbuffando, infilandosi poi una mano fra i capelli corvini.
-Capisci adesso, Blaise?- chiese il biondo guardandolo coi suoi chiarissimi occhi grigi.
-Capisco.. capisco che sei un emerito idiota, Draco, fattelo dire-
Egli lo fulminò con un'occhiata, ma non poté dargli torto. Aveva ragione. Maledettamente ragione.
-Hai sbagliato, su questo non ci piove. Avresti dovuto parlarne con me
prima, per evitare malintesi, e con lei dopo, per chiarire. Sicuramente
avrebbe capito di più che adesso-
Draco non disse nulla, ma annuì. Aveva perfettamente ragione.
-Non so proprio che dirti, Draco. Non so se questa volta riuscirai a
uscirne fuori. L'hai offesa, hai tradito la sua fiducia, e non
sarà facile riconquistarla, direi anzi impossibile-
Sospirò.
-Mi dispiace, ma avresti dovuto pensarci prima-
Il biondo Serpeverde lo guardò, gli occhi grigio azzurri fissi e
spenti. Blaise aveva ragione. Non poteva dargli torto. Era stata tutta
colpa sua e aveva sbagliato fin dall'inizio. Se ci ripensava, capiva di
non averne fatta una giusta da quando tutto questo era iniziato. Prima
aveva rifiutato i consigli del suo migliore amico, allontanandosi da
lui fino quasi a non avere più rapporti, poi aveva respinto ogni
suo tentativo di riconciliarsi e di chiarire, credendo solo a quello
che voleva credere. E per ultimo, ma non per questo meno importante,
anzi, aveva tradito la fiducia dell'unica persona che avesse mai amato
in vita sua. Non era stato capace di dirle la verità quando
avrebbe potuto, e adesso aveva dovuto scoprirsela da sola nel modo
peggiore che ci potesse essere. Aveva ragione, era proprio un idiota.
-Beh, credo proprio che sia arrivato il momento per noi di andare-
disse in quel momento il moro allontanandosi dal divano di pelle verde.
Con un gesto della mano fece segno a Pansy di seguirlo e lei lo
raggiunse, sistemandosi fra le sue braccia come se quello fosse sempre
stato il suo posto. Draco li osservò, in silenzio, e si rese
conto di quanto stessero bene insieme, lui e lei.
-Ci vediamo, Draco- dissero, guardandolo cupamente.
Dopodichè si girarono e si avviarono verso la porta della sala.
Stavano per aprirla e uscire definitivamente da quella stanza quando
Draco li chiamò, facendoli fermare. Con pochi lunghi passi li
raggiunse e, piazzandosi di fronte a loro, si rivolse alla ragazza mora
dagli occhi incredibilmente scuri che era stata sua compagna di letto
per molto tempo, ma che non aveva mai conosciuta veramente.
-Pansy- disse, guardandola per la prima volta negli occhi -... Mi dispiace. Scusami, sono stato un mostro-
Nient'altro. Semplicemente questo. Perché a volte le parole sono
futili. Parole, parole, sempre solo inutili parole. Era arrivato il
momento di passare ai fatti.
La ragazza gli rispose con un debole sorriso tirato, non troppo
sincero, ma che a lui bastò. C'era tempo, ora. C'era tempo per
riparare ai propri errori. Doveva imparare a saper aspettare, questo
era il primo passo, il più importante. Per una volta, sarebbe
stato lui ad aspettare gli altri.
Blaise gli lanciò un'altra lunga occhiata silenziosa, carica di
quei significati che solo loro potevano cogliere; dopodiché si
voltò e uscì, portandosi dietro la ragazza.
Draco li osservò andar via in silenzio, lo sguardo vacuo e
inespressivo, immobile. Li vide sparire oltre la curva delle scale e
richiuse la porta, facendola scattare con un colpo secco. Fu allora che si accorse del pacchettino quadrato
abbandonato nell'angolo vicino al muro. Lo riconobbe. Era quello che
era caduto di mano ad Hermione prima che fuggisse via di corsa. Con un
improvviso moto di convulsa agitazione lo prese in mano, trattandolo
come fosse stato un oggetto di rarissima importanza. Attaccato alla
carta rossa e al nastrino, un unico biglietto.
Per Draco
da Hermione.
Buon Natale
Ti amo.
Salve
a tutte!! Come al solito ho postato in ritardo, ma oramai credo che vi
siate abituate ai miei ritmi sempre più lenti. In più non
ho la minima idea di come sia venuto questo capitolo, per cui spero me
lo direte voi. Vorrei ringraziare immensamente le 8 che mi hanno
recensita:
anna96
avril96
Debora93
eika
lilycullen
Lyla_sly
pallinaepollo: 1 nuova lettrice!! grazie =)
Smemo92:
ciao, rispondo per ringraziarti di avermi fatto notare che nello scorso
cap ho scritto sesto invece che settimo anno =P che sbadata. Per quanto
riguarda la scusa devo ammettere che a quella del prefetto non avevo
proprio pensato (a parte che non sapevo fosse un prefetto, sai non sono
informatissima su H.P. anche se scrivo su questo, scusa =D) e comunque
ricorda che aveva un pacco regalo in mano, che scendeva a fare fin
lì con un regalo in mano? In più immedesimandomi in lei
ho pensato che fosse talmente terrorizzata e presa alla sprovvista da
non riuscire a formulare nessuna scusa decente che potesse
giustificarla in quella situazione. Spero che questo cap ti sia
piaciuto, fammi sapere 1 bacio!!
.. e tutte le altre ke mi hanno
aggiunta fra preferiti. Non so proprio cosa farei senza di voi!!
Scusate tanto se non rispondo ad ognuna di voi, ma se lo facessi dovrei
ritardare ancora la pubblicazione di questo cap e non mi sembra il caso
xD
1 bacio a tutte voi e grazie ancora. VI VOGLIO BENE!!
la
vostra vale*
|
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Capitolo 20 *** 20 ***
20
Un
consiglio: alla fine, quando comincia il testo della canzone, leggetelo
ascoltando la musica, stoppandola alla prima strofa quando
riprende il racconto e
facendola ripartire quando continua il testo continuando poi a sentirla
anche durante i brevi incisi fra 1 strofa e l'altra. La lettura diventa
più piacevole (credo, almeno per me sì =P). Buona
lettura, ci vediamo giù...
Lesse quel
biglietto più e più volte, immaginandosi il volto di
Hermione mentre lo scriveva. Quel volto pulito e angelico, splendente
di quei sorrisi che ora, non gli avrebbe rivolto mai più.
Sospirò, chiudendo gli occhi come a trattenere delle lacrime
invisibili. Ma fu un errore. Nell'esatto istante in cui li chiuse,
infatti, rivide nella sua mente quelli di lei, grandi, profondi ed
infinitamente dolci. Quegli occhi che per ben due volte aveva visto
incupirsi, sull'orlo delle lacrime. Ed ogni volta, la colpa era stata
sua. Ripensò alle sue parole, alle sue paure.. alle promesse. E
ciò lo fece sentire ancora più male. Con un gemito
smorzato li riaprì, cercando di mettere a fuoco la stanza che lo
circondava dietro agli strati e strati di confuso dolore che gli
annebbiavano la vista. Si rigirò fra le mani il piccolo
pacchettino colorato, sentendosi improvvisamente indeciso. Doveva
aprirlo? Aveva ancora senso?
Alla fine, prevalse
la curiosità e una buona dose di nostalgia, di voglia di avere
ancora qualcosa di lei, che glie la ricordasse, che gli dicesse che per
un solo periodo, seppur breve e fragile, quel piccolo angelo era stato
suo. Suo e di nessun altro. Con quest'ultimo desiderio implacabile si
trascinò su per le scale, fino in camera sua.
Quando aprì
la porta, non si diede neanche il pensiero di togliersi le scarpe e si
buttò subito sul letto, la testa appoggiata allo schienale, le
gambe abbandonate sul baldacchino.
Per Draco
da Hermione.
Lo
lesse un'altra volta, come se facendolo credesse di poter essere un
altro, di tornare magicamente a qualche ora prima, quando ancora la sua
vita era perfetta e il suo mondo interiore intatto. Il nastrino dorato
avvolto attorno al pacco era facile da slegare, eppure lui ci mise
più tempo del dovuto, assaporando ogni gesto, ogni movimento,
sapendo che erano gli stessi che aveva compiuto lei, non molto tempo
prima. Nastro dorato e carta rossa, questa combinazione gli avrebbe
fatto storcere il naso, se solo se la fosse ritrovata fra le mani
qualche tempo prima. Eppure ora non poteva non sentirsi in qualche modo
tranquillizzato da quei colori, coccolato. Amore, coraggio, altruismo e
lealtà. Quelle parole risuonarono nelle sue orecchie con una
musicalità nuova, più dolce. Ora come ora, si sentiva
infinitamente più attratto da quegli
ideali, se non da quelli della sua stessa casa. Con un unico gesto
staccò il rettangolino di nastro adesivo dall'incarto e
aprì gli angoli piegati sul bordo. Sfilò la carta come si
sfilerebbe il velo a una sposa, sfiorando appena ogni cosa, quasi
avesse avuto il timore di rompere un incantesimo. Inspiegabilmente,
nell'esatto istante in cui si ritrovò a togliere definitivamente
l'involucro dalla scatola, sentì crescere una strana
consapevolezza dentro di se; ancora una volta, lei faceva qualcosa e
lui la disfaceva. Ancora una volta, lei costruiva qualcosa, con tanto
amore, e lui la distruggeva. Ecco perché aveva messo tanta
attenzione nello scartare quel piccolo regalo insignificante. Ecco
perché aveva paura di aprirlo e vedere, vedere la
concretizzazione materiale di un qualcosa che era stato, e che ora non
era più. Il pacco era piccolo e rettangolare, con tante
scritte in neretto talmente piccole da essere illeggibili, ed altre un
po' più grandi. Le lesse tutte, senza realmente comprenderne
nessuna, fino a che non glie ne saltò agli occhi una più
grande e colorata delle altre. Tre lettere. Anzi, due lettere e un
numero.
MP3.
Fu come se gli
avessero suonato un campanello dentro la testa, o avessero acceso una
lampadina. Quell'unica combinazione di lettere e numeri, che per molti-
soprattutto nel mondo in cui si trovava- sarebbe risultata
assolutamente insignificante, per lui rappresentava tutto. Tutto.
Irrimediabilmente, senza che lui potesse fare niente per impedirlo, una
sfilza di vecchie immagini dolorose gli passò davanti agli
occhi, come la pellicola di un nastro, o lo spartito di un bellissimo
brano musicale le cui note scaturivano emozioni e sensazioni vivide e
sconvolgentemente reali. Rivide se stesso e il suo angelo in riva al
lago, sdraiati sull'erba, accarezzati dal sole, con quegli unici due
fili bianchi ad unirli, a tenerli legati, mentre già la loro
breve storia stava volgendo al termine. Rivide se stesso e rivide la
sua piccola dea, la ragazza che aveva saputo, in pochissimo tempo,
prenderlo, scuoterlo e incantarlo. Quella ragazza che aveva avuto il
potere di animarlo, di fargli vedere le cose sotto un altro punto di
vista, più vivo, più intenso, più... dolce. E, per
ultimo, vide quella stessa ragazza voltargli le spalle, e fuggire via
da lui senza lasciargli il tempo di fermarla. Questa fu l'ultima
immagine. L'ultima e la più dolorosa, un tragico epilogo per una
storia che forse, era stata sbagliata fin dall'inizio. E lui era la
macchia su quel bellissimo spartito che altrimenti, ne era sicuro,
sarebbe risuonato molto più semplice e armonico. Quella macchia
che aveva rovinato una storia perfetta, come la sua protagonista.
Quella macchia che aveva interrotto l'armonioso corso dei fatti con la
sua ignobile presenza, sbagliata, buttata lì a caso in un mondo
in cui non centrava niente, in cui non sarebbe mai potuto centrare. Lui
non era fatto per amare. Non era fatto per vivere una storia felice
come quella che lei avrebbe sognato. Era nella sua natura, era
sbagliato. E non poteva farci niente. O forse sì, ma era ormai
troppo tardi.
Con un sospiro,
cacciò quei ricordi via da se, costringendosi a restare lucido.
Davanti a se, la scatola giaceva ancora chiusa come l'aveva trovata
Hermione, al momento di incartarla. Coraggio Draco, si disse. Cerca, almeno per una volta, di andare fino in fondo. Con
una mano tremante sollevò la scatola dalla trapunta del letto e
la avvicinò a se. Poi, con un unico movimento più
schietto e deciso la aprì e la sfilò fluidamente dal vero
oggetto del suo desiderio. Ed eccolo lì, piccolo, rettangolare,
grigio e blu. Esattamente identico a quello che aveva lei.
C'erano solo tre
tasti e una rotellina nera al lato. Provò a premere entrambi i
pulsanti finché il mini schermo del lettore non si accese e sul
display apparve la scritta "Hi". Draco aspettò. Ricordava come
funzionava, non aveva bisogno di leggerlo sulle istruzioni. L'aveva
imparato da Hermione. Mentre aspettava che il lettore finisse di
accendersi si accorse di un bigliettino che giaceva ancora sul fondo
della scatola. Lo prese, curioso, e riconobbe subito la scrittura
aggraziata della ragazza.
Quando ti sarai stufato di ascoltarla,
potrai chiedermi di scaricartene altre.
C'è anche la radio, dovrebbe già essere
sintonizzata su un canale musicale.
Le canzoni che ti piacciono le puoi registrare.
Ti spiegano tutto le istruzioni.
Spero che ti piaccia, ti amo.
Il
lettore terminò l'accensione e a Draco bastarono pochi click per
trovare ciò che cercava. Il titolo della canzone spiccava in
neretto sul fondo bianco del display, scorrendo parola per parola.
EPPURE MI HAI CAMBIATO LA VITA.
Cliccò il tasto con il cerchio, e la canzone partì.
Era il tramonto ormai, la giornata era giunta al termine.
Hermione seduta sul
suo letto, guardò malinconica il sole ritirarsi
salutando il mondo coi suoi sottili raggi rosei. Un altro giorno
era terminato, ma sta volta non lo aveva passato interamente ad
aspettare quel momento. Ricordò i giorni trascorsi a contare le
ore, i minuti che la separavano dal tramonto, il momento più
magico per lei, l'unico nel quale ritrovasse veramente la ragione di
alzarsi ogni mattina e uscire da quella stanza. Era sola- Ginny non era
ancora tornata, Ron se ne era andato- ma la solitudine che sentiva non
dipendeva dalla mancanza di vita attorno a se. Il freddo che provava, e
che la faceva tremare, era un freddo che proveniva da dentro,
scaturendo dal suo cuore spezzato ed espandendosi in ogni fibra del suo
essere. Era come essere morta. Il giorno di Natale. Sorrise, amara. Chi
lo avrebbe mai immaginato.. Chi avrebbe mai detto che sarebbe andata a
finire così. Lei, proprio lei. Scosse la testa, mentre un senso
di rabbia e amarezza si faceva strada nel suo cuore, inasprendolo. Che
grande bugia l'amore. Ora lo aveva capito. E aveva deciso. Ma
più. Mai più farsi prendere così tanto da un
qualcosa di così futile, misero e precario. Mai più
sorridere, sperare, piangere, per un qualcosa destinato a morire. Mai
più. Perché nulla è eterno. Nulla è stabile.
Le luci della notte mi fanno compagnia
sto in macchina da
solo perché tu sei andata via
e provo a immaginare il mio futuro senza te
come farò a ricominciare un'altra donna con un altro modo di fare
riabituarmi a mangiare a guardare un film a dormire insieme
a non aver
paura dei miei cattivi odori a sussurrare piano
E'
notte. Il sole se n'è andato per lasciar posto alla luna,
pallida e misteriosa. Tante stelle brillano nel cielo, rischiarandolo
appena lampeggiando, intonando una danza lenta e malinconica.
Draco
guardò fuori dalla finestra, le cuffie nelle orecchie, e non
poté fare a meno di pensare a lei. Dov'era ora, che faceva? Era
scesa a mangiare? O era rimasta come lui chiusa in camera, senza fame e
senza sete, se non per un amore perduto? Provò a ricordare quei
momenti passati insieme, quando ancora tutto andava bene, e si amavano
senza dubbi e senza preoccupazioni. Dov'era finito tutto questo? Chi se
lo era portato via? Come aveva potuto svanire in un istante, in un
attimo di incertezza, di stupida debolezza?
Provò
poi a immaginare il suo futuro senza lei, il ritornare alla vita di
sempre, le lezioni la mattina, coi suoi compagni, ma senza più
Pansy a gironzolargli intorno, ne Blaise a chiedergli se avesse dormito
bene. Senza la consolazione delle sei del pomeriggio, quando correva
fuori di la, senza dir niente a nessuno, correva da lei, per
abbracciarla e baciarla ancora e ancora e ancora.
Gli amori vanno via ma il nostro ma il nostro no
il tempo passa mentre
aspetti qualcosa in più
ma non rimette a posto niente se non lo fai tu
e
intanto ogni cosa se vuoi
da sempre mi parla di noi
stasera sei lontana
mentre io penso a te
Dove sarai? Cosa farai?
Eppure sei vicina a me
non chiedermi perché
Ti sento così vicina, sotto il mio stesso tetto, a qualche piano di distanza, eppure così irraggiungibile...
Sarà che mi hai cambiato la vita
sembra ieri
Quando
mi dicevi che la luna è bella, che l'amore esiste e che le cose
sono meravigliose se solo apri gli occhi a guardarle..
Eppure mi hai cambiato la vita...
Perché prima
di te non credevo di poter amare, perché prima di te non credevo
di poter sognare, perché prima di te non credevo di poter
soffrire, perché prima di te non ho mai detto ti amo a nessuno, davvero..
Gli amori vanno via ma i sogni ma i sogni no
alcuni non si avvereranno mai
però
immaginare è l’unica certezza che ho
Immaginare che non
sia successo niente, che tu sia ancora qui per me, perché non
esiste nessuna scommessa, esiste solo l'amore e basta.
E questa solitudine che sento sarà
il prezzo per un po’ di libertà
stasera sei lontana
mentre io penso a te
eppure sei vicina a me
non chiedermi perché
sarà che mi hai cambiato la vita
sembra ieri ...
Mi sembra ancora di sentirti ridere...
Eppure mi hai cambiato la vita.
Salve a tutte!!
Avete visto? Sta volta non ho aggiornato tanto tardi, no?
Che ne dite di questo capitolo? Finalmente ho inserito il testo di qst benedetta canzone xD.
Se
volete scaricarvela è "Eppure mi hai cambiato la vita" di
Fabrizio Moro. E' molto bella, ma se devo dirvi la verità io ho
cominciato ad apprezzarla dopo qualche ascolto, quando il mio orecchio
si è abituato alla musicalità lenta e malinconica.
Succede così, a volte.
Ringrazio immensamente tutte quelle che hanno aggiunto la mia storia fra preferiti e in particolare:
anna96:
hihi eh lo so, li sto facendo penare parecchio.. adesso chi lo sa se
riusciranno a fare pace o no.. c'è solo un modo x scoprirlo..
continua a seguirmi! xD hihi. ke ne dici d qst capitolo? 1 po'
tristanzuolo lo so, xò... ci voleva! fammi sapere 1 bacione
avril96: ahah, tranqui, credo che ron abbia imparato la lezione.. credo.. si vedrà ahah. fammi sapere anke x qst cap!! 1 bacio
lilycullen:
ahah davvero dovevano tirarti via dal pc a forza? nn ci credo..
xD! Eh sì, adesso tocca a Draco soffrire cm 1 cane, x 1 volta!!
*me sadica almeno quanto te se non di più xD. cm1 continua
sempre a sperare in un lieto fine, non si sa mai... hehe grazie dei
complimenti, spero che pure questo capitolo ti sia piaciuto, anke se un
po' monotono.. fammi sapere! 1 bacione ciauu
Smemo92:
eh già, avevi proprio indovinato riguardo al regalo di
Hermione-> un po' scontato, lo devo ammettere xD. nn ti preoccupare,
o nel prox capitolo o in quello dopo (ma credo nel prossimo) draco
parlerà con zac! non ti anticipo nulla, ma sappi che i miei
personaggi saranno serpeverdi fino al midollo! fammi sapere cosa ne
pensi di questo capitolo, mi raccomando! 1 bacio a presto
titty79:
ciao!! davvero ti ho fatto piangere?? no, nn ci credo,, impossibile,,,
anke tu, continua a sperare in un lieto fine, la speranza è
l'ultima a morire! vedrò quello che posso afre =P fammi sapere
se ti è piaciuto qst cap! 1 bacio ciauuu
per aver recensito, continuando a sostenermi come sempre. Graziee ragazze!!!
1
bacio a tutte quante, fatemi sapere i vostri pareri!!
Vale*
|
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Capitolo 21 *** 21 ***
21
La
canzone natalizia è "Last Christmas" di Wham, o Ashley Tisdale,
o Hilary Duff o tutta l'altra gente che l'ha cantata =P Il
motivetto piuttosto allegro non si addice molto a questo capitolo, ma
l'ho scelta perchè il testo invece si rifaceva molto alla
situazione e perchè così potevo introdurre i pensieri in
prima persona di Hermione e del suo modo di vivere questo Natale. La
canzone che mi ha fatto da sfondo x questo capitolo e che, al
contrario, non centra nulla riguardo al testo ma ha una melodia secondo
me azzeccata per il momento è "Because of you" di Kelly
Clarkson. Se volete potete sentirla mentre leggete, basta che non vi
facciate distrarre dalle parole... buona lettura, ci vediamo
giù...
25 Dicembre
Hermione aprì gli occhi senza l'ombra di un sorriso sulle
labbra, quella mattina. Per la prima volta dopo una lunga settimana.
Il sole filtrava pigro dalle persiane chiuse, e rischiarava stancamente
il pavimento della stanza. Accanto a lei, dall'altro lato della stanza,
Ginny dormiva ancora profondamente, le coperte che si alzavano e si
abbassavano a ritmi regolari. In un momento, le tornarono in mente
flash back della sera precedente, quando la rossa era finalmente
tornata in camera.
"Herm che cos'hai, perché non sei uscita tutto il giorno?"
Lei aveva voltato la testa
verso la rossa, distogliendo per un attimo lo sguardo dal tramonto
purpureo e rivolgendolo ai grandi occhi verdi dell'amica. Lei
aveva ricambiato lo sguardo, ingenua, aggrottando leggermente la
fronte quando vide l'espressione seria e malinconica della ragazza.
"Herm, tutto bene?"
"Ginny... è successa una cosa"
Hermione chiuse gli occhi con forza, stringendo fra le dita i
lembi delle coperte. Un'unica lacrima argentea solcò le sue
guance pallide, poi, più nulla.
Draco salì le scale da solo, quella mattina, in silenzio. Gli
occhi spenti e vacui, senza preoccuparsi di indossare la solita vecchia
maschera di indifferenza. Non aveva più senso ormai. Nei corridoi, attorno a se, un vociare continuo
e ininterrotto di gente che nemmeno vedeva, mentre attraversava
distratto la scuola, passando davanti alle aule deserte. Il viso era
più pallido del solito, solcato da occhiaie appena accennate,
segni della notte passata in bianco. Se anche qualche volta era
riuscito ad addormentarsi, si era risvegliato subito dopo con un
terribile morso allo stomaco che gli contorceva le budella, lasciandolo
scosso e affannato, senza un attimo di tregua. Ogni volta che chiudeva
gli occhi se la rivedeva davanti a se, stupita, sconvolta, ferita.
Quella visione lo tormentava più di ogni altra cosa. Quegli
occhi spalancati, increduli, pieni di delusione. Erano un qualcosa che
non poteva sopportare. Non ce la faceva. Svoltò l'angolo tenendo
la testa alta ma lo sguardo abbassato, seguendo il ritmo dei propri
passi, quasi non sapesse dove andasse ne perché camminasse. A un
tratto però dovette fermarsi. Era arrivato. Davanti a se vide
aprirsi la porta della sala dei banchetti, grande, possente, e per un
momento ne ebbe paura. Eccolo dunque, il momento.
Adesso l'avrebbe
rivista. L'avrebbe rivista di nuovo, dopo quel giorno. Non sapeva cosa
aspettarsi. Cosa ci si aspettava in questi casi? Ma soprattutto, lui
cosa avrebbe fatto? Provò ad immaginare il futuro che lo
aspettava. Lo avrebbe aggredito? Gli avrebbe sputato addosso tutto il
suo odio senza neanche dargli il tempo di spiegare? Aveva già
detto tutto ai suoi amici? Volevano ucciderlo? Rabbrividì al
pensiero di Potter e Weasley che venivano a sapere da Hermione la
storia della scommessa. Sospirò. Se lo meritava. Nulla di
più, nulla di meno. Con una grande forza di volontà fece
un passo avanti e oltrepassò la soglia della sala. I tavoli
erano già tutti pieni, era in ritardo. Senza
pensarci lanciò un'occhiata al tavolo di Grifondoro, correndo
veloce verso quello che ormai aveva imparato a riconoscere come il suo
posto. E la vide. Stava di spalle, i lunghi capelli ricci lasciati sciolti a
ricaderle morbidamente sulla schiena. Accanto a lei la Weasley e la
Lovegood con davanti Potter, Lenticchia e Paciock. La riccia mangiava
tranquillamente, rispondendo ogni tanto alle domande che le venivano fatte o
annuendo agli argomenti di conversazione. Rimase in piedi a guardarla
forse più del dovuto, e a un certo punto Weasley spostò
lo sguardo dalla ragazza e lo vide. I loro occhi si incontrarono in un
attimo e Draco rimase pietrificato, incapace di fare niente. Il volto
del ragazzo si scurì e subito dopo nei suoi occhi si accese un
qualcosa che il Serpeverde non gli aveva mai visto, nemmeno in risposta
agli insulti peggiori. Quello era puro
odio. Il Grifondoro disse qualcosa che lui da lì non poté
udire ad Hermione, ma lei non fece niente e nemmeno si voltò. Il
ragazzo tornò allora a mangiare come prima, senza più
degnarlo di uno sguardo. Draco, demoralizzato, distolse lo sguardo e
andò a sedersi al suo tavolo, senza curarsi di scegliere un
posto vicino ai suoi amici.
-Buon Natale!-
-Buon Natale-
Hermione si sedette, sorridendo forzatamente a tutti quelli che le
porgevano gli auguri. La sala grande era stata addobbata a festa, ed
era la prima volta che la vedeva, quell'anno.
-Ciao ragazzi, oggi mi siedo con voi così festeggiamo tutti insieme!- trillò Luna raggiungendoli raggiante.
-Certo, dai mettiti qui che c'è posto- fece Ginny sorridendole in risposta.
-Salve ragazzi, auguri a tutti-
-Ciao Nev, tutto bene?-
-A meraviglia, fatemi un po' di spazio che sto morendo di fame-
-Ecco vieni qui che tolgo la felpa-
Hermione guardò il proprio piatto pulito, l'espressione vuota e
spenta mentre attorno a lei un turbinio di colori e allegria
volteggiava vorticosamente, sfiorandola appena. Il preside fece un
breve discorso di augurio, annunciando che le lezioni sarebbero riprese
l'indomani con l'orario abituale. Dopodiché tutta la sala
ripiombò nel brusio confuso e concitato di poco prima.
-Come stai?- chiese il ragazzo seduto di fronte a lei, guardandola mesto. Neanche per lui era stato un buon Natale.
-Bene- rispose Hermione senza guardarlo prendendo una fetta di pane e cominciando ad imburrarla.
Ron la guardò in silenzio, gli occhi cupi e l'espressione abbattuta. Poi riprese a mangiare, non trovando
null'altro da dire che non fosse stupido o scontato. Ma dentro di se
ribolliva. Quel viscido serpente l'aveva combinata grossa. Non glie
l'avrebbe fatta passare liscia. Gli avrebbe spaccato la faccia se
solo... In quel momento scorse una figura bionda alle spalle della
ragazza che gli stava seduta di fronte, distante di qualche metro.
Alzò lo sguardo distrattamente e quello che vide gli fece
ribollire il sangue nelle vene.
-Herm.. ci sta Malfoy in piedi che ti sta fissando- disse,
trattenendosi a stento dall'alzarsi immediatamente e andarlo a pestare
di botte.
-Non lo guardare-
-Ma..-
-Niente ma, Ron, mi hai sentita. Lascialo perdere. D'ora in poi nessuno
dovrà più prenderlo in considerazione. Faremo come se non fosse
mai successo niente-
-Ma come puoi voler far finta di niente?! Quel viscido serpente ti ha presa in giro, ti ha ferita, ti ha umiliata..-
-Appunto. Faremo
come se non sia mai esistito. Chi ha detto che soffro
per quello che ha fatto? Chi ha detto che è riuscito a vincere
la scommessa? A noi non ce ne importa assolutamente nulla di quello che
è successo. Perché non è successo niente. Niente-
disse, pacata, marcando
con durezza l'ultima parola.
Ron la
osservò ancora per un po', i tratti del viso induriti
dalla furia. Hermione mantenne lo sguardo fisso sul pane che stava
imburrando, l'espressione dura e risoluta. Poi lui si arrese e
riabbassò lo sguardo, tornando a mangiare senza più
degnare il Serpeverde di uno sguardo. Fingere che non fosse mai
successo niente. Se era questo che voleva, avrebbe rispettato la sua
decisione.
-Ragazzi guardate, sta nevicando!-
Hermione alzò lo sguardo dal proprio piatto e lo rivolse alla
ragazza che aveva parlato. Era una Tassorosso che, additando la finestra,
stava ora sventolando la mano con gli occhi che sprizzavano scintille.
-Nevicando?-
-Sì, è vero guardate!- gridò qualcun altro alzandosi.
E subito dopo
-Già, ha ragione!-
-E' neve!-
-Sta nevicando!-
Il rumore delle sedie che si spostavano aumentò ed uno ad uno
molti degli studenti corsero ad affacciarsi alle grandi finestre di
vetro della sala , premendo i visi contro i vetri.
-Avete sentito ragazzi, andiamo!- esclamò Luna alzandosi
-Ma dove scusa?-
-Ma come dove, fuori!- esclamò lei e subito dopo tirò per un braccio Ginny e Neville costringendoli ad alzarsi.
A quanto pare non fu l'unica ad aver avuto un'idea del genere,
perché in quel momento molti altri ragazzi si alzarono e si
precipitarono correndo alla porta, lasciandosi i piatti riempiti per
metà e le sedie scomposte alle spalle.
-Avanti, andiamo a vedere!- li incitò la Corvonero, sprizzando
gioia da tutti i pori. Hermione si chiese se qualcuno le avesse detto
di lei e Draco...
-Herm, vieni anche tu?- chiese Ginny in quel momento, guardandola con uno sguardo misto a speranza e comprensione.
Lei ricambiò lo sguardo, gli occhi privi di qualsiasi emozione.
Fu quasi tentata di rifiutare, cadendo preda della tristezza e della
voglia di solitudine che la attanagliava incostantemente dal giorno
prima. Ma poi si ravvenne. Aveva deciso di dimenticare, si era
ripromessa di andare avanti, e così avrebbe fatto. Sarà
come se non fosse mai successo niente...
-Certo- sorrise, anche se sapeva che non le era venuto molto bene.
Ginny ricambiò e annuì, lanciandole uno sguardo pieno di incoraggiamento.
-Bene allora, seguitemi!- esclamò Luna con il suo solito
entusiasmo, avviandosi a saltelli verso la porta, subito seguita da
Neville, Harry, Ginny, Ron e lei.
Draco la vide alzarsi con i suoi amici, l'espressione vuota e
indifferente. La vide camminare in direzione del suo tavolo, diretta
alla porta, e per un attimo trattenne il respiro, preparandosi a
rivedere quegli occhi color oro
puntati su di lui, l'espressione dura e intrisa d'odio. Li temeva e
allo stesso tempo li desiderava quegli occhi, aveva bisogno di
rispecchiarcisi e comunicarci. Aveva bisogno di spiegarsi. La
seguì con lo sguardo, tenendolo alto su di lei, aspettando. Ma
la ragazza passò davanti al tavolo
velocemente, continuando poi verso l'uscita senza scomporsi
minimamente. Draco la seguì con lo sguardo, stupito, e si chiese
se per caso non l'avesse visto. Forse non si era accorta di lui, dato
che non si era seduto al suo solito posto. Confuso, girò appena
la testa per vederla oltrepassare la soglia della porta e sparire
dietro di essa. Si rigirò, tenendo lo sguardo fisso davanti a
se. Poi poggiò il tovagliolo sul tavolo e si alzò.
-Che bella...-
Hermione aprì il palmo di una mano verso l'alto, guardando il
cielo. Uno ad uno, tanti piccoli fiocchi di neve soffice si posarono su
di essa, inumidendone la pelle scoperta. Attorno a loro tanti altri
ragazzi facevano lo stesso, chi giocando a raccoglierne il più
possibile nel berretto, chi che con la lingua di fuori cercava di
berla, o chi, come loro, semplicemente la ammirava, con gli occhi
illuminati e il naso all'insù.
-Non è magnifico?-
-Sembra che vedi la neve per la prima volta- disse Ron rivolto alla sorella, la quale gli rispose con una linguaccia.
-La neve è sempre bella..- sussurrò Hermione, talmente
piano che non si seppe se stesse parlando con qualcuno in particolare o
semplicemente a se stessa. Con sguardo rapito seguì la lenta
discesa di un candido batuffolo, volteggiare leggiadramente nell'aria,
fino a posarsi sulla sua pelle calda e sciogliersi. Assorta,
alzò lo sguardo davanti a se, sovrappensiero. Com'era
freddo il ghiaccio... così eternamente gelido.. fino a quando
non viene ad incontrarsi con un qualcosa di diverso, di caldo, di
completamente opposto. Allora sono due le conseguenze. O il freddo si
scioglie, o il caldo si gela. Dentro di se, riemersi fugacemente
dai suoi ricordi, rivide due grandi occhi grigi fissarla penetranti,
come due lame di ghiaccio affilate pronte a conficcarsi nel suo cuore
tenero- e fece male. Rabbrividì, senza rendersene conto.
-Hai freddo?- le chiese il ragazzo accanto a lei, e fece per poggiarle
una mano sulle spalle e abbracciarla. Ma lei si scansò,
indietreggiando rapida di un passo, prima di potersi rendere conto di
quello che aveva appena fatto. Ron la guardò confuso, prima che
nei suoi occhi passasse un'ombra di tristezza.
-Scusa..- disse la ragazza, sentendosi improvvisamente in colpa.
-Niente- rispose lui, distogliendo lo sguardo.
E anche questo fece male. Perché l'aveva fatto? Perché
sentirsi toccata da un ragazzo le dava ora così fastidio? Ma
soprattutto, perché sentirsi toccata da un altro ragazzo le dava così fastidio?
-Davvero..- sussurrò -Dammi solo un po' di tempo-
Cercava di scusarsi, ma non le riusciva bene. Il ragazzo annuì,
senza guardarla negli occhi. Hermione abbassò lo sguardo,
triste, e si chiese per quale motivo nulla potesse mai andare per il
verso giusto.
Dall'altra parte del cortile, nascosto dietro una colonna di marmo, un
ragazzo biondo dai penetranti occhi di ghiaccio la fissava, oltre la pioggia di fiocchi di neve, isolandola
da tutto il resto, quasi il mondo non esistesse e ci fosse solo lei. La
vide guardarsi attorno malinconica, e poi dire qualcosa ai suoi amici.
La vide girarsi ed allontanarsi, buttando a terra la neve posata sulla
sua mano e infilandosele entrambe nelle tasche. La seguì con gli
occhi fino a vederla sparire oltre gli archi, rientrando nella scuola.
Senza farsi vedere, si staccò dalla colonna e la seguì.
Hermione guardò fuori dalla finestra. Gli studenti stavano
ancora tutti fuori, chi chiacchierando, chi giocando a palle di neve,
mentre un noto motivetto natalizio cominciò a diffondere le sue note allegre
per tutta la scuola. Avrebbe voluto anche lei correre a giocare fuori
facendo pupazzi di neve e ridendo, felice e spensierata. Avrebbe voluto
passare quel Natale come era giusto che lo passasse una studentessa al
suo ultimo anno di scuola. Avrebbe voluto vivere tutto quello nel modo
migliore, imprimendo nella mente tutti i migliori ricordi possibili. E
invece non poteva, perché il suo cuore non glie lo permetteva.
Non ancora. Era troppo presto...
Last Christmas I
gave you
Lo scorso Natale ti ho dato
my heart
il mio cuore
But the very next day
ma
proprio il giorno dopo
you gave it away
tu l'hai
buttato via
This year, to save me
from tears
quest'anno, per
evitare le lacrime
I'll give it to someone
special
lo darò a qualcuno speciale
Ripercorse
tutto il primo piano, un passo dietro l'altro, senza curarsi realmente
di dove andava. Aveva solo bisogno di camminare, quasi da quello
dipendesse il riprendere del battito del proprio cuore. Era
semplicemente un pretesto per distrarsi, per non pensare. Faceva troppo male.
Once
bitten and
Ferita
già una volta e
twice shy
doppiamente intimidita
I keep my distance but
you
mi tengo a distanza ma tu
still catch my eye
continui ad attirare la
mia attenzione
Tell me baby, do you
recognize me?
Dimmi, mi
riconosci?
All'improvviso un rumore dietro di lei, si voltò ma non vide nessuno.
Continuò a camminare, lasciando vagare lo sguardo vuoto sulle
pareti e sulle aule vuote, cercando di imprimere bene ogni ricordo
nella sua mente, anche se si rendeva conto che l'unico ricordo che
riusciva a sentire adesso, era proprio l'unico che non avrebbe voluto
mai conservare.
Un altro rumore. Si voltò, un'ombra si nasconde dietro una
colonna. Spaventata, affrettò il passo. Pensò che qualche
fantasma dispettoso avesse voglia di farle uno scherzo, trovandola
tutta sola a gironzolare per la scuola. Spiacente, lei non era in vena
di scherzi. Guardò i vetri appannati costellati di candidi
fiocchi bianchi, che si posavano leggeri su di essi rimanendovi
ancorati, quasi non avessero voluto più lasciarli. Dei passi.
Seccata si voltò, e dall'oscurità del corridoio emerse un
ragazzo. Fu un attimo, quegli algidi occhi grigi, e fu come se non
avesse fatto nessun passo avanti. Fu come ritrovarsi al punto di
partenza. Si voltò, cominciando a correre.
-Hermione!-
Svoltò l'angolo, cercando con gli occhi una via di fuga. Intanto
dietro la parete i passi sempre più veloci del suo inseguitore
si avvicinavano scandendo ogni secondo una sentenza. Draco sbucò
dal corridoio adiacente e la vide, qualche metro più avanti,
proseguire come se non lo avesse visto.
-Aspetta- chiamò, ma Hermione non aspettò.
Stringendo i pugni, il Serpeverde riprese ad inseguirla, determinato a non lasciarsela sfuggire.
La ragazza aumentò il passo, senza voltarsi nemmeno per un
momento a guardarlo. Fingeva di non accorgersi di lui, ma il suo passo
affrettato la tradiva. Superò veloce l'aula di Pozioni, e quella
di Incantesimi e ad ogni passo ne seguivano tanti altri, dietro di lei.
All'improvviso si sentì afferrare per un braccio e dovette
fermarsi, leggermente sbilanciata in avanti. Draco, dietro di lei,
respirò a fondo, il fiato reso affannato dalla corsa. Hermione
si voltò lentamente verso di lui, gli occhi fermi e incolori,
le labbra strette e lo guardò. Draco alzò gli occhi su di
lei e quello che vide lo lasciò senza fiato. L'espressione della
ragazza era dura e insofferente, mentre quegli occhi scuri lo
guardavano incandescenti, quasi avessero voluto incenerirlo. Con un uno
strattone Hermione liberò il braccio dalla stretta del ragazzo
e, freddandolo, si voltò.
I
wrapped it up and sent it
L'avevo incartato e spedito
with a note
saying "I love you"
una nota che
diceva "ti amo"
I
meant it
ed era vero
Lo era, un tempo. Incredibile
come un unico gesto, un unico momento, possa cambiare così
tanto. Come un alito di vento che soffia all'improvviso, spazzando via
la cenere dal camino. La verità verrà sempre fuori,
l'unica cosa che puoi provare a fare è cercare di correre
più veloce di lei. Ma prima o poi essa va affrontata. E allora
non si può più scappare, fingere che non ci sia. Bisogna
tornare indietro nel tempo e ricominciare. Nulla dura.
-Hermione!-
Strinse i denti, risentita. Come osava chiamarla ancora per nome?
-Aspetta-
No, non era più tempo di aspettare. Aveva aspettato una vita intera, ed ora aveva capito. Non c'è nulla da aspettare.
Now I know what
a fool I've been
Ora so che stupida sono stata
But if you kissed me now
ma se tu
mi baciassi ora
I know you'd fool me again
so che mi inganneresti di nuovo
Devi solo lasciarmi in pace,
Draco. Prima o poi riuscirò a dimenticarti. Per ora è una
costrizione, poi sarà semplicemente la normalità. E'
ciò che è meglio per me. Credimi.
Last
Christmas I gave you
Lo scorso Natale ti ho dato
my heart
il mio cuore
But the very next day
ma proprio il giorno dopo
you gave it away
tu l'hai buttato via
This year, to save me
from tears
quest'anno, per
evitare le lacrime
I'll give it to someone
special
lo darò a qualcuno speciale
-Hermione..-
Draco
protese una mano davanti ai suoi occhi, nel tentativo di richiamarla a
se. Ma la ragazza non lo ascoltò e, voltando l'angolo,
sparì oltre la porta della scuola. Era tornata fuori, dai suoi
amici. Era tornata nel suo mondo. Là dove lui non c'entrava
più niente. Era tornata dove lui non esisteva.
Sarà come se non fosse mai successo niente...
Salve a tutti! Che mi dite? Ho
scritto questo capitolo tutto d'un getto e anche un po' di fretta. Devo
infatti comunicarvi che starò via una settimana, andrò a
Parigi^^
Per
cui ho voluto aggiornare velocemente prima di partire. Spero che il
capitolo vi sia piaciuto. Non ho tempo di rispondere a tutte quante, mi
dispiace, sappiate comunque che mi hanno fatto moltissimo piacere tutte
le recensioni ricevute, i complimenti e i pareri! Per tutte quelle che
aspettavano l'incontro fra Draco e Zak ho deciso di inserirlo nel
prossimo cap... scusate ma se introducevo anche quello non avrei finito
più il capitolo, e visto ke non mi piace interromperne uno e
riprenderlo dopo una settimana perchè perdo tutta
l'ispirazione... Spero che mi farete sapere cosa ne pensate di questo,
della reazione di Hermione, della sua decisione di fingere che non sia
mai successo nulla... aspetto le vostre recenzioni con tutti i vostri
pareri, anche critici, ricordatevelo!
1 bacio a tutte quante, vi ringrazio per esserci smepre a seguirmi e a spingermi ad andare avanti.... GRAZIE!!
La vostra Vale*
|
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Capitolo 22 *** 22 ***
22
Pioveva.
Il cielo opaco si rispecchiava spento sui vetri della finestra. Il
sole, nascosto dietro alle nubi grigie che si allungavano lente lungo
la volta celeste, filtrava appena un po' di luce attraverso gli strati
di nebbia.
Draco sospirò, mantenendo gli occhi fissi su quel cielo grigio
come aveva fatto per tutto il pomeriggio. Sul suo viso, una strana
ombra di malinconia rimpiazzava l'abituale arroganza che ne inaspriva
spesso i lineamenti. Il corpo abbandonato su una sedia, immobile,
sembrava senza vita, mentre le pupille immote si perdevano
nell'immensità del nulla.
Erano passati due giorni, e sembrava essere trascorso appena un
secondo. Era facile credere che non fosse mai accaduto nulla,
perdendosi in quel silenzio malinconico carico di voci e di ricordi.
Era facile sentire ancora la sua presenza vicino a se, il suo profumo
ad un centimetro dal proprio viso, mentre vagava perso tra le fila
confuse della propria mente, tra frammenti di passato che ogni tanto
riemergevano fuori, comparendo più vividi e feroci che mai, come
un pesce che ogni tanto riemerge dall'acqua della sua vaschetta. Era
facile, troppo facile, per poi tornare bruscamente alla realtà
al minimo rumore, riemergere dalla nebbia del proprio torpore, tornare
a vedere quello che, con gli occhi fissi e vuoti, si era lasciato da
parte per correre invece a rituffarsi in mille visioni passate. Chiuse
un attimo gli occhi, mentre dalle sue labbra strette l'anima di un
respiro si perdeva nell'aria. Sul vetro di fronte a se, una piccola
goccia trasparente posatasi sul riflesso del suo sguardo scivolò
giù dal vetro, rigandone una gota candida.
Sarà che mi hai cambiato la vita...
Risate.
Draco avanzò lungo il corridoio ad occhi bassi, seguendo le
linee delle mattonelle sul pavimento. All'improvviso dall'angolo
in fondo a destra spuntò un gruppo di ragazzi che parlavano e
ridevano
fragorosamente, spezzando l'immacolato silenzio di quel corridoio del
terzo piano. Lentamente alzò lo sguardo davanti a se, non
realmente interessato e lo lanciò al gruppo che gli veniva
incontro. Quando lo vide, rallentò un po' il passo, stupito, fino a fermarsi del tutto. Di fronte a se cinque ragazzi
serpeverde camminavano ignari chiacchierando tra loro, ancora
all'oscuro della sua presenza in quello stesso corridoio. Li riconobbe
tutti. Davanti c'erano Tiger e Goyle, mentre uno di quelli dietro era
Nott. Quando si accorsero di lui, i primi due gli lanciarono una
breve occhiata silenziosa, prima che il primo ragazzo, quello che stava
in testa, lo vedesse. Quando il moro girò la testa ridendo,
passandosi una mano fra i capelli, e incontrò lo sguardo con
quello grigio azzurro del biondo, si fermò anch'esso,
visibilmente sorpreso di vederlo lì in quel momento.
Seguì un breve istante di silenzio, durante il quale a Draco
tornarono in mente le parole dell'amico, due giorni prima, e gli occhi
fino ad allora vuoti ed inespressivi si trasformarono istantaneamente
in due fredde lame di ghiaccio taglienti. Dietro al Serpeverde, gli
altri quattro bisbigliarono tra loro, lanciandogli occhiate a tratti
incerte a tratti divertite. Il sorriso per un attimo eclissato dallo
stupore ricomparve nuovamente sul volto del giovane Serpeverde, che lo
guardò con ironico disprezzo, prima di fare un passo avanti e
parlargli.
-Malfoy, ma che sorpresa! Come mai da queste parti?- chiese, con finta cordialità.
-Sono cavoli miei, non credo ti debba interessare- rispose lui, freddo.
-Oh, ma che caratterino. E' ora che tu abbassi un po' la cresta, Malfoy- rispose il moro ghignando.
-Non certo perché me lo dice un pezzente come te- ringhiò lui facendo un passo avanti.
-Su questo punto avrei qualcosa da ridire- rispose il moro infastidito, cambiando repentinamente espressione.
-Ma davvero? Sono proprio curioso di sentire allora-
Zak ghignò, guardandolo divertito come se quello fosse il momento che aspettava da una vita.
-Vedi Malfoy, in un castello pieno di sudditi ci deve sempre
essere qualcuno posto a governare, un capo- cominciò il
Serpeverde parlando lentamente -Qualcuno più forte, che dia il
buon esempio agli altri, guadagnandosi così il loro rispetto e
la loro ammirazione-
Draco lo guardò accigliato, senza sapere dove il moro volesse andare a parare.
-Questo ruolo, fino ad adesso, è stato svolto da un'unica
persona, la stessa per ben sette lunghi anni- continuò -Una
persona che si è sempre guadagnata il rispetto di tutti grazie
alla sua potenza e alla sua discendenza-
-Non capisco di cosa tu stia parlando- lo interruppe Draco, fissandolo.
-La mia è una semplice metafora, Malfoy- rispose il Serpeverde
incrociando le braccia al petto -Ma è chiaro che in questo caso
ci calzi a pennello-
-Barker, le tue inutili chiacchiere stanno cominciando ad innervosirmi,
da quando hai imparato a girare così tanto intorno ai concetti?-
ringhiò il biondo cercando di trattenere la propria furia e di
rimandare il momento dell'attacco.
-Da quando l'essere diplomatico mi ha permesso di raggiungere il mio
scopo, ossia quello di prendere il potere- rispose il moro
semplicemente.
A quelle parole il volto di Draco si distese per un attimo in
un'espressione di incredulità, subito seguita da una di
scetticismo.
-Cosa?- chiese, credendo di aver sentito male.
-Vedi, quando uno perde una scommessa, automaticamente qualcun altro la vince, ed è come passarsi il testimone-
-Ma di che cosa stai..-
-Lasciami finire, Malfoy- lo interruppe il Serpeverde fulminandolo
-Oh- rise -Non avrai mica creduto di non avere niente da perdere?-
Il volto di Draco si irrigidì, mentre dentro di se un vago sospetto cominciava a farsi strada nella sua mente.
-Quando ti ho lanciato quella sfida, Malfoy, e, cosa più
importante, quando tu l'hai accettata, ci siamo messi in gioco
entrambi. Certo, il diretto interessato eri, almeno apparentemente, tu,
ma in queste faccende non ci si immischia e ci si districa da soli,
senza l'irrimediabile entrata in gioco di qualcun altro. E questa
volta, mi dispiace per te, ma quel qualcun altro sono stato io. Io ti
ho lanciato una sfida precisa: conquistare la Granger in modo da
dimostrare di essere invincibile come tutti credevano, metterla in ridicolo e,
automaticamente, conquistarti maggior fama e rispetto. Hai accettato
subito, entusiasta, e come biasimarti, così pieno e sicuro di
te- sorrise, simulando nostalgia nel ricordare quei giorno passati.
-Ma c'era una cosa che dovevi prendere in conto: cosa sarebbe
successo se la scommessa invece di vincerla l'avessi persa?-
Draco lo guardò accigliato cominciando sempre di più a
capire dove il Serpeverde volesse andare a parare. Ma non poteva
crederci, era incredibile, come poteva una persona organizzare una cosa
del genere? Non tanto per la meschinità della cosa- da uno come
lui ce lo si poteva aspettare- quanto per l'assurdità.
-Il punto ora è: cosa, il principe delle serpi, discendente da
una delle più famose famiglie purosangue di tutto il mondo
magico, aveva da perdere?- chiese il moro, aprendo le braccia con i palmi delle
mani rivolti verso l'alto come a simulare un gesto di
perplessità.
-Ovvio- disse poi, dopo una breve pausa d'effetto -L'onore-
Draco tacque,
guardandolo con gli occhi grigi ridotti a due fessure, la
furia accumulata per ciò che aveva fatto ad Hermione che andava
alimentandosi sempre di più, causa l'arroganza e la
meschinità che il compagno stava dimostrando in quel momento.
Non avrebbe mai creduto che la stupidità di quell'individuo
potesse arrivare a tanto. Il moro sorrise, sfoderando uno di
quei ghigni soddisfatti che un tempo erano appartenuti anche a lui.
-Perché l'hai fatto?- chiese, la voce che a stento rimaneva controllata.
La domanda parve stupire il Serpeverde che lo guardò come se non lo riconoscesse più.
-Malfoy- disse, avvicinandosi a lui con un'espressione di trionfale
ovvietà stampata sul viso -Siamo tutti Serpeverde, ricordi?-
Draco lo guardò dritto negli occhi sentendo dentro di se
crescere l'odio e il disprezzo per quell'essere così vile e
disgustoso.
-Devo ammettere, che avevo cominciato già da tempo ad essere
scocciato dai tuoi atteggiamenti. Il principino aveva tutta la casa di
Serpeverde ai suoi piedi, ogni comodità, ogni suo desiderio a
portata di mano, ogni privilegio concesso. Pensavano che fossi un dio, invincibile, capace di tutto. Non c'era persona che non
fosse divorata dal desiderio di starti accanto, non c'era ragazza che
non sognasse almeno una volta di poter essere degnata di uno sguardo da
te... tutte tranne una- fece poi calcando con lentezza le ultime parole.
Draco lo fulminò, trafiggendolo con le lame ghiacciate che erano i suoi occhi, talmente freddi da bruciare.
-Complimenti- disse poi il moro sogghignando compiaciuto -ce la stavi
quasi per fare, finché qualcosa non è andato storto...- ghignò.
A quel punto Draco non poté più trattenersi. Serrando la
mandibola in una morsa furiosa irrigidì i muscoli, lo
allontanò da se e gli sferrò un pungo dritto in faccia.
Il colpo fu talmente forte che il Serpeverde barcollò all'indietro, portandosi con un grido le mani alla bocca.
-Questo è per Hermione- ringhiò Draco andandogli contro.
A nessuno sfuggì il nome usato dal ragazzo per chiamare la giovane.
Dopodiché con uno spintone lo fece precipitare a terra, senza dargli neanche il tempo di difendersi.
-E questo è per il tuo stupido onore-
aggiunse, guardandolo sprezzante. Dopodiché alzò lo
sguardo sugli altri Serpeverde che lo guardavano ora sorpresi e
terrorizzati e ghignò, amaro.
-Mi fate pena- sibilò guardandoli uno ad uno e soffermandosi
più del dovuto su Tiger e Goyle. Dopodiché voltò
loro le spalle e si allontanò deciso da quel luogo.
Dietro di se, sentì i mugugni e i rumori del serpeverde che si
rialzava, imprecando a bassa voce contro lui e tutta la sua famiglia.
-Questo.. questo non cambierà le cose!- gli gridò dietro il ragazzo aggrappandosi al muro con una mano.
Draco non si fermò, continuando ad allontanarsi lento e sicuro.
-Pensala come vuoi. Io ho finito, tienitelo pure il tuo onore rubato,
che è l'unica cosa che sarà mai capace di fare di te un
capo- disse, prima di sparire oltre l'angolo.
E forse, questo fu il primo vero segno a dimostrarci che Draco era finalmente cambiato.
*
Si
sedette sul letto, sospirando. Di fronte a se il regolare suono
dell'acqua della doccia che scorreva oltre la porta di legno chiusa del
bagno la tranquillizzò. Sulla parete, l'orologio rotondo
ticchettò, segnando le dieci di sera. Sparsi sul pavimento,
alcuni abiti appartenenti alla sua disordinata compagna di stanza si
ammucchiavano in montagnette colorate vicino al letto e sopra una
sedia. Sorrise. Eccola la normalità. Com'era sempre stata. Nulla
di nuovo, nulla di sconvolgente. Semplicemente la piatta, tranquilla,
immutabile normalità. Si strinse un po' nella vestaglia,
sfregandosi le braccia con le mani. Dalla finestra socchiusa pochi
spifferi gelidi entravano a solleticarle la pelle scoperta, soffiando
lievemente come un'invisibile alito di fantasma. Si alzò per
chiuderla, infilando i piedi nelle pantofole azzurre che le aveva
regalato la madre per Natale. Erano calde e molto morbide, il piede vi
si posava sopra affondando in un soffice cuscino di nuvole.
Portò le dita alla maniglia e la girò, spingendo con una
mano sul vetro freddo. Dietro di esso la notte si espandeva morbida e
indisturbata, calando il proprio manto scuro su ogni cosa.
Nell'oscurità, tra le pieghe di quel grande pezzo di stoffa
uniforme, si potevano veder brillare tanti piccoli puntini bianchi,
alcuni lontani e altri più vicini. Hermione rimase per un
secondo a contemplarli, posando le mani sul davanzale. Lasciò
che quelle piccole lucine fatate la ipnotizzassero con il loro
andirivieni continuo,
seguendone con gli occhi il lampeggiare ininterrotto.
Mia madre desiderava tanto un figlio... mi ha confidato di aver espresso questo desiderio alle stelle. Un giorno,
finalmente, sono nato io.
Scosse la testa, senza però distogliere lo sguardo dal
cielo ammantato. Come sembrava facile risentire ancora la sua voce,
così vicina, quasi lui fosse stato realmente lì, a
parlare di nuovo con lei come facevano un tempo. Com'era facile
ritrovarlo in tante piccole cose, anche solo in un mucchio di punti
luminosi sparsi nel cielo. Sembrava vivere in ogni angolo del mondo,
dal più evidente a quello più nascosto, a quello
più lontano.
Draco...
Si girò, distogliendo gli occhi da quel cielo così
dolorosamente familiare e da quelle luci così piene di
significati e ricordi. Incrociò le braccia al petto, infilando
le mani sotto le braccia per scaldarle, e tornò a sedersi sul
letto, con lo sguardo vuoto fisso davanti a se. Tirò indietro le
coperte, infilandosi nel letto con l'insopportabile sensazione di
sapere che non sarebbe riuscita a prendere sonno tanto facilmente.
...la stella.
Appoggiò la testa sul cuscino e continuò a fissare la
parete scura davanti a se, la mente che difficilmente cercava di
restare ancorata al presente, mentre parte dei suoi pensieri già
volava incontrollabile in posti dove lei non avrebbe voluto ritornare.
Non esiste niente di più potente della luce delle stelle. Loro sono a miliardi e
miliardi di anni luce lontane da noi... eppure anche da qui sono perfettamente
visibili in tutto il loro splendore. La loro luce è così forte che riusciamo a
vederla chiara e limpida persino a questa distanza. Ed è così potente che
permane ancora nello spazio, anche quando la stella è ormai
morta...
Soffocò un singhiozzo, chiudendo gli occhi e stringendosi fra le coperte.
Quanto aveva ragione...
Ciao
a tutte!! Eccomi tornata con il capitolo che tutte aspettavano. Allora,
dunque, cominciamo... non so esattamente cosa vi aspettavate riguardo
al comportamento di Zak, ma io ho sempre avuto di lui la stessa idea
fissa in testa: quella di un ragazzo meschino ed egoista, geloso della
popolarità di Draco che cerca il modo di accaparrarsi il "potere" e
il rispetto di cui il ragazzo è avvolto mettendolo in ridicolo e
facendolo soccombere con le sue stesse mani. In pratica, gli ha
lanciato la scommessa -sapendo che lui non avrebbe potuto non
accettare- allettandolo con il prospetto di ridicolizzare la Granger
che lui tanto odiava, facendo poi in modo che lui la perdesse e non
venisse più visto come il dio onnipotente che tutti credevano,
avendo così la possibilità di prendere il suo posto.
Che
dite, banale? Scontato? E' l'idea che ho sempre avuto da quando ho
cominciato ad ideare questa storia. Infatti ho delineato fin da subito
il personaggio del moro serpeverde come meschino, "uno di cui non ci si
può fidare" come pensa Draco al momento del lancio della sfida. [se solo si fosse ascoltato.. nd]. Ho
trovato che essendo il biondo così popolare e rispettato da tutti, ci
dovesse essere per forza qualcuno ad odiarlo, a non sopportarlo, a
desiderare di vendicarsi e di prendere il suo posto. Spero che non
siate rimaste deluse.
E della reazione di Draco cosa ne pensate? "Pensala come vuoi. Io ho finito, tienitelo pure il tuo onore rubato,
che è l'unica cosa che sarà mai capace di fare di te un
capo" credo
che con questo si sia capito che a Draco ormai dell'onore, del
rispetto, non glie ne importi più nulla- anche perché non ha alcun
bisogno di avere il rispetto di persone vili e incapaci di ragionare
con il proprio cervello come Tiger e Goyle- e che l'unica cosa che gli
stava a cuore era di farla pagare a Zak per quello che aveva fatto. In
più non so se avete notato la sottile critica intrisa nelle sue parole:
"onore rubato" sta a intendere
l'onore guadagnato con l'inganno, sottraendolo a lui, e non quindi per
merito di proprie nobili azioni. Quello che vuole dire insomma è che
l'unica cosa che può fare di lui un capo è quello stesso onore che non
è stato capace di guadagnare onestamente, ma che ha saputo solamente
sottrarre a lui. Se è diventato il capo quindi non è per merito
personale ma grazie al rispetto che ha fatto in modo di levargli.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se praticamente l'angolo autrice ha superato per lunghezza quello della storia =P
Non
posso rispondere a tutte le recensioni, mi dispiace, ma devo studiare
per la versione di greco di domani e sto andando nel panico perché sono
già le sette e non mi ero accorta che fosse così tardi. Ma si sa,
quando l'ispirazione ti prende...
1
bacio a tutte quante, ringrazio in anticipo tutte quelle che
leggeranno, recensiranno o metteranno fra preferiti, più tutte quelle
che mi hanno seguita fedelmente fino ad adesso. Vi ho già detto che non
so cosa farei senza di voi??
vi
adoro
la vostra Vale*
|
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Capitolo 23 *** 23 ***
23
Eccomi tornata con il 23° capitolo. Buona lettura. Ci vediamo giù... ^^
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Seems like just yesterday
You were a part of me
I used
to stand so tall
I used to be so strong
[Sembra soltanto ieri
Tu eri una parte di me
Ero solita
rimanere così fiera
Ero solita essere così forte]
Scese le scale di fretta, stringendo al petto la borsa piena di libri
scolastici che la accompagnava sempre ogni mattina. Ginny, accanto a
lei, chiacchierava di tutto e di niente, come al solito. Soltanto pochi
minuti dopo vennero raggiunte da altri due ragazzi, che si affiancarono
a loro salutandole. Hermione rispose seria e tranquilla, accennando
persino un sorriso. In quel momento svoltarono l'angolo del corridoio e
si diressero verso la porta della Sala Grande.
Draco Malfoy, che stava qualche metro più avanti a loro, li
vide arrivare e immediatamente puntò i suoi occhi grigi su
Hermione. Ma la ragazza non lo degnò di uno sguardo, passandogli
davanti seria e spedita, senza rallentare di un secondo, come se non
l'avesse visto. Lui voltò la testa seguendola con lo sguardo
finché non la vide sparire con la stessa velocità con cui
l'aveva vista arrivare, oltre la porta.
Quel giorno le lezioni ripresero con la stessa impeccabile
regolarità di sempre. Storia della Magia, Incantesimi, Pozioni...
Durante quell'ora il professore ordinò agli studenti di
preparare la pozione polisucco, riunendoli in gruppi di quattro.
Hermione si unì a Ron, Harry e Neville, i quali contavano sempre
su di lei per la buona riuscita del lavoro che "di gruppo" aveva ben
poco.
-Vado a prendere i peli di volpe, voi nel frattempo non fate scoppiare
niente- disse la riccia allontanandosi dal tavolo, lasciandosi alle
spalle le risate degli amici.
Si diresse dritta verso l'armadio dentro al quale Piton aveva messo a
disposizione degli alunni ingenti quantità di peli di volpe, uno
degli animali più facili in cui trasformarsi.
Quando arrivò davanti all'anta dell'armadio e l'aprì fece
scorrere gli occhi sui vari ingredienti, in cerca di quello giusto.
Dietro di lei, il rumore di una sedia che si spostava, mentre un alto
ragazzo biondo dagli algidi occhi grigi puntati sulla sua schiena si
faceva spazio tra i banchi per passare.
Draco le si avvicinò da dietro e per un attimo rivide davanti a
sé la scena di pochi giorni prima, quando l'aveva invitata a
incontrarsi prima dell'orario abituale. Il giorno prima che lei
entrasse per la prima volta nella sua stanza. Il giorno prima che lui
la baciasse per la prima volta. Il giorno prima che tutto iniziasse.
Hermione, davanti a lui, si accorse della sua presenza solo quando
posò gli occhi su un barattolo di vetro, e ci vide il suo
riflesso sopra. Ma non fece nulla.
Draco le si affiancò, fingendo di cercare anche lui qualcosa. Di
sottecchi, le lanciò una breve occhiata, e la vide prendere in
fretta un ciuffo di peli vermigli da una scatola. Con un'improvvisa mossa della
mano, si affrettò a imitarla, andandole a sfiorare appena la
mano con la sua. Lei, sorpresa, ritrasse all'istante, con una strana
espressione in viso. Draco non ci mise molto a capire che l'espressione
adatta era infastidita. Hermione si voltò, pronta ad andarsene, quando lui si allontanò dai ripiani dell'armadio, parandosile davanti.
Lei fece finta di niente e si spostò di lato, per passare. Ma
lui fece lo stesso, bloccandole con un passo anche quel passaggio. A
quel punto Hermione alzò i suoi occhi su di lui, e quando lo
fece il suo sguardo si mostrò come un qualcosa che Draco non
avrebbe mai desiderato rivederci. Non era arrabbiato,
ne ferito. Semplicemente, lo guardò come se fosse
improvvisamente tornata indietro nel tempo. I suoi occhi scuri lo
fissarono infastiditi e scostanti, quasi stesse guardando uno qualunque
che le stesse facendo perdere tempo. Lo guardò come lo guardava
quando ancora erano Hermione Granger e Draco Malfoy. Il principe e la
Mezzosangue. Era tornata a quando si odiavano. Era tornata a quando non
era ancora mai successo nulla fra di loro. Era tornata ad odiarlo.
-Scusa- disse, guardandolo seria e distaccata -Potresti spostarti? Devo passare-
Lui restò a fissarla a bocca aperta, senza sapere che dire.
Allora lei fece un passo di lato come prima e gli passò accanto, superandolo, andandosi a risedere al suo tavolo.
Your arms around me tight
Everything, it felt so right
Unbreakable, like
nothin' could go wrong
[Le tue braccia strette attorno a me
Tutto sembrava così giusto
Infrangibile, come se niente potesse rovinarsi]
-Dove sono Luna e Neville?-
-Non saprei, pensavo che lui stesse con voi-
-No, ha detto che aveva da fare e se n'è andato, ma non è ancora tornato-
-Saranno affari suoi- concluse Ginny con un'alzata di spalle.
In quel momento si trovavano seduti sotto al salice del cortile,
intenti a godere di un po' d'aria fresca prima di riprendere a
studiare.
Hermione, in silenzio, guardava
davanti a se con espressione
indecifrabile, gli occhi dorati scuriti da un'ombra di serietà.
Pensò a lui. A che gioco stava giocando? Perché
continuava a cercarla? Non ne aveva avuto abbastanza? Voleva
parlarle. Perché? Che cosa aveva intenzione di dirle? Non era
soddisfatto del risultato ottenuto e sperava di riconquistarla per
poter concludere il lavoro? Stizzita, si spostò con un gesto
secco un ciuffo ribelle da davanti agli occhi. Se pensava di
ingannarla ancora si sbagliava di grosso. Se pensava che bastasse
qualche parolina dolce, qualche scusa inventata sul momento... ma per
chi l'aveva presa? Con che coraggio poi la chiamava ancora per nome?
Quel nome che per una volta le era sembrato uscire così bene
dalle sue labbra.. ora solo si rendeva conto di quanto fosse sbagliato.
Come aveva potuto cascarci. Come aveva potuto cedergli?
Now I can't breathe
No, I can't sleep
I'm barely hanging on
[Ora non riesco a respirare
No, non riesco a dormire
Faccio fatica ad
andare avanti]
Non poteva credere di stare così male per lui. Non poteva credere di esserci cascata anche lei. Lei. Con
che coraggio si sarebbe guardata d'ora in avanti allo specchio, sapendo
che quelle stesse labbra, che quella stessa pelle erano state toccate
da lui? Sapendo che quelle occhiaie profonde erano dovute al fatto che lei non riusciva a dormire per colpa sua.
Che ogni notte lo rivedeva e, nonostante lo odiasse con tutta l'anima,
non poteva impedirsi di sognare di amarlo. Ogni mattina aprire gli
occhi e tornare alla realtà era una pugnalata allo stomaco, ogni
mattina più forte e dolorosa. Camminare per i corridoi e vederlo
tutti i giorni, vedere i suoi occhi grigi, vedere i suoi capelli
biondi. Vedere e fingere di non guardare, fingere di non accorgersi
della sua presenza, fingere di non venirne continuamente ferita.
Here I am, once again
I'm torn into pieces
can't deny it, can't pretend
[Eccomi qui, ancora una volta
sono spezzata in mille pezzi
non posso negarlo, non posso fingere]
Ma
doveva farlo, era l'unica soluzione. Era la sua piccola vendetta. Aveva
ceduto, e questo non avrebbe potuto negarlo nemmeno a lui. Ma, almeno,
quello che non avrebbe mai fatto, ora come sempre, sarebbe stato
piangere per lui. Non avrebbe versato una sola lacrima in sua presenza,
non gli avrebbe dato questa soddisfazione. Lui non l'avrebbe mai vista piangere.
Just thought you were the one
Broken up, deep inside
[Solo pensavo fossi l'unico
Spezzata, nel profondo]
Aveva
creduto che fosse amore, aveva creduto che fosse quello giusto, che
fosse quello che si provava, che fosse quello ciò che cercava. Ma non
era altro che un'altra menzogna. Aveva dato tutto per lui, aveva
litigato col suo migliore amico, conducendolo persino ad odiarla. Aveva
dimenticato anni di insulti, di sofferenze, di barriere create per
proteggersi, e li aveva lasciati a terra, come un velo, per gettarsi
fra le sue braccia completamente accecata dalla fiducia. E lui l'aveva
lasciata sola, al buio.
But you won't get to see the tears I cry
behind these hazel eyes
[Ma tu non riuscirai a vedere le lacrime che piango
dietro questi occhi nocciola]
Qualcuno bussò.
Draco, sdraiato sul letto con le cuffie nelle orecchie, girò il
capo, e impiegò qualche secondo per risvegliarsi completamente
dal leggero dormiveglia nel quale si era lasciato andare
per tutto il pomeriggio, con quella musica nelle orecchie. Lentamente
spostò lo sguardo dalla parete che stava fissando alla porta,
senza rispondere.
-Dra sono io, posso entrare?-
Draco fissò il legno scuro della porta della sua stanza, esitando. Poi sospirò.
-Avanti-
La porta si aprì, e sulla soglia apparve un alto ragazzo moro dagli inconfondibili occhi azzurri.
Blaise lo guardò in silenzio per qualche secondo, scrutandolo
preoccupato con i suoi scurissimi occhi oceano. Poi sospirando si
staccò dagli stipiti cui era appoggiato e si avvicinò al
letto dell'amico, richiudendosi la porta alle spalle. Draco rimase a
fissarlo in silenzio, inespressivo.
Fuori il tempo non era dei
migliori. Rimasugli del temporale del giorno precedente si allungavano
ancora nel cielo spento oscurandolo, oscurandone la luminosità.
Blaise raggiunse l'amico che se ne stava immobile abbandonato sul
materasso e gli si sedette di fronte, affondando nel baldacchino soffice.
-Ho saputo che hai preso a botte Zak, ieri-
Draco fece spallucce, continuando a fissare davanti a se.
-Se lo meritava- disse soltanto.
Blaise lo scrutò in silenzio, le sopracciglia leggermente aggrottate,
mentre con gli occhi cercava di decifrarne lo sguardo vacuo e inespressivo.
-Io non ne sapevo niente- disse dopo un po', e Draco sapeva a cosa si riferisse.
-A dire il vero, ultimamente non ho passato molto tempo col gruppo.. sono sempre stato con Pansy-
A sentire quel nome lo sguardo del biondo subì un guizzo
istantaneo, e lui si girò finalmente a guardare l'amico in faccia.
-Come sta?- chiese
-Bene, il peggio è passato..- rispose, forzandosi di sorridere -Ora stiamo insieme-
Draco annuì.
-Mi
dispiace per lei. Io...- lasciò che la frase cadesse a
metà, senza terminarla, e spostò nuovamente lo sguardo da
quello dell'amico.
Seguì un lungo istante di silenzio.
Blaise, seduto di fronte a lui, lo scrutò attentamente, cercando
di decifrare dal suo sguardo cosa gli stesse passando per la testa. Osservò i lineamenti del suo viso, il
colorito spento, l'espressione svuotata. In sette lunghi anni di
amicizia, non lo aveva mai
visto così. Sentì una morsa stringergli il petto, al
pensiero che, forse, lui avrebbe potuto evitare tutto questo,
se solo avesse saputo..
-Come stai?- chiese
Lui fece spallucce, senza rispondere.
Il suo viso, vuoto e incolore, sembrava quello di una vecchia
fotografia sbiadita, privo di ogni emozione. Blaise lo osservò a
lungo, abbassando poi lo sguardo sulla coperta verde smeraldo.
-Zak se ne va in giro con una benda sul naso- disse -Dice di essere caduto dalle scale-
Draco non rispose, continuando a guardare davanti a se con gli occhi grigi spenti.
-Nott mi ha raccontato quello che è successo. A quanto pare
nessuno se lo aspettava. E' raro vedere Draco Malfoy prendersela
direttamente con qualcuno. Di solito agisci sempre per interposta
persona-
Draco
si spostò annoiato un ciuffo di capelli biondi dalla fronte, senza dare
l'impressione di stare realmente ascoltando la conversazione. Blaise,
di fronte a lui, lo scrutò, insoddisfatto. I suoi scuri occhi blu
vagarono in quelli grigio tempesta di lui, in cerca di un
qualcosa, un guizzo, un'emozione, un segno che lo aiutasse a
interpretare l'espressione statica del ragazzo. Con la fronte
aggrottata e le labbra strette cercò di penetrare il suo sguardo,
guardandoci attraverso, senza però riuscire nel suo intento. Continuò
così per ancora qualche secondo, sempre più irritato. Dopodiché, sbottò.
-Insomma Draco parla! Reagisci!- esclamò, scuotendolo per un braccio.
-Che cosa dovrei dirti, Blaise?- rispose quello irritato, incenerendolo.
-Qualcosa,
qualsiasi cosa! Agisci! Sono due giorni che non fai altro che
rinchiuderti in stanze vuote senza vedere nessuno, e poi guardati!
Sembri una statua, non ti interessi di niente!-
-E di che cosa dovrei interessarmi, si può sapere?!-
-Di cosa? Di tutto, non te ne importa più niente di quello che
succede là fuori? Dei nostri compagni, di Tiger, di Goyle..-
A sentire quei nomi le labbra del biondino si incurvarono in una smorfia di scherno.
-Tiger?
Goyle? Che cosa precisamente dovrebbe interessarmi di loro? Di tutte le
squallide vite presenti in questa scuola credo di non averne mai vista
una più piatta e insulsa della loro, persino paragonata a quella di
Gazza e della sua stupida gatta-
-Non è quello che intendevo. Ma
dio, Draco, guardati! Sei morto, non ti interessi più di niente. Non te
ne frega nulla di quello che succede al di fuori di questa stanza?-
-No-
-Come?-
-No- ripeté, secco.
Blaise lo guardò a bocca aperta con gli occhi fissi per la sorpresa.
-Che dici?-
-Quello che ho detto-
-Che vuol dire no?! Vuoi dire
che non te ne frega più niente di quello che fanno i nostri
compagni? Di quello che succede quando tu non ci sei?-
-Esatto-
Blaise rimase a fissarlo in silenzio, gli occhi attoniti e aperti per la sorpresa.
Draco,
di fronte a lui, si girò a guardarlo, gli occhi seri e risoluti
finalmente fissi nei suoi, come se di quello che aveva appena detto
volesse dare prova inconfutabile.
Lo sguardo del moro rimase
immobile nel suo, incapace di credere che quello che aveva appena
sentito dire fosse uscito veramente dalla bocca del suo migliore amico.
Gli scuri occhi blu oceano vagarono attenti nei suoi, cercando di
capire se fosse sincero. Poi, quando ciò avvenne, la maschera di
incredulità scivolò piano dal suo sguardo, lasciando il posto ad una
seria e preoccupata, e i lineamenti dapprima tesi per la sorpresa del
suo viso si rilassarono, tornando alla loro piega normale.
-Ma allora.. ti sei veramente...-
Draco
mantenne ancora per qualche secondo lo sguardo dritto in quello
dell'amico, gli occhi grigi fissi nei suoi, poi lo abbassò, portandolo
sullo stretto rettangolino metallico che stringeva fra le dita.
Blaise, dal suo posto, lo scrutò accigliato, studiandone l'espressione.
-Che cosa pensi di fare adesso?- chiese, dopo un attimo di silenzio.
Draco esitò, continuando a fissare le parole scorrere veloci sul mini display illuminato. Poi sospirò.
-Non lo so...-
*
Era sera. Il sole era tramontato e il cielo indaco risplendeva delle prime stelle notturne.
Erano
circa le sei quando sul piatto paesaggio silenzioso un'alta figura
scura attraversò lentamente la pianura morbida, avvicinandosi al
luccichio irregolare delle acque del lago. Le piccole ondine scure
scorrevano lente e silenziose lungo la liscia superficie nera, creando
giochi di cerchi concentrici che si allargavano e si perdevano
incuranti verso la riva. La figura si guardò attorno un paio di volte,
le mani nude affondate nelle tasche dei pantaloni, prima di tirare un
lungo sospiro e sedersi a terra, con le gambe incrociate. In silenzio,
fece correre lo sguardo sullo spazio circostante, sugli alberi alti e
ancora ricoperti di neve che ondeggiavano gentilmente le loro cime
appuntite al ritmo del vento sospirante. Lì, milioni di visioni
celestiali si fecero strada fra le fronde e fra gli arbusti, immagini
di giochi, risate e capelli. Immagini che a tratti scomparivano per poi
riapparire, vivide, come fossero reali. La figura le contemplò in
silenzio, quasi senza respirare, come per paura di interrompere
quell'incantesimo.
Il vento, intorno ad essa, soffiò silenzioso,
appena appena udibile, accarezzandone la schiena ammantata. Passò sopra
gli steli d'erba lasciati scoperti dalla neve, che a causa della
vegetazione folta non era riuscita ad estendere le sue dita candide
dappertutto, sfiorando dolcemente i fiori richiusi e abbracciando i
tronchi scuri degli alberi. Dietro ad uno di essi, si fermò un secondo
più del dovuto a sfiorare una lunga chioma ricciuta, raccolta in una
coda di cavallo. Sfiorò le sue guance infreddolite, la sua pelle
tremante, fino ad incontrare una piccola goccia umida appena sotto il
mento. La creatura tremò, premendo le dita delicate sulla ruvida
corteccia. Gli occhi dorati, chiari come quelle stesse stelle che la
sera prima l'avevano fatti piangere, fissarono a lungo la figura seduta
di spalle, senza tuttavia avere il coraggio di andare a guardare più da
vicino. E il vento passò, così come era arrivato, oltre. Soffiò sulle
foglie verdi e su quelle albine, facendole fremere, mentre ancora la
figura se ne stava seduta lì ferma, senza accorgersi di nulla. E poi si
perse nell'aria, silenzioso e indisturbato, come un fantasma. Un attimo
dopo, dietro al tronco dell'albero, non c'era più nessuno.
Salve a tutte quante! Eccomi qui ^^
Allora, il testo della canzone che ho usato per questo capitolo è Behind these hazel eyes
di Kelly Clarkson. Prima di tutto mi ha colpita il titolo, che mi ha
subito fatto pensare a Hermione. Poi, ascoltando il testo, mi sono
accorta che anche la storia ci azzeccava. E quindi eccolo qui, inserito
in questa fiction prettamente musicale [prima o poi dovrò
decidermi a considerarla una song-fic, e dire che non ne ho mai fatta
una a + capitoli, perchè pensavo di non esserne capace -.-']..
Ringrazio di cuore le 9 che mi hanno commentata e che mi hanno resa così felice con le loro parole e le loro impressioni:
anna96:
mio dio sono commossa... quanti complimenti.. mi sciolgo.. T.T graziee!
sei gentilissima, non sai quanto mi faccia piacere sapere che la mia
storia ti piaccia davvero così tanto *-* mi fa piacere
sapere che quello che creo viene apprezzato, anche se mi dispero
pensando che sia sciocco o banale ^///^ grazie tante, sei un
angelo a sostenermi sempre con parole così carine! spero di non
deluderti mai =) 1 bacione a presto
avril96: eheh sì, anche io se fossi stato in lui l'avrei avadakedavrizzato. Zak attento a tee è_é!! ahah, scusa se non ho aggioranto proprio presto, ma ho fatto quello che ho potuto ^^ dimmi cosa ne pensi di questo capitolo, 1 bacioo
gelb_augen:
ciao!! sai, adesso che ci penso è vero, il pezzo ricorda tanto
la scena di anastasia dove lei distrugge il cosetto di rasputin ^^ ma
non è solo lì che succede, diciamo che è 1 po' una
frase fatta, che si trova in tantissime storie. Come "me la pagherai",
per dirti =) e non è affatto 1 considerazione stupida U.U
nessuna considerazione fatta da un lettore sulla storia di uno
scrittore lo è, a mio avviso. =) spero che continuerai a
lasciarmi altre tue considerazioni in fufuro, sia belle che brutte. le
accetto tutte se sono costruttive! =) 1 bacio e a presto (spero). ciauu
lilycullen:
liliiiiiiiiiii! hihi, nn ci fare caso, sono matta xD sono stra felice
che il capitolo ti sia piaciuto! concordo con te sul fatto che Zak non
sarebbe dovuto uscire vivo dall'incontro con Draco, ma credo che nel
prossimo capitolo anche Blaise gli farà questa domanda, e allora
vedremo cosa risponderà ^^. Nel frattempo spero che tu sia
ancora interessata a leggere la storia, anche dopo la mia luunga
assenza. Ma ormai mi conosci, ed è inutile che ti spieghi che
fra scuola, greco, compiti e altro non ho quasi mai tempo libero no?
ops, l'ho fatto =P beh, tanto meglio. nel caso ti fossi dimenticata
quanto disperata sia la tua povera scrittrice T.T ok, basta fare la
vittima, reagire! spero che il capitolo ti sia piaciuto, apsetto i tuoi
pareri! e ricorda dimmi sempre se c'è qualcosa che non va, che
non quadra, che non funziona, sono pronta ad ascoltare qualsiasi
critica a orecchie aperte! 1 bacio, a presto tadb
Love_doll:
eh, a chi lo dici... aspetta di arrivare in V con l'aoristo! Che te lo
dico a fa.. 1 catastrofe! T.T sono contenta che il capitolo ti sia
piaciuto e che tu non abbia trovato banale il comportamento di Zak. in
effetti, ho faticato non sai quanto a trattenermi fino a questo punto
senza far trapelare minimamente le sue vere intenzioni! spero che anche
questo capitolo sia stato di tuo gradimento. fammi sapere! bacioni
Lyla_sly: oooooh (sospiro meravigliato) *-* ... *me si trasforma in un budino alla fragola* che
bellezza! sono felice di essere riuscita a non deluderti, tanto da
spingerti finalmente a mettere la storia tra preferiti. mi sento come
se avessi appena passato 1 esame =P e sono contenta anche di
essere riuscita nel mio intento, e cioè quello di creare dei
personaggi naturali, reali, convincenti in tutti i loro pregi e
difetti, in tutte le loro reazioni ed emozioni più profonde. Non
volevo creare dei personaggi stereotipati, squadrati, non in una storia
così intrecciata dove spesso mi sono persa persino io senza
più risucirne a trovare il capo e la coda =P spero che la
tua considerazione rimarrà positiva ancora con il procedere
della storia. Se tuttavia dovessi trovare qualcosa che non ti piace,
degli errori, ti prego di farmelo presente! sono felice quando qualcuno
mi fa notare degli sbagli, o qualcosa che non funziona nella storia,
perchè vuol dire che si interessa a quello che scrivo e che
quindi vuole fare qualcosa per aiutarmi a migliorare! ^^
aspetto di sapere cosa ne pensi di questo capitolo, sono curiosaa
=) 1 bacione enorme e grazie ancora
Smemo92:
sì hai ragione, praticamente avevo già detto tutto quello
che c'era da dire xD ma non sono riuscita a trattenerti, avevo
l'impressione di non essere stata molto chiara nel racconto =P ma sai
che anke 1 altra lettrice mi ha detto ke pensava che zak volesse
soffiare hermione da sotto il naso di draco? xD in effetti anche quella
poteva essere un'idea. ma ho preferito ripiegare sul fatto che volesse
acaparrarsi il suo potere, pensando di ferirlo così, mentre
invece l'unica cosa a ferire draco ora, è la perdita per lui
definitiva di hermione. di questo capitolo invece che mi
dici? spero di non averti delusa! mi farai sapere, vero? ^^
bacioni vale
stellabella:
ciao!! wow, forte, sono felice che la mia dramione ti piaccia, e che tu
non la trovi uguale a tante altre che leggi. davvero sono riuscita a
farti piangere?? ... ora sono io ad avere le lacrime agli occhi T.T
grazie, spero che mi farai sapere cosa ne pensi anche x questo
capitolo. a prestissimo, 1 bacio
titty79:
eh eh, me l'hanno detto tutte (ke volevano che draco ammazzasse
letteralmente zak), ma se non l'ha fatto ci sarà 1 motivo.. =)
grazie per i complimenti, fammi sapere cosa ne pensi di questo. baci
Siete mitiche, vi adoro, vi onoro, vi... vi ringrazio =) veramente. con tutto il cuore.
Siete fantastiche.
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Capitolo 24 *** 24 ***
24
* ° * ° * ° * ° * ° * ° * ° * ° * ° * ° * ° * °
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° * ° * ° * ° * ° * ° * °
Aveva seguito il consiglio di Blaise: si era dato una mossa.
Quel pomeriggio ci sarebbe stato l'allenamento di Quidditch e Draco non
poteva mancare. Così, con la divisa indosso e la scopa in mano,
attraversò il campo seguito dai suoi compagni di squadra, che
gli andavano dietro in silenzio. Molti di essi, probabilmente
all'oscuro della vera causa che aveva provocato la rottura del naso di
Zak, se lo guardavano con diffidenza, indecisi sè rivolgergli o no la
parola. L'immagine che il ragazzo aveva lasciato di se prima della sua
temporanea scomparsa dalla circolazione non era certo delle migliori, e
il moro Serpeverde non aveva sicuramente tentato di migliorarla. In
molti nutrivano l'idea che il principe avesse incassato la sconfitta,
ritirandosi dalla circolazione per vergogna, per paura di quello che
gli altri avrebbero potuto dire di lui. Di certo non immaginavano la
vera causa di quel suo distacco. Quando Draco si fermò a centro
campo e si voltò a guardarli in faccia il suo viso non
risultò tuttavia quello di uno sconfitto, nè tanto meno di
qualcuno con il timore di essere giudicato dal prossimo. Nessuno
faticò a rivedere in lui il solito Draco, quello forte e sicuro
di sé, indifferente, quello che non aveva paura di nessuno. I
suoi
occhi grigi erano fermi e impassibili, la testa alta, la schiena
dritta, e se non fosse stato per l'espressione seria che il ragazzo
portava stampata in viso, molti avrebbero quasi potuto immaginare le
sue labbra piegate all'insù nell'immagine di quel famoso ghigno
che per anni aveva caratterizzato lui e il padre.
-Siete pronti?- chiese il Serpeverde guardandoseli uno ad uno come faceva sempre.
Gli altri esitarono un poco, guardandosi gli uni con gli altri indecisi.
Infine risposero.
-Certo, capo-
Draco annuì, abbassò la scopa, e vi montò in groppa.
*
Hermione controllò di avere tutto in borsa e si avviò velocemente alla porta della stanza.
-Vai in biblioteca?- le chiese Ginny guardandola dal letto su cui stava seduta.
-Sì, vuoi venire?-
La rossa parve pensarci un po' su, portandosi un dito sotto al mento.
-Ma sì, va. Ogni tanto si può anche fare- rispose infine sorridendo.
La riccia sorrise e, dopo aver aspettato che l'amica scendesse dal
letto e si infilasse le scarpe, uscì insieme a lei dal
dormitorio, scendendo le scale.
La biblioteca quel giorno era più affollata del solito, e la
grifoncina fu lieta di trovare il tavolo che occupava di solito ancora
libero.
-Vieni- disse all'amica indicandoglielo, e mentre passava
attraverso gli scaffali stracolmi, afferrò un libro al volo
lanciandogli appena un'occhiata.
-Incredibile- disse la rossa sedendosi -Hai imparato a memoria persino il posto dei libri!-
Hermione rise.
-Ma no. Solo che dopo un anno a prendere sempre lo stesso, mi è diventato un gesto automatico- si giustificò.
Ginny la guardò male, come a dire che solo una come lei poteva
finire a questo modo. Hermione, dal canto suo, fece finta di nulla e le
chiese che cosa avesse da studiare.
-Storia della magia- rispose quella, sbuffando sonoramente.
-Beh facile-
-Dì pure noioso- fece lei in risposta, guardandosi attorno per cercare il reparto giusto.
-Terzo scaffale a destra, vicino a Divinazione- disse la riccia guardandola.
Ginny si voltò a guardarla e per un attimo rimase in silenzio.
Poi scosse la testa, alzando gli occhi al cielo e si alzò, senza
però poter trattenere un sorriso.
Hermione riportò lo sguardo davanti a sè e aprì la borsa
per tirarne fuori penna e calamaio. Fuori dalla finestra la giornata
non era ne bella ne brutta. Il sole splendeva alto e il
cielo, fino al giorno prima oscurato dalle nubi del recente temporale,
era ora colorato di un azzurrino tenue e pacifico. Con la coda
dell'occhio intravide una squadra di giocatori in piedi sul campo
sottostante che si preparava ad allenarsi e si ricordò che di
lì a poco ci sarebbe stata la partita Serpeverde-Corvonero.
Chissà quale delle due squadre stava giocando. Non si diede il
pensiero di controllare, ma sistemò sul tavolo il proprio
materiale in attesa di mettersi al lavoro. Mentre aspettava che Ginny
tornasse col proprio libro, appoggiò i gomiti sul tavolo di
legno e accolse il mento del proprio viso sui palmi delle mani. Il
giorno prima, dopo aver studiato, si era seduta sul letto della sua
stanza, guardandosi i piedi, senza sapere cosa fare. Erano le sei, e
quello era il momento in cui di solito andava al lago. Indecisa, era
rimasta ferma a fissarsi le punte delle scarpe per una manciata
interminabile di secondi, pensando se fosse il caso di andare o no.
Aveva paura che la vista di quel luogo scaturisse in lei ricordi troppo
dolorosi per essere sopportati, e non voleva che il suo cuore, ancora
troppo fragile, subisse un colpo come quello. Ma soprattutto, quello
che temeva più di ogni altra cosa, era ciò che avrebbe
potuto trovarci. L'immagine di un ragazzo seduto di spalle sull'erba,
davanti alla vasta distesa piatta di acqua scintillante la colpì
in pieno, facendola fremere. Doveva aspettarselo. Dopotutto, non aveva
detto che quello era anche il suo posto preferito? Che importava se
negli ultimi tempi era stato il loro?
Per lui, probabilmente, non era cambiato nulla. La consapevolezza che
quello stesso terreno un tempo era stato calpestato dai loro piedi,
sfiorato dai loro corpi a volte così vicini.. troppo vicini...
non doveva fargli alcun effetto. Al contrario di lei. Che sciocca...
In quel momento fuori dalla finestra un'indistinta macchia scura
sfrecciò nel cielo poco distante dalla biblioteca. Lei la vide,
con la coda dell'occhio, e, annoiata, spostò di lato la testa
per guardare di cosa si trattasse. E allora lo vide.
Draco volteggiava sopra la sua scopa, guardando dall'alto i suoi
compagni giocare, rimproverandone ogni tanto qualcuno e incoraggiandone
altri perché ci mettessero più grinta. Nott, Millicent e
Pucey si passarono la palla a vicenda avanzando velocemente contro i
Serpeverde avversari e, dopo un ultimo passaggio, tirarono dentro
l'anello e fecero punto. Draco sospirò, passandosi ad occhi
chiusi una mano fra i capelli. Finalmente Pucey era riuscito ad entrare
in sintonia con gli altri due attaccanti. Quando, virando la scopa per
scendere, si voltò inconsapevolmente verso la finestra della
biblioteca e vi lanciò dentro un'occhiata distratta, si
bloccò, come colpito improvvisamente da un fulmine. Lei era
lì. Oltre il vetro.
La riccia lo guardò attraverso la lastra trasparente che li
separava e Draco non poté fare a meno di ricambiare lo sguardo,
rincontrando quei grandi occhi dorati che solo il giorno prima lo
avevano freddato con così tanto distacco. Immobile sulla sua
scopa, sospeso a mezz'aria, restò con gli occhi fissi su quelli
di lei, le labbra schiuse, senza tuttavia riuscire a tirarne fuori un
solo suono. Il tempo attorno a lui sembrò fermarsi e si
sentì come se in quel momento non esistesse più
nient'altro, se non quei meravigliosi occhi dorati che lo
guardavano, vicini, a pochissimi metri di distanza. Con gli sguardi
incatenati, attirati l'un l'altro come fossero stati i due poli opposti
di una calamita, i due ragazzi restarono a fissarsi per un istante che
sembrò interminabile, come se il tempo si fosse fermato in quel
preciso momento, impedendo loro di muoversi e di voltarsi. Draco
sentì il proprio cuore fermarsi, in quel brevissimo istante che
a lui sembrò infinito, e sentì che avrebbe potuto restare
così anche per sempre, sospeso in aria, legato solamente a
quegli occhi dorati che in quei giorni gli erano mancati come l'aria.
Gli occhi grigio tempesta del ragazzo scrutarono quelli caldi e
accoglienti di lei, passando da uno all'altro ripetutamente, come se vi
stesse leggendo all'interno. Li penetrò, entrandoci dentro, come
faceva sempre ogni volta che li guardava, e il suo sguardo fu
così intenso che Hermione sentì un brivido improvviso
percorrerle la schiena, scuotendola. Con un moto di apprensione, la
riccia si scostò dal vetro, riprendendosi, e si girò,
distogliendo velocemente lo sguardo da quello del ragazzo. Draco la vide voltargli le spalle
e in quello stesso istante
poté sentire il peso di un grosso macigno piombargli in mezzo al
petto, mozzandogli il respiro.
In quel momento Ginny tornò, con in mano un libro di Storia della Magia dalla copertina leggermente rovinata.
-Trovato- disse, sedendosi.
Hermione si sforzò di sorridere e si sistemò meglio sulla
sedia, più o meno consapevole che, fuori da quella finestra,
Draco Malfoy la stava ancora fissando.
-Bene- disse, cercando di apparire allegra -Allora possiamo cominciare-
-Direi di sì- sbuffò l'altra, borbottando poi qualcosa di molto simile al prima comincio e prima mi libero da questa tortura.
Hermione aprì il proprio libro alla pagina giusta e
cominciò a leggere, il cuore che ancora cercava di recuperare un
battito cardiaco normale.
Draco Malfoy, ancora sospeso in aria davanti alla finestra della
biblioteca, abbassò gli occhi, ferito. Poi voltò la scopa,
la puntò a terra, e scese.
Il tempo passa
mentre aspetti qualcosa in più
ma non rimette a posto
niente
Se non lo fai tu...
Quel giorno era il 28 Dicembre. Precisamente il quarto giorno che
Hermione incominciò senza il sorriso sulle labbra, senza la
voglia di alzarsi e senza che nella sua mente si profilasse un pensiero
dolce che la invogliasse ad uscire dalla sua camera e annunciarsi al
mondo. E mentre nella scuola il solito chiacchiericcio allegro riempiva
gli angoli dei corridoi, sollevando gli animi degli studenti che si
preparavano ad affrontare un'altra lunga giornata di lezione, lei
camminava lentamente seguita dai suoi amici, sorridendo appena quando
qualcosa la faceva divertire, o quando qualcuno la salutava. Sentiva il
proprio cuore battere lento, metodico, sempre uguale. Ed era inutile
fingere di non farne il paragone a quando, solo qualche giorno prima,
palpitava instancabile e felice, come lo sbattere frenetico delle ali
di una farfalla, euforica e spensierata. Non riusciva a capire se il vuoto
che sentiva dentro di sé era dovuto al fatto che il suo animo
doveva ancora riprendersi del tutto dallo shock provocato dalla
scoperta della scommessa, o se forse quello che gli mancava era un
qualcosa di ben più proibito ed inaccettabile. E quel qualcosa,
sebbene lottasse con tutta se stessa per non ammetterlo, cominciava a
sospettare che fossero un paio di occhi di ghiaccio e una zazzera di
capelli biondi come il grano. Più di una volta, durante la
giornata, si era sorpresa a pensare ai momenti trascorsi insieme, ai
sorrisi, alle battute sarcastiche, al suono delle risate che sembravano
aleggiare ancora nelle sue orecchie. E allora si dava un pizzico sul
braccio, scuoteva la testa e si dava mentalmente della stupida e
dell'ingenua. Ancora adesso, nonostante tutto quello che era successo,
riusciva a ripensare a quei momenti come se fossero veri, e non come il
frutto di una grossa, immensa bugia. Ma era così difficile, per
lei, accettare che tutto quello che aveva vissuto nell'illusione di
essere felice, era stata nient'altro che una finzione? Possibile che
non si rassegnasse, che non capisse che quei sorrisi, che quelle parole
non erano la realtà ma la recita di uno spartito? Possibile che
ripensasse alle battute di lui, alle risposte di lei, senza riuscire a
trattenere un sorriso, subito dopo smorzato e soffocato senza
pietà? Senza rivivere per un attimo quei momenti, e sentire di
nuovo per qualche attimo il proprio cuore prendere vita e battere
forte, come quando lui la teneva stretta fra le sue braccia e la
baciava, o la guardava dall'alto di quei quaranta centimetri sull'erba,
straziandola col suo sguardo liquido e soffiando sulla sua pelle
rosata? La risposta era una sola e, per quanto le dolesse farlo, doveva
ammetterla: sì.
Eppure continuava a resistere, forte e determinata. Continuava ad
andare avanti, a testa alta, ricacciandosi i ricordi alle spalle, ogni
volta che essi facevano capolino dentro di lei, famelici. Continuava a
guardare avanti, gli occhi dorati sicuri e orgogliosi, l'atteggiamento
tranquillo e noncurante di chi finge di non venir colpito da niente e
da nessuno, e se per caso qualche volta lo incontrava nel corridoio, o
in aula, o nella sala dei banchetti, semplicemente faceva finta di non
vederlo, di non accorgersi della sua presenza, di non venirne scossa.
In poche parole: non lo calcolava minimamente.
E di questo Draco finì per accorgersene.
Era appena finita la penultima ora di lezione, e il suono della campana
si disperdeva ancora instancabile lungo i corridoi, accompagnando
l'allegro uscire dalle aule degli studenti, che si preparavano con
animo leggero all'ultima ora, prima di potersi finalmente svagare.
Aveva passato la giornata intera a ripensare a quello sguardo, a quegli
occhi dorati che lo fissavano, così vicini eppure così
lontani... Il tutto era durato appena un attimo, giusto il tempo di
trattenere il respiro, e poi era svanito, come un'allucinazione. Lo
aveva abbandonato, e lui solo sapeva quanto questo gli avesse fatto
male. Quello sguardo, anche se così breve e, in un certo senso,
involontario, lo aveva catturato, come il miele cattura le api, senza
che
lui avesse potuto fare nulla per impedirlo. Guardare dentro quei
profondissimi occhi nocciola, grandi, infiniti, lo aveva fatto sentire
come perso in un mare senza confini, in un deserto senza limiti. E
quando lei lo aveva distolto, slegandolo dal suo e voltandolo,
nascondendoglielo nuovamente alla vista, si era sentito come
risucchiato
fuori da una dimensione senza spazio e senza tempo, risputato fuori da
un vortice, rigettato come un rifiuto nel mondo reale. Ed era stato
orribile. Sospirò, rassegnato. Era inutile, non c'era altra
spiegazione. Quella ragazza lo aveva sconvolto più di quanto
pensasse, e se ne rendeva veramente conto solo adesso che era sparita,
annullando la sua presenza accanto a sé. Quella ragazza lo aveva
manipolato più di quanto avesse creduto possibile, rigirandolo,
mettendo sotto sopra lui e tutto ciò che fino ad allora era
stato il suo mondo. Quella ragazza era stata capace di sconvolgerlo
come nessuna aveva saputo fare, era arrivata dove nessuna era riuscita
ad entrare, ed aveva lasciato dietro di sé un vuoto che nessuna
mai aveva potuto lasciare. Doveva ammetterlo. Quella ragazza gli
mancava.
-Che fai?-
Draco si voltò, fermandosi a metà della lunga scalinata
che portava dalla sala comune alla sua stanza. Sotto di lui, in piedi
davanti al primo gradino, Blaise lo guardava con i suoi scurissimi
occhi azzurri, una mano poggiata sul corrimano di legno.
-Vado in camera, perché?
Blaise lo fissò per una manciata di secondi, in silenzio, tanto
che Draco pensò che non avesse sentito la domanda. Poi, rispose:
-Ti va di parlare?-
Draco lo fissò stupito, esitando per un istante. Ti va di
parlare. Da quanto tempo non sentiva quella frase uscire dalle labbra
del suo migliore amico. Ci pensò, scrutandolo coi suoi chiari
occhi grigio tempesta per una manciata di secondi. Dopodiché
sbuffò, girò sui tacchi e scese.
Blaise aspettò che l'amico lo raggiungesse, fermandosi di fronte a lui, dopodiché
sorrise, fece un passo indietro e gli fece cenno di sedersi su uno dei
divani. Draco obbedì, accomodandosi sul sofà verde vicino
al camino con i piedi appoggiati sul tavolino di fronte. Blaise lo
imitò subito dopo, sedendoglisi davanti.
-Allora- disse, passandosi entrambe le mani dietro la testa e guardandolo in faccia con aria rilassata -Come vanno le cose?-
Draco non riuscì a trattenere un sorriso alla vista dell'amico
che, come sempre, sapeva affrontare gli argomenti più pesanti
nel modo più leggero e noncurante possibile.
-Mah..- rispose -Potrebbero andare meglio-
-Le hai parlato?-
Draco esitò, guardandosi le punte delle scarpe poggiate sul tavolino basso di vetro.
-No-
-Male-
Draco rialzò lo sguardo sull'amico, fulminandolo.
-Bla è impossibile-
-Nulla è impossibile-
-Non mi vuole neanche ascoltare. Mi evita Blaise, lo capisci? Mi e v i
t a- disse, scandendo ben bene l'ultima parola sillaba per sillaba.
-E con ciò?-
-Blaise, sei scemo o cosa?- chiese quello, irritato -Come faccio a
parlarle se nemmeno mi sta a sentire? Oggi per esempio le sono corso
dietro per tutto il corridoio, e credimi, mi ha visto eccome, e quando
stavo per raggiungerla lei, senza dire ne A ne B, senza
neanche girarsi a guardarmi, si è infilata in classe e mi ha
sbattuto la porta in faccia!-
-Fiiiu- fischiò il moro -Che caratterino-
-Blaise- lo ammonì lui, lanciandogli un'occhiataccia.
-Ok ok, seriamente. Beh la faccenda è un tantino complicata-
-Ma no-
-Sicuramente sarà offesa, arrabbiata, irritata-
-Sì, eh lo so Blaise, lo so. E' proprio questo il punto.
Finché lei si comporterà così non riuscirò
mai a scusarmi e a spiegare quello che è successo, e se non lo
faccio lei rimarrà con la convinzione che io l'abbia presa in
giro. E' inutile Blaise, è finita-
-E allora fallo-
-Cosa?-
-Spiegale quello che è successo-
Draco inspirò, chiudendo gli occhi come per trattenersi dal lanciargli una fattura orcovolante addosso.
-Blaise, ti ho appena detto..-
-Che non ti vuole parlare, ok- lo interruppe l'altro senza scomporsi minimamente.
-Ok un corno, come faccio a parlarle se..-
-Io non ho detto che le devi parlare- disse il moro interrompendolo di
nuovo, come se la soluzione fossi così semplice che non capiva
dove ci fosse il problema -Io ho detto di spiegarle quello che è
successo-
-E come..-
-Ci stanno tanti modi per farlo. Inviale una lettera, mandale un gufo,
scrivilo sui muri, qualunque cosa, ma trova il modo di dirglielo-
Draco sbuffò, rigettando la schiena sul divano e scuotendo la
testa, come se di quello che aveva appena sentito non volesse prendere
in considerazione nemmeno una minima parte.
-Sì certo Blaise, le mando una lettera, sai che coraggio-
-Qui non si tratta di coraggio, Dra. Si tratta di farle sapere la
verità. O preferisci che continui a vivere con la convinzione
che tu l'abbia presa in giro per tutto questo tempo?-
-No. Ma..-
-Ovviamente le parlerai. Eccome se lo farai. Ma se lei non ti ascolta,
è inutile continuare ad inseguirla, devi trovare un altro metodo-
-Sì, ma..-
-Tu troverai il modo di dirle la verità. Le spiegherai tutto
quello che è successo, le racconterai ogni cosa, della
scommessa, di Zak e di tutto quello che è accaduto a partire da
quel sabato ad Hogsmeade. La cosa importante è che lei sappia
qual'è la verità. Poi potrà anche essere la
ragazza più offesa e incazzata del mondo, potrà fare la
sostenuta, potrà odiarti con tutta se stessa, ma almeno tu avrai
fatto il tuo dovere, sarai stato sincero, e questo lei non te lo
potrà negare. Solo allora, quando lei sarà a conoscenza
di tutto quello che è successo, potrai provare a parlarle-
-Ma come faccio se lei non vuole saperne niente? Come glie lo dico?-
-Questo lo sai tu- rispose il moro facendo spallucce -Conoscendola..-
Draco restò in silenzio per una lunga manciata di secondi,
le mani intrecciate, lo sguardo che vagava davanti a se come se
stesse leggendo qualcosa, mentre i suoi pensieri si affollavano
disordinatamente come un nugolo di vespe dentro a un vaso di vetro, scalciando e spingendo per
farsi spazio, e per prevalere sugli altri.
-Non mi crederà mai..- sospirò infine, scuotendo la testa.
-Può darsi. Ma almeno le avrai detto la verità- rispose l'altro semplicemente.
Draco lo guardò, continuando a rimanere seduto sul divano, le mani chiuse a pungo poggiate sotto al mento.
-Allora?- chiese il moro alzandosi e facendo un passo verso di lui.
-Non lo so..- rispose lui sospirando -Ci devo pensare-
*
-Ci stai pensando, vero?-
Hermione alzò gli occhi dal libro che stava leggendo e li
puntò sull'immagine della compagna, che la osservava seduta sul
suo letto a pochi metri di distanza.
-Sto leggendo- disse, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Sì, la stessa pagina da almeno mezz'ora-
Hermione non rispose, fissando quelle poche righe sulle quali il suo
sguardo aveva provato e riprovato a concentrarsi senza successo.
-La mia vita non ruota tutta intorno a lui sai- sospirò infine,
chiudendo il tomo e poggiandolo sul letto. Sulla copertina
spiccavano in rilevo le figure di un gruppo di strane creature
animalesche, dai sorrisi inquietanti e le lunghe dita secche e
affusolate.
-Ti manca- disse la rossa, guardandola coi suoi grandi occhi smeraldo che sembravano volerla accarezzare con lo sguardo.
-Che cosa? L'essere presa in giro?-
Ginny non rispose, continuando ad osservarla seria e malinconica.
Hermione si sdraiò e prese a giocherellare stancamente con un
boccolo castano, fissando un punto indefinito davanti a se. L'orologio sopra le loro
teste segnava le sette di sera e fuori il cielo azzurrino aveva
già detto addio al sole per dare il benvenuto alla luna e a
qualche piccola stella che si faceva intravedere sbiadita sul fondo blu
ancora debolmente illuminato.
L'amica sospirò, appoggiando la schiena sulla parete bianca,
continuando a fissarla al di sopra del cuscino di piume che stringeva
fra le braccia.
-Eppure..- disse ad un certo punto -Non riesco a crederci-
-Cosa?-
-Che ti abbia presa in giro-
-Oh sì, che cosa strana fatta da uno come lui- rispose sarcastica la riccia, senza guardarla.
-Sembravi tanto innamorata..-
Hermione si mosse, infastidita da quell'ultima affermazione.
-Che vuol dire sembravo?!-
-Che sembravi felice. Che ti brillavano gli occhi quando parlavi di lui. Che sembrava veramente che steste bene insieme-
-Bene, è un bravo attore. Vogliamo dargli un premio?-
-Non sto dicendo questo- affermò la ragazza fissandola coi suoi liquidi occhi verde smeraldo.
-E' solo che... mi sembra strano-
Hermione stette in silenzio, continuando a rigirarsi fra le dita la ciocca di capelli castani con fare distratto.
-Mi sembra strano che abbia finto di amarti. Non è.. da lui. Di solito le ragazze le usa, non le illude-
-Ginny sveglia, sono Hermione Granger, non poteva usarmi-
-Sì che poteva- ribattè l'altra -Quando stavate ancora insieme. Poteva approfittarne. Che cosa stava aspettando?-
Hermione non rispose, fissando impassibile la spoglia parete bianca di
fronte a se, lasciando la rossa grifondoro ad osservarla, in silenzio.
-Forse che mi innamorassi ancora di più di lui, così da potermi ferire più profondamente- rispose.
La rossa esitò, per nulla convinta. C'era qualcosa che non le
andava giù. Qualcosa che non filava perfettamente con tutto il
resto, qualcosa che non coincideva, che non quadrava. Qualcosa che la
insospettiva. Ricordò le parole dell'amica, quando le aveva
confessato di essersi innamorata di Draco Malfoy, e ricordò il
suo sguardo, i suoi occhi dorati grandi e luminosi come due stelle,
mentre glie lo diceva. E si sentì sempre meno convinta che tutto
ciò potesse essere stato il frutto di una banale scommessa, di
un'insulsa sfida fra amici.
-Forse dovresti ascoltarlo- disse -Forse ha davvero qualcosa di importante da dirti-
La riccia si girò, rannicchiandosi sulle coperte con un braccio
sotto la testa e l'altro piegato davanti a se, dandole la schiena.
-Forse adesso è troppo tardi- mormorò, prima di chiudere gli occhi.
Ciao a tutte!! Ehi, ho fatto presto 'sta volta vero? Sicuramente prima dell'ultima volta.. =P
Ecco il 24° capitolo... mamma mia, la storia si sta facendo più lunga di quanto pensassi xD
Ma non posso che esserne felice, sto letteralmente adorando scriverla,
soprattutto se so che ci sono lettrici fantastiche come voi che mi
seguono e mi sostengono! Grazie di cuore *-* .. Non so proprio cosa
farei senza di voi... *_* <3<3<3
Ringrazio tutte quelle che hanno aggiunto la mia storia fra preferiti e in particolar modo:
anna96
avril96
gelb_augen
lilycullen
Lyla_sly
Smemo92
titty79
per aver recensito.
Scusate se non rispondo a tutte, ma fra compiti e
altro è già un miracolo che abbia aggiornato xD Sappiate
comunque che mi hanno fatto moltissimo piacere, come sempre, e che
è bello sapere che qualcuno apprezza e commenta quello che
scrivi, facendoti sentire che quel che fai in qualche modo è
apprezzato.. vi adoro <3
Rispondo velocemente solo a Lyla_sly,
la quale mi ha fatto notare che Blaise, al contrario di quello che
credevo, è un ragazzo di colore e di conseguenza non ha gli
occhi blu xD Scusatemi, a dire la verità non mi sono molto
bene informata a proposito, e di questo mi pento amaramente. E pensare
che il sesto libro l'ho pure letto, ma in portoghese, per cui il
dettaglio mi deve essere sfuggito =P Inoltre se ci penso, credo che i
caratteri fisici di questo personaggio li abbia presi dalle ff che ho
letto in passato, dove se non ricordo male Blaise era sempre descritto
bianco, moro e con gli occhi "blu oceano". Devo averlo letto
così tante volte da essermene convinta io stessa xD Povera me,
che sbadata. Vi prego di perdonare quest'imperdonabile errore.
Purtroppo ora dovrò continuare a scrivere la storia
raffigurandolo in questo modo, perché non posso fare altrimenti.
Spero che questo dettaglio non dia fastidio a nessuno e mi scuso ancora
per questa mancanza di attenzione. D'ora in poi credo che mi
informerò meglio prima di inserire un personaggio in una mia
storia. Ringrazio Lyla per avermelo fatto notare, e colgo l'occasione
anche per ringraziarla della bellissima recensione-> Sono felice che
la reazione di Hermione ti soddisfi. Sono sempre stata dell'idea che se
la riccia grifondoro è veramente diversa da tutte le ragazze-oca
che vanno dietro a Draco allora anche il suo comportamento sarebbe
dovuto risultare l'opposto delle ragazze che venivano liquidate dal
biondo dopo essere state usate (vd le due bionde a inizio storia).
Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, l'ho riveduto una
quindicina di volte perché non ero mai del tutto soddisfatta di
alcuni punti, finché alla fine mi son detta: ok vale stop. se
cancelli un'altra volta quello che hai scritto ti mozzo le mani e non
importa se le mani sono le mie perché troverò il modo di
mozzarle lo stesso quindi adesso salva e posta, subito! E infatti ecco
qua. Dimmi cosa ne pensi, sai che ci tengo un sacco al tuo parere!
Detto questo, 1 bacio enorme a tutte, mie care lettrici.
Spero che il capitolo vi sia
piaciuto, e spero di potervi risentire presto senza che la scuola
interferisca nuovamente fra me e questa interminabile storia. Non so
precisamente quanto ancora durerà, perché ogni volta mi
dico: sta per finire, e 10 capitoli dopo: cavolo, quanto ci sto
mettendo a farla finire?! xD Non ci fate caso, sono un caso disperato.
Sarà che ogni volta cerco di rendere più reali i tempi
dei fatti, sarà che mi piacciono troppo le vostre recensioni e
so già che mi mancheranno un casino quando tutto questo
sarà finito... sarà quel che sarà. Voi non perdete
la speranza. xD Io vi dico solamente che ormai non [dovrebbe] mancare
molto. A presto spero.
1 bacione VVTTTTTTTTTTTTTB
la vostra Vale*
* ° * ° * ° * ° * ° * ° * ° * ° * ° * ° * ° * °
* ° * ° * ° * ° * ° * ° * ° * ° * °
* ° * ° * ° * ° * ° * ° * ° * ° *
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Capitolo 25 *** 25 ***
25
-Ehi Malfoy-
Draco si voltò a guardare chi lo avesse chiamato, fermandosi in
mezzo al corridoio del primo piano che stava attraversando per
raggiungere la sala dei banchetti in vista della colazione. Un alto
ragazzo robusto e con la testa quasi del tutto rasata gli si
avvicinò correndo, facendosi spazio tra il gruppo di Serpeverdi
che camminava assieme al biondo. Quando gli fu davanti si fermò
e, posandogli una mano sulla spalla, sorrise.
-Grazie per ieri, ho capito come devo giocare. Ti assicuro che in questa partita non fallirò-
Draco abbassò impassibile lo sguardo sulla mano del ragazzo
poggiata sulla propria spalla, dopodiché lo rialzò sul
suo viso che lo guardava allegro e riconoscente.
-Devi solo ricordarti di metterti a destra di Nott- disse semplicemente. Poi sorrise
-Questa partita è nelle nostre mani-
Pucey annuì, felice, dopodiché abbassò lo sguardo e sembrò esitare un attimo, indeciso.
Draco lo guardò con un sopracciglio alzato, aspettando che gli dicesse qualcosa o che lo lasciasse andare.
-Ah, senti...- disse il Serpeverde tornando a guardarlo titubante
-Riguardo a quella scommessa... non era poi tanto importante. Anzi, era
piuttosto stupida. A me non importa se non l'hai vinta. Dopotutto, sai
quante ragazze ci stanno.. L'importante è che tu sia il nostro
capo squadra e ci faccia vincere-
Draco lo fissò per una manciata di secondi in silenzio, mentre
anche altri Serpeverdi si erano fermati ad ascoltare la conversazione,
curiosi. Tra quelli, che li guardavano interessati e incuriositi,
scorse anche il volto di Zac fissarlo impassibile.
-La scommessa dici...- disse a quel punto il biondo rivolgendosi al
moro che gli stava davanti -Sinceramente ho problemi più grandi
adesso. Per esempio rivedere lo schema di gioco. Non ho intenzione di lasciarci stracciare da quei dilettanti-
A quell'affermazione il volto del Serpeverde si illuminò di
soddisfazione e, allontanandosi di un passo dal ragazzo, gli diede una
pacca amichevole sulle spalle.
-Ben detto Malfoy, non vedo l'ora di provarlo. Sono sicuro che li batteremo. Vero ragazzi?-
Al che il gruppo di Serpeverde fermatosi dietro di lui sorrise e
alzò un braccio in segno di assenso, gridando dei "sicuro" e dei
"con Malfoy la vittoria è assicurata".
Draco sorrise soddisfatto e si voltò, riprendendo il cammino.
Dietro di lui, districandosi tra la folla, Zac Barker gli andò
dietro, raggiungendolo pochi secondi dopo.
-Che credi di fare? Solo perché sei capo squadra non vuol dire
che tutti ti rispettino, quindi non atteggiarti tanto da leader che non
ti si addice-
-Atteggiarmi?- rispose Draco alzando un sopracciglio biondo -Io non ho
fatto assolutamente niente. Sono i fatti che parlano da sé-
Zac digrignò i denti e fece per rispondere ma Draco era
già andato avanti, lasciandolo indietro. In quel momento gli
passò accanto il miglior amico del biondo, Blaise Zabini, che a
vedergli quell'espressione dipinta in faccia soffocò una risata,
e, passandogli accanto, disse:
-Per avere il rispetto di tutti non serve soltanto credere di essere il migliore. Bisogna dimostrarlo-
Zac gli lanciò un'occhiata di fuoco che il moro non vide,
avendolo già superato da un pezzo. Dietro di lui, il resto della
combriccola di Serpeverde fece altrettanto, dirigendosi noncurante
verso la porta aperta della Sala Grande. Il moro, rimasto
per ultimo, imprecò a bassa voce e si affrettò e
seguirli dentro, con i pungi stretti lungo i fianchi e l'umore
più nero del livido che la bionda serpe gli aveva lasciato per
ricordo solo qualche giorno prima sul viso.
Hermione si guardò attorno con la fronte aggrottata, in cerca di
qualcuno. Quando poi lo vide, sorrise e fece un gesto con la mano per
farsi vedere.
Harry e Ron emersero dalla folla che si riversava nei corridoi imprecando e spintonando, fino a raggiungerla.
-Che vi ha detto?- chiese la ragazza, riferendosi al fatto che la MacGranitt li avesse fermati a parlare dopo la lezione.
-A dire la verità voleva Ron- rispose Harry
girandosi a guardare l'amico, che aveva un'espressione afflitta dipinta
sul volto.
-Che è successo?-
Il rosso sbuffò, senza tuttavia guardarla negli occhi.
-Dice che mi devo impegnare di più perché non sto andando
bene e se continuo così non sa se riuscirò a superare i
M.A.G.O..-
Hermione lo guardò stupita.
-Sul serio? Merlino, non mi ero accorta che la situazione fosse così tragica!-
Il rosso la fulminò con un'occhiata e lei tossicchiò imbarazzata, cercando di rimediare.
-Sì, cioè, volevo dire.. si fa ancora in tempo a recuperare. Per fortuna ci sono io-
Il rosso le sorrise e lei ricambiò.
-Grazie Herm, non so proprio cosa farei senza di te-
-E' a questo che servono gli amici, no?-
Si accorse solo dopo averla pronunciata che quella frase aveva
comportato una fugace ombra nello sguardo del suo migliore amico, che
abbassò gli occhi e annuì.
-Sì.. è a questo che servono. Gli amici-
Seguì un breve silenzio imbarazzato, nel quale anche Hermione
abbassò lo sguardo ed Harry, accanto ai due, fece girovagare gli
occhi intorno a sé facendo finta di nulla.
-Beh, andiamo?- chiese poi indietreggiando di un passo in direzione dell'aula di Incantesimi.
I due si ripresero all'istante e annuirono, senza guardarsi.
Quel giorno la lezione del professor Vitious fu meno noiosa del solito,
perché trattava di un argomento ricreativo e abbastanza semplice.
-Silenzio ragazzi, silenzio- disse il professore, in piedi come sempre
sulla sedia, battendo con la bacchetta sulla cattedra -Oggi vi
insegnerò un nuovo incantesimo, molto semplice, ma che in futuro
potrebbe tornarvi utile. Si tratta di un incantesimo di trasporto che
permette di trasferire un elemento su un altro elemento per completarlo
e arricchirlo. Ad esempio, per
farvene uno semplice, se volete inviare una cartolina ad un vostro
amico e oltre all'immagine volete allegare anche dei suoni, o degli
odori, basterà che prendiate l'oggetto, in questo caso la
cartolina, e, puntando la bacchetta sull'elemento da unirvi,
pronunciate la formula latum ad rem trasportandolo
sull'oggetto. Vi faccio una dimostrazione- continuò poi
prendendo una foto che ritraeva l'immagine di un fiore
-Questa è una rosa, come vedete- disse facendo scorrere
l'immagine davanti agli occhi degli studenti -Ora, qui- riprese
poggiando sopra la cattedra un vaso fiorito -abbiamo delle rose vere.
Noi vogliamo allegare l'odore originale del fiore alla fotografia, per
cui..- al che tirò fuori la propria bacchetta dalla manica della
veste -Per fare ciò dovrò pronunciare la formula con la
bacchetta puntata sopra le corolle dei fiori e spostare velocemente
l'incantesimo sulla fotografia, mi seguite?-
Gli alunni annuirono, vagamente interessati, osservando il professore
con i visi poggiati sui palmi delle mani. Solo Hermione sembrava
trovare la cosa particolarmente interessante, al punto che zittì
con un gesto della mano Lavanda che aveva cominciato a bisbigliare
all'orecchio della ragazza di fronte. Nulla di insolito, dopotutto.
-Benissimo, state attenti... latum ad rem!-
Dapprima non successe nulla.
Poi attorno alla punta della bacchetta cominciò a formarsi una
sbiadita nuvola trasparente, che si andava addensando sempre di
più. Hermione, seduta dal suo banco, trattenne il respiro. Stava
assorbendo l'odore dei fiori! Quando la nuvola attorno alla bacchetta
fu abbastanza densa il professore si girò velocemente e
puntò la bacchetta contro la fotografia che si illuminò,
tremando, e assorbì tutto il vapore raggruppato attorno alla
punta di essa. Quando l'incantesimo finì l'uomo
posò la bacchetta, prese la fotografia e la annusò,
chiudendo gli occhi. Hermione si sporse sul banco come se anche lei, da
quella distanza, potesse accertarne gli effetti.
-Aaah- sospirò il professore -Assolutamente delizioso!-
Alcuni risero, altri chiesero di poter odorare.
-Certo, ecco, passatevela- rispose Vitious facendo volare la fotografia su un banco della prima fila.
La ragazza che lo occupava la prese fra le mani, la annusò, ed esclamò:
-Profuma davvero! Sembra di annusare un fiore in carne ed ossa-
-Vorrà dire in stelo e petali, signorina- la corresse il professore sorridendo sotto ai baffi.
La cartolina fece velocemente il giro della classe mentre gli studenti, curiosi, aspettavano ansiosi di annusarla.
-Ovviamente questo è l'esempio più semplice che ci sia,
ma l'incantesimo può essere usato per qualsiasi cosa. Si possono
allegare suoni, immagini, addirittura intere atmosfere. Si possono
creare combinazioni di ogni genere, e questo potrebbe tornare utile per
migliorare la comunicazione e l'espressione-
-Pensa- disse Lavanda accanto ad Hermione aspettando di annusare anche
lei l'immagine -Uno potrebbe trasportare del profumo su un vestito per
far sì che non se ne vada, oppure la luce del sole su un
gioiello per farlo brillare anche al buio..-
-Io pensavo di allegare i suoni e gli odori agli appunti di scuola, per
erbologia ad esempio- disse invece Hermione prendendo la fotografia fra
le mani.
Draco, seduto qualche banco più indietro, sbuffò,
annoiato. Baggianate. E lui doveva starsene seduto in classe tutto il
giorno per apprendere quegli insulsi incantesimi da elementari? Scosse
la testa, rifiutandosi di annusare la fotografia. Che totale perdita di
tempo. Con il volto poggiato sul palmo della mano tornò a
concentrarsi sull'oggetto che era stato fonte della sua attenzione
da quando era entrato in classe fino ad allora: i capelli di Hermione,
seduta tre file più avanti.
Dicono che la notte porti consiglio.
Per lui era un'altra cazzata. Non era riuscito a trovare una soluzione
al suo problema e anzi, il dormire gli aveva solamente tolto del tempo
prezioso per riflettere. Per la disperazione, era persino arrivato a
pensare di aspettarla nascosto dietro a un angolo, per poterla
sorprendere da sola e incastrarla, costringendola ad ascoltarlo. Ma non
credeva che la riccia avrebbe gradito particolarmente un'azione del
genere e anzi, temeva che la cosa avrebbe peggiorato solo ulteriormente
la situazione. Sbuffando, si passò una mano fra i capelli
biondi, chiudendo un attimo gli occhi. Intanto il professore si era
ripreso la fotografia e l'aveva rimessa a posto, dando ad ognuno una
foto e un fiore per ripetere singolarmente l'esperimento. Controvoglia,
impugnò la bacchetta e provò come tutti gli altri,
trasferendo l'odore della sua rosa sull'immagine ritratta sul
cartoncino colorato. Ci riuscì subito, al primo tentativo, e
questo gli bastò. Posò la bacchetta, scansò la
fotografia, e tornò a guardarla.
Da quella posizione,
l'unica cosa di lei che riusciva a distinguere con chiarezza erano i
lunghi capelli castani e il profilo del viso, ma questo bastò a
scatenargli dentro un'altra serie di immagini e ricordi. Ogni
movimento, ogni gesto, ogni espressione rievocava in lui il ricordo di
altri gesti, di altre espressioni, di sorrisi, di smorfie, di
sguardi... Rivedeva in ogni cosa che faceva mille altre azioni passate,
nel suo spostarsi un ciuffo da davanti agli occhi il passarsi una mano
fra i capelli in camera sua, quando era venuta per studiare.
Oppure osservava quelle labbra incurvarsi e immaginava che quel sorriso
fosse rivolto a lui, come quelle volte in cui si guardavano di
nascosto, in sala grande, o per i corridoi, e lei riabbassava subito
dopo lo sguardo arrossendo. Senza accorgersene, si lasciò
sfuggire un sospiro sconsolato dalle labbra, spostando poi lo sguardo
di fronte a sè.
Era incredibile. Non gli era mai importato nulla di
nessuna, ogni volta per lui doversele levare dai piedi era una
scocciatura, senza contare che gli toccava sorbirsi puntualmente le
lagne e i piagnistei di quelle povere illuse che ancora cercavano di
fargli cambiare idea o di impietosirlo. E ogni volta liberarsi di loro
era la parte più difficile e noiosa del piantarle, tant'è
che spesso perdeva la pazienza e doveva indurle alle lacrime per far
capire loro il messaggio. Ogni volta era lui che si doveva liberare di
loro, che continuavano a corrergli dietro come cagnolini ammaestrati. E
sta volta no. Sta volta era il contrario. Sta volta lei non lo aveva
pregato, chiedendogli spiegazioni, cercando di convincerlo a restare
insieme. Sta volta no. Sta volta era stata lei ad andarsene e lui a
volerla trattenere. Sta volta era lei ad ignorarlo, a fuggire da lui,
mentre lui cercava di parlarle, di farle cambiare idea. Sta volta, al
di là di tutto, al di là del perché e del come,
sta volta, ad essere lasciato, era lui.
Incredibile. Come le cose a cui non dai nessuna importanza ti ronzino
intorno continuamente, tanto da infastidirti. Mentre quelle a cui tieni
veramente spariscono nel nulla, lasciandoti solo e smarrito, senza un
appiglio, senza sapere più come andare avanti.
Con la mente persa fra i propri pensieri e definitivamente sconnessa da
tutto il resto, ritornò ai giorni passati, a quando era ancora
il Draco Malfoy di sempre, freddo e distaccato. Ritornò a quando
ogni mattina si svegliava con il viso incolore, gli occhi vitrei, lo
sguardo spento. A quando usciva da quella stanza e incontrava i suoi
compagni e le sue giornate scorrevano piatte e monotone, sempre uguali,
senza luce né colore. E ricordò i pomeriggi passati al lago,
ricordò i discorsi e le battute, le grida e le provocazioni, le
risate e l'imbarazzo. Ricordò le scosse lungo la schiena, il
formicolio lungo le dita delle mani, il calore all'altezza del petto e
dello stomaco. E ricordò quelle parole. Tu non lo fai solo perché la odi.
Ora le capiva. Ed era vero.
Non lo faceva
perché la odiava. Lo faceva per se stesso.
Perché aveva finalmente trovato qualcosa, qualcosa che gli
riempisse le giornate, e il tempo che fino ad allora scorreva pigro e
infinitamente uguale, piatto. Lo faceva perché ne aveva bisogno.
Perché sentiva di dover cambiare qualcosa in quella piatta e
insulsa esistenza che si era ritrovato a vivere giorno dopo giorno
senza potersene liberare, senza potersene districare. Ne aveva un
maledetto bisogno. Di uscire dagli schemi. Di fare qualcosa di diverso,
di nuovo, di riempire in qualche modo quel vuoto costante che regnava
dentro di lui, quel vuoto che sembrava destinato a restare tale per il
resto della sua vita, che tante volte si era chiesto se sarebbe mai
riuscito a riempire. Ma non sapeva quanto questo, una volta
accettata quella scommessa, una volta gettatosi in quel vortice, in
quella nuova sfida contro tutti e contro se stesso, si sarebbe
realmente avverato.
Ora, sì.
*
Ora di pranzo. Al tavolo di Grifondoro, seduto al suo solito posto, un
gruppo di ragazzi discuteva concitatamente a proposito dell'imminente festa di fine anno organizzata dalla scuola.
-Di solito organizzano sempre qualcosa di speciale- disse Ginny
esaltata guardandoli con gli occhi che brillavano di eccitazione.
-L'anno scorso hanno fatto entrare anche gli esterni e Fred e George
hanno
fatto esplodere i fuochi d'artificio truccati che si sono infilati pure
dentro la scuola, vi ricordate?- chiese Ron guardandoli infervorato
-E come dimenticare.. ehi, ora che hanno il negozio chissà
quanti congegni nuovi avranno inventato! Sicuramente staranno preparando
qualcosa per il Capodanno-
-Sicuro, e sicuramente sarà qualcosa di ancora più spettacolare del solito, non vedo l'ora di vedere!-
-A chi lo dici, conto i giorni!-
Hermione sorrise alla vista dei propri compagni di casa così su
di
giri e non poté fare a meno di sentirsi un po' più
sollevata a sua volta, dimenticando per un attimo Draco e tutte le sue
preoccupazioni.
La festa era prevista per la sera del 31 di Dicembre ed
era un'occasione che tutti gli studenti di Hogwarts aspettavano con
ansia già dal primo giorno del mese. Ci sarebbero stati balli,
giochi ed effetti magici spettacolari. In quel giorno tutti andavano
vestiti più eleganti del solito e la scuola veniva invasa da un
fasto e da una maestosità che la rendevano ancora più
imponente e incantevole del normale. Hermione ammise a se stessa che
anche lei, come gli altri, non vedeva l'ora di scendere in sala vestita
con qualcosa di diverso dalla solita divisa scolastica e potersi
finalmente divertire senza pensare a compiti o a lezioni da seguire.
Forse, si disse, il destino le era venuto incontro, e l'aveva fatta
capitare in un periodo così pieno di feste e novità per
permetterle di distrarsi e di guarire il prima possibile dalla
delusione d'amore ancora recentissima. Forse, se ci si fosse messa
d'impegno, avrebbe potuto veramente essere felice come mostrava di
essere, e tirare fuori un sorriso autentico, e non l'adesivo falso e
scadente che riservava ai suoi migliori amici per convincerli di star
bene. Forse, sarebbe riuscita a distrarsi, forse avrebbe capito che
c'erano cose più importanti nella vita, forse avrebbe veramente
compreso il significato di quella frase che da giorni continuava a
ripetersi a mente ma di cui faticava ancora a trovare un nesso logico
con la realtà: la vita va avanti. Forse ci sarebbe riuscita. Forse. In quel momento, quella era la sua unica speranza.
Una volta finito di mangiare
il gruppo di Grifondoro si alzò dal
proprio tavolo spolverandosi la divisa con le mani e si diresse
chiacchierando verso l'uscita. Hermione, una delle ultime della fila,
si ritrovò a camminare fianco a fianco con uno dei suoi migliori
amici di sempre, Ron Weasley. Il rosso, alla sua destra, procedeva con
lo sguardo rivolto davanti a sé e i soliti ciuffi rossicci che
gli ricadevano scompostamente davanti al viso. Quando, dopo una
manciata di secondi, si accorse dello sguardo della ragazza puntato su
di sé, si girò a guardarla, sbirciandola coi suoi
chiarissimi occhi azzurri. Lei ricambiò lo sguardo, persa in
chissà quali pensieri, dopodiché gli sorrise. Lui, un po'
titubante, ricambiò, sentendosi subito arrossire. Ma la ragazza
non ci fece caso, o perlomeno, non sembrò dargli peso. Come
invece fecero un paio di algidi occhi di ghiaccio che li avevano
seguiti con
lo sguardo uscire dalla sala. Quando li vide oltrepassare la porta,
Draco poggiò il proprio tovagliolo sul tavolo e si alzò,
con la fronte aggrottata. Si unì così al resto degli
studenti che si riversavano fuori dalla sala chiacchierando e li scorse
qualche metro più avanti, parlare.
-Senti..- disse la ragazza continuando a guardarlo coi suoi caldi occhi
dorati come il miele -Che ne dici se questo pomeriggio ci vediamo,
così ti aiuto a studiare per gli esami?-
Il rosso la guardò allibito, come a non poter credere alle proprie orecchie.
-Davvero?- chiese, stupidamente.
La riccia scoppiò a ridere.
-Certo, Ronald!-
Il rosso sorrise, imbarazzato.
-Beh..ok. Grazie Herm-
-Di niente. Si ritorna ai vecchi tempi-
Rise.
-Già. Solo che prima ti dovevo pregare per farmi aiutare-
-Prima non rischiavi la bocciatura a pochi mesi di distanza dagli esami-
A quelle parole il volto del ragazzo impallidì.
-Già..-
Hermione sorrise, posandogli una mano sul braccio.
-Tranquillo, vedrai che ce la farai-
-Speriamo..-
Qualche metro più dietro di loro, Draco si fermò. Nessuno
se ne accorse, gli studenti gli passarono accanto senza prestargli
la minima attenzione, mentre lui rimase immobile al centro
del corridoio, gli
occhi fissi sui due ragazzi che si allontanavano, lo sguardo puntato
sulla mano di Hermione posata sul braccio di Ron.
Era così
allora. Hermione e Weasley avevano fatto pace. Erano tornati amici. Lei
lo aveva perdonato. Con un nodo alla gola li sentì darsi
appuntamento per studiare insieme, quello stesso pomeriggio. L'ultima
cosa che vide prima che sparissero oltre le figure degli altri studenti
fu il sorriso che si scambiarono, prima di prendersi a braccetto e
svoltare l'angolo insieme. Proprio come ai vecchi tempi.
Con una strana morsa allo stomaco e una punta di rabbia viva negli
occhi, Draco abbassò lo sguardo, stringendo i pugni lungo i
fianchi. Dopodiché voltò i tacchi, cambiò
direzione, e si precipitò fuori dalla scuola.
*
Il rumore delle acque del lago che si perdevano lungo la sua distesa
piatta e quieta si disperse nell'aria, placido e sereno. Il sole ne
illuminava appena la superficie, filtrando tra i rami verdi quasi del
tutto innevati e le foglie che ondeggiavano al vento.
Draco, sdraiato sull'erba con gli occhi chiusi, si godeva lo
sciacquettare dell'acqua e l'aria fresca sulla pelle, le cuffie nelle
orecchie e il tocco delicato dell'erba che gli solleticava la pelle del
collo. Il suo viso, visto dall'esterno sembrava rilassato e tranquillo
come quello di un bambino, mentre dentro la sua testa i pensieri erano
confusi e problematici come quelli di un adulto.
Tante parole, fitte e aggrovigliate come un gomitolo di lana infinita
si agitavano fra le fila della sua mente, sciogliendosi e riannodandosi
continuamente. Si passò una mano fra i capelli, sospirando.
Prepotente, l'immagine di Hermione e del rosso che si allontanavano a
braccetto, sorridendosi, riemerse dal turbine di pensieri, vivida e
scottante. Subito seguita dal viso di Hermione, felice, che sorrideva
al ragazzo, mentre gli posava una mano sul braccio e lo invitata a
studiare insieme. Strinse i pugni, serrando le labbra con forza. Ecco
com'era finita. Era tornato tutto come un tempo. Esattamente come un
tempo. Loro due amici. Lei che lo aiutava coi compiti. Lui
inevitabilmente innamorato di lei. E poi lui, che non era più
nessuno. E rimaneva a guardare nascosto dietro un angolo, senza poter
far niente. Si irrigidì, stringendo la presa delle dita tanto da
far sbiancare le nocche pallide. Alzò una mano e strappò
un ciuffo di erba tenera, facendola poi ricadere a terra, disperdendo
gli steli nell'aria. No. Non poteva andare così. Non lo
accettava. La ragazza che tornava dal suo migliore amico e ci si
metteva. Dimenticando il ragazzo che l'aveva ingannata e fatta
soffrire. Dimenticando tutto. No. Lui non lo accettava. Non lo avrebbe
permesso. Mai.
Con uno scatto secco del corpo si alzò a sedere, fissando con
gli occhi grigi l'acqua di fronte a sé. Basta, era arrivato il
momento di fare qualcosa. Non c'era più tempo da perdere. Non
gli interessava parlarle di persona. Se questo non era possibile allora
avrebbe agito diversamente. Le avrebbe mandato una lettera, se questo
sarebbe servito a qualcosa. Non glie ne fregava un accidenti se
preferiva chiarire le situazioni di persona, se mandare una lettera non
sarebbe stato come parlare faccia a faccia. In quel momento lei stava
rinchiusa in una stanza chissà dove all'interno della scuola con
Weasley. E, per quanto ne sapeva, potevano benissimo star facendo tutto
tranne che studiare. Aveva deciso di dimenticarlo? Aveva deciso di
ripiegare su Weasley? Bene, non aveva ancora fatto i conti con lui. Se
pensava di potersela cavare così, si sbagliava di grosso. Lui
non l'avrebbe lasciata andare tanto facilmente. Aggottò la
fronte, ascoltando le parole della canzone che in quel momento gli
stava risuonando nelle orecchie, ricordando quelle della ragazza, la prima volta che glie l'aveva fatta ascoltare.
Stasera sei lontana
Mentre io penso a te
Eppure sei vicina a me
Non chiedermi perché
Sarà
che mi hai cambiato la vita
Sembra ieri
Eppure mi hai cambiato la vita
-Malfoy come al solito tu non
capisci niente! Questo ragazzo è romanticissimo!!-
-E' uno smidollato! Ci sono tanti modi
per corteggiare una ragazza, questo è assolutamente il più
insulso!-
-Lui non
la sta corteggiando, l'ha persa e adesso sta cercando di farle capire che per
lui è importante, tanto da avergli cambiato la vita!-
All'improvviso, una lampadina si accese nel suo cervello, illuminandolo.
L'ha persa, e adesso sta cercando di farle capire che per lui è importante...
Trattenne il respiro.
Tanto da averle cambiato la vita
Ma certo! Come aveva fatto a non pensarci?!
Di colpo, si alzò dall'erba, si spolverò frettolosamente
i pantaloni e si precipitò su per la collinetta, diretto a
scuola.
Che stupido. Aveva passato giornate intere a trastullarsi senza sapere
cosa fare quando la soluzione era sempre stata lì, sotto al suo
naso.
Sta cercando di farle capire che per lui è importante...
Devi dirle la verità...
Corse attraverso i cespugli, oltrepassò la siepe che
separava il lago dalla foresta e imboccò correndo il sentiero
che riportava alla scuola.
Le spiegherai tutto quello che è successo, le racconterai ogni cosa, della
scommessa, di Zac e di tutto quello che è accaduto a partire da quel sabato ad
Hogsmeade.
Scavalcò un ramo caduto per terra e a momenti quasi inciampò.
La cosa importante è che lei sappia qual'è la verità. Poi potrà anche
essere la ragazza più offesa e incazzata del mondo, potrà fare la sostenuta,
potrà odiarti con tutta se stessa, ma almeno tu avrai fatto il tuo dovere, sarai
stato sincero, e questo lei non te lo potrà negare.
Aprì il possente portone di legno intarsiato e ci si
precipitò dentro, lasciando che gli si richiudesse alle spalle
con un tonfo. Senza curarsi di controllare che ci fosse qualcuno nei
dintorni, come faceva abitualmente ogni volta che andava e tornava dal
lago, filò dritto sotto ai portici che circondavano il cortile e
sbucò in un corridoio illuminato.
-Ma come faccio se lei non vuole saperne niente? Come glie lo dico?-
-Questo lo sai tu. Conoscendola..-
Annuì, scendendo le scale di corsa. Sì. La
conosceva. E adesso sapeva cosa fare. Con la mente invasa da una nuova
speranza e un sorriso sulle labbra attraversò velocemente i
sotterranei e sparì oltre l'angolo seguito dal mantello svolazzante.
Innanzitutto, buona Pasqua a tutti!!
Vorrei dedicare questo spazio a tutte quelle persone che, a causa del terremoto, hanno perso casa, amici, cari e.. la vita.
So
che le mie parole sono inutili e banali, perché mentre la gente
moriva e lottava per salvarsi io dormivo, e quando mio padre è
venuto a svegliarmi nel mezzo della notte mi è bastato mettermi
sotto alla porta per qualche minuto ed era già tutto a posto. Ma
ho deciso comunque di spenderle, queste inutili parole, per dire a
tutti coloro che hanno amici o parenti che hanno vissuto questa brutta
esperienza che questo capitolo è dedicato a loro, perché
non faccio altro che pensare al terremoto da quella notte del 6 aprile
e perché spero che la situazione non si aggravi. Spero che
nessuna delle mie lettrici- alle quali, anche senza conoscerle, mi sono
in qualche modo affezionata- abbia vissuto in prima persona
quell'esperienza, e spero la stessa cosa per i cari e i conoscenti di
ognuna di esse.
Ragazze,
spero stiate tutte bene e spero che questo capitolo, per quanto insulso
e senza alcuna importanza, contribuisca a distrarvi e a tirarvi un po'
+ su il morale.
Ringrazio di cuore tutte quelle che hanno recensito il capitolo precedente:
erigre:
ciao nuova lettrice! eheh già, la storia sta finendo.. ma
tranquilla, durerà ancora qualche capitolo^^ sono felice che ti
piaccia così tanto, spero che anche questo cap sia stato di tuo
gradimento! fammi sapere, 1 bacio!
gelb_augen:
eh sì, Blaise è proprio di colore, ma sai 1 cosa? sono
andata a controllare la sua scheda d'identità su wikipedia e
anche lì dice che ha gli occhi azzurri! :S esisteranno per caso
ragazzi di colore con gli occhi chiari?? se sì voglio
conoscerliiiii =P vabbè, a parte gli scherzi.. anch'io ero
convinta che i Serpeverde essendo razzisti non potessero sopportare
neanche quelli di colore.. ma la sai 1 cosa? questa cosa mi ha dato lo
spunto per una nuova fic che forse scriverò una volta finita
questa e l'altra che sto scrivendo in contemporanea -> ~Changing
[a proposito, se qualcuno volesse fare un salto a dare 1
occhiatina...^^]! sono felice che il cap precedente ti sia piaciuto,
fammi sapere cosa ne pensi di questo! 1 bacione
lilycullen:
hh tranqui, non preoccuparti x il ritardo, capita^^ incastrare Herm in
un bagno e lanciarle un incantesimo per non farla scappare? xD davvero
molto originale, infatti l'ho messa fra le fantasie di Draco, ma poi ho
pensato che fosse meglio usare metodi 1 po' +.. ehm.. cristiani xD Non
so se si è capito già da questo cap cosa farà. Mi
spiace aver interrotto così il cap e lasciarti in sospeso, ma
l'ho fatto perché altrimenti sarebbe divenuto chilometrico e poi
xchè, lo ammetto, amo tenere i lettori sulle spine =P
*mefalarisatasadica* beh, tornando a noi... gli occhi dorati di
herm? sì, anche quelli sono una leggenda è vero. ma io
l'ho fatto più che altro come.. licenza poetica =P so benissimo
che li ha castani, infatti forse (non ricordo sinceramente =P) qualche
volta li ho definiti semplicemente così. ma mi piace descriverli
in questo modo, lo uso come similitudine per indicare il loro colore
caldo e chiaro, un po' come il miele. Beh, basta ciarlare, passiamo a
cose serie. Che mi dici di questo cap? spero ti sia piaciuto anche se
ancora Draco non è passato propriamente all'azione. aspetto di
sapere cosa ne pensi e ti mando 1 bacio. a presto!
Lyla_sly:
non sai l'ultima! anche su wikipedia dicono che Blaise ha gli occhi
azzurri!! secondo te esistono ragazzi di colore con gli occhi chiari?
=P se sì me li devono far conoscere! ^^ xD tornando a noi...
come vedi anche questo cap è privo di fatti "salienti" come li
chiami tu, in effetti pensavo di far succedere più cose, ma poi
mi sono resa conto che forse lo stavo facendo troppo lungo e veniva
meglio spezzato in 2. I'm sorry, dovrai aspettare il prox cap x vedere
Draco all'opera. ti avverto però che i prox cap non saranno +
pieni di azione come li erano all'inizio, perché si
baserà tutto sull'eventualità che herm perdoni draco
oppure no. ma non aggiungo altro, il resto lo scoprirai leggendo^^ sono
felice comunque che i miei capitoli ti piacciano lo stesso, anche senza
sconvolgimenti e fuochi d'artificio. questo vuol dire che ti piace come
scrivo il che è un buon segno, e che riesco comunque a tenere un
minimo vivo l'interesse anche senza narrare fatti epici xD Troppi
complimenti dici? naaa xD scherzo.. mi hanno fatto 1 sacco piacere,
soprattutto se dici che di solito non ti spendi tanto in questo genere
di commenti quando recensisci le storie. sono stra lusingata! anche se
non credo di meritarli tutti.. sei troppo buona *-* grazie!!
spero che mi farai sapere anche di questo cap... mi disp, so che ti
aspettavi già una soluzione al problema di Draco ed Herm, ma
devi sapere che io, malata di mente quale sono, non sono capace di fare
cose semplici, ma anzi, nelle difficoltà ci sguazzo a
meraviglia! quindi non aspettarti che la situazione si risolva
all'improvviso con un colpo di bacchetta!^^ Ci vorrà tempo e
pazienza... anche se teoricamente max 4 capitoli e dovrei aver finito
T.T vedrò quello che posso fare per non lasciarti delusa =) 1
bacione, fammi sapere! a presto
Smemo92:
hai ragione, sono entrambi scossi per vedere con oggettività e
razionalità tutta questa faccenda. A Draco è servito
vedere Hermione di nuovo in compagnia di Weasley per darsi una
svegliata xD Infatti ora seguirà il consiglio di Blaise..
ma in un modo un po' particolare.. che si vedrà nel prox
capitolo =P sono felice che il precedente ti sia piaciuto e spero
che sia così anche per questo. sono curiosa di saperlo! ^^ 1
bacione a presto
Ed
ora, prima di lasciarvi, ringrazio di cuore anche tutte quelle che
leggono ma non recensiscono e che ogni volta aggiungono la mia storia
fra preferiti. E naturalmente anche quelle che leggeranno e
recensiranno questo capitolo!
A TUTTE LE LETTRICI:
Però- c'è sempre un però- prima di andarmene, devo farvi una confessione...
[ahi, e adesso che cos'altro avrà da dire? ma non la finisce mai di rompere?? nda lettrici]
[Scusate, cercherò di essere breve.. *me si fa piccola piccola*]
Allora...
So che molte di voi aspettano con ansia il momento in cui Draco
dirà la verità ad Hermione e lei lo perdonerà...
so che ad ogni capitolo sperate che sia quello giusto, così da
poter tirare un lungo sospiro di sollievo e poter chiudere il pc con
l'animo più leggero... ma devo farvi una confessione.
Sinceramente, non ho ancora ben chiaro come farò finire questa
storia, anche se ce la sto mettendo tutta e so che alla fine la
farò finire bene.
Non ho mai amato i lieto fine strappalacrime, pomposi ed esageratamente
sdolcinati. Ho sempre prediletto quelli un po' più sobri,
discreti, senza fuochi d'artificio... ambigui. Ambigui? e che
significa? vi chiederete. Beh, significa uno di quei finali dove non
viene esplicitamente detto quello che accadrà, ma lo si lascia
immaginare. Uno di quei lieto fine dove non ci scappa il bacio finale,
come nelle favole, ma un qualcosa di dolce, di romantico, che lasci
intuire senza farlo del tutto trasparire il futuro. Una sorta di "tutto
è possibile". Come quando uno dice: mi vuoi sposare? e l'altra
invece di dire sì o no sorride e gli getta le braccia al collo,
per farvi un esempio. Non so se mi sono ben spiegata...
Tutto
questo per prepararvi moralmente e per dirvi che non farò finire
questa storia come una favola, che di fiabesco non ha mai avuto
assolutamente nulla, ma che lascerò che tutto si svolga come
immagino si svolgerebbe nella realtà. Perché anche se amo
scrivere fantasy, ed è effettivamente quello che ho fatto,
decidendo di scrivere su Harry Potter, esigo sempre nelle mie storie
che i fatti e i personaggi siano il più realistici possibile, e
non marionette senza vita a cui poter decidere di far fare qualunque
cosa, anche la più inverosimile. Voglio che i miei personaggi
abbiano reazioni vere, come persone vere, e non inscenino scenette
mielose e sdolcinate solo perché è così che deve
finire tutto quanto. Dopotutto, non avrei scelto di scrivere una
Draco/Herm se avessi voluto scrivere qualcosa di sdolcinato, no? =P
Spero
che non rimarrete deluse, volevo solo dirlo, nel caso qualcuna di voi
avesse sperato ancora in qualcosa di estremamente romantico o
strappalacrime.
Tutto questo ovviamente non vuol dire che non scriverò un finale decente, sia chiaro!
*me si ringalluzzisce*
Farò
di tutto perché vada a finire tutto per il meglio, perché
Draco si faccia perdonare, parli con Herm e lei agisca come tutte voi
sperate che faccia!
Quindi, no more tears, su con la vita, continuate a sperare!
Dopotutto, sono anch'io un'inguaribile romanticona... ^^
<3
bacioni
la vostra vale*
|
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Capitolo 26 *** 26 ***
26
-E' giusto?- chiese, sbirciandola
esitante da sopra la pergamena scarabocchiata che aveva sotto al naso.
Lei si sporse, facendo leva sul tavolo coi gomiti e si affacciò sopra di
lui, socchiudendo gli occhi per leggere.
-Ottimo- annuì poi, sorridendo.
Ron fece lo stesso, concentrato, e tornò a scrivere, la penna
stretta tra le dita e la schiena curva, piegata su quel compito di Erbologia su cui stava lavorando ormai da due ore buone.
Hermione, seduta accanto a lui, sorrise, riappoggiando la schiena sulla
sedia e accavallando le gambe, mentre con gli occhi osservava il suo
migliore amico impegnarsi forse per la prima volta seriamente.
Erano le cinque passate, il cielo aveva già cominciato a
tingersi dei caldi colori del tramonto, imporporandosi di
tonalità rosee e pesca, e la sala comune di Grifondoro, ad
eccezione di loro soli, era deserta.
L'orologio appoggiato alla parete ticchettava ritmicamente, a bassa
voce, e scandiva il tempo che i due giovani ragazzi passavano seduti a
quel tavolo, sotto la finestra, senza parlare.
Dopo molti e innumerevoli di quei rintocchi, circa mezz'ora dopo, il
ragazzo ricurvo su se stesso alzò la testa, stiracchiandosi, e
tornò finalmente ad erigersi in posizione eretta, i folti
capelli rossi spettinati a causa delle innumerevoli volte in cui ci
aveva fatto passare le dita attraverso sbuffando.
-Finito!- soffiò, stremato.
Hermione sorrise, sfilandogli il tema da davanti. Fece scorrere
veloci gli occhi su quelle righe scarabocchiate, storte e intervallate
a tratti da spietate cancellature, e infine annuì, soddisfatta,
alzando lo sguardo su di lui.
-Perfetto Ronald, ce l'hai fatta-
Il rosso sospirò scivolando sulla sedia e diede un sonoro sbadiglio senza preoccuparsi di coprire la bocca.
-Mio dio- esordì poi, chiudendo gli occhi e poggiando mollemente
le mani sulle gambe -Dopo questa, campo per i prossimi tre mesi-
-Io non ci giurerei- ribatté lei, ghignando.
-Scherzi?- fece lui riaprendo gli occhi azzurri e puntandoli sul suo
volto sorridente -Io una versione del genere l'avrei fatta in due anni-
-Ma se l'hai appena finita dopo sole due ore-
-Solo?!- ribatté lui, storcendo il naso -In queste due ore avrei
potuto fare un sacco di altre cose, come per esempio sdraiarmi sul
letto e iniziare a contare le pecore, oppure ripetere a memoria i nomi
di tutti i giocatori di Quidditch del 78, è difficile anche quello, che
ti credi?-
Hermione alzò gli occhi al cielo, senza però riuscire a trattenere un sorriso.
-Vai va, vai a contare le pecore. In fondo, oggi te lo meriti-
-Sul serio?- scattò lui, balzando a sedere, guardandola coi
grandi occhi azzurri che brillavano di speranza -Abbiamo finito
davvero? Per oggi basta così?-
-Ovvio- rispose lei, inarcando un sopracciglio -Non sono mica un mostro, che credi?! Anch'io ho bisogno di una pausa ogni tan..-
Ma non fece neanche in tempo a finire di pronunciare la frase che si
ritrovò assalita dall'abbraccio più stritolante del
mondo, con la voce del suo migliore amico che continuava a ripeterle
grazie e sei la migliore
all'orecchio. Arrossì, stupita, e aspettò qualche
secondo, prima di passargli a sua volta le braccia attorno al corpo,
dopo tanto tempo.
Una manciata di secondi più tardi il ragazzo la lasciò,
scostandosi da lei con il volto lentigginoso appena un po' arrossato.
-Ehm, scusa- disse, avvampando.
-Figurati- rispose lei, sorridendo -Per qualche costola rotta, che vuoi che sia-
Il ragazzo scoppiò a ridere, strappando una risata pure a lei.
-Grazie Herm- disse poi, tornando a guardarla -per tutto quello che fai. Non.. me lo meriterei-
Hermione fece per ribattere ma lui la precedette -Mi sono comportato
molto male negli ultimi tempi, lo so. Mi dispiace. Non sono stato molto
gentile-
-Ron, ne abbiamo già parlato. E' tutto a posto-
-Sì, lo è. Però voglio essere sicuro che tu non
abbia più a preoccuparti di me. Saprò stare al mio posto.
Non ti ferirò più con la mia stupidità. In fondo,
chi sono io per permettermi di avere alcun controllo su di te?-
-Ma Ron..-
-Shh- fece lui, poggiandole una mano sulla spalla.
-Tranquilla Herm, so quel che dico. E sono convinto che non sarai
più costretta a odiarmi per colpa mia. Sono contento che tu sia
riuscita a perdonarmi. Un'altra persona.. non sono poi tanto sicuro che
avrebbe fatto altrettanto-
Hermione restò a guardarlo a bocca aperta, gli occhi dorati e stupiti puntati nei suoi, senza parole.
-Oh, Ron..- sussurrò poi, alzandosi in piedi.
Dopodiché fece un passo avanti e lo abbracciò, tuffando il viso sulla sua spalla, vicino all'orecchio.
-Ti voglio bene- mormorò, stringendolo forte.
Ron la abbracciò a sua volta, facendo passare le braccia sulla
sua vita sottile, attento a non stringerla troppo, per paura di ferirla.
-Anch'io Herm.. anch'io- Molto più di quanto immagini.
Nel momento in cui aprì la porta, capì che la stanza
era vuota.
La finestra, posizionata direttamente sulla parete opposta,
illuminava dolcemente il pavimento deserto della camera, interrotto
solamente da un paio di stivali marroni e qualche calzino che spuntava
birichino da sotto il letto.
Capì subito che Ginny doveva essere uscita, magari con Harry, o con Luna, e che non sarebbe tornata tardi, vista l'ora.
Sospirando, si richiuse la porta alle spalle, e sfilò la bretella della borsa che portava a tracolla dal braccio.
Camminò lentamente, facendo scorrere gli occhi sulla camera,
sugli oggetti che ospitava, per la maggior parte appartenenti alla
compagna, dato che i suoi erano quasi tutti in ordine dentro ad armadio
e cassetti. L'orologio, appeso alla parete, segnava le sei, e la
guardava dall'alto in silenzio, pacato, come quasi potesse vederla e
sorriderle, per salutarla.
Appoggiati sopra alla scrivania un calamaio e una penna ormai quasi del
tutto sporca e incrostata giacevano abbandonati su un foglio, dove una
scrittura tonda e frettolosa diceva "sono andata a fare un giro, torno presto. Baci, Gin".
Sorrise, sollevando il foglio e lanciò un'occhiata oltre la finestra, dove il cielo splendeva sereno e pacifico.
Poi, tornò a poggiare la borsa dei libri sul letto, cullata
dalla dolce familiarità che sentiva aleggiare attorno a
sé, quasi come se la vita le sorridesse, dopo giorni, e la
riportasse pian piano alla normalità, alla ragazza serena e senza problemi che era sempre stata.
Non lo aveva creduto possibile, eppure era successo.
Poco a poco, un passo alla volta, tutto si era aggiustato.
Ogni cosa, anche la più piccola, era tornata al suo posto. Era
tornata come era sempre stata, serena, senza stravolgimenti. Lei e Ron
avevano fatto pace. Si erano chiariti, lui le aveva chiesto scusa e lei
era riuscita a perdonarlo. Adesso erano di nuovo tutti insieme, come
una volta, e questo le bastava. Non aveva bisogno d'altro, davvero.
Con il tallone, fece scivolare la scarpa dal piede, scalciandola poi
dietro di sé. Si tolse la cravatta, slacciò i primi
bottoni della camicetta e si passò una mano fra i capelli.
Si voltò, decisa ad andare a farsi un bel bagno caldo per
rilassarsi, quando per poco cadde, per lo spavento.
Fuori dalla finestra, appoggiato al cornicione di pietra, un
candido rapace dai grandi occhi scarlatti la fissava, al di là
del vetro.
Deglutì, ancora con la mano sul cuore e chiuse gli occhi,
credendo di avere un'allucinazione. Poi li riaprì, sbattendo un
paio di volte le palpebre per mettere a fuoco l'immagine e socchiuse la
bocca, incapace di credere ai proprio occhi.
Impossibile.
Fece un passo avanti, il fiato sospeso e gli occhi sgranati, e si avvicinò.
Il rapace rimase immobile, fissandola con quegli scurissimi occhi rossi, come se avesse tutta la pazienza del mondo.
Era piccolo, dal piumaggio soffice e immacolato, bianco come la neve.
Il becco, ricurvo e affilato, dimostrava quanto la creatura fosse ben
trattata dai padroni, mentre ai lati, grandi, due tondi tizzoni ardenti
spiccavano sul piumaggio, come una macchia di sangue su un telo
immacolato.
Non c'erano dubbi. Aveva visto solo una volta una creatura del genere.
Turbata, sbirciò oltre il vetro, senza tuttavia aprire, per capire cosa ci potesse mai fare quel gufo davanti alla sua finestra.
Legata a una delle due zampette, arrotolata come un papiro, c'era una lettera.
Strinse le labbra, allontanandosi improvvisamente e aggrottò la
fronte, continuando a osservare il rapace appollaiato oltre i vetri
illuminati.
Una lettera. Sua. Per lei.
Arricciò la bocca, aggrottando la fronte, e si voltò,
camminando con decisione fino al bagno, senza più voltarsi.
Fece il suo bel bagno caldo, con tanto di schiuma e sali profumati. Si
pettinò i capelli, passandoci anche un unguento speciale per
renderli più soffici e si lavò i denti, il tutto con la
massima calma.
Quando riaprì la porta, pensando di cambiarsi d'abito,
presupponeva già che il gufo se ne fosse andato, dato che il
messaggio che gli aveva lanciato era stato piuttosto chiaro. Eppure,
quando rientrò nella propria stanza, si stupì, notando
che l'uccello era ancora lì, davanti la finestra, fermo immobile
nella stessa posizione in cui lo aveva lasciato, circa mezz'ora prima.
Strinse i denti, irritata, e si voltò di nuovo, cercando i vestiti da indossare.
Stupido uccellaccio, pensò fra sé. Sparisci.
Ma quello non si mosse, continuando a fissarla e seguirla, qualsiasi cosa facesse, con i suoi attenti occhi scarlatti.
Cominciò a sentirsi a disagio, mentre girovagava per la stanza,
e si ritrovò più volte a sbirciare in direzione della
finestra, sperando di vederla finalmente vuota. Finché alla
fine, dopo dieci minuti di inutili tira fuori piega e rimetti a posto piuttosto
futili e distratti, si sedette sul letto, le gambe incrociate, gli
occhi dorati puntati nei suoi, in un chiaro segno di sfida: o
te ne vai o resti lì a congelare per tutta la notte, a te
la scelta.
Passarono i secondi. Il gufo non si muoveva.
Passarono i minuti. Il gufo non si muoveva.
E intanto la sera calava, mano a mano, poco alla volta e il sole ritirava i suoi raggi caldi dietro l'orizzonte.
Alla fine, Hermione capì che il gufo non se ne sarebbe andato.
Ne ora né probabilmente nelle prossime ventiquattro. E siccome
in fondo le dispiaceva condannarlo a una morte tanto crudele - aveva la
netta sensazione che lo stupido sarebbe rimasto lì fino alla
fine dei tempi, disposto a morire di fame, di sete e di freddo persino,
senza mai muoversi - decise che avrebbe provato con un ultimo tentativo,
ossia quello di spaventarlo e cacciarlo via a furia di colpi,
costringendolo a volatilizzarsi.
Si alzò, affondando i piedi nelle pantofole e tornò alla
finestra, scrutando la sagoma del rapace con attenzione. Questi
ricambiò senza batter ciglio, perfettamente immobile come una statua, e
aspettò che lei gli venisse finalmente ad aprire.
Hermione esitò, poggiando una mano sulla maniglia, e si chiese
cosa avrebbe fatto nel caso - piuttosto probabile - in cui il gufo non se
ne fosse andato. Lo avrebbe lasciato lì, al freddo, tutta la
notte, fregandosene altamente? Lo avrebbe ignorato, nella speranza che
se ne andasse, senza preoccuparsene minimamente? Non credeva di esserne
capace.
Aprì, spingendo la persiana con cautela e osservando
silenziosamente la creatura, indecisa sul da farsi. Essa rimase a
fissarla immobile, aspettando.
-Via..- mormorò, agitando debolmente la mano.
Il gufo arruffò le penne, e poi si rilassò, senza emettere un verso.
-Via su..- riprovò, tentando nuovamente di spaventarlo con le
mani. Ma esso non sembrava temere i suoi maldestri tentativi di
allontanamento.
Sospirò. E adesso? Di certo non poteva spingerlo di sotto, con
il pericolo che si ammazzasse. Né lasciarlo fuori in queste
condizioni, tornandosene dentro al caldo.
Lentamente, abbassò gli occhi fino alla sua zampetta,
osservando quel rotolo di carta bianco, legato con un nastrino verde
alla povera creatura. Chissà, magari non era colpa sua se non se
ne poteva andare. Magari il padrone le aveva dato ordini precisi, e lei
non avrebbe mai osato disobbedire.
In quel momento, capì che non se ne sarebbe andata, né
ora né mai, se prima lei non avesse preso la sua lettera,
slegata dalla sua zampina e portata dentro, con sé.
Sospirò, rassegnata e si sporse in avanti.
Con riluttanza, avvicinò le dita alla zampa, che la creatura le
porse con eleganza e slegò con attenzione la lettera.
-Ecco, contento? Adesso puoi andare-
Ma il gufo non si mosse, apatico, e restò a fissarla coi suoi occhi rossi, in attesa di una sua mossa.
-Testardo..- sibilò Hermione, senza che si sapesse bene a chi si riferisse.
Lasciò la finestra aperta, perché non le andava di
richiuderla in faccia alla povera creatura e si allontanò di un
passo, studiando il piccolo rotolo di carta bianca che aveva fra le
mani. Attorno ad esso, l'elastico verde era annodato con un fiocco
striminzito, fatto di fretta, e uno dei due estremi era più
lungo dell'altro. Lo acchiappò, stringendolo fra pollice e
indice e lo tirò.
La lettera si srotolò istantaneamente con un movimento leggero e
silenzioso, rivelando al suo interno una calligrafia precisa ed
elegante, ordinata.
In quel momento, le parve di udire un rumore, a pochi centimetri dal
proprio orecchio, che si spense subito. Si guardò attorno, la
fronte aggrottata, ma non vide nulla.
Allora tornò a guardare la lettera, che in quel momento ebbe un
fremito impercettibile, fra le sue mani e si placò, velocemente.
Un altro rumore. Aguzzò l'orecchio, stranita e avvertì un
suono. Era basso, delicato, appena appena percettibile. Prestò
ascolto e si accorse che si trattava di una melodia.
Stupita, si
guardò attorno, sbirciò oltre la finestra, per capire da
dove potesse provenire. Ma lo spiazzo davanti alla torretta di
Grifondoro era deserto e la musica andava facendosi poco a poco
più chiara, come se stesse suonando proprio lì, accanto a
lei. Finché, dopo pochi secondi, non la riconobbe.
Trattenne il fiato, incredula, e socchiuse le labbra.
Gli amori vanno via, ma il nostro ma il nostro...
Boccheggiò, incapace ci crederci e riabbassò lo sguardo sulla lettera, seguendo il suono della melodia. La musica veniva da lì, dal foglio che stringeva fra le mani. A
quel punto, le prime parole del messaggio si fecero strada fino ai suoi
occhi, davanti a lei.
"Ciao. Che modo banale di iniziare una lettera. Okay, non ho molta fantasia.
Penso tu sappia chi sia. Soprattutto se hai guardato bene in faccia il
gufo che ti ha lasciato questa lettera. Te lo ricordi, vero? Te l'ho
già mandato una volta. Ricordi? E' stato quando sei venuta per
la prima volta in camera mia, quando ti avevo chiesto di aiutarmi a
studiare. Ah, ti ringrazio. Per non averlo scaraventato giù
dalla finestra. So che ci hai provato, ma non ci sei riuscita. Sei
troppo buona in fondo.
Inoltre, non saresti riuscita a smuoverlo lo stesso. Gli ho dato io
l'ordine di non andarsene prima di averti consegnato la lettera. Sapevo
che ci avresti messo un po'.
Ma alla fine lo hai fatto, ed è questo l'importante no? Anche se
solo per salvare la vita ad uno stupido gufo. E' già qualcosa.
Sinceramente, non so bene da dove cominciare. Avrei preferito parlarti
a voce, ma a quanto pare hai deciso che fra noi non c'è
più nulla, neanche un briciolo di rapporto sociale. Per questo,
ti ho scritto questa lettera, nella speranza che tu la leggessi.
Il tempo passa mentre aspetti qualcosa in più, ma non rimette a posto niente se non lo fai tu...
Non sono mai stato un tipo diplomatico, non sono bravo con i giri di parole. Per cui, andrò dritto al sodo.
Mi dispiace. Sul serio.
Aspetta, non accartocciare il foglio, non buttarlo a terra, ascolta
almeno. Voglio avere il diritto di parlarti, anche se non di persona,
voglio avere il diritto di difendermi spiegarmi.
E' vero, quello che ti ha detto Barker è vero. Hai sentito bene,
sì, non lo nego. E' la verità. E ti posso assicurare che
disgusta più me che te.
E' successo tutto per una stupida scommessa. Che io ho accettato.
Era sabato, quel sabato a Hogsmeade, quello in cui ci siamo scontrati -
tu avevi appena comprato quel libro che in seguito ti sei sempre
portata appresso. Lo stesso sabato in cui abbiamo parlato per la prima
volta.
Stavamo ai Manici di Scopa, bevevamo. E loro hanno voluto scommettere,
su me. Sul fatto che ti facessi innamorare per usarti e ferirti. Come
le altre.
E io ho accettato.
Questa è la verità, quella che ti ha detto Barker. Questo
è quello che è successo, quel maledettissimo sabato. Ed
io lo ammetto.
Ti odiavo. O almeno, ero convinto di farlo. Non riuscivo a sopportarti.
Sembravi sempre così perfetta, limpida e impeccabile.
Così in ordine, così sicura, senza un problema al
mondo. Eri tutto ciò che avrebbe dovuto essere un mago, anche se
continuavo a credere che non lo fossi veramente. Ero fissato con il
sangue, lo sai. E non so dirti se lo sia ancora adesso, un po'. Non ci
ho pensato. Non ci penso più da tempo, a dire la verità.
Precisamente da quando sei arrivata tu.
Sarà che mi hai cambiato la vita...
Sono successe tre cose importanti dopo quel pomeriggio ad Hogsmeade, Hermione. E forse tu non le sai tutte.
La prima, è che ti ho conosciuto. Ed è stata la prima buona cosa che ho fatto in tutta la mia vita.
La seconda, ci ho provato con te, perché è quello che dovevo fare per vincere la scommessa.
La terza, ho perso.
E non perché tu mi hai scoperto - prima o poi sarebbe dovuto
succedere. prima o poi io ti avrei lasciata, dicendoti la verità
e scoppiandoti a ridere in faccia, per ferirti - ma perché, di
contro, sono stato io a soffrire, quando tu sei sparita.
Ho perso, perché la scommessa diceva che io ti avrei presa in giro, per poi mollarti e trattarti come uno straccio.
Ho perso perché non l'ho fatto - non ti ho presa in giro, non ti
ho mollata, non ho mai voluto trattarti male - e perché questo
è tutto ciò che ho fatto a me stesso, dalla prima
all'ultima cosa. Mi sono preso in giro illudendomi di poter giocare con
l'amore come se fossi un dio, senza pericolo di rimanerne ferito. Ho
creduto che tu potessi rimanere legata a me, come se fossi la cosa
più importante della tua vita, quando in realtà era tutto
il contrario. E adesso mi sento uno schifo, letteralmente.
Ho perso. Perché? Perché mi sono innamorato di te. Ed è la verità, che tu ci creda o no.
Non te lo direi se non fosse vero, lo sai. Non te lo direi. Sarei troppo cretino e orgoglioso.
Troppo stronzo per "abbassarmi" a chiedere il tuo perdono. Ma è quello che sto facendo.
Io non ti chiedo di capirmi.
Solo, perdonami.
Almeno, cerca di farlo. Pensaci. So che non sarà facile. Io
stesso non ci sono ancora riuscito -e non penso ci riuscirò mai.
Sono stato uno stronzo, l'ho capito. E la sai una cosa? E' merito tuo,
se adesso me ne accorgo e me lo dico. E' merito tuo che me lo hai fatto
comprendere. Che hai risvegliato in me la capacità di
comprendere i sentimenti, il dolore. Tuo, e di nessun altro. Anche per
questo ti ringrazio.
Mi chiedo cosa tu stia pensando di me in questo momento. Forse che sono un idiota? Hai ragione.
Uno stupido, pazzo egoista? Pure.
La verità è che sono sempre stato sincero con te, fin da quel primo pomeriggio al lago.
Perché mi piacevi sul serio. Perché mi stavi simpatica, e non eri altezzosa né acida come pensavo.
E perché su una cosa devi credermi, più di ogni altra. E'
la verità. E' la cosa più vera che ti abbia mai detto
da quando ci siamo conosciuti. La più sincera.
Ti amo. E non l'ho mai detto a nessuna.
Questa canzone è dedicata a te. Ricordi cosa ho pensato quando
me l'hai fatta sentire per la prima volta? Io ricordo ancora cosa mi
hai risposto.
E adesso, io te la regalo. E' tua. Ascoltala.
Questo è tutto quello che volevo dirti. Questo è quello
per cui ancora provo a parlarti, e non mi convinco a lasciarti andare.
E' questo.
Ora che lo sai, posso mettermi l'anima in pace. Tutto quello che volevo era fartelo capire.
Ora, non ti devi più preoccupare di me. Non dovrai più evitarmi, non ti assillerò più.
Ti lascerò in pace, lascerò che tu rifletta sulle mie parole e decida se siano valide o no.
Ti lascio vivere. Una cosa soltanto, mi devi promettere: pensaci.
Ti do tutto il tempo che vuoi. Ti lascio libera di rifletterci senza
più starti alle calcagna, rincorrendoti per i corridoi.
Ma riflettici.
E pensa a tutto quello che ho detto. E chiediti perché.
Questa canzone è la risposta.
Grazie per avermela fatta scoprire.
Grazie di tutto.
Perché... in fondo tu mi hai cambiato la vita.
Draco
"
Hermione finì di leggere con gli occhi lucidi e la fronte
aggrottata. Dopodiché, rimase qualche secondo a fissarla
immobile, senza muoversi, in piedi al centro di quella camera vuota.
La musica che aveva risuonato fino a quel momento nella stanza si
affievolì, pian piano, fino a scomparire, lasciando che le sue
ultime parole riecheggiassero nel silenzio, e nella sua mente.
Eppure mi hai cambiato la vita..
Con un gesto lento della testa, rialzò lo sguardo davanti
a sé, fissando la finestra che ora era vuota, deserta. Il gufo
se ne era andato, mentre lei ancora stava leggendo le parole di chi lo
aveva mandato, senza che neanche se ne fosse accorta. Fuori, il sole si
era ridotto a una sottile striscia luminosa sopra l'orizzonte mentre
la sera calava i suoi primi veli sul mondo, lentamente.
Con uno scatto, gettò la lettera sul letto e si allontanò da
essa, andandosi ad affacciare al davanzale, le braccia incrociate.
Strinse le labbra e i denti, i muscoli di tutto il corpo irrigiditi, le dita che torturavano spietatamente gli avambracci.
E' vero, lo ammetto.
Le sue parole riecheggiarono nella sua mente, violente, mentre lei
continuava a stringersi le braccia con le dita, come a voler trattenere
qualcosa dentro di sé.
Ho perso. Perché mi sono innamorato di te. Ed è la verità, che tu ci creda o no.
Chiuse gli occhi, respirando a fondo, come per calmarsi.
Non te lo direi se non fosse vero, lo sai.
Ti amo. E non l'ho mai detto a nessuna.
Li riaprì, guardando il tramonto davanti a sé, la
fronte aggrottata e gli occhi ancora umidi, ricoperti da una lucida
coltre trasparente, che le annebbiava la vista. Tirò su col
naso, portandosi una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio e si
rigirò, fissando quel rettangolino di carta abbandonato sul
letto.
La camera era tornata silenziosa, senza più quella musica a riempirla di note e di parole, di significati e di promesse.
Lentamente, tornò a fissare la lettera, in piedi davanti al
letto, le labbra strette e gli occhi imperscrutabili, scuri. Si
sedette, accanto ad essa, e fissò la parete bianca di fronte a
sé, le mani unite l'una nell'altra, sospirando.
Nel bianco del muro spoglio, le apparve come un fotogramma il suo viso,
incorniciato dai capelli biondi spettinati, quando il pomeriggio li
lasciava liberi dal gel, scompigliati dal vento e dai giochi che
facevano insieme. Rivide il suo sorriso sghembo, i suoi occhi divertiti
e maliziosi quando la prendeva in giro, la sua espressione accesa
quando la fissava e lei avvampava, imbarazzata.
Lentamente, riportò gli occhi alla sua destra, il cuore che si
dibatteva dentro al petto in preda a un misto di sensazioni violente e
contrastanti. Alzò una mano, tremante, e l'avvicinò al
foglio, sfiorandolo appena con le dita. Poi lo prese, scostandolo
cautamente dalla coperta morbida e l'avvicinò al viso,
fissandolo attentamente e imperscrutabile.
Dopodiché chiuse gli occhi, lo strinse fra le dita e si
buttò all'indietro, affondando nel cuscino, una mano sul cuore e
l'altra abbandonata a fianco a sé, a stringere quel pezzo
di carta scritto, una sottile pellicola trasparente a orlarle il bordo
delle palpebre candide e tremanti.
* * *
-Herm?-
-Uhm-
-Herm?- ripeté.
Si girò.
-Cosa?-
-Che fai?-
-Io? Niente, perché?- chiese
-Continui a guardarti intorno-
-Oh..-
Abbassò lo sguardo sul suo piatto, sbattendo le palpebre e
riprese a mangiare, come prima. Harry aggrottò la fronte,
osservandola. Poi fece spallucce e tornò a occuparsi della
colazione.
Una volta uscita dalla sala, si avviò con gli amici in aula,
la borsa dei libri in braccio, stando attenta a non farsela scivolare
dalle mani, piena com'era. Ancora una volta, si ritrovò a
sbirciare fra la folla di studenti che girovagava per il corridoio,
come se cercasse qualcuno. A dire il vero, non sapeva nemmeno bene lei
il perché, ma i suoi occhi guizzavano decisamente troppo spesso
qua e là alla ricerca di una certa zazzera bionda che
però non si faceva trovare da nessuna parte, al contrario degli
altri giorni.
Stupita e inspiegabilmente cupa si rassegnò ad entrare in aula, senza averlo visto.
Per tutta la lezione che seguì - la quale non doveva essere poi
d'importanza vitale, dato che faceva parte del pacchetto didattico
riservato solo agli alunni che restavano a scuola per le vacanze,
organizzato al fine di non dover vedere branchi di alunni
nullafacenti bighellonare allegramente per la scuola - non fece altro
che pensare a lui.
La sera prima, quando era scesa in sala per la cena, era stata animata
da due sentimenti contrastanti: ansia e curiosità. Ansia
perché, dopo quella lettera, non sapeva che cos'altro aspettarsi
da lui, anche se le aveva assicurato che non l'avrebbe più
assillata per parlarle. Curiosità perché invece in un
certo senso qualcosa se lo aspettava, o, più che altro,
desiderava vedere come si sarebbe comportato ora, che cosa avrebbe
fatto, se davvero non aveva più intenzione di perseguitarla.
Eppure, con sua enorme sorpresa, il ragazzo non si era presentato. O
forse era lei che non era riuscita a vederlo attraverso le file e file
di capocce che li dividevano.
Per questo quell'oggi continuava a guardarsi attorno nell'aspettativa
di scorgerlo sbucare all'improvviso dietro un angolo, in mezzo alla
folla, accompagnato dagli amici.
Ma nulla, zero, aria. Era sparito.
All'ora di pranzo, stessa storia, tant'è che a un certo punto
Ginny dovette prenderla da parte e chiederle spiegazioni.
-Insomma si può sapere che ti succede? Pare che debbano venirti a prendere da Azkaban!-
-Niente Gin, non è..-
-Uff- sbuffò, alzando gli occhi al cielo -Ancora ci provi? Non l'hai capito che con me non funziona?-
-Ma dico sul serio, è solo che..-
-Che?- chiese lei, assottigliando la vista.
Hermione sospirò, roteando gli occhi.
-Mi ha inviato una lettera- buttò lì, a bruciapelo.
La vide spalancare gli occhi verdi e boccheggiare per qualche secondo, stupita.
-Cosa?- chiese infine.
-Hai capito. Ieri sera, prima che tu arrivassi. Dice che la storia della scommessa è vera..-
Si fermò, studiando l'espressione dell'amica, la quale si era subito adombrata.
-Oh..- disse soltanto.
-Visto? E' la verità. Barker non mi ha mentito-
Ginny abbassò lo sguardo, afflitta, e si torse le mani.
-Mi dispiace Herm, io.. pensavo che..-
-Tranquilla- la interruppe lei scuotendo la testa -Stavi soltanto cercando di consolarmi-
Ginny rialzò lo sguardo su di lei, malinconica e la abbracciò, stringendola fra le braccia come una bambola.
-Mi dispiace- ripeté, dandole poche pacche leggere sulla schiena.
-Non ti preoccupare- rispose lei, scostandosi.
Si guardarono negli occhi, poi, proseguì
-Dice anche un'altra cosa- mormorò, giocherellando con un laccetto di cuoio legato alla borsa.
-Dice che... si è innamorato veramente di me, e che non aveva
intenzione di lasciarmi. Dice che è stato uno stupido, che non
voleva ferirmi e.. praticamente.. pare che la scommessa non valesse
più per lui-
-Oh..- disse la rossa, spalancando gli occhi verdi per lo stupore -Ma allora..-
Hermione alzò una mano, bloccandola.
-Non corriamo a conclusioni affrettate. Questo è quello che dice lui, ma io.. non so più se fidarmi..-
Ginny annuì, comprensiva.
-Dalla lettera sembrava sincero, pentito, e...- esitò, ripensando alle sue parole, poi scosse la testa -Mi ha
chiesto di rifletterci, di pensarci bene. E poi mi ha detto che mi ama,
ricordandomi che se veramente per lui fossi stata solo una scommessa
non si sarebbe mai abbassato a chiedermi perdono-
-Ha ragione- asserì Ginny, annuendo.
-Già, ma... non lo so. Non... non ci capisco più niente. Insomma.. lui è... io.. non credo che..-
Sentì la mano dell'amica poggiarsi sulla sua spalla, e si bloccò, guardandola.
Ginny, davanti a lei, le sorrise, calma e le accarezzò la spalla come a tranquillizzarla.
Hermione sospirò.
-Sono confusa...- sussurrò, abbassando lo sguardo.
Ginny continuò ad accarezzarla in silenzio, per una lunga
manciata di secondi, il tempo necessario affinché Hermione
rimuginasse sulle parole del biondo Serpeverde e le elaborasse,
sistemandole pian piano nella propria mente, come i tasselli di un
puzzle immaginario.
-Non so più che fare- esordì in fine, tornando a guardarla.
Ginny le sorrise, comprensiva.
-Tranquilla Herm- disse, gli occhi verdi che la guardavano con quello
sguardo dolce e rassicurante che aveva sempre quando cercava di
aiutarla, o di risollevarle il morale -hai detto che ti ha dato tempo,
no? Che ti lascerà riflettere sulla situazione-
Annuì.
-Bene, allora non c'è da preoccuparsi. Stai serena. Pensaci con
calma, tanto non ti corre dietro nessuno. Io.. penso che lui sia sincero. Non
posso immaginare altro motivo per cui avrebbe dovuto inviarti una
lettera di scuse- continuò -La scommessa è finita, Barker ti ha detto la
verità. Che cos'altro dovrebbe spingerlo a cercarti ancora, a
voler rimettere le cose a posto?-
Non rispose, non sapendo che dire.
-Ma questa è una decisione che devi prendere tu sola, essendone
sicura. Solo.. cerca di ascoltare il tuo cuore. Lascia da parte
l'orgoglio per una volta, che già vi ha procurato abbastanza
guai. Non fossi così testarda come sei vi sareste già
chiariti da un pezzo, senza arrivare fino a questo punto-
Hermione annuì, in silenzio, concordando in parte con quello che le diceva l'amica.
Ginny sorrise.
-Non ti preoccupare Herm. E' tutto a posto. Lui ti ha detto la
verità, è stato carino non credi? Non me lo sarei
mai aspettato da lui-
Annuì ancora, come se avesse perso la facoltà di esprimere dei pensieri propri.
-Ora tocca a te. Sarai tu a decidere se credere o no alle sue parole.
Prenditi il tempo che vuoi. Vedrai, col tempo riuscirai a vedere le
cose più chiaramente. E' solo questione di digerire la notizia,
e di assimilarla. Mi fido di te- disse, aprendosi in uno di quei
sorrisi caldi e rassicuranti che le riservava sempre quando le si
rivolgeva con frasi come quella.
Hermione ricambiò, incerta.
-Bene- disse poi la rossa, allontanandosi di un passo e tornando
arzilla come lo era prima che iniziassero quella piccola conversazione
-Che ne dici se li raggiungiamo? A quest'ora dovrebbero aver finito-
Hermione annuì, facendo un passo avanti e la seguì
all'entrata della sala che avevano lasciato, aspettando di vederne
uscire i due ragazzi.
Da dietro una colonna, un'ombra nera la guardò andar via,
nascosta. Dopodiché si voltò, si lanciò una breve
occhiata alle spalle e corse via sparendo nel nulla.
E dopo mesi, anni e secoli.. rieccomi quii! Non ci speravate più, eh?
Scusate
tantissimo!! Mi dispiace, la scusa è sempre la solita e se vi
interesserà saperlo.. il rischio di prendere un debito a
matematica si è tramutato in realtà! me lo metterà
ne sono certa.. mannaggia a me e al cervellino bacato che mi ritrovo!
coi conti proprio non ci vado d'accordo. certe volte mi sento
così stupidaaaa :S
vabbè,
ma tornando a noi.... spero che siate tutte ancora vive e vegete, ma
soprattutto spero che abbiate ancora pazienza x seguire questo caso
disperato che è la sottoscritta, assecondandola nei suoi vaneggi
e nelle sue scuse sempre uguali, ma vere.
Ecco
il ventiseiesimo capitolo, al quale ho lavorato a intermittenza, dato
che ogni volta dovevo sospendere la scrittura per studiare e dare
l'impressione a mammina di starcela mettendo tutta x recuperare. me
tapina T.T
nono
fermatemi, sto di nuovo andando fuori tema... dicevamo? ah sì.
spero che questo nuovo cap sia di vostro gradimento, ho cercato di
renderlo abbastanza lungo per compensare l'imperdonabile ritardo, ma
non so se ci sono riuscita.
Però ho una buona notizia: non so se vi siete accorte che sta x finire la scuola... hihi =P
beh, ciò vuol dire che fra meno di una settimana sarò libera, e potrò dedicarmi in santa pace all'andamento di questa storia, che, come ripeto, sta ormai x finire.
Spero
che questo vi spinga almeno un po' ad avere ancora fiducia in me e a
continuare a seguirmi, nonostante i miei mostruosi ritardi, le mie
chiacchiere inutili e i patetici tentativi di non farvi scappare *-*
Ringrazio
con tutta me stessa quelle che hanno recensito, regalandomi quelle
bellissime parole che ancora mi sorprendono, sostengono ed emozionano
da morire, spronandomi a continuare in quest'impresa, nonostante le
molteplici difficoltà.
Ringrazio
quelle che mi lasciano sempre le loro impressioni, sostenendomi sempre
e comunque, quelle che tornano a recensire dopo tanto tempo, quelle che
invece si decidono a farlo ora per la prima volta e, ovviamente, tutte
quelle che aggiungono la mia storia fra preferite e/o seguite.
GRAZIE!!
Fatemi sapere cosa ne pensate, ditemi i vostri pareri, criticatemi anche, lo sapete che accetto tutto!
Non
so davvero cosa farei senza di voi, che mi date ogni volta la forza
necessaria x andare avanti, x portare a termine questa storia - la
prima che finisco *-* - e per dedicarmici sempre anima e corpo,
atrofizzandomi le dita dall'impeto di scrivere scrivere e scrivere.
GRAZIEEEEEEEEEE
perché in fondo.. chissà.. anche voi mi avete cambiato la vita! =) =)
bacioni la vostra vale*
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Capitolo 27 *** 27 ***
27
-Accidenti!- esclamò, un attimo prima che i libri le cadessero tutti a terra con un tonfo.
Restò a fissarli per una breve manciata di secondi, in piedi in mezzo al corridoio, la borsa rovesciata ancora in mano.
Okay, stava diventando decisamente troppo distratta. Se fino al giorno
prima al massimo si guardava attorno distrattamente, di quando in
quando, senza sperare più di tanto di trovare ciò che
cercava, tutto era cambiato quando, a sera, i suoi occhi avevano
incontrato un'inconfondibile zazzera bionda, seduta al tavolo di
Serpeverde all'altro capo della sala.
Per la sorpresa quasi le era
caduto il cucchiaio di mano e per il resto del pasto non aveva saputo
fare altro che distrarsi in continuazione, riportando sempre lo sguardo
su quella testa platinata. Persino quella mattina, a colazione, non si
era trattenuta dall'incollare gli occhi al suo viso, quasi la sua
immagine fosse stata una calamita, e i suoi occhi il polo opposto.
Ed era ciò che stava facendo ancora adesso, nervosa, nel timore
misto a speranza
di vederselo sbucare accanto all'improvviso, in meno di un secondo.
Sospirò, e si chinò a terra per raccogliere il tutto.
Che stupida. Non ti si è filato per tutta la mattinata, che cosa diavolo stai aspettando?
Scosse la testa e posò la mano sul quaderno di Storia della
Magia, per riprenderlo, quando un altro paio di dita si allungarono
nella stessa direzione, afferrando la copertina rossa bordeaux del
blocco. Si arrestò, stupita, e alzò lo sguardo per vedere
a chi appartenessero. E fu lì che il suo cuore si fermò, togliendole
il respiro.
Davanti a lei, i capelli biondi che gli ricadevano sugli
occhi, la camicia bianca mezza sbottonata come al solito, Draco stava
velocemente raccogliendo i libri che le erano appena caduti.
Sussultò, incredula, e trattenne il fiato portandosi una mano al petto. Restò a fissarlo basita,
immobile, troppo stupita per fare o dire qualsiasi cosa. Lui
finì il lavoro in un battito di ciglia e, dopo aver raccolto
tutto il materiale fra le mani, si alzò, scattando in piedi con
veloce agilità. Lei fu più lenta, e, sollevando la testa
per guardarlo, lo fissò con gli occhi dorati spalancati e le
labbra della bocca leggermente schiuse.
-Tieni- le disse il ragazzo porgendole i libri con un sorriso appena accennato.
Lei boccheggiò, sbalordita, e lentamente si alzò, trascinandosi su con fare incerto e decisamente attonito.
Lui allungò il braccio in avanti, mettendole i libri fra le
mani, e le fece un cenno col capo, allontanandosi di un passo e
riprendendo a camminare dietro di lei.
Rimase immobile,
pietrificata, gli occhi fissi sul vuoto davanti a sé.
Dopodiché
si riscosse e si voltò velocemente, guardandolo allontanarsi
così in fretta da impedirle persino di ringraziarlo. I suoi
occhi si rispostarono sui libri, che ora giacevano composti e ordinati
fra le sue braccia e saettarono poi sullo spazio che la
circondava, attenti, sondandolo come farebbe un radar per
analizzare il territorio nemico.
Li avevano visti?
Ma il corridoio era quasi del tutto vuoto e le poche persone che
lo occupavano di certo non si erano interessate a loro due, né accorti
di ciò che era successo.
Stupita, e ancora incapace di credere a ciò che aveva appena
visto, rinfilò i libri in borsa, si diede un'ultima occhiata
alle spalle e se ne andò, più scossa di quanto lo fosse
stata prima di imboccare quel semplice corridoio.
***
-Non vorrei insistere, ma direi che così proprio non va-
Hermione alzò lo sguardo dal capo che reggeva fra le mani,
confusa e lo rivolse alla ragazza che le stava seduta di fronte, i
capelli arrotolati in uno chignon improvvisato e la testa che scuoteva
leggermente, segno che la proprietaria non doveva essere soddisfatta.
-Perché?- chiese, ingenua.
-E me lo chiedi? Devi andare a una festa, non a una conferenza per giovani vecchie zitelle-
-Ma che dici?- esclamò spalancando gli occhi
-Sai che ho ragione, è inutile che fai la finta tonta-
-Ma cos'ha che non va?- ripeté per l'ennesima volta, fissando la
semplice gonna a pieghe e la camicetta che reggeva fra le mani.
-Per la centesima volta Herm, è Ca-po-dan-no. Devi vestirti da festa. Do you know festa?-
-Sì- sbuffò, lanciando i vestiti sul letto -Beh allora
cosa dovrei mettermi secondo te?- chiese poi poggiandosi le mani sui
fianchi.
-Ovvio, qualcosa di bello, elegante, che attiri gli sguardi-
-Gin..-
-Shh, zitta zitta, l'hai promesso!-
Roteò gli occhi, maledicendosi a mente per aver consentito a
cedere alle insistenze dell'amica, la quale l'aveva pregata, almeno per
quest'anno - l'ultimo - di indossare qualcosa che l'avrebbe fatta
ricordare da tutti come Hermione-la-ragazza e non più
Hermione-la-secchia.
-Solo per quest'anno, ti prego- l'aveva pregata, in ginocchio.
-Cerca almeno di mantenerti nei limiti della decenza- aveva sospirato lei, il che ovviamente per la rossa era equivalso a un sì.
-Lascia fare a me- disse, alzandosi dal letto su cui era seduta e dirigendosi a passo di marcia verso l'armadio.
Hermione la seguì, alzando un sopracciglio, chiedendosi
mentalmente cosa mai potesse nascondere quell'armadio che lei non
poteva neanche immaginare. Ma ciò che tirò fuori l'amica dal mucchio di gonne, pantaloni e maglioni
non era un vestito, né un alcun altro tipo di capo
d'abbigliamento. Semplicemente, quello che stringeva ora fra le dita
era un catalogo.
-E quello cosa sarebbe?- chiese, fissando il libricino con diffidenza.
-Una fonte di ispirazione- rispose l'amica noncurante, cominciando a sfogliarlo.
-Dove l'hai preso?-
-Highlife-
Impallidì. Highlife, il negozio più in di tutta la Londra magica, quello a cui si rivolgevano tutte le ragazze in vista di un'occasione più che speciale?
-Ma..- balbettò.
-Ecco guarda!- la interruppe lei, precipitandosile accanto -Guarda questo. Che ne dici?-
Hermione sbiancò -Stai scherzando? Non lo metterei manco morta!-
-Perché? E' carino- gongolò lei delusa.
-Per favore, ma mi ci vedi?- esclamò Hermione piccata, scuotendo la testa con la fronte aggrottata.
Ginny sbuffò, imbronciata, e andò avanti.
-Questo?-
-No-
-Questo?-
-Peggio-
-Questo?-
-Ahah..... no-
-Uffa, sei difficile-
Hermione sorrise, controllando il punto a cui erano arrivate le pagine.
Più di metà, se avessero continuato così avrebbero
finito l'intero catalogo senza che lei avesse trovato nulla che le
piacesse e Ginny non avrebbe potuto costringerla a indossare qualcosa
contro la sua volontà.
La rossa sfogliò un altro paio di immagini, storcendo la bocca
di fronte a vestiti troppo scollati o appariscenti, che, doveva
ammetterlo, non potevano fare in alcun modo al caso della riccia
grifoncina. Finché a un certo punto apparve loro davanti
l'immagine di un abitino azzurro, semplice, ed Hermione trattenne il
fiato. Ginny se ne accorse, e, di sottecchi, le lanciò
un'occhiatina.
La riccia fissava la fotografia ritratta sul catalogo ad occhi
aperti, lo sguardo acceso e improvvisamente interessato, come non lo
era stato fin'ora per nessun altro dei capi che avevano sfogliato.
-Beh, mi pare di capire che non ci sia niente che ti interessi- disse la rossa, fingendo di chiudere il libro con uno scatto.
-No aspetta!- esclamò l'altra, afferrandole il braccio.
-Sì?- chiese lei candidamente.
-Quello, l'ultimo, fammelo vedere-
Lei riaprì il libro con un sorriso, e lo sfogliò fino a ritrovare la pagina giusta.
-Questo?- chiese.
Hermione annuì, deglutendo.
Era un abito semplice, senza troppe pretese, con un bustino a fascia, che mostrava due piccole
spalline di tessuto vaporoso a circondare gli avambracci appena sotto
le spalle. La gonna, più larga, arrivava poco più su del
ginocchio e creava poche morbide pieghe ondulate che ricadevano sulle
gambe come veli. Il colore, di un azzurro scuro e luminoso era lucido,
il che lo faceva sembrare vivo e splendente, quasi fosse stato
illuminato da tanti piccoli diamanti.
-Wow- si lasciò sfuggire la riccia, guardandolo.
-Ti piace?- chiese l'amica fissando la sua espressione.
Hermione ci pensò un po'. Poi annuì.
Ginny sorrise.
-Dovrebbe starti bene- disse -Finalmente abbiamo trovato qualcosa che
ti piaccia e che non ti faccia assomigliare a una suora-
Hermione le lanciò un'occhiataccia, irritata, ma di fronte
all'espressione allegra dell'amica non riuscì a trattenersi e
si lasciò sfuggire un sorriso.
***
-Tadadadaan, dadadan, dadan. Tadadadadadaan-
-E smettila- sbuffò Draco seccato, lanciando una scarpa addosso
a Blaise che bazzicava davanti allo specchio allacciandosi un
cravattino blu scuro alla gola.
-Ahah- rise quello scostandosi per schivare il colpo.
-Tsk- berciò il biondo tornando a chiudere gli occhi, le mani dietro la nuca, spaparanzato sul letto del moro.
-Eih tu, non hai nulla da metterti o preferisci presentarti in boxer?
Sono certo che metà scuola lo apprezzerebbe- ridacchiò
l'amico, specchiandosi da ogni angolazione possibile e praticabile.
-Sta' zitto Blaise- rispose lui, a occhi chiusi.
-Dico sul serio, la festa è 'sta sera e tu ancora non ti sei
provato neanche una camicia, vuoi farmi credere che non verrai?-
A quelle parole il biondo spalancò gli occhi, fissando il soffitto bianco sopra di sé.
-Certo che verrò, stupido- disse infine, alzandosi.
Blaise lo seguì fino alla porta con lo sguardo, continuando a
maneggiare con la cravatta, finché non lo vide fermarsi.
-Ah- disse il biondo, rimanendo voltato -Grazie per il consiglio, è stata una bella idea-
-Quale consiglio?-
-Quello della lettera, è servito-
-Ti ha risposto?- chiese quello sorpreso.
Scosse la testa.
-No e non mi aspettavo di certo che lo facesse. Ma l'ho sentita parlare con la Weasley ieri-
Non aggiunse altro. Indugiò un altro secondo davanti alla porta, poi aprì, sparendo oltre di essa.
-Miseriaccia! Ma che... Merlino... wow- boccheggiò il rosso, sgranando gli
occhi come un pesce appena la vide apparire sulla cima della
grande scalinata bianca, accompagnata da Ginny.
Hermione sorrise, imbarazzata, e strinse nervosamente un lembo del
vestito tra le dita, scendendo. L'amica accanto a lei le diede una gomitata sul fianco, complice, e le fece l'occhiolino.
Una volta giunte al cospetto dei due accompagnatori Ron le rivolse un'occhiata meravigliata, che la fece avvampare.
-Oddio Herm, sei proprio tu? Quasi non ti riconosco-
-Ron!- esclamò la rossa indignata -Ma che razza di modi-
-Ma no, che hai capito! E' che sei veramente..- balbettò.
Hermione sorrise imbarazzata e si lisciò nervosamente il
vestito, passandosi con l'altra mano un ciuffo di capelli dietro
l'orecchio.
-Tranquilla Gin, anch'io ho pensato che una sconosciuta fosse entrata dentro allo specchio, prima-
Quella battuta li fece scoppiare a
ridere, tutti insieme, e così l'imbarazzo scivolò via da
sé in meno di un secondo.
La Sala era stata addobbata da cima a fondo e gli arazzi, i festoni, le
strisce colorate riempivano il soffitto e le pareti come tante allegre
stramberie uscite dal cappello magico di un mago.
Candele luminose volteggiavano silenziosamente sulle teste degli alunni,
illuminando i loro vestiti e le loro acconciature articolate, complesse
e qua e là anche piuttosto buffe.
Al centro, i tavoli delle quattro case erano spariti, in modo da liberare un
ampio spazio aperto dove poter ballare. Il cibo e le bevande sostavano
lungo le pareti, sparsi in ripiani ricoperti da tovaglie bianche e
colorate.
-Accipicchia- mormorò Ginny guardandosi attorno meravigliata.
-Eih ragazzi!- chiamò in quel momento una voce davanti a loro.
Dalla folla, districandosi fra lunghe gonne fronzolose e strascichi
ingombranti, apparve Luna, avvolta in un graziosissimo abitino
argentato, che, accordandosi coi suoi capelli chiarissimi, le donava
un'aria fatata.
-Eccovi finalmente, vi stavo aspettando!- cinguettò euforica
correndo loro incontro con un lembo del vestito stretto fra le dita.
-Luna! Ma.. come stai bene, dove
l'hai trovato questo??- pigolò Ginny
meravigliata, osservando il vestito lungo e stretto che
fasciava l'amica rendendola così insolitamente fine ed
elegante.
-Era di mia madre, l'ho ritrovato quest'estate in uno scatolone e l'ho conservato pensando proprio a quest'occasione-
-E' stupendo- mormorò la rossa, quasi commossa, con gli occhi lucidi per la meraviglia.
-Ma Neville?- intervenne Harry in quel momento, non vedendolo -Non doveva
aspettarti? Aveva detto che scendeva prima per andare a prenderti sulla
torre-
-Oh sì- rispose la ragazza girandosi con una piroetta -E'
lì, l'ho lasciato al tavolo delle bevande, sta parlando con
Seamus-
-Bevande?- chiese Ron spostandosi per guardare
-Oh sì, e anche cibo, ci stanno un sacco di cose buonissime, ho assaggiato un paio di..-
-Andiamo!- esclamò il rosso, senza aspettare che la ragazza
finisse di parlare, e si precipitò nella direzione indicata da Luna in
un battibaleno.
Hermione e Ginny si lanciarono un'occhiata divertita, scuotendo la
testa, e tutti insieme lo seguirono subito dopo, attraversando la
sala ancora non del tutto affollata.
Proprio in quel momento, sull'entrata, apparve un altro gruppo di ragazzi, tutti
elegantemente vestiti, che si affacciò nella sala con fare lento
e disinvolto, le espressioni a tratti annoiate a tratti euforiche,
pronte a lanciarsi nella mischia per combinarne chissà quale delle loro.
In mezzo, spiccante per il biondo chiarissimo dei capelli, un
ragazzo fra tutti si guardò attorno attentamente, come chi cerca
qualcosa di importante, qualcosa che ha perso, o qualcosa che vuole
ostinatamente trovare.
Accanto a lui un moro, vestito di un elegante smoking blu, portava a
braccetto una ragazzetta bruna, più bassa, fasciata da un
appariscente vestitino nero.
La festa stava iniziando ora, e il gruppetto si fece spazio nella folla attraversando la sala, diretta al tavolo delle bevande.
Da lì, Hermione stava giusto riempendosi un bicchiere di liquore
chiacchierando con le amiche, quando si girò, il viso ancora
disteso in un sorriso, l'espressione gaia. Appena li vide, quel sorriso
che fino a pochi attimi prima la aveva illuminata e resa così
serena agli occhi di tutti sembrò gelarsi, improvvisamente,
smorzandosi come per effetto di un qualche incantesimo. Si
bloccò, il bicchiere di vetro trasparente ancora in mano, e
restò a fissarli immobile come una statua.
-Hermione?- la richiamò la bionda in piedi accanto a lei.
Si rigirò di scatto, nervosa, e le rivolse un sorrisetto tirato.
-Tutto bene?- chiese l'amica scrutandone l'espressione.
-Sì- squittì lei, sbirciando con la coda dell'occhio il
gruppo di Serpeverdi che stava arrivando. Non le pareva che ci fosse
Draco con loro, ma forse non riusciva a vederlo in mezzo a tutta quella
gente.
-Allora ti dicevo, era un sacco di tempo che non ne vedevo più
uno. I nargilli non sono facili da trovare, lo sai no? e..-
Hermione annuì, sorridendo, ma tutta la sua attenzione era ora rivolta altrove, i nervi tirati, il cuore a mille.
In quel momento un violento scoppio proveniente dal giardino della
scuola fece tremare le finestre, provocando il grido e il salto in aria
di molti dei presenti.
-Cos'è stato?- chiese qualcuno alla sua destra ed Hermione vide Ron e alcuni compagni scambiarsi un'occhiata d'intesa.
-Ron- lo chiamò -Ron, che succede? Cos'è stato?-
Il rosso sorrise, eccitato e le si avvicinò con un salto.
-Sono arrivati!- esclamò -Sono loro, sapevo che non si sarebbero fatti aspettare tanto-
-Loro chi?- chiese Hermione trasecolata, non capendo di cosa stesse parlando.
Ron le lanciò un'occhiataccia severa, quasi di rimprovero.
-Come chi? Fred e George naturalmente!-
Oh, già.. pensò Hermione in silenzio, ricordandosi
improvvisamente dei discorsi fatti dai compagni qualche giorno prima.
-Ma che cosa...- non finì la domanda, Ron si era già
allontanato con Harry e gli altri fuori dall'entrata, impaziente di
raggiungere i fratelli e tutte le loro strambe diavolerie.
Sospirò, poggiando il bicchiere di vetro sul tavolo, e si
voltò per pescare qualcosa da mangiare dal cestino dei dolci.
-Scusami- disse una voce vicino al suo orecchio, mentre una mano guantata di bianco si ritirava velocemente per farle strada.
Hermione si voltò, curiosa di vedere a chi appartenesse quella
voce vagamente familiare e si ritrovò faccia a faccia con
l'ultima persona che si sarebbe aspettata di trovarsi di fronte.
-Parkynson!- mormorò stupita.
La mora sorrise, incurvando appena un angolo della bocca rossa e si spostò di lato per passare oltre.
-Buon capodanno, Granger- disse stranamente affabile, e si allontanò per prendere qualcosa dall'altro lato del tavolo.
I suoi occhi la seguirono attoniti, la mano sospesa in aria nell'atto di
scegliere una fetta di torta dal cestino, stupita dall'atteggiamento
insolito che la ragazza le aveva appena dimostrato.
-Hermione!- si sentì chiamare di nuovo e si voltò. Era Ginny.
-Herm, vieni a vedere, ci sono i fuochi d'artificio!-
Non fece neanche in tempo a ribattere che si trovò trascinata
dall'amica fuori dalla sala, abbandonando definitivamente il pezzo di
torta che avrebbe voluto assaggiare.
***
Sbuffò, inumidendo le labbra del caldo liquido rosso contenuto
nel suo bicchiere, e si appoggiò annoiato al muro della parete.
Erano passati più di tre quarti d'ora da quando era entrato in
quella maledetta sala e ancora non era riuscito a vederla. Gli era sembrato di
scorgere una chioma ricciuta color cioccolato al tavolo delle bevande,
un attimo prima che Blaise e Pansy si dirigessero in quella direzione,
ma poi la ragazza era stata coperta dai compagni e un attimo dopo
l'aveva già persa di vista.
Una coppia del suo stesso anno gli passò davanti in quel
momento, ostruendo la vista della sala e si diresse sorridendo verso il
centro della stanza, raggiungendo le coppie che ballavano al lento ritmo
della musica classica.
-Draco?-
-Eh?-
-Non mi pare che tu ti stia molto divertendo-
Si girò a guardarlo, serio, e l'amico fece un passo indietro, scoraggiato.
-Okay, come non detto-
Sbuffò, spostando gli occhi sulla destra.
-Potresti almeno scambiare due chiacchiere con qualcuno, guarda quelle
ragazze là, è tutta la sera che non fanno altro che
guardarti-
Voltò la testa, seguendo la direzione indicata dal moro e si
ritrovò a fissare quelle che un tempo aveva definito "l'ennesima
preda".
Due biondine pressoché identiche, con l'unica differenza
dettata dall'altezza e dal colore diverso dell'abito ricambiarono lo
sguardo e dissero qualche cosa a bassa voce alle amiche, che
ascoltavano avidamente. Provò ad odiarle, o per lo meno a disprezzarle, ma non ci riuscì.
Ricordò come le aveva trattate e tutto ciò che
poté provare fu pena. Pena e scoraggiamento, misto a un pizzico
di rimorso. Era la prima volta che gli accadeva in diciassette anni di
vita. E non se lo sarebbe mai aspettato così, se non fosse stato
per l'assaggio che ne aveva avuto solo una settimana prima. Ormai,
sembrava essere diventato un sentimento comune per lui; una sensazione
costante.
-Blaise..- disse, ma quando si girò l'amico era scomparso.
Al suo posto, un vuoto non ancora riempito da qualcuno, isolato dal
resto della folla che sembrava convivere in piena armonia come un unico
corpo danzante.
Sospirò e riportò d'istinto lo sguardo sulle ragazze. Loro
ricambiarono lo sguardo e una ridacchiò incontrollatamente
coprendosi con una mano.
Lasciò che continuassero con quel loro stupido civettare e
voltò loro le spalle, dirigendosi a passo di marcia verso la
porta d'uscita.
Fuori l'aria era tiepida. In tempi come quelli la temperatura avrebbe
dovuto sostare intorno agli zero gradi, ma quella notte, forse per le
luci sparse in ogni angolo del giardino, forse per il calore del fuoco,
delle persone e delle candele, il vento che soffiava non era
così freddo e crudele come ci si sarebbe aspettati, ma
accarezzava dolcemente la pelle degli studenti che chiacchieravano
amabilmente e serenamente gli uni con gli altri, un bicchiere di
liquido rosso in mano e un'ombra di luce calda e chiarissima sui visi
distesi e rilassati.
A pochi metri di distanza, un capannello di gente circondava quello che
doveva essere il duetto più atteso e sospirato della serata,
ossia quei due svitati dei fratelli Weasley e tutto il loro inventario
a carico. Si avvicinò quel poco che bastava a sbirciare sopra le
spalle degli spettatori senza essere visto e guardò i due
suddetti ragazzi compiere giochi di magia strani e spericolati.
Qualche passo più in là, ignara, Hermione guardava con lo
stesso interesse del ragazzo le acrobazie dei due amici e commentava
ridendo con i compagni ogni singolo gesto di Fred o George.
-Guardate guardate, ammirate e imparate-
-Un saltino qui, una giravolta lì e ualà! Il fiore eccolo qua!-
-Tenga madamigella, questo è per lei, lo guardi prima di andare
a letto e mi pensi- disse George porgendo una rosa rossa a una ragazza.
Hermione sorrise divertita e ascoltò ciò che Ginny le sussurrava ridacchiando a un orecchio.
In quel momento, quasi lo avesse voluto il Fato, una coppia di ragazzi
di terzo si spostò dalla sua posizione e abbandonò lo
spettacolo, lasciando uno spazio vuoto proprio accanto alla ragazza, a
tre passi solamente da Draco.
Il biondo soffocò un sorriso mordendosi il labbro e
spostò lo sguardo sulla spalla per fingersi distratto e fu
lì, improvvisamente, che la vide. Sgranò gli occhi,
incredulo, e trattenne il respiro di botto, senza accorgersene.
Era lei, a solo tre passi di distanza, vestita in un
elegantissimo vestitino azzurro cielo, i capelli raccolti solo ai lati
da un fermaglio dietro la testa e lasciati liberi di ricaderle
fluttuanti sulla schiena.
Non si era accorta di lui, o almeno non credeva; sorrideva
graziosamente all'amica mentre ascoltava i suoi discorsi divertenti e
oscillava ogni tanto la testa in una risata facendo danzare i lunghi
boccoli scuri come tante spirali evanescenti.
Accidenti... era bella da far male.
Schiuse le labbra imbambolato, sentendo il proprio corpo fremere e i
propri piedi spostarsi per raggiungerla. Alzò un dito verso di
lei, quasi avesse voluto toccarla e girarla, per guardarla in faccia e
farla accorgere di lui, ma si trattenne. Morse il labbro inferiore con
i denti e soffocò un richiamo istintivo prima che potesse sfuggirgli.
Hermione sorrise, rigirandosi verso i due attori per assistere alla
fine dello spettacolo e lasciò l'amica a parlare col ragazzo,
pestando con i piedi l'erba fresca per muovere un po' le gambe. Per un
po' continuò a guardare i giochi di magia esplodere nell'aria e
riversarsi ai piedi dei due maghi, partecipando al divertimento
generale e alla diffusa allegria. Ma poi si distrasse, perse
l'attenzione e cominciò ad accorgersi di qualcosa che la
attirava, che la teneva sott'occhio e sotto potere. Era la sensazione
di essere osservata da qualcuno e per un po' fece finta di non
accorgersene, continuando a fissare le danze acrobatiche dei ragazzi.
La sensazione di avere degli spilli attaccati alla pelle che le
premevano sulla carne per trafiggerla però continuava a
tormentarla e aumentava, ogni secondo di più, come la
consapevolezza che ci fosse qualcuno - non sapeva chi - che la stava
fissando insistentemente da qualche parte lì vicino.
Spostò leggermente la testa da un lato, per sbirciare con
la coda dell'occhio attorno a sé, ma non vide nulla. Allora fece
un passo di lato, girando con indifferenza la testa a sinistra e
controllò anche da quella parte. Incontrò un paio di
fulgidi occhi grigi e una zazzera bionda, vicinissimo, a solo qualche
passo da lei, e si bloccò.
Restò a fissarlo immobile, pietrificata, le dita della mano
ancora infilate fra i riccioli nell'atto di tenerli mentre si girava e
l'altra stesa lungo la pancia e il vestito a reggere la borsetta.
Draco ricambiò lo sguardo, teso, col cuore che alla vista della
ragazza girarsi aveva preso a martellargli nervosamente nel petto e ora
non voleva saperne di calmarsi.
Il tempo attorno a loro sembrò fermarsi, per un secondo,
ed Hermione trattenne il respiro. Pensò che tolta quella mattina
era una vita che non lo vedeva più così da vicino.
Quell'attimo fuggente in cui l'aveva visto chinarsi di fronte a lei e
raccoglierle i libri non contava, perché era stato tutto
così veloce e inaspettato da lasciarle solo un grande turbamento
e scombussolamento dentro. Ripensò alle volte in cui lo aveva
evitato e scacciato, rifiutandosi di ascoltarlo e anche solo di
guardarlo. E, inaspettatamente, quello fu solo un briciolo di tutto
ciò che ricordò in quel momento. Rivide invece quando si
avvicinava lentamente per baciarlo, o quando lo faceva lui,
all'improvviso, interrompendola a metà di una frase. Rivide
quando giocavano in riva al lago e lei doveva scalciare per allontanalo
se si avvicinava troppo. Rivide i suoi occhi liquidi quando le aveva
parlato di sua madre guardando le stelle, e quando l'aveva guardata,
seriamente, mentre le diceva di amarla.
A quest'ultimo ricordo sentì il proprio cuore contrarsi e
mozzarle il fiato per un attimo. Non era la prima volta che ritornava
con la mente a quei giorni e a quei momenti. Ma farlo mentre lo aveva
davanti, guardando in quegli stessi occhi grigi che ogni volta cercava di
ricordare per paura di dimenticarseli era un'altra cosa. Era mille
volte più forte, più grande, più intenso. Era
devastante.
Abbassò lo sguardo, nervosa, e sentì le proprie guance infiammarsi come una volta.
Accanto a sé udì i propri amici chiacchierare
ridacchiando, all'oscuro di tutto e cercò di concentrarsi sulle
loro parole. Tutto inutile. La sua mente era distante, scollegata del
tutto da loro, dai loro discorsi, legata da un filo invisibile solo
alla presenza predominante del ragazzo lì vicino. Provò a
calmare i battiti del proprio cuore ma si rese conto di non riuscirci.
Con suo grande stupore, percepì sul filo della propria pelle un
lento e crescente formicolio, un fuoco silenzioso che andava mano mano
infiammandosi, invisibile, scaldandola al punto da sentirsi bruciare.
Era la stessa sensazione che aveva provato solo una volta, quando
giocando al lago lui le era finito sopra, ed erano rimasti a fissarsi
in silenzio senza muoversi per un'infinità di tempo che ancora
adesso lei non avrebbe saputo definire.
Strinse le labbra, nervosa, e pregò che nessuno oltre a lei si accorgesse di ciò che le stava accadendo.
Draco intanto la fissava immobile, noncurante del fatto che qualcuno
avrebbe potuto accorgersi di chi stava guardando, che i suoi amici, gli
amici di Hermione, lo vedessero e facessero qualcosa.
La fissava, semplicemente, staticamente, senza battere ciglio, come se
la paura di vederla girarsi e andarsene come aveva fatto tante di
quelle volte gli impedisse persino quel movimento così semplice.
Era completamente preso da lei, talmente tanto da dimenticarsi della
promessa che le aveva fatto, e valutare l'ipotesi del tutto irrazionale
di correre da lei, afferrarla per le braccia e portarsela via.
Fortunatamente in quel momento l'amica rossa della ragazza la
chiamò, e la invitò ad allontanarsi di qualche metro,
perché il conto alla rovescia per la mezza notte era iniziato e
di lì a poco i gemelli avrebbero fatto esplodere il fuoco
più grande e magico che avevano, quello che avrebbe segnato nel
cielo il passaggio dall'anno vecchio a quello nuovo.
Hermione annuì e si lasciò convincere ad andarsene,
allontanandosi senza neanche lanciargli uno sguardo da lì, in
mezzo a tutto il resto della scolaresca che aspettava trepidante il
fatidico momento.
Lui la seguì con gli occhi immobile, avvilito, sentendosi come
se parte della sua stessa anima si fosse allontanata con lei e lui
dovesse solamente raggiungerla e toccarla per recuperarla.
Nella sua mente una vocina minuscola e poco convinta continuava a
ripetergli che non doveva avvicinarsi, che lo aveva detto, le aveva
giurato di non tormentarla più, che sarebbe spettata a lei la
decisione. Ma un'altra voce, più forte e prepotente, ribatteva
che non era giusto, che era stupido rimanerle a distanza quando l'unica
cosa che voleva era starle accanto e abbracciarla, sentirla su di
sé come qualcosa di indispensabile e poggiare le labbra sulle
sue come aveva fatto tante di quelle volte; perché gli
appartenevano, perché lei era sua, ed era stupido fingere di
poter aspettare qualsiasi cosa.
Uno scoppio a qualche passo da lui lo fece sobbalzare e un ragazzo gli
consigliò di allontanarsi, perché non era sicuro stare
così vicino.
Lui lo guardò in silenzio, senza rispondere, e si ficcò
le mani in tasca indifferente. Poi fece qualche passo indietro e
voltò i tacchi, allontanandosi da lì prima che quella
maledetta voce lo spingesse a fare qualcosa di maledettamente stupido e avventato.
Hermione lo vide andarsene con la coda dell'occhio e sentì
il cuore contrarsi dentro al petto, infastidito dal rimorso di non
avergli detto nulla e dalla speranza delusa di vederlo venire da lei
per parlarle. Il che era alquanto stupido visto che le aveva detto
chiaramente che non avrebbe più cercato di avvicinarla in alcun
modo e che quella mattina, quando davvero avrebbe avuto la
possibilità di dirle qualcosa, non lo aveva fatto.
Sospirò scoraggiata, avvertendo chiaramente che la situazione si
stava facendo ridicola e che stava mano a mano perdendo la
certezza di quello che voleva e si aspettava da se stessa.
Davanti a lei, nello spiazzo lasciato libero ai due gemelli, Fred
sistemò uno strano marchingegno sull'erba mentre George si
sfregava le mani eccitato e aspettava che il fratello terminasse i
preparativi. L'aria era satura dei bisbiglii e dei chiacchiericci
agitati dei ragazzi che guardavano avidamente il razzo e ridacchiavano
fra di loro in preda alle fregole.
-Benissimo ragazzi!- esclamò Fred rialzandosi e spolverandosi la
terra dal giacchetto -Al mio via cominceremo a contare, partendo da
dieci. Quando arriveremo a 1, state tutti molto attenti e tenete gli
occhi bene aperti. Siete pronti?-
-Sìì-
-E allora dieci!-
-Nove-
-Otto!-
-Sette!-
Ginny afferrò la mano di Harry, Harry quella di Ron e Ron quella
di Hermione. La riccia si voltò a guardarlo e il rosso le
sorrise, sillabandole 'buon anno' in mezzo alle grida tuonanti del
resto della folla. Lei ricambiò, e spostò lo sguardo
anche sugli altri due amici, scambiandosi con loro quei sorrisi e
quegli sguardi che solo i veri amici sanno scambiarsi, la notte di
capodanno.
-Tre, due, uno.... e via!-
Il razzo posto in mezzo all'erba ebbe un sussulto, e un attimo dopo
volò in aria saltando con uno scatto, sferzando l'aria a
velocità tale da farla fischiare e dirigendosi a tutto gas
dritto per dritto verso un punto indefinito del cielo, rimpicciolendosi
sempre di più alla vista dei ragazzi che lo guardavano col fiato
sospeso. A un certo punto scomparve, e i cuori degli spettatori
contarono tre battiti. Un secondo più tardi, all'improvviso, uno
scoppio proveniente da sopra le loro teste li fece sobbalzare e in un
momento, come in un miracolo, dal cielo cominciarono a piovere mille
frammenti di luce colorata, mischiate a scintille luminescenti e stelle
che viaggiavano girando a spirale giù dal cielo, fino a
raggiungere i ragazzi che urlarono di sorpresa.
-Buon anno!!- gridarono i due gemelli ridendo e fra la folla
cominciò a diffondersi un mormorio di eccitazione, di gioia e di
meraviglia, mentre le stelle, le scintille e le schegge colorate di
luce vorticavano febbrilmente attorno alle persone, mischiandosi ai
loro capelli e alle loro risate, creando vortici che sollevavano i
piedi da terra e i vestiti, guizzando come lucciole o insetti stregati
davanti agli occhi e fra le gambe, sopra le teste, sulle mani e attorno
alle braccia.
-Oddio è fichissimo!- strillò Ginny senza voce per la
meraviglia, girandosi a destra e a sinistra per guardare tutte
quelle luci che la circondavano e giocavano coi suoi capelli.
-Ahah, sì è davvero forte- concordò Harry, prima di prenderle il viso fra le mani e baciarla.
Ron distolse lo sguardo, così come Hermione, e si ritrovarono a
guardarsi in silenzio, con le espressioni immobili. Poi Ron le porse le
braccia e le sorrise. Lei ricambiò e ci si buttò con
slancio, circondandogli la schiena e sentendo le sue mani premerle
sulle spalle. Si abbracciarono forte, teneramente, col sorriso sulle
labbra e i cuori leggeri, perché sapevano di poter contare uno
sull'altro in un modo del tutto nuovo e speciale, un modo diverso dagli
altri che nessuno poteva capire.
Attorno a loro gli altri gridavano e ridevano felici, scambiandosi baci auguri e abbracci.
Solo dopo qualche minuto di accorsero che Neville e Luna erano spariti, e si chiesero che fine avessero fatto.
Mentre tornavano dentro per il buffet e per il discorso di inizio anno
del preside, si guardarono intorno curiosi, cercandoli fra la folla.
Hermione passò a controllare nel cortile, affacciandosi alla
porta che dava sui portici che lo circondavano. E lì li vide.
Riconobbe indistintamente una gonna argentata dietro a un albero e una
lunga chioma bionda sorretta da una mano maschile, con la manica di una
camicia che aveva visto qualche ora prima in sala. Si stavano baciando.
Restò a guardarli per un secondo, sorpresa, mentre Neville le
passava teneramente una mano sulla guancia e la accarezzava. Luna lo
strinse di più e appoggiò la testa sulla sua spalla,
sorridendo.
Se ne andò, lasciandoli soli, e sentendo dentro al petto la
sensazione di felicità e tenerezza che si sente quando si vedono
due anime a cui vuoi bene unirsi inaspettatamente.
Mentre passava per il corridoio diretta alla sala grande, si accorse di
altre due persone che parlavano, qualche metro più avanti, fermi
in mezzo al corridoio. Si fermò, interdetta, e riconobbe Draco e
una ragazza. Spalancò gli occhi per la sorpresa e rimase
immobile nell'ombra, guardandoli.
-Dai Malfoy, lo so che lo vuoi in fondo...- stava dicendo la ragazza biascicando; doveva essere ubriaca.
Sentì Draco dire che non la conosceva e non riusciva a
immaginare che cosa volesse da lui, che non aveva tempo da perdere e
voleva andarsene in camera.
-Vuoi sapere cosa voglio?- chiese la ragazza guardandolo con uno sguardo tale da lasciare davvero poco spazio ai dubbi.
-Ricordi Amily e Bridget? Le due ragazze bionde che ti sei portato a letto prima di Natale e poi hai scaricato?-
Hermione vide Draco fremere per un attimo e guardarla accigliato.
-Sono mie amiche- continuò la mora.
-Oggi mi hanno raccontato che quando sono andate a letto con te sei
stato molto.. mm.. premuroso- ridacchiò, avvicinandosi di un
passo a lui.
-Ci sono rimaste male quando le hai accannate certo, ma alla fine hanno
saputo riconoscere che è stato meglio così. Dopotutto, a
tutti viene voglia di divertirsi un po' ogni tanto, no?-
Draco la guardò in silenzio, l'espressione imperscrutabile se
non fosse stato per un'unica ruga appena accennata lungo la fronte.
-E' quello che voglio fare io..- mormorò la mora passandogli una mano sulla spalla -Solo divertirmi un po'-
Draco alzò una mano su quella della ragazza, e la allontanò.
-Faresti meglio a rientrare- disse, gelido.
-Ma dai, non fare il perbenista, guarda con che faccia te lo chiedo- ridacchiò lei mordendosi il labbro.
Draco la fulminò, irritato.
-Ho detto torna dentro- sibilò, deciso.
La ragazza smise di ridere e lo guardò stupita.
-Non voglio andare a letto, non voglio andare a letto con la prima che capita, non voglio andare a letto con te-
Lei lo guardò accigliata.
-Non fraintendermi, non ho niente contro di te. Ma sinceramente ho
altro di meglio da fare che scopare come una bestia con una qualsiasi-
-Stai scherzando?- lo interruppe lei incredula. Sembrava che l'effetto
dell'alcool stesse perdendo effetto su di lei e stesse recuperando la
facoltà di rimanere seria.
-No, affatto. Non ho voglia di portarmi a letto nessuno né oggi
né probabilmente nei prossimi giorni, dillo anche alle tue
amichette e adesso vai a darti una rinfrescata che sei sbronza-
-Ma che dici? Perché loro sì e io no? Che differenza fa,
non ce l'hanno solo loro- piagnucolò la ragazza come una bambina
- probabilmente l'effetto dell'alcool non le era del tutto passato.
Lui la guardò per un attimo in silenzio, in un misto di pena, disgusto e tristezza.
-La differenza sta nel fatto che prima mi andava, adesso no. Non ho
più voglia di farlo in questo modo, ok? E' un problema mio non
tuo. Guardati, sei ubriaca fracica, le tue amiche sanno che sei
qui? Torna da loro che è meglio, per me la conversazione finisce
qua. Addio-
La mora restò a fissarlo in silenzio per una manciata di secondi, immobile.
Poi abbassò lo sguardo, si allontanò di un passo e disse:
-Dovevano essere tutte balle quelle che mi hanno raccontato-
Dopodiché girò i tacchi e se ne andò, sparendo dietro l'angolo del corridoio.
Hermione vide il ragazzo seguirla con lo sguardo, dopodiché
sospirare e ficcare le mani dentro alle tasche. Lanciò uno
sguardo distratto fuori dalla finestra e si girò, pronto a continuare il suo cammino, quando la vide.
Alzò gli occhi per camminare e incontrò il viso della
ragazza,
che lo scrutava immobile a qualche metro di distanza, seminascosta
nell'oscurità. Si fermò, e restò a fissarla in silenzio, stupito di
vederla lì, mentre lei faceva lo stesso con espressione
indecifrabile, gli occhi seri e imperscrutabili fissi nei suoi come
fosse stata una statua.
Lui sbatté le ciglia perplesso, e schiuse le labbra senza sapere che dire.
Allora la ragazza sembrò riscuotersi, fece un passo avanti e
camminò verso di lui, continuando a guardarlo. Draco trattenne
il fiato, interdetto, e seguì ogni suo passo con gli occhi,
mentre il cuore perdeva un battito ad ogni centimetro in meno che la
ragazza annullava camminando. Quando gli fu a due passi, la vide
rallentare di un poco, lanciandogli uno sguardo strano, inespressivo,
ma macchiato da un'ombra di nuovo interesse. Poi riprese per la sua
strada, oltrepassandolo, come era successo tante di quelle volte fino
ad allora.
Draco rimase immobile, a fissare il corridoio vuoto di fronte a
sé col fiato sospeso e il petto in subbuglio. Dietro di lui,
Hermione svoltò l'angolo e nascose dietro la parete un sorriso
spontaneo sbocciatole sulle labbra.
Ciao...
sono tornata. Lo so che ora voi starete pensano "dopo quasi un anno ti
meriti solo un pomodoro in
faccia" e non vi posso dare torto. Dopotutto avevo detto "ora che
iniziano le vacanze avrò tutto il tempo per dedicarmi alla fine
di questa storia" e vi avevo promesso che avrei scritto di più e
non vi avrei lasciate senza aggiornamenti per così tanto tempo...
Ma
purtroppo le cose non sono andate così. Dapprima c'è
stata la fusione del mio pc che già da tempo aveva cominciato a
perdere colpi e che è rimasto in letargo per tutti e tre i mesi
dell'estate (ma tu guarda che coincidenza. a casa mia la chiamano "sfiga")
poi l'inizio del nuovo anno, il passaggio dal ginnasio al liceo,
l'arrivo di nuovi professori con tutte le loro materie... e alla fine
si è arrivati a questo punto, a quasi un anno dall'ultimo
aggiornamento; imperdonabile, vergognoso, scandaloso.
Lo so, lo so.
Il bello è che non so neanche se qualcuno le stia leggendo queste righe :S
Forse
sì, ma chissà chi... le persone che mi leggevano prima?
quelle che mi recensivano quando ancora scrivevo regolarmente? gente
nuova? gente che avrà voglia di recensire? non lo so... penso
che lo scoprirò presto.. forse... :S Mi farebbe davvero piacere
T.T
Ma
non posso biasimarvi se dopo 9 mesi e mezzo non abbiate neanche voglia
di cliccare su questo aggiornamento. Mi rendo conto solo adesso che il
tempo che ho impiegato per scrivere questo capitolo è quello che
una mamma impiega per far nascere il suo bambino, più o meno.
Curioso :S
Chissà
però qual è il risultato. Devo dire, con tutta
sincerità, che non sono molto convinta di questo capitolo, ma
non lo sono mai e questa non è una novità. Starà a
voi decidere della sua sorte e dargli una valutazione oggettiva. Ne
sarei felice, davvero.
Con questo chiudo, e vi ringrazio per aver letto.
Riprendere
dopo così tanto tempo non è stato facile, ma spero di
riuscire a continuare così ora che si apre un nuovo periodo di
vacanza: quello di Pasqua. Questa volta credo che non ci dovranno
essere problemi (Dio lo spero xD).
1 bacio a tutti quanti e grazie per l'attenzione.
Arrivederci al prossimo capitolo che non tarderà ad arrivare, promesso.
Con affetto e mille scuse, vale
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Capitolo 28 *** AVVISO DI RIPRESA STORIA! ***
AVVISO
ATTENZIONE!
A
tutte le ragazze che hanno ancora questa storia fra le
ricordate/seguite/preferite e che probabilmente si saranno dimenticate
tanto della trama quanto di me do un avviso importante:
dopo tre anni di assenza per
svariati e infelici motivi ho ripreso a scrivere, corretto, modificato
e ampliato questa fiction, togliendo tutti gli errori grammaticali e
sintattici che c'erano, tutte le stupidaggini scritte a 15 anni e le
parti meno significative, sostituendole con NUOVI episodi, nuovi
dialoghi e nuove scene. La storia rimane la stessa, ma migliorata e
aggiustata. Non potevo terminarla dopo averla riletta e aver storto il
naso una riga sì e una no. Ho dovuto fare un lavoro di
ristrutturazione che è durato mesi e che finalmente è
giunto a conclusione.
Entro la fine del mese pubblicherò da capo l'intera storia,
capitolo per capitolo, quale è diventata ora. Spero che
l'interesse che vi aveva spinte a seguirmi tre anni fa non si sia
spento nel tempo e che perdoniate la mia improvvisa e prolungata
sparizione. Quante di voi ci sono ancora e saranno disposte a riprendere la lettura? :)
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