Per vivere dobbiamo combattere di Freya Crystal (/viewuser.php?uid=58845)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo:frammento ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1.Vecchi amici... ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2.Non è te che vogliono ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. Sola ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. L'amica della pioggia ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5.Malessere ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6.Sospetti ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7.Morte inaspettata. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. Vi aiuteremo ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9. Incinta ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10. Inganni. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11. La chiave ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12. Infernale, eterna, dannazione ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13. Speranza. ***
Capitolo 1 *** Prologo:frammento ***
-Sei davvero sicuro di
voler venire con noi?-
- Lo faccio per
Isabella. Giuratemi che non le farete del male.-
Ma sapevo che la
mia Bella non sarebbe mai più stata al sicuro. Mai
più. Non finché loro ci sarebbero stati.
-Questo
dipenderà dalla decisione del tuo vecchio amico,Carlisle.-
Osservai
l'espressione compiaciuta del suo piccolo viso,il trionfo inciso negli
occhi spietati. Quell'essere era in grado di farmi rabbrividire di
disgusto...Ammetterlo era imbarazzante.
-Non andartene.-
Immaginai di avere
un cuore incastonato nel petto. Immaginai che si fosse appena spezzato
in due e poi polverizzato come corroso dall'acido.Tutto questo per
alleviare il dolore,perché sentir pronunciare quelle parole
da quella voce era stato mille volte più letale e
distruttivo.
"Lo faccio per te.
Non complicare tutto,per favore."
-Non andartene. Non
di nuovo...-
Incatenai i miei
occhi ai suoi,tra quel legame scorreva un fiume di ricordi,parole ed
emozioni. Speravo che avrebbe potuto leggere almeno una parte di quella
vita che stavo cercando di riassumere con un'occhiata,anche se lei non
poteva vedermi. Perché mi sentiva. Doveva assolutamente
percepire che la stessi guardando.
- Non è
un addio.-
"Non è
un addio. Questo glielo devo promettere. Farò in modo che
sarà un arrivederci. Un arrivederci al Mio Amore."
-Te lo
prometto.-,sussurrai con il tono di voce più dolce e
rassicurante che riuscii ad ottenere.
-Adesso
basta.-,ordinò la piccola vampira con tono infastidito. - Se
la tocchi la sbrano.-,mi avvertì. - Dobbiamo andare.-
*******
Spazio dell'autrice:
questo è il sequel di "E iniziai a morire poco per volta."
Direi un assaggio. Ho pensato di dividere la storia in due. Consiglio a
chi non ha ancora letto la prima di farlo,se l'inizio della seconda vi
ha incuriosito^^
Ecco
qua il link: E
iniziai a morire poco per volta
Grazie mie carissime
lettrici dei vostri commenti,ad una in particolare,perché
siete state voi a farmi cambiare idea! Ho conservato le vostre
recensioni per non dimenticare quello che mi avete detto. Imposto la
prima storia come completa,così in parte non perdo la
soddisfazione di vederla completa XD Un compromesso sono riuscita a
trovarlo comunque come vedete XDXD
Fatemi sapere che
ne pensate e recensite!^^
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Capitolo 2 *** Capitolo 1.Vecchi amici... ***
Vecchi
amici...
Non avevo mai pensato a come sarebbe stato. Mai avrei
immaginato che avrei vissuto la pienezza di un tale sentimento da
cieca. Temevo quel momento,eppure mi era bastato pronunciare quella
frase con decisione,scandire quelle parole senza alcuna esitazione o
ripensamento. “Voglio fare l’amore con
te.”
Si,avevo dato voce al mio cuore: lo avevo fatto parlare attraverso la
mia bocca.
Credevo che avrebbe rifiutato. Credevo che mi avrebbe detto che non era
il momento giusto,che avrebbe cercato di farmi
ragionare,perché temeva di farmi del male. Così
aspettai in silenzio,pronta a qualsiasi risposta.
-Sei sicura?-
Che cosa? Avevo sentito veramente quelle due parole? La sua voce fu
un’ondata d’emozione pugnalante,non riuscii a
definirla in alcun modo. Ma di una cosa ero certa: in essa
c’era l’amore che io provavo per lui,un amore
ricambiato appieno.
-Si che sono sicura. Come posso temere che tu mi faccia del male?-
Senza smettere di tenerlo stretto a me e affondando il viso nella sua
camicia,continuai il mio discorso. La determinazione si era impadronita
di me come non accadeva più da tempo.
-Mi hai parlato tu di autostima. Abbi fiducia nel tuo autocontrollo.-
Come si poteva definire mostro un angelo? Non aveva sangue nelle
vene,ne lacrime da versare,non provava calore,ne aveva un cuore che
pulsava quando si emozionava. Ma io ero capace di sentirlo quando ero
stretta al suo corpo:proprio come quella sera,in quello stesso
salotto,sentivo che qualcosa batteva dentro di lui,che c’era
qualcosa di vivo. Poteva un’anima vibrare d’amore a
tal punto da essere percepita concretamente? Di una cosa ero certa: una
creatura in grado di provare e trasmettere una tale
positività non poteva essere privo d’anima.
Perché bisognava per forza sanguinare o respirare per essere
vivi?
Carlisle esisteva,aveva gli occhi aperti,parlava,baciava,si muoveva:
era vivo.
-Ma tu ora stai mettendo a dura prova il mio autocontrollo. Dovrei dire
di no…ma non ci riesco.-
La sua voce mi riempiva le orecchie e i polmoni,era un soffio vitale di
bellezza,meraviglia e rigenerazione.
- Anch’io ho bisogno di te.-
E così,molto dolcemente,tra coccole calde e
protettive,avevamo vissuto un attimo di completezza: ci eravamo uniti
affinché il nostre amore potesse abbracciarsi non solo
nell’anima ma anche nel corpo.
Avevo vissuto la mia prima volta senza poter vedere l’uomo-o
meglio,il vampiro-che mi aveva donato se stesso. Eppure era
stato…perfetto.
Rimanemmo l’una stretto all’altro nel letto ore e
ore,intenti ad ascoltare il suono dei nostri respiri. Poi Carlisle mi
dovette portare a casa,altrimenti saremmo rimasti lì fino al
giorno dopo. Chissà se Alice aveva visto cos’era
accaduto…
“Non vorrei rovinarti la sorpresa.” Ricordai le sue
parole con una vampata di vergogna.
Il sangue affluì copioso dal collo alle mie guance mentre
Carlisle,dopo una rapida e breve corsa,mi rimetteva terra. Immaginavo
qualcuno venirci incontro e rivolgersi a noi con la sua vocina gioiosa.
Carlisle mi portò dentro e mi fece sedere sulla poltrona in
salotto.
- Siete qui!-
Alzai la testa e la voltai verso la fonte di quel suono soave.
-Carlisle,ma dove l'avevi porta? Cominciavo a pensare che l'avesse
presa qualcun'altro...-
Lui si concedette una breve risata,e io mi feci rapire da quella musica
incredibilmente piacevole.
- Alla nostra vecchia casa,nonché quella dove vivo.-
Era ingiusto pensare che non potevo nascondere la mia faccia ai loro
occhi,avrei voluto infilarmi sotto il divano e urlare con le orecchie
tappate per non partecipare a quella conversazione.
- Capisco.-
Che risposta era? Non era sicuramente una risposta da Alice Cullen.
Solitamente quel piccolo folletto amava indagare,non era la tipa di
poche parole.
Le labbra fredde di Carlisle mi sfiorarono la fronte,inaspettatamente.
Se non mi fossi trovata a sedere le mie gambe si sarebbero ripiegate
come gelatina fusa. Mi girava la testa,brividi bollenti scoppiettavano
in ogni fibra del mio corpo.
- Devo andare a lavoro. Ci vediamo stasera,piccola.-
Annuii,mentre le mie labbra s'increspavano in un sorriso. Carlisle non
mi aveva mai chiamata piccola,e io stessa non amavo che mi venissero
affibbiati simili appellativi,ma il modo in cui lui parlava,qualsiasi
cosa dicesse,era assolutamente unico: sapeva sempre cosa dire e quando
dirlo,non c'era niente di inadeguato o scorretto in lui.
Rimase ad ascoltare il rumore leggiadro di due paia di gambe che
percorrevano il salotto.
- Ciao ciao Carlisle!-
-A stasera,Alice.-
Rimasi in attesa che il piccolo tornado tornasse in salotto per
bombardarmi di domande.
-Allora racconta,dove siete stati?-
Forse era una tattica. Alzai un sopracciglio con aria
interrogativa,nella speranza che lei mi vedesse. Dovevo dissimulare
indifferenza. – Te lo ha detto poco fa Carlisle.-
Il divano sprofondò,mi arrivò una folata
d’aria al profumo di latte,Alice si era seduta accanto a me.
– Evidentemente si è trattato di una decisione non
premeditata,perché io non ho visto niente.-,
confessò.
Ero sbalordita. Feci due rapidi calcoli mentali: Carlisle era venuto a
casa mia,aveva deciso di portarmi in un posto dove avremmo potuto
parlare indisturbati dopo la mia scenata,mentre io…Io non
avevo programmato di fargli quella proposta. A convincermi era stato
lui,con il suo discorso straordinario e carico di
convinzione,altrimenti non mi sarei mai decisa a fare un passo
così grande.
-Quindi tu non sai che…-
Come potevo dirglielo?
-Cosa?-,domandò esitante.
-Insomma…- Mi strinsi nelle spalle con aria imbarazzata.
-Oh!-,gemette sorpresa. –Oddio!!!-
Non avevo bisogno di uno specchio per capire che ero diventata rossa
come un involtino di manzo crudo.
-Santo cielo Bella,controllati! Non vorrai stuzzicare la mia sete?-,mi
rimproverò.
-Appunto,non voglio. Perciò cambiamo argomento!-,strillai.
- E dai…Allora questa è stata la tua prima volta?-
Feci un balzo sul divano.
-Cosa?? Alice,ti prego!-,la supplicai. L’intimità
tra me e Carlisle era qualcosa che avevo intenzione di custodire dentro
di me con estrema cura,era qualcosa di talmente bello e profondo che
non sarei mai riuscita a parlarne con nessuno. O almeno era
ciò che credevo.
-Ah-ah! Certo che ti piacciono proprio maturi,Bella! Lo hai fatto con
uno di trecentosessanta anni e passa!- Scoppiò a ridere
e nella stanza suonò un’allegra melodia.
Mi coprii il volto con le mani. –Non sei divertente.-
In tutta risposta mi gettò le braccia al colla con
foga,tanto che caddi sdraiata.
-A-Alice…mi…strozzi…non…respiro!!-
-Come sono felice! Com’è bello scoprire una cosa
del genere senza averla prevista!-
Batté le mani tremando sul divano. Mi rimisi a sedere e
cercai di spostare il volto in modo da poter avere il suo viso di
fronte al mio. Iniziai a parlare senza rendermene conto.
-Se tu sapessi le parole che mi ha
detto…Io…Io…Non ci credo che sia
capitato a me di stare con lui! Carlisle è
straordinario… Mi ha trasmesso una nuova sicurezza e mi ha
dato la convinzione di essere assolutamente innamorato di
me….Mi ha fatto capire che anche se io non mi piaccio,lui mi
vede come la persona più speciale che abbia mai incontrato,e
che questo è ciò di cui devo tenere sempre
conto…Non importa se per gli altri sono una persona
qualunque…E io…Io…Mi ha fatto
impazzire quando mi ha detto così…Alice,non ho
mai voluto così tanto qualcosa come è successo
oggi. Io…Io…-,tremavo e balbettavo per
l’emozione.
-Mi sarebbe piaciuto vederlo…-,dichiarai,dimentica della
vergogna. Alice fece un leggero risolino.
-Non sai quanto… Deve essere splendido,sono certa che la sua
bellezza non è degna della mia immaginazione…E
poi…Ah,quanto mi manca il suo volto!…Ma
nonostante ciò è stato tutto
così…così…Perfetto…
Si,perfetto è l’unica parola che mi viene in
mente…Lo sentivo su di
me…Dolce…Protettivo…E ogni suo gesto
nel buio era una sorpresa per me… Mi ha
guidata…E…Oh,Alice!…- Non fui
più in grado di parlare,sciolta nel ricordo incantevole di
ciò che era accaduto,soffocata dall’emozione.
-Se potessi,piangerei. Mi sento circondare dai sentimenti che mi stai
descrivendo,te ne rendi conto?-
Risi. Così,come una stupida. Avevo solo voglia di continuare
a ridere e di non smettere più. Come quando si piangeva per
sfogare il dolore,io stavo ridendo per sfogare la gioia. Gli umani
quando si emozionavo avevano bisogno di manifestarlo al di fuori con
dei gesti fisici.
Alice si unì a me. Ero riuscita a confidarmi apertamente con
lei.
Cosa mi mancava allora dalla vita? Niente,mi andava bene
così.
-Non per guastare la festa,ma ho controllato sul computer e mi sono
accorta che tua madre ti ha inviato una mail da tre giorni. Vuoi che te
la legga?-
-Va bene.-
Alice mi scortò su per le scale e mi fece sedere sul letto.
-A proposito,non per essere indiscreta ma…Dove lo avete
fatto?-
Evidentemente la vista del letto le aveva fatto balenare quella domanda
in testa.
Incrociai le braccia con aria di rimprovero.
-..In camera di Emmet e Rosalie.-
Le avevo risposto due minuti dopo. Scoppiò a ridere senza
riuscire a smettere.
-Guarda,se ti andava potevi rispondere anche tra un quarto
d’ora. Bella,sei fenomenale!-
Non era vero,ma la lasciai ridere senza replicare.
-Allora,Renée dice che ha iniziato un corso di ballo
latino-americano e che non sa come vestirsi per la prima lezione. Beh,a
questo posso rimediare assolutamente io! Phil le ha detto che
è ingrassata,lei si è offesa e gli sta tenendo il
muso da una settimana. Dice che per protesta ogni volta che gli prepara
la colazione gli brucia il bacon e non smetterà di farlo
finché lui non le chiederà scusa. Ha perfino
cercato di sedurre il postino mentre Phil usciva per andare a lavoro,ma
lui,dice Renée,la conosce bene ormai,e sa che è
solo una tattica. Vuole sapere se secondo te,e perfino secondo me,se
deve continuare a comportarsi così,oppure se deve perdonare
Phil. Ti chiede se ci sono novità,se con Carlisle va tutto
bene e se hai più avuto notizie della mia famiglia,e che li
saluta tutti con affetto.-
-Mia madre è un fenomeno…-,borbottai.
-E’ vero! Ma è fantastica!-
-Oh si,sono sicura che voi due andreste d’accordo.-
Rabbrividii al solo pensiero.
-Cosa le devo scrivere?-
Ecco che arrivava la parte difficile. -“Ciao
mamma”…Ehm…-
Alice attese in silenzio per qualche secondo mentre io mi scervellavo
per trovare qualcosa da scrivere a Renée. Quando
capì che mi trovavo in difficoltà,intervenne.
–Bella,hai intenzione di raccontarle nei dettagli cosa hai
fatto con il tuo Carlisle?-
Schizzai in piedi,sentii che le guance avevano preso fuoco. Alice mi
afferrò prontamente per un braccio,affinché io
non cadessi faccia a terra. –Ehi,stavo solo
scherzando!-,ridacchiò. Nella stanza risuonò un
armonico tintinnio di campanellini d’argento.
-Allora…Alice…Che diavolo le posso raccontare?-
La sentii sospirare. Per dieci minuti buoni rimanemmo a pensare alla
mail da inviare a mia madre. Di tanto in tanto risuonava il rumore dei
tasti che Alice premeva svelta.
-Sai,vorrei chiamare Edward e gli altri. E’ passato un
po’ di tempo dall’ultima volta.-
In meno di due secondi mi ritrovai con qualcosa in mano. –Ho
già fatto il numero di Heron. Sta
squillando.-,m’informò Alice,poi tornò
ad occuparsi della mail; le avevo detto che poteva inventarsela.
Avvicinai il cellulare all’orecchio,in attesa. Stranamente
Heron ci stava mettendo parecchio tempo a rispondere.
-Alice?-
L’attenzione che riservavo alle voci che udivo era aumentata
a dismisura da quando non potevo vedere,la mia mente si focalizzava
interamente su di esse:in quel momento la voce di Heron mi
sembrò tesa.
-Heron?-
-Bella!-
-Ho chiamato per sapere come state.-
Silenzio. Mi sentii invadere dall’agitazione che,lo percepivo
fortemente,trapelava dalla voce di Heron.
-Oh…E’…Mi fa piacere ricevere una tua
telefonata. State tutti bene lì?-
Perché mi sentivo così strana? Avrei tanto voluto
vedere l’espressione di Alice,dato che aveva smesso di
scrivere.
-Heron,c’è qualcosa che devi dirmi?-
Rise. –Niente di preoccupante,davvero. Non stai diventando
paranoica?-
Mi lasciai quasi convincere,i vampiri erano esperti nel campo della
persuasione,ma Alice mi strappò di mano il telefono e si
rivolse ad Heron con voce preoccupata.
-Heron,che cos’hai?-
-Non ti ci mettere anche tu. Siete per caso impazzite?-
Esplose in una risata disinvolta. A quel punto ci fu un ciocco,il
telefono era caduto a terra con un tonfo sordo.
Non capivo cosa stesse succedendo.
-Hey,siete ancora in linea? Alice? Bella?-
Mi buttai a terra,tastando il pavimento della mia camera con le mani.
Alice mi afferrò saldamente per il polso.
-Ahio!-gemetti -Mi fai male!-
-Male? Bella,rispondimi!-
Poi capii: forse Alice stava avendo una visione. La immaginai
irrigidita come una statua,con gli occhi dilatati e spiritati,immersi
nell’illeggibile pozzo delle sue visioni. Un’ondata
di ansia m’invase,quella sensazione era stranamente
familiare: era uguale a quella che avevo provato l’anno
scorso,sul mio pick-up,mentre la pioggia imperversava violentemente al
di fuori,quando Alice aveva previsto lo scontro tra Carlisle ed Edward.
Sembrava fosse passato un secolo da allora.
-Oh mio Dio…-,mormorò l’Alice del
presente. –Heron,perché non l’ho visto?-
La sua voce era frustrata e avvilita,lei odiava farsi cogliere
impreparata agli eventi. Ma di cosa stava parlando in quel momento?
-Ecco,hai già capito…- La voce di Heron giunse
remota alle mie orecchie.
-No che non ho capito,Heron! Se hai un problema,t’informo che
da adesso ce ne sono due!-
-Ma che…?- ,tentai di dire.
-Dannazione,avrei voluto non dirvelo! A questo punto non ho altra
scelta…-
Il mio cuore minacciava di saltare in aria da un momento
all’altro come una bomba ad orologeria. Era accaduto qualcosa
di grave ai Cullen,a coloro che,nonostante i problemi avuti e la
lontananza,consideravo una famiglia?
-Sputa il rospo!-
-Esme… L’hanno rapita.- La voce di Heron si era
fatta carica di rabbia.
-Loro…-
Afferrai con forza il braccio di Alice. –Cosa diamine state
dicendo?- Riuscii a strapparle il telefono di mano e ad avvicinarlo
all’orecchio.
-Dimmi che è uno scherzo. Hanno rapito Esme? Chi
è stato? Perché? Quando?-
Heron non rispondeva. Per la prima volta in tutta la mia vita odiai il
silenzio. Senza la possibilità di sentir parlare mi sentivo
completamente all’oscuro della pericolosa girandola di eventi
che stavano accadendo.
-Credo di sapere chi sia stato.-,dichiarò Alice con voce
flebile. – Ho appena avuto una visione su di loro. Siamo nei
guai a quanto pare. Si tratta di vecchi amici di famiglia.-
Pronunciò le ultime parole con asprezza. – Sono
stati i Volturi.-
*******
Spazio dell'autrice:
eccomi qua con il sequel di questa storia! Sembra che siano arrivati
anche i Volturi a rompere le scatole a Bella e ai Cullen...Mancavano
solo loro all'appello! Ma perché mai hanno rapito Esme? Ed
Alice cos'ha visto di così preoccupante? C'è aria
d'allarme ragazzi... Ne devono succedere veramente troppe,tanto che mi
sono decisa a fare il continuo. Sarà un bel casino,ve lo
anticipo. Comunque voi dovete commentare *_* Fate sentire il vostro
parere,è importante per me! Basta
una piccola frase ;=)Ringrazio chi ha messo la storia tra le
seguite e le preferite. Per Bimba Sognatrice e Chiaretta90:
è bello ritrovarvi con lo stesso entusiasmo,grazie mille!
Bene,con questo è tutto. Alla prossima!^^
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Capitolo 3 *** Capitolo 2.Non è te che vogliono ***
I
Volturi? Chi erano?
Anzi,cos’erano? Non potevano essere umani,il mio sesto senso
mi diceva che si trattava di creature sovrannaturali come i vampiri.
-Li ho visti venire
qui.-,dichiarò Alice con voce atona.
-Merda!…-,ringhiò
Heron a quell’affermazione.-Dovete venire immediatamente via
da lì!-
-E dove potremmo
scappare contro di loro? E’ tardi.-,mormorò Alice
con amarezza.
-Allora cosa
diavolo hai intenzione di fare?-
-Ci sto pensando!
Devo assolutamente avvisare Carlisle.-
Alice ed Heron
presero a parlare tanto in fretta che non fui più in grado
di capire cosa stessero dicendo. Mi sentivo tagliata fuori,e
impotente,come sempre. Finché Alice proruppe con un
esclamazione di supplica. –No! Non devi farlo! Tu non sai di
cosa sono capaci,te ne abbiamo parlato troppo poco perché tu
possa rendertene conto!-
-Non intendo
prendere ordini da te,Alice.- Heron si era fatto improvvisamente
rabbioso con lei. Quel tono accostato al suono della sua voce mi
spiazzò,faceva venire la pelle d’oca.
-Ma chi ti credi di
essere? Solo perché sei stato trasformato a trentacinque
anni non hai il diritto di trattarmi come una bambina!-
-Smettetela!-
-Se avessero
portato via Jasper,tu avresti preso la mia stessa
decisione!-,insistette Heron con voce sprezzante.
-Sei solo un
idiota…Si da il caso che io consideri Esme come mia madre!
Cosa credi,che non abbia paura anch’io per lei?-
-Si da il caso che
Esme sia la ragione della mia esistenza,tu non riesci a
capire…-
-Sbagli. Sai cosa
sono capace di vedere,se tu mi ascoltassi,potremmo organizzare un
piano,potremmo tentare di fare l’impossibile tutti insieme.-
-Mi dispiace
Alice,ma io non so cosa significhi aspettare,non fa per me. Io me ne
vado a Volterra-
Il ripetuto
“Tuuu tuuu” mi fece capire che Heron aveva
riattaccato. Nel silenzio e nell’immobilità di
quell’attimo mi accorsi di come stavo respirando
affannosamente. Alice non parlava.
-Cosa vuole fare
Heron?-,mormorai con una nota di panico nella voce. Mille domande
minacciavano di esplodere a valanga fuori dalla mia bocca,ma sapevo che
sarei stata solo d’impiccio se avessi iniziato a chiedere
risposte.
-E’
andato a prendere Esme,da solo.-,annunciò tristemente Alice.
Heron…Colui
grazie al quale avevo ritrovato la mia vita stava rischiando di perdere
la persona che amava e aveva intenzione di andare a riprendersela senza
l’aiuto di nessuno. Esme…Così dolce e
cara.Che diamine volevano da lei? Non meritava di soffrire,non riuscivo
a concepirlo. A quale scopo l’avevano portata via?
Sentii qualcosa
sbattere al piano di sotto e per la paura mi rannicchiai su me stessa.
-E’ solo
Charlie,tranquilla,riconosco il suo odore.-,si affrettò a
dirmi Alice. – Dannazione,non ho preparato la cena!-
-Possiamo
prendergli una pizza,io non ho fame-,dichiarai. Ed era vero,assalita
dall’ansia avevo solo voglia di vomitare.
-Tu devi mangiare.
Forza.- Alice mi fece scendere dal letto e mi guidò
giù per le scale.
-Charlie,siamo qui.-
-Ragazze…-
Mi venne un groppo
in gola,mi ero dimenticata di aver litigato con lui quella mattina.
Calò un silenzio teso. Immaginai mio padre fissarmi
imbarazzato,con aria impacciata,e senza sapere cosa dire.
-Io vado in
cucina,devo fare delle telefonate.-,sentii dire da Alice. Probabilmente
lei aveva intuito tutto e aveva preferito lasciarci soli. Poi accadde
qualcosa di inaspettato. Charlie avanzò verso di me e mi
abbracciò.
-Non volevo.
Scusa.-,mormorai . Mi costò parecchia fatica pronunciare
quelle parole,m’imbarazzava particolarmente mettere in
evidenza i miei sbagli davanti a mio padre,ma avevo bisogno di fargli
capire che mi dispiaceva,lui sapeva a cosa mi ero riferita.
-Lo so,Bells. Non
devi scusarti.-
Charlie era capace
di mettere a tacere il mio senso di colpa in pochi secondi,nello stesso
modo in cui era in grado di accentuarlo quando litigavamo di brutto.
Quanto mi mancavano le nostre discussioni…Mi
sentivo così normale,così adolescente,a
ricordarle.
-Sai,sono passato a
la Push a salutare Billy prima di tornare a casa. Ho visto anche
Jacob,era con quei due ragazzi che lo accompagnano ovunque,Queil ed
Enril,se non sbaglio…-
Mi venne una fitta
al cuore. Jacob,Sam e tutti gli altri Quileute mi mancavano. Ma anche
loro facevano parte di un passato che non sarebbe potuto ritornare. Mi
distaccai da Charlie,consapevole di dove volesse andare a parare. Se
avessi potuto dirgli la verità sarebbe stato più
semplice spiegargli la situazione.
Jacob e tutti gli
altri miei vecchi amici non sarebbero mai tornati a visitarmi. E non
era solo uno stupido patto a impedirglielo,ma anche la delusione
causata dalla facilità e dalla velocità con cui
io ero corsa nuovamente dai Cullen.
-Bella?-,mi
richiamò Charlie.
-Papà,Jacob
non tornerà più. Devi fartene una ragione.-
-Perché
dici così?-,mi domandò confuso,dopo alcuni attimi
di puro silenzio.
-E’…complicato.
Noi abbiamo…litigato prima che io andassi a
Praga…-
In me
riaffiorò il ricordo di quando Jacob mi aveva aggredita dopo
aver perso il controllo. Se Heron non fosse stato lì a
difendermi,sarei stata uccisa dal mio migliore amico. E di nuovo,a sole
ventiquattro ore di distanza da quell’episodio,qualcuno aveva
dovuto difendermi e soccorrermi in punto di morte: Carlisle.
Possibile che
avessi sempre bisogno di essere protetta e sorvegliata? Possibile che
nelle situazioni problematiche io non potessi fare nulla per gli
altri? Una nuova minaccia incombeva su di me e su coloro a
cui tenevo maggiormente. Come avrei potuto respingerla?
Io,fragile,inutile,cieca umana.
-Facciamo
così,per stasera non parleremo più di Jacob-
Charlie mi riportò alla realtà.
-Va bene.-
Mi diressi
lentamente verso la cucina,mettendo le mani davanti a me. Ero
così abituata a casa mia da non avere bisogno di aiuto per
passare da un stanza all’altra,eccetto quando salivo o
scendevo le scale. Dietro di me sentivo mio padre,col fiato sospeso,che
mi teneva d’occhio cercando di non farsi sentire.
Probabilmente era avanzato verso di me a passi felpati,pronto a
sostenermi se fossi vacillata. Cercai di non pensarci. “In
fondo”,mi dissi ironicamente,” a mantenere
l’equilibrio sono quasi più brava di una bambina
di un anno che cerca di camminare per la prima volta.”
Graffiai
l’aria con le dita,finché non riuscii a tastare
ciò che cercavo:una sedia. Mi ci sedetti,soddisfatta di non
essere scivolata o inciampata da nessuna parte:non si era verificata
alcuna storica caduta da film comico.
-Charlie,Alice ha
dovuto aiutarmi con la mail da inviare alla mamma,perciò ha
ordinato delle pizze.-,spiegai .
-Non
c’è problema,mie care. Non
c’è problema…-,si affrettò a
rispondere.
-Ehm,io non ho
molta fame,se mi volete scusare... Penso che andrò a farmi
una doccia.-,squillò la voce di Alice.
-Ti senti poco
bene?-
-No,affatto,Charlie.
Non ti preoccupare. Bella,vengo più tardi.-
-Okay…-,annuii
semplicemente. Alice aveva qualcosa che le ronzava per la
testa,sicuramente aveva intenzione di chiamare Carlisle.
Carlisle…Stava
bene? Scacciai il pensiero che gli fosse potuto accadere qualcosa. Solo
ad immaginarlo mi sentii una sciocca,lui,così forte e
padrone di sé,non poteva essere in pericolo. O almeno era
ciò che credevo. Sarebbe tornato,punto.
Quando ci
furono portate le pizze,io e Charlie mangiammo in compagnia della
televisione,di tanto in tanto scambiando due chiacchiere.
Finché lui non mise in ballo Alice.
-Bells,secondo te
prima mi sono preoccupato troppo per Alice? Ho la sensazione che non
sia in ottima salute…Forse le faccende di casa stanno
iniziando a stancarla. E’ sempre così fredda,non
vorrei che si ammali. Stasera mi è sembrata anche
più pallida del solito a dire il vero…-
Beato Charlie che
poteva vedere Alice in faccia!
-Ma no,non credo
proprio. Oggi ha ballato tanto,forse è solo stanca. E lo sai
che lei è sempre fredda e pallida di suo…-
Bene: Charlie aveva
notato due cose importantissime. Con il passare del tempo avrebbe
capito a quale creatura aveva dato ospitalità in casa?
Avrebbe
dovuto… Ci speravo,forse comportandomi da insensibile,ma ero
stanca di dover nascondere una cosa così importante a mio
padre,ero stanca di dovergli mentire.
-Si
ma…E’ davvero una ragazza
particolare…Mangia sempre così poco…-
-Magari si vergogna
davanti a te. Magari mangia durante la giornata.-
Scusa
patetica,pateticamente patetica. Finsi di sbadigliare per farlo notare
a Charlie.
-Vuoi andare a
dormire? Ti accompagno in camera se vuoi.-
Era proprio
ciò che speravo.
-Grazie
papà.-
Quando arrivai alla
porte della mia camera non mi preoccupai di parlare,Alice doveva aver
sentito il rumore dei nostri passi per le scale. Infatti la porta si
aprì di botto.
-Che
udito!-,esclamò Charlie divertito.
-Lo so,grazie.-,fu
la risposta allegra di Alice. –Vieni Bella,voglio leggerti
una cosa.-,disse afferrandomi la mano.
-Vi lascio in pace.-
-Oh Charlie,cosa
dici! Tu non disturbi mai!-,si affrettò a dire Alice.
Tossicchiai appena,ero impaziente di rimanere da sola con lei per
tornare alla carica sull’argomento Volturi. La porta della
mia camera si richiuse nuovamente.
-Puoi uscire.-
-Con chi
parli?-,domandai confusa.
-Col tuo amato. Si
era attaccato al muro sotto la finestra,nel caso Charlie fosse entrato.
Non credo che a tuo padre avrebbe fatto piacere trovarlo qui.-
Arrossii,mentre il
cuore si alleggeriva per il sollievo e la contentezza di venire a
sapere che Carlisle era lì. Capii di averlo accanto a me
solo quando il suo indescrivibile profumo mi raggiunse e le sue labbra
si posarono leggere sulla mia fronte,provocandomi brividi di freddo
lungo la schiena e agitando lingue di fuoco nel mio petto.
-Ehm
ehm…-,si schiarì la voce Alice,anche se non ebbe
molto da schiarire,data la sua naturale armoniosità e
limpidezza. –Mentre ero in cucina ho telefonato anche a
Jasper. Gli ho detto che Heron è andato da solo a
Volterra,nessuno lo sapeva perché gli altri si erano divisi
per effettuare le ricerche. Sono quasi certa che i rapitori siano gli
stessi che hanno intenzione di venire a farci visita domani sera.-
-I
Volturi…-,sussurrai. Quel nome mi faceva venire la pelle
d’oca,era misterioso,intrigante,e mi dava l’idea di
qualcosa di segreto e pericoloso solo a pronunciarlo.
Volturi…Volgere,avvolgere. Coprire,nascondere,celare. Tenere
all’oscuro. Ecco ciò che mi veniva in mente. Ma
sapeva anche d’inganno,di trappola che ti afferrava grazie al
suo bel suono.
-Esatto,proprio
loro. Gli altri hanno interrotto subito le ricerche,sanno con chi hanno
a che fare,non è cosa saggia gironzolare separati in una
città se ci sono i Volturi di mezzo. Così
Jasper,Edward,Emmett e Rosalie ora sono a casa,che aspettano di
ricevere una telefonata nel caso dovessi avere altre visioni. Per
questo ho bisogno di concentrazione,devo mettermi a riflettere e ad
ascoltare. Ti spiegherà Carlisle tutto quello che vuoi
sapere,sono sicura che nessuno potrebbe farlo meglio di lui.-
-Va bene.- Cercai
con le mani il letto e quando sentii il morbido materasso a contatto
con i miei palmi,mi ci lasciai sprofondare. Scacciai il pensiero di
ciò che era successo tra me e Carlisle l’ultima
volta che ci eravamo ritrovati su di un letto e tesi bene le
orecchie,in attesa che lui iniziasse a parlare.
-Ricordi la prima
volta che venisti a casa Cullen? Edward ti mostrò un quadro
nel mio studio.-
La sua voce
melodica mi riempì le orecchie,mi tuffai mentalmente in
quella giornata lontana lontana dal presente.
-Quello dove tu eri
in compagnia con altri tre individui?-
-Brava,proprio
quello. Sono loro i capi dei Volturi: Aro,Caius e Marcus.-
Rabbrividii.
Vampiri ultracentenari di cui avevo visto raffigurato il volto una sola
volta di sfuggita stavano per arrivare a Forks.
-Edward mi disse
che hai vissuto con loro per qualche decennio.-
-Ehi,complimenti
per la memoria.- rise,e io vidi le stelle.
-I Volturi sono un
antichissimo clan di vampiri che vive in Italia. In passato mi unii a
loro perché erano diversi dagli altri,erano colti e
raffinati. Vivevano sottoterra,per conto loro. Cercarono di convincermi
a rinunciare alla mia dieta a base di sangue animale,ma non ci
riuscirono,e io mi allontanai da loro. I Volturi non dimenticano mai
niente. E non hanno dimenticato neanche me,come puoi constatare. Se i
Volturi vogliono qualcuno,lo cercano e lo trovano. Sarebbero capaci di
tornare anche dopo cinquecento anni,se volessero.-
Probabilmente non
lo aveva detto per non turbarmi…Ma era palese,evidente,che
l’obbiettivo dei Volturi fosse Carlisle.
-E cosa vogliono da
te? Tu non hai fatto nulla di male!-,l’ansia crebbe nella mia
voce. – E Esme cosa centra in tutto questo?-
-Ssh,fai piano,o
Charlie ti sentirà.-,mi sussurrò caldamente
all’orecchio,il suo respiro profumato mi investì.
Posai la testa contro il suo petto. Lui mi accarezzò le
guance,i capelli e la schiena,con movimento lento e tranquillo.
-Io e Alice abbiamo
un piano. Non temere.-
-Ah si? E
quale?-,domandai con aria petulante. E se me lo avesse detto per non
spaventarmi?
-Stabiliremo un
accordo,è complicato da spiegare.-
Mi aveva convinta
ben poco. –E la risposta all’altra domanda?-
Carlisle
sospirò piano. Lo immaginai fissare un punto imprecisato
della stanza,con espressione assorta,splendido da togliere il respiro
anche nella sua perplessità.
-I Volturi credono
che Esme ed io…Beh non è difficile da capire.-
-Oh.-,riuscii solo
a dire.
-Riuscii a perderli
definitivamente di vista solo nel 1930,fino da allora erano sempre
rimasti in contatto con me,seppur pacificamente. Se hanno rapito colei
che considerano come mia moglie,significa che questa volta non hanno
buone intenzioni,stanno giocando sporco. Tuttavia non sanno del potere
strabiliante di Alice. Non devi preoccuparti Bella,ce la caveremo.-
-Carlisle
io…Io…-
-Non pensarlo
neanche per scherzo.-,mormorò dolcemente.
Trasalii per la
sorpresa,come faceva a sapere che stavo per chiedergli di trasformarmi?
-Non ti farei mai
combattere contro i Volturi,nemmeno se tu fossi una forte e agile
vampira. Inoltre per completare la trasformazione ci vogliono tre
giorni. Non è ancora il momento,ma arriverà
presto.-
-Lo
spero.-,dichiarai,mentre lui continuava ad accarezzarmi.
–Alice?-,gli chiesi poi.
-E’
ancora in stato di trance. E’ seduta per terra e tiene gli
occhi chiusi,le nostre voci sono come un ronzio indistinto per il suo
udito. Sta cercando di focalizzare le immagini nella sua mente e di
captare segnali sui Volturi.-
Nella mia mente
vidi Alice a gambe incrociate,le braccia posate sulle ginocchia,le mani
distese,il pollice e l’indice uniti: la tipica posizione di
chi meditava mentre faceva yoga. Ebbi l’inadeguata voglia di
ridere.
-Me lo fai un
favore?-
-Tutto quello che
vuoi.-,risposi prontamente,Carlisle aveva un potere irresistibile su di
me.
-Cerca di dormire.
Io non mi muoverò da qui,lo prometto.-
-Devo ancora fare
la doccia.- Non era una scusa,inoltre volevo restare sveglia per
sentire cosa avrebbe avuto da dire Alice. Sentii le mie guance
surriscaldarsi subito dopo aver fatto quell’affermazione.
-In tal caso mi
accontenterò di chiederti di sdraiarti vicino a me.-
Gli presi il volto
tra le mani e gli stampai un bacio a fior di labbra.
–Sarà fatto.-
Per
un’oretta buona rimasi accoccolata con lui sul letto,ad
ascoltare il suo respiro sul mio collo e il battito rilassato del mio
cuore. Dimenticai le mie preoccupazioni e mi sentii avvolgere dalla
sicurezza. Si poteva dire che Carlisle aveva sia il potere di Edward
che quello di Jasper su di me:capiva cosa mi passava per la testa,ed
era in grado di tranquillizzarmi con la sola vicinanza. Ma io non ero
mai stata una tipa molto positiva. Avevo il sospetto che presto quella
felicità assoluta mi sarebbe stata portata via. Come si
diceva? “ Essere felici fa paura,perché la
felicità è grande solo quando la si sta per
perdere.”
Scacciai quel
pensiero dalla mente,mi concentrai solo su Carlisle. Senza accorgermene
caddi in dormiveglia. Sentii una voce limpida parlare piano.
- Ci siamo
sbagliati. Non è te che vogliono,Carlisle… E non
è nemmeno me.-
Forse era un sogno.
Ero troppo stanca per capire.
*******
Spazio dell'autrice:
come sono triste ç_ç Bella e Carlisle
stanno per dividersi. Manca un solo giorno. E intanto dei lupi non si
sa ancora niente,sembra che l'inimicizia coi vampiri impedisca loro di
riflettere:non riescono a concepire il fatto che Bella voglia loro bene
e che,addirittura,ami uno di loro. Sono delusi e feriti.
Heron è andato da solo a Volterra...Diventa molto,molto
irascibile quando in ballo c'è Esme,nonostante il loro amore
sia nato da alcuni mesi. Saprà fronteggiare l'esperto clan
di vampiri? E gli altri Cullen andranno ad aiutarlo?
Alice ha visto qualcosa di alquanto spiacevole,da come avrete potuto
leggere nelle ultime righe....
Se questo capitolo vi ha lasciati tranquilli,vi avverto che il prossimo
sarà drammatico(ma almeno vi avvisoXD)
Questo bel casotto era maturato nella mia testolina da un bel po',sono
contenta di essermi decisa a scrivere il sequel=)
Una domanda sulla lunghezza dei capitoli: è
troppa,è poca,oppure è giusta? Fatemi sapere ;)
Passo ai ringraziamenti: acqua1879 Giulia miao
Honey Evans roby88 cesarina89 cold_moon zizzicullen fracullen ila_sabaku serenella94 twilight95 Usagi_84 perché
mi hanno aggiunta alle seguite e alle preferite^^ E rispondo alle
recensioni:
AshG [Contatta] |
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violazione
|
25/01/10,
ore 20:39 - Capitolo 2: Vecchi
amici... |
Pensavo
avessi visto che avevo fatto il sequel*_* Pardon,ma solitamente non mi
piace avvisare la gente via mail,sembra quasi che io vada a supplicare
i lettori di recensire XD. Non l'ho fatto perché credevo di
assillarti. Comunque per fortuna te ne se accorta che ho pubblicato il
sequel ;) Il dottorino ti piace,eh?*_* Dillo a
me.................................................................*_*.....................................*___________*............................................................................
Seriamente,è meglio che non ci penso!! Dovremmo vergognarci
a desiderare l'uomo-anzi,vampiro- di Bella Swan!XD E' un
intoccabile,purtroppo ç_ç Oddio che
ridereeeeee!!! Purtroppo la realtà è ben diversa
dai sogni. Ahahahahah,che caspita di dottore che ti sei beccata XDXD
Però riesco a capirti,sai? *_* Forse anch'io mi sarei messa
a fare la tua scenata nella tua situazione,ahahaahahXD Tutte le volte
che ho una visita penso sempre a Carlisle e mi calmo XD Comunque grazie
per i complimenti,le tue recensioni mi fanno pisciare dal ridere XD
Rispondo alle tue domande:
1) Come hai potuto leggere,i Volturi credevano ancora che Carlisle
stesse con Esme. Vedrai come ci rimarranno quando scopriranno la
verità!
2)Pensi che Alice possa dire una cosa del genere a Carlisle? XD
Decisamente no,vedrai chi è stato=)
|
|
Rebecca
Lupin [Contatta] |
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violazione
|
24/01/10,
ore 21:11 - Capitolo 2: Vecchi
amici... |
Già.Carlisle
e Bella che... *_* XDXDXDXDXD Vero, i Volturi devono sempre rompere le
scatole,in ogni storia. Se non ci fossero loro nel sequel non
mi sentirei soddisfatta!XD Lo so,sono masochista a coinvolgere pure
quei maledetti,ma che vuoi farci,è stato più
forte di me XD Alla prossima =)
|
|
Aia
Cullen [Contatta] |
Segnala
violazione
|
24/01/10,
ore 20:24 - Capitolo 2: Vecchi
amici... |
Sai
che sono contentissima anche io?? XD Grazie te lo dico io,felice che il
sequel ti piaccia. Questo capitolo era un po' noioso forse,ma come ho
già detto,presto ci saranno nuovi,interessanti,sviluppi^^
|
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Capitolo 4 *** Capitolo 3. Sola ***
Sola
-Voglio venire con voi. Non potete lasciarmi qui.-
-Bella,cerca di
ragionare. Si tratta di un clan di vampiri pericoloso,e tu sei
un’umana.-
-Quello che intende
dire Carlisle è che i Volturi potrebbero aggredirti,dato
l’odore invitante del tuo sangue.-
Alice,la
bocca della verità: a volte dimenticava che
avrebbe dovuto usare un po’ più di tatto nel dire
certe cose a Bella.
-Sento che mi state
nascondendo qualcosa…E se non tornaste più
indietro? Io devo esserci.-
Bella era
irremovibile. Io,lei e Alice eravamo seduti al tavolo della cucina di
casa Swan da mezz’ora,a discutere.
-Per quale motivo
dovremmo nasconderti qualcosa?- replicò Alice,simulando un
tono sorpreso.
Bella
corrugò la fronte e mise il broncio. Stetti male nel vedere
il suo viso contratto in una simile espressione,perché non
c’era nulla che potessi fare per restituirle il sorriso in un
momento come quello. Lei era ignara di tutto,ignara del fatto che ad
ogni minuto che passava il nostro tempo a disposizione per stare
insieme diminuiva.
-Parlatemi del
patto. Ieri sera mi sono addormentata,ma adesso non potrete sfuggirmi.-
-Ti stai
comportando come una bambina.-
-Carlisle…-,mi
chiamò con voce esasperata.
-Okay,ti
dirò tutto.-,dissi con fermezza,posando la mia mano su una
delle sue,piccola e calda. Il suo volto si distese in un espressione
più rilassata. Alice mi fissava con gli occhi
sbarrati,incredula.
-Bella,la
verità è che non sappiamo con certezza chi di noi
tre vogliano prendere i Volturi. Siamo tutti e tre a rischio.-
Dopotutto non avevo
mentito. Speravo capisse il motivo per cui non volevo portarla con me
ed Alice,ma ottenni il risultato opposto a quello sperato.
-Bene,andrò
io con loro,così voi potrete restarvene in pace!-,disse
infatti.
-Sarebbe tutto
inutile…- Alice si era raddolcita nel tono di voce. Era
impressionante vedere quel piccolo tornado con la tristezza negli occhi.
-Se mi lasciate qui
da sola,cosa racconterò a Charlie quando arriverà
a casa?-
Alice strinse le
labbra imbronciata. –Certo che sei testarda…-
-Testarda come
me…-,ammisi. –D’accordo,verrai con
noi,ma solo perché non posso sopportare l’idea di
lasciarti sola. Dovrai stare attacca a me,intesi?-
-E dove potrei
scappare?- Le sue labbra si distesero in un sorriso che mi fece sentire
una fitta al petto. Le passai un braccio attorno alla schiena esile e
la strinsi delicatamente a me. Alice mi osservava compassionevole,senza
avere il coraggio di obbiettare la mia decisione. Avevo fatto una
scelta rischiosa,ma dopotutto,se Bella fosse rimasta a casa mentre i
Volturi mi portavano via,qualcun altro sarebbe andato a prendere anche
lei.
-Quanto manca?-
chiese Bella.
-Due ore e sette
minuti.-,fu la pronta risposta di Alice.
Non c’era
più niente da discutere,non c’era più
niente su cui riflettere. Bisognava solo aspettare. Le sette di sera si
stavano avvicinando inesorabilmente. E ogni rintocco delle lancette
dell’orologio valeva come una pugnalata sul mio collo.
Ripensai
all’incontro con Sam Uley avvenuto in mattinata. Durante la
caccia mi ero spinto appositamente oltre il confine per imbattermi in
un licantropo,e lo avevo trovato: un enorme lupo alto quanto un cavallo
che schizzava rapido tra gli alberi della foresta.
Mantenendomi a debita distanza,lo avevo seguito finché non
si era fermato. Lui si era avvicinato mostrando i
denti,l’espressione arcigna,gli occhi che lampeggiavano per
l’ira e la sorpresa. Ma la mia espressione imperturbabile e
rilassata doveva avergli fatto capire che le mie erano intenzioni
pacifiche. Un altro lupo dal pelo più chiaro del primo era
comparso oltre il fogliame ed era avanzato deciso verso di me.
Un’occhiata del suo compagno era bastata affinché
si fermasse di colpo. Io ero rimasto immobile,senza tradire alcuna
emozione col corpo e lo sguardo. Il lupo più grosso si era
trasformato per potermi parlare,mentre l’altro aveva preso a
girargli intorno con aria vigile.
-Cosa
ci fai tu qui?- Riconobbi in quell’espressione dura e
autoritaria il capo branco dei licantropi.
-Sono
venuto a chiedervi un favore.-
Si
mise a ridere. –Cosa dovrebbe trattenermi dal non sbranarti?
Se sei venuto qui per parlare del patto,sappi che la mia risposta non
è cambiata:non ho intenzione di modificare gli accordi.-
-Questa
sera io e la mia compagna dovremo lasciare Forks. Non ci saranno
più vampiri sul vostro territorio.-
-Dovrei
credere alle tue parole?- Sam Uley si mostrò
più furioso di Jacob Black,nei miei confronti..
-Resterai
nel dubbio fino a questa sera. E’ passato un po’ di
tempo dall’ultima volta che ho parlato con uno dei
tuoi:Jacob. Deve avervi riferito il motivo per cui ci siamo dati
appuntamento nella foresta.-
A
quelle parole lessi un velo di sorpresa attraversare gli occhi di Uley
che il ragazzo cercò di camuffare nel riservarmi
un occhiata più torva delle precedenti. Forse Jacob non
aveva messo al corrente il branco dell’accaduto.
-Non
è difficile immaginare di cosa abbiate parlato.-
-Illuminami.-
Il
lupo dal pelo più chiaro ringhiò
violentemente per minacciarmi. Dovevo stare attento a giocare col
fuoco. Perché il fuoco era molto pericoloso per un vampiro.
-Della
traditrice. Di Bella Swan.-
-Credevo
fosse anche una tua amica.-
-Chi
è amico di fetidi succhiasangue non è amico
nostro!-
-
Noi non potremo più proteggerla a breve.-
Il
lupo smise di girare intorno al suo capo branco e lo fissò
intensamente.
-Tu
mi stai chiedendo di proteggerla perché tu e la tua compagna
ve ne dovrete andare? Per chi ci hai preso,per dei cani da guardia?-
-
L’unico motivo che vi ha spinti ad allontanarvi da lei siamo
stati noi Cullen. Se ce ne andremo,non avrete più motivo di
avercela a morte con lei.-
-Ma
certo! Bella deve sempre essere tutelata da creature sovrannaturali,no?
Non può vivere una vita normale! Se non ci sono i
succhiasangue,ci sono i lupi cattivi con lei;se tornano le
sanguisughe,i lupi cattivi finiscono nel dimenticatoio. Dunque,fammi
indovinare…Ma certo,ora che se ne vanno di nuovo i
Cullen,tocca a noi stare con lei! Ho appena scoperto che facciamo i
turni!-
Licantropi…esseri
così orgogliosi. Nella mia esistenza avevo avuto modo di
capire quanto potesse essere dannoso provare tale sentimento.
L’orgoglio offuscava la mente,e faceva dimenticare
ciò che era veramente importante. In quel caso aveva fatto
dimenticare ad Uley il valore di un amicizia.
-Io
ti prego di mettere da parte l’orgoglio. Anche tu devi amare
qualcuno,cambierebbe il tuo sentimento nei suoi confronti se un domani
ti alzassi e scoprissi che è diventata un vampiro?-
Sam
Uley iniziò a tremare,scosso dagli spasmi. Il lupo
indietreggiò da lui di qualche passo.
-Questo
non ti riguarda!-,ruggì,sforzandosi di non perdere il
controllo.
Non
avevo intenzione di scappare,non prima di chiudere la questione.
-Io
credo che ameresti comunque quella persona. Il tuo odio si riverserebbe
solo su chi l’avrebbe trasformata. Non puoi incolpare Bella
per ciò che ama,se proprio vuoi dare la colpa a
qualcuno,dalla a me perché esisto. Non abbandonare
un’amica che ha bisogno di aiuto perché
è innamorata di un vampiro. E’ pur
sempre di amore che stiamo parlando,non di liti tra vampiri e
licantropi.-
Ma non
c’era stato modo di smuovere l’animo di Sam Uley.
Ero stato costretto a fare dietro front e tornare da Alice e
Bella,prima di rischiare di finire circondato dall’intero
branco di lupi. Ma sapevo che uno di loro non avrebbe abbandonato
Bella,una volta compresa la gravità del problema.
Forse,chissà,nessuno lo avrebbe fatto.
-Dobbiamo andare.-
Alice mi fissava
con espressione grave,le labbra strette,rigida nella sua tensione. Le
feci un piccolo sorriso di incoraggiamento. Il corpo di Bella a
contatto con il mio sembrò diventare più caldo.
Era stata una mia impressione? Oppure sentir pronunciare quella frase
l’aveva sorpresa?Tutto ciò che sapevo con certezza
era che presto non avrei più potuto godere di quella dolce
vicinanza.
-Reggiti
forte.-,l’avvertii issandomela in spalla. Alice rilesse
velocemente il biglietto che aveva lasciato sul tavolo della cucina di
Charlie e cercò di sorridermi. Era chiaro che fosse
dispiaciuta di lasciare quella casa,e soprattutto,spaventata. Come se
mi avesse letto nel pensiero,annuì col capo,per farmi
credere che andasse tutto bene,e balzò fuori dalla finestra.
Io la seguii.
Era Alice a
sapere il luogo del fatidico incontro,così la
rincorsi senza perderla un attimo di vista. Secondo quanto mi aveva
detto,i Volturi sapevano del suo potere,e si sarebbero fermati ad
aspettarci in una radura,certi che Alice li avrebbe visti arrivare. Ci
fermammo proprio lì,in un ampio spiazzo di erba umida
accerchiato da alberi e avvolto dalla nebbia. I miei “vecchi
amici” sarebbero arrivati da un momento all’altro.
In quel momento mi
pentii di non aver chiesto aiuto alla famiglia di Denali per non
coinvolgerli nei miei problemi:anche se i Volturi avessero accettato le
mie condizioni, non era detto che poi le avrebbero rispettate.
Feci rimettere
Bella in piedi e le passai un braccio attorno alla vita con fare
protettivo. Lei mi strinse a se,le sue fragili braccia parvero
acquistare una nuova,sconosciuta forza nel compiere tale gesto.
Desideravo ardentemente prenderla e portarla lontano,lontano da quella
foresta,lontano da Forks,lontano dagli Stati Uniti,lontano da coloro
che volevano servirsene per i loro oscuri scopi. Ma fuggire non mi
sarebbe servito,anzi,avrei rischiato di complicare la situazione.
D’un
tratto Alice sussultò. Anche Bella la udì e fece
uno scatto allarmato.
-Con me sei al
sicuro. Ricordalo.-
-Non ho paura.-
rispose prontamente. In quell’affermazione c’erano
grinta e sicurezza.
-Ci siamo. -
annunciò Alice.
Potei sentire
l’odore antico e raffinato della loro pelle
nell’aria. Nonostante fosse gradevole,mi fece provare
sensazioni spiacevoli. Remoti ricordi che avrei preferito dimenticare
riaffiorarono dagli angoli più reconditi della mia memoria.
Tre figure
incappucciate comparvero di fronte a noi,io ed Alice riuscimmo a
distinguere le loro figure perfettamente,anche se avvolte da un
mantello di denso vapore danzante. Se Bella avesse potuto
vedere,avrebbe intravisto tre sagome nere e inquietanti avvicinarsi
lentamente.
Camminavano con un
andatura umana,come se volessero prolungare l’attesa di chi
li stava aspettando e rendere indimenticabile la loro apparizione. Si
fermarono a una trentina di metri di distanza da me,Bella e
Alice. Qualunque volto fosse affiorato da quei cappucci,non
avrebbe fatto una piacevole sorpresa a nessuno. Ironia della sorte,il
primo a rivelarsi fu il più diabolico che ricordavo,il
più diabolico nella sua falsa apparenza angelica.
-Da quanto tempo.
Che piacere rivederti,Carlisle.-
-Salve,Jane.-
-Demetri,Felix,avete
dimenticato le buone maniere?-
Le due figure ai
lati di Jane mostrarono il loro volto.
–
Buonasera,dottor Carlisle.- salutò quello di destra,il
più corpulento e imponente dei tre.
- Salute a
te,Carlisle.- Fu la volta di Demetri.
Bella si era
irrigidita,il suo cuore,al contrario,pulsava agitato come un allarme.
-Piacere di
conoscerti,Alice. Fremevo dalla curiosità di vederti.-
proseguì Jane. Un velo di freddezza sfumò il suo
solito tono impassibile quando si rivolse ad Alice. Probabilmente Aro
doveva aver elogiato la mia compagna troppo eccessivamente per i gusti
di Jane,la quale aveva sempre amato essere considerata la preferita del
suo leader.
-Lusingata.- fu la
laconica risposta di Alice.
-Oh,ma che
sorpresa!- cinguettò Jane,puntando i suoi inquietanti occhi
su di me. –C’è anche Isabella con voi!-
Come
se non avessi sentito il suo odore…
-Mmmh…è
squisita.- mormorò Demetri.
Ebbi
l’impulso di stringere Bella ancor più saldamente
a me,come se stessi tenendo d’occhio un arciere con
l’arco puntato al suo cuore.
-Non ho
paura,davvero.- sussurrò lei flebilmente contro il mio
braccio.
-Devo farti i miei
complimenti,Bella,sembri davvero ottima. Perdona Demetri,non voleva
essere scortese con te.-
-Arriva al dunque.-
fu la secca richiesta di Alice.
-Calmati-
Parlai a denti
stretti,così piano che un umano non avrebbe udito nemmeno
una leggera vibrazione nell’aria. La mia voce si
poté paragonare ad un ultrasuono.
-Ha ragione,Jane. A
quanto pare Alice è una che va subito al sodo,proprio come
me.- intervenne Felix.
Jane mosse
impercettibilmente il capo nella sua direzione. Io tesi le orecchie,ma
non udii nulla.
-Qualcosa mi dice
che voi sapete già perché siamo qui.-
dichiarò Demetri.
-Si,ed è
per questo che avrei una richiesta da farvi.-
Jane
spostò nuovamente i suoi occhi su di me. –Siamo
tutt’orecchi.-
-Gradirei venire a
Volterra per parlare col mio vecchio amico Aro.-
Demetri e Felix
sogghignarono.
-Oh,sono sicura che
verrai.- fu l’ambigua risposta di Jane.
-Dato che dobbiamo
portare con noi l’umana,credo che tu voglia restare insieme a
lei. Anche se in verità…- Jane
s’interruppe. Bella trattenne il fiato e rafforzò
la presa sulla mia camicia.
-Non sei obbligato
a seguirci. Mentre per quanto riguarda le altre due,è ovvio
che siano costrette.- Finalmente la spietata vampira stava iniziando a
parlare chiaramente,senza ricorrere ad inutili e falsi giri di parole.
-Non avrete bisogno
di usare la forza,io e Carlisle vi seguiremo.- intervenne Alice con
tono risoluto.
La mia mente era
incentrata principalmente su Bella: cosa stava pensando in quel momento?
- E Isabella?-
Sentir pronunciare il suo nome da Demetri
m’infastidì.
-Non parlare- le
sussurrai pianissimo. Fortunatamente mi udì e rimase in
silenzio.
-La tua fidanzata
non intende seguirci?- Il tono di Jane rivelò ironia e un
sottile velo di provocazione nel pronunciare la parola
“fidanzata”.
-Desidererei avere
un colloquio personale con Aro,chiedergli se sarebbe possibile
prolungare la permanenza di Isabella a Forks.-
-Forse non mi sono
spiegata bene,Carlisle. La tua presenza a Volterra non è
richiesta.- Jane parlava affabilmente,in maniera contrastante a
ciò che stava dicendo.
-Vi sto chiedendo
un favore: lasciatemi venire e parlare con Aro riguardo Isabella. Due
al posto di tre,prendere o lasciare.- misi in chiaro. Tuttavia avevo
fatto un grosso rischio: non c’erano rinforzi pronti ad
entrare in azione se Jane avesse negato la mia richiesta.
-Ma cosa stai
dicendo!?-
Rimasi spiazzato
dall’improvvisa esplosione di Bella.
-Io…io
non vi lascio.-
I tre vampiri
puntarono famelici gli occhi sui Isabella,sorpresi di averla sentita
parlare per la prima volta.
Alice
escogitò uno stratagemma per entrare in mio soccorso.
-Oh
Bella…- prese a singhiozzare -…come
reagirà Charlie quando scoprirà che sei
scomparsa? Se solo tu potessi avere ancora un po’ di tempo
per dire addio a questa tua vita…So che desideri diventare
al più presto vampira,e imparare a cacciare grazie ad un
clan esperto e raffinato…Ma non pensi a tuo padre,tua
madre…ai tuoi amici? Morirebbero di
dolore…Aspetta solo un mese,ti prometto che torneremo a
prenderti,e potrai restare con Carlisle…-
Ci voleva ben altro
per ingannare Jane. E quel discorso non l’avrebbe mai potuta
impietosire,benché Alice avesse recitato magnificamente.
Tuttavia ciò basto perché Bella capisse che noi
non l’avremmo abbandonata.
-Forse potremmo
accontentarci di portare due ospiti a casa,per adesso.- intervenne
Felix con un sogghigno –Alice potrebbe provare rancore nei
nostri confronti per il trattamento riservato alla sua amica; se deve
diventare una nostra nuova alleata,tanto vale non iniziare a litigare-
Avevo la sensazione
che si stesse divertendo,col suo modo di prendere alla leggera la
situazione.
Jane gli
scoccò un’occhiata velenosa.
-Concordo Felix,per
una volta potremmo essere magnanimi. Non ci costerebbe nulla aspettare un mese.- Demetri m stupì,non mi aspettavo
acconsentisse.
-Va bene.
Accontentiamo Carlisle ed Alice.-
In quella
radura,cinque creature rimasero spiazzate: quattro vampiri,e
un’umana. Jane…Era impensabile che non stesse
architettando qualcosa.
-Sei davvero sicuro
di voler venire con noi?-
- Lo faccio per
Isabella. Giuratemi che non le farete del male.-
Ma sapevo che la
mia Bella non sarebbe mai più stata al sicuro. Mai
più. Non finché loro ci sarebbero stati.
-Questo
dipenderà dalla decisione del tuo vecchio amico,Carlisle.-
Osservai
l'espressione compiaciuta del suo piccolo viso,il trionfo inciso negli
occhi spietati. Quell'essere era in grado di farmi rabbrividire di
disgusto...Ammetterlo era imbarazzante.
-Non andartene.-
Immaginai di avere
un cuore incastonato nel petto. Immaginai che si fosse appena spezzato
in due e poi polverizzato come corroso dall'acido.Tutto questo per
alleviare il dolore,perché sentir pronunciare quelle parole
da quella voce era stato mille volte più letale e
distruttivo.
"Lo faccio per te.
Non complicare tutto,per favore."
-Non andartene. Non
di nuovo...-
Incatenai i miei
occhi ai suoi,tra quel legame scorreva un fiume di ricordi,parole ed
emozioni. Speravo che avrebbe potuto leggere almeno una parte di quella
vita che stavo cercando di riassumere con un'occhiata,anche se lei non
poteva vedermi. Perché mi sentiva. Doveva assolutamente
percepire che la stessi guardando.
- Non è
un addio.-
"Non è
un addio. Questo glielo devo promettere. Farò in modo che
sarà un arrivederci. Un arrivederci al Mio Amore."
-Te lo
prometto.-,sussurrai con il tono di voce più dolce e
rassicurante che riuscii ad ottenere.
-Adesso
basta.-,ordinò la piccola vampira con tono infastidito. - Se
la tocchi la sbrano.-,mi avvertì. - Dobbiamo andare.-
Ma non riuscivo a
staccarmi da lei.
-Carlisle,lasciala.-
m’intimò Alice in un flebile sussurro.
-Abbandonare nella
foresta un’umana che non può
vedere…spero per te Isabella,che tu sia una tipa fortunata.
Se non dovessi farcela a mettersi in salvo,Carlisle,la colpa
sarà tua,ricordalo.- ghignò Jane soddisfatta.
-Permettimi di
portarla al sicuro.-
-Sono stata
già abbastanza accondiscendente. La richiesta di prolungare
la permanenza della tua fidanzata a Forks,dopotutto,è stata
tua. Intendo seguire le tue parole alla lettera: la foresta fa parte di
Forks. Prendere o lasciare…-
Non avevo altra
alternativa,era meglio non fare irritare i nemici. Non rimaneva altro
da fare che aggrapparsi alla speranza.
-Chiedi
aiuto,Bella. Ti prego.- sussurrai. Ma lei parve non sentirmi,non
percepivo più il calore del suo corpo,il cuore batteva a
rilento. Era come spenta.
-Carlisle.-
implorò Alice.
-Ti prego
Bella,chiedi aiuto.- sussurrai per l’ultima volta.
-Arrivederci,Bella.-
Ad Alice tremò la voce,mentre si avviava incontro a
Jane,Demetri e Felix.
Ne io ne lei
ricevemmo risposta al nostro saluto. Trovai un coraggio che non avrei
mai creduto di possedere nel sciogliere la presa delle mani di Bella
dalla mia camicia,sentirle scivolare sulle mie senza poterle baciare,e
allontanarmi.
Fu come morire poco
alla volta,lentamente,ma inesorabilmente. Si,quella notte morii,e
nacque un nuovo,diverso,Carlisle.
*******
Spazio dell'autrice.
Sono in ritardo mostruoso!! Scusatemi,ma dato che sto partecipando ad
un contest ho dovuto cominciare a darmi da fare a scrivere la bellezza
di sette one-shot. Il capitolo è venuto agsè,come
si dice dalle mie parti,tirato per le orecchie ecco. Be' a
quanto pare i Volturi sono arrivati a prendere Bella,ma Carlisle ha
chiesto che lei non venisse presa. Anche se lui ed Alice se ne sono
dovuti andare e lasciare Bella da sola nella foresta
ç_ç Ma sarà davvero il tempo
l'aiutante di Bella? E Aro acconsentirà ad aspettare,oppure
manderà immediatamente delle guardie a prendere la sua terza
preda? Del resto,sarà un giochetto da ragazzi portarla
via,ora che è rimasta sola e indifesa. Sempre se la sua fortuna,come
ha detto Jane,la salverà.Ma secondo voi quale
sarà il cambiamento di Carlisle? E il povero Heron,che
ancora una volta non si sa la fine che ha fatto,cosa avrà
combinato?
Continuate
a dirmi se la lunghezza dei capitoli è di vostro gradimento ;)
Adesso rispondo alle vostre graditessime recensioni.
SIXY [Contatta] |
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violazione
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03/02/10,
ore 16:06 - Capitolo 3: Non
è te che vogliono |
Ci
hai visto giusto ovviamente,chiaro che i Volturi volessero Bella Swan!
Credi al fatto che abbiano trovato il modo di venire a sapere di
lei,perché con quei loro stramaledetti poteri possono fare
di tutto. Se rifletti,sono sicura che potrai capire come hanno fatto.
Sono contenta di rileggere una tua recensione. Spero il capitolo sia
stato di tuo gradimento! Baci ;)
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Bimba
sognatrice [Contatta] |
Segnala
violazione
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27/01/10,
ore 20:58 - Capitolo 3: Non
è te che vogliono |
Visto
Heron? Sapevo qualcuno lo avrebbe notato e sarebbe rimasto
sorpreso a sentirlo parlare così aggressivamente con Alice.
Questa sua aggressività gli costerà caro...
Vedrai più avanti cosa combinerà... Baci ;)
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AshG [Contatta] |
Segnala
violazione
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27/01/10,
ore 20:07 - Capitolo 3: Non
è te che vogliono |
Sono
contenta di sentire che la lunghezza dei capitoli ti piace(anche se
questo mi è uscito un pochino più lungo rispetto
agli altri)
Come ho detto a SIXY,prova a pensare a come possono aver fatto i
Volturi a scoprire di Bella...Più avanti lo capirai comunque!
Su Jane ci hai azzeccato.
Vedo che abbiamo un punto in comune: l'effetto Carlisle-Camomilla
XDXDXD
Ed è ovvio che scherzavo quando ho detto che Carlisle
è intoccabile,sai che gli farei se l'avessi quaaaaaa
*ç* *_______* Pienamente d'accordo sul fatto che...Carlisle
è Carlisle!! Della serie,rifacciamoci gli occhi tutti
quanti,specie su Peter Facinelli,che moro è ancora
più gnocco *_* Ma qui sto andando fuori tema...XD Grazie del
tuo sostegno come sempre,infinitamente. Spero ti sia piaciuto il
capitolo,baci;)
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Capitolo 5 *** Capitolo 4. L'amica della pioggia ***
L'amica della pioggia
Tuonava,proprio come quella
notte. Quella notte lontana lontana come un palloncino volato nel
cielo. Ero zuppa d'acqua e appiccicata al suolo,immersa in un laghetto
di fango fresco scavato dal mio stesso corpo. La pioggia ricadeva sul
mio viso,scivolava dalle ciglia lungo le guance e il naso e lasciava un
sapore amaro sulle mie labbra gelate. Non riuscivo più a
sentire i rametti,i fili d'erba e i piccoli sassolini sotto di me,non
riuscivo più a udire lo scroscio della pioggia,ne a
spaventarmi per i ruggiti improvvisi che provenivano dal cielo.
Mi ero rannicchiata
su me stessa come un neonato nella pancia della madre,ma invece di
trovarmi in un rifugio caldo e sicuro e sentire il battito del mio
cuore in sincrono con quello di colei che mi aveva dato alla luce,ero
nella foresta,di sera,nel bel mezzo di un
temporale,sola,infreddolita,abbondonata e distrutta.
Tictac,tictac,titcac.
Quelle che avrebbero dovuto essere innocenti gocce di pioggia erano
veloci e violenti colpi che mi aggredivano.
Tictac. Tictac.
Tictac...Tictac...Tictac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...
I miei sensi si
stavano annullando. Mentre i ricordi erano più
vivi che mai,erano silenziosi,ma c'erano. Il mio scoppio di pianto
disperato sul pick up,la visione di Alice,la corsa sulla strada,il volo
verso il fiume,una testa che riaffiorava dall'acqua,Victoria che mi
sussurrava all'orecchio parole di pregustata vendetta,il freddo,ancora
la pioggia su di me,io che facevo avanti e indietro intorno ad Alice e
Victoria per attirare Emmett e gli altri,io che cadevo a terra urlando
disperata in una stanza buia,Carlisle che diceva a me e ai suoi figli
di scappare,la figura di Carlisle voltato di spalle che si allontanava:
immagini prive di suono che si susseguivano nella mia mente. Era tutto
così familiare...
Odiavo la
pioggia. Ma mi aveva bagnata in tanti momenti. Occupava inevitabilmente
un posto speciale nella mia vita.
Un suono diverso
giunse debole alle mie orecchie intorpidite. Era straziante.
Infinito,maledettamente bello e melodico. Ma soprattutto,doloroso.
Sembrava stesse intonando il mio dolore,un dolore che pesava come un
macigno piantato nel petto che non riuscivo nemmeno a tirare fuori.
Ma ero troppo
stanca per dargli importanza. Mi lasciai sprofondare nel nulla.
E come fu
strano,quel nulla...
-...di...be...no!
ti...e...no...re...-
Quel
rumore era così buffo...Ed era accompagnato
dall'illusione di un piacevole e dolce tepore percepito sulla mia pelle.
*******
-Prima o poi
dovremo dirglielo...-
Mi ero risvegliata?
Oppure era davvero finita all'altro mondo? Quella voce lontana e dal
tono basso...era la voce di Dio?
Impossibile.
Si,doveva essere impossibile. Un paio di secondi in più
bastò per farmi capire che non era la prima volta che la
sentivo.
-Tardi.-,sentii
dire da una seconda voce,più giovanile della prima,e ancor
più familiare. Inspiegabilmente,dopo quella mia ultima
constatazione ebbi una fitta lancinante allo stomaco.
- E se dovesse
avere bisogno di un medico,e se dovessimo portarla all'ospedale?-
continuò ostinata la voce più anziana.
Ospedale? Medico?
Pensare a quella parola mi fece venire in mente un volto
incredibilmente affascinante:carismatici occhi dorati,sorriso gentile
ma mozzafiato,capelli biondi e pelle chiara. Lui era il mio unico ed
insostituibile medico,l'unico che avrei mai potuto apprezzare,l'unico
da cui mi sarei sempre fatta curare...e anche l'unico uomo-o
meglio,vampiro-che non avrei mai smesso di amare.
Avevo la sensazione
di essere in una stanza che non era camera mia,e sapevo per certo che
le due persone che stavano discutendo non erano Carlisle ed
Alice,eppure... -Carlisle?- lo chiamai. Ero così
abituata a risvegliarmi e sentirlo accanto a me che non riuscivo a
credere di essere sdraiata senza di lui.
Una maniglia
scattò. Nello stesso istante il mio cuore prese a battere
freneticamente. Ci fu il rumore di una porta spalancata che picchiava
violentemente contro un muro.
- Chi siete!?-
domandai rizzandomi a sedere.
- Che accidenti ti
salta in testa!?-
Allora riconobbi la
voce che avevo sentito parlare per prima. Qualcuno mi
afferrò per la schiena e mi strinse energicamente a
sé facendomi andare a cozzare contro il suo petto duro. Un
respiro caldo sulla mia nuca mi fece inevitabilmente ricordare fuggenti
momenti di una vita felice che mi ero lasciata alle spalle: un
ragazzone dalla pelle dorata che mi scompigliava i capelli con la sua
mano grande,che sospirava mentre mi abbracciava,che mostrava il suo
sorriso a trentadue denti quando scherzavamo insieme.
-Sei…sei…davvero
tu?-
-Bella…-
mormorò Billy Black a poca distanza da me.
-Billy…Oh,perché
non parli?- supplicai rivolgendomi al ragazzo che sembrava intenzionato
a non mollare la presa su di me. -Jacob,amico mio…-
sussurrai quelle parole mentre lo abbracciavo.
C’erano
felicità,dolore e dolcezza nella presa salda di
Jacob. Ricordai la sua decisione di non vedermi mai
più e mi venne il magone. Continuai a domandarmi
il perché di quella sua scelta,non potevo credere che lo
avesse fatto solo per la questione vampiri-licantropi. Una voce dentro
di me mi diceva che Jacob era stato forzato da qualcun altro nelle sue
scelte.
-Jacob…parlami,ti
prego.-
O forse lo stavo
pensando solo perché in quel momento ero di nuovo stretta a
lui e non riuscivo a credere di averlo perso perché lo aveva
voluto lui?
-Mi sei
mancata,Bells.-
La nostalgia
m’invase quando udii il suono bellissimo della sua voce
fresca e giovanile.
-Ma…ma
perché? Perché?- farfugliai. Erano le uniche
parole che potessi dire con la confusione e l’incertezza che
mi balenavano in testa.
Dove mi trovavo?
Cosa mi era successo? Come potevo essere stretta a Jacob? I
vampiri che avevano tormentato i miei incubi durante la
notte…erano già arrivati? Forse io non ricordavo
cosa mi fosse successo prima di svegliarmi perché loro
avevano esercitato qualche potere su di me. Forse lo stavano facendo
anche in quel preciso momento. Forse le due persone vicino a me non
erano chi mi aspettavo che fossero…Forse Jacob e Billy Black
erano solo un’illusione.
Cercai di
divincolarmi dalla presa forte del falso Jacob.
-Bella!
Cos’hai?-
-Jacob,mollala!-
intimò il falso Billy. Colui che mi stava stringendo
calorosamente a sé fino a pochi secondi prima,si ritrasse
come se si fosse scottato.
Cercai di scendere
dal letto rapidamente e le mie gambe si incastrarono in un groviglio di
coperte.
-E’ sotto
shock. Esci,ci penso io a calmarla.-
-Ma…-
-Niente ma-
tagliò corto il falso Billy.
Il cuore minacciava
di uscire dalla mia bocca,tanto ero agitata. Mi sentivo come un
coniglio in gabbia consapevole che presto sarebbe finito sgozzato o
aperto in due.
Ci fu il rumore
pesante di un paio di piedi che si allontanavano velocemente e di una
porta che si richiudeva.
-Bella…Sono
Billy,l’amico di tuo padre Charlie. Non hai motivo di avere
paura di me. Io e Jacob non ti faremo del male.-
Misi le mani
davanti a me,non m’importò di sembrare
pazza,volevo solo proteggermi.
-Quanti anni ha mio
padre,Billy?- domandai con tono di sfida.
-Quarantadue-,fu la
pronta risposta.
-E io quando sono
nata?-
-Il 13
settembre…Bella,credi davvero che io sia un impostore?-
-Io…io
non lo so! Dimmelo tu chi sei!-
-Sarai
accontentata: io sono il discendente diretto di Ephraim Black,faccio
parte della tribù dei Quileute e mio figlio Jacob
è un licantropo di sedici anni. Da piccoli voi due giocavate
insieme col fango. Quando tu arrivasti da Phoenix,ti diedi il mio pick
up rosso,che tu distrussi andando fuori strada,secondo quanto mi
raccontò tuo padre,ovvero il capo di
polizia,perché soffro di diabete e sono sulla sedia a
rotelle…Vuoi sapere qualcos’altro?-
-Si…Perché
Jacob si è trasformato in licantropo?-
-Una sera
tornò a casa dal cinema,probabilmente era arrabbiato con il
tuo amico,e il lupo assopito in lui prese vita. Rischiai grosso.-
Tirai un profondo e
lungo respiro di sollievo. Scartai l’ipotesi che i Volturi
avessero potuto essere così informati sui Quileute e mi
convinsi di avere accanto a me il vero Billy.
-Mi dispiace.-
-Di niente,di
niente.- rispose Billy con voce calorosa.
Mi vergognai
terribilmente di me stessa per aver dubitato della sua
identità e perché mi trovavo sola con lui,senza
sapere cosa dire o fare,in una situazione davvero problematica.
L’ultima
volta che io e Jacob ci eravamo visti,avevo rischiato di fare la fine
di Emily;Jacob aveva perso il controllo com’era successo a
Sam,e se non fosse stato per Heron,avrei potuto morire azzannata dal
mio migliore amico. E ora mi trovavo proprio di fronte al padre di
Jacob.
In un gesto di
rabbia mi districai dal groviglio di coperte in chissà quale
modo;almeno ebbi la magra soddisfazione di essere riuscita a fare
qualcosa senza l’aiuto di nessuno.
-Hai…Sono
affascinanti i tuoi occhi.-
Stava cercando di
trovare una nota positiva riguardo la mia cecità? Mi accorsi
di non avere gli occhiali scuri a schermare la mia vista e li richiusi
per non sprecare inutilmente energie. Non volevo che qualcuno vedesse
le mie orrende pupille bianche: altro che fascino,probabilmente
sembravo una ragazza dei film dell’orrore.
-Credo che io,te e
Jacob dovremmo parlare.- continuò Billy con voce
premurosa.
Mi aspettavo un
trattamento diverso,credevo che lui mi odiasse perché ero
tornata dai Cullen,invece si stava dimostrando deciso a infondermi
sicurezza e tranquillità.
-Jacob! Vieni
dentro,avanti.- richiamò suo figlio.
La porta si
riaprì.
-Jake,mi
dispiac…-
-Non ci provare.-
mi interruppe. Lo sentii accarezzarmi la testa e a quel punto un
pensiero mi colpì: come avevo potuto essere così
stupida da dubitare di lui nonostante avessi percepito il tepore del
suo corpo a contatto col mio? Le molle del letto cigolarono e io
sprofondai nel materasso; Jacob si era seduto accanto a me. Con quella
consapevolezza mi sentii protetta.
Accanto a me
c’erano due facce amiche.
-So che sei ancora
sconvolta,ma è importante che tu mi dia una risposta alla
domanda che sto per farti.- proseguì Billy -Cosa ci facevi
sola nella foresta,sotto la pioggia?-
Era davvero una
domanda strana. Così era lì che ero stata
trovata? Già,cosa ci facevo?
Un ricordo mi
pugnalò con violenza: le gocce d’acqua che mi
schiaffavano il viso mentre perdevo i sensi e uno strano rumore di
sottofondo.
-Bella?- mi
richiamò Jacob. – Io ero nella foresta per puro
caso,è stata una fortuna per te…Non oso pensare
cosa ti sarebbe potuto capitare se non fossi arrivato io…-
La sua voce tremò.
-Ti ho portata
immediatamente a casa e per venti minuti buoni ho dovuto tenerti in
braccio perché i tuoi vestiti si asciugassero e la tua pelle
acquistasse un minimo di colore. Dio…il tuo polso era
così debole…-
-Jacob,sei
un’ottima terapia contro i traumi post congelamento.- cercai
di scherzare. Scherzai per allontanare l’inquietante pensiero
del perché non ricordassi com’ero arrivata in
mezzo alla foresta.
-Jacob,Billy…Io
non so cosa ci facevo lì.-
Era come se la mia
mente stesse creando una barriera davanti alla mia memoria,come se
temesse di mostrarmi cos’era successo. Era una
parte di me ad impedirmi di ricordare,una parte di me che non voleva
assolutamente che lo facessi.
-Perché
i Cullen non erano con te?- domandò Billy.
Carlisle…Alice…Carlisle…
Iniziai a tremare
convulsamente. Loro dov’erano? Come avevo potuto non pensarci
per tutto quel tempo?
Poi la mia barriera
mentale si ruppe,esplodendo.
-No…No!
NO! NON LI HANNO PRESI,NO!- gridai fino a sgolarmi.
Percepii di aver
mandato nel panico anche Jacob. Billy invece parve non
scomporsi,perché non fiatò.
-Calmati
Bella…per favore.- mormorò Jacob- Presi? E da
chi?-
Avevo preso a
scuotere la testa con decisione,ed ero intenzionata a non smettere.
No,no,no e ancora no:non li avevano presi.Carlisle ed Alice avevano
escogitato un piano e sicuramente sarebbero tornati a Forks al
più presto.
-Tanto torneranno.
Non ha importanza…- fu la mia secca spiegazione. La calma si
era improvvisamente impadronita di me.
-Penso che
dovrò chiamare tuo padre. Devo dirgli dove
sei,sarà sicuramente in ansia.-
Le parole di Billy
mi caricarono nuovamente d’ansia.
-Non farlo. Non
voglio tornare a casa,lo metterei in pericolo.-
-Bella,devi dirci
che cosa ti è successo. Non credo tu sia finita da sola
nella foresta perché avevi deciso di fare una passeggiata.
Maledetti Cullen,giuro che se li trovo gliela faccio pagare!-
ringhiò Jacob. Improvvisamente sentii di detestarlo.
-Loro non centrano
niente! Tu non gli farai del male! E anche volendo…non
potresti. Li hanno presi…-
-Jacob,vai a
preparare un thè in cucina per favore. Bella,non
importa,d’accordo? Ora cerca di rilassarti,coraggio,sdraiati
nel letto. Per stanotte dormirai qui,domani chiamerò tuo
padre.- Le molle del letto cigolarono nuovamente e io mi ritrovai
diritta sul materasso quando Jacob si alzò.
-No,non devi farlo.
Lui non deve sapere dove sono. Ti prego.- supplicai. La testa mi
martellava di dolore:dubbi,domande,certezze che facevano paura,pensieri
inaccettabili,fantasie oscure mi tormentavano. Perché doveva
essere sempre tutto dannatamente complicato?
-E va bene. Ne
riparleremo domani.-
Ma che ore erano?
-Che ore sono?-
-Le
ventitré passate.-
Un senso di vuoto
si mescolò alla confusione e alla mia angoscia
interiore. Erano circa le sette quando mi ero trovata nella radura con
Carlisle ed Alice. Una voce angelica ed allettante che mi provocava un
profondo senso d’inquietudine riecheggiò nella mia
testa:tutto ciò che era successo in giornata stava
riaffiorando poco a poco. Quella Jane era stata capace di farmi
rabbrividire con la sola voce.
Cosa era successo
durante tutte quelle ore a Carlisle e ad Alice? E Edward e gli
altri...sapevano della loro decisione? Dovevo assolutamente mettermi in
contatto con loro,in un qualche modo. Non fossi stata ceca,sarei corsa
sul primo aereo disponibile per Praga,e niente e nessuno sarebbe stato
in grado di fermarmi. E che ne era stato di Heron ed Esme? I
Volturi li avevano uccisi? E io cosa centravo in tutto ciò?
Billy taceva da un
po'. Lo richiamai,ma non ricevetti alcuna risposta. Dalla stanza
adiacente a quella dove mi trovavo,udii il rumore di una tazza che si
frantumava e il ringhio inconfondibile di Jacob.
-Jacob,sta calmo!
Sam,devi assolutamente ascoltarmi.-
Mi sorprese sentire
la voce di Billy lontana da me,non mi ero accorta fosse uscito dalla
stanza. Il mio cervello ci mise un po' a collegare la spina: Sam doveva
essere piombato in casa Black con aria furiosa. Il motivo di
quell'incursione? Io. Ero sempre io. E mi trovavo in un letto,in attesa
di sentire cosa sarebbe successo di lì a poco,la testa che
mi martellava per il dolore acuto e bruciante dell'improvvisa sorpresa.
*******
Spazio dell'autrice:
...lo so,ci ho messo tanto per pubblicare questo capitolo. Ma non ho
intenzione di farvi aspettare così a lungo per i prossimi!
Il 28 febbraio sarà il giorno della fine del contest a cui
sto partecipando,e avrò più tempo da dedicare a
questa storia.
Allora,sembra che i
problemi si stiano moltiplicando.La sfiga regna ormai!
Servono rinforzi! Ma arriveranno? Pensate davvero che Bella peggio di
così non possa finire? Se si...vi sbagliate purtroppo=(
Ringrazio
tutte le persone che hanno aggiunto questa storia alle seguite e alle
preferite,e,ovviamente lascio le risposte alle vostre recensioni:
Rebecca
Lupin [Contatta] |
Segnala
violazione
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13/02/10,
ore 17:00 - Capitolo 4: Sola |
Esme
dici? Mi sa che dovrai uccidere qualcuno. Io mi prenoto per aiutarti,ti
darei volentieri una mano!
Carlisle...poveri noi=( Gliene capiteranno delle...
brutte,non posso dire delle belle! Si metterà
nei guai. Ma non posso anticiparti niente,continua a seguirmi
se vuoi scoprire cosa gli capiterà ;)
|
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KristenAlice [Contatta] |
Segnala
violazione
|
11/02/10,
ore 20:27 - Capitolo 4: Sola |
Esagerataaaaaa.
Pure una poetessa,sei fuori di
testa! Comunque è bellissimo trovarti anche qui,pronta a
leggere e a commentare
la mia storia. Ti voglio bene |
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SIXY [Contatta] |
Segnala
violazione
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09/02/10,
ore 15:42 - Capitolo 4: Sola |
Si,fai
bene a preoccuparti,preparati psicologicamente
a ciò che capiterà a Carlisle =(
Come puoi vedere,sono tornati in
scena i licantropi! Grazie di seguirmi;)
|
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Aia
Cullen [Contatta] |
Segnala
violazione
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05/02/10,
ore 20:34 - Capitolo 4: Sola |
Che
bello che ti ho fatto rabbrividire
d'emozione *_* Sono al settimo cielo!
Già,anch'io
mi chiedo se questi poveretti potranno
mai vivere in pace...Argh,è tutta colpa della mia mente
malata!!!
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AshG [Contatta] |
Segnala
violazione
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05/02/10,
ore 20:32 - Capitolo 4: Sola |
Lo
so,è tutto un gran casino,ma nei capitoli
successivi troverai tutte le risposte che cerchi.
Non posso
assolutamente dirti perché Aro vuole
Bella,eheheh XD
Si,Carlisle ed
Alice...beh,non hanno preso una
decisione avventata,avevano già discusso e riflettuto al
riguardo. Ma non hanno
voluto dire niente a Bella,perché altrimenti lei avrebbe
fatto una pazzia se
fosse venuta a sapere che volevano andarsene.
"Alice, con
quella sceneggiata,è servito a
quale scopo? Forse per far capire a Bella che loro sarebbero tornati?"
Esatto,per
tranquillizzare Bella,che era esplosa
in un grido. E anche per far credere ai Volturi che Bella voleva
seguirli. Se
ci hai fatto casso Alice dice di sapere che Bella non vede l'ora di
imparare da
un clan di esperti e raffinati vampiri come adattarsi alla sua nuova
vita:
insomma,ha fatto credere loro che Bella sia intenzionata a diventare
una nuova
guardia e che stimi i Volturi. In questo modo Felix e Demetri si
sono,come
dire,sentiti compiaciuti. E Jane...l'hai detto:è una
bastarda. Ha accettato la
richiesta di Carlisle per un solo,schifoso motivo,che scoprirai in
seguito.
Come puoi
vedere, ci ha pensato Jacob a trovare
Bella *_* Ma ora ci sono altri,ed innumerevoli,problemi.
|
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Bimba
sognatrice [Contatta] |
Segnala
violazione
|
05/02/10,
ore 20:30 - Capitolo 4: Sola |
Si
è vero,è stato un capitolo davvero triste.
E ne dovranno passare ancora,i nostri adorati personaggi! Ce
ne sarà per
tutti,non solo per i Cullen... Vedrai in seguito;)
|
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Capitolo 6 *** Capitolo 5.Malessere ***
Malessere
-Spero tu possa capire,sei
un ragazzo responsabile e con la testa sulle spalle. –
Rumore di passi
pesanti in avvicinamento e di una porta che si richiudeva. La voce di
Billy non fu più udibile.
-Bella…-
Era stato Jacob a
richiamarmi,quasi con tono spaventato.
-Cosa sta
succedendo? C’è Sam di là? Fammi
parlare con lui! Se il problema sono io,me ne vado subito. Non voglio
che litighiate fra di voi.-
-Ma cosa dici? Sam
non è qui. E tu non vai da nessuna parte.-
Sprofondai nel
letto e quando Jacob mi cinse le spalle appoggiai la testa sul suo
petto,in cerca di un rifugio che emanasse calore e mi trasmettesse
tranquillità.
-Accidenti Jake,sei
duro come la pietra. Altro che cuscino…- mi lamentai
scherzosamente. Ultimamente non ero più in grado di capire
me stessa: dall’inquietudine passavo alla calma,dalla calma
passavo all’ansia, dall’ansia passavo alla voglia
di scherzare.
-E hai anche delle
pretese…-
-Senti,di che cosa
stanno discutendo Sam e Billy?- tornai alla carica.
Jacob
sospirò. – Devi credermi,Sam non è qui.
Ha solo telefonato. E mio padre gli sta spiegando di te,non
può tenerlo all’oscuro. Io non ti mentirei
mai…-
Jacob fece pesare
quell’ultima frase su di me.
-Voglio crederci.-
-Credici.-
Sembrò quasi un’affermazione incontestabile a
livello matematico. – Mi spiace per il tuo
thè,mi…-
-Jake,smettila. Non
sarà certo una tazza di thè a
distendere i miei nervi. E so che non hai intenzione di
lasciarmi da sola perché temi possa fare una pazzia,del tipo
cadere dal letto e sbattere la testa contro lo spigolo di qualcosa di
tagliente,o cercare di evadere da questa stanza. E non vuoi nemmeno che
io senta cosa sta dicendo tuo padre a Sam. Beh,puoi stare tranquillo.
Perché prima di tutto,voglio farti una domanda. E’
importante.-
Lo sentii
irrigidirsi e ricordai il suo tono quasi spaventato di poco prima.
– Mi è stato detto che tu non volevi
più rivedermi. E’ vero,Jacob?-
Dovevo
assolutamente avere una risposta.
-Non ti sto
biasimando. Semplicemente,vorrei sapere il motivo di questa tua scelta.
Lo hai fatto per allontanarti da un pericolo ambulante? Se è
per questo hai fatto bene. Hai preferito tagliare i ponti con me
perché sono cieca? Anche per questo hai fatto
bene,perché tu meriti di essere felice e di non dover badare
ad una come me. L’unica cosa che ti chiedo è una
piccola spiegazione.-
-Ma cosa stai
dicendo? Come puoi pensare cose del genere? Non ti rendi conto
che così mi fai del male?-
Trasalii. Jacob
tolse il suo braccio dalle mie spalle e sospirò.
-Non lo sappiamo
ancora,ma ti chiamerò non appena mi
dirà qualcosa.-
La voce remota di
Billy scosse lievemente il velo di tensione che si era calato sopra di
noi e lo allontanò momentaneamente.
-Non lo
so…E’ per questo che te lo chiedo.-
-Io non volevo
farlo.-
La voce di Jacob
era segnata dal dolore a tal punto da tagliare l’aria che mi
era entrata nelle orecchie.
-Non volevi fare
cosa,Jake?- Mossi la mano destra alla ricerca di una sua spalla e
tastai il vuoto. Una mano molto grande e piacevolmente tiepida
afferrò la mia e la posò sulla sua guancia.
Percepii qualcosa che non avrei dovuto sentire da quel contatto: Jacob
mi aveva detto che per lui ero la sua migliore amica,non
poteva… No,doveva essere una mia impressione.
“Oltretutto,ora più che mai non dovrei piacergli
in quella maniera.” mi dissi per rassicurarmi.
-Ho…sbagliato.
E ti chiedo perdono.-
Smisi di respirare.
–Cretino…Io non ce l’ho con te!-
ribattei tirandogli un pugno sul petto. So bene che sei un
licantropo…Ma ti prego,non chiedermi mai più
scusa.-
-Come è
potuto succedere? Come,Bella? Io non avrei dovuto perdere il controllo!-
-Jake,sarebbe
potuto capitare a qualsiasi altro licantropo.- cercai di confortarlo.
-Già,ma
non a me per causa tua! Se…se…-
Cosa stava cercando
di dirmi? Sentirlo chiedermi perdono era stato già di per se
sconvolgente,non volevo più sentirlo balbettare cose senza
senso con aria da pentito: non sarebbe più stato il Jacob
che conoscevo.
-Se niente. Le cose
sono andate così perché dovevano andare
così,evidentemente. In ogni caso,non serve a niente piangere
sul latte versato. Quel che è stato è stato.-
Non era da me
uscirmene con frasi del genere,ma avevo bisogno di sentire il mio amico
con un tono di voce più sereno e sollevato.
-Ma non
è giusto. Odio pensare al destino. Non dirmi che ci
credi,che senso avrebbe vivere altrimenti? -
-Non ho detto che
credo al destino. Solo…non esistono macchine del tempo.-
-Magari ce ne
fossero.-
Mi lasciai andare
ad una leggera risata,derisoria nei miei stessi confronti.
Jacob
accarezzò la mia mano posata sulla sua guancia.
–…Che effetto fa vivere così?-
Mi accorsi che era
il primo a farmi quella domanda. Una delle cose che adoravo di lui era
il suo lato istintivo: se aveva qualcosa da chiedere,lo faceva senza
crearsi inutili problemi,lasciandosi guidare dalla sua
curiosità innocente. Rispondergli mi fece più
piacere di quanto avessi mai potuto credere. – Tutto cambia.
Le piccole cose acquistano un’enorme
importanza,un’importanza che esiste da sempre,ma che solo in
determinate circostanze o momenti si può percepire. Per
esempio i suoni,Jacob. La musica,i rumori dell’aria che
fruscia contro gli alberi,le note di una canzone,lo scricchiolio del
pavimento,i sospiri della gente,le risate,le grida…Tutto si
è colorato di sfumature che prima di perdere la vista non
ero mai riuscita a vedere. Noi umani ci lasciamo incantare dalle
apparenze,vediamo solo con gli occhi e non con il cuore. E’
per questo che molte persone sono infelici. Devo ammetterlo a me
stessa:ciò che mi è successo ha il suo lato
positivo,mi sta insegnando tanto.-
-Adesso voglio
provare anch’io a chiudere gli occhi.-
-Eh,così
non vale: è facile farlo se si ha la sicurezza di poterli
riaprire da un momento all’altro. Se la porta si spalancasse
all’improvviso,sono sicura che riapriresti gli occhi in un
gesto automatico. Io invece non potrei farlo. Non è la
stessa cosa.-
-Tante grazie.
Volevo solo provare a capire come ti senti.-
Ci zittimmo
entrambi. Io rimasi in attesa di sentire un suo commento.
-Cosa significa?
Jacob ne avrebbe parlato almeno con me,dannazione,sono suo padre! Come
ha potuto nasconderlo a tutti?-
Perché
Billy era così arrabbiato? Di che cosa stavano parlando lui
e Sam?
Jacob emise un
ringhio di frustrazione.
-Jake,che succede?-
chiesi preoccupata.
-Non lo so.-
A quel punto
l’ansia raggiunse il culmine. Mi tappai la bocca con un mano
e trattenei il respiro nella speranza che l’impulso
improvviso di vomitare finisse.
-Bella!
Bella,cos’hai? Ti senti male?-
Jacob mi
posò le mani sulle spalle perché non cadessi a
terra.
Respira,Bella.
Respira.
Ma che mi stava
succedendo? Doveva essere per forza la mia confusione
interiore la causa di quel malessere intenso e inaspettato…
-Non dirmi che stai
per vomitare!?-
Sempre tenendo la
mano sulla bocca trovai la forza di annuire col capo. Allora Jacob mi
fece alzare e mi trascinò in un’altra stanza
mentre le parole
“Andati?”,”Favore?””Cullen”
pronunciate da Billy riecheggiavano dalla cucina.
*******
Era inevitabile.
Era incontestabile. La odiavo.
La odiavo
perché aveva distrutto e disgregato la mia famiglia. La
odiavo perché il mondo sembrava ruotare intorno a lei. La
odiavo perché era un’egoista capricciosa. La
odiavo perché nonostante fosse un’umana
qualunque,aveva stravolto le nostre vite.
Mio fratello era
stato psicologicamente distrutto,e io non credevo fosse sincero quando
mostrava di essersi ripreso;per me sapeva solo recitare molto bene.
Tipico di lui,generoso e buono com’era,soffrire in silenzio.
In seguito era
stata la volta di Carlisle:anche lui si era fatto abbindolare. E allora
lei cosa aveva deciso? Li aveva mandati via entrambi,dopo che si erano
scontrati,facendo la parte della povera innocente che sacrificava il
suo amore per il bene di tutti. Avevo quasi creduto di aver perso mia
sorella per colpa di una vampira assetata di vendetta che stava
cercando lei;l’orrore di vederla distesa a terra inerme mi
aveva impedito di ragionare,di ricordarmi che noi vampiri non potevamo
essere uccisi a furia di calci e pugni. Poi il tutto si era rivelato
essere una tattica escogitata da Alice,ma se così non fosse
stato,quella notte avevo giurato a me stessa che,dopo essermi occupata
della rossa,avrei staccato la testa a morsi anche a lei. Lei,che era
sempre stata il fulcro di ogni male.
Colei che avevo
sempre considerato una madre...cos'era diventata? Da quando era
arrivato lui,noi non eravamo più i Cullen. E a coronare il
tutto,il nuovo miracolato aveva fatto il possibile per riportarcela
indietro. Così era tornata,era tornata mettendo a
repentaglio la sua vita e seminando ancora una volta panico e ansia
nella mia famiglia.
Ancora lei.
Affondai con
ferocia i denti nel collo del lupo. Il sangue caldo mi
inondò la gola e si diffuse in tutto il mio corpo,donandomi
un momentaneo senso di sollievo. In quel pasto cercai una consolazione
capace di placare la mia rabbia.
Come potevo
restarmene con le mani in mano,dopo ciò che era successo
alcune ore prima?
Alice e Carlisle si
erano consegnati ai Volturi per proteggere lei. Fosse stato per me
sarei stata ben disposta a consegnarla al clan italiano,mi sarei tolta
di torno un problema una volta per tutte,e irreparabilmente.
Problema:già,proprio così. Ecco come la vedevo.
Era l'unica parola che mi venisse in mente.
Ma allo stesso
tempo mi odiavo per ciò che pensavo. Non volevo essere
così malvagia. Avrei voluto poter vedere le cose con occhi
diversi. Perché tutti le volevano bene,e se io pensavo male
di lei,automaticamente diventavo la cattiva.
Il rumore
inconfondibile delle sue forti e agili gambe che si avvicinavano di
corsa mi fecero sobbalzare. Una decina di secondi dopo il mio
scimmione fu di fronte a me.
-Smettila di
cacciare,amore,o farai fuori l'intera fauna dello stato.-
Con un gesto rapido
mi ripulii le labbra dalle quali colava ancora sangue fresco.
Dannazione. Una delle cose che meno tolleravo era farmi trovare da
Emmett o da chiunque altro nelle condizioni di un'assassina.
-Cosa dovrei fare?
Saltare dalla pazza gioia?- replicai pungente.
Emmett mi
osservò con volto dispiaciuto. Ci mancava solo quello:
vedere il mio amore soffrire,veder scomparire le adorabili fossette dal
suo viso perennemente allegro e spensierato.
Tutto stava
cambiando nella mia vita.
Due braccia mi
strinsero teneramente a sé. Mi appoggiai al petto di Emmett.
-Lo so che per te è difficile. Lo so,amore. Ti conosco
ormai. Ma devi pensare alla nostra famiglia. Abbiamo bisogno anche di
te. Siamo pochi,dobbiamo cercare di rimanere uniti.-
La sua voce calda e
roca era di una profondità insolita,che rare volte avevo
avuto l'occasione di udire.
-Edward e Jazz
hanno intenzione di partire con l'aereo di domani mattina.- Mi
baciò delicatamente l'orecchio e sospirò. -Tu hai
intenzione di seguirci?-
Fui travolta dai
sensi di colpa. Se c'era un motivo per cui avevo intenzione di salire
su quell'aereo coi miei fratelli era stare accanto al mio Emmett.
No,non mi avrebbero portato via anche lui. Niente e nessuno gli avrebbe
fatto male. Ero pronta a tirare fuori unghie e denti per difenderlo.
-Si,Emm.
Verrò con voi.-
-Troveremo una
soluzione,vedrai. Ce la caviamo a combattere.-
Annuii
lievemente,non del tutto convinta di quelle parole. Ma il solo fatto
che le avesse pronunciate lui mi diede maggiore speranza.
-Brava Rose,sapevo
che avresti fatto la scelta giusta. Ti amo.-
Fui io a sospirare
allora. –Anch’io ti amo Emmett,anch’io.-
sussurrai abbracciandolo ancor più fortemente.
Presto avrei dovuto
fare i conti con Bella.
*******
Spazio dell'autrice:
stavolta il ritardo è dovuto ad una punzione. Ebbene si,la
vostra barbidoluzza ha fatta la monella,dichiarandosi maggiorenne ed
è stata punita. Ma ora ha capito che leggere fanfiction di
rating rosso è proibito per legge,non per semplice decisione
dello staff del sito. Ci tenevo a spiegare il perché non
avessi aggiornato ;) Ma ora parliamo della storia.
I Cullen "messi da parte" stanno per tornare in scena! E io ho due
domande da farvi...
Secondo voi perché Bella si è sentita male
all'improvviso? E chi,sempre secondo voi,narrerà il prossimo
capitolo?
Adesso rispondo alle vostre recensioni e vi lascio con questi quesiti.
Mi aspetto una risposta!! ;)
|
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Capitolo 7 *** Capitolo 6.Sospetti ***
Sospetti
Fissavo
fuori dal finestrino con la menta sgombra di
pensieri. Non ero in grado di stabilire se quel vuoto mentale fosse
causato dal
potere di Jasper,seduto nell’ultimo posto in fondo
all’altra fila di fianco a
Edward,o dal mio cervello,che aveva deciso di annullarsi per
ribellione. Forse
la seconda ipotesi in quel caso era più probabile della
prima,infatti senza
tormentarmi con le mie preoccupazioni,e a cercare di sopperire la
rabbia
repressa,sentivo di stare meglio.
Emmett
non mi aveva mollato la mano nemmeno per un istante.
Era meraviglioso stargli accanto con l’assoluta sicurezza dal
profondo di sé
che lui ci sarebbe sempre stato. In ogni momento.
Voltai
impercettibilmente il capo per osservarlo,curiosa di
scoprire cosa stesse facendo. Lo trovai a fissare con insistenza
l’anziano passeggero
addormentato di fronte a lui. Sospirai esasperata per sottolineare il
mio
disappunto. Emmett spostò gli occhi su di me e
sfoderò un ampio sorriso
sornione…Adorabile.
-Sai
che m’infastidisce che tu fissi la gente come se
fossero fenomeni da circo.- lo rimproverai in un sussurro non udibile
per
l’orecchio umano.
-Ma
è così…disgustosamente
divertente…- si
giustificò. – Oh andiamo Rose…Sta
dormendo,e nessuno ci sente.- cercò di
raddolcirmi quando notò la mia espressione. - E’
fico vedere come la bava esca
dalla bocca aperta di quel tizio. Gli ha imbrattato tutta la cravatta.
Se gli
mettessi un secchiello di fianco sono sicuro che
all’atterraggio sarebbe
pieno!-
Ma
come poteva avere un’espressione gongolante mentre
fantasticava su certe assurdità?
-Oh,per
favore…- Ritrassi la mano dalla sua e gli diedi le
spalle rannicchiandomi sul sedile.
Emmett
ridacchiò sommessamente. Quando si comportava
così mi
dava sui nervi,sembrava un…Un bambino.
Inconsapevolmente,un
lato di lui che m’irritava al contempo
mi piaceva da impazzire…
Cacciai
la parola bambino dalla mente. Il mio rammarico più
grande non poteva occupare i miei pensieri quella notte,non con tutto
ciò
che,di lì a presto,avrei dovuto affrontare.
-Manca
poco.-
La
voce di Edward giunse forte e chiara alle mie orecchie.
-Pensi
che avrà funzionato?- domandai,certa che i miei
fratelli avrebbero capito a cosa mi fossi riferita.
-No.-
fu la risposta di Jasper.
-Forse.-
Edward si dimostrò più ottimista. Ma io ero dello
stesso parere di Jasper.
-Deve
aver funzionato. Andiamo,una volta tanto la fortuna
avrà baciato Bella!- s’intromise Emmett con tono
incoraggiante. Incoraggiante
per gli altri,ma non per me. Io volevo solo ricongiungermi con Esme,Alice e Carlisle. Gli
lanciai
un’occhiataccia. Possibile che nessuno capisse che il mondo
non ruotava intorno
a quella ragazzina? Jasper stava soffrendo per Alice,non era il caso di
esultare all’idea che Bella si fosse salvata.
Ammiravo
mio fratello per la padronanza di se e la calma che
stava dimostrando. Se a me fosse capitato di ricevere una telefonata da
Emmett,l’amore della mia esistenza,in cui lui mi avrebbe
detto che aveva
intenzione di consegnarsi a un subdolo clan di vampiri per proteggere
un
amico,non lo avrei lasciato andare. Ammiravo Jasper perché
non aveva avuto
l’egoismo di proibire ad Alice di seguire i Volturi,ma allo
stesso tempo lo
biasimavo per essersela lasciata portare via: chi gli diceva che non le
avrebbero fatto del male? Chi gli diceva che loro due si sarebbero
rivisti?
-Lo
scopriremo presto.- dichiarò Edward per rispondere sia a
Emmett che a me.
*******
Quando
uscimmo dall’aeroporto di Forks il primo luogo verso
il quale ci dirigemmo fu la nostra vecchia casa,dove aveva vissuto
Carlisle
negli ultimi mesi.
Cercavamo
tracce,segni del suo passaggio per caprine di più.
Che lui ed Alice ci avessero nascosto alcuni particolari per non
preoccuparci?
Ma
la casa era vuota. L’interrogativo era Bella. Lei
dov’era? Poteva essere accaduto di tutto. Le
possibilità erano infinite. Poteva
essere morta.
-No,Rose.-
furono le aspre parole di Edward quando udì il
mio pensiero.
E
lui sarebbe quello che per rispetto della privacy si
astiene dal leggere nella mente dei suoi famigliari…Si
certo,come no.
-Non
possiamo starcene qui con le mani in mano. Abbiamo
bisogno di aiuto,noi quattro siamo pochi.- Jasper fissava oltre il
vetro della
finestra con aria assorta.
-Ma
prima dobbiamo trovare Bella. Ragazzi,sento che lei è
ancora qui,a Forks. Cerchiamola. L’anno scorso siamo stati in
grado di
percepire il suo odore da qui al fiume quando Victoria ha bloccato lei
ed
Alice. Possiamo farcela anche adesso.-
Strinsi
la pelle del divano sul quale mi ero
seduta,bisognosa di aggrapparmi almeno materialmente a qualcosa.
-Emmett
ha ragione,dobbiamo cercarla.- Edward era in piedi a
braccia incrociate e teneva d’occhio Jasper. Quali pensieri
stava leggendo
nella sua mente a proposito del bisogno d’aiuto?
-Jasper,a
chi ti riferivi quando hai detto che dobbiamo
chiedere aiuto?- domandai.
-Alla
famiglia.-
-Il
clan di Denali!- sbottò Emmett.
-I
Volturi sono troppo potenti. Ciascuno di loro possiede un
particolare potere. Le probabilità di farcela contro di
loro,che si tratti di
combattere o anche solo di negoziare sono poche.-
puntualizzò Edward. Notai che
stringeva i denti,i muscoli del volto erano tesi e le sopracciglia
aggrottate.
-Come
faremo a spiegargli la situazione se nemmeno noi
sappiamo cosa sia successo veramente?- sospirò Emmett.
Calò
il silenzio. Il primo a romperlo fu Jasper. –Gli diremo
ciò che sappiamo.-
Tuttavia
lo scambio di sguardi fra lui e Edward
m’insospettì. Quei due stavano sicuramente
pianificando qualcosa che non erano
ancora disposti a dire apertamente.
Emmett
non se ne accorse perché era intento a misurare il
salotto ad ampi e rapidi passi.
-Quando
Alice ha chiamato Jasper ha descritto il luogo in
cui,secondo la sua visione,sarebbero arrivati i Volturi. Conosco quel
posto. Io
e Bella ci andavamo spesso.-
La
voce di mio fratello s’irrigidì appena nel
pronunciare
quell’ultima frase. Probabilmente perché aveva
ostentato un’eccessiva
impassibilità. –Non oltrepassa il confine dei
licantropi,perciò abbiamo via
libera.-
-Intendi
iniziare le ricerche da lì?- chiese Emmett pronto
all’idea di darsi da fare.
-Un
momento. So che è importante trovare Bella,ma prima
credo che dovremmo chiamare subito Tanya e gli altri. Se i Volturi
volevano
Carlisle ed Alice,chi ci dice che non siano interessati anche a noi?
Potrebbero
tenderci un agguato da un momento all’altro. Non siamo al
sicuro,ne in questa
casa,ne altrove.- puntualizzò Jasper.
Non
persi ulteriore tempo ad estrarre il cellulare e
lanciarlo a Edward. Non lo facevo di certo per Bella,ma per la nostra
sicurezza: se anche noi fossimo stati presi,tutto sarebbe finito.
-Cerca
di essere conciso e diretto.-
Col
clan di Denali dalla nostra parte saremmo stati in
nove,sicuramente meno numerosi dei Volturi,ma con più
probabilità di riuscire a
difenderci e ad organizzare un piano.
Emmett
si accomodò accanto a me sul divano e passò un
braccio attorno alla mia vita. L’impazienza era evidente sul
suo viso.
-Tanya?Ciao,sono
Edward.-
Io,Emmett
e Jasper rimanemmo in attesa di udire una
risposta.
-Edward!!
Che sorpresa! Come stai?-
-Potrebbe
andare peggio. Tu e gli altri invece?-
-Stiamo
benissimo.- fu l’allegra risposta di Tanya. Poi la
sua voce si fece più cupa.
-Escludendo
Irina,purtroppo.-
Ecco
un particolare che era sfuggito a tutti noi: Irina. Lei
e Laurent avevano avuto una relazione,relazione che evidentemente il
caro
vampiro aveva deciso di troncare per tornare a Forks e ricongiungersi a
Victoria. Irina non aveva più voluto sapere niente di noi da
quando lo avevamo
ucciso.
Con
tutto ciò a cui dovevamo pensare,come avremmo potuto
ricordarci anche di quello?
-Mi
dispiace.- fu la sincera risposta di Edward.
-Si,anche
a me…- Tanya tacque per un attimo senza sapere cosa
dire. E lo stesso fece Edward.
Fu
lei a rompere il ghiaccio. -…Allora,c’è
un motivo in
particolare per cui mi hai telefonato?-
-A
dire il vero si. Ho bisogno di chiedere un favore a te a
tutti gli altri. Te la senti di ascoltare ciò che
è accaduto negli ultimi due
giorni?-
-Certo
che si,sono tutt’orecchi.- fu la pronta risposta. Era
risaputo che Tanya avesse un debole per Edward.
-Le
cose stanno così: Esme due giorni fa è stata
presa con
la forza dai Volturi. Non sappiamo il perché. La sera
successiva loro sono
arrivati a Forks e hanno portato via anche Carlisle ed Alice.
Potrebbero
ritornare,e io,Emmett,Jasper e Rosalie abbiamo bisogno di aiuto.-
Trovai
appropriata la decisione di mio fratello di non
menzionare Heron:Tanya e gli altri credevano che
Esme e Carlisle stessero ancora insieme,e che
quest’ultimo si
fosse momentaneamente trasferito a Forks assieme ad Alice per curare
una
paziente molto malata,non c’era tempo per raccontare
l’intera storia.
-E’
assurdo…Non ci posso credere…- Tanya sembrava
profondamente turbata.
-
Lo so,è difficile da accettare.- L’espressione di
Edward
s’indurì. La verità di quelle parole mi
colpì con violenza inaspettata,e mi
fece più male di quanto avessi potuto pensare.
-Tanya,ti
sto chiedendo un favore enorme e ne sono
consapevole. Ma non abbiamo altra scelta,la mia famiglia rischia di
sgretolarsi.-
-Ma…Ma…Edward,e
se i Volturi li avessero…Se i Volturi
li avessero uccisi?-
Jasper
tremò e strinse i pugni. Io mi lasciai sfuggire un
ringhio di protesta a quelle parole,subito Emmett fu pronto a
tranquillizzarmi
con una dolce carezza sul viso.
-Non
credo che lo abbiano fatto. Non ne avrebbero avuto
motivo. I Volturi non uccidono per il gusto di farlo. Se li hanno
presi,significa che hanno bisogno di loro. Alice ha un potere che
potrebbe fare
comodo all’intero clan.-
-Oh
Edward,io…- La voce d Tanya era tormentata.
Probabilmente tutto ciò
l’aveva spaventata,ma non sapeva come negare una richiesta di
aiuto al suo
Edward.
Mio
fratello m’incenerì con lo sguardo. Io gliene
restituii
uno altrettanto acido,il mio pensiero non aveva nascosto alcun velo di
sarcasmo.
-Devo
parlarne con
gli altri. Ti richiamerò il prima
possibile,d’accordo?-
-
D’accordo.-
Edward
riattaccò.
-Non
mi sembrava molta convinta…- ammise Emmett.
-Il
problema è Irina.- dichiarai.
-Non
credo sia solo quello. Tanya ha paura dei Volturi.-
Edward era teso,teneva le sopracciglia inarcate senza guardare in
faccia
nessuno di noi,e le labbra erano strette. Ero sicura si stesse
lambiccando il
cervello alla ricerca di una nuova soluzione.
Mi
soffermai su Jasper. Anche lui era immerso nei suoi
pensieri, pareva quasi spiritato. Era difficile capire cosa gli
passasse per la
testa. Ma speravo in una delle sue idee,dopotutto era lui lo stratega.
Per
un infinitesimale manciata di minuti rimanemmo tutti in
silenzio. L’irritazione in me era crescente,tamburellavo le
dita sul
divano,incapace di dire o fare altro. Finché Emmett proruppe
in
un’esclamazione. –Ma vogliamo muoverci a cercare
Bella o no?-
Edward,Jasper
ed io paremmo disincantarci da un sortilegio.
-Hai
ragione,Emm. Andiamo alla radura,potremmo scoprire
qualcosa.-
A
quel punto esplosi. – Una ragazza cieca nel bel mezzo
della foresta dove sarebbe potuta arrivare da sola? Probabilmente se
è
sopravvissuta si ritroverà in ospedale. Tutto questo
è ridicolo!-
-Oppure
si è imbattuta in qualcuno di sua conoscenza.-
suggerì Jasper.
Io
ed Emmett lo fissammo interrogativi. Cosa intendeva dire?
Notai che lui ed Edward si lanciarono un’occhiata
d’intesa.
-La
smettete di fissarvi senza parlare? Spiegati
meglio,Jasper!-
-Si
riferiva ai lupi.- rispose Edward al suo posto.
I
cani? Ricordai che Heron ci aveva parlato di un
ragazzo Quileute che aveva cercato di impedire a Bella di venire a
Praga.
Durante il viaggio in aereo lei gli aveva raccontato a lungo dei suoi
nuovi
amici: gli animali pulciosi e bavosi appunto.
-Pensate
che uno dei licantropi possa essersi imbattuto in
lei e averla portata alla riserva?- chiese Emmett.
-Può
darsi.-
-Prima
di andare alla radura,Edward,sarebbe meglio controllare
a casa del padre di Bella.- propose Jasper.
-Sono
stanco di parlare. Coraggio,che aspettiamo? Andiamo
subito a controllare dall’ispettore Swan.- sbottò
il mio Emmett.
Il
modo di fare di Edward e Jasper mi dava da pensare. Quei
due stavano tramando qualcosa,ormai ne ero più che certa.
Ero curiosa di
scoprire quando si sarebbero decisi a parlarne anche con me ed Emmett.
Chissà
come avevo il sospetto che ciò che ci avrebbero detto non mi
avrebbe fatto per
nulla piacere.
Non
molto tempo dopo,ebbi modo di capire che i miei sospetti erano fondati.
*******
Spazio dell'autrice:
ebbene si,questo capitolo ha avuto Rosalie come protagonista. A quanto
pare Jasper ed Edward stanno tramando qualcosa,dato che persino
quest'ultimo sembra essere piuttosto tranquillo nonostante nessuno dei
suoi fratelli sappia dove sia Bella. Voi avete capito cosa?
Nei
capitoli futuri,non sarà solo Bella a narratrice. La scelta
potrebbe ricadere sui personaggi inseriti sia nella tag della prima
storia sia nella tag della seconda,e quindi non esclusivamente su
Carlisle.
Ma
vorrei permettere anche a voi di fare una scelta. Chi volete come
narratore dei capitoli successivi? A differenza mia,voi potrete
scegliere qualsiasi personaggio,e non solo quelli in tag.
Lasciate
un commento;) Ora rispondo alle vostre recensioni.
KristenAlice [Contatta] |
Segnala
violazione
|
24/02/10,
ore 19:18 - Capitolo 6: Capitolo
5.Malessere |
Eheheh,tu
adori Rosalie. Credo che leggere un piccolo pov su di lei ti abbia
fatto non poco piacere XD Come vedi,in questo capitolo la narratrice
è stata proprio lei. Grazie Kirsten,ti voglio bene^^
|
|
|
Aia
Cullen [Contatta] |
Segnala
violazione
|
23/02/10,
ore 20:24 - Capitolo 6: Capitolo
5.Malessere |
Già,Rosalie
nella sua amarezza esprime la verità. In un certo senso
è il suo scudo,perché senza di essa la sua
personalità crollerebbe. Rosalie ha bisogno di mostrarsi
dura con se stessa per non mostrare che soffre. Almeno,io la penso
così. Trovo che sia un personaggio interessantissimo,e per
nulla cattiva.
|
|
AshG [Contatta] |
Segnala
violazione
|
23/02/10,
ore 19:22 - Capitolo 6: Capitolo
5.Malessere |
Anch'io
faccio una supposizione: tu chiedi troppo scusa,come
fa Bella,e come ha fatto Jake nello scorso capitolo XDXD
Beh,non posso dirti che non hai ragione. Bella è incinta! E
sapessi quello che le voleva chiedere Carlisle di ritorno dall'ospedale
la sera in cui Bella e Alice hanno chiamato Heron
ç_ç Ma ovviamente,tutto è andato a
monte dopo quella maledetta notizia,grrrr!!!
Si,Jacob è tornato. E presto scoprirai cos'è
successo tra lui,Sam e Billy,e ovviamente il resto del branco
dei licantropi ;)
Oh beh,Rose non la vedo affatto perfida,ma nel capitolo precedente si
trovava in una situazione davvero critica. Mentre cacciava,era
consapevole che i Volturi avevano appena portato via Alice,Carlisle,e
probabilmente Bella. Ed era adirata perché Alice aveva
promesso di chiamarla quel giorno,ma come vedi non l'ha fatto.
Emmett...lui è il nostro scimmione XD Come non adorarlo??
Dio,con tutte queste domande mi verrebbe voglia di risponderti *_* E'
dura trattenersi XD Sapessi un po'...oh mamma! Ma non posso dirti
niente!
Grazie di tutto e delle tue divertentissime recensioni. Baci.
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Rebecca
Lupin [Contatta] |
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violazione
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23/02/10,
ore 17:32 - Capitolo 6: Capitolo
5.Malessere |
Speravi
fossero Carlisle o Alice i narratori,vero? XD Mi dispiace di averti
delusa. E beh,purtroppo Bella è incinta,la tua monella ha
fatto l'ennesima pazzia scrivendo! Vedrai,vedrai...XD Chi li sente gli
altri? L'hai detto,mi vengono i brividi solo a pensarci*_*
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Capitolo 8 *** Capitolo 7.Morte inaspettata. ***
Morte
inaspettata
Un
paio di ore prima…
Ero riuscita
a convincere Billy di essermi beccata una semplice influenza
perché ero rimasta troppo a lungo in balia della pioggia.
Del resto,era l’unica spiegazione plausibile. Bella
Swan che si ammala…Niente di cui stupirsi. Così non ero
stata costretta a farmi visitare da un medico.
Un’altra
probabile causa del mio malessere poteva essere stato
l’accumulo di troppa ansia. Quando avevo sentito Billy
inveire al telefono con Sam,infatti,la confusione e la preoccupazione
avevano raggiunto il culmine.
Ripensare alla
serata precedente,alimentava in me la voglia di buttarmi dentro a un
fosso e rimanerci per il resto dei miei giorni. Jacob mi aveva
trascinata in bagno,mi aveva fatta inginocchiare e mi aveva sorretto la
testa. Era stato imbarazzante. Davvero troppo. E umiliante. Ogni volta
che provavo ad immaginare la sua espressione e i suoi pensieri in quel
momento,il mio viso avvampava.
Tamburellavo le
dita sulla poltrona incapace di trovare tranquillità. Non
avendo nulla da fare,pensavo e ripensavo. Il troppo stroppia,si dice,e
il mio mal di testa,sommato alla costante sensazione di nausea, ne era
testimone.
Lo scorrere del
tempo non era mai stato così noioso e lento quando Alice era
con me. Mi mancava sentirla canticchiare per la casa e muoversi alla
velocità della luce da una stanza all’altra. Senza
di lei i minuti non passavano.
Jacob non mi aveva
mollato neppure per un secondo,era rimasto a casa,anziché
uscire con Quil,Embry e gli altri. Billy sosteneva fosse meglio non
pressarmi con le domande da quando aveva parlato con Sam. Ma il mio
migliore amico era irremovibile,non perdeva occasione per interrogarmi.
Se non fosse stato per lui,non sarei riuscita a credere alla
distruttiva girandola di eventi verificatisi nell’arco di una
giornata .
-E’
importante,e lo sai. Devi dirci cosa è successo.- insistette
Jacob.
-Anche tu mi devi
delle risposte. Sam.
Billy. Te e Billy.
– replicai con tono perentorio.
Jacob
sbuffò. –E va bene. Spero riuscirai a sostenere il
peso della delusione.-
Fu una
soddisfazione sentire che aveva ceduto. Rimasi in attesa,mentre lui
pensava a come cominciare il discorso.
-Il
tuo…Insomma,il tuo…Il tuo dottore mi diede
appuntamento nel bosco tempo fa.-
Percepii il suo
disagio. Incrociai le braccia al petto e trattenei il respiro
scacciando il volto di Carlisle dalla mente,avevo la sensazione che se
non mi fossi tenuta stretta,mi sarei aperta in due.
-Sono stato
aggressivo con lui. E l’ho sbeffeggiato.-
-Questo non me lo
aveva detto.- ammisi.
-Wow,mi sento
ancora più in colpa.-
-Non devi,Carlisle
è fatto così.-
-E’
sempre stato…l’unico dei Cullen di cui
riuscissi a tollerare la presenza.- ammise. - Ma quel giorno di due
mesi fa lo trattai come avrei fatto con qualsiasi altro succhiasangue.
Ero infuriato,Bella,perché è per colpa sua se ori
sei in queste condizioni…-
Evitai di esprimere
il mio disappunto.
-Ho dovuto
mentirgli. Ho dovuto dirgli che non ti volevo rivedere mai
più perché stavo troppo
male…- La sua voce tremò. Era raro che Jacob
ammettesse ciò che provava realmente.
-Non devi
preoccuparti.- pregai con tono sincero. Sapevo che Jacob si faceva
forza con la rabbia quando soffriva,ed ero certa che Carlisle
l’avesse capito.
-Sam ha detto di
aver parlato con Carlisle ieri mattina.-
La sorpresa mi
spiazzò.
-Evidentemente
Carlisle era convinto che avessi riferito del nostro incontro al
branco,deve averne per forza parlato con Sam,perché ieri lui
lo ha detto per telefono a mio padre. Ora entrambi ce l’hanno
con me perché li ho tenuti all’oscuro-
Ero rimasta senza
parole. Scossi la testa con aria perplessa. –Ma come hai
fatto a nasconderlo agli altri?- I licantropi erano in grado di leggere
i pensieri dei proprio compagni se si trasformavano,era impossibile che
non fossero venuti a scoprirlo.
-E’ stata
dura…- confessò. – Ma avevo preso una
decisione: dimenticare. Dimenticarti,dimenticare tutto. Quando ero un
lupo,lasciavo che l’istinto prendesse il sopravvento su di
me,evitavo di pensare;quando ero umano,invece,permettevo alla tua
immagine di comparire di tanto in tanto nella mia testa, e quella
arrivava,come una foto sbiadita dall’acqua e trasportata
dalla corrente lenta di un fiume. La osservavo finché non
spariva via di nuovo dalla mia mente.- Jacob mi si avvicinò
e mi diede un buffetto sulla guancia. – Nessuno è
riuscito a sapere niente di te.-
Quanto mi
vergognavo…Lui si era dato da fare per dimenticarmi,e io ero
ripiombata nella sua vita proprio quando stava per riuscirci
definitivamente.
-Figlio mio,non sei
da biasimare se hai deciso di tenere per te l’incontro col
dottor Cullen.-
Sobbalzai. Billy
era entrato nel salotto senza che io avessi potuto sentirlo.
-Papà…-
mormorò Jacob.
-Perdonami se mi
sono intromesso. Far parte di un branco comporta dei sacrifici. In ogni
caso,rimarrai sempre e comunque l’unico padrone delle tue
scelte in campo personale. Sai com’è fatto
Sam,lascialo sbollire per qualche giorno e vedrai che gli
passerà.-
Billy era sempre
così solidale nei confronti di Jacob…
-Grazie.-
Avrei voluto uscire
da quella stanza,anche solo per un paio di minuti,il tempo necessario
per lasciare Jacob e Billy per conto loro. In quel momento magico tra
padre e figlio,simile a quelli tra me e Charlie,ero
un’intrusa.
-Bella,te la senti
di mangiare qualcosa?-
Mossi la testa
verso la voce di Billy,proveniente dalla mia sinistra.
–No,grazie.- rifiutai gentilmente. Il solo pensiero del cibo
bastò a ribaltarmi lo stomaco. Non ero riuscita a chiudere
occhio tutta la notte,tormentata da un leggero,ma costante,bruciore al
ventre. La mattina avevo provato a fare colazione con Jacob e Billy,ma
ero riuscita solo a sgranocchiare una manciata di cereali senza latte.
Mi era stato concesso di fare un bagno rinfrescante e di
indossare una vecchia tuta di Rachel. Poi ero rimasta a crogiolarmi
nelle mie paure fino a pomeriggio inoltrato.
-Bella,sappi che se
le tue condizioni dovessero peggiorare entro domani,sarò
costretto a chiamare un medico. Mi capisci,non è vero?-
Annuii col capo. Tanto
guarirò,devo restare tranquilla,mi dissi.
Dovevo trovare un
modo per mettermi in contatto con Edward e gli altri. Aver scoperto che
Carlisle e Sam si erano incontrati il mattino precedente,mi dava da
pensare. C’era altro che non sapevo?
Ancora non riuscivo
ad accettare che il mio Carlisle ed Alice mi avessero abbandonata a
Forks,avrei preferito seguirli assieme ai Volturi,anziché
vagare per il bosco e accasciarmi a terra in attesa che Jacob
comparisse miracolosamente per salvarmi. Dopotutto,se erano raffinati e
diversi dal clan di James,cosa avrebbero potuto farmi i vampiri
italiani di così atroce?
-Charlie mi ha
chiamato due volte.- m’informò Billy.
Sospirai,il cuore
sul punto di strapparsi in mille brandelli pulsanti.
L’unica,realizzabile soluzione per porre fino al dolore
collettivo,era diventare una vampira e andarmene a Volterra. Per farlo
avevo bisogno di qualcuno disposto a trasformarmi.
Era evidente che
Carlisle non avrebbe potuto farlo. Non sarebbero state le sue morbide
labbra sul mio collo,e i suoi denti lucenti a perforarmi la pelle e a
donarmi una parte di lui.
Ma dovevo dire
addio alla Bella Swan umana. Mancava solo una settimana al tredici di
settembre,il mio diciannovesimo compleanno era vicino.
-Non
rimarrò a lungo da voi,ne da Charlie.- assicurai.
-Ah no? E dove
andrai?- domandò Jacob con tono di accusa.
-Alla vecchia casa
dei Cullen. Devo diventare una vampira,non voglio più essere
la spina nel fianco di nessuno.- dichiarai senza la minima sfumatura
d’incertezza nella voce. –Credo di dovervi delle
spiegazioni. Giusto perché capiate il motivo della mia
decisione e sappiate cos’è successo ieri sera.-
*******
Billy mi aveva raccontato l’intera leggenda sulla
tribù dei Quileute. Ascoltare la sua voce profonda e ricca
di sentimento mi aveva permesso di figurare nell’abisso nero
dei miei occhi i fatti narrati. Non riuscivo a togliermi dalla testa la
terza moglie di Taha Aki. Si era sacrificata ad una vampira per il bene
dei figli e del marito amato. Io mi sarei dissanguata sotto gli occhi
di Victoria per salvare Carlisle e i miei figli dalla morte? Al solo
pensiero un’ansia incontenibile
m’investì. Victoria era stata fatta a pezzi da
Alice,Rosalie ed Esme. Non avrebbe più potuto minacciarmi.
Ma a suscitare un senso di paura e stranezza non era stato il ricordo
della rossa vampira assetata di vendetta,bensì
l’accostamento del nome Carlisle alla parola
“figli”.
Non avevo mai pensato a cosa si potesse provare ad averne uno dentro di
sé,e non avevo mai pensato di diventare madre. Del
resto,avevo solo diciotto anni. Eppure,causa la consapevolezza che non
avrei mai potuto creare una famiglia con Carlisle se fossi diventata
una vampira,cominciai a riflettere su ciò a cui avrei dovuto
rinunciare per sempre. L’eternità era lunga,avrei
potuto cambiare idea e desiderare un bambino in futuro,ma allora non
sarei potuta tornare indietro. Mi chiesi se Esme,Alice e Rosalie ci
avessero mai pensato.
Alice non ricordava quasi niente della sua vita passata,e accostare
alla sua immagine la figura della donna materna non mi riusciva
facilmente. Alice era uno spirito libero,l’amore per Jasper
era tutto ciò che potesse desiderare… Esme,al
contrario,sarebbe stata perfetta nel ruolo di madre,così
dolce e amorevole com’era. Era naturale immaginarla con un
bimbo tra le braccia quanto era assurdo immaginarla con i denti
affondati nel collo di un povero animale. Avremmo potuto parlarne
insieme un giorno,se non mi fossi ritrovata al fianco di colui che era
stato suo marito per un secolo. Mi raggomitolai sul divano appoggiando
la testa sulle ginocchia,le gambe strette al petto. Sospirai. Mentre io
pensavo a cosa si provasse a non poter avere figli,Alice ed Esme erano
prigioniere dai Volturi. E con loro lo erano anche Heron,di cui non
avevo più saputo nulla dopo la nostra telefonata,e Carlisle.
Basta. Non
ce la facevo più a starmene con le mani in mano. Dovevo
parlare con gli altri Cullen,prima che i Volturi decidessero di
infastidire anche loro,o di tornare a prendermi.
Un mese e torneremo
a prenderti. Così aveva detto Alice,ma la sua
era stata una risposta troppo vaga e incerta perché potesse
rassicurarmi.
La mia paura di raggiungere i diciannove anni era un frivolo capriccio
se confrontata con la situazione in cui tutti ci trovavamo. Per una
volta tanto,forse,avrei dovuto pazientare e rimandare nuovamente la mia
trasformazione.
Lo squillare del telefono di casa Black mi riportò alla
realtà. Il forte russare di Jacob non fu più
udibile alle mie orecchie. Povero
Jake. Bastava una telefonata per interrompere il suo sonno.
Telefonata…Un
momento.
Jacob grugnì e si mosse sul divano.
-Jake,sei sveglio?-
-Umpf,si…-
-Devi farmi un favore. Portami la mia giacca.- Scavalcai le mie stesse
parole con voce vibrante d’emozione. Una miccia rovente di
speranza si era riaccesa dentro il mio petto.
-Pronto?-,sentii dire da Billy.
-Cosa devi fare con la tua giacca? Hai freddo?- domandò
Jacob perplesso.
-No,affatto!- mi affrettai a rispondere. Stare sul bordo del divano
dove un licantropo aveva fatto il suo pisolino pomeridiano equivaleva
ad avere uno scaldino sotto i piedi che diffondeva il suo dolce calore
in tutto il corpo. –Mi è venuta in mente una
cosa!-
-Io proprio non ti capisco…- Il senso di calore
svanì quando Jacob si alzò in piedi.
–Arrivo subito.-
Se il cellulare fosse stato dentro le tasche della mia
giacca…
-Oh mio Dio-
La voce di Billy mi fece impressione. Raggelai,non l’avevo
mai sentito usare quel tono angosciato.
-Quando…quando è…?-
Quando?Quando cosa?
Mi alzai in piedi. Avevo uno strano presentimento,sentivo che era
successo qualcosa di terribile,ed ero convinta che ci fosse di mezzo
Charlie. Avanzai verso dove avevo sentito parlare Billy,le braccia
protese per evitare di scontrarmi contro qualcosa.
Avevo voglia di gridare,il silenzio mi stava facendo impazzire.
Udii il rumore del telefono che veniva riappeso. –Billy,che
succede?- domandai con timore.
-Non ci credo…- Anche Jacob pareva preoccupato,sicuramente
aveva sentito la conversazione telefonica grazie al suo udito
sviluppato.
-Harry Clearwater ha avuto in infarto…E’ morto.-
La scioccante sorpresa prosciugò l’aria dai miei
polmoni. Mi aggrappai ad una sedia del tavolo della cucina,senza
riuscire a respirare. L’orrore della morte mi aveva
invaso,scombussolandomi la mente.
-Devo…devo avvisare tuo padre,Bella.- Billy era distrutto
dal dolore. E come biasimarlo…aveva appena perso uno dei
suoi migliori amici,uno con cui aveva passato anni e anni della sua
vita.
Non avevo la forza di rispondere. La mano calda e confortante di Jacob
si posò sulla mia spalla. Trattenei un singulto. Charlie
sarebbe stato in grado di reggere tutto ciò? Il giorno prima
sua figlia era scomparsa,e presto sarebbe venuto a sapere che il suo
carissimo amico era morto d’infarto.
-Ma…ma perché?- balbettai scuotendo la testa.
-Credo di saperlo. E’ probabile che Seth si sia trasformato
sotto gli occhi del padre. Il cuore di Harry non avrà retto
il colpo...-
Seth Clearwater era
diventato un licantropo…Incredibile. Un
ragazzino di appena quindici anni aveva causato la morte del padre.
Le disgrazie accadevano una dopo l’altra,spietatamente. Forks
era stregata,i suoi abitanti ignoravano l’esistenza di algidi
esseri assetati di sangue e uomini lupo,ignoravano il dolore che la
loro natura causava continuamente a coloro che gli stavano attorno.
Ignoravano che quel giorno un loro abitante si era tramutato in un
lupo.
Per la prima volta,desiderai far parte di quelli inconsapevoli
dell’esistenza di vampiri e licantropi. Nonostante conoscessi
il loro segreto da quasi un anno e mezzo,era tutto così
difficile da accettare…
*******
Mio padre aveva pianto come un bambino. Mi aveva detto che avrebbe dato
la sua vita pur di sapere che stavo bene. Stretta tra le sue
braccia,avvolta dalla sua gioia mista a sollievo e dolore,non ero
riuscita a trattenere i tumultuosi sentimenti che avevano preso ad
agitarsi dentro di me.
Ero scoppiata a piangere a mia volta e gli avevo chiesto scusa sino ad
esaurire fiato. Era stato un pianto liberatorio,avevo buttato fuori
tutto il male che mi ero portata dietro per un anno,oltre alla
felicità di essermi riunita a mio padre. Forse erano proprio
quei drammatici momenti a permettere alle persone di aprire il loro
cuore a coloro a cui volevano bene.
Lui mi aveva sussurrato all’orecchio che andava tutto bene,e
che non avrei mai più dovuto abbandonarlo senza preavviso. Era stata la terza volta nel
giro di un anno che accadeva…La fuga a Phoenix
apparteneva ad un altro mondo,quella a Praga invece distava quasi tre
mesi dal presente,mentre
l’ultima…l’ultima me l’ero
appena lasciata alle spalle.
Sdraiata sotto le coperte del divano di casa mia,non riuscivo a
chiudere occhio. Il senso di colpa verso Charlie mi martoriava. No,i
Volturi non sarebbero arrivati quella sera. Erano successe troppe cose
nel giro di due giorni.
Dopodomani si sarebbe svolto il funerale di Harry Clearwater. Mio padre
aveva bisogno di me. Se volevo chiamare Edward e gli altri,avrei dovuto
aspettare.
Sentivo Billy e Charlie parlottare sommessamente dalla cucina.
-Dormi Bells. Ti prometto che si sistemerà tutto.-
mormorò Jacob accarezzandomi la fronte. Non avevo la forza
di replicare. Annuii debolmente e mi concentrai sulle note di una delle
mie melodie preferite al piano. La musica si diffuse dentro di me e mi
cullò tra le braccia di Morfeo.
Ad accogliermi comparve Carlisle,meraviglioso e stupefacente
più di quanto lo avessi mai visto nei ricordi che mi erano
rimasti. Almeno nei sogni,potevo stringerlo a me e contemplare il suo
volto perfettamente scolpito mentre glielo baciavo. Ma c’era
qualcosa che non andava…Lui non ricambiava i miei gesti
d’amore,non rispondeva ai miei baci,non mi sorrideva,non mi
abbracciava,non sussurrava il mio nome come faceva sempre. Mi guardava
compassionevole.
Poi comparve una donna splendida quanto Rosalie. Irradiava bagliore
diamantini dai lunghi capelli color oro fuso,le morbide ciocche
ondulate che danzavano seducenti sul suo corpo impeccabile. Gli occhi
di rubino mi fissavano impassibili,illuminati dall’innocente
sorriso dipinto sulle labbra di fata. La vidi prendere il volto di
Carlisle tra le mani e baciarlo.
Carlisle non la respinse,ricambiò il bacio stringendola
saldamente a sé. Tutto
questo davanti a me.
Aprii la bocca per urlare,e in quell’istante la dea si
staccò dal mio Carlisle per sorridermi. La sua bellezza fu
così devastante che mi accecò,e tutto divenne
nero.
*******
Spazio dell'autrice:
sembra che due nuovi licantropi siano in arrivo!Ancora nessuno sa che
pure Leah si è trasformata. Jacob,come avete letto,non ha
mai parlato al branco di lupi del suo
incontro con Carlisle. Perciò Sam si è infuriato
con
lui.(Grr,rompic**** biiiiiiip)Bisogna vedere se la morte di Harry
Clearwater farà dimenticare loro la lite. Anche
perché la cosa farebbe comodo a ben molta gente!
*Bella non
immagina minimamente cosa stia prendendo forma nella sua pancia...
Crede di aver preso l'influenza...poveretta,le aspetta una dolorsa
gravidanzaç_ç A quanto pare è tornata a
casa con Charlie per sostenerlo in
questo momento drammatico. Presto dovrà dargli delle
spiegazioni su
Carlisle ed Alice.
Parlando proprio di *Carlisle
ed Alice...Che
fine avranno fatto quei due? Anche Heron ed Esme costituiscono un punto
interrogativo. Forse dovrete diro addio a qualcuno di loro... I Volturi
li stanno sfruttando in maniera sconvolgente...
*Edward,Rosalie,Jasper
ed Emmett sono sempre più vicini.
Ci tengo a spiegare una cosa: per via del cambio di fuso orario,loro
adesso sono su un aereo.Se avete dubbi su questo punto,non esistate a
dirmelo! Sarebbe un immenso piacere spiegarvelo;) .
Sondaggino...Chi
trasformerà Bella? E quando? Fatemi
sapere ;)
Rispondo alle vostre recensioni:
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Bimba
sognatrice [Contatta] |
Segnala
violazione
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28/02/10,
ore 14:44 - Capitolo 7: Capitolo
6.Sospetti |
Ti
ocnfesso che pure l'autrice è molto,mooooolto confusa!!
Già,i lupi costituiscono un dilemma. Mentre per quanto
riguarda Edward e Jasper,non agitarti,non è nulla di folle
ciò che hanno in mente XD
Purtroppo vi sono questi dubbi perché i Cullen
rimasti non possono sapere se i Volturi hanno accettato la
richiesta di Carlisle di lasciare Bella a Forks. E ovviamente,non sono
sicuri di sapere dove sia. Ti faccio presente che ciò che ho
narrato in questo capitolo è successo mentre i
Cullen erano sull'aereo ;)
Grazie di tutto.
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AshG [Contatta] |
Segnala
violazione
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28/02/10,
ore 14:32 - Capitolo 7: Capitolo
6.Sospetti |
Ahahahahah,come
sono felice che tu non abbia capito niente!!! ç_ç
ç_ç Dunque,ciò che hai detto
dei Cullen è giusto. Così come le tue riflessioni
su Edward:il suo tentativo di comportarsi in maniera simile a
Jasper,cioè prendendo le cose con calma,è un modo
per non far capire ai suoi fratelli che,dopotutto,lui ama ancora Bella.
Ma ce la sta mettendo tutta per guarire,come ha dimostrato sin
dall'inizio. In un certo senso,tutta questa calma è dovuta
anche dal fatto che teme l'idea di rivedere Bella,sopportare di averla
davanti gli occhi da cieca è dura. Però non
è detto che lui debba rimanere solo ancora per molto ;) Ci
tengo a precisare che da quando lui e Bella si sono lasciati
è passato quasi un anno:il tempo che Bella ha trascorso
senza Carlisle e i due mesi di cecità.
Purtroppo della gravidanza non posso svelarti nulla XD Ovviamente,se il
bambino nascerà,non avrà il nome Renesmee! XD
Sono pienamente d'accordo,sarebbe ridicolo se così fosse.
Rosalie...Vedrai,vedrai
che combinerà...
Adoro le tue recensioni,analizzi ogni punto,e non esiti a chiedere
chiarimenti. Spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento. Baci ;)
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Capitolo 9 *** Capitolo 8. Vi aiuteremo ***
Vi aiuteremo
Bella
era
ancora a Forks,me lo sentivo. Con quella certezza, avrei voluto tardare
il più
possibile il mio incontro con lei.
Era passato
quasi un anno dalla fine della nostra storia, ma il dolore persisteva
come se
fosse trascorso un solo mese. Sapere Bella felice accanto a Carlisle
era la
sola cosa che mi avesse permesso di andare avanti, non potevo
pretendere di
separarla da colui che le faceva battere il cuore, perché le
avrei fatto del
male. E non volevo fare del male alla persona che amavo.
Mentre
sfrecciavo silenziosamente tra gli alberi della foresta, percepivo una
strana
calma interiore. Voltai la testa a sinistra, insospettito. Jasper mi
rivolse un
sorriso appena accennato. Nascondere le emozioni a mio fratello era
un’impresa.
Fra noi c’era stata una sorta di muto dialogo da quando
eravamo saliti
sull’aereo. Rosalie aveva intuito qualcosa, ma si aspettava
che fossimo noi a
mettere le carte in tavola. Emmett invece pensava solo a trovare Bella;
era
sempre stato impaziente e precipitoso, non c’era da stupirsi
del suo
comportamento.
Io e Jasper
arrivammo per primi davanti a casa Swan. Scrutai con attenzione ogni
singolo
centimetro dei muri, ogni singola sfumatura di colore baciata dalla
luna. La
finestra della camera di Bella rivelava che la luce
all’interno era spenta. Mi
lasciai avvolgere da una dolce nostalgia nel ricordare cosa avesse
significato
per me quella finestra, negli otto mesi più significativi
della mia esistenza.
Rosalie ed
Emmett arrivarono dietro di noi e ci raggiunsero di passo.
-La stanza è
vuota. Non si sente il respiro di Bella.-, sentenziò mio
fratello.
La cosa non mi
meravigliò. Ero convinto che Bella fosse alla riserva
Quileute, ma dovevamo
controllare le condizioni di Charlie.
-Qui fuori c’è
puzza.-, borbottò Rose storcendo il naso. Le lanciai
un’occhiata perforante, ma
Emmett la difese. –Ha ragione, c’è odore
di cane.-
-E non solo.
Li sentite i respiri provenienti dal primo piano? Uno lento,
l’altro forte e
fastidioso. E ci sono due voci, probabilmente quelle
dell’ispettore Swan e di
un uomo di mezza età.-
Jasper aveva
sentito bene. Era proprio Charlie che stava parlando, con tono di voce
debole e
affranto. “E’ colpa mia, non le sono stato
vicino.” diceva .
E quel
respiro…No, non poteva essere il suo… Eppure era
inconfondibile per le mie
orecchie. Lento e delicato, e quella notte anche agitato.
Bella era lì,
dentro casa sua. A convincermene fu l’aroma del suo profumo
nell’aria.
-Incredibile.
Non riesco a capire.-, ammise Jasper scrutando il cielo con aria
pensierosa.
-Un momento… -
Anche Emmett aveva compreso chi fosse la persona che stava dormendo.
-Meno male che
non siamo dovuti impazzire per cercarla.-, mormorò Rosalie
con tono affettato.
Feci il giro
attorno alla casa e mi fermai sulla porta dell’entrata. I
miei fratelli mi
seguirono immediatamente.
-Bella sta
dormendo sul divano. Jacob Black è sulla poltrona vicino a
lei.-, dichiarai.
-Quindi è lui
che russa e puzza.-
Rose diede uno
scappellotto dietro al collo di Emmett.
-Cosa facciamo
Edward? Torniamo quando sarà giorno o…- Jasper
s’interruppe quando udì un
grugnito. Jacob si stava muovendo, era sveglio.
-Adesso.-,
sentenziai in un sussurro. Non avevo intenzione di aspettare ancora,
avevo
tentennato abbastanza quella notte. Oltre la porta di quella casa,
c’era un
licantropo che avrebbe potuto fornirci delle risposte.
Jasper mi si
avvicinò, fissandomi per un lungo istante, poi
annuì. Con un rapido movimento
delle mani ricoperte di cicatrici aprì la maniglia senza
fare il minimo rumore.
Entrammo nell’ingresso, e subito dietro di noi venne Emmett.
Rosalie, i cui
pensieri stavano iniziando ad indispettirmi, dovette pensarci su alcuni
secondi
prima di decidersi. “Sei tu quello che non si fa
gli affari suoi. Se ti do
fastidio, smettila di leggermi come fossi un libro aperto.” pensò
acida
mentre mi passava oltre. Richiusi la porta scoccandole
un’occhiata infastidita.
Non era certo il momento più adatto per litigare con mia
sorella.
-Ci ha
sentiti.-
Mi soffermai a
guardare la scala che portava al secondo piano. Il ricordo di Bella che
scendeva i gradini con una gamba ingessata e il viso rosso
d’imbarazzo
m’investì. Quel giorno lontano secoli dal mio
presente, Bella era arrossita per
me ed io ero rimasto incantato ad osservarla in tutta la sua timida
bellezza,
in attesa di portarla al ballo della scuola.
L’amara realtà
mi colpì come uno schiaffo: lei non era più mia.
-Edward?- ,mi
richiamò Rose impaziente.
-Lo so che ci
ha sentiti. Facciamoci vedere.-
Entrai nel
salotto e la prima cosa che vidi fu un ragazzo dai capelli neri e la
pelle
abbronzata ritto in piedi che mi sferrò
un’occhiata carica di ostilità,
sorpresa e sospetto.
-Tu!- sibilò fra i denti, le
pupille scure
accese di rabbia e illuminate dalla languida luce lunare che filtrava
dalla
finestra.
I miei occhi
si spostarono su una cascata di capelli castani che spuntavano da sotto
una
coperta sul divano.
Bella.
Jacob si
accorse cosa stavo guardando e si parò protettivo davanti a
lei.
-Di sopra.-,
intimai. In cucina c’erano Charlie e un altro uomo, non
potevamo rimanere lì.
-Sei troppo
rumoroso. -
Jacob rivolse
un sorriso sardonico a Emmett. Quei due erano pressoché
della stessa stazza.
Era incredibile quanto i muscoli dei licantropi si sviluppassero
velocemente;
per un fisico come quello di Jacob, un ragazzo avrebbe impiegato
quattro anni
di allenamento intensivo in palestra.
-Immagino che
tu non sia da meno. -
-Mi spiace, cane,
ma io ho molta più classe di te.-, lo contraddisse Emmett
con aria compiaciuta.
-Basta.-,
mormorammo io e Jasper all’unisono. – Andiamo di
sopra. Non devono sentirci.-
Diedi una rapida occhiata alla porta della cucina per far capire a
Jacob, ma
lui serrò i pugni con aria contrariata.
-Bella…-,
sussurrai.
Esitò, gli
occhi che saettavano da me ai miei fratelli. Fece un verso infastidito
e si
chinò per prendere Bella in braccio, avvolta nella coperta.
-No.-, lo
fermai. –Lasciala dormire.-
-Non voglio
perderla di vista. Le sanguisughe italiane potrebbero essere in
agguato.-,
replicò con tono perentorio.
Mi intrufolai
nei suoi pensieri e ciò che vidi mi scalfì
dolorosamente.
-D’accordo.
Però la porto io, tu la faresti svegliare.- Emmett
avanzò verso Jacob, le
braccia protese.
I muscoli del
volto di Jacob si contrassero in una smorfia. – D’accordo.-,
scimmiottò
rivolto a mio fratello.
Jasper teneva
gli occhi fissi sulla porta chiusa della cucina, in ascolto. Rose e
Jacob si
guardavano in cagnesco mentre Emmett cercava di prendere Bella in
braccio con
il massimo della delicatezza. Io osservavo mio fratello con la mente e
gli
occhi che vagavano altrove. Non sarei stato capace di prendere quel
fragile
corpo tra le mie braccia. Un istante dopo fui in
camera di Bella, chiusi
gli occhi e presi un grosso respiro per buttare fuori ciò
che avevo dentro. Li
riaprii quando sentii Jasper dietro di me posarmi una mano sulla
spalla.
Mi sentivo
vicino a lui come mai prima d’allora: il mio dolore era
paragonabile al suo,
l’unica differenza era che almeno Bella stava bene, mentre di
Alice non si era
più saputo niente. Forse quest’ultima non ci aveva
informato delle sue visioni
affinché Aro non potesse leggere nella sua mente che noi ne
eravamo al
corrente.
Rosalie sbucò
dentro la stanza con andamento leggiadro e spalancò la porta
per far entrare
Emmett, che dovette restringersi per passarvi con Bella in braccio.
Jacob fu
l’ultimo a fare il suo ingresso, una mano premuta sul naso.
-Sarete
contenti ora. Dunque, per cominciare, avrei una domanda: che
diavolo ci fate
voi qui?-
-Siamo venuti
per Bella-, risposi con tono tranquillo.
Jacob
trattenne un’imprecazione e andò ad aprire la
finestra facendosi aria al viso
come se stesse soffocando.
-Davvero
divertente. Qui l’unico che puzza sei tu.-, mise in chiaro
Rose.
-Mi spiace,
barbie raperonzolo, il tuo odore è davvero sgradevole. Non
ti offendere, ma è
la verità: quindi accettala.-
-Fatela
finita.-, li rimproverai.
- D’accordo.
Che ne dici di ricominciare da capo, bionda? Salve, sono Jacob. Tu ti
chiami…?-
Rosalie non lo
degnò nemmeno di uno sguardo e si appoggiò con la
schiena al muro in un angolo
della parete.
A giudicare
dai suoi pensieri, Jacob trovava antipatica Rosalie, e nettamente
diversa da
Carlisle, il quale gli era quasi simpatico.
-Jacob, siamo
tornati perché siamo in una situazione
d’emergenza. Bella è in pericolo. Noi
tutti siamo in pericolo.-, esordii.
-Sai quanto
gliene potrebbe importare a lui di noi.-, aggiunse Emmett, che aveva
adagiato
Bella sul letto e si era avvicinato a Rosalie cingendole la vita.
Jacob inarcò
un sopracciglio con aria sarcastica. -Hai azzeccato, scimmione.-
-Devi dirci
ciò che sai, ciò che Bella ti ha detto. Come mai
ti trovi qui in casa sua?-
-Senti senti.
Ripiombate qui all’improvviso per farvi un viaggetto a Forks
aspettandovi che
io vi racconti cosa è successo negli ultimi tempi? Cosa
c’è, lo stile di vita
europeo vi ha stancati, forse?-
-Jacob, per
favore. Vampiri e licantropi si detestano dal principio, ma quando
c’è in gioco
la vita di una persona, bisogna mettere da parte questi dissapori.-,
cercai di
farlo ragionare.
- L’uomo che
sta parlando con l’ispettore Swan è tuo padre,
vero? Sembra che siamo arrivati
in un momento di lutto.-, s’intromise Jasper.
Jacob stava
perdendo la pazienza con tutte le domande che gli stavamo rivolgendo.
Mio
fratello gli si avvicinò ed esercitò il suo
potere su di lui per precauzione.
-Si, sanguisuga,
è mio padre. Oggi un amico di famiglia ha avuto un infarto.
Sospettiamo che la
causa sia stata la trasformazione del figlio in un licantropo. Deve
essere
stata colpa vostra. Voi eravate nei paraggi e Seth ha avuto
l’istinto di
trasformarsi. Portate dolore ovunque andiate.-, ci
redarguì Jacob con
espressione sdegnata.
-Se Bella non
vi avesse mai incontrati…ora ci vedrebbe, sarebbe una
ragazza normale, e
soprattutto sarebbe felice.-
Fu Jasper a
chiarire la situazione. - Rilassati. Noi oggi pomeriggio eravamo in
aereo.
Siamo arrivati qui un’ora fa, quindi non puoi accusarci se un
ragazzo Quileute
si è trasformato.-
Jacob si
accasciò sul pavimento scuotendo la testa, poi di scatto,
come se avesse preso
la scossa, balzò in piedi e si sedette lentamente sul letto
vicino a Bella.
-Voi non
c’eravate quando il clan italiano è venuto a
prendere la nana e-
-Si chiama
Alice.-, sibilò Jasper divenuto improvvisamente
minaccioso.
-Si…Alice e
il dottore.-, concluse Jacob.
-Non c’eravamo
perché nostra sorella non ci ha dato informazioni, come
invece eravamo
d’accordo. Lo ha fatto per proteggerci. Alice vede il futuro,
evidentemente
avrà visto qualcosa che le ha fatto decidere di lasciarci
all’oscuro.-,
intervenne Rosalie.
La bocca di
Jacob si aprì in una smorfia di incredulità.
–La na-cioè, Alice …vede
il futuro?-, farfugliò.
Rosalie fece
un sorrisino derisorio.
-Dannate
leggende… Niente sa di leggenda…
- ,prese a farneticare Jacob.
–Leggende? Leggende!Oh si, certo, leggende! Poi si
scopre che è tutto vero.-
-Si, Jacob.
Alcuni vampiri hanno facoltà extra. Io so leggere nel
pensiero, Jasper può
percepire e controllare le emozioni di chi gli sta attorno, poi
c’è Alice, che,
come ti ha detto Rosalie, è in grado di vedere le
conseguenze future di
determinate decisioni.-, lo informai.
Jacob si prese
la testa tra le mani. –Okay, facciamo finta che questa parte
del discorso non
sia mai esistita. Ora rispondete alla mia domanda, che vi ripeto
gentilmente: che
diavolo ci fate voi qui?-
Un verso
d’impazienza mi fuoriuscì dalle labbra.
–Te l’ho detto. Siamo qui per Bella.
Adesso spiegami come hai fatto a trovarla svenuta nel bosco mentre
pioveva.-
Emmett
sussultò. –Edward, che storia è mai
questa?-
-Chiedilo a
Jacob. L’ho visto nei suoi pensieri quando eravamo nel
salotto.-
-E va bene.-, sentenziò Jacob,
altamente
infastidito all’idea che mi fossi intrufolato nella sua
mente, - Vi dirò tutto
ciò che Bella mi ha raccontato oggi. Sembra che due giorni
fa lei abbia
chiamato il nuovo arrivato della vostra famiglia e che lui le abbia
detto che
una dei vostri era stata rapita. Il giorno dopo lei, il dottore e la
na-…Alice,
sono andati in una radura. Ora capisco il perché : vostra
sorella aveva visto
dove sarebbe avvenuto l’incontro con un clan di vampiri
italiano. Bella sapeva
che questo clan voleva Carlisle, ma a sorpresa i succhiasangue nemici
hanno
detto che volevano Bella ed Alice. Carlisle ha chiesto di essere preso
al posto
di Bella per parlare con un certo Aro ,Bella ha cercato di opporsi, ma
Alice le
ha fatto una scenata dicendole che sarebbe tornata a prenderla tra un
mese. Il
clan italiano ha impedito a Carlisle di portare Bella al sicuro,
così lei è
rimasta a vagare sola per la foresta. Io quel giorno avevo litigato con
Sam, il
nostro alfa, perciò ero andato a girare nella foresta per
conto mio e avevo
oltrepassato il confine senza rendermene conto. E’ stata una
fortuna per Bella,
pioveva ed era sera. Quando l’ho vista ho pensato che fosse
morta. Mi sono
trasformato per poterla prendere in braccio e l’ho portata a
casa mia. Non credo
sia in ottima salute, ha poco appetito e ha anche vomitato una volta.
Questo è
tutto ciò che so, non credi di averci capito molto al
riguardo. Maledetto clan
italiano… Ci mancavano solo loro.-
-Un mese… -
Perché Alice aveva detto a Bella che sarebbe tornata a
prenderla tra un mese?
Lei dava sempre indicazioni precise, non aveva scelto
quell’arco di tempo a
caso. Io e Jasper ci fissammo a lungo per l’ennesima volta.
-Voi come
facevate a sapere che Bella era a casa sua?- Jacob interruppe la mia
fase meditativa.
-A dire il
vero eravamo passati a controllare. Alice ci aveva detto che si sarebbe
consegnata ai Volturi con Carlisle, e che Bella sarebbe rimasta sola.
L’unica
speranza di salvezza per lei eri proprio tu secondo Carlisle. Credevo
l’avessi
portata alla riserva, non ci aspettavamo di trovarvi qui.-, spiegai.
-Che
confusione… -, borbottò Emmett.
-Ma se Alice
ha deciso di consegnarsi ai Volturi deve avere un piano. Un piano che
tuttavia
non ha voluto svelarci… - ,mormorò Jasper con
amarezza.
All’improvviso
un movimento inaspettato fece
sì che
tutti puntassimo lo sguardo sullo stesso punto.
-Bella… -
sussurrammo io e Jacob all’unisono. Pietrificato, la guardai
muoversi
debolmente nel letto e lasciarsi sfuggire un gemito.
-Chi c’è?-
Trasalii. La sua
voce impastata dal sonno era suonata più roca di come
l’avessi ricordata, e io
la conoscevo perfettamente.
Jasper si
avvicinò al letto fissandola con aria sconcertata.
– Cos’è quel rigonfiamento
che ha nella pancia? Hai detto che è stata poco bene da
quando l’hai trovata
nel bosco.-, domandò a Jacob.
-Jasper!?-
Bella balzò a sedere scuotendo la testa a
destra e a sinistra. Jacob l’afferrò per le
spalle. – Bella, non agitarti, ti
prego. Siamo in camera tua. Ci sono… i tuoi amici qui.-
Dovette fare un grande
sforzo per pronunciare le ultime parole.
Non avevo la
forza di farle sentire che ero a qualche metro di distanza da lei.
-Ciao Bella.
Come ti senti?-
-Emmett…? Sei
davvero tu?-
-Sì, siamo
noi. –
Bella
trattenne il respiro quando udì la voce di Rosalie.
-Come… come
avete…?-
-Abbiamo preso
l’aereo. Credevi davvero che ti avremmo abbandonata a Forks?- Emmett era sempre il primo
che riusciva a
recuperare la sua naturale allegria.
Bella si
massaggiò la testa, aggrottando le sopracciglia.
–Che ore sono? Quanto ho
dormito?-, domandò allarmata.
-Rilassati,
sta per sorgere il sole. Come al solito i tuoi amici scelgono i momenti
meno
opportuni per tornare. – ,le rispose Jacob rifilandoci
un’occhiataccia.
Jasper,
Emmett, e Rosalie mi fissavano interrogativi. Si aspettavano che
anch’io mi
facessi sentire, ma rimasi in silenzio. Parlare al telefono era
dannatamente
più facile che farlo dal vivo.
-C’è anche
Edward?-
Calò il
silenzio.
-Sì,
c’è anche
lui. -, rispose Jasper al mio posto. Allora ritrovai la
facoltà della parola. –
Ciao Bella… –
Lei voltò la
testa nella mia direzione, gli occhi chiusi, e sorrise timida.
-Perdonami se
insisto, ma Jacob ci ha detto che non sei stata molto bene ieri. Puoi
dirci
esattamente come ti sei sentita? – Jasper la fissava con
attenzione,
soffermandosi soprattutto sulla sua pancia. Allora ricordai la domanda
che
aveva rivolto poco prima a Jacob. Osservai meglio anche io e fu allora
che
notai una piccola rotondità sotto la maglia . Bella non
poteva essere
ingrassata se aveva vomitato e non aveva avuto appetito. Doveva
trattarsi di
qualcos’altro... O forse ci stavamo preoccupando tutti
più del dovuto, causa la
serie di drammatici avvenimenti ancora freschi nella nostra memoria.
Quando Bella
fece per rispondere, si bloccò improvvisamente, tappandosi
la bocca. Alzò una
mano per farci segno di aspettare. Tremante, l’espressione
corrucciata,
sembrava stesse cercando di contenere qualcosa dentro di lei.
Deglutì e iniziò
ad ansimare. Capii che stava trattenendo un conato. Jacob la fece
subito
scendere dal letto e si diresse verso la porta. Non volli sentire
ciò che
accadde dopo. Io e i miei fratelli rimanemmo immobili nella stanza, a
guardarci
negli occhi.
-Bella ha
bisogno di un medico. Dubito fortemente che abbia preso una semplice
influenza.
Quel rigonfiamento sulla pancia non mi convince. - ,ammise Jasper.
Il cellulare
prese a squillare in quel momento. Risposi dopo uno secondo e
ciò che sentii mi
diede un briciolo di speranza. –Edward, vi aiuteremo.-
*******
Spazio
dell'autrice:
Finalmente
i Cullen, o almeno quel che ne è rimasto, sono tornati a
Forks. Adesso
è tempo di riordinare insieme gli avvenimenti e trovare un
modo per
difendersi. Fuggire è fuori esclusione con i Volturi: primo,
sarebbe
impossibile; secondo, ho voglia di vedere quei vecchiacci pietrificati
fare una brutta fine! L'unica cosa da fare è difendersi e
combattere. A
quanto pare non solo Edward e Jasper stanno progettando qualcosa, ma
anche Alice. La nana sapeva il fatto suo, e forse lo ha sempre saputo
da molto tempo prima. Quattro Cullen sono a Forks, quattro sono a
Volterra. E nessuno dei due gruppi avrà vita facile...
Ma Bella e Carlisle
dovranno pur tornare insieme. Bisogna risolvere questo macello, per
forza ;)
Grazie a tutti
coloro che mi seguono ;) E
recensite!*_*
Ecco qui le
risposte alle vostre recensioni:
Aia
Cullen [Contatta] |
Segnala
violazione
|
05/03/10,
ore 21:01 - Capitolo 8: Capitolo
7.Morte inaspettata. |
Eh
già, povero Carlisle. Lo sto facendo passare per il cattivo
uomo che ha abbandonato la sua donna ad un triste destino.
Invece non bisogna dimenticare che sta facendo di tutto per
proteggere Bella *_* Poverini ç_ç
Beh, che dire, hope you liked the chapter! (spero ti sia piaciuto il
capitolo) ;) Oggi ho la mania dell'inglese XD
|
|
AshG [Contatta] |
Segnala
violazione
|
05/03/10,
ore 20:34 - Capitolo 8: Capitolo
7.Morte inaspettata. |
Oddio
O_O Sei un'insensibile!! DUE BAMBINI PER BELLA? Ma la vuoi far morire
sgretolata in mille pezzi da due paia di bocche voraci?
... Poi lei è quella che non la vuol far soffrire XD XD
A parte gli scherzi, la cosa veramente sovrannaturale di questa tua
recensione è la comparsa di Mary Poppins *_* Mi hai
illuminata, non sapevo di aver citato una sua frase, anche
perchè non ho mai visto il film XD Devo rimediare mi sa,
comunque ora grazie a te mi sento più colta in materia XD
Mi piace davvero tantissimo la tua riflessione su Jacob *_* La
condivido, così come per quanto riguarda Edward, che
è il più sfortunato della fanfiction per ora XD
Quando ha trovato Bella nel bosco, non ha esitato ad aiutarla, e,
consapevole che lei fosse rimasta sola, non l'ha abbandonata. Prima
c'era Carlisle con lei. Adesso la situazione è diversa. E'
vero, sono arrivati i Cullen, ma Jacob darà tutto se stesso
per la sua migliore amica ;)
L'altra citazione che ho preso è proprio quella di Edward in
Twilight. Questa frase da figo(XD) mi è rimasta impressa per
la sua bellezza e per il tono usato da Edward. "Spero che la delusione
non ti ferisca." L'ho modificata, dopotutto Jacob è Jacob,
non può dire le stesse cose che dice un'altro XD
Mi spiace averti messo l'ansia della morte imminente di qualcuno, ma
solo leggendo potrai capire XD Puoi uccidere me se muore qualcuno che
volevi vivo, te lo consensto XD
Belle, davvero
belle le tue ipotesi su chi trasformerà Bella. Ma se ti
dicessi che non hai azzeccato in nessuna delle tre? XD Rimarresti
così O_O?
Anche per questo, non ti resta altro da fare che leggere e scoprirlo ;)
Scrivi pure quanto vuoi, i tuoi commenti "ben farciti" mi piacciono da
matti, li divoro volentieri ;)
|
|
Rebecca
Lupin [Contatta] |
Segnala
violazione
|
05/03/10,
ore 20:30 - Capitolo 8: Capitolo
7.Morte inaspettata. |
Credi
davvero che le cose potranno mai sistemarsi?... Povera illusa! Uahahah!
Okay, la smetto. Dopo questa frase idiota ti concedo di
pugnalarmi. Anch'io voglio dare pace e gioia a questa famiglia
contagiata dalla sfiga di Bella... credimi, lo voglio davvero XD Non
posso dirti niente riguardo la morte o sopravvivenza di qualcuno.
Incrocia la dita XD
|
|
Bimba
sognatrice [Contatta] |
Segnala
violazione
|
05/03/10,
ore 20:20 - Capitolo 8: Capitolo
7.Morte inaspettata. |
La
vampira del sogno ti ha terrorizzata? Beh, più avanti si
scopriranno alcune cose di Bella riguardanti avvenimenti passati. E
allora forse capirai che i sogni sanno essere pericolosi
ç_ç
Mi fa piacere che tu abbia apprezzato la riflessione sugli abitanti di
Forks, l'ho sempre immaginata così dal punto di vista dei
vampiri e dei licantropi,o di un umano che sa tutto. Come sarebbe
brutto essere nei panni di Bella e non poter dire niente a nessuno!
Grazie ancora;)
|
|
|
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Capitolo 10 *** Capitolo 9. Incinta ***
Incinta
Mi risvegliai all’alba udendo la voce di Jasper. Jacob mi
aveva detto che Edward e gli altri erano nella mia stanza, sentire le
loro voci me ne aveva dato conferma. Poi era successo tutto molto in
fretta. Mi ero sentita di nuovo male. Più il tempo passava,
più stavo peggio.
Quando Jacob mi aveva riportata nella mia stanza, gli altri ci avevano
annunciato che Charlie e Billy erano spariti. Il silenzio sospetto che
avevano percepito dalla cucina, li aveva indotti ad andare a
controllare; difatti, non avevano trovato nessuno nella stanza. Ma la
luce era rimasta accesa e le macchine ancora parcheggiate nel vialetto.
Dopo potevano essere finiti?
La paura che i Volturi avessero potuto prenderli si era fatta strada in
me. Ma se loro erano davvero tornati, perché non avevano
preso anche me? Come avevano fatto a non farsi scoprire da quattro
vampiri che si trovavano al piano superiore?
- Non voglio andare all’ospedale! - ripetei quasi ringhiando.
- Bella, ti rendi conto che hai rischiato di morire la sera che Jacob
ti ha trovato sotto la pioggia? Se non fosse stato per la sua alta
temperatura corporea che ti ha riscaldato, avresti potuto morire!- mi
rimproverò Edward. Constatai che era divenuto più
diretto e meno scrupoloso nell’ammettere ciò che
pensava; evidentemente, da quando la nostra storia era finita, il suo
modo di fare protettivo era andato attenuandosi.
- E’ solo un’influenza! Tra due giorni sono sicura
che starò meglio! Ci sono cose più importanti a
cui pensare adesso. – sospirai incrociando le braccia al
petto. Qualcuno si sedette accanto a me sul divano facendolo
sprofondare, probabilmente Emmett o Jacob.
– Se ti riferisci a tuo padre e al vecchio Quileute, credo
che saremmo costretti a chiedere ai licantropi di cercarli. Noi non
possiamo dividerci, dobbiamo rimanere con te. –
-Aaargh, maledetti vecchiacci di roccia! – sbraitò
Jacob all’improvviso facendomi sobbalzare.
– Ehi gorilla, vedi di calmarti, non vedi che così
spaventi la piccola? – scherzò Emmett, che capii
essere quello che si era seduto di fianco a me.
–Senti da che pulpito! Ha parlato Hulck! –
ribatté Jacob offeso.
- Smettetela, idioti. – li zittì Rosalie. Se mi
fossi trovata in un altro momento, in un’altra circostanza,
in una migliore condizione di salute, sarei scoppiata a ridere. Ma
allora mi stavo preparando per fare la richiesta più
importante di tutta la mia vita, richiesta che di lì a poco
avrebbe potuto segnarne la fine.
- Ascoltatemi, vi prego. – esordii con voce bassa ma decisa.
Strinsi convulsamente le mani in grembo e mi mordicchiai le labbra
prima che il filo di parole che vi pendeva fuoriuscisse dalla mia
bocca. – Credo sia giunto il momento che io diventi una
vampira. Dovete trasformarmi. Da cieca sono solo un palla al piede,
nella mia nuova natura imparerei a cavarmela da sola e riacquisterei la
vista… me lo ha detto Carlisle. – La voce mi si
incrinò quando pronunciai l’ultima frase.
I quattro Cullen rimasero in silenzio. Fu Jacob a spezzare
quell’attesa snervante prorompendo in un esclamazione
indignata. – Bella, non dire cavolate! Non
permetterò che tu diventi una roccia succhiasangue, fredda e
senza cuore come i mostri che ti hanno rovinato la vita!-
Emmett si lasciò sfuggire un ringhio roco.
-Non ti permettere, Jacob Black!- esclamai alzandomi in piedi.
– Non ti permettere mai più!-
Mi pentii subito di essermi lasciata andare a quello sfogo di rabbia,
la nausea cominciò a farsi nuovamente strada nel mio
stomaco. Mi accasciai a sedere stringendo le braccia al petto.
- Bella?- domandarono Edward e Jacob all’unisono,
l’uno preoccupato, l’altro con tono mortificato.
Jasper accorse immediatamente a posarmi una mano sulla spalla, capii
che si trattava di lui quando la calma
s’impossessò piacevolmente di me.
- Tu non stai bene. – ripeté Edward.
- Un altro motivo per trasformarmi! - rigirai le carte in tavola per
trarne un vantaggio.
– Ha ragione. –
Ebbi la tentazione di gettare le braccia al collo di Emmett, lo avrei
fatto, se avessi potuto vedere con esattezza dove si trovasse senza
rischiare di schiantarmi giù dal divano.
– Emmett, sei impazzito? – intervenne Rosalie con
tono di voce scioccato.
– Rose, ti prego, cerca di capire. Bella ha ragione: se la
trasformassimo sarebbe più al sicuro. Se i Volturi
torneranno veramente tra un mese, avremo un buon margine di tempo per
insegnarle a controllarsi. –
Sapevo a cosa si stesse riferendo Emmett. Carlisle mi aveva spiegato
vagamente che i vampiri trasformati da poco faticavano a placare la
loro sete e il loro istinto violento e irascibile.
Prima che Rosalie potesse ribattere, qualcuno bussò alla
porta.
– Sono arrivati. – annunciò Jasper. Non
capii a chi si fosse riferito. Tesi le orecchie, per poter udire il
rumore della porta che si apriva e di qualcuno che faceva il suo
ingresso in casa mia.
- Non ci hanno trovati alla nostra vecchia casa e hanno seguito
l’odore della nostra scia. – spiegò
Jasper, probabilmente rivolto a me e Jacob.
- Di chi parli? – domandai.
- Tanya, Kate, Carmen ed Eleazar. Il clan di Denali. -
spiegò Edward.
Dopo che tutti si furono salutati, ebbi modo di essere presentata ai
nuovi arrivati. Le loro voci erano così dolci e belle che
avrei voluto vederli in faccia.
Jacob borbottava sommessamente, in un angolo del salotto. Probabilmente
l'odore di vampiro era divenuto insopportabile per lui.
Quando Eleazar mi strinse la mano, lo sentii dire "Interessante!". Non
capii a cosa si fosse riferito.
- E'... strano. Avverto una pulsazione vitale dentro di lei. Ed
è come se ci fosse un magnete che la difende spiritualmente.
-
- Non capisco, Eleazar, cosa intendi dire? - chiese Edward,
incuriosito. Che quel vampiro avesse una particolare
capacità di capire cosa c'era che non andava in me?
- Sono sicuro che Isabella ha una capacità particolare!-
Tutti rimasero senza parole, tranne Edward. - Riesci a percepirla
nonostante sia umana?-
- U- un momento. Di che cosa state parlando? - li interruppi.
- Eleazar ha la capacità di riconoscere il tipo di potere
che possiede un vampiro. E a quanto sembra, ha percepito qualcosa anche
in te. -
- A dire il vero, sento che c'è qualcos'altro dentro di lei.
Una debolissima energia, come di un'altra vita. -
Una paura improvvisa m'invase. Avvertii la tensione dei presenti
sprigionarsi nella stanza come un gas boracifero.
- La pancia gonfia... - La voce di Emmett suonò stranamente
pesante.
Mi toccai il ventre e mi accorsi che lo sentivo più duro,
quasi come se ci fosse un piccolo mattone di ferro piantato dentro.
I conati di vomito… La nausea. Il poco appetito.
…Io e Carlisle...
Ma no, era impossibile. Erano passati solo tre giorni da quando...
- I vampiri possono... possono... procreare con gli umani? - domandai,
attonita e sconvolta.
*******
Emmett, Rosalie e Jasper avevano gli occhi dilatati per lo stupore.
Io ero scioccato, devastato.
L'assurdità di quella domanda mischiata all'immagine di
Bella e Carlisle che facevano l'amore mi impedì di collegare
il cervello e mantenere una certa lucidità. Se non fosse
stato per Jasper, che era accorso a sorreggermi, sarei caduto in
ginocchio.
- Certo che no... - tentò di dire Tanya, terrorizzata al
solo pensiero, quasi come se stesse cercando di convincere se stessa.
- Di cosa stai parlando? -
Tutti ci voltammo verso Rosalie. L'espressione che aveva dipinta sul
viso mi fece impressione, era sconvolta quanto me, gli occhi le
luccicavano così intensamente che avrebbero potuto
incendiare la stanza ed erano fissi su Bella. Nella sua mente leggevo
incredulità, speranza e un desiderio perverso che alla
domanda di Bella ci fosse un sì per risposta.
- I- io... lo so che può sembrare assurdo... ma... I miei
sintomi la dicono tutta: nausea, vomito, giramenti di testa, mancanza
di appetito, il gonfiore alla pancia... -
- Ma di che stai parlando? - ripeté Jacob profondamente
irritato.
Bella era diventata rossa fin sul collo e teneva la testa bassa come se
stesse cercando di nasconderla tra la maglia.
- Jacob, vattene. -ordinai. - Tanya, Kate, Eleazar, Carmen, potreste
scusarci un momento solo? - domandai con ritenutezza, cercando di non
tradire alcuna emozione negativa.
- Diamine, io non sono un cane da giardino! Non puoi dirmi quello che
devo fare! - Jacob strinse i pugni convulsamente, le sue iridi scure
brillarono minacciosamente.
- Sta calmo. -
intimò Jasper tra i denti, gli occhi attenti e vigili fissi
su Jacob. Il licantropo tornò a respirare regolarmente e
smise di tremare su sé stesso.
- Edward, perdonami, ma potresti spiegarci che cosa sta succedendo?- mi
chiese Tanya con tono quasi supplichevole. Lessi nella sua mente che
aveva impiegato tutto il suo coraggio per decidersi ad aiutarmi e tutto
la sua capacità persuasiva per convincere la sua famiglia a
venire in soccorso della mia. Tutto ciò per fare un favore
soprattutto a Carlisle e a me. Mi dispiaceva non poterle nemmeno dare
una risposta.
Già, che cosa stava succedendo? C'era qualcuno, in quella
stanza, che lo sapesse con esattezza? I pensieri dei presenti mi
uccidevano, la confusione era palpabile nell'aria e l'atmosfera di
tensione percepibile dagli sguardi spaventati dei sette vampiri e del
licantropo. La testa mi pulsava fortemente, come se fossi stato
sbattuto da Emmett con la faccia al muro.
- Non lo so, Tanya. Non lo so. Io e i miei fratelli dobbiamo parlare un
minuto soli con Bella. -
Tanya scrutò i miei occhi con aria avvilita. Nel corso dei
secoli mi ero allenato ad evitare di invadere la mente altrui quando
potevo, per rispetto della privacy . Anche in quel momento evitai di
entrare nella mente di Tanya, sapevo che lei nutrisse uno speciale
interesse nei miei confronti.
- D'accordo, Edward. Andiamo fuori. - annuì Kate
comprensiva, poi uscì dalla porta, seguita da Carmen,
Eleazar e per ultima Tanya, che prima di voltarsi mi rivolse un sorriso
mesto.
- Basta! Basta! Non ne posso più di tutto questo! E'
ridicolo... Non ci sto capendo un emerito cazzo!- esplose Jacob
tenendosi la testa tra le mani. Avrei voluto fare anch'io come lui.
- Jacob Black, controllati. - gli ordinai invece, digrignando i denti e
lasciandomi sfuggire un basso ringhio per acquietarlo.
- Buoni, buoni. Ci manca solo che iniziamo a litigare tra di noi!-
intervenne Emmett alzandosi dal divano e mettendosi in piedi
tra me e Jacob, le braccia aperte per separarci.
- No, non fate pazzie! - protestò Bella, scuotendo la testa
a destra e a sinistra. - Jake, fa come ti dice Edward. Esci, per
favore. - tentò di persuadere il lupo.
Con somma incredulità di tutti, Rosalie avanzò
leggiadra e veloce verso Bella e le si parò
davanti. Jacob assunse un'espressione ferita, risentito dal
nostro comportamento, sospirò e si diresse verso la
finestra, ma prima che potessi rendermene conto, afferrò un
vaso posato sul tavolino e lo scagliò dall'altra parte della
stanza facendolo andare in frantumi.
Bella urlò allarmata, la intravidi coprirsi il volto con le
braccia dietro a Rosalie.
Jasper scattò verso Jacob e lo prese per il colletto della
maglia, trascinandolo fuori dalla finestra. Emmett andò loro
dietro.
- Non è successo niente. Jacob ha rotto un vaso. - informai
Bella con tono pacato. Ciò che mi
lasciò basito fu vedere Rosalie poggiare una mano sulla
spalla di Bella con aria premurosa. - Ora siamo rimasti solo io ed
Edward. Te la senti di parlare?- le domandò con voce
insolitamente morbida, meno fredda.
Stavo ritto in piedi, senza ascoltare cosa stessero dicendo o facendo
gli altri fuori. Esistevamo solo io, immobile, pietrificato di fronte
al divano del salotto di casa Swan, e Bella, tremante e imbarazzata.
Odiavo vederla ridotta uno straccio, sembrava una bambina piccola
bisognosa di cure e rassicurazioni. Dov'era la Bella di un tempo,
seria, determinata, ponderata?
Come per ribellarmi a quella visione, a quella drammatica situazione
senza senso, mi avvicinai a lei, scostando Rosalie, mi inginocchiai e
la presi per i polsi.
- Bella: parlami. Aiutami a capire. - le sussurrai. Una lacrima
silenziosa le rigò la guancia; il desiderio di seguirne il
contorno con la mia bocca e di asciugargliela fu forte, mi adoperai per
trattenerlo.
La ragazza che amavo deglutì, cercò di
stabilizzare la respirazione e poi pronunciò quelle dolorose
parole. -I- io... Io ho fatto l'amore con Carlisle. -
*******
Spazio dell'autrice:
beh, mi sa tanto che ormai i
nostri vampirozzi hanno capito che Bella è incinta. E
immaginano anche di
chi.
Charlie e Billy sono spariti...
E intanto a Volterra cosa sta succedendo?
Questo capitolo è un po' più corto rispetto agli
altri, ma il prossimo sarà
leggermente più lungo del solito, quindi penso che
basterà quello per farmi
perdonare. Mi scuso per avervi fatto attendere tanto, ma dovevo
riordinare le
idee.
Nel capitolo successivo ci sarà uno spostamento... ;) Tanto
avrete già capito
dove andremo XD
Voi commentate, ho bisogno di avere un vostro parere *_*
Devo farvi vedere una cosa... http://images1.fanpop.com/images/photos/2000000/Ian-ian-somerhalder-2041414-380-500.jpg
Secondo voi chi sarà? Tirate ad indovinare,dai. Non dovrebbe
essere difficile
XD
Rispondo alle vostre recensioni( che stanno diminuendo
ç_ç)
Rebecca
Lupin [Contatta] |
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violazione
|
16/03/10,
ore 19:58 - Capitolo 9: Capitolo
8. Vi aiuteremo |
Buahahahahah,
Marcus patirà le pene dell'inferno con tutti gli altri,
com'è giusto che sia *_____________________*
....Ahahahah, aspetta, è ancora tutto da vedere XD
Però ci scapperà il morto, questo è
poco ma sicuro. Non posso dire chi XD Devi scoprirlo tu! ;)
|
|
Bimba
sognatrice [Contatta] |
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violazione
|
15/03/10,
ore 20:58 - Capitolo 9: Capitolo
8. Vi aiuteremo |
Sì,
come puoi vedere è stata proprio Tanya a parlare ad Edward.
Quella vampira ha deciso di rischiare grosso per amore di lui. E' da
ammirare, no?
E comunque... se Edward sta male, ci sono un bel po' di
persone in fila che si sono prenotate per consolarlo XD( tra
cui me per prima!! XD)
Dai, non disperare per lui, forse le cose si aggiusteranno ;)
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Aia
Cullen [Contatta] |
Segnala
violazione
|
15/03/10,
ore 20:40 - Capitolo 9: Capitolo
8. Vi aiuteremo |
Eh,
speriamo che tornino insieme!! Altrimenti, se così non
fosse, avrei un paio di lettori sulla coscienza XD Però il
nostro Carlisle intanto non è che sia... completamente
libeor, diciamo.
Ebbene sì, Bella è incinta e tutti sappiamo
cos'è il rigonfiamento. Ce la farà a
sopravvivere la creatura? Ce la faranno i Cullen a trovare una
soluzione?
Per saperlo basta leggere il seguito ;)
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Capitolo 11 *** Capitolo 10. Inganni. ***
Inganni
- Voglio vederla. -
Demetri
ghignò. - Non ti è concesso. Ma non preoccuparti,
Aro non ha ancora programmato di prendere un accendino e gettarglielo
addosso. -
Sostenei il suo
sguardo, con aria impassibile. - Voi non siete così vili.
Aro non lo farebbe mai. - affermai.
- Tu credi? Sei
troppo giusto, Carlisle. Ma sappi che la legge spesso compie delle
ingiustizie. - Demetri assotigliò gli occhi, provava gusto
all'idea di vedermi perdere la sicurezza.
- Siamo stati
già abbastanza accondiscendenti quando siamo venuti a
prendere te e la tua veggente. La salvezza di Bella dovrà
pur equivalere un prezzo doloroso. -
Detestavo sentire
il nome di Bella pronunciato dalle sue labbra. Demetri
sollevò il cappuccio della mantella grigia. - Andiamo,
forza. Non appena torneremo, sarà il turno di Heidi. -
- Mi sembrava di
avertelo già detto, Demetri. Non ho intenzione di venire. -
Scosse la testa,
divertito. - Andiamo, Carlisle, non dirmi che in questi ultimi secoli
non ti è mai venuta voglia. - domandò con tono
inquisitorio.
- Mai. - risposi
senza indugiare. Demetri alzò un sopracciglio e
sfoderò il solito ghigno. - C'è sempre una prima
volta per tutto nell'eternità. -
Non sarebbe mai
riuscito a convincermi, presto avrebbe capito che il suo era solo uno
spreco di tempo. - Mi spiace, ma credo che sotto questo aspetto la tua
frase non valga. Mi posso dichiare sazio, per ora. -
Non fui abbastanza
veloce a fermarlo, col suo corpo longilineo e scattante mi
sbatté contro il muro prima che potessi afferarlo per le
braccia. I suoi occhi rossi erano fissi nei miei con aria di sfida, il
viso sottile a un centimetro dal mio. - Non puoi indossare questa
mantella se continui a nutrirti di caprette candide e scoiattolini. -
mi canzonò a denti stretti. Schiacciato a forza contro il
freddo muro- freddo anche per la pelle di un vampiro-, sostenei il suo
sguardo. - Non mi risulta che io sia obbligato a nutrirmi quando non ne
sento il bisgono. -
Sapevo che Demetri
stava covando una sorda invidia nei miei confronti: io non avevo alcun
potere speciale, la mia unica qualità extra era l'infinita
compassione verso gli altri, qualità che in una
comunità come quella dei Volturi non valeva ad altro che a
uno svantaggio, date le numerose volte in cui il corpo di guardia era
costretto a porre fine alla vita di umani e vampiri, eppure, nel giro
di quattro giorni, mi ero ritrovato a pari livello con lui, il segugio
per eccellenza. Il colore delle nostre mantelle era lo stesso, segno
che facevamo parte della stessa classe gerarchica.
Demetri mi
lanciò un'ultima occhiata sprezzante prima di mollare la
presa sul colletto della mia mantella. Al dì là
di quel corridoio non avrebbe potuto ostentare la sua
avversità nei miei confronti; se qualcuno avesse visto il
trattamento che mi riservava quando eravamo soli, sarebbe prontamente
corso a riferirlo ad Aro, che avrebbe punito Demetri.
- Prima o poi
dovrai iniziare a nutrirti di sangue umano. - sentenziò
incamminandosi per il corridoio. Mi diressi nella mia stanza per
chiudere la porta che avevo lasciata aperta a causa del suo arrivo
improvviso, poi lo seguii. Quando svoltammo a sinistra, trovammo Felix
impegnato a parlare con Alice. Dovetti trattenere l'impulso di
lanciarmi sul grosso vampiro e sbatterlo a terra quando udii l'oggetto
della sua conversazione. Alice alzò il viso non appena mi
udì passare al fianco di Demetri, per un istante di secondo
la sua espressione cambiò, gli occhi divennero
più luminosi e le labbra si incurvarono all'insù
quando incrociò il mio sguardo carico di conforto. Eravamo
solo all'inizio della nostra prova, non potevamo permettere l'uno
all'altra di lasciarsi sopraffarre dalle preoccupazioni e dalla voglia
di ribellarci.
- Demetri,
Carlisle! - ci salutò Felix con un sorriso sornione. - State
andando a caccia?-
- Demetri
sì, io no. -risposi.
Felix
lanciò un'occhiata eloquente a Demetri, deridendomi. -
Meglio così. Aro vuole parlarti. - m'informò. - Dopo. - assicurò al
compagno, quando vide la sua espressione indagatoria.
- Grazie
dell'informazione. Vado subito da lui. -
Alice
s'irrigidì lievemente quando Felix le passò un
braccio attorno alle spalle. - Dobbiamo andare in Svizzera. - le
sussurrò all'orecchio. Cercai di cogliere indizi dallo
sguardo di entrambi, per capire il motivo della loro destinazione. Mi
dissi che probabilmente si trattava di questioni di poco conto con
vampiri che avevano infranto la legge.
- Ci vediamo questa
sera. - salutai tutti e tre, lanciando un'occhiata d'intesa ad Alice.
Le nostre strade si divisero quando anche Demetri svoltò nel
corridoio diretto fuori dal palazzo. Io, al contrario, dovevo
raggiungere la sala più infima per parlare con Aro; volevo
farlo al più presto, non avrei sopportato la vista dei
poveri e ignari turisti scortati da Demetri fare il loro ingresso a
palazzo e diventare la cena dei Volturi. Mi preparai psicologicamente
all'idea di andarmene in "vacanza" per un po', ero sicuro che Aro mi
avrebbe affidato una missione lontano dall'Italia. La prima cosa che
vidi quando varcai l'ampio portone fu proprio il suo viso
diafano disteso nella solita finta espressione affabile.
- Carlisle, amico
mio. - mi accolse allargando le braccia.
Mi guardava come se
non conoscesse il motivo del mio arrivo, la schiena perfettamente
diritta poggiata sul trono intarsiato di pietre preziose.
- Buonasera, Aro.
Felix mi ha riferito che avevi bisogno di parlarmi. -
Era squallido e
ridicolo il fatto che mi fossi ridotto a servire i Volturi, ma dovevo
farlo per gli Altri. Ne valeva la pena.
- Heron
è appena andato in Olanda con Jane e Alec, quindi non
può sentirci parlare, finalmente possiamo comunicare
liberamente senza il bisogno di scrivere messaggi su carta. -
- Qual'è
il problema, Aro? - tagliai corto.
- Problema?
Perché pensi che ce ne siano? Caius, Marcus, fratelli miei,
ho forse menzionato la parola problema senza rendermene conto? -
domandò Aro rivolto ai due compagni seduti sul trono alla
sua sinistra e alla sua destra.
- No, fratello. -
sbuffò Caius. Marcus, dal canto suo, non si curò
nemmeno di rispondere.
- Perdonami se ho
avuto questa impressione. - mi scusai, sforzandomi di usare un tono
gentile.
- A dire il vero ti
ho convocato per chiederti consiglio. Amico mio, tu sei troppo modesto,
sostieni di possedere la sola capacità di provare
compassione, ma lo sai che io ti ho sempre considerato garante di un
autocontrollo ammirevole e, qui arriviamo al dunque, dotato di una
saggezza estrema. Mi chiedevo cosa pensi sia opportuno fare con Esme. -
Nell'udire quel
nome dovetti chiudere gli occhi per un attimo e lasciare che il peso
della rabbia mi scivolasse di dosso. - Sai come la penso, sarei felice
se tu la lasciassi tornare a casa. -
- Il punto
è che l'idea non mi convince. Potrebbe cercare vendetta
precipitandosi dal clan egizio, nostro nemico giurato. Dopotutto,
l'abbiamo tenuta prigioniera e privata del suo compagno. -
- Esme non
è vendicativa, posso assicurartelo. Lo avrai certamente
intuito quando le hai toccato la mano per la prima volta. - lo
contraddissi.
- Sono proprio
indeciso. Se la lasciassi andar via, Heron potrebbe imbattersi in lei
durante una missione. Ma se la teniamo, Heron potrebbe sentire la sua
voce se si lamenta troppo fortemente; Alec non può stargli
sempre attaccato per indebolirgli l'udito formidabile. E per
finire, se dessi l'ordine di ucciderla, tu ed Alice ci rimarreste male.
- concluse Aro, sfoderando una maschera di dispiacere.
Se non si fosse
rivelato compromettene per la mia situazione, avrei preso a testate il
muro della sala per sfogarmi e smuovere una soluzione sicura nel
cervello.
Mi misi in bocca
parole che non credevo sulla dolce Esme. - Ti chiedo di non ucciderla.
E proprio come dici tu: debole e incapace, non può far nulla
contro il tuo esercito. -
- In effetti,
rinchiusa e segregata com'è, non può aver visto
molto del palazzo. Sulla questione pericolo di spia non ho
più dubbi. Ma il punto di domanda resta Heron. -
Se Aro non avesse
mentito dicendo ad Heron che Esme era stata uccisa, non avrei dovuto
arrovellarmi il cervello in cerca di una via di salvezza per la mia ex
compagna.
- Alice
potrà prevedere ogni spostamento di Esme. Demetri
potrà localizzarla grazie all'odore. Non c'è
pericolo che Esme ed Heron si incontrino al di fuori del palazzo. -
Sapevo che Aro
queste cose le aveva prese in considerazione, non era stupido. Avevo il
sospetto che avesse attuato uno dei suoi giochetti nel chiedermi
consiglio, magari per vedere come mi sarei posto nei suoi confronti
riguardo la questione. Dovevo stare attento, molto attento a
ciò che dicevo e facevo.
- Vorrei poterti
accontentare. Ma vedi, secondo la mia concezione di favore, per ognuno
di essi bisogna sempre richiedere qualcosa in cambio. Che gusto ci
sarebbe, se non fosse a doloroso prezzo?-
Palese
dimostrazione di ciò che stavo pensando.
Aro mi
scrutò con occhi innocenti. Ricordai le parole di Demetri.
Quindi era così: avevo ottenuto la grazia di lasciare Bella
a Forks ancora per un po', perciò Esme non poteva essere
rilasciata?
- Ma io sono tuo
amico. - mentii, per cercare di dissuaderlo.
- Hai ragione,
amico mio. Mmmh... Non farò uccidere Esme, ma per ora non la
lascerò andare. Ti ringrazio per aver espresso la tua
opinione. -
- E' stato un
onore. - risposi facendo un inchino.
Detestavo mentire,
ma anche quello rientrava nella mia prova e in quella di Alice. Una
prova di resistenza, rischiosa e dall'esito incerto: Alice stava
lottando per controllare le sue visioni e per nascondere agli altri
quelle che non riusciva a bloccare; io dovevo tenere duro per non
mandare tutto a monte. Ne andava della vita e della felicità
degli Altri.
- Oggi siamo quasi
a ventisei. - mi informò Aro.
- Sì. -
risposi laconico. - Non hai intenzione di inviarmi in missione con
Afton e Santiago? - cambiai argomento.
- Non stasera.
Voglio permetterti di rilassarti per i primi tempi. Mi fa piacere
notare che tu abbia voglia di darti da fare, non appena ci
sarà bisogno di intervenire all'estero ti farò
sapere. Ora puoi andare. - mi congedò Aro, sorridendo.
Feci un cenno col
capo anche a Caius e a Marcus, che non mi degnò di uno
sguardo, prima di recarmi nella mia stanza.
Potevo rilassarmi
per quel periodo? Bene, era un'ottima occasione da sfruttare per
pensare a come convincere Aro a mandarmi a Forks. Alice era stata
straordinaria quando aveva fatto credere a Jane, Demetri e Felix che
Bella non vedeva l'ora di unirsi ad un "esperto e raffinato clan di
vampiri", era riuscita ad ingraziarle la simpatia di tutti,
fuorché di Jane.
Sorrisi tra me e
me, disteso sul letto bordeux della mia stanza. I Volturi non si
rendevano conto che mentivano gli uni con gli altri: Aro aveva mentito
ad Heron nel dirgli che Esme era morta, Jane aveva mentito ad Aro nel
dire che Bella era rimasta al sicuro a Forks, quando invece aveva
ordinato di abbandonarla nel bosco perché sperava nella sua
morta, gelosa del desiderio che Aro nutriva nei suoi confronti. Ma
qualcosa dentro di me mi diceva che Bella era ancora viva. Avevo
riposto l'ultima speranza in Jacob Black, e sapevo che gli altri
rimasti a Praga si sarebbero precipitati a Forks, dopo le istruzioni
che io ed Alice gli avevamo dato.
Avevo questa
sensazione perché un legame invisibile mi legava alla
persona che amavo, si trattava forse di uno dei misteri dell'esistenza
che nemmeno l'eternità mi avrebbe permesso di svelare:
sentivo nel profondo, con tutto me stesso, che Bella era viva.
Ciò che
mi fece distogliere lo sguardo dal soffitto fu il rumore impercettibile
della porta che si richiudeva.
Non l'avevo udita
percorrere il lungo corridoio ed entrare in camera mia. Un umano
l'avrebbe definita silenziosa come una gatta. Mi guardò a
lungo, gli occhi del colore dell'ametista che le scintillavano di una
luce priva di innocenza. Leggiadra e con passo cadenzato,
camminò verso di me muovendo sinuosamente le anche. Rimasi
pietrificato mentre posava un ginocchio sul letto e ci saliva
lentamente sopra, con fare seducente. Non mi staccò gli
occhi di dosso, le labbra contornate da una leggera dose di rossetto
fiammeggiante distese in un sorriso compiaciuto, finché no
si fu rannicchiata sopra di me.
- Heidi. - mormorai
con voce atona. Mi schiaffeggiò il viso con una ciocca di
capelli, inarcando maliziosamente un sopracciglio e ripercorrendo con
l'altra mano il mio petto fino a...
- Mi chiedevo se
avessi bisogno di compagnia. - sussurrò al mio orecchio con
voce languida.
*******
Bella era incinta.
Non vi erano altre spiegazioni. Lei stessa aveva confermato di essere
stata con Carlisle. Già, la donna che amavo e colui che mi
aveva fatto da padre... insieme. Anche se in realtà Bella
era ancora una bambina, l'unico a vederla donna ero io. Aveva a
malapena diciannove anni...
Io ne avevo
diciassette, ma da quasi novant'anni ormai.
Eleazar aveva
avvertito una debole energia dentro Bella. E, come se non bastasse, le
sue condizioni di salute la dicevano tutta.
Ciò che
non tornava era la rapidità con cui tutto stava accadendo. A
meno che Bella non avesse mentito, erano passati solo quattro giorni da
quando lei aveva avuto il suo rapporto d'amore. Lei non era mai stata
brava a dire bugie, l'ipotesi era da escludere a priori..
Non avevo nemmeno
voglia di suonare il pianoforte rimasto intatto nel salotto della mia
vecchia casa. Avevo paura. Paura di fronte all'ignoto.
Cosa ne sapevo io
sulla fecondazione creatasi dall'unione di un'umana con un vampiro?
Cosa ne sapeva qualsiasi altro essere vivente?
Non riuscivo a
credere come fosse possibile. Non osavo immaginare al tipo di
gravidanza che Bella avrebbe dovuto affrontare, di certo essere incinta
non era una passeggiata nemmeno se si trattava di aspettare un bambino
normale.
L'idea di Bella
felice accanto a Carlisle mi aveva consolato, ma saperla cieca e
sofferente, sia a livello fisico che emotivo, a soli diciannove anni,
mentre un mostro sconosciuto prendeva vita dentro il suo fragile e
indifeso corpo, mi stava martoriando. Non era così che
avrebbero dovuto andare le cose. Cosa potevo fare io, ora?
La rabbia scaturita
nel mio corpo la sera che mi ero avventato su Carlisle riemerse. Lui
era il vampiro che mi aveva insegnato a vivere civilmente come un
umano, che mi aveva ridato un assaggio di vita quando mi ero convinto
di averla persa per sempre, che mi aveva fatto da padre... Ma aveva
fatto l'amore con un'umana. Con che coraggio? Con che coraggio l'aveva
sfiorata? Lei, delicata e piccola creatura; lui, forte e distruttivo
per il corpo di una ragazza.
Non volevo
ammetterlo a me stesso ma-
- Edward, sei uno
straccio. -
Emmett, a quanto
pareva, mi aveva preceduto. Mi si sedette affianco sulla scala del
portico di vecchia casa Cullen, posandomi una mano sulla spalla. Non lo
aveva fatto apposta a parlarmi così, era capace di pentirsi
di cose che diceva subito dopo che gli uscivano dalla bocca. Ma in
quella circostanza avrei dovuto ringraziarlo per la sua schiettezza,
averlo accanto mi avrebbe permesso di ricordarmi che non dovevo
mostrarmi ridotto in quello stato dagli altri.
- Solitamente
questo gesto lo compie Jasper, ma siccome lui non c'è... -
Mi fissò impacciato.
- Solitamente sulla
spalla mi dai pugni. - precisai con un sorriso mesto, sforzandomi di
farlo sembrare sinceramente divertito.
- E' vero. - Emmett
chiuse la grossa mano a pugno e mi colpì. Mi azzardai a dare
una sbirciata nei suoi pensieri; capii che si stava arrovellando il
cervello in cerca delle parole giuste da dirmi.
- Non ne vuole
proprio sapere di farci avvicinare a lei, eh? - provai a cambiare
argomento.
Emmett strinse le
spalle, sconsolato. - E pensare che due giorni fa le avrebbe staccato
il collo... Ma la capisco. - Poi si affrettò a specificare.
- Intendo dire, capisco perché le sta così
vicino. -
- Ti ho capito,
Emm. - lo rassicurai, lo sguardo fisso sulle macchie di polvere sugli
scalini.
A farci compagnia
era il canto dei grilli immersi nel fogliame oscurato dal cielo
notturno che ci circondava.
Rosalie costituiva
la tentazione che mi spingeva a sfruttare il mio potere per leggere
nella mente. Da quando avevamo scoperto che Bella era incinta le stava
addosso come un segugio. Peggio di un cane da guardia. Jacob avrebbe
riso del mio pensiero se avessi espresso la frase ad alta voce e lui si
fosse trovato lì.
- King Kong sta
ancora cercando suo padre e lo sceriffo. Sembra che i suoi compagni
siano alquanto seccati dalla loro scomparsa, sospettano che ci sia il
nostro zampino. -
- Non chiamarlo
King Kong, in fondo ci sta offrendo il suo aiuto. E' grazie a lui se a
quest'ora non stiamo lottando contro un branco di licantropi infuriati.
- lo informai.
Emmett fece un
verso simile ad una risata soffocata. - Ci mancava solo questa. -
Stringevo i denti,
la mascella contratta, le mani incrociate a pugno sotto al mento, i
gomiti appoggiati alle ginocchia. Non riuscivo a non pensare ad altro.
Fissai intensamente mio fratello. - Dovremo allontanarla con la forza, lo sai? -
L'ombra del sorriso scomparve dal suo volto, lo sguardo si fece serio.
- Non dovremmo litigare fra di noi. E non parlare così, devi
cercare di capirla... Si sta aggrappando alla sua ultima speranza
effimera. -
- Lo so. Non
intendo farle del male. Ma non possiamo lasciare che... quel
coso
prenda vita nella pancia di Bella: non sappiamo cosa dobbiamo
affrontare, è un rischio enorme. Bella... potrebbe morire. -
mormorai con voce dolente. Emmett, nuovamente impacciato,
posò una mano sulla mia spalla. - Forse dovremmo cercare di
vedere le cose con più ottimismo. Ricordi cosa ha detto il
lupacchiotto rosso? Alice ha rassicurato Bella nella radura dicendole
che sarebbe tornata a prenderla tra un mese. Forse lei ha avuto una
visione riguardo allo stato di salute di Bella. Forse la sua
sarà una gravidanza speciale, diciamo molto veloce... -
Fissai Emmett,
stupito, mentre il cervello rifletteva sulle sue parole. Lui mi sorrise
incoraggiante. - Non appena Tanya e gli altri saranno tornati dalla
caccia, potremmo farci raccontare la storia del vampiro- bambino. Non
si sa mai che potremmo cogliere qualche informazione utile. -
Ebbi l'impulso
di afferrare la testa di Emmett e sfregarvi sopra le nocche
delle mani con fare giocherellone. - Ti facciamo distratto, quando
invece non lo sei per niente. Non mi era nemmeno passato per
l'anticamera del cervello di collegare Alice e il suo famoso mese ad
una gravidanza. - mi congratulai con lui.
- Forse questa
gravidanza non sarà un male... Forse è tempo di
dare la felicità anche a qualcun'altro... -
continuò Emmett, sempre più sicuro del suo
discorso.
Capii a cosa stesse
alludendo. Mi arrischiai a sbirciare nella mente di Rosalie, era come
invasata: continuava a ripetere la parola "bambino" nella mente, con
tono dolce e materno, innaturale da lei.
- E non dimenticare
che Jasper sta andando dal clan delle Amazzoni!- Mio fratello era preda
di una carica di ottimismo ammirevole. Gli sorrisi, rincuorato.
-Grazie Emmett. -
mormorai.
Poi pensai, con
amore, tra me e me, "Buon compleanno, Bella."
*******
Spazio dell'autrice:
chiedo scusa per il ritardo.
Ma cosa cavolo sta combinando Carlisle a Volterra?
A quanto sembra, Rosalie è più agguerrita che
mai, e non ha intenzione di lasciare avvicinare nessuno a Bella.
Emmett, il nostro adorato scimmione, non è poi
così scemo come sembra, oltre ad essere simpatico e
divertente, nonché bellissimo, sa anche essere perspicace
quando vuole! Grazie Emmett! ;) Devo farvi vedere tre
personaggi, il primo è lo stesso attore del film XD
Demetri, Felix e Heidi! Che
ne pensate?
Per il prossimo capitolo
non dovrete aspettare così tanto, perché sono
tornata dalla gita e potrò scrivere almeno tutti i giorni.
Ringrazio e rispondo alle vostre recensioni:
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Bimba
sognatrice [Contatta] |
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violazione
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05/04/10,
ore 20:28 - Capitolo 10: Capitolo
9. Incinta |
Forse
sarebbe meglio dire che Esme era fortunata. Ora non più, mi
sa! Speriamo che le cose si risolvano anche per qui due. E
sì, Ian Somerhader è Heron <3
Edward... lo so che per lui tu sei sempre disponibile, però
ti faccio presente che c'è una coda pazzesca dietro di lui!!
Bisognava prenotarsi da prime che la Meyer decidesse di crearlo mi sa
XD
Spero che il capitolo ti sia piaciuto ;)
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AshG [Contatta] |
Segnala
violazione
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05/04/10,
ore 20:06 - Capitolo 10: Capitolo
9. Incinta |
Ribadisco
XD: Ian Somerhalder è Heron. Era facile da capire dopotutto
;)Bene, ti metto in fila con KristenAlice e Bimba sognatrice XD Chi
delle tre se lo prende per prima?
Oddio... non dire che la creatura nella pancia di Bella è
quasi figlio/a di Edward O_O Fai venire la pelle d'oca a me che sono la
scrittrice, ahahah.
Per quanto riguarda Jacob ed Edward... mah, e chi lo sa XD
Conoscendomi, potrebbe accadere di tutto! Potrebbero anche morire,
così come potrebbero diventare i due più felici
del pianeta terra!
Un altro punto in comune tra me e te: Kate. Anche a me piace da matti,
nel prossimo capitolo vedrai una cosina che ti piacerà XD
Charlie e Billy sono spariti, già. Non sono in mani sicure,
purtroppo. Ma i lupi li stanno cercando.
Grazie per gli auguri di Pasqua, anche se ormai praticamente ci
avviciniamo al Natale XD Scherzo, alla prossima!
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Capitolo 12 *** Capitolo 11. La chiave ***
Erano passati nove giorni da quando i Volturi erano giunti a Forks,
dieci da quando io e Carlisle ci eravamo uniti… dando
origine ad una nuova vita dentro di me: dieci giorni di paura e
sorprese. Ma soprattutto di dolore e sofferenza, sia fisica che
emotiva. Non ero in grado di capire in quale delle due circostanze quel
dolore e quella sofferenza fossero più intensi.
La mia pancia si
era gonfiata ad una velocità pazzesca. I colpi di martello
che giungevano dall’interno erano la prova concreta che in me
avesse preso forma un’altra creatura. Qualunque cosa fosse,
era parte di me e di colui che amavo più della mia stessa
esistenza. Non riuscivo a figurarmela come un mostro, ma come un
meraviglioso bambino simile a Carlisle, un bambino che avrebbe sancito
il nostro legame e marchiato a sangue la tela che aveva intessuto il
nostro amore.
Nonostante il
continuo tormento e il prosciugamento delle forze, vedevo la creatura
in maniera positiva. Tutti volevano proteggermi da lei, ma io volevo
proteggere lei. Stavo lottando per difendere qualcosa che mi faceva del
male, qualcosa che avrebbe potuto distruggermi e portarmi alla morte.
Il rumore delle
tende della camera che venivano tirate mi fece tendere le orecchie.
Avevo sempre paura che qualcuno potesse arrivare alle mie spalle,
imprigionarmi tra le sue braccia marmoree e immobilizzarmi su
un letto per anestetizzarmi e togliermi il bambino.
- Sono io,
tranquilla. Non agitarti. – mi tranquillizzò
prontamente Rosalie, con voce carezzevole e rassicurante, tanto era
carica di determinazione. Già, determinazione nel volermi
aiutare… nel volermi difendere. Probabilmente aveva sentito
il mio respiro accelerare e si era affrettata a dichiarare la sua
presenza. Ormai non usciva nemmeno per cacciare, era Emmett a
procurarle il cibo. Proprio non capivo, per quanto mi sforzassi a
trovare una spiegazione plausibile, a quale scopo Rosalie stesse
sostenendo la mia causa. A lei non ero mai piaciuta sin dal primo
momento che mi aveva vista assieme ad Edward e dopo ciò che
era successo per colpa mia, avrebbe dovuto odiarmi ossessivamente,
anziché voler prendersi cura di me. Ma se ci pensavo, la
nausea, il mal di testa e le coliche raddoppiavano. Perfino gli sforzi
mentali erano in grado di aggravare la mia condizione di salute e di
tramutarsi in dolore. Mi ero ridotta peggio di un bambina malata e
malnutrita del Sudan.
-
Rosalie… - chiamai con voce flebile.
Lei accorse subito
al mio fianco e fece scivolare le sue vellutate dita sulla mia guancia.
-
Dimmi. –
Presi un respiro
più profondo degli altri e inarcai leggermente la testa sul
cuscino, nella speranza che il male al collo passasse se avessi
cambiato posizione. Ma niente, nel spostarmi avevo risvegliato il
dolore alle spalle, sulle quali pesavano fastidiosamente e
insostenibilmente le mie braccia.
Ma c’era
qualcosa d’importante che dovevo sapere.
-
Perché? – domandai.
Perché
mi proteggeva dagli altri? Perché mi stava vicino
ventiquattro ore su ventiquattro? Perché mi confortava?
Perché mi tranquillizzava? Perché mi accarezzava?
Tutte queste
domande non trovarono mai voce, mi rifiutai di pronunciarle per non
sprecare energia vitale, con quella poca che mi rimaneva volevo tenere
in vita il mio bambino.
- Non capisco se
dici così, Bella. Cosa c’è che non va?
– domandò Rosalie.
Deglutii e il nodo
alla gola si strinse portandomi con l’acqua alla gola.
L’impulso di vomitare sparì solo dopo qualche
secondo. Sollevata del fatto che fosse stato solo un falso allarme, mi
arrischiai a continuare a parlare.
-
Perché fai questo per me? –
Dovevo saperlo.
C’era la probabilità che sarei morta per il troppo
riflettere. E se fossi morta, avrei voluto farlo intascando prima una
risposta. Piccola consolazione pre-morte.
- Meriti di
conoscere la mia storia. Te la racconterò, Bella. Ma sappi
da subito che non sarà a lieto fine. -
Rabbrividii,
le sue parole scivolarono gravemente sul mio corpo, lasciando il segno.
-
Sono tutt’orecchi. – pronunciai con
decisione.
*******
Rosalie
Edward suonava una
dolce e lenta melodia per rasserenarla, mentre io le accarezzavo
delicatamente la fronte per conciliarle il sonno. Non potevo abbassare
la guardia, mio fratello avrebbe potuto bloccarmi con
l’intervento di qualcun altro e separarmi da Bella.
Era triste pensare
di schierarsi contro la famiglia, ma per me c’era qualcosa di
molto più importante in gioco. Più importante
della famiglia.
Qualunque cosa
stesse prendendo vita dentro quella fragile umana, era qualcosa di
simile a un bambino, o a una bambina. Avrei potuto vederla nascere,
avrei potuto tenerla in braccio, stringerla a me, insegnargli a vivere
giorno dopo giorno, ricostruire l’esistenza che avevo perduto
in lei.
Voltai la testa,
sempre senza smettere di sfiorare delicatamente le guance smunte di
Bella, per guardare negli occhi Edward. Nonostante stesse suonando,
nonostante stesse facendo la cosa che più lo rilassava,
leggevo nei suoi occhi dorati biasimo e delusione nei miei confronti.
Per lui, in quella
stanza, c’erano due mostri: la creatura che io consideravo un
angelo mandato da Dio e io.
Se Edward provava
biasimo e delusione, io provavo dispiacere e tristezza nel constatare
che mio fratello non riusciva a capire qualcosa che chiunque, capace o
no di leggere il pensiero, avrebbe compreso. Forse non voleva, o
semplicemente fingeva di non capire.
O forse ero io che,
inconsciamente, gli oscuravo i miei pensieri d’amore per
riservargliene di rancore e di sfida. “ Non ti avvicinerai a
Bella. “ “ Questa creatura conoscerà la
vita nel mondo. “ “ Non ti permetterò di
ucciderla. “ Questa creatura, semplicemente,
nascerà. “
Edward suonava
senza nemmeno osservare i tasti, la melodia era parte di lui e scorreva
sulle sue dita come il sangue nelle vene di un umano.
Involontariamente, automaticamente.
Nessuno dei due
parlava, temendo di svegliare Bella. Era raro che lei riuscisse ad
addormentarsi, e quando accadeva, ci adoperavamo per produrre il minor
rumore possibile.
Emmett faceva
avanti e indietro al piano inferiore, le orecchie tese per controllare
che io e Bella stessimo bene.
Tanya parlava
sommessamente con Carmen. Eleazar e Kate discutevano di Irina,
chiedendosi dove potesse essere andata; da quando la sua famiglia era
partita per Forks, infatti, lei era sparita. Non avremmo potuto
più fidarci nemmeno di lei. Per quel che ne sapevamo, poteva
anche essere morta.
Zafrina e Senna
stavano cucendo, probabilmente si trattava della pelle di un animale
che avevano cacciato . Quattro giorni prima, Jasper si era recato in
Amazzonia per chiedere loro di aiutarci, spiegando la situazione,
mentre Kachiri era rimasta con lui, e insieme si erano diretti da Peter
e Charlotte.
Bella adorava
Zafrina, grazie a lei recuperava per brevi attimi la vista,
s’immergeva nelle sue illusioni e le chiedeva di mostrarle
volti, paesaggi e oggetti. Zafrina fungeva da tranquillante e da
passatempo per Bella quando le coliche si intensificavano e la
sensazione di vomito si faceva sentire più fastidiosamente.
Mentre la
ninna-nanna di Edward mi cullava, ascoltavo il respiro tormentato di
Bella nel sonno. L’immagine del suo viso sciupato e sfigurato
dallo shock era ancora fresca nella mia mente. La mia storia alle
orecchie degli altri era più raccapricciante e drammatica di
quanto ricordassi: da tanto tempo non l’avevo raccontata a
nessuno, da tanto tempo non ero abituata ad osservare la reazione di
chi l’ascoltava per la prima volta.
-
Lo sai, Bella morirà. Perché sei
così egoista? –
Alzai
impercettibilmente la testa per guardare mio fratello negli occhi. -
Sei tu l’egoista. – ribattei piccata. –
Tutto quello che ti interessa è tornare con lei. Non
t’importa se Carlisle, Esme ed Alice saranno liberati o
no… -
-
Hai dimenticato Heron. – mi suggerì
sarcastico.
-
… Forse speri che Carlisle rimanga per
sempre nella mani dei Volturi, così da avere campo libero
con Bella. – proseguii imperterrita, conscia delle parole
taglienti che gli avevo rivolto: rispondere male a chi mi pungeva,
oramai, era diventato un impulso involontario che non riuscivo a
controllare. Cercavo di frenarmi, ma non ce la facevo, una forza
spontanea mi conduceva a fare la cattiva. Era l’unico scudo
che mi consentiva di respingere le critiche che ricevevo.
Edward smise di
suonare. Infuriata da ciò, ascoltai attentamente il ritmo
del respiro di Bella. Ovviamente non era regolare, dato che lei
soffriva di continuo, tuttavia era più profondo del solito,
segno che stava dormendo.
Provai a riaprire
la bocca, per rimediare al danno che avevo fatto.
-
Non fa niente. Lo so che non lo pensi veramente. –
mi precedette Edward.
-
Comodo leggere nel pensiero ogni volta. –
Un’altra
frecciatina. Non riuscivo a tacere.
-
Non ho avuto bisogno di farlo stavolta. Lo so e basta.
–
Strinsi le labbra e
distolsi lo sguardo, riprendendo ad accarezzare la fronte di Bella. Mio
fratello mi conosceva più di quanto volevo ricordare,
scoprirlo ogni volta che finivamo per discutere m’irritava.
-
Da quando siamo arrivati, ha mangiato solo tre volte. E ogni
volta ha rimesso tutto. Cosa deve succedere perché tu lo
capisca? Quello non è un bambino, Rose: è un
mostro! – sussurrò Edward a denti stretti, la
mascella contratta.
Perché
doveva distruggere la mia speranza così crudelmente?
-
Vattene, Edward. Lasciaci in pace. – ordinai.
La porta della
camera si aprì all’istante, senza produrre alcun
suono. Emmett incedette nella stanza, frapponendosi fra me ed Edward.
– State calmi, per favore. –
-
Me ne vado. – dichiarò mio fratello
rivolgendomi un’occhiata penetrante.
-
Lasciatelo dire: senza il tuo potere fai pietà a
capire chi ti sta attorno. – sibilai.
Emmett accorse ad
abbracciarmi. Solo allora mi accorsi che mi ero alzata in piedi. Mi
lasciai coccolare da quelle braccia forti e protettive, cullandomi
appoggiata al suo petto. Solo lui sapeva come calmarmi. Solo lui sapeva
amare tutti i miei difetti quanto i miei pochi pregi. Con tutto se
stesso.
Solo lui conosceva
la genuina Rosalie, quella senza maschere, quella che, a volte, nemmeno
io stessa conoscevo.
Solo io sapevo
perfettamente che quando accarezzavo Bella sulla fronte non lo facevo
esclusivamente per salvaguardare il corpo che conteneva la creatura, ma
perché in me, nel vederla così vulnerabile e
bisognosa di cure, era nato un attaccamento materno.
*******
Edward
Vampiro, essere
dannato per l’eternità, le cui uniche
possibilità di scelta sono suicidarsi per sparire
dall’esistenza o continuare a vivere mentre i secoli
scivolano l’uno sull’altro e il pianeta Terra mette
su le rughe. Ecco cos’ero.
Io avevo scelto la
vita. Dopo cento anni, finalmente convinto di avere trovato
l’amore, la felicità mi era crollata addosso in un
mucchio di polvere. La mia storia effimera con Bella… una
ferita indelebile, una ferita crudele, che mi avrebbe impedito di amare
qualcun altro nei millenni. Ecco a cosa era equivalsa la mia scelta.
Ero convinto che
ciò che mi era successo fosse una punizione, perdere
l’anima a quanto pare non era stato sufficiente.
Ma c’era
qualcuno che ci governava al di là di quel cielo?
C’era qualcuno che manipolava e sceglieva le nostre vite? Il
destino, Dio… esistevano davvero?
Tirai un pugno
contro la corteccia dell’albero sradicato ai miei piedi. Il
tronco sprofondò nel terreno.
Dannazione. Non potevo nemmeno sfogare
il mio dolore, o avrei distrutto l’intera cittadina di Forks.
Un pensiero
opprimente iniziò a farsi strada in me, diventando quasi un
ossessione. Per fortuna Jasper non era nei paraggi, perché
era andato in cerca di aiuto, altrimenti avrebbe intuito le mie
intenzioni dal mio stato d’animo. Se fossi stato in lui, non
sarei stato felice all’idea di assorbire le emozioni che
stavo provando.
Ma forse il mio
dolore era la chiave di tutto, la soluzione ad ogni problema. Me ne
sarei andato compiendo ciò che ero sempre stato bravo a
fare, anche più di suonare il pianoforte: sacrificarmi per
coloro che amavo.
Avevamo fatto varie
ipotesi sul perché i Volturi avessero deciso di tormentarci,
ma brancolavamo nel buio. Di risposte non ne avevamo. Forse era
stabilito che io dovessi fare la mia parte in quella storia. Se amavo
davvero la mia famiglia e Bella.
Dio, li amavo
tutti. Dal primo all’ultimo.
Se avessi fallito,
non avrei avuto nulla da perdere. Non mi restava da fare altro che
agire.
-
Edward. –
Il profumo delicato
di menta e more che aveva inebriato le particelle d’aria mi
avvisò che a raggiungermi e a chiamarmi era stata Tanya.
Seduto sul tronco
dell’albero, i gomiti appoggiati alle ginocchia, le mani
strette a pugno, mi sforzai di alzare la testa e di sorriderle.
Lei
avanzò timidamente verso di me, incerta sul da farsi, con
passo leggiadro.
-
Sembri triste. –
-
Perdonami. –
Lei
spalancò impercettibilmente gli occhi per una frazione di
secondo. – Non dovresti chiedere perdono perché
sei triste. C’è qualcosa che posso fare per te?
–
Era sbagliato
leggere nella mente, mi ero sempre rifiutato di farlo quando avevo
trovato il metodo per estraniare i miei pensieri da quelli degli altri,
ma quella notte volevo sapere quali erano le intenzioni di Tanya.
Ti
prego, fa che mi dia la possibilità di stargli vicino.
Vorrei tanto vederlo sereno. Non è giusto che debba
soffrire. Ci sono così tante cose che non capisco…
-
Puoi stare qui, se vuoi. – le dissi con tono
gentile.
-
Puoi mandarmi al diavolo, se vuoi. –
La guardai, le
labbra distese in un sorriso che cercava di mostrarsi scherzoso, il
sopracciglio destro inarcato.
Ridacchiai,
fissando intensamente le venature di una foglia di un albero di fronte
a me. - Non voglio mandarti al diavolo. -
Quanto
ti amo, Edward.
Mortificato e
imbarazzato, decisi che ne avevo abbastanza dei pensieri di Tanya. Il
pensiero che mi stesse mostrando spontaneamente ciò che
provava mi mise ancor più a disagio. Sperai di sbagliarmi.
-
C’è una cosa che devi sapere. Abbiamo
sempre sospettato che Bella avesse qualche particolare
capacità, e probabilmente, questo è il motivo per
cui i Volturi la vogliono: Aro freme all’idea di allargare la
sua collezione, deve aver sicuramente letto questa
particolarità di Bella attraverso Esme. Ora arrivo al
dunque: il secondo motivo per cui crediamo che i Volturi vogliano
Bella, è che lei e Carlisle si amano. –
Tanya mi
fissò turbata, portandosi una mano alla bocca.
-
Ecco come ragionano i Volturi: Carlisle è
considerato il pilastro della famiglia Cullen, se minacciano la sua
metà, tutta la famiglia automaticamente si adopera per
salvarlo. Crediamo che Aro abbia bisogno di allargare il suo esercito
perché da qualche parte, un clan di vampiri si sta
espandendo, diventando una minaccia. –
Parlavo per
distrarmi, parlavo senza sapere il vero motivo per cui lo stessi
facendo.
-
La storia di Bella molto malata non era vera, lei
è rimasta cieca a seguito di un incidente, ma Carlisle
è venuto a Forks per stare con lei, non per lavoro. Lui ed
Esme non sono più come li ricordate tu e gli altri. Heron,
l’ultimo arrivato della nostra famiglia, ha fatto sbocciare
nuovamente l’amore in Esme, ad una velocità
sorprendente. E’ straordinario pensare a quanto tutto
ciò sia successo in fretta: Esme è devota come
nessun’altro, pensavo avrebbe sofferto per sempre, come me,
quando scoprimmo che Carlisle e Bella… -
Mi fermai. Sorrisi
amaramente delle mie stesse parole. – Non so nemmeno
perché ti sto parlando dei miei problemi, senza limitarmi a
darti le informazioni che ti servono. Ti chiedo nuovamente di
perdonarmi, ho dovuto dirti come stanno le cose, lo meriti, e lo
meritano anche Kate, Eleazar e Carmen. -
Tanya sembrava
scioccata. Ciocche di capelli color fiamma le oscuravano gli occhi,
perché lei non si curava di distoglierle dalla sua visuale.
Teneva la testa bassa, torturandosi le mani in grembo.
-
Basta chiedere perdono, per favore. Io ero convinta
che… il ba… la creatura, fosse tua figlia.
–
-
E invece non lo è. –
Con stupore,
scoprii che se le cose fossero state come aveva detto Tanya, non mi
sarebbe dispiaciuto. Incredibile.
-
Ma Carlisle… Come ha potuto? Lei sembra
così vulnerabile, è così
piccola… così diversa e lontana da lui,
più di quanto potrebbe esserlo da te… -
Aveva ragione. Era
innegabile, non potevo contestare nulla.
-
L’amore, che tu sia vampiro, umano, licantropo,
fata o demone, è amore. Dobbiamo accettarlo. Le cose non
sono andate come avrei voluto, ma se gli altri sono felici, per quale
motivo dovrei ostinarmi a cambiare ciò che è
irreversibile? Preferisco soffrire solo io, e in silenzio, per non
disturbare gli altri. –
Era come se mi
stessi spogliando, e con la persona più improbabile.
-
Sì però… ci
metterò un po’ a digerire la notizia, okay?
–
-
Tranquilla. – la rassicurai.
Tanya mi si
avvicinò quanto più possibile, allungò
una mano e l’appoggiò sulla mia spalla. Quel tocco
mi confortò. Poco dopo mi ritrovai con la testa appoggiata
alla sua spalle, il petto avvolto dalle sue braccia, mentre con una
mano mi accarezzava i capelli, come si fa coi bambini.
Allora non me ne
resi conto, ma più tardi capii che fu grazie a Tanya se
quella notte non presi decisioni affrettate.
*******
Spazio
dell’autrice: sorry for being late!
(Scusate per il ritardo.) La scuola sta finendo, ma il pensiero
costante di essere agli ultimi giorni mi mette ansia, e non sono
riuscita a trovare il tempo, fino ad oggi, per scrivere decentemente.
Devo fare un ultimo e grande sforzo con interrogazioni e compiti.
Spero di aggiornare
presto la prossima volta! Credevate che avrei messo fino a questa
solfa, eh? XD Invece non l'ho fatto XD
Per le persone che
mi seguono in silenzio faccio un appello, cortesemente, potreste dirmi
una vostra opinione della storia?
E come al solito,
ringrazio e rispondo ai commenti ;)
Aia
Cullen [Contatta] |
Segnala
violazione
|
19/04/10,
ore 20:16 - Capitolo 11: Capitolo
10. Inganni. |
Per
Carlisle ed Alice credo dovrai aspettare ancora ;) Ma cosa intendi per
" forse se Edward avesse assecondato Bella, le cose sarebbero andate
diversamente"?!?!? Aiuto XD XD Non è per quel motivo che
Bella ed Edward si sono lasciati O_O Ahahah, spero di aver capito male
io.
Grazie come sempre dei complimenti cara ;)
|
|
Rebecca
Lupin [Contatta] |
Segnala
violazione
|
19/04/10,
ore 17:10 - Capitolo 11: Capitolo
10. Inganni. |
Oddio
O_O Beh, effettivamente mi sono accorta leggendo la tua presentazione
che sia il vampirone che il lupastro ti stanno sui cosiddetti XD Ma non
mi aspettavo una tua risposta così malvagerrima! Tu mi fai
paura O_O Non è che se ti do il permesso di scrivere della
loro morte me li torturi, poi decapiti, poi bruci e infine li
dai in pasto agli squali?? XD
Su Emmett e Rose, sono stradaccorto con te *_*
Il gruppo rimasto a Volterra è messo male sì, ma
non preoccuparti, probabilmente ci sarà il lieto fine ;)
|
|
Bimba
sognatrice [Contatta] |
Segnala
violazione
|
18/04/10,
ore 19:26 - Capitolo 11: Capitolo
10. Inganni. |
Nuooooooooo,
un infarto spero di no XD
Carlisle O_O... Argh, lasciamo perdere. Solo, per favore, atttua una
strategia anti infarto per la prossima volta, okay? XD
Emmett è anche il mio mito!*_* E va bene, ha i
muscoli, ma ciò non significa auotmaticamente che sia senza
cervello! Come ho detto nel cap precedente, che ci possiamo fare se lui
è bello, simpatico e intelligente? ;)
Ce lo teniamo, ovvio!
Ora mi sa che sono nei guai... Rosalie mi ammazza XD
Sono sempre felice di leggere i tuoi commenti cara ;) I hope you liked
the chapter! (Oggi ce l'ho con l'inglese ç_ç)
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Capitolo 13 *** Capitolo 12. Infernale, eterna, dannazione ***
Infernale,
eterna, dannazione.
Bella
I miei giorni passavano con la lunghezza di anni, affiancati dalla
sofferenza continua.
I Cullen avevano
escogitato un piano difensivo intorno a tutta la città. I
licantropi si erano messi sulle tracce di mio padre e del padre di
Jacob: a Forks non si parlava d'altro che della scomparsa dello
sceriffo Swan e del vecchio Billy Black.
Jasper aveva fatto
un ottimo lavoro: aveva sfruttato le sua abilità da stratega
per eludere al potere della stessa Alice -colei che amava-, cambiando
continuamente la sua meta e le sue decisioni nella sua missione di
richiesta d'aiuto in giro per il mondo; mettendo a rischio se
stesso, aveva radunato a casa Cullen amici di vecchia data, poi era
ritornato anche lui, sano e salvo.
Mentre io stavo
morendo.
Me lo sentivo che
era così.
Quanti giorni erano
passati da quando Rosalie mi aveva raccontato la sua storia? Non avrei
saputo dirlo.
Da quanto tempo non
toccavo cibo per paura di rimettere tutto? Da troppo.
Edward ed Eleazar
non facevano altro che condurre ricerche sulla gravidanza e l'organismo
dei vampiri, prelevando macchinari e medicine dall'ospedale.
Avevo sbagliato
un'altra volta, come sempre. Non avrei dovuto intestardirmi
egoisticamente a far nascere il mio bambino. Per colpa mia, era nata
una guerra tra due mondi. Per colpa mia, i licantropi erano stati
invischiati in una faccenda che non li riguardava in prima persona.
Charlie e il padre di Jacob erano introvabili: innegabile pensare che
non centrassero creature sovrannaturali nella loro scomparsa.
Ma oramai ero
arrivata al capolinea, non avevo neppure la forza di pensare a tutto
ciò. L'unico motivo per cui non me ne ero ancora andata, era
la mia ostinazione a rimanere aggrappata alla vita, almeno quel tanto
necessario per fare uscire la creatura che dimorava nel mio corpo.
Sapevo che Rosalie se ne sarebbe presa cura al posto mio, anzi, ero
sicura che lei avrebbe preferito farlo senza di me.
Mi stavo spegnendo
poco a poco. Prima mi aveva abbandonata la vista, poi il mio amore, e
adesso, stava per abbandonarmi il cuore. Ciò che avevo
pensato la sera del mio primo bacio con Carlisle, si stava avverando.
Stavo morendo poco alla volta.
- Bella! Bevi
questo, ti prego! -
Riconobbi la voce
di Jacob.
Già,
Jacob... Come fosse arrivato nella... insomma, nel posto in cui mi
trovavo, non mi era dato saperlo.
Sentii il fuoco
sulla mia pelle, la forma di cinque dita sulla mia guancia, che
cercavano di sollevarmi il mento.
- T-togli la
mano... Mi scotti! - rantolai. Da quando ero rimasta incinta, la mia
temperatura corporea era scesa a dismisura e le giornate le passavo coi
sudori freddi, incapace di sopportare qualsiasi cosa superasse i 25
gradi.
- Da qua, faccio
io. - sentii dire da Rosalie.
Un istante dopo,
stavo aprendo la bocca per permetterle di darmi da bere. Mi fidavo
ciecamente di lei, perciò non ebbi bisogno di chiederle
spiegazioni.
Il liquido
entrò caldo nella mia gola, procurandomi a sorpresa una
sensazione piacevole, e ridiscese saporito nel mio stomaco. Berlo
risvegliò le mie papille gustative e il ricordo di come si
facesse a mangiare. Uno strano calore esplose dolcemente nella mia
pancia come un soffio vitale di vento, regalandomi il conforto di un
abbraccio e di mille carezze.
- Ne voglio ancora.
-
Rosalie
esaudì la mia richiesta. Non sapevo cosa fosse, ma una cosa
era certa: quella bevanda sarebbe diventata la mia ambrosia, o in
alternativa, la mia droga. Più ne bevevo, più ne
volevo e mi sentivo rigenerata. In quel momento ero io la bambina
affamata che si stava facendo allattare pazientemente dalla madre.
- Che schifo...
Anche lei... - sentii mormorare da Jacob, con voce disgustata.
- Ma se la
farà stare bene!... - proruppe Tanya, in un'esclamazione che
lasciò in sospeso.
Con somma gioia
scoprii che il mio udito stava riprendendo a funzionare bene.
- Il sangue nutre
la creatura... - sussurrò Edward, la voce velata da una
sconcertata meraviglia.
Inghiottii troppo
velocemente, rischiando di risputare fuori il tutto.
- E' sangue? -
- Sì.
Scandalizzata? E' stata un'idea del tuo cangnolone. Se devo essere
sincero, siamo stati proprio degli idioti a non pensarci prima: la
creatura è per metà vampira, no? Quindi
è ovvio che le piaccia il sangue!…
Sarà che con tutto quello di cui ci stiamo occupando, non
abbiamo avuto tempo per fermarci un attimo a riflettere. -
La voce di Emmett
fu una toccasana, sentirla fece svanire in me lo sgomento per la
scoperta appena fatta.
- Dovremo prelevare
altro sangue dall'ospedale. - dichiarò Jasper.
- Sangue dei
donatori. Tranquilla Bella, non abbiamo ucciso nessuno. - si
affrettò a spiegare Edward.
Mi sistemai meglio
sul divano, riuscendo finalmente a trovare una posizione confortevole.
- Grazie. -
Mi vergognavo di me
stessa, perché quella era l'unica parola che potessi dire
loro. Mi addormentai con lo stomaco pieno, risvegliandomi poco dopo a
causa dei colpi violenti che provenivano dall'interno della mia pancia.
Nutrendo il mio
bambino, gli avevo donato una nuova forza, una forza che lo induceva a
darmi dei calci. Non riuscivo ad odiarlo, seppure mi facesse soffrire,
perché in quel gesto era racchiusa l'innocenza di una
creatura inconsapevole che, come tutti i neonati, voleva farsi sentire
dalla sua mamma e dimostrarle il suo amore.
Carlisle
Poteva trattarsi di
una trappola, ma non avevo intenzione di sprecare
quell’occasione.
Finalmente Aro mi
aveva concesso di vederla.
Durante la mia
breve permanenza nella reggia dei Volturi secoli prima, nessuno mi
aveva mai informato dell’esistenza di una segreta.
Probabilmente i tre fratelli la tenevano in serbo per i trasgressori
della loro legge macchiati delle più gravi colpe, per
poi lasciarli marcire nelle celle umide e buie, ed infine
ucciderli per compiacersi della loro sofferenza.
Eppure, mentre
percorrevo il corridoio, non avvertivo alcuna presenza oltre a quella
di colei per cui mi ero addentrato fin laggiù.
Mi fermai davanti
alle sbarre dell’unica cella illuminata dalla fioca luce di
una lampada. Esme era accucciata in angolo del pavimento, le ginocchia
raccolte al petto, lo sguardo fisso nel vuoto; la luce della lampada
giocava a riflettersi nella sua chioma color caramello, donandole
sfumature dorate. Sembrava non mi avesse sentito o visto. Alec doveva
averle inibito i sensi, come faceva continuamente con Heron.
-
Esme. – la chiamai.
Sussultò,
alzando lentamente la testa. Rimasi scioccato dallo sguardo e
dall’espressione irriconoscibile dipinti sul suo viso. La
dolcezza aveva lasciato posto alla stanchezza e al vuoto. Due spesse e
scure occhiaie accentuavano il colore nero delle sue pupille. Esme era
debole e assetata.
-
Esme… - mormorai, dolcemente. – Sono io,
sono Carlisle. –
-
C-Carlisle? – domandò, stupefatta.
Mi inginocchiai
davanti alle sbarre, per guardarla faccia a faccia.
-
Cosa… cosa sta…? E’
un’allucinazione di Alec. – concluse poi, delusa.
-
No, Esme. Faccio parte della guardia dei Volturi, adesso.
– spiegai.
Lei
spalancò gli occhi, sconvolta dalla notizia. – Non
ci credo. Il Carlisle che ho conosciuto io non farebbe mai una cosa
simile. –
Le parole le si
trascinavano faticosamente sulla lingua.
-
Ma lo farebbe per la sua famiglia. – fu la mia
risposta.
Bella
-
Non potete andare avanti così, a prelevare sangue
dall’ospedale. –
La mia voce era
ritornata quella di sempre. Il mio nuovo nutrimento aveva dato ottimi
risultati negli ultimi giorni.
-
Faremo in modo di non prelevarlo dallo stesso ospedale.
– mi assicurò Edward.
Dall’esterno
provenne il rumore di un basso grido di dolore.
-
Cosa è stato!? – domandai, rizzandomi a
sedere sul divano.
Il mio bambino mi
diede un calcio alla pancia che mi fece venire lo stimolo di vomitare.
Ormai mi ero abituata alla perenne sensazione di nausea,
perciò feci del mio meglio per non badarvi.
-
Kate sta dando del filo da torcere a Garrett. –
spiegò Rose.
Garrett, Siobhan,
Vladimir, e tanti altri nomi… Faticavo a ricordarli tutti,
era come ritrovarsi in una nuova classe il primo giorno di scuola. A
volte mi inquietava il pensiero di una ventina di vampiri che si
allenavano al dì fuori delle mura di casa Cullen.
-
Cosa avete detto a tutti per convincerli ad aiutarci?
–
-
La verità: che Aro è interessato ad
arricchire la sua personale collezione, ed è disposto a
prenderti con la forza. Non preoccuparti, Bella, ognuno di loro
è qui per un motivo, nessuno si è sentito
costretto. –
Riflettei sulle
parole di Edward. Cosa potevo avere io di tanto speciale da
essere un membro ambito da Aro per la sua collezione?
Una fitta
più violenta mi fece stringere i denti e posare una mano
sulla grossa palla di cemento che mi ritrovavo al posto della pancia.
Provai ad ignorare anche quella.
-
Notizie dal clan di Sam su Charlie e Billy? –
-
No, al funerale di Harry Clearwater si parlava di una
scomparsa, ma è chiaro che ci sia lo zampino di un nostro
simile in tutto ciò. – dichiarò Jasper.
Ma io non capii
nemmeno cosa avesse detto. Una mano calda e bruciante stava risalendo
il mio stomaco, soffocandomi. Boccheggiai, in cerca di aria, il cuore
che mi batteva come un tamburo.
-
Bella?… -
-
Bella! –
-
Che cos’hai!? –
Voci concitate,
preoccupate. Qualcuno mi fu subito accanto e mi posò una
mano fredda sulla fronte. Mi aggrappai alla freschezza di quel tocco
nella speranza che la nausea si affievolisse, ma non fui in grado di
migliorare la situazione. Rigettai un liquido caldo e denso dalla
bocca, disgustata di me stessa.
-
Oh mio Dio! –
Una porta
sbatté. Capii che altre presenze erano entrate nel salotto,
ma la mia sofferenza fisica era così devastante che non mi
resi conto delle voci e dei movimenti intorno a me.
-
Portiamola al piano di sopra, nella stanza con
l’attrezzatura! –
Attrezzatura?
La testa stava per
esplodermi, fitte di dolore acuto e inarrestabile mi colpivano come la
danza delle onde di un mare mosso. La pancia stava per squarciarsi, un
macigno di pietra premeva per uscire al dì fuori.
Quando il mio corpo
fu appoggiato su una dura superficie di ferro, mi abbandonai a me
stessa, alle mie urla disperate, alle quali si unirono anche quelle di
Edward, quando due mani mi artigliarono le braccia bagnate e
appiccicose.
-
FUORI! FUORI DI QUI! –
-
JASPER, ROSE, NO! –
Era giunto il
momento. Troppo presto. Troppo inaspettato per me. Il mio bambino mi
avrebbe lacerato la pancia con i denti per nascere. Sarei morta come la
madre delle tre sorelle. L’atroce leggenda si sarebbe
ripetuta.
Aghi pungenti mi
bucarono le braccia, le gambe, il collo, il cuore.
Mi dimenavo e mi
contorcevo tra le urla e il delirio dell’Inferno sul mio
corpo disfatto.
Sì, io
sarei morta, ma il mio bambino sarebbe nato. Forse era così
che sarebbe dovuta andare, forse io dovevo morire per risolvere tutti i
problemi creatisi.
La mia scomparsa
dalla terra avrebbe cancellato la sofferenza dei miei genitori, padre e
madre di una figlia ceca; dei Cullen, sconvolti nei legami sentimentali
e invischiati in una faccenda più grande di loro; di Jacob e
dei miei amici licantropi, i quali erano stati ingiustamente coinvolti
nel caos generato dal mio amore impossibile; perfino dei Volturi,
troppo avidi di ricchezze; e poi…
… di
lui. Carlisle. L’amore della mia esistenza, il padre del mio
bambino.
Quelli, prima di
chiudere gli occhi e di sprofondare nel silenzio del buio, furono i
miei ultimi pensieri.
*******
Spazio dell'autrice:
pensavate di liberarvi di questa storia? Eh no! Ho promesso a me stessa
che l'avrei continuata e conclusa, quindi, anche se molti di coloro che
mi seguivano mi hanno abbandonata, io farò di tutto per
finirla ;) Mi ci sono affezionata e non sopporterei di vederla
incompleta.
Ci ho messo tanto ad aggiornare, ma non credo importi a qualcuno a
questo punto, quindi, se qualcuno si ricorda ancora di questa storia,
spero passi a leggere nonostante sia passato tanto.
Ringrazio e rispondo velocemente a:
Rebecca Lupin;
non ci contare che Edward muoia XD E' tutto da vedere!
Aia Cullen;
prima o poi ho aggiornato ;) E' vero, una Rosalie così
materna è insolita, ma fare da balia a Bella ridotta in
quelle condizioni non può che fare tenerezza. Non solo Bella
ospita un bambino nel suo corpo, ma è come se lo fosse
diventata lei stessa, con tutte le cure di cui ha bisogno;)
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Capitolo 14 *** Capitolo 13. Speranza. ***
Speranza
13 giorni dopo…
Pov
Edward.
Erano trascorsi esattamente trenta giorni, e si apprestava a passare
anche il trentunesimo.
Quella casa stava diventando troppo piccola per tutti noi.
Per cosa ci fossimo allenati e avessimo combattuto strenuamente, era un
mistero, dato che l’oggetto del desiderio dei Volturi non
c’era più.
Venti vampiri e una quindicina di licantropi. Ognuno di noi con i loro
motivi e le loro ambizioni, ognuno di noi con le sue speranze e le sue
amarezze. Non saremmo mai stati preparati ad affrontare i nemici, ma ci
dichiaravamo pronti a fronteggiarli. Il fatidico mese di Alice era
scaduto, se le ipotesi di Emmett erano corrette, avremmo potuto
conversare “amabilmente” con i tre fratelli e le
loro guardie quello stesso giorno.
Tredici soli e lune erano tramontati, e in quel lasso di tempo non
avevo fatto altro che lottare, lottare e lottare ancora, a suon di
scariche elettriche prodotte da Kate e di illusioni create da Zafrina
per confondermi le idee.
Io, Jasper ed Emmett eravamo senza dubbio i combattenti più
pericolosi quando ci affrontavamo l’un l’altro.
Eravamo rispettivamente la premonizione, la mente e la forza.
- Edward… -
Alzai la testa dalle mie mani, distogliendomi da quei pensieri. Tanya
mi posò affettuosamente una mano sulla spalla.
- Ti vedo preoccupato. –
dichiarò.
Non ebbi modo di risponderle, perché Eleazar irruppe nel
salotto con aria allarmata.
- Ero a caccia con Kate e Garrett, quando
abbiamo avvertito delle presenze non umane nella foresta. Non si
trattava di licantropi, erano due membri del corpo di guardia dei
Volturi: ci hanno detto che i Cullen devono raggiungerli in una radura.
–
Strinsi i pugni, meditando sul da farsi. Sarebbe stato troppo
pericoloso portare con noi anche Rosalie, ma non avevamo altra scelta:
la sua presenza era fondamentale.
Uscii sul portico senza nemmeno dare una risposta ad Eleazar. Non ero
rimasto sorpreso dalla sua notizia, me l’aspettavo.
- Ascoltatemi tutti! –
Vampiri e licantropi smisero di allenarsi, fissandomi in silenzio.
- Sono arrivati. Ci stanno aspettando.
–
Kate e Garrett spuntarono in quel momento dal fogliame della foresta.
– Jasper sta per arrivare, era in perlustrazione! –
- D’accordo. –
- Sapete tutti cosa dovete fare.
–
Una quindicina di teste annuì, i licantropi mi diedero
conferma col pensiero.
Rosalie uscì sul portico e si mise al mio fianco, tenendo
fra le braccia una splendida bambina che per bellezza e abbagliante
perfezione avrebbe potuto passare per sua figlia.
- Devo venire anche io… -
La frase di Rosalie fu una domanda travestita da affermazione.
- Sì, la bambina è
la nostra unica speranza. –
- Rosalie. – mormorò
questa, giocherellando con una ciocca dei suoi capelli.
Fissai a lungo quel corpo fatato di bambola e pensai di essere stato
realmente un mostro quando avevo pensato di ucciderla.
Emmett corse al fianco di Rosalie, baciandole la fronte.
- Emmett! – rise la bambina,
tendendo le braccia verso di lui, gli occhi illuminatisi alla sua
vista.
Emmett le regalò un sorrisone a trentadue denti, senza
mostrarle la minima traccia di preoccupazione. Ci voleva uno scimmione
come lui per impedire che la bambina percepisse la tensione che si
respirava nell’aria.
Lanciai un’ultima occhiata d’intesa a mio fratello
e a mia sorella, quando Jasper sopraggiunse nel cortile, il volto una
maschera di trepidazione. Sperai vivamente che le emozioni ansiose dei
presenti non lo sopraffacessero, perché spettava a lui agire
da tranquillante e da incentivo emotivo per tutti. Presto avrebbe
potuto rivedere la sua amata Alice.
- Andiamo. – intimai.
In quel momento partimmo tutti di corsa, sfrecciando fra gli alberi e i
cespugli della foresta, abbracciati dal vento e dal profumo di terra
bagnata e dei piccoli esseri che la popolavano.
- Da questa parte. –
Garrett era un nomade, fra tutti noi era quello con l’olfatto
più sensibile, e i licantropi, che lo seguivano a ruota,
erano i suoi cani da fiuto. Non indugiai un solo istante prima di
seguirli, ero certo che avessero percepito l’odore dei
Volturi nel punto giusto.
Riconobbi la radura prescelta come il posto in cui avevo trascorso
innumerevoli giornate insieme a Bella. Una morsa mi strinse il petto, i
muscoli mi si irrigidirono. Ricordarla mi provocava un dolore fisico
che non potevo permettermi di provare in un momento come quello.
L’aria era satura di umidità, ma non vi era
nebbia. I licantropi mi comunicavano i loro pensieri bellicosi,
desiderosi di riversare sul nemico la rabbia degli ultimi avvenimenti.
Io, Jasper ed Emmett eravamo schierati leggermente più
avanti di tutti gli altri. Rosalie era nascosta dietro le ampie spalle
di Emmett.
Lucidi mantelli scuri comparvero alla nostra vista in uno spettrale
ingresso di creature fluttuanti. Tanta era la grazia e la
solennità con la quale incedevano verso di noi, che parevano
danzare su una superficie d’acqua.
Rimasi stregato dal loro modo di procedere gli uni in perfetta
sincronia con gli altri, come se fossero un tutt’uno
costituito da una figura geometrica che rivelava le sue molteplici
braccia.
Quando si fermarono, nella radura non tirò un filo
d’aria. Uccellini ed insetti si erano dileguati, percependo
la visita di qualcosa di alieno.
Le tre figure leggermente più avanti delle altre, si tolsero
i cappucci per mostrare i loro volti.
Aro, Caius e Marcus.
Ciascuno con un’espressione diversa.
Marcus appariva completamente disinteressato, non guardava nemmeno
nella nostra direzione, gli occhi apatici e le labbra distese in una
linea rilassata. Caius, che me lo ero immaginato infervorato quando i
licantropi, alla loro vista aveva assunto uno sguardo atterrito, carico
di impazienza e repulsione. Aro, il più enigmatico fra i tre
fratelli, ci osservava con un affettato sorriso che gli incurvava le
labbra, ad occhi sereni, fintamente curiosi e sorpresi come quelli di
un bambino, cercando di celare il velo di euforia che lo pervadeva
all’idea di trovarsi di fronte ad un esercito fornito quasi
quanto il suo.
Cercai fulmineamente i due volti che fremevo dalla voglia di vedere tra
le numerose sagome incappucciate, senza risultato.
- Sono lieto di vedere, giovani Cullen,
che vi siete premurati di riservarci una calorosa accoglienza.
– esordì Aro, intrecciando le dita al petto e
facendo un impercettibile inchino.
Sentii una mano invisibile afferrarmi i capelli e spingermi la testa
verso il basso. Involontariamente, il busto si piegò; i
muscoli protestarono, contrariati, ma riuscii nell’impresa di
inchinarmi senza apparire forzato. Anche Jasper ed Emmett si
inchinarono appena.
- Con immenso piacere vedo che eravate al
corrente del nostro arrivo, come io e i miei fratelli ci eravamo
aspettati. Tutto merito di una veggente. –
Jasper si lasciò sfuggire un sospiro . Gli sfiorai il
braccio con il mio, per fargli capire che gli ero vicino.
- Lasciate che vi spieghi come sono
andate le cose. –
Aro allargò le braccia, come un prete benevolo avrebbe fatto
coi suoi fedeli.
- Sono amaramente pentito di aver agito
come un bambino nell’aver deciso di sottrarvi Esme con la
forza. Soffro ad immaginare il tale spavento che posso avervi
procurato. Vedete, volevo convincere a tutti costi il mio caro vecchio
amico Carlisle a recarsi a Volterra per parlargli faccia a faccia. Il
clan egizio si sta espandendo a scopo di eliminarci e prendere il
nostro posto. Avevo intenzione di radunare più alleati
possibili, contando quindi anche sull’aiuto della famiglia
Cullen, il cui stile di vita mi ha sempre… come
dire… - Aro portò le mani giunte
all’altezza del petto. – Affascinato,
ecco. –
Il clan egizio voleva fare una guerra contro i Volturi? Ma che storia
era mai questa?
- Tuttavia, quando ho toccato Esme per la
prima volta e sono venuto a conoscenza di Heron e Bella, non ho potuto
fare altro che pensare a loro due. Ero certo che se avessi mandato
qualcuna delle mie guardie a prendere Bella, la vostra Alice lo avrebbe
visto e l’avremmo trovata pronta a riceverci. Alice
è stata tanto brava da sciogliere le menti di Felix e
Demetri, talmente tanto che mi sono trovato concorde nel concedere a
Bella un mese in più nella sua città. Per quanto
riguarda Heron, lui stesso, di sua spontanea volontà, ha
deciso di unirsi a noi e di adottare il nostro stile di vita.
–
Non riuscii a credere all’ultima frase. Heron non poteva
essere entrato nella guardia dei Volturi su sua richiesta.
- In un primo momento pensai che voi
foste intenzionati ad uccidere Bella perché era a conoscenza
del nostro segreto. Ma poi, quando le tue guardie l’hanno
lasciata a Forks, ho capito che la volevate.
Quello che non capisco, è il perché. –
dichiarai risoluto.
- Perché è chiaro
come il sole che quella ragazza ha delle potenzialità! Mio
caro Edward, tramite Esme ho saputo che il tuo potere di lettura del
pensiero non funziona su di lei. Sarei curioso di toccarla io stesso.
Ecco qual’era
il punto. Avrei dovuto capirlo molto tempo prima.
- Mi spiace deluderti, Aro. Ma ciò che cerchi… -
strinsi i denti. – non c’è
più. – conclusi, con traballante fermezza.
Il silenzio regnò padrone nella radura per alcuni istanti. I
seguaci dei Volturi rimasero immobili, il volto celato dai loro
cappucci, eccezion fatta per Caius e Marcus.
Aro spalancò lievemente gli occhi cremisi per la sorpresa.
Era l’attore più esperto che avessi mai incontrato
lungo il mio cammino.
- Non lo sapevo. –
dichiarò, la voce fattasi vibrante come
un’affettata carezza eloquente.
Seguii il tragitto dei suoi occhi, quando si spostarono su una piccola
figura alla sua sinistra, dietro di lui.
Jasper emise un basso ringhio di disperazione. Gli posai una mano sulla
spalla.
Alice. Quella era Alice.
Per un istante la possibilità che Aro non fosse al corrente
della triste notizia attraversò la mia mente. Possibile che
mia sorella fosse stata tanto esperta da celarglielo?
Ma no, che andavo a pensare… Troppi licantropi
avevano circondato Bella negli ultimi tempi, Alice non aveva
sicuramente visto che....
Jasper sorrise, trionfante, in direzione di Aro.
Attento Jasper, non lo
sfidare.
- Il tuo trofeo non è
disponibile. Ma in cambio, abbiamo qualcos’altro da offrirti,
che è il motivo per cui tutti noi – alzai un
braccio di lato per indicare i miei amici e famigliari dietro di me
– siamo qui. –
- Ridicolo. Facciamo a pezzi le
nullità e prendiamoci i più forti. –
sentenziò Caius.
Vladimir e Stefan sogghignarono.
- Calmo, fratello. Calmo. Sentiamo cosa
intende offrirci Edward in cambio. –
Aro sorrise nella mia direzione, gli occhi che lampeggiavano di
curiosità repressa, euforia e sadismo. La sua frase
equivaleva ad un “Vediamo quanto sei bravo a
negoziare.”
Una tenaglia mi strinse da dentro, schiacciandomi, devastandomi. Stavo
per dare in pasto ai Volturi un innocente angelo. Agendo da ignaro,
inconsapevole delle conseguenze, stupido vampiro, folle, crudele.
Ero diventato un mostro.
Rosalie, perdonami.
- Ti offro una bambina immortale. Il suo
nome è Johanna, figlia di Carlisle Cullen e Bella Swan.
–
Spazio dell'autrice:
non ve lo aspettavate, vero? Edward ha dato in pasto ai Volturi la
figlia di Bella! Non mi posso trattenere perchè vado di
fretta. Spero di ricevere qualche commento per questo capitoli. Baci.
Ringrazio e rispondo a:
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