Per vivere dobbiamo combattere

di Freya Crystal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo:frammento ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1.Vecchi amici... ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2.Non è te che vogliono ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. Sola ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. L'amica della pioggia ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5.Malessere ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6.Sospetti ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7.Morte inaspettata. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. Vi aiuteremo ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9. Incinta ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10. Inganni. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11. La chiave ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12. Infernale, eterna, dannazione ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13. Speranza. ***



Capitolo 1
*** Prologo:frammento ***


-Sei davvero sicuro di voler venire con noi?-
- Lo faccio per Isabella. Giuratemi che non le farete del male.-
Ma sapevo che la mia Bella non sarebbe mai più stata al sicuro. Mai più. Non finché loro ci sarebbero stati.
-Questo dipenderà dalla decisione del tuo vecchio amico,Carlisle.-
Osservai l'espressione compiaciuta del suo piccolo viso,il trionfo inciso negli occhi spietati. Quell'essere era in grado di farmi rabbrividire di disgusto...Ammetterlo era imbarazzante.
-Non andartene.-
Immaginai di avere un cuore incastonato nel petto. Immaginai che si fosse appena spezzato in due e poi polverizzato come corroso dall'acido.Tutto questo per alleviare il dolore,perché sentir pronunciare quelle parole da quella voce era stato mille volte più letale e distruttivo.
"Lo faccio per te. Non complicare tutto,per favore."
-Non andartene. Non di nuovo...-
Incatenai i miei occhi ai suoi,tra quel legame scorreva un fiume di ricordi,parole ed emozioni. Speravo che avrebbe potuto leggere almeno una parte di quella vita che stavo cercando di riassumere con un'occhiata,anche se lei non poteva vedermi. Perché mi sentiva. Doveva assolutamente percepire che la stessi guardando.
- Non è un addio.-
"Non è un addio. Questo glielo devo promettere. Farò in modo che sarà un arrivederci. Un arrivederci al Mio Amore."
-Te lo prometto.-,sussurrai con il tono di voce più dolce e rassicurante che riuscii ad ottenere.
-Adesso basta.-,ordinò la piccola vampira con tono infastidito. - Se la tocchi la sbrano.-,mi avvertì. - Dobbiamo andare.-


*******




Spazio dell'autrice: questo è il sequel di "E iniziai a morire poco per volta." Direi un assaggio. Ho pensato di dividere la storia in due. Consiglio a chi non ha ancora letto la prima di farlo,se l'inizio della seconda vi ha incuriosito^^

Ecco qua il link: E iniziai a morire poco per volta
Grazie mie carissime lettrici dei vostri commenti,ad una in particolare,perché siete state voi a farmi cambiare idea! Ho conservato le vostre recensioni per non dimenticare quello che mi avete detto. Imposto la prima storia come completa,così in parte non perdo la soddisfazione di vederla completa XD Un compromesso sono riuscita a trovarlo comunque come vedete XDXD
Fatemi sapere che ne pensate e recensite!^^

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Capitolo 2
*** Capitolo 1.Vecchi amici... ***


Vecchi amici...



Non avevo mai pensato a come sarebbe stato. Mai avrei immaginato che avrei vissuto la pienezza di un tale sentimento da cieca. Temevo quel momento,eppure mi era bastato pronunciare quella frase con decisione,scandire quelle parole senza alcuna esitazione o ripensamento. “Voglio fare l’amore con te.”
Si,avevo dato voce al mio cuore: lo avevo fatto parlare attraverso la mia bocca.
Credevo che avrebbe rifiutato. Credevo che mi avrebbe detto che non era il momento giusto,che avrebbe cercato di farmi ragionare,perché temeva di farmi del male. Così aspettai in silenzio,pronta a qualsiasi risposta.
-Sei sicura?-
Che cosa? Avevo sentito veramente quelle due parole? La sua voce fu un’ondata d’emozione pugnalante,non riuscii a definirla in alcun modo. Ma di una cosa ero certa: in essa c’era l’amore che io provavo per lui,un amore ricambiato appieno.
-Si che sono sicura. Come posso temere che tu mi faccia del male?-
Senza smettere di tenerlo stretto a me e affondando il viso nella sua camicia,continuai il mio discorso. La determinazione si era impadronita di me come non accadeva più da tempo.
-Mi hai parlato tu di autostima. Abbi fiducia nel tuo autocontrollo.-
Come si poteva definire mostro un angelo? Non aveva sangue nelle vene,ne lacrime da versare,non provava calore,ne aveva un cuore che pulsava quando si emozionava. Ma io ero capace di sentirlo quando ero stretta al suo corpo:proprio come quella sera,in quello stesso salotto,sentivo che qualcosa batteva dentro di lui,che c’era qualcosa di vivo. Poteva un’anima vibrare d’amore a tal punto da essere percepita concretamente? Di una cosa ero certa: una creatura in grado di provare e trasmettere una tale positività non poteva essere privo d’anima. Perché bisognava per forza sanguinare o respirare per essere vivi?
Carlisle esisteva,aveva gli occhi aperti,parlava,baciava,si muoveva: era vivo.
-Ma tu ora stai mettendo a dura prova il mio autocontrollo. Dovrei dire di no…ma non ci riesco.-
La sua voce mi riempiva le orecchie e i polmoni,era un soffio vitale di bellezza,meraviglia e rigenerazione.
- Anch’io ho bisogno di te.-
E così,molto dolcemente,tra coccole calde e protettive,avevamo vissuto un attimo di completezza: ci eravamo uniti affinché il nostre amore potesse abbracciarsi non solo nell’anima ma anche nel corpo. 
Avevo vissuto la mia prima volta senza poter vedere l’uomo-o meglio,il vampiro-che mi aveva donato se stesso. Eppure era stato…perfetto. 
Rimanemmo l’una stretto all’altro nel letto ore e ore,intenti ad ascoltare il suono dei nostri respiri. Poi Carlisle mi dovette portare a casa,altrimenti saremmo rimasti lì fino al giorno dopo. Chissà se Alice aveva visto cos’era accaduto…
“Non vorrei rovinarti la sorpresa.” Ricordai le sue parole con una vampata di vergogna.
Il sangue affluì copioso dal collo alle mie guance mentre Carlisle,dopo una rapida e breve corsa,mi rimetteva terra. Immaginavo qualcuno venirci incontro e rivolgersi a noi con la sua vocina gioiosa. Carlisle mi portò dentro e mi fece sedere sulla poltrona in salotto. 
- Siete qui!- 
Alzai la testa e la voltai verso la fonte di quel suono soave.
-Carlisle,ma dove l'avevi porta? Cominciavo a pensare che l'avesse presa qualcun'altro...-
Lui si concedette una breve risata,e io mi feci rapire da quella musica incredibilmente piacevole.
- Alla nostra vecchia casa,nonché quella dove vivo.-
Era ingiusto pensare che non potevo nascondere la mia faccia ai loro occhi,avrei voluto infilarmi sotto il divano e urlare con le orecchie tappate per non partecipare a quella conversazione. 
- Capisco.-
Che risposta era? Non era sicuramente una risposta da Alice Cullen. Solitamente quel piccolo folletto amava indagare,non era la tipa di poche parole.
Le labbra fredde di Carlisle mi sfiorarono la fronte,inaspettatamente. Se non mi fossi trovata a sedere le mie gambe si sarebbero ripiegate come gelatina fusa. Mi girava la testa,brividi bollenti scoppiettavano in ogni fibra del mio corpo. 
- Devo andare a lavoro. Ci vediamo stasera,piccola.-
Annuii,mentre le mie labbra s'increspavano in un sorriso. Carlisle non mi aveva mai chiamata piccola,e io stessa non amavo che mi venissero affibbiati simili appellativi,ma il modo in cui lui parlava,qualsiasi cosa dicesse,era assolutamente unico: sapeva sempre cosa dire e quando dirlo,non c'era niente di inadeguato o scorretto in lui.
Rimase ad ascoltare il rumore leggiadro di due paia di gambe che percorrevano il salotto.
- Ciao ciao Carlisle!-
-A stasera,Alice.-
Rimasi in attesa che il piccolo tornado tornasse in salotto per bombardarmi di domande.
-Allora racconta,dove siete stati?-
Forse era una tattica. Alzai un sopracciglio con aria interrogativa,nella speranza che lei mi vedesse. Dovevo dissimulare indifferenza. – Te lo ha detto poco fa Carlisle.-
Il divano sprofondò,mi arrivò una folata d’aria al profumo di latte,Alice si era seduta accanto a me. – Evidentemente si è trattato di una decisione non premeditata,perché io non ho visto niente.-, confessò.
Ero sbalordita. Feci due rapidi calcoli mentali: Carlisle era venuto a casa mia,aveva deciso di portarmi in un posto dove avremmo potuto parlare indisturbati dopo la mia scenata,mentre io…Io non avevo programmato di fargli quella proposta. A convincermi era stato lui,con il suo discorso straordinario e carico di convinzione,altrimenti non mi sarei mai decisa a fare un passo così grande.
-Quindi tu non sai che…-
Come potevo dirglielo? 
-Cosa?-,domandò esitante.
-Insomma…- Mi strinsi nelle spalle con aria imbarazzata.
-Oh!-,gemette sorpresa. –Oddio!!!-
Non avevo bisogno di uno specchio per capire che ero diventata rossa come un involtino di manzo crudo.
-Santo cielo Bella,controllati! Non vorrai stuzzicare la mia sete?-,mi rimproverò.
-Appunto,non voglio. Perciò cambiamo argomento!-,strillai.
- E dai…Allora questa è stata la tua prima volta?-
Feci un balzo sul divano.
-Cosa?? Alice,ti prego!-,la supplicai. L’intimità tra me e Carlisle era qualcosa che avevo intenzione di custodire dentro di me con estrema cura,era qualcosa di talmente bello e profondo che non sarei mai riuscita a parlarne con nessuno. O almeno era ciò che credevo.
-Ah-ah! Certo che ti piacciono proprio maturi,Bella! Lo hai fatto con uno di trecentosessanta anni e passa!- Scoppiò a ridere e  nella stanza suonò un’allegra melodia.
Mi coprii il volto con le mani. –Non sei divertente.-
In tutta risposta mi gettò le braccia al colla con foga,tanto che caddi sdraiata.
-A-Alice…mi…strozzi…non…respiro!!-
-Come sono felice! Com’è bello scoprire una cosa del genere senza averla prevista!-
Batté le mani tremando sul divano. Mi rimisi a sedere e cercai di spostare il volto in modo da poter avere il suo viso di fronte al mio. Iniziai a parlare senza rendermene conto.
-Se tu sapessi le parole che mi ha detto…Io…Io…Non ci credo che sia capitato a me di stare con lui! Carlisle è  straordinario… Mi ha trasmesso una nuova sicurezza e mi ha dato la convinzione di essere assolutamente innamorato di me….Mi ha fatto capire che anche se io non mi piaccio,lui mi vede come la persona più speciale che abbia mai incontrato,e che questo è ciò di cui devo tenere sempre conto…Non importa se per gli altri sono una persona qualunque…E io…Io…Mi ha fatto impazzire quando mi ha detto così…Alice,non ho mai voluto così tanto qualcosa come è successo oggi. Io…Io…-,tremavo e balbettavo per l’emozione.
-Mi sarebbe piaciuto vederlo…-,dichiarai,dimentica della vergogna. Alice fece un leggero risolino.
-Non sai quanto… Deve essere splendido,sono certa che la sua bellezza non è degna della mia immaginazione…E poi…Ah,quanto mi manca il suo volto!…Ma nonostante ciò è stato tutto così…così…Perfetto… Si,perfetto è l’unica parola che mi viene in mente…Lo sentivo su di me…Dolce…Protettivo…E ogni suo gesto nel buio era una sorpresa per me… Mi ha guidata…E…Oh,Alice!…- Non fui più in grado di parlare,sciolta nel ricordo incantevole di ciò che era accaduto,soffocata dall’emozione.
-Se potessi,piangerei. Mi sento circondare dai sentimenti che mi stai descrivendo,te ne rendi conto?-
Risi. Così,come una stupida. Avevo solo voglia di continuare a ridere e di non smettere più. Come quando si piangeva per sfogare il dolore,io stavo ridendo per sfogare la gioia. Gli umani quando si emozionavo avevano bisogno di manifestarlo al di fuori con dei gesti fisici.
Alice si unì a me. Ero riuscita a confidarmi apertamente con lei. 
Cosa mi mancava allora dalla vita? Niente,mi andava bene così.
-Non per guastare la festa,ma ho controllato sul computer e mi sono accorta che tua madre ti ha inviato una mail da tre giorni. Vuoi che te la legga?-
-Va bene.-
Alice mi scortò su per le scale e mi fece sedere sul letto. 
-A proposito,non per essere indiscreta ma…Dove lo avete fatto?-
Evidentemente la vista del letto le aveva fatto balenare quella domanda in testa.
Incrociai le braccia con aria di rimprovero. 
-..In camera di Emmet e Rosalie.- 
Le avevo risposto due minuti dopo. Scoppiò a ridere senza riuscire a smettere.
-Guarda,se ti andava potevi rispondere anche tra un quarto d’ora. Bella,sei fenomenale!-
Non era vero,ma la lasciai ridere senza replicare.
-Allora,Renée dice che ha iniziato un corso di ballo latino-americano e che non sa come vestirsi per la prima lezione. Beh,a questo posso rimediare assolutamente io! Phil le ha detto che è ingrassata,lei si è offesa e gli sta tenendo il muso da una settimana. Dice che per protesta ogni volta che gli prepara la colazione gli brucia il bacon e non smetterà di farlo finché lui non le chiederà scusa. Ha perfino cercato di sedurre il postino mentre Phil usciva per andare a lavoro,ma lui,dice Renée,la conosce bene ormai,e sa che è solo una tattica. Vuole sapere se secondo te,e perfino secondo me,se deve continuare a comportarsi così,oppure se deve perdonare Phil. Ti chiede se ci sono novità,se con Carlisle va tutto bene e se hai più avuto notizie della mia famiglia,e che li saluta tutti con affetto.-
-Mia madre è un fenomeno…-,borbottai. 
-E’ vero! Ma è fantastica!-
-Oh si,sono sicura che voi due andreste d’accordo.- Rabbrividii al solo pensiero.
-Cosa le devo scrivere?-
Ecco che arrivava la parte difficile. -“Ciao mamma”…Ehm…-
Alice attese in silenzio per qualche secondo mentre io mi scervellavo per trovare qualcosa da scrivere a Renée. Quando capì che mi trovavo in difficoltà,intervenne. –Bella,hai intenzione di raccontarle nei dettagli cosa hai fatto con il tuo Carlisle?-
Schizzai in piedi,sentii che le guance avevano preso fuoco. Alice mi afferrò prontamente per un braccio,affinché io non cadessi faccia a terra. –Ehi,stavo solo scherzando!-,ridacchiò. Nella stanza risuonò un armonico tintinnio di campanellini d’argento.
-Allora…Alice…Che diavolo le posso raccontare?-
La sentii sospirare. Per dieci minuti buoni rimanemmo a pensare alla mail da inviare a mia madre. Di tanto in tanto risuonava il rumore dei tasti che Alice premeva svelta.
-Sai,vorrei chiamare Edward e gli altri. E’ passato un po’ di tempo dall’ultima volta.-
In meno di due secondi mi ritrovai con qualcosa in mano. –Ho già fatto il numero di Heron. Sta squillando.-,m’informò Alice,poi tornò ad occuparsi della mail; le avevo detto che poteva inventarsela.
Avvicinai il cellulare all’orecchio,in attesa. Stranamente Heron ci stava mettendo parecchio tempo a rispondere.
-Alice?-
L’attenzione che riservavo alle voci che udivo era aumentata a dismisura da quando non potevo vedere,la mia mente si focalizzava interamente su di esse:in quel momento la voce di Heron mi sembrò tesa.
-Heron?-
-Bella!-
-Ho chiamato per sapere come state.-
Silenzio. Mi sentii invadere dall’agitazione che,lo percepivo fortemente,trapelava dalla voce di Heron.
-Oh…E’…Mi fa piacere ricevere una tua telefonata. State tutti bene lì?-
Perché mi sentivo così strana? Avrei tanto voluto vedere l’espressione di Alice,dato che aveva smesso di scrivere.
-Heron,c’è qualcosa che devi dirmi?-
Rise. –Niente di preoccupante,davvero. Non stai diventando paranoica?-
Mi lasciai quasi convincere,i vampiri erano esperti nel campo della persuasione,ma Alice mi strappò di mano il telefono e si rivolse ad Heron con voce preoccupata.
-Heron,che cos’hai?-
-Non ti ci mettere anche tu. Siete per caso impazzite?-
Esplose in una risata disinvolta. A quel punto ci fu un ciocco,il telefono era caduto a terra con un tonfo sordo.
Non capivo cosa stesse succedendo.
-Hey,siete ancora in linea? Alice? Bella?-
Mi buttai a terra,tastando il pavimento della mia camera con le mani. Alice mi afferrò saldamente per il polso.
-Ahio!-gemetti -Mi fai male!-
-Male? Bella,rispondimi!-
Poi capii: forse Alice stava avendo una visione. La immaginai irrigidita come una statua,con gli occhi dilatati e spiritati,immersi nell’illeggibile pozzo delle sue visioni. Un’ondata di ansia m’invase,quella sensazione era stranamente familiare: era uguale a quella che avevo provato l’anno scorso,sul mio pick-up,mentre la pioggia imperversava violentemente al di fuori,quando Alice aveva previsto lo scontro tra Carlisle ed Edward. Sembrava fosse passato un secolo da allora.
-Oh mio Dio…-,mormorò l’Alice del presente. –Heron,perché non l’ho visto?- La sua voce era frustrata e avvilita,lei odiava farsi cogliere impreparata agli eventi. Ma di cosa stava parlando in quel momento?
-Ecco,hai già capito…- La voce di Heron giunse remota alle mie orecchie.
-No che non ho capito,Heron! Se hai un problema,t’informo che da adesso ce ne sono due!-
-Ma che…?- ,tentai di dire.
-Dannazione,avrei voluto non dirvelo! A questo punto non ho altra scelta…-
Il mio cuore minacciava di saltare in aria da un momento all’altro come una bomba ad orologeria. Era accaduto qualcosa di grave ai Cullen,a coloro che,nonostante i problemi avuti e la lontananza,consideravo una famiglia?
-Sputa il rospo!-
-Esme… L’hanno rapita.- La voce di Heron si era fatta carica di rabbia.
-Loro…-
Afferrai con forza il braccio di Alice. –Cosa diamine state dicendo?- Riuscii a strapparle il telefono di mano e ad avvicinarlo all’orecchio.
-Dimmi che è uno scherzo. Hanno rapito Esme? Chi è stato? Perché? Quando?-
Heron non rispondeva. Per la prima volta in tutta la mia vita odiai il silenzio. Senza la possibilità di sentir parlare mi sentivo completamente all’oscuro della pericolosa girandola di eventi che stavano accadendo.
-Credo di sapere chi sia stato.-,dichiarò Alice con voce flebile. – Ho appena avuto una visione su di loro. Siamo nei guai a quanto pare. Si tratta di vecchi amici di famiglia.- Pronunciò le ultime parole con asprezza. – Sono stati i Volturi.-

*******


Spazio dell'autrice: eccomi qua con il sequel di questa storia! Sembra che siano arrivati anche i Volturi a rompere le scatole a Bella e ai Cullen...Mancavano solo loro all'appello! Ma perché mai hanno rapito Esme? Ed Alice cos'ha visto di così preoccupante? C'è aria d'allarme ragazzi... Ne devono succedere veramente troppe,tanto che mi sono decisa a fare il continuo. Sarà un bel casino,ve lo anticipo. Comunque voi dovete commentare *_* Fate sentire il vostro parere,è importante per me! Basta una piccola frase ;=)Ringrazio  chi ha messo la storia tra le seguite e le preferite. Per Bimba Sognatrice e Chiaretta90: è bello ritrovarvi con lo stesso entusiasmo,grazie mille! Bene,con questo è tutto. Alla prossima!^^

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Capitolo 3
*** Capitolo 2.Non è te che vogliono ***



Non è te che vogliono


I Volturi? Chi erano? Anzi,cos’erano? Non potevano essere umani,il mio sesto senso mi diceva che si trattava di creature sovrannaturali come i vampiri.
-Li ho visti venire qui.-,dichiarò Alice con voce atona.
-Merda!…-,ringhiò Heron a quell’affermazione.-Dovete venire immediatamente via da lì!-
-E dove potremmo scappare contro di loro? E’ tardi.-,mormorò Alice con amarezza.
-Allora cosa diavolo hai intenzione di fare?-
-Ci sto pensando! Devo assolutamente avvisare Carlisle.- 
Alice ed Heron presero a parlare tanto in fretta che non fui più in grado di capire cosa stessero dicendo. Mi sentivo tagliata fuori,e impotente,come sempre. Finché Alice proruppe con un esclamazione di supplica. –No! Non devi farlo! Tu non sai di cosa sono capaci,te ne abbiamo parlato troppo poco perché tu possa rendertene conto!-
-Non intendo prendere ordini da te,Alice.- Heron si era fatto improvvisamente rabbioso con lei. Quel tono accostato al suono della sua voce mi spiazzò,faceva venire la pelle d’oca.
-Ma chi ti credi di essere? Solo perché sei stato trasformato a trentacinque anni non hai il diritto di trattarmi come una bambina!-
-Smettetela!-
-Se avessero portato via Jasper,tu avresti preso la mia stessa decisione!-,insistette Heron con voce sprezzante.
-Sei solo un idiota…Si da il caso che io consideri Esme come mia madre! Cosa credi,che non abbia paura anch’io per lei?-
-Si da il caso che Esme sia la ragione della mia esistenza,tu non riesci a capire…-
-Sbagli. Sai cosa sono capace di vedere,se tu mi ascoltassi,potremmo organizzare un piano,potremmo tentare di fare l’impossibile tutti insieme.-
-Mi dispiace Alice,ma io non so cosa significhi aspettare,non fa per me. Io me ne vado a Volterra-
Il ripetuto “Tuuu tuuu” mi fece capire che Heron aveva riattaccato. Nel silenzio e nell’immobilità di quell’attimo mi accorsi di come stavo respirando affannosamente. Alice non parlava.
-Cosa vuole fare Heron?-,mormorai con una nota di panico nella voce. Mille domande minacciavano di esplodere a valanga fuori dalla mia bocca,ma sapevo che sarei stata solo d’impiccio se avessi iniziato a chiedere risposte. 
-E’ andato a prendere Esme,da solo.-,annunciò tristemente Alice.
Heron…Colui grazie al quale avevo ritrovato la mia vita stava rischiando di perdere la persona che amava e aveva intenzione di andare a riprendersela senza l’aiuto di nessuno. Esme…Così dolce e cara.Che diamine volevano da lei? Non meritava di soffrire,non riuscivo a concepirlo.  A quale scopo l’avevano portata via?
Sentii qualcosa sbattere al piano di sotto e per la paura mi rannicchiai su me stessa.
-E’ solo Charlie,tranquilla,riconosco il suo odore.-,si affrettò a dirmi Alice. – Dannazione,non ho preparato la cena!-
-Possiamo prendergli una pizza,io non ho fame-,dichiarai. Ed era vero,assalita dall’ansia avevo solo voglia di vomitare.
-Tu devi mangiare. Forza.- Alice mi fece scendere dal letto e mi guidò giù per le scale.
-Charlie,siamo qui.-
-Ragazze…-
Mi venne un groppo in gola,mi ero dimenticata di aver litigato con lui quella mattina. Calò un silenzio teso. Immaginai mio padre fissarmi imbarazzato,con aria impacciata,e senza sapere cosa dire.
-Io vado in cucina,devo fare delle telefonate.-,sentii dire da Alice. Probabilmente lei aveva intuito tutto e aveva preferito lasciarci soli. Poi accadde qualcosa di inaspettato. Charlie avanzò verso di me e mi abbracciò. 
-Non volevo. Scusa.-,mormorai . Mi costò parecchia fatica pronunciare quelle parole,m’imbarazzava particolarmente mettere in evidenza i miei sbagli davanti a mio padre,ma avevo bisogno di fargli capire che mi dispiaceva,lui sapeva a cosa mi ero riferita.
-Lo so,Bells. Non devi scusarti.-
Charlie era capace di mettere a tacere il mio senso di colpa in pochi secondi,nello stesso modo in cui era in grado di accentuarlo quando litigavamo di brutto. Quanto mi mancavano  le nostre discussioni…Mi sentivo così normale,così adolescente,a ricordarle.
-Sai,sono passato a la Push a salutare Billy prima di tornare a casa. Ho visto anche Jacob,era con quei due ragazzi che lo accompagnano ovunque,Queil ed Enril,se non sbaglio…-
Mi venne una fitta al cuore. Jacob,Sam e tutti gli altri Quileute mi mancavano. Ma anche loro facevano parte di un passato che non sarebbe potuto ritornare. Mi distaccai da Charlie,consapevole di dove volesse andare a parare. Se avessi potuto dirgli la verità sarebbe stato più semplice spiegargli la situazione. 
Jacob e tutti gli altri miei vecchi amici non sarebbero mai tornati a visitarmi. E non era solo uno stupido patto a impedirglielo,ma anche la delusione causata dalla facilità e dalla velocità con cui io ero corsa nuovamente dai Cullen. 
-Bella?-,mi richiamò Charlie.
-Papà,Jacob non tornerà più. Devi fartene una ragione.-
-Perché dici così?-,mi domandò confuso,dopo alcuni attimi di puro silenzio.
-E’…complicato. Noi abbiamo…litigato prima che io andassi a Praga…-
In me riaffiorò il ricordo di quando Jacob mi aveva aggredita dopo aver perso il controllo. Se Heron non fosse stato lì a difendermi,sarei stata uccisa dal mio migliore amico. E di nuovo,a sole ventiquattro ore di distanza da quell’episodio,qualcuno aveva dovuto difendermi e soccorrermi in punto di morte: Carlisle. 
Possibile che avessi sempre bisogno di essere protetta e sorvegliata? Possibile che nelle situazioni problematiche io non potessi fare nulla per gli altri?  Una nuova minaccia incombeva su di me e su coloro a cui tenevo maggiormente. Come avrei potuto respingerla? Io,fragile,inutile,cieca umana.
-Facciamo così,per stasera non parleremo più di Jacob- Charlie mi riportò alla realtà. 
-Va bene.-
Mi diressi lentamente verso la cucina,mettendo le mani davanti a me. Ero così abituata a casa mia da non avere bisogno di aiuto per passare da un stanza all’altra,eccetto quando salivo o scendevo le scale. Dietro di me sentivo mio padre,col fiato sospeso,che mi teneva d’occhio cercando di non farsi sentire. Probabilmente era avanzato verso di me a passi felpati,pronto a sostenermi se fossi vacillata. Cercai di non pensarci. “In fondo”,mi dissi ironicamente,” a mantenere l’equilibrio sono quasi più brava di una bambina di un anno che cerca di camminare per la prima volta.”
Graffiai l’aria con le dita,finché non riuscii a tastare ciò che cercavo:una sedia. Mi ci sedetti,soddisfatta di non essere scivolata o inciampata da nessuna parte:non si era verificata alcuna storica caduta da film comico.
-Charlie,Alice ha dovuto aiutarmi con la mail da inviare alla mamma,perciò ha ordinato delle pizze.-,spiegai .
-Non c’è problema,mie care. Non c’è problema…-,si affrettò a rispondere.
-Ehm,io non ho molta fame,se mi volete scusare... Penso che andrò a farmi una doccia.-,squillò la voce di Alice.
-Ti senti poco bene?-
-No,affatto,Charlie. Non ti preoccupare. Bella,vengo più tardi.-
-Okay…-,annuii semplicemente. Alice aveva qualcosa che le ronzava per la testa,sicuramente aveva intenzione di chiamare Carlisle.
Carlisle…Stava bene? Scacciai il pensiero che gli fosse potuto accadere qualcosa. Solo ad immaginarlo mi sentii una sciocca,lui,così forte e padrone di sé,non poteva essere in pericolo. O almeno era ciò che credevo. Sarebbe tornato,punto.
Quando ci  furono portate le pizze,io e Charlie mangiammo in compagnia della televisione,di tanto in tanto scambiando due chiacchiere. Finché lui non mise in ballo Alice.
-Bells,secondo te prima mi sono preoccupato troppo per Alice? Ho la sensazione che non sia in ottima salute…Forse le faccende di casa stanno iniziando a stancarla. E’ sempre così fredda,non vorrei che si ammali. Stasera mi è sembrata anche più pallida del solito a dire il vero…-
Beato Charlie che poteva vedere Alice in faccia!
-Ma no,non credo proprio. Oggi ha ballato tanto,forse è solo stanca. E lo sai che lei è sempre fredda e pallida di suo…-
Bene: Charlie aveva notato due cose importantissime. Con il passare del tempo avrebbe capito a quale creatura aveva dato ospitalità in casa? 
Avrebbe dovuto… Ci speravo,forse comportandomi da insensibile,ma ero stanca di dover nascondere una cosa così importante a mio padre,ero stanca di dovergli mentire.
-Si ma…E’ davvero una ragazza particolare…Mangia sempre così poco…-
-Magari si vergogna davanti a te. Magari mangia durante la giornata.-
Scusa patetica,pateticamente patetica. Finsi di sbadigliare per farlo notare a Charlie.
-Vuoi andare a dormire? Ti accompagno in camera se vuoi.-
Era proprio ciò che speravo.
-Grazie papà.-
Quando arrivai alla porte della mia camera non mi preoccupai di parlare,Alice doveva aver sentito il rumore dei nostri passi per le scale. Infatti la porta si aprì di botto.
-Che udito!-,esclamò Charlie divertito.
-Lo so,grazie.-,fu la risposta allegra di Alice. –Vieni Bella,voglio leggerti una cosa.-,disse afferrandomi la mano.
-Vi lascio in pace.-
-Oh Charlie,cosa dici! Tu non disturbi mai!-,si affrettò a dire Alice. Tossicchiai appena,ero impaziente di rimanere da sola con lei per tornare alla carica sull’argomento Volturi. La porta della mia camera si richiuse nuovamente.
-Puoi uscire.-
-Con chi parli?-,domandai confusa.
-Col tuo amato. Si era attaccato al muro sotto la finestra,nel caso Charlie fosse entrato. Non credo che a tuo padre avrebbe fatto piacere trovarlo qui.-
Arrossii,mentre il cuore si alleggeriva per il sollievo e la contentezza di venire a sapere che Carlisle era lì. Capii di averlo accanto a me solo quando il suo indescrivibile profumo mi raggiunse e le sue labbra si posarono leggere sulla mia fronte,provocandomi brividi di freddo lungo la schiena e agitando lingue di fuoco nel mio petto.
-Ehm ehm…-,si schiarì la voce Alice,anche se non ebbe molto da schiarire,data la sua naturale armoniosità e limpidezza. –Mentre ero in cucina ho telefonato anche a Jasper. Gli ho detto che Heron è andato da solo a Volterra,nessuno lo sapeva perché gli altri si erano divisi per effettuare le ricerche. Sono quasi certa che i rapitori siano gli stessi che hanno intenzione di venire a farci visita domani sera.-
-I Volturi…-,sussurrai. Quel nome mi faceva venire la pelle d’oca,era misterioso,intrigante,e mi dava l’idea di qualcosa di segreto e pericoloso solo a pronunciarlo. Volturi…Volgere,avvolgere. Coprire,nascondere,celare. Tenere all’oscuro. Ecco ciò che mi veniva in mente. Ma sapeva anche d’inganno,di trappola che ti afferrava grazie al suo bel suono.
-Esatto,proprio loro. Gli altri hanno interrotto subito le ricerche,sanno con chi hanno a che fare,non è cosa saggia gironzolare separati in una città se ci sono i Volturi di mezzo. Così Jasper,Edward,Emmett e Rosalie ora sono a casa,che aspettano di ricevere una telefonata nel caso dovessi avere altre visioni. Per questo ho bisogno di concentrazione,devo mettermi a riflettere e ad ascoltare. Ti spiegherà Carlisle tutto quello che vuoi sapere,sono sicura che nessuno potrebbe farlo meglio di lui.-
-Va bene.- Cercai con le mani il letto e quando sentii il morbido materasso a contatto con i miei palmi,mi ci lasciai sprofondare. Scacciai il pensiero di ciò che era successo tra me e Carlisle l’ultima volta che ci eravamo ritrovati su di un letto e tesi bene le orecchie,in attesa che lui iniziasse a parlare.
-Ricordi la prima volta che venisti a casa Cullen? Edward ti mostrò un quadro nel mio studio.-
La sua voce melodica mi riempì le orecchie,mi tuffai mentalmente in quella giornata lontana lontana dal presente.
-Quello dove tu eri in compagnia con altri tre individui?-
-Brava,proprio quello. Sono loro i capi dei Volturi: Aro,Caius e Marcus.-
Rabbrividii. Vampiri ultracentenari di cui avevo visto raffigurato il volto una sola volta di sfuggita stavano per arrivare a Forks.
-Edward mi disse che hai vissuto con loro per qualche decennio.-
-Ehi,complimenti per la memoria.- rise,e io vidi le stelle.
-I Volturi sono un antichissimo clan di vampiri che vive in Italia. In passato mi unii a loro perché erano diversi dagli altri,erano colti e raffinati. Vivevano sottoterra,per conto loro. Cercarono di convincermi a rinunciare alla mia dieta a base di sangue animale,ma non ci riuscirono,e io mi allontanai da loro. I Volturi non dimenticano mai niente. E non hanno dimenticato neanche me,come puoi constatare. Se i Volturi vogliono qualcuno,lo cercano e lo trovano. Sarebbero capaci di tornare anche dopo cinquecento anni,se volessero.-
Probabilmente non lo aveva detto per non turbarmi…Ma era palese,evidente,che l’obbiettivo dei Volturi fosse Carlisle.
-E cosa vogliono da te? Tu non hai fatto nulla di male!-,l’ansia crebbe nella mia voce. – E Esme cosa centra in tutto questo?-
-Ssh,fai piano,o Charlie ti sentirà.-,mi sussurrò caldamente all’orecchio,il suo respiro profumato mi investì. Posai la testa contro il suo petto. Lui mi accarezzò le guance,i capelli e la schiena,con movimento lento e tranquillo.
-Io e Alice abbiamo un piano. Non temere.-
-Ah si? E quale?-,domandai con aria petulante. E se me lo avesse detto per non spaventarmi?
-Stabiliremo un accordo,è complicato da spiegare.-
Mi aveva convinta ben poco. –E la risposta all’altra domanda?-
Carlisle sospirò piano. Lo immaginai fissare un punto imprecisato della stanza,con espressione assorta,splendido da togliere il respiro anche nella sua perplessità.
-I Volturi credono che Esme ed io…Beh non è difficile da capire.-
-Oh.-,riuscii solo a dire. 
-Riuscii a perderli definitivamente di vista solo nel 1930,fino da allora erano sempre rimasti in contatto con me,seppur pacificamente. Se hanno rapito colei che considerano come mia moglie,significa che questa volta non hanno buone intenzioni,stanno giocando sporco. Tuttavia non sanno del potere strabiliante di Alice. Non devi preoccuparti Bella,ce la caveremo.-
-Carlisle io…Io…-
-Non pensarlo neanche per scherzo.-,mormorò dolcemente. 
Trasalii per la sorpresa,come faceva a sapere che stavo per chiedergli di trasformarmi?
-Non ti farei mai combattere contro i Volturi,nemmeno se tu fossi una forte e agile vampira. Inoltre per completare la trasformazione ci vogliono tre giorni. Non è ancora il momento,ma arriverà presto.-
-Lo spero.-,dichiarai,mentre lui continuava ad accarezzarmi. –Alice?-,gli chiesi poi.
-E’ ancora in stato di trance. E’ seduta per terra e tiene gli occhi chiusi,le nostre voci sono come un ronzio indistinto per il suo udito. Sta cercando di focalizzare le immagini nella sua mente e di captare segnali sui Volturi.-
Nella mia mente vidi Alice a gambe incrociate,le braccia posate sulle ginocchia,le mani distese,il pollice e l’indice uniti: la tipica posizione di chi meditava mentre faceva yoga. Ebbi l’inadeguata voglia di ridere.
-Me lo fai un favore?-
-Tutto quello che vuoi.-,risposi prontamente,Carlisle aveva un potere irresistibile su di me.
-Cerca di dormire. Io non mi muoverò da qui,lo prometto.- 
-Devo ancora fare la doccia.- Non era una scusa,inoltre volevo restare sveglia per sentire cosa avrebbe avuto da dire Alice. Sentii le mie guance surriscaldarsi subito dopo aver fatto quell’affermazione.
-In tal caso mi accontenterò di chiederti di sdraiarti vicino a me.-
Gli presi il volto tra le mani e gli stampai un bacio a fior di labbra. –Sarà fatto.-
Per un’oretta buona rimasi accoccolata con lui sul letto,ad ascoltare il suo respiro sul mio collo e il battito rilassato del mio cuore. Dimenticai le mie preoccupazioni e mi sentii avvolgere dalla sicurezza. Si poteva dire che Carlisle aveva sia il potere di Edward che quello di Jasper su di me:capiva cosa mi passava per la testa,ed era in grado di tranquillizzarmi con la sola vicinanza. Ma io non ero mai stata una tipa molto positiva. Avevo il sospetto che presto quella felicità assoluta mi sarebbe stata portata via. Come si diceva? “ Essere felici fa paura,perché la felicità è grande solo quando la si sta per perdere.”
Scacciai quel pensiero dalla mente,mi concentrai solo su Carlisle. Senza accorgermene caddi in dormiveglia. Sentii una voce limpida parlare piano.
- Ci siamo sbagliati. Non è te che vogliono,Carlisle… E non è nemmeno me.-
Forse era un sogno. Ero troppo stanca per capire.


*******


Spazio dell'autrice: come sono triste ç_ç  Bella e Carlisle stanno per dividersi. Manca un solo giorno. E intanto dei lupi non si sa ancora niente,sembra che l'inimicizia coi vampiri impedisca loro di riflettere:non riescono a concepire il fatto che Bella voglia loro bene e che,addirittura,ami uno di loro. Sono delusi e feriti. 
Heron è andato da solo a Volterra...Diventa molto,molto irascibile quando in ballo c'è Esme,nonostante il loro amore sia nato da alcuni mesi. Saprà fronteggiare l'esperto clan di vampiri? E gli altri Cullen andranno ad aiutarlo?
Alice ha visto qualcosa di alquanto spiacevole,da come avrete potuto leggere nelle ultime righe....
Se questo capitolo vi ha lasciati tranquilli,vi avverto che il prossimo sarà drammatico(ma almeno vi avvisoXD)
Questo bel casotto era maturato nella mia testolina da un bel po',sono contenta di essermi decisa a scrivere il sequel=) 
Una domanda sulla lunghezza dei capitoli: è troppa,è poca,oppure è giusta? Fatemi sapere ;) Passo ai ringraziamenti:
  
acqua1879  Giulia miao Honey Evans roby88 cesarina89 cold_moon zizzicullen fracullen  ila_sabaku  serenella94  twilight95  Usagi_84  perché mi hanno aggiunta alle seguite e alle preferite^^ E rispondo alle recensioni:

 AshG [Contatta] Segnala violazione
 25/01/10, ore 20:39 - Capitolo 2: Vecchi amici...
Pensavo avessi visto che avevo fatto il sequel*_* Pardon,ma solitamente non mi piace avvisare la gente via mail,sembra quasi che io vada a supplicare i lettori di recensire XD. Non l'ho fatto perché credevo di assillarti. Comunque per fortuna te ne se accorta che ho pubblicato il sequel ;) Il dottorino ti piace,eh?*_* Dillo a me.................................................................*_*.....................................*___________*............................................................................
Seriamente,è meglio che non ci penso!! Dovremmo vergognarci a desiderare l'uomo-anzi,vampiro- di Bella Swan!XD E' un intoccabile,purtroppo ç_ç Oddio che ridereeeeee!!! Purtroppo la realtà è ben diversa dai sogni. Ahahahahah,che caspita di dottore che ti sei beccata XDXD Però riesco a capirti,sai? *_* Forse anch'io mi sarei messa a fare la tua scenata nella tua situazione,ahahaahahXD Tutte le volte che ho una visita penso sempre a Carlisle e mi calmo XD Comunque grazie per i complimenti,le tue recensioni mi fanno pisciare dal ridere XD 
Rispondo alle tue domande:
1) Come hai potuto leggere,i Volturi credevano ancora che Carlisle stesse con Esme. Vedrai come ci rimarranno quando scopriranno la verità!
2)Pensi che Alice possa dire una cosa del genere a Carlisle? XD Decisamente no,vedrai chi è stato=)
 Rebecca Lupin [Contatta] Segnala violazione
 24/01/10, ore 21:11 - Capitolo 2: Vecchi amici...
Già.Carlisle e Bella che... *_* XDXDXDXDXD Vero, i Volturi devono sempre rompere le scatole,in ogni storia.  Se non ci fossero loro nel sequel non mi sentirei soddisfatta!XD Lo so,sono masochista a coinvolgere pure quei maledetti,ma che vuoi farci,è stato più forte di me XD Alla prossima =)
 Aia Cullen [Contatta] Segnala violazione
 24/01/10, ore 20:24 - Capitolo 2: Vecchi amici...
Sai che sono contentissima anche io?? XD Grazie te lo dico io,felice che il sequel ti piaccia. Questo capitolo era un po' noioso forse,ma come ho già detto,presto ci saranno nuovi,interessanti,sviluppi^^
 Bimba sognatrice [Contatta] Segnala violazione
 24/01/10, ore 16:00 - Capitolo 2: Vecchi amici...
Ahahahahah XD I Volturi rompono,ecco la verità. E i più buoni sono quelli che ci vanno sempre di mezzo...=( Staremo a vedere ;) Grazie di tutto ^^
 chiaretta90 [Contatta] Segnala violazione
 22/01/10, ore 20:52 - Capitolo 2: Vecchi amici...
Wow,che entusiasmo! Mi fa molto,molto piacere. Si,Bella e Carlisle sono dolci da morire,non hai idea dei viaggi mentali che mi faccio *_* Grazie per seguirmi sempre^^

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. Sola ***


Sola


-Voglio venire con voi. Non potete lasciarmi qui.-

-Bella,cerca di ragionare. Si tratta di un clan di vampiri pericoloso,e tu sei un’umana.- 
-Quello che intende dire Carlisle è che i Volturi potrebbero aggredirti,dato l’odore invitante del tuo sangue.-
Alice,la bocca della verità: a volte dimenticava che avrebbe dovuto usare un po’ più di tatto nel dire certe cose a Bella.
-Sento che mi state nascondendo qualcosa…E se non tornaste più indietro? Io devo esserci.-
Bella era irremovibile. Io,lei e Alice eravamo seduti al tavolo della cucina di casa Swan da mezz’ora,a discutere.
-Per quale motivo dovremmo nasconderti qualcosa?- replicò Alice,simulando un tono sorpreso.
Bella corrugò la fronte e mise il broncio. Stetti male nel vedere il suo viso contratto in una simile espressione,perché non c’era nulla che potessi fare per restituirle il sorriso in un momento come quello. Lei era ignara di tutto,ignara del fatto che ad ogni minuto che passava il nostro tempo a disposizione per stare insieme diminuiva. 
-Parlatemi del patto. Ieri sera mi sono addormentata,ma adesso non potrete sfuggirmi.-
-Ti stai comportando come una bambina.-
-Carlisle…-,mi chiamò con voce esasperata.
-Okay,ti dirò tutto.-,dissi con fermezza,posando la mia mano su una delle sue,piccola e calda. Il suo volto si distese in un espressione più rilassata. Alice mi fissava con gli occhi sbarrati,incredula. 
-Bella,la verità è che non sappiamo con certezza chi di noi tre vogliano prendere i Volturi. Siamo tutti e tre a rischio.-
Dopotutto non avevo mentito. Speravo capisse il motivo per cui non volevo portarla con me ed Alice,ma ottenni il risultato opposto a quello sperato.
-Bene,andrò io con loro,così voi potrete restarvene in pace!-,disse infatti.
-Sarebbe tutto inutile…- Alice si era raddolcita nel tono di voce. Era impressionante vedere quel piccolo tornado con la tristezza negli occhi. 
-Se mi lasciate qui da sola,cosa racconterò a Charlie quando arriverà a casa?-
Alice strinse le labbra imbronciata. –Certo che sei testarda…-
-Testarda come me…-,ammisi. –D’accordo,verrai con noi,ma solo perché non posso sopportare l’idea di lasciarti sola. Dovrai stare attacca a me,intesi?-
-E dove potrei scappare?- Le sue labbra si distesero in un sorriso che mi fece sentire una fitta al petto. Le passai un braccio attorno alla schiena esile e la strinsi delicatamente a me. Alice mi osservava compassionevole,senza avere il coraggio di obbiettare la mia decisione. Avevo fatto una scelta rischiosa,ma dopotutto,se Bella fosse rimasta a casa mentre i Volturi mi portavano via,qualcun altro sarebbe andato a prendere anche lei.
-Quanto manca?- chiese Bella. 
-Due ore e sette minuti.-,fu la pronta risposta di Alice.
Non c’era più niente da discutere,non c’era più niente su cui riflettere. Bisognava solo aspettare. Le sette di sera si stavano avvicinando inesorabilmente. E ogni rintocco delle lancette dell’orologio valeva come una pugnalata sul mio collo. 
Ripensai all’incontro con Sam Uley avvenuto in mattinata. Durante la caccia mi ero spinto appositamente oltre il confine per imbattermi in un licantropo,e lo avevo trovato: un enorme lupo alto quanto un cavallo che schizzava  rapido tra gli alberi della foresta. Mantenendomi a debita distanza,lo avevo seguito finché non si era fermato. Lui si era avvicinato mostrando i denti,l’espressione arcigna,gli occhi che lampeggiavano per l’ira e la sorpresa. Ma la mia espressione imperturbabile e rilassata doveva avergli fatto capire che le mie erano intenzioni pacifiche. Un altro lupo dal pelo più chiaro del primo era comparso oltre il fogliame ed era avanzato deciso verso di me. Un’occhiata del suo compagno era bastata affinché si fermasse di colpo. Io ero rimasto immobile,senza tradire alcuna emozione col corpo e lo sguardo. Il lupo più grosso si era trasformato per potermi parlare,mentre l’altro aveva preso a girargli intorno con aria vigile.

-Cosa ci fai tu qui?- Riconobbi in quell’espressione dura e autoritaria il capo branco dei licantropi. 
-Sono venuto a chiedervi un favore.-
Si mise a ridere. –Cosa dovrebbe trattenermi dal non sbranarti? Se sei venuto qui per parlare del patto,sappi che la mia risposta non è cambiata:non ho intenzione di modificare gli accordi.-
-Questa sera io e la mia compagna dovremo lasciare Forks. Non ci saranno più vampiri sul vostro territorio.-
-Dovrei credere alle tue parole?- Sam Uley si mostrò  più furioso di Jacob Black,nei miei confronti..
-Resterai nel dubbio fino a questa sera. E’ passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ho parlato con uno dei tuoi:Jacob. Deve avervi riferito il motivo per cui ci siamo dati appuntamento nella foresta.-
A quelle parole lessi un velo di sorpresa attraversare gli occhi di Uley che  il ragazzo cercò di camuffare nel riservarmi un occhiata più torva delle precedenti. Forse Jacob non aveva messo al corrente il branco dell’accaduto.
-Non è difficile immaginare di cosa abbiate parlato.-
-Illuminami.-
 Il lupo dal pelo più chiaro ringhiò  violentemente per minacciarmi. Dovevo stare attento a giocare col fuoco. Perché il fuoco era molto pericoloso per un vampiro.
-Della traditrice. Di Bella Swan.-
-Credevo fosse anche una tua amica.-
-Chi è amico di fetidi succhiasangue non è amico nostro!-
- Noi non potremo più proteggerla a breve.-
Il lupo smise di girare intorno al suo capo branco e lo fissò intensamente. 
-Tu mi stai chiedendo di proteggerla perché tu e la tua compagna ve ne dovrete andare? Per chi ci hai preso,per dei cani da guardia?-
- L’unico motivo che vi ha spinti ad allontanarvi da lei siamo stati noi Cullen. Se ce ne andremo,non avrete più motivo di avercela a morte con lei.-
-Ma certo! Bella deve sempre essere tutelata da creature sovrannaturali,no? Non può vivere una vita normale! Se non ci sono i succhiasangue,ci sono i lupi cattivi con lei;se tornano le sanguisughe,i lupi cattivi finiscono nel dimenticatoio. Dunque,fammi indovinare…Ma certo,ora che se ne vanno di nuovo i Cullen,tocca a noi stare con lei! Ho appena scoperto che facciamo i turni!-
Licantropi…esseri così orgogliosi. Nella mia esistenza avevo avuto modo di capire quanto potesse essere dannoso provare tale sentimento. L’orgoglio offuscava la mente,e faceva dimenticare ciò che era veramente importante. In quel caso aveva fatto dimenticare ad Uley il valore di un amicizia.
-Io ti prego di mettere da parte l’orgoglio. Anche tu devi amare qualcuno,cambierebbe il tuo sentimento nei suoi confronti se un domani ti alzassi e scoprissi che è diventata un vampiro?-
Sam Uley iniziò a tremare,scosso dagli spasmi. Il lupo indietreggiò da lui di qualche passo. 
-Questo non ti riguarda!-,ruggì,sforzandosi di non perdere il controllo.
Non avevo intenzione di scappare,non prima di chiudere la questione.
-Io credo che ameresti comunque quella persona. Il tuo odio si riverserebbe solo su chi l’avrebbe trasformata. Non puoi incolpare Bella per ciò che ama,se proprio vuoi dare la colpa a qualcuno,dalla a me perché esisto. Non abbandonare un’amica che ha bisogno di aiuto perché è  innamorata di un vampiro. E’ pur sempre di amore che stiamo parlando,non di liti tra vampiri e licantropi.-

Ma non c’era stato modo di smuovere l’animo di Sam Uley. Ero stato costretto a fare dietro front e tornare da Alice e Bella,prima di rischiare di finire circondato dall’intero branco di lupi. Ma sapevo che uno di loro non avrebbe abbandonato Bella,una volta compresa la gravità del problema. Forse,chissà,nessuno lo avrebbe fatto.
-Dobbiamo andare.-
Alice mi fissava con espressione grave,le labbra strette,rigida nella sua tensione. Le feci un piccolo sorriso di incoraggiamento. Il corpo di Bella a contatto con il mio sembrò diventare più caldo. Era stata una mia impressione? Oppure sentir pronunciare quella frase l’aveva sorpresa?Tutto ciò che sapevo con certezza era che presto non avrei più potuto godere di quella dolce vicinanza.
-Reggiti forte.-,l’avvertii issandomela in spalla. Alice rilesse velocemente il biglietto che aveva lasciato sul tavolo della cucina di Charlie e cercò di sorridermi. Era chiaro che fosse dispiaciuta di lasciare quella casa,e soprattutto,spaventata. Come se mi avesse letto nel pensiero,annuì col capo,per farmi credere che andasse tutto bene,e balzò fuori dalla finestra. Io la seguii.
Era Alice a sapere  il luogo del fatidico incontro,così la rincorsi senza perderla un attimo di vista. Secondo quanto mi aveva detto,i Volturi sapevano del suo potere,e si sarebbero fermati ad aspettarci in una radura,certi che Alice li avrebbe visti arrivare. Ci fermammo proprio lì,in un ampio spiazzo di erba umida accerchiato da alberi e avvolto dalla nebbia. I miei “vecchi amici” sarebbero arrivati da un momento all’altro. 
In quel momento mi pentii di non aver chiesto aiuto alla famiglia di Denali per non coinvolgerli nei miei problemi:anche se i Volturi avessero accettato le mie condizioni, non era detto che poi le avrebbero rispettate. 
Feci rimettere Bella in piedi e le passai un braccio attorno alla vita con fare protettivo. Lei mi strinse a se,le sue fragili braccia parvero acquistare una nuova,sconosciuta forza nel compiere tale gesto. Desideravo ardentemente prenderla e portarla lontano,lontano da quella foresta,lontano da Forks,lontano dagli Stati Uniti,lontano da coloro che volevano servirsene per i loro oscuri scopi. Ma fuggire non mi sarebbe servito,anzi,avrei rischiato di complicare la situazione.
D’un tratto Alice sussultò. Anche Bella la udì e fece uno scatto allarmato. 
-Con me sei al sicuro. Ricordalo.- 
-Non ho paura.- rispose prontamente. In quell’affermazione c’erano grinta e sicurezza.
-Ci siamo. - annunciò Alice.
Potei sentire l’odore antico e raffinato della loro pelle nell’aria. Nonostante fosse gradevole,mi fece provare sensazioni spiacevoli. Remoti ricordi che avrei preferito dimenticare riaffiorarono dagli angoli più reconditi della mia memoria. 
Tre figure incappucciate comparvero di fronte a noi,io ed Alice riuscimmo a distinguere le loro figure perfettamente,anche se avvolte da un mantello di denso vapore danzante. Se Bella avesse potuto vedere,avrebbe intravisto tre sagome nere e inquietanti avvicinarsi lentamente.
Camminavano con un andatura umana,come se volessero prolungare l’attesa di chi li stava aspettando e rendere indimenticabile la loro apparizione. Si fermarono a una trentina di metri di distanza da me,Bella e Alice.  Qualunque volto fosse affiorato da quei cappucci,non avrebbe fatto una piacevole sorpresa a nessuno. Ironia della sorte,il primo a rivelarsi fu il più diabolico che ricordavo,il più diabolico nella sua falsa apparenza angelica.
-Da quanto tempo. Che piacere rivederti,Carlisle.-
-Salve,Jane.-
-Demetri,Felix,avete dimenticato le buone maniere?-
Le due figure ai lati di Jane mostrarono il loro volto. 
– Buonasera,dottor Carlisle.- salutò quello di destra,il più corpulento e imponente dei tre. 
- Salute a te,Carlisle.- Fu la volta di Demetri.
Bella si era irrigidita,il suo cuore,al contrario,pulsava agitato come un allarme.
-Piacere di conoscerti,Alice. Fremevo dalla curiosità di vederti.- proseguì Jane. Un velo di freddezza sfumò il suo solito tono impassibile quando si rivolse ad Alice. Probabilmente Aro doveva aver elogiato la mia compagna troppo eccessivamente per i gusti di Jane,la quale aveva sempre amato essere considerata la preferita del suo leader.
-Lusingata.- fu la laconica risposta di Alice.
-Oh,ma che sorpresa!- cinguettò Jane,puntando i suoi inquietanti occhi su di me. –C’è anche Isabella con voi!- 
Come se non avessi sentito il suo odore…
-Mmmh…è squisita.- mormorò Demetri.
Ebbi l’impulso di stringere Bella ancor più saldamente a me,come se stessi tenendo d’occhio un arciere con l’arco puntato al suo cuore. 
-Non ho paura,davvero.- sussurrò lei flebilmente contro il mio braccio.
-Devo farti i miei complimenti,Bella,sembri davvero ottima. Perdona Demetri,non voleva essere scortese con te.-
-Arriva al dunque.- fu la secca richiesta di Alice. 
-Calmati- 
Parlai a denti stretti,così piano che un umano non avrebbe udito nemmeno una leggera vibrazione nell’aria. La mia voce si poté paragonare ad un ultrasuono.
-Ha ragione,Jane. A quanto pare Alice è una che va subito al sodo,proprio come me.- intervenne Felix.
Jane mosse impercettibilmente il capo nella sua direzione. Io tesi le orecchie,ma non udii nulla.
-Qualcosa mi dice che voi sapete già perché siamo qui.- dichiarò Demetri.
-Si,ed è per questo che avrei una richiesta da farvi.-
Jane spostò nuovamente i suoi occhi su di me. –Siamo tutt’orecchi.-
-Gradirei venire a Volterra per parlare col mio vecchio amico Aro.-
Demetri e Felix sogghignarono. 
-Oh,sono sicura che verrai.- fu l’ambigua risposta di Jane.
-Dato che dobbiamo portare con noi l’umana,credo che tu voglia restare insieme a lei. Anche se in verità…- Jane s’interruppe. Bella trattenne il fiato e rafforzò la presa sulla mia camicia. 
-Non sei obbligato a seguirci. Mentre per quanto riguarda le altre due,è ovvio che siano costrette.- Finalmente la spietata vampira stava iniziando a parlare chiaramente,senza ricorrere ad inutili e falsi giri di parole. 
-Non avrete bisogno di usare la forza,io e Carlisle vi seguiremo.- intervenne Alice con tono risoluto. 
La mia mente era incentrata principalmente su Bella: cosa stava pensando in quel momento?
- E Isabella?- Sentir pronunciare il suo nome da Demetri m’infastidì. 
-Non parlare- le sussurrai pianissimo. Fortunatamente mi udì e rimase in silenzio.
-La tua fidanzata non intende seguirci?- Il tono di Jane rivelò ironia e un sottile velo di provocazione nel pronunciare la parola “fidanzata”.
-Desidererei avere un colloquio personale con Aro,chiedergli se sarebbe possibile prolungare la permanenza di Isabella a Forks.-
-Forse non mi sono spiegata bene,Carlisle. La tua presenza a Volterra non è richiesta.- Jane parlava affabilmente,in maniera contrastante a ciò che stava dicendo.
-Vi sto chiedendo un favore: lasciatemi venire e parlare con Aro riguardo Isabella. Due al posto di tre,prendere o lasciare.- misi in chiaro. Tuttavia avevo fatto un grosso rischio: non c’erano rinforzi pronti ad entrare in azione se Jane avesse negato la mia richiesta.
-Ma cosa stai dicendo!?- 
Rimasi spiazzato dall’improvvisa esplosione di Bella. 
-Io…io non vi lascio.- 
I tre vampiri puntarono famelici gli occhi sui Isabella,sorpresi di averla sentita parlare per la prima volta. 
Alice escogitò uno stratagemma per entrare in mio soccorso.
-Oh Bella…- prese a singhiozzare -…come reagirà Charlie quando scoprirà che sei scomparsa? Se solo tu potessi avere ancora un po’ di tempo per dire addio a questa tua vita…So che desideri diventare al più presto vampira,e imparare a cacciare grazie ad un clan esperto e raffinato…Ma non pensi a tuo padre,tua madre…ai tuoi amici? Morirebbero di dolore…Aspetta solo un mese,ti prometto che torneremo a prenderti,e potrai restare con Carlisle…-
Ci voleva ben altro per ingannare Jane. E quel discorso non l’avrebbe mai potuta impietosire,benché Alice avesse recitato magnificamente. Tuttavia ciò basto perché Bella capisse che noi non l’avremmo abbandonata.
-Forse potremmo accontentarci di portare due ospiti a casa,per adesso.- intervenne Felix con un sogghigno –Alice potrebbe provare rancore nei nostri confronti per il trattamento riservato alla sua amica; se deve diventare una nostra nuova alleata,tanto vale non iniziare a litigare- 
Avevo la sensazione che si stesse divertendo,col suo modo di prendere alla leggera la situazione.
Jane gli scoccò un’occhiata velenosa.
-Concordo Felix,per una volta potremmo essere magnanimi. Non ci costerebbe nulla aspettare un mese.- Demetri m stupì,non mi aspettavo acconsentisse.
-Va bene. Accontentiamo Carlisle ed Alice.-
In quella radura,cinque creature rimasero spiazzate: quattro vampiri,e un’umana. Jane…Era impensabile che non stesse architettando qualcosa.
-Sei davvero sicuro di voler venire con noi?-
- Lo faccio per Isabella. Giuratemi che non le farete del male.-
Ma sapevo che la mia Bella non sarebbe mai più stata al sicuro. Mai più. Non finché loro ci sarebbero stati.
-Questo dipenderà dalla decisione del tuo vecchio amico,Carlisle.-
Osservai l'espressione compiaciuta del suo piccolo viso,il trionfo inciso negli occhi spietati. Quell'essere era in grado di farmi rabbrividire di disgusto...Ammetterlo era imbarazzante.
-Non andartene.-
Immaginai di avere un cuore incastonato nel petto. Immaginai che si fosse appena spezzato in due e poi polverizzato come corroso dall'acido.Tutto questo per alleviare il dolore,perché sentir pronunciare quelle parole da quella voce era stato mille volte più letale e distruttivo.
"Lo faccio per te. Non complicare tutto,per favore."
-Non andartene. Non di nuovo...-
Incatenai i miei occhi ai suoi,tra quel legame scorreva un fiume di ricordi,parole ed emozioni. Speravo che avrebbe potuto leggere almeno una parte di quella vita che stavo cercando di riassumere con un'occhiata,anche se lei non poteva vedermi. Perché mi sentiva. Doveva assolutamente percepire che la stessi guardando.
- Non è un addio.-
"Non è un addio. Questo glielo devo promettere. Farò in modo che sarà un arrivederci. Un arrivederci al Mio Amore."
-Te lo prometto.-,sussurrai con il tono di voce più dolce e rassicurante che riuscii ad ottenere.
-Adesso basta.-,ordinò la piccola vampira con tono infastidito. - Se la tocchi la sbrano.-,mi avvertì. - Dobbiamo andare.-
Ma non riuscivo a staccarmi da lei. 
-Carlisle,lasciala.- m’intimò Alice in un flebile sussurro.
-Abbandonare nella foresta un’umana che non può vedere…spero per te Isabella,che tu sia una tipa fortunata. Se non dovessi farcela a mettersi in salvo,Carlisle,la colpa sarà tua,ricordalo.- ghignò Jane soddisfatta.
-Permettimi di portarla al sicuro.-
-Sono stata già abbastanza accondiscendente. La richiesta di prolungare la permanenza della tua fidanzata a Forks,dopotutto,è stata tua. Intendo seguire le tue parole alla lettera: la foresta fa parte di Forks. Prendere o lasciare…- 
Non avevo altra alternativa,era meglio non fare irritare i nemici. Non rimaneva altro da fare che aggrapparsi alla speranza.
-Chiedi aiuto,Bella. Ti prego.- sussurrai. Ma lei parve non sentirmi,non percepivo più il calore del suo corpo,il cuore batteva a rilento. Era come spenta. 
-Carlisle.- implorò Alice.
-Ti prego Bella,chiedi aiuto.- sussurrai per l’ultima volta. 
-Arrivederci,Bella.- Ad Alice tremò la voce,mentre si avviava incontro a Jane,Demetri e Felix.
Ne io ne lei ricevemmo risposta al nostro saluto. Trovai un coraggio che non avrei mai creduto di possedere nel sciogliere la presa delle mani di Bella dalla mia camicia,sentirle scivolare sulle mie senza poterle baciare,e allontanarmi. 
Fu come morire poco alla volta,lentamente,ma inesorabilmente. Si,quella notte morii,e nacque un nuovo,diverso,Carlisle.


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Spazio dell'autrice. 
Sono in ritardo mostruoso!! Scusatemi,ma dato che sto partecipando ad un contest ho dovuto cominciare a darmi da fare a scrivere la bellezza di sette one-shot. Il capitolo è venuto agsè,come si dice dalle mie parti,tirato per le orecchie ecco. Be' a quanto pare i Volturi sono arrivati a prendere Bella,ma Carlisle ha chiesto che lei non venisse presa. Anche se lui ed Alice se ne sono dovuti andare e lasciare Bella da sola nella foresta ç_ç  Ma sarà davvero il tempo l'aiutante di Bella? E Aro acconsentirà ad aspettare,oppure manderà immediatamente delle guardie a prendere la sua terza preda? Del resto,sarà un giochetto da ragazzi portarla via,ora che è rimasta sola e indifesa. Sempre se la sua fortuna,come ha detto Jane,la salverà.Ma secondo voi quale sarà il cambiamento di Carlisle? E il povero Heron,che ancora una volta non si sa la fine che ha fatto,cosa avrà combinato? 
Continuate a dirmi se la lunghezza dei capitoli è di vostro gradimento ;) 
Adesso rispondo alle vostre graditessime recensioni.




 SIXY [Contatta] Segnala violazione
 03/02/10, ore 16:06 - Capitolo 3: Non è te che vogliono
Ci hai visto giusto ovviamente,chiaro che i Volturi volessero Bella Swan! Credi al fatto che abbiano trovato il modo di venire a sapere di lei,perché con quei loro stramaledetti poteri possono fare di tutto. Se rifletti,sono sicura che potrai capire come hanno fatto. Sono contenta di rileggere una tua recensione. Spero il capitolo sia stato di tuo gradimento! Baci ;)
 Aia Cullen [Contatta] Segnala violazione
 27/01/10, ore 23:53 - Capitolo 3: Non è te che vogliono
Anche tu indovinato,come puoi vedere. (Non che fosse difficile XD) Grazie dei complimenti;)
 Bimba sognatrice [Contatta] Segnala violazione
 27/01/10, ore 20:58 - Capitolo 3: Non è te che vogliono
Visto Heron? Sapevo qualcuno lo avrebbe notato e sarebbe rimasto sorpreso a sentirlo parlare così aggressivamente con Alice. Questa sua aggressività gli costerà caro... Vedrai più avanti cosa combinerà... Baci ;)
 AshG [Contatta] Segnala violazione
 27/01/10, ore 20:07 - Capitolo 3: Non è te che vogliono
Sono contenta di sentire che la lunghezza dei capitoli ti piace(anche se questo mi è uscito un pochino più lungo rispetto agli altri)
Come ho detto a SIXY,prova a pensare a come possono aver fatto i Volturi a scoprire di Bella...Più avanti lo capirai comunque!
Su Jane ci hai azzeccato.
Vedo che abbiamo un punto in comune: l'effetto Carlisle-Camomilla  XDXDXD
Ed è ovvio che scherzavo quando ho detto che Carlisle è intoccabile,sai che gli farei se l'avessi quaaaaaa *ç* *_______* Pienamente d'accordo sul fatto che...Carlisle è Carlisle!! Della serie,rifacciamoci gli occhi tutti quanti,specie su Peter Facinelli,che moro è ancora più gnocco *_* Ma qui sto andando fuori tema...XD Grazie del tuo sostegno come sempre,infinitamente. Spero ti sia piaciuto il capitolo,baci;)

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. L'amica della pioggia ***


L'amica della pioggia



Tuonava,proprio come quella notte. Quella notte lontana lontana come un palloncino volato nel cielo. Ero zuppa d'acqua e appiccicata al suolo,immersa in un laghetto di fango fresco scavato dal mio stesso corpo. La pioggia ricadeva sul mio viso,scivolava dalle ciglia lungo le guance e il naso e lasciava un sapore amaro sulle mie labbra gelate. Non riuscivo più a sentire i rametti,i fili d'erba e i piccoli sassolini sotto di me,non riuscivo più a udire lo scroscio della pioggia,ne a spaventarmi per i ruggiti improvvisi che provenivano dal cielo.
Mi ero rannicchiata su me stessa come un neonato nella pancia della madre,ma invece di trovarmi in un rifugio caldo e sicuro e sentire il battito del mio cuore in sincrono con quello di colei che mi aveva dato alla luce,ero nella foresta,di sera,nel bel mezzo di un temporale,sola,infreddolita,abbondonata e distrutta.
Tictac,tictac,titcac. Quelle che avrebbero dovuto essere innocenti gocce di pioggia erano veloci e violenti colpi che mi aggredivano.
Tictac. Tictac. Tictac...Tictac...Tictac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...tac...Tic...
I miei sensi si stavano annullando.  Mentre i ricordi erano più vivi che mai,erano silenziosi,ma c'erano. Il mio scoppio di pianto disperato sul pick up,la visione di Alice,la corsa sulla strada,il volo verso il fiume,una testa che riaffiorava dall'acqua,Victoria che mi sussurrava all'orecchio parole di pregustata vendetta,il freddo,ancora la pioggia su di me,io che facevo avanti e indietro intorno ad Alice e Victoria per attirare Emmett e gli altri,io che cadevo a terra urlando disperata in una stanza buia,Carlisle che diceva a me e ai suoi figli di scappare,la figura di Carlisle voltato di spalle che si allontanava: immagini prive di suono che si susseguivano nella mia mente. Era tutto così familiare...
Odiavo la  pioggia. Ma mi aveva bagnata in tanti momenti. Occupava inevitabilmente un posto speciale nella mia vita.
Un suono diverso giunse debole alle mie orecchie intorpidite. Era straziante. Infinito,maledettamente bello e melodico. Ma soprattutto,doloroso. Sembrava stesse intonando il mio dolore,un dolore che pesava come un macigno piantato nel petto che non riuscivo nemmeno a tirare fuori.
Ma ero troppo stanca per dargli importanza. Mi lasciai sprofondare nel nulla.
E come fu strano,quel nulla...
-...di...be...no! ti...e...no...re...-
Quel rumore  era così buffo...Ed era accompagnato dall'illusione di un piacevole e dolce tepore percepito sulla mia pelle.


*******

-Prima o poi dovremo dirglielo...-
Mi ero risvegliata? Oppure era davvero finita all'altro mondo? Quella voce lontana e dal tono basso...era la voce di Dio?
Impossibile. Si,doveva essere impossibile. Un paio di secondi in più bastò per farmi capire che non era la prima volta che la sentivo.
-Tardi.-,sentii dire da una seconda voce,più giovanile della prima,e ancor più familiare. Inspiegabilmente,dopo quella mia ultima constatazione ebbi una fitta lancinante allo stomaco.
- E se dovesse avere bisogno di un medico,e se dovessimo portarla all'ospedale?- continuò ostinata la voce più anziana.
Ospedale? Medico? Pensare a quella parola mi fece venire in mente un volto incredibilmente affascinante:carismatici occhi dorati,sorriso gentile ma mozzafiato,capelli biondi e pelle chiara. Lui era il mio unico ed insostituibile medico,l'unico che avrei mai potuto apprezzare,l'unico da cui mi sarei sempre fatta curare...e anche l'unico uomo-o meglio,vampiro-che non avrei mai smesso di amare.
Avevo la sensazione di essere in una stanza che non era camera mia,e sapevo per certo che le due persone che stavano discutendo non erano Carlisle ed Alice,eppure... -Carlisle?-  lo chiamai. Ero così abituata a risvegliarmi e sentirlo accanto a me che non riuscivo a credere di essere sdraiata senza di lui.
Una maniglia scattò. Nello stesso istante il mio cuore prese a battere freneticamente. Ci fu il rumore di una porta spalancata che picchiava violentemente contro un muro.
- Chi siete!?- domandai rizzandomi a sedere.
- Che accidenti ti salta in testa!?-
Allora riconobbi la voce che avevo sentito parlare per prima. Qualcuno mi afferrò per la schiena e mi strinse energicamente a sé facendomi andare a cozzare contro il suo petto duro. Un respiro caldo sulla mia nuca mi fece inevitabilmente ricordare fuggenti momenti di una vita felice che mi ero lasciata alle spalle: un ragazzone dalla pelle dorata che mi scompigliava i capelli con la sua mano grande,che sospirava mentre mi abbracciava,che mostrava il suo sorriso a trentadue denti quando scherzavamo insieme.
-Sei…sei…davvero tu?-
-Bella…- mormorò Billy Black a poca distanza da me.
-Billy…Oh,perché non parli?- supplicai rivolgendomi al ragazzo che sembrava intenzionato a non mollare la presa su di me. -Jacob,amico mio…- sussurrai quelle parole mentre lo abbracciavo.
C’erano felicità,dolore e dolcezza nella presa salda di Jacob.  Ricordai la sua decisione di non vedermi mai più e mi venne il magone. Continuai a  domandarmi il perché di quella sua scelta,non potevo credere che lo avesse fatto solo per la questione vampiri-licantropi. Una voce dentro di me mi diceva che Jacob era stato forzato da qualcun altro nelle sue scelte.
-Jacob…parlami,ti prego.-
O forse lo stavo pensando solo perché in quel momento ero di nuovo stretta a lui e non riuscivo a credere di averlo perso perché lo aveva voluto lui?
-Mi sei mancata,Bells.-
La nostalgia m’invase quando udii il suono bellissimo della sua voce fresca e giovanile.
-Ma…ma perché? Perché?- farfugliai. Erano le uniche parole che potessi dire con la confusione e l’incertezza che mi balenavano in testa.
Dove mi trovavo? Cosa mi era successo? Come potevo essere stretta a Jacob?  I vampiri che avevano tormentato i miei incubi durante la notte…erano già arrivati? Forse io non ricordavo cosa mi fosse successo prima di svegliarmi perché loro avevano esercitato qualche potere su di me. Forse lo stavano facendo anche in quel preciso momento. Forse le due persone vicino a me non erano chi mi aspettavo che fossero…Forse Jacob e Billy Black erano solo un’illusione.
Cercai di divincolarmi dalla presa forte del falso Jacob.
-Bella! Cos’hai?-
-Jacob,mollala!- intimò il falso Billy. Colui che mi stava stringendo calorosamente a sé fino a pochi secondi prima,si ritrasse come se si fosse scottato.
Cercai di scendere dal letto rapidamente e le mie gambe si incastrarono in un groviglio di coperte.
-E’ sotto shock. Esci,ci penso io a calmarla.-
-Ma…-
-Niente ma- tagliò corto il falso Billy.
Il cuore minacciava di uscire dalla mia bocca,tanto ero agitata. Mi sentivo come un coniglio in gabbia consapevole che presto sarebbe finito sgozzato o aperto in due.
Ci fu il rumore pesante di un paio di piedi che si allontanavano velocemente e di una porta che si richiudeva.
-Bella…Sono Billy,l’amico di tuo padre Charlie. Non hai motivo di avere paura di me. Io e Jacob non ti faremo del male.-
Misi le mani davanti a me,non m’importò di sembrare pazza,volevo solo proteggermi.
-Quanti anni ha mio padre,Billy?- domandai con tono di sfida.
-Quarantadue-,fu la pronta risposta.
-E io quando sono nata?-
-Il 13 settembre…Bella,credi davvero che io sia un impostore?-
-Io…io non lo so! Dimmelo tu chi sei!-
-Sarai accontentata: io sono il discendente diretto di Ephraim Black,faccio parte della tribù dei Quileute e mio figlio Jacob è un licantropo di sedici anni. Da piccoli voi due giocavate insieme col fango. Quando tu arrivasti da Phoenix,ti diedi il mio pick up rosso,che tu distrussi andando fuori strada,secondo quanto mi raccontò tuo padre,ovvero il capo di polizia,perché soffro di diabete e sono sulla sedia a rotelle…Vuoi sapere qualcos’altro?-
-Si…Perché Jacob si è trasformato in licantropo?-
-Una sera tornò a casa dal cinema,probabilmente era arrabbiato con il tuo amico,e il lupo assopito in lui prese vita. Rischiai grosso.-
Tirai un profondo e lungo respiro di sollievo. Scartai l’ipotesi che i Volturi avessero potuto essere così informati sui Quileute e mi convinsi di avere accanto a me il vero Billy.
-Mi dispiace.-
-Di niente,di niente.- rispose Billy con voce calorosa.
Mi vergognai terribilmente di me stessa per aver dubitato della sua identità e perché mi trovavo sola con lui,senza sapere cosa dire o fare,in una situazione davvero problematica.
L’ultima volta che io e Jacob ci eravamo visti,avevo rischiato di fare la fine di Emily;Jacob aveva perso il controllo com’era successo a Sam,e se non fosse stato per Heron,avrei potuto morire azzannata dal mio migliore amico. E ora mi trovavo proprio di fronte al padre di Jacob.
In un gesto di rabbia mi districai dal groviglio di coperte in chissà quale modo;almeno ebbi la magra soddisfazione di essere riuscita a fare qualcosa senza l’aiuto di nessuno.
-Hai…Sono affascinanti i tuoi occhi.-
Stava cercando di trovare una nota positiva riguardo la mia cecità? Mi accorsi di non avere gli occhiali scuri a schermare la mia vista e li richiusi per non sprecare inutilmente energie. Non volevo che qualcuno vedesse le mie orrende pupille bianche: altro che fascino,probabilmente sembravo una ragazza dei film dell’orrore.
-Credo che io,te e Jacob dovremmo parlare.- continuò Billy  con voce premurosa.
Mi aspettavo un trattamento diverso,credevo che lui mi odiasse perché ero tornata dai Cullen,invece si stava dimostrando deciso a infondermi sicurezza e tranquillità.
-Jacob! Vieni dentro,avanti.- richiamò suo figlio.
La porta si riaprì.
-Jake,mi dispiac…-
-Non ci provare.- mi interruppe. Lo sentii accarezzarmi la testa e a quel punto un pensiero mi colpì: come avevo potuto essere così stupida da dubitare di lui nonostante avessi percepito il tepore del suo corpo a contatto col mio? Le molle del letto cigolarono e io sprofondai nel materasso; Jacob si era seduto accanto a me. Con quella consapevolezza mi sentii protetta.
Accanto a me c’erano due facce amiche.
-So che sei ancora sconvolta,ma è importante che tu mi dia una risposta alla domanda che sto per farti.- proseguì Billy -Cosa ci facevi sola nella foresta,sotto la pioggia?-
Era davvero una domanda strana. Così era lì che ero stata trovata? Già,cosa ci facevo?
Un ricordo mi pugnalò con violenza: le gocce d’acqua che mi schiaffavano il viso mentre perdevo i sensi e uno strano rumore di sottofondo.
-Bella?- mi richiamò Jacob. – Io ero nella foresta per puro caso,è stata una fortuna per te…Non oso pensare cosa ti sarebbe potuto capitare se non fossi arrivato io…- La sua voce tremò.
-Ti ho portata immediatamente a casa e per venti minuti buoni ho dovuto tenerti in braccio perché i tuoi vestiti si asciugassero e la tua pelle acquistasse un minimo di colore. Dio…il tuo polso era così debole…-
-Jacob,sei un’ottima terapia contro i traumi post congelamento.- cercai di scherzare. Scherzai per allontanare l’inquietante pensiero del perché non ricordassi com’ero arrivata in mezzo alla foresta.
-Jacob,Billy…Io non so cosa ci facevo lì.-
Era come se la mia mente stesse creando una barriera davanti alla mia memoria,come se temesse di mostrarmi cos’era successo.  Era una parte di me ad impedirmi di ricordare,una parte di me che non voleva assolutamente che lo facessi.
-Perché i Cullen non erano con te?- domandò Billy.
Carlisle…Alice…Carlisle…
Iniziai a tremare convulsamente. Loro dov’erano? Come avevo potuto non pensarci per tutto quel tempo?
Poi la mia barriera mentale si ruppe,esplodendo.
-No…No! NO! NON LI HANNO PRESI,NO!- gridai fino a sgolarmi.
Percepii di aver mandato nel panico anche Jacob. Billy invece parve non scomporsi,perché non fiatò.
-Calmati Bella…per favore.- mormorò Jacob- Presi? E da chi?-
Avevo preso a scuotere la testa con decisione,ed ero intenzionata a non smettere. No,no,no e ancora no:non li avevano presi.Carlisle ed Alice avevano escogitato un piano e sicuramente sarebbero tornati a Forks al più presto.
-Tanto torneranno. Non ha importanza…- fu la mia secca spiegazione. La calma si era improvvisamente impadronita di me.
-Penso che dovrò chiamare tuo padre. Devo dirgli dove sei,sarà sicuramente in ansia.-
Le parole di Billy mi caricarono nuovamente d’ansia.
-Non farlo. Non voglio tornare a casa,lo metterei in pericolo.-
-Bella,devi dirci che cosa ti è successo. Non credo tu sia finita da sola nella foresta perché avevi deciso di fare una passeggiata. Maledetti Cullen,giuro che se li trovo gliela faccio pagare!- ringhiò Jacob. Improvvisamente sentii di detestarlo.
-Loro non centrano niente! Tu non gli farai del male! E anche volendo…non potresti. Li hanno presi…-
-Jacob,vai a preparare un thè in cucina per favore. Bella,non importa,d’accordo? Ora cerca di rilassarti,coraggio,sdraiati nel letto. Per stanotte dormirai qui,domani chiamerò tuo padre.- Le molle del letto cigolarono nuovamente e io mi ritrovai diritta sul materasso quando Jacob si alzò.
-No,non devi farlo. Lui non deve sapere dove sono. Ti prego.- supplicai. La testa mi martellava di dolore:dubbi,domande,certezze che facevano paura,pensieri inaccettabili,fantasie oscure mi tormentavano. Perché doveva essere sempre tutto dannatamente complicato?
-E va bene. Ne riparleremo domani.-
Ma che ore erano?
-Che ore sono?-
-Le ventitré passate.-
Un senso di vuoto si mescolò alla confusione e alla  mia angoscia interiore. Erano circa le sette quando mi ero trovata nella radura con Carlisle ed Alice. Una voce angelica ed allettante che mi provocava un profondo senso d’inquietudine riecheggiò nella mia testa:tutto ciò che era successo in giornata stava riaffiorando poco a poco. Quella Jane era stata capace di farmi rabbrividire con la sola voce.
Cosa era successo durante tutte quelle ore a Carlisle e ad Alice? E Edward e gli altri...sapevano della loro decisione? Dovevo assolutamente mettermi in contatto con loro,in un qualche modo. Non fossi stata ceca,sarei corsa sul primo aereo disponibile per Praga,e niente e nessuno sarebbe stato in grado di fermarmi.  E che ne era stato di Heron ed Esme? I Volturi li avevano uccisi? E io cosa centravo in tutto ciò?
Billy taceva da un po'. Lo richiamai,ma non ricevetti alcuna risposta. Dalla stanza adiacente a quella dove mi trovavo,udii il rumore di una tazza che si frantumava e il ringhio inconfondibile di Jacob.
-Jacob,sta calmo! Sam,devi  assolutamente ascoltarmi.-
Mi sorprese sentire la voce di Billy lontana da me,non mi ero accorta fosse uscito dalla stanza. Il mio cervello ci mise un po' a collegare la spina: Sam doveva essere piombato in casa Black con aria furiosa. Il motivo di quell'incursione? Io. Ero sempre io. E mi trovavo in un letto,in attesa di sentire cosa sarebbe successo di lì a poco,la testa che mi martellava per il dolore acuto e bruciante dell'improvvisa sorpresa.


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Spazio dell'autrice: ...lo so,ci ho messo tanto per pubblicare questo capitolo. Ma non ho intenzione di farvi aspettare così a lungo per i prossimi! Il 28 febbraio sarà il giorno della fine del contest a cui sto partecipando,e avrò più tempo da dedicare a questa storia.
Allora,sembra che i problemi si stiano moltiplicando.La sfiga regna ormai! Servono rinforzi! Ma arriveranno? Pensate davvero che Bella peggio di così non possa finire? Se si...vi sbagliate purtroppo=(
Ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto questa storia alle seguite e alle preferite,e,ovviamente lascio le risposte alle vostre recensioni:
 Rebecca Lupin [Contatta] Segnala violazione
 13/02/10, ore 17:00 - Capitolo 4: Sola
Esme dici? Mi sa che dovrai uccidere qualcuno. Io mi prenoto per aiutarti,ti darei volentieri una mano!
Carlisle...poveri noi=(  Gliene capiteranno delle... brutte,non posso dire  delle belle! Si metterà  nei guai. Ma non posso anticiparti niente,continua a seguirmi se vuoi scoprire cosa gli capiterà ;)
 KristenAlice [Contatta] Segnala violazione
 11/02/10, ore 20:27 - Capitolo 4: Sola
Esagerataaaaaa. Pure una poetessa,sei fuori di testa! Comunque è bellissimo trovarti anche qui,pronta a leggere e a commentare la mia storia. Ti voglio bene
 SIXY [Contatta] Segnala violazione
 09/02/10, ore 15:42 - Capitolo 4: Sola
Si,fai bene a preoccuparti,preparati psicologicamente a ciò che capiterà a  Carlisle =(   Come puoi vedere,sono tornati in scena i licantropi! Grazie di seguirmi;)
 Aia Cullen [Contatta] Segnala violazione
 05/02/10, ore 20:34 - Capitolo 4: Sola

Che bello che ti ho fatto rabbrividire d'emozione *_* Sono al settimo cielo!
Già,anch'io mi chiedo se questi poveretti potranno mai vivere in pace...Argh,è tutta colpa della mia mente malata!!!

 AshG [Contatta] Segnala violazione
 05/02/10, ore 20:32 - Capitolo 4: Sola

Lo so,è tutto un gran casino,ma nei capitoli successivi troverai tutte le risposte che cerchi.
Non posso assolutamente dirti perché Aro vuole Bella,eheheh XD
Si,Carlisle ed Alice...beh,non hanno preso una decisione avventata,avevano già discusso e riflettuto al riguardo. Ma non hanno voluto dire niente a Bella,perché altrimenti lei avrebbe fatto una pazzia se fosse venuta a sapere che volevano andarsene.
"Alice, con quella sceneggiata,è servito a quale scopo? Forse per far capire a Bella che loro sarebbero tornati?"
Esatto,per tranquillizzare Bella,che era esplosa in un grido. E anche per far credere ai Volturi che Bella voleva seguirli. Se ci hai fatto casso Alice dice di sapere che Bella non vede l'ora di imparare da un clan di esperti e raffinati vampiri come adattarsi alla sua nuova vita: insomma,ha fatto credere loro che Bella sia intenzionata a diventare una nuova guardia e che stimi i Volturi. In questo modo Felix e Demetri si sono,come dire,sentiti compiaciuti. E Jane...l'hai detto:è una bastarda. Ha accettato la richiesta di Carlisle per un solo,schifoso motivo,che scoprirai in seguito.
Come puoi vedere, ci ha pensato Jacob a trovare Bella *_* Ma ora ci sono altri,ed innumerevoli,problemi.

 Bimba sognatrice [Contatta] Segnala violazione
 05/02/10, ore 20:30 - Capitolo 4: Sola

Si è vero,è stato un capitolo davvero triste. E ne dovranno passare ancora,i nostri  adorati personaggi! Ce ne sarà per tutti,non solo per i Cullen... Vedrai in seguito;)



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Capitolo 6
*** Capitolo 5.Malessere ***


Malessere



-Spero tu possa capire,sei un ragazzo responsabile e con la testa sulle spalle. –
Rumore di passi pesanti in avvicinamento e di una porta che si richiudeva. La voce di Billy non fu più udibile.
-Bella…-
Era stato Jacob a richiamarmi,quasi con tono spaventato.
-Cosa sta succedendo? C’è Sam di là? Fammi parlare con lui! Se il problema sono io,me ne vado subito. Non voglio che litighiate fra di voi.-
-Ma cosa dici? Sam non è qui. E tu non vai da nessuna parte.-
Sprofondai nel letto e quando Jacob mi cinse le spalle appoggiai la testa sul suo petto,in cerca di un rifugio che emanasse calore e mi trasmettesse tranquillità.
-Accidenti Jake,sei duro come la pietra. Altro che cuscino…- mi lamentai scherzosamente. Ultimamente non ero più in grado di capire me stessa: dall’inquietudine passavo alla calma,dalla calma passavo all’ansia, dall’ansia passavo alla voglia di scherzare.
-E hai anche delle pretese…-
-Senti,di che cosa stanno discutendo Sam e Billy?- tornai alla carica.
Jacob sospirò. – Devi credermi,Sam non è qui. Ha solo telefonato. E mio padre gli sta spiegando di te,non può tenerlo all’oscuro. Io non ti mentirei mai…-
Jacob fece pesare quell’ultima frase su di me.
-Voglio crederci.-
-Credici.- Sembrò quasi un’affermazione incontestabile a livello matematico. – Mi spiace per il tuo thè,mi…-
-Jake,smettila. Non sarà certo una tazza di thè a distendere  i miei nervi. E so che non hai intenzione di lasciarmi da sola perché temi possa fare una pazzia,del tipo cadere dal letto e sbattere la testa contro lo spigolo di qualcosa di tagliente,o cercare di evadere da questa stanza. E non vuoi nemmeno che io senta cosa sta dicendo tuo padre a Sam. Beh,puoi stare tranquillo. Perché prima di tutto,voglio farti una domanda. E’ importante.-
Lo sentii irrigidirsi e ricordai il suo tono quasi spaventato di poco prima. – Mi è stato detto che tu non volevi più rivedermi. E’ vero,Jacob?-
Dovevo assolutamente avere una risposta.
-Non ti sto biasimando. Semplicemente,vorrei sapere il motivo di questa tua scelta. Lo hai fatto per allontanarti da un pericolo ambulante? Se è per questo hai fatto bene. Hai preferito tagliare i ponti con me perché sono cieca? Anche per questo hai fatto bene,perché tu meriti di essere felice e di non dover badare ad una come me. L’unica cosa che ti chiedo è una piccola spiegazione.-
-Ma cosa stai dicendo? Come puoi pensare cose del genere? Non ti rendi conto che  così mi fai del male?-
Trasalii. Jacob tolse il suo braccio dalle mie spalle e sospirò.
-Non lo sappiamo ancora,ma ti chiamerò  non appena mi dirà qualcosa.-
La voce remota di Billy scosse lievemente il velo di tensione che si era calato sopra di noi e lo allontanò momentaneamente.
-Non lo so…E’ per questo che te lo chiedo.-
-Io non volevo farlo.-
La voce di Jacob era segnata dal dolore a tal punto da tagliare l’aria che mi era entrata nelle orecchie.
-Non volevi fare cosa,Jake?- Mossi la mano destra alla ricerca di una sua spalla e tastai il vuoto. Una mano molto grande e piacevolmente tiepida afferrò la mia e la posò sulla sua guancia. Percepii qualcosa che non avrei dovuto sentire da quel contatto: Jacob mi aveva detto che per lui ero la sua migliore amica,non poteva… No,doveva essere una mia impressione. “Oltretutto,ora più che mai non dovrei piacergli in quella maniera.” mi dissi per rassicurarmi.
-Ho…sbagliato. E ti chiedo perdono.-
Smisi di respirare. –Cretino…Io non ce l’ho con te!- ribattei tirandogli un pugno sul petto. So bene che sei un licantropo…Ma ti prego,non chiedermi mai più scusa.-
-Come è potuto succedere? Come,Bella? Io non avrei dovuto perdere il controllo!-
-Jake,sarebbe potuto capitare a qualsiasi altro licantropo.- cercai di confortarlo.
-Già,ma non a me per causa tua! Se…se…-
Cosa stava cercando di dirmi? Sentirlo chiedermi perdono era stato già di per se sconvolgente,non volevo più sentirlo balbettare cose senza senso con aria da pentito: non sarebbe più stato il Jacob che conoscevo.
-Se niente. Le cose sono andate così perché dovevano andare così,evidentemente. In ogni caso,non serve a niente piangere sul latte versato. Quel che è stato è stato.-
Non era da me uscirmene con frasi del genere,ma avevo bisogno di sentire il mio amico con un tono di voce più sereno e sollevato.
-Ma non è giusto. Odio pensare al destino. Non dirmi che ci credi,che senso avrebbe vivere altrimenti? -
-Non ho detto che credo al destino. Solo…non esistono macchine del tempo.-
-Magari ce ne fossero.-
Mi lasciai andare ad una leggera risata,derisoria nei miei stessi confronti.
Jacob accarezzò la mia mano posata sulla sua guancia. –…Che effetto fa vivere così?-
Mi accorsi che era il primo a farmi quella domanda. Una delle cose che adoravo di lui era il suo lato istintivo: se aveva qualcosa da chiedere,lo faceva senza crearsi inutili problemi,lasciandosi guidare dalla sua curiosità innocente. Rispondergli mi fece più piacere di quanto avessi mai potuto credere. – Tutto cambia. Le piccole cose acquistano un’enorme importanza,un’importanza che esiste da sempre,ma che solo in determinate circostanze o momenti si può percepire. Per esempio i suoni,Jacob. La musica,i rumori dell’aria che fruscia contro gli alberi,le note di una canzone,lo scricchiolio del pavimento,i sospiri della gente,le risate,le grida…Tutto si è colorato di sfumature che prima di perdere la vista non ero mai riuscita a vedere. Noi umani ci lasciamo incantare dalle apparenze,vediamo solo con gli occhi e non con il cuore. E’ per questo che molte persone sono infelici. Devo ammetterlo a me stessa:ciò che mi è successo ha il suo lato positivo,mi sta insegnando tanto.-
-Adesso voglio provare anch’io a chiudere gli occhi.-
-Eh,così non vale: è facile farlo se si ha la sicurezza di poterli riaprire da un momento all’altro. Se la porta si spalancasse all’improvviso,sono sicura che riapriresti gli occhi in un gesto automatico. Io invece non potrei farlo. Non è la stessa cosa.-
-Tante grazie. Volevo solo provare a capire come ti senti.-
Ci zittimmo entrambi. Io rimasi in attesa di sentire un suo commento.
-Cosa significa? Jacob ne avrebbe parlato almeno con me,dannazione,sono suo padre! Come ha potuto nasconderlo a tutti?-
Perché Billy era così arrabbiato? Di che cosa stavano parlando lui e Sam?
Jacob emise un ringhio di frustrazione.
-Jake,che succede?- chiesi preoccupata.
-Non lo so.-
A quel punto l’ansia raggiunse il culmine. Mi tappai la bocca con un mano e trattenei il respiro nella speranza che l’impulso improvviso di vomitare finisse.
-Bella! Bella,cos’hai? Ti senti male?-
Jacob mi posò le mani sulle spalle perché non cadessi a terra.
Respira,Bella. Respira.
Ma che mi stava succedendo? Doveva essere per forza la mia confusione  interiore la causa di quel malessere intenso e inaspettato…
-Non dirmi che stai per vomitare!?-
Sempre tenendo la mano sulla bocca trovai la forza di annuire col capo. Allora Jacob mi fece alzare e mi trascinò in un’altra stanza mentre le parole “Andati?”,”Favore?””Cullen” pronunciate da Billy riecheggiavano dalla cucina.


*******


Era inevitabile. Era incontestabile. La odiavo.
La odiavo perché aveva distrutto e disgregato la mia famiglia. La odiavo perché il mondo sembrava ruotare intorno a lei. La odiavo perché era un’egoista capricciosa. La odiavo perché nonostante fosse un’umana qualunque,aveva stravolto le nostre vite.
Mio fratello era stato psicologicamente distrutto,e io non credevo fosse sincero quando mostrava di essersi ripreso;per me sapeva solo recitare molto bene. Tipico di lui,generoso e buono com’era,soffrire in silenzio.
In seguito era stata la volta di Carlisle:anche lui si era fatto abbindolare. E allora lei cosa aveva deciso? Li aveva mandati via entrambi,dopo che si erano scontrati,facendo la parte della povera innocente che sacrificava il suo amore per il bene di tutti. Avevo quasi creduto di aver perso mia sorella per colpa di una vampira assetata di vendetta che stava cercando lei;l’orrore di vederla distesa a terra inerme mi aveva impedito di ragionare,di ricordarmi che noi vampiri non potevamo essere uccisi a furia di calci e pugni. Poi il tutto si era rivelato essere una tattica escogitata da Alice,ma se così non fosse stato,quella notte avevo giurato a me stessa che,dopo essermi occupata della rossa,avrei staccato la testa a morsi anche a lei. Lei,che era sempre stata il fulcro di ogni male.
Colei che avevo sempre considerato una madre...cos'era diventata? Da quando era arrivato lui,noi non eravamo più i Cullen. E a coronare il tutto,il nuovo miracolato aveva fatto il possibile per riportarcela indietro. Così era tornata,era tornata mettendo a repentaglio la sua vita e seminando ancora una volta panico e ansia nella mia famiglia.
Ancora lei.
Affondai con ferocia i denti nel collo del lupo. Il sangue caldo mi inondò la gola e si diffuse in tutto il mio corpo,donandomi un momentaneo senso di sollievo. In quel pasto cercai una consolazione capace di placare la mia rabbia.
Come potevo restarmene con le mani in mano,dopo ciò che era successo alcune ore prima?
Alice e Carlisle si erano consegnati ai Volturi per proteggere lei. Fosse stato per me sarei stata ben disposta a consegnarla al clan italiano,mi sarei tolta di torno un problema una volta per tutte,e irreparabilmente. Problema:già,proprio così. Ecco come la vedevo. Era l'unica parola che mi venisse in mente.
Ma allo stesso tempo mi odiavo per ciò che pensavo. Non volevo essere così malvagia. Avrei voluto poter vedere le cose con occhi diversi. Perché tutti le volevano bene,e se io pensavo male di lei,automaticamente diventavo la cattiva.
Il rumore inconfondibile delle sue forti e agili gambe che si avvicinavano di corsa  mi fecero sobbalzare. Una decina di secondi dopo il mio scimmione fu di fronte a me.
-Smettila di cacciare,amore,o farai fuori l'intera fauna dello stato.-
Con un gesto rapido mi ripulii le labbra dalle quali colava ancora sangue fresco. Dannazione. Una delle cose che meno tolleravo era farmi trovare da Emmett o da chiunque altro nelle condizioni di un'assassina.
-Cosa dovrei fare? Saltare dalla pazza gioia?- replicai pungente.
Emmett mi osservò con volto dispiaciuto. Ci mancava solo quello: vedere il mio amore soffrire,veder scomparire le adorabili fossette dal suo viso perennemente allegro e spensierato.
Tutto stava cambiando nella mia vita.
Due braccia mi strinsero teneramente a sé. Mi appoggiai al petto di Emmett. -Lo so che per te è difficile. Lo so,amore. Ti conosco ormai. Ma devi pensare alla nostra famiglia. Abbiamo bisogno anche di te. Siamo pochi,dobbiamo cercare di rimanere uniti.-
La sua voce calda e roca era di una profondità insolita,che rare volte avevo avuto l'occasione di udire.
-Edward e Jazz hanno intenzione di partire con l'aereo di domani mattina.- Mi baciò delicatamente l'orecchio e sospirò. -Tu hai intenzione di seguirci?-
Fui travolta dai sensi di colpa. Se c'era un motivo per cui avevo intenzione di salire su quell'aereo coi miei fratelli era stare accanto al mio Emmett. No,non mi avrebbero portato via anche lui. Niente e nessuno gli avrebbe fatto male. Ero pronta a tirare fuori unghie e denti per difenderlo.
-Si,Emm. Verrò con voi.-
-Troveremo una soluzione,vedrai. Ce la caviamo a combattere.-
Annuii lievemente,non del tutto convinta di quelle parole. Ma il solo fatto che le avesse pronunciate lui mi diede maggiore speranza.
-Brava Rose,sapevo che avresti fatto la scelta giusta. Ti amo.-
Fui io a sospirare allora. –Anch’io ti amo Emmett,anch’io.- sussurrai abbracciandolo ancor più fortemente.
Presto avrei dovuto fare i conti con Bella.

*******


Spazio dell'autrice: stavolta il ritardo è dovuto ad una punzione. Ebbene si,la vostra barbidoluzza ha fatta la monella,dichiarandosi maggiorenne ed è stata punita. Ma ora ha capito che leggere fanfiction di rating rosso è proibito per legge,non per semplice decisione dello staff del sito. Ci tenevo a spiegare il perché non avessi aggiornato ;) Ma ora parliamo della storia.
I Cullen "messi da parte" stanno per tornare in scena! E io ho due domande da farvi...
Secondo voi perché Bella si è sentita male all'improvviso? E chi,sempre secondo voi,narrerà il prossimo capitolo?
Adesso rispondo alle vostre recensioni e vi lascio con questi quesiti. Mi aspetto una risposta!! ;)



 KristenAlice [Contatta] Segnala violazione
 16/02/10, ore 15:38 - Capitolo 5: Capitolo 4. L'amica della pioggia
Concisa eh? Sono contenta di vedere che continui a seguire la mia storia. Grazie;)
 Rebecca Lupin [Contatta] Segnala violazione
 15/02/10, ore 17:51 - Capitolo 5: Capitolo 4. L'amica della pioggia
Si,l'hai detto. Non solo i Volturi,ma perfino i licantropi creeranno qualche problema. Soprattutto uno di loro,argh!
Ma sia i vecchiacci che i ragazzi lupo saranno molto importanti.
Lo scoprirai ;) Grazie.

 Aia Cullen [Contatta] Segnala violazione
 15/02/10, ore 16:18 - Capitolo 5: Capitolo 4. L'amica della pioggia
Tu speri che Bella e Carlisle potranno riabbracciarsi presto? Mmh..ne dovrà passare di tempo. E ne dovranno passare di casini ç_ç Ho altre pazzie da sfornare adesso. Grazie anche a te del commento ;)

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Capitolo 7
*** Capitolo 6.Sospetti ***


Sospetti

Fissavo fuori dal finestrino con la menta sgombra di pensieri. Non ero in grado di stabilire se quel vuoto mentale fosse causato dal potere di Jasper,seduto nell’ultimo posto in fondo all’altra fila di fianco a Edward,o dal mio cervello,che aveva deciso di annullarsi per ribellione. Forse la seconda ipotesi in quel caso era più probabile della prima,infatti senza tormentarmi con le mie preoccupazioni,e a cercare di sopperire la rabbia repressa,sentivo di stare meglio.

Emmett non mi aveva mollato la mano nemmeno per un istante. Era meraviglioso stargli accanto con l’assoluta sicurezza dal profondo di sé che lui ci sarebbe sempre stato. In ogni momento.

Voltai impercettibilmente il capo per osservarlo,curiosa di scoprire cosa stesse facendo. Lo trovai a fissare con insistenza l’anziano passeggero addormentato di fronte a lui. Sospirai esasperata per sottolineare il mio disappunto. Emmett spostò gli occhi su di me e sfoderò un ampio sorriso sornione…Adorabile.

-Sai che m’infastidisce che tu fissi la gente come se fossero fenomeni da circo.- lo rimproverai in un sussurro non udibile per l’orecchio umano.

-Ma è così…disgustosamente divertente…- si giustificò. – Oh andiamo Rose…Sta dormendo,e nessuno ci sente.- cercò di raddolcirmi quando notò la mia espressione. - E’ fico vedere come la bava esca dalla bocca aperta di quel tizio. Gli ha imbrattato tutta la cravatta. Se gli mettessi un secchiello di fianco sono sicuro che all’atterraggio sarebbe pieno!-

Ma come poteva avere un’espressione gongolante mentre fantasticava su certe assurdità?

-Oh,per favore…- Ritrassi la mano dalla sua e gli diedi le spalle rannicchiandomi sul sedile.

Emmett ridacchiò sommessamente. Quando si comportava così mi dava sui nervi,sembrava un…Un bambino.

Inconsapevolmente,un lato di lui che m’irritava al contempo mi piaceva da impazzire…

Cacciai la parola bambino dalla mente. Il mio rammarico più grande non poteva occupare i miei pensieri quella notte,non con tutto ciò che,di lì a presto,avrei dovuto affrontare.

-Manca poco.-

La voce di Edward giunse forte e chiara alle mie orecchie.

-Pensi che avrà funzionato?- domandai,certa che i miei fratelli avrebbero capito a cosa mi fossi riferita.

-No.- fu la risposta di Jasper.

-Forse.- Edward si dimostrò più ottimista. Ma io ero dello stesso parere di Jasper.

-Deve aver funzionato. Andiamo,una volta tanto la fortuna avrà baciato Bella!- s’intromise Emmett con tono incoraggiante. Incoraggiante per gli altri,ma non per me. Io volevo solo ricongiungermi con  Esme,Alice e Carlisle. Gli lanciai un’occhiataccia. Possibile che nessuno capisse che il mondo non ruotava intorno a quella ragazzina? Jasper stava soffrendo per Alice,non era il caso di esultare all’idea che Bella si fosse salvata.

Ammiravo mio fratello per la padronanza di se e la calma che stava dimostrando. Se a me fosse capitato di ricevere una telefonata da Emmett,l’amore della mia esistenza,in cui lui mi avrebbe detto che aveva intenzione di consegnarsi a un subdolo clan di vampiri per proteggere un amico,non lo avrei lasciato andare. Ammiravo Jasper perché non aveva avuto l’egoismo di proibire ad Alice di seguire i Volturi,ma allo stesso tempo lo biasimavo per essersela lasciata portare via: chi gli diceva che non le avrebbero fatto del male? Chi gli diceva che loro due si sarebbero rivisti?

-Lo scopriremo presto.- dichiarò Edward per rispondere sia a Emmett che a me.

*******

Quando uscimmo dall’aeroporto di Forks il primo luogo verso il quale ci dirigemmo fu la nostra vecchia casa,dove aveva vissuto Carlisle negli ultimi mesi.

Cercavamo tracce,segni del suo passaggio per caprine di più. Che lui ed Alice ci avessero nascosto alcuni particolari per non preoccuparci?

Ma la casa era vuota. L’interrogativo era Bella. Lei dov’era? Poteva essere accaduto di tutto. Le possibilità erano infinite. Poteva essere morta.

-No,Rose.- furono le aspre parole di Edward quando udì il mio pensiero.

E lui sarebbe quello che per rispetto della privacy si astiene dal leggere nella mente dei suoi famigliari…Si certo,come no.

-Non possiamo starcene qui con le mani in mano. Abbiamo bisogno di aiuto,noi quattro siamo pochi.- Jasper fissava oltre il vetro della finestra con aria assorta.

-Ma prima dobbiamo trovare Bella. Ragazzi,sento che lei è ancora qui,a Forks. Cerchiamola. L’anno scorso siamo stati in grado di percepire il suo odore da qui al fiume quando Victoria ha bloccato lei ed Alice. Possiamo farcela anche adesso.-

Strinsi la pelle del divano sul quale mi ero seduta,bisognosa di aggrapparmi almeno materialmente a qualcosa.

-Emmett ha ragione,dobbiamo cercarla.- Edward era in piedi a braccia incrociate e teneva d’occhio Jasper. Quali pensieri stava leggendo nella sua mente a proposito del bisogno d’aiuto?

-Jasper,a chi ti riferivi quando hai detto che dobbiamo chiedere aiuto?- domandai.

-Alla famiglia.-

-Il clan di Denali!- sbottò Emmett.

-I Volturi sono troppo potenti. Ciascuno di loro possiede un particolare potere. Le probabilità di farcela contro di loro,che si tratti di combattere o anche solo di negoziare sono poche.- puntualizzò Edward. Notai che stringeva i denti,i muscoli del volto erano tesi e le sopracciglia aggrottate.

-Come faremo a spiegargli la situazione se nemmeno noi sappiamo cosa sia successo veramente?- sospirò Emmett.

Calò il silenzio. Il primo a romperlo fu Jasper. –Gli diremo ciò che sappiamo.-

Tuttavia lo scambio di sguardi fra lui e Edward m’insospettì. Quei due stavano sicuramente pianificando qualcosa che non erano ancora disposti a dire apertamente.

Emmett non se ne accorse perché era intento a misurare il salotto ad ampi e rapidi passi.

-Quando Alice ha chiamato Jasper ha descritto il luogo in cui,secondo la sua visione,sarebbero arrivati i Volturi. Conosco quel posto. Io e Bella ci andavamo spesso.-

La voce di mio fratello s’irrigidì appena nel pronunciare quell’ultima frase. Probabilmente perché aveva ostentato un’eccessiva impassibilità. –Non oltrepassa il confine dei licantropi,perciò abbiamo via libera.-

-Intendi iniziare le ricerche da lì?- chiese Emmett pronto all’idea di darsi da fare.

-Un momento. So che è importante trovare Bella,ma prima credo che dovremmo chiamare subito Tanya e gli altri. Se i Volturi volevano Carlisle ed Alice,chi ci dice che non siano interessati anche a noi? Potrebbero tenderci un agguato da un momento all’altro. Non siamo al sicuro,ne in questa casa,ne altrove.- puntualizzò Jasper.

Non persi ulteriore tempo ad estrarre il cellulare e lanciarlo a Edward. Non lo facevo di certo per Bella,ma per la nostra sicurezza: se anche noi fossimo stati presi,tutto sarebbe finito.

-Cerca di essere conciso e diretto.-

Col clan di Denali dalla nostra parte saremmo stati in nove,sicuramente meno numerosi dei Volturi,ma con più probabilità di riuscire a difenderci e ad organizzare un piano.

Emmett si accomodò accanto a me sul divano e passò un braccio attorno alla mia vita. L’impazienza era evidente sul suo viso.

-Tanya?Ciao,sono Edward.-

Io,Emmett e Jasper rimanemmo in attesa di udire una risposta.

-Edward!! Che sorpresa! Come stai?-

-Potrebbe andare peggio. Tu e gli altri invece?-

-Stiamo benissimo.- fu l’allegra risposta di Tanya. Poi la sua voce si fece più cupa.

-Escludendo Irina,purtroppo.-

Ecco un particolare che era sfuggito a tutti noi: Irina. Lei e Laurent avevano avuto una relazione,relazione che evidentemente il caro vampiro aveva deciso di troncare per tornare a Forks e ricongiungersi a Victoria. Irina non aveva più voluto sapere niente di noi da quando lo avevamo ucciso.

Con tutto ciò a cui dovevamo pensare,come avremmo potuto ricordarci anche di quello?

-Mi dispiace.- fu la sincera risposta di Edward.

-Si,anche a me…- Tanya tacque per un attimo senza sapere cosa dire. E lo stesso fece Edward.

Fu lei a rompere il ghiaccio. -…Allora,c’è un motivo in particolare per cui mi hai telefonato?-

-A dire il vero si. Ho bisogno di chiedere un favore a te a tutti gli altri. Te la senti di ascoltare ciò che è accaduto negli ultimi due giorni?-

-Certo che si,sono tutt’orecchi.- fu la pronta risposta. Era risaputo che Tanya avesse un debole per Edward.

-Le cose stanno così: Esme due giorni fa è stata presa con la forza dai Volturi. Non sappiamo il perché. La sera successiva loro sono arrivati a Forks e hanno portato via anche Carlisle ed Alice. Potrebbero ritornare,e io,Emmett,Jasper e Rosalie abbiamo bisogno di aiuto.-

Trovai appropriata la decisione di mio fratello di non menzionare Heron:Tanya e gli altri credevano che  Esme e Carlisle stessero ancora insieme,e che quest’ultimo si fosse momentaneamente trasferito a Forks assieme ad Alice per curare una paziente molto malata,non c’era tempo per raccontare l’intera storia.

-E’ assurdo…Non ci posso credere…- Tanya sembrava profondamente turbata.

- Lo so,è difficile da accettare.- L’espressione di Edward s’indurì. La verità di quelle parole mi colpì con violenza inaspettata,e mi fece più male di quanto avessi potuto pensare.

-Tanya,ti sto chiedendo un favore enorme e ne sono consapevole. Ma non abbiamo altra scelta,la mia famiglia rischia di sgretolarsi.-

-Ma…Ma…Edward,e se i Volturi li avessero…Se i Volturi  li avessero uccisi?-

Jasper tremò e strinse i pugni. Io mi lasciai sfuggire un ringhio di protesta a quelle parole,subito Emmett fu pronto a tranquillizzarmi con una dolce carezza sul viso.

-Non credo che lo abbiano fatto. Non ne avrebbero avuto motivo. I Volturi non uccidono per il gusto di farlo. Se li hanno presi,significa che hanno bisogno di loro. Alice ha un potere che potrebbe fare comodo all’intero clan.-

-Oh Edward,io…- La voce d Tanya era tormentata. Probabilmente tutto ciò l’aveva spaventata,ma non sapeva come negare una richiesta di aiuto al suo Edward.

Mio fratello m’incenerì con lo sguardo. Io gliene restituii uno altrettanto acido,il mio pensiero non aveva nascosto alcun velo di sarcasmo.

-Devo parlarne  con gli altri. Ti richiamerò il prima possibile,d’accordo?-

- D’accordo.-

Edward riattaccò.

-Non mi sembrava molta convinta…- ammise Emmett.

-Il problema è Irina.- dichiarai.

-Non credo sia solo quello. Tanya ha paura dei Volturi.- Edward era teso,teneva le sopracciglia inarcate senza guardare in faccia nessuno di noi,e le labbra erano strette. Ero sicura si stesse lambiccando il cervello alla ricerca di una nuova soluzione.

Mi soffermai su Jasper. Anche lui era immerso nei suoi pensieri, pareva quasi spiritato. Era difficile capire cosa gli passasse per la testa. Ma speravo in una delle sue idee,dopotutto era lui lo stratega.

Per un infinitesimale manciata di minuti rimanemmo tutti in silenzio. L’irritazione in me era crescente,tamburellavo le dita sul divano,incapace di dire o fare altro. Finché Emmett proruppe in un’esclamazione. –Ma vogliamo muoverci a cercare Bella o no?-

Edward,Jasper ed io paremmo disincantarci da un sortilegio.

-Hai ragione,Emm. Andiamo alla radura,potremmo scoprire qualcosa.-

A quel punto esplosi. – Una ragazza cieca nel bel mezzo della foresta dove sarebbe potuta arrivare da sola? Probabilmente se è sopravvissuta si ritroverà in ospedale. Tutto questo è ridicolo!-

-Oppure si è imbattuta in qualcuno di sua conoscenza.- suggerì Jasper.

Io ed Emmett lo fissammo interrogativi. Cosa intendeva dire? Notai che lui ed Edward si lanciarono un’occhiata d’intesa.

-La smettete di fissarvi senza parlare? Spiegati meglio,Jasper!-

-Si riferiva ai lupi.- rispose Edward al suo posto.

I cani? Ricordai che Heron ci aveva parlato di un ragazzo Quileute che aveva cercato di impedire a Bella di venire a Praga. Durante il viaggio in aereo lei gli aveva raccontato a lungo dei suoi nuovi amici: gli animali pulciosi e bavosi appunto.

-Pensate che uno dei licantropi possa essersi imbattuto in lei e averla portata alla riserva?- chiese Emmett.

-Può darsi.-

-Prima di andare alla radura,Edward,sarebbe meglio controllare a casa del padre di Bella.- propose Jasper.

-Sono stanco di parlare. Coraggio,che aspettiamo? Andiamo subito a controllare dall’ispettore Swan.- sbottò il mio Emmett.

Il modo di fare di Edward e Jasper mi dava da pensare. Quei due stavano tramando qualcosa,ormai ne ero più che certa. Ero curiosa di scoprire quando si sarebbero decisi a parlarne anche con me ed Emmett. Chissà come avevo il sospetto che ciò che ci avrebbero detto non mi avrebbe fatto per nulla piacere.

Non molto tempo dopo,ebbi modo di capire che i miei sospetti erano fondati.

*******

Spazio dell'autrice: ebbene si,questo capitolo ha avuto Rosalie come protagonista. A quanto pare Jasper ed Edward stanno tramando qualcosa,dato che persino quest'ultimo sembra essere piuttosto tranquillo nonostante nessuno dei suoi fratelli sappia dove sia Bella. Voi avete capito cosa? 

Nei capitoli futuri,non sarà solo Bella a narratrice. La scelta potrebbe ricadere sui personaggi inseriti sia nella tag della prima storia sia nella tag della seconda,e quindi non esclusivamente su Carlisle. 

Ma vorrei permettere anche a voi di fare una scelta. Chi volete come narratore dei capitoli successivi? A differenza mia,voi potrete scegliere qualsiasi personaggio,e non solo quelli in tag. 

Lasciate un commento;) Ora rispondo alle vostre recensioni.

 KristenAlice [Contatta] Segnala violazione
 24/02/10, ore 19:18 - Capitolo 6: Capitolo 5.Malessere
Eheheh,tu adori Rosalie. Credo che leggere un piccolo pov su di lei ti abbia fatto non poco piacere XD Come vedi,in questo capitolo la narratrice è stata proprio lei. Grazie Kirsten,ti voglio bene^^
 Bimba sognatrice [Contatta] Segnala violazione
 24/02/10, ore 13:15 - Capitolo 6: Capitolo 5.Malessere
Ahahah,tu salti subito alle conclusioni con XD XD Mi sa che c'hai azzeccato. Chissà chi sarà l'ultima a rendersi conto del fatto!
 Aia Cullen [Contatta] Segnala violazione
 23/02/10, ore 20:24 - Capitolo 6: Capitolo 5.Malessere
Già,Rosalie nella sua amarezza esprime la verità. In un certo senso è il suo scudo,perché senza di essa la sua personalità crollerebbe. Rosalie ha bisogno di mostrarsi dura con se stessa per non mostrare che soffre. Almeno,io la penso così. Trovo che sia un personaggio interessantissimo,e per nulla cattiva.
 AshG [Contatta] Segnala violazione
 23/02/10, ore 19:22 - Capitolo 6: Capitolo 5.Malessere
Anch'io  faccio una supposizione: tu chiedi troppo scusa,come fa Bella,e come ha fatto Jake nello scorso capitolo XDXD Beh,non posso dirti che non hai ragione. Bella è incinta! E sapessi quello che le voleva chiedere Carlisle di ritorno dall'ospedale la sera in cui Bella e Alice hanno chiamato Heron ç_ç Ma ovviamente,tutto è andato a monte dopo quella maledetta notizia,grrrr!!!
Si,Jacob è tornato. E presto scoprirai cos'è successo tra lui,Sam e Billy,e ovviamente il resto del  branco dei licantropi ;)
Oh beh,Rose non la vedo affatto perfida,ma nel capitolo precedente si trovava in una situazione davvero critica. Mentre cacciava,era consapevole che i Volturi avevano appena portato via Alice,Carlisle,e probabilmente Bella. Ed era adirata perché Alice aveva promesso di chiamarla quel giorno,ma come vedi non l'ha fatto. Emmett...lui è il nostro scimmione XD Come non adorarlo??
Dio,con tutte queste domande mi verrebbe voglia di risponderti *_* E' dura trattenersi XD Sapessi un po'...oh mamma! Ma non posso dirti niente!
Grazie di tutto e delle tue divertentissime recensioni. Baci.
 Rebecca Lupin [Contatta] Segnala violazione
 23/02/10, ore 17:32 - Capitolo 6: Capitolo 5.Malessere
Speravi fossero Carlisle o Alice i narratori,vero? XD Mi dispiace di averti delusa. E beh,purtroppo Bella è incinta,la tua monella ha fatto l'ennesima pazzia scrivendo! Vedrai,vedrai...XD Chi li sente gli altri? L'hai detto,mi vengono i brividi solo a pensarci*_*

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Capitolo 8
*** Capitolo 7.Morte inaspettata. ***


Morte inaspettata


Un paio di ore prima…


Ero riuscita a  convincere Billy di essermi beccata una semplice influenza perché ero rimasta troppo a lungo in balia della pioggia. Del resto,era l’unica spiegazione plausibile. Bella Swan che si ammala…Niente di cui stupirsi. Così non ero stata costretta a farmi visitare da un medico.
Un’altra probabile causa del mio malessere poteva essere stato l’accumulo di troppa ansia. Quando avevo sentito Billy inveire al telefono con Sam,infatti,la confusione e la preoccupazione avevano raggiunto il culmine.
Ripensare alla serata precedente,alimentava in me la voglia di buttarmi dentro a un fosso e rimanerci per il resto dei miei giorni. Jacob mi aveva trascinata in bagno,mi aveva fatta inginocchiare e mi aveva sorretto la testa. Era stato imbarazzante. Davvero troppo. E umiliante. Ogni volta che provavo ad immaginare la sua espressione e i suoi pensieri in quel momento,il mio viso avvampava.
Tamburellavo le dita sulla poltrona incapace di trovare tranquillità. Non avendo nulla da fare,pensavo e ripensavo. Il troppo stroppia,si dice,e il mio mal di testa,sommato alla costante sensazione di nausea, ne era testimone.
Lo scorrere del tempo non era mai stato così noioso e lento quando Alice era con me. Mi mancava sentirla canticchiare per la casa e muoversi alla velocità della luce da una stanza all’altra. Senza di lei i minuti non passavano.
Jacob non mi aveva mollato neppure per un secondo,era rimasto a casa,anziché uscire con Quil,Embry e gli altri. Billy sosteneva fosse meglio non pressarmi con le domande da quando aveva parlato con Sam. Ma il mio migliore amico era irremovibile,non perdeva occasione per interrogarmi. Se non fosse stato per lui,non sarei riuscita a credere alla distruttiva girandola di eventi verificatisi nell’arco di una giornata .
-E’ importante,e lo sai. Devi dirci cosa è successo.- insistette Jacob.
-Anche tu mi devi delle risposte. Sam. Billy. Te e Billy. – replicai con tono perentorio.
Jacob sbuffò. –E va bene. Spero riuscirai a sostenere il peso della delusione.-
Fu una soddisfazione sentire che aveva ceduto. Rimasi in attesa,mentre lui pensava a come cominciare il discorso.
-Il tuo…Insomma,il tuo…Il tuo dottore mi diede appuntamento nel bosco tempo fa.-
Percepii il suo disagio. Incrociai le braccia al petto e trattenei il respiro scacciando il volto di Carlisle dalla mente,avevo la sensazione che se non mi fossi tenuta stretta,mi sarei aperta in due.
-Sono stato aggressivo con lui. E l’ho sbeffeggiato.-
-Questo non me lo aveva detto.- ammisi.
-Wow,mi sento ancora più in colpa.-
-Non devi,Carlisle è fatto così.-
-E’ sempre stato…l’unico dei Cullen di cui riuscissi a tollerare la presenza.- ammise. - Ma quel giorno di due mesi fa lo trattai come avrei fatto con qualsiasi altro succhiasangue. Ero infuriato,Bella,perché è per colpa sua se ori sei in queste condizioni…-
Evitai di esprimere il mio disappunto.
-Ho dovuto mentirgli. Ho dovuto dirgli che non ti volevo rivedere mai più perché  stavo troppo male…- La sua voce tremò. Era raro che Jacob ammettesse ciò che provava realmente.
-Non devi preoccuparti.- pregai con tono sincero. Sapevo che Jacob si faceva forza con la rabbia quando soffriva,ed ero certa che Carlisle l’avesse capito.
-Sam ha detto di aver parlato con Carlisle ieri mattina.-
La sorpresa mi spiazzò.
-Evidentemente Carlisle era convinto che avessi riferito del nostro incontro al branco,deve averne per forza parlato con Sam,perché ieri lui lo ha detto per telefono a mio padre. Ora entrambi ce l’hanno con me perché li ho tenuti all’oscuro-
Ero rimasta senza parole. Scossi la testa con aria perplessa. –Ma come hai fatto a nasconderlo agli altri?- I licantropi erano in grado di leggere i pensieri dei proprio compagni se si trasformavano,era impossibile che non fossero venuti a scoprirlo.
-E’ stata dura…- confessò. – Ma avevo preso una decisione: dimenticare. Dimenticarti,dimenticare tutto. Quando ero un lupo,lasciavo che l’istinto prendesse il sopravvento su di me,evitavo di pensare;quando ero umano,invece,permettevo alla tua immagine di comparire di tanto in tanto nella mia testa, e quella arrivava,come una foto sbiadita dall’acqua e trasportata dalla corrente lenta di un fiume. La osservavo finché non spariva via di nuovo dalla mia mente.- Jacob mi si avvicinò e mi diede un buffetto sulla guancia. – Nessuno è riuscito a sapere niente di te.-
Quanto mi vergognavo…Lui si era dato da fare per dimenticarmi,e io ero ripiombata nella sua vita proprio quando stava per riuscirci definitivamente.
-Figlio mio,non sei da biasimare se hai deciso di tenere per te l’incontro col dottor Cullen.-
Sobbalzai. Billy era entrato nel salotto senza che io avessi potuto sentirlo.
-Papà…- mormorò Jacob.
-Perdonami se mi sono intromesso. Far parte di un branco comporta dei sacrifici. In ogni caso,rimarrai sempre e comunque l’unico padrone delle tue scelte in campo personale. Sai com’è fatto Sam,lascialo sbollire per qualche giorno e vedrai che gli passerà.-
Billy era sempre così solidale nei confronti di Jacob…
-Grazie.-
Avrei voluto uscire da quella stanza,anche solo per un paio di minuti,il tempo necessario per lasciare Jacob e Billy per conto loro. In quel momento magico tra padre e figlio,simile a quelli tra me e Charlie,ero un’intrusa.
-Bella,te la senti di mangiare qualcosa?-
Mossi la testa verso la voce di Billy,proveniente dalla mia sinistra. –No,grazie.- rifiutai gentilmente. Il solo pensiero del cibo bastò a ribaltarmi lo stomaco. Non ero riuscita a chiudere occhio tutta la notte,tormentata da un leggero,ma costante,bruciore al ventre. La mattina avevo provato a fare colazione con Jacob e Billy,ma ero riuscita solo a sgranocchiare una manciata di cereali senza latte. Mi era stato concesso di fare un bagno rinfrescante e di  indossare una vecchia tuta di Rachel. Poi ero rimasta a crogiolarmi nelle mie paure fino a pomeriggio inoltrato.
-Bella,sappi che se le tue condizioni dovessero peggiorare entro domani,sarò costretto a chiamare un medico. Mi capisci,non è vero?-
Annuii col capo. Tanto guarirò,devo restare tranquilla,mi dissi.
Dovevo trovare un modo per mettermi in contatto con Edward e gli altri. Aver scoperto che Carlisle e Sam si erano incontrati il mattino precedente,mi dava da pensare. C’era altro che non sapevo?
Ancora non riuscivo ad accettare che il mio Carlisle ed Alice mi avessero abbandonata a Forks,avrei preferito seguirli assieme ai Volturi,anziché vagare per il bosco e accasciarmi a terra in attesa che Jacob comparisse miracolosamente per salvarmi. Dopotutto,se erano raffinati e diversi dal clan di James,cosa avrebbero potuto farmi i vampiri italiani di così atroce?
-Charlie mi ha chiamato due volte.- m’informò Billy.
Sospirai,il cuore sul punto di strapparsi in mille brandelli pulsanti. L’unica,realizzabile soluzione per porre fino al dolore collettivo,era diventare una vampira e andarmene a Volterra. Per farlo avevo bisogno di qualcuno disposto a trasformarmi.
Era evidente che Carlisle non avrebbe potuto farlo. Non sarebbero state le sue morbide labbra sul mio collo,e i suoi denti lucenti a perforarmi la pelle e a donarmi una parte di lui.
Ma dovevo dire addio alla Bella Swan umana. Mancava solo una settimana al tredici di settembre,il mio diciannovesimo compleanno era vicino.
-Non rimarrò a lungo da voi,ne da Charlie.- assicurai.
-Ah no? E dove andrai?- domandò Jacob con tono di accusa.
-Alla vecchia casa dei Cullen. Devo diventare una vampira,non voglio più essere la spina nel fianco di nessuno.- dichiarai senza la minima sfumatura d’incertezza nella voce. –Credo di dovervi delle spiegazioni. Giusto perché capiate il motivo della mia decisione e sappiate cos’è successo ieri sera.-

*******

Billy mi aveva raccontato l’intera leggenda sulla tribù dei Quileute. Ascoltare la sua voce profonda e ricca di sentimento mi aveva permesso di figurare nell’abisso nero dei miei occhi i fatti narrati. Non riuscivo a togliermi dalla testa la terza moglie di Taha Aki. Si era sacrificata ad una vampira per il bene dei figli e del marito amato. Io mi sarei dissanguata sotto gli occhi di Victoria per salvare Carlisle e i miei figli dalla morte? Al solo pensiero un’ansia incontenibile m’investì. Victoria era stata fatta a pezzi da Alice,Rosalie ed Esme. Non avrebbe più potuto minacciarmi. Ma a suscitare un senso di paura e stranezza non era stato il ricordo della rossa vampira assetata di vendetta,bensì l’accostamento del nome Carlisle alla parola “figli”.
Non avevo mai pensato a cosa si potesse provare ad averne uno dentro di sé,e non avevo mai pensato di diventare madre. Del resto,avevo solo diciotto anni. Eppure,causa la consapevolezza che non avrei mai potuto creare una famiglia con Carlisle se fossi diventata una vampira,cominciai a riflettere su ciò a cui avrei dovuto rinunciare per sempre. L’eternità era lunga,avrei potuto cambiare idea e desiderare un bambino in futuro,ma allora non sarei potuta tornare indietro. Mi chiesi se Esme,Alice e Rosalie ci avessero mai pensato.
Alice non ricordava quasi niente della sua vita passata,e accostare alla sua immagine la figura della donna materna non mi riusciva facilmente. Alice era uno spirito libero,l’amore per Jasper era tutto ciò che potesse desiderare… Esme,al contrario,sarebbe stata perfetta nel ruolo di madre,così dolce e amorevole com’era. Era naturale immaginarla con un bimbo tra le braccia quanto era assurdo immaginarla con i denti affondati nel collo di un povero animale. Avremmo potuto parlarne insieme un giorno,se non mi fossi ritrovata al fianco di colui che era stato suo marito per un secolo. Mi raggomitolai sul divano appoggiando la testa sulle ginocchia,le gambe strette al petto. Sospirai. Mentre io pensavo a cosa si provasse a non poter avere figli,Alice ed Esme erano prigioniere dai Volturi. E con loro lo erano anche Heron,di cui non avevo più saputo nulla dopo la nostra telefonata,e Carlisle.
Basta. Non ce la facevo più a starmene con le mani in mano. Dovevo parlare con gli altri Cullen,prima che i Volturi decidessero di infastidire anche loro,o di tornare a prendermi.
Un mese e torneremo a prenderti. Così aveva detto Alice,ma la sua era stata una risposta troppo vaga e incerta perché potesse rassicurarmi.
La mia paura di raggiungere i diciannove anni era un frivolo capriccio se confrontata con la situazione in cui tutti ci trovavamo. Per una volta tanto,forse,avrei dovuto pazientare e rimandare nuovamente la mia trasformazione.
Lo squillare del telefono di casa Black mi riportò alla realtà. Il forte russare di Jacob non fu più udibile alle mie orecchie. Povero Jake. Bastava una telefonata per interrompere il suo sonno.
Telefonata…Un momento.
Jacob grugnì e si mosse sul divano.
-Jake,sei sveglio?-
-Umpf,si…-
-Devi farmi un favore. Portami la mia giacca.- Scavalcai le mie stesse parole con voce vibrante d’emozione. Una miccia rovente di speranza si era riaccesa dentro il mio petto.
-Pronto?-,sentii dire da Billy.
-Cosa devi fare con la tua giacca? Hai freddo?- domandò Jacob perplesso.
-No,affatto!- mi affrettai a rispondere. Stare sul bordo del divano dove un licantropo aveva fatto il suo pisolino pomeridiano equivaleva ad avere uno scaldino sotto i piedi che diffondeva il suo dolce calore in tutto il corpo. –Mi è venuta in mente una cosa!-
-Io proprio non ti capisco…- Il senso di calore svanì quando Jacob si alzò in piedi. –Arrivo subito.-
Se il cellulare fosse stato dentro le tasche della mia giacca…
-Oh mio Dio-
La voce di Billy mi fece impressione. Raggelai,non l’avevo mai sentito usare quel tono angosciato.
-Quando…quando è…?-
Quando?Quando cosa?
Mi alzai in piedi. Avevo uno strano presentimento,sentivo che era successo qualcosa di terribile,ed ero convinta che ci fosse di mezzo Charlie. Avanzai verso dove avevo sentito parlare Billy,le braccia protese per evitare di scontrarmi contro qualcosa.
Avevo voglia di gridare,il silenzio mi stava facendo impazzire.
Udii il rumore del telefono che veniva riappeso. –Billy,che succede?- domandai con timore.
-Non ci credo…- Anche Jacob pareva preoccupato,sicuramente aveva sentito la conversazione telefonica grazie al suo udito sviluppato.
-Harry Clearwater ha avuto in infarto…E’ morto.-
La scioccante sorpresa prosciugò l’aria dai miei polmoni. Mi aggrappai ad una sedia del tavolo della cucina,senza riuscire a respirare. L’orrore della morte mi aveva invaso,scombussolandomi la mente.
-Devo…devo avvisare tuo padre,Bella.- Billy era distrutto dal dolore. E come biasimarlo…aveva appena perso uno dei suoi migliori amici,uno con cui aveva passato anni e anni della sua vita.
Non avevo la forza di rispondere. La mano calda e confortante di Jacob si posò sulla mia spalla. Trattenei un singulto. Charlie sarebbe stato in grado di reggere tutto ciò? Il giorno prima sua figlia era scomparsa,e presto sarebbe venuto a sapere che il suo carissimo amico era morto d’infarto.
-Ma…ma perché?- balbettai scuotendo la testa.
-Credo di saperlo. E’ probabile che Seth si sia trasformato sotto gli occhi del padre. Il cuore di Harry non avrà retto il colpo...-
Seth Clearwater era diventato un licantropo…Incredibile. Un ragazzino di appena quindici anni aveva causato la morte del padre.
Le disgrazie accadevano una dopo l’altra,spietatamente. Forks era stregata,i suoi abitanti ignoravano l’esistenza di algidi esseri assetati di sangue e uomini lupo,ignoravano il dolore che la loro natura causava continuamente a coloro che gli stavano attorno. Ignoravano che quel giorno un loro abitante si era tramutato in un lupo.
Per la prima volta,desiderai far parte di quelli inconsapevoli dell’esistenza di vampiri e licantropi. Nonostante conoscessi il loro segreto da quasi un anno e mezzo,era tutto così difficile da accettare…

*******

Mio padre aveva pianto come un bambino. Mi aveva detto che avrebbe dato la sua vita pur di sapere che stavo bene. Stretta tra le sue braccia,avvolta dalla sua gioia mista a sollievo e dolore,non ero riuscita a trattenere i tumultuosi sentimenti che avevano preso ad agitarsi dentro di me.
Ero scoppiata a piangere a mia volta e gli avevo chiesto scusa sino ad esaurire fiato. Era stato un pianto liberatorio,avevo buttato fuori tutto il male che mi ero portata dietro per un anno,oltre alla felicità di essermi riunita a mio padre. Forse erano proprio quei drammatici momenti a permettere alle persone di aprire il loro cuore a coloro a cui volevano bene.
Lui mi aveva sussurrato all’orecchio che andava tutto bene,e che non avrei mai più dovuto abbandonarlo senza preavviso. Era stata la terza volta nel giro di un anno che accadeva…La fuga a Phoenix apparteneva ad un altro mondo,quella a Praga invece distava quasi tre mesi dal presente,mentre l’ultima…l’ultima me l’ero appena lasciata alle spalle.
Sdraiata sotto le coperte del divano di casa mia,non riuscivo a chiudere occhio. Il senso di colpa verso Charlie mi martoriava. No,i Volturi non sarebbero arrivati quella sera. Erano successe troppe cose nel giro di due giorni.
Dopodomani si sarebbe svolto il funerale di Harry Clearwater. Mio padre aveva bisogno di me. Se volevo chiamare Edward e gli altri,avrei dovuto aspettare.
Sentivo Billy e Charlie parlottare sommessamente dalla cucina.
-Dormi Bells. Ti prometto che si sistemerà tutto.- mormorò Jacob accarezzandomi la fronte. Non avevo la forza di replicare. Annuii debolmente e mi concentrai sulle note di una delle mie melodie preferite al piano. La musica si diffuse dentro di me e mi cullò tra le braccia di Morfeo.
Ad accogliermi comparve Carlisle,meraviglioso e stupefacente più di quanto lo avessi mai visto nei ricordi che mi erano rimasti. Almeno nei sogni,potevo stringerlo a me e contemplare il suo volto perfettamente scolpito mentre glielo baciavo. Ma c’era qualcosa che non andava…Lui non ricambiava i miei gesti d’amore,non rispondeva ai miei baci,non mi sorrideva,non mi abbracciava,non sussurrava il mio nome come faceva sempre. Mi guardava compassionevole.
Poi comparve una donna splendida quanto Rosalie. Irradiava bagliore diamantini dai lunghi capelli color oro fuso,le morbide ciocche ondulate che danzavano seducenti sul suo corpo impeccabile. Gli occhi di rubino mi fissavano impassibili,illuminati dall’innocente sorriso dipinto sulle labbra di fata. La vidi prendere il volto di Carlisle tra le mani e baciarlo.
Carlisle non la respinse,ricambiò il bacio stringendola saldamente a sé. Tutto questo davanti a me.
Aprii la bocca per urlare,e in quell’istante la dea si staccò dal mio Carlisle per sorridermi. La sua bellezza fu così devastante che mi accecò,e tutto divenne nero.

*******

Spazio dell'autrice: sembra che due nuovi licantropi siano in arrivo!Ancora nessuno sa che pure Leah si è trasformata. Jacob,come avete letto,non ha mai parlato al branco di lupi del suo incontro con Carlisle. Perciò Sam si è infuriato con lui.(Grr,rompic**** biiiiiiip)Bisogna vedere se la morte di Harry Clearwater farà dimenticare loro la lite. Anche perché la cosa farebbe comodo a ben molta gente!
*Bella non immagina minimamente cosa stia prendendo forma nella sua pancia... Crede di aver preso l'influenza...poveretta,le aspetta una dolorsa gravidanzaç_ç A quanto pare è tornata a casa con Charlie per sostenerlo in questo momento drammatico. Presto dovrà dargli delle spiegazioni su Carlisle ed Alice.
Parlando proprio di *Carlisle ed Alice...Che fine avranno fatto quei due? Anche Heron ed Esme costituiscono un punto interrogativo. Forse dovrete diro addio a qualcuno di loro... I Volturi li stanno sfruttando in maniera sconvolgente...
*Edward,Rosalie,Jasper ed Emmett sono sempre più vicini. Ci tengo a spiegare una cosa: per via del cambio di fuso orario,loro adesso sono su un aereo.Se avete dubbi su questo punto,non esistate a dirmelo! Sarebbe un immenso piacere spiegarvelo;) .
Sondaggino...Chi trasformerà Bella? E quando?
Fatemi sapere ;)
Rispondo alle vostre recensioni:


 Rebecca Lupin [Contatta] Segnala violazione
 01/03/10, ore 15:59 - Capitolo 7: Capitolo 6.Sospetti
Mi dispiace,ma prima di sentir parlare di Carlisle ed Alice dovrai attendere ancora un po' XD Lieta di sapere che ti ha fatto piacere leggere le opinioni di Rosalie;)
 Aia Cullen [Contatta] Segnala violazione
 28/02/10, ore 22:43 - Capitolo 7: Capitolo 6.Sospetti
Bene,allora significa che non solo l'unica a non odiare Rose. Non è esattamente la mia preferita,ma mi piace comunque. Adoro tutti i personaggi io! Grazie come sempre di tutto;)
 KristenAlice [Contatta] Segnala violazione
 28/02/10, ore 18:41 - Capitolo 7: Capitolo 6.Sospetti
Ma grazieeee...Un momento,non è un complimento questo XDXDXD Comunque ecco qua il nuovo capitolo,finalmente sono riuscita ad ultimarlo!;)
 Bimba sognatrice [Contatta] Segnala violazione
 28/02/10, ore 14:44 - Capitolo 7: Capitolo 6.Sospetti
Ti ocnfesso che pure l'autrice è molto,mooooolto confusa!!
Già,i lupi costituiscono un dilemma. Mentre per quanto riguarda Edward e Jasper,non agitarti,non è nulla di folle ciò che hanno in mente XD
Purtroppo vi sono questi dubbi perché i Cullen rimasti non possono sapere se i Volturi hanno accettato la richiesta di Carlisle di lasciare Bella a Forks. E ovviamente,non sono sicuri di sapere dove sia. Ti faccio presente che ciò che ho narrato in questo capitolo è successo mentre i  Cullen erano sull'aereo ;)
Grazie di tutto.
 AshG [Contatta] Segnala violazione
 28/02/10, ore 14:32 - Capitolo 7: Capitolo 6.Sospetti
Ahahahahah,come sono felice che tu non abbia capito niente!!! ç_ç ç_ç  Dunque,ciò che hai detto dei Cullen è giusto. Così come le tue riflessioni su Edward:il suo tentativo di comportarsi in maniera simile a Jasper,cioè prendendo le cose con calma,è un modo per non far capire ai suoi fratelli che,dopotutto,lui ama ancora Bella. Ma ce la sta mettendo tutta per guarire,come ha dimostrato sin dall'inizio. In un certo senso,tutta questa calma è dovuta anche dal fatto che teme l'idea di rivedere Bella,sopportare di averla davanti gli occhi da cieca è dura. Però non è detto che lui debba rimanere solo ancora per molto ;) Ci tengo a precisare che da quando lui e Bella si sono lasciati è passato quasi un anno:il tempo che Bella ha trascorso senza Carlisle e i due mesi di cecità.
Purtroppo della gravidanza non posso svelarti nulla XD Ovviamente,se il bambino nascerà,non avrà il nome Renesmee! XD Sono pienamente d'accordo,sarebbe ridicolo se così fosse.
Rosalie...Vedrai,vedrai che combinerà...
Adoro le tue recensioni,analizzi ogni punto,e non esiti a chiedere chiarimenti. Spero che il capitolo sia stato di tuo gradimento. Baci ;)

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Capitolo 9
*** Capitolo 8. Vi aiuteremo ***


Vi aiuteremo

Bella era ancora a Forks,me lo sentivo. Con quella certezza, avrei voluto tardare il più possibile il mio incontro con lei.

Era passato quasi un anno dalla fine della nostra storia, ma il dolore persisteva come se fosse trascorso un solo mese. Sapere Bella felice accanto a Carlisle era la sola cosa che mi avesse permesso di andare avanti, non potevo pretendere di separarla da colui che le faceva battere il cuore, perché le avrei fatto del male. E non volevo fare del male alla persona che amavo.

Mentre sfrecciavo silenziosamente tra gli alberi della foresta, percepivo una strana calma interiore. Voltai la testa a sinistra, insospettito. Jasper mi rivolse un sorriso appena accennato. Nascondere le emozioni a mio fratello era un’impresa. Fra noi c’era stata una sorta di muto dialogo da quando eravamo saliti sull’aereo. Rosalie aveva intuito qualcosa, ma si aspettava che fossimo noi a mettere le carte in tavola. Emmett invece pensava solo a trovare Bella; era sempre stato impaziente e precipitoso, non c’era da stupirsi del suo comportamento.

Io e Jasper arrivammo per primi davanti a casa Swan. Scrutai con attenzione ogni singolo centimetro dei muri, ogni singola sfumatura di colore baciata dalla luna. La finestra della camera di Bella rivelava che la luce all’interno era spenta. Mi lasciai avvolgere da una dolce nostalgia nel ricordare cosa avesse significato per me quella finestra, negli otto mesi più significativi della mia esistenza.

Rosalie ed Emmett arrivarono dietro di noi e ci raggiunsero di passo.

-La stanza è vuota. Non si sente il respiro di Bella.-, sentenziò mio fratello.

La cosa non mi meravigliò. Ero convinto che Bella fosse alla riserva Quileute, ma dovevamo controllare le condizioni di Charlie.

-Qui fuori c’è puzza.-, borbottò Rose storcendo il naso. Le lanciai un’occhiata perforante, ma Emmett la difese. –Ha ragione, c’è odore di cane.-

-E non solo. Li sentite i respiri provenienti dal primo piano? Uno lento, l’altro forte e fastidioso. E ci sono due voci, probabilmente quelle dell’ispettore Swan e di un uomo di mezza età.-

Jasper aveva sentito bene. Era proprio Charlie che stava parlando, con tono di voce debole e affranto. “E’ colpa mia, non le sono stato vicino.” diceva .

E quel respiro…No, non poteva essere il suo… Eppure era inconfondibile per le mie orecchie. Lento e delicato, e quella notte anche agitato.

Bella era lì, dentro casa sua. A convincermene fu l’aroma del suo profumo nell’aria. 

-Incredibile. Non riesco a capire.-, ammise Jasper scrutando il cielo con aria pensierosa.

-Un momento… - Anche Emmett aveva compreso chi fosse la persona che stava dormendo.

-Meno male che non siamo dovuti impazzire per cercarla.-, mormorò Rosalie con tono affettato.

Feci il giro attorno alla casa e mi fermai sulla porta dell’entrata. I miei fratelli mi seguirono immediatamente.

-Bella sta dormendo sul divano. Jacob Black è sulla poltrona vicino a lei.-, dichiarai.

-Quindi è lui che russa e puzza.-

Rose diede uno scappellotto dietro al collo di Emmett.

-Cosa facciamo Edward? Torniamo quando sarà giorno o…- Jasper s’interruppe quando udì un grugnito. Jacob si stava muovendo, era sveglio.

-Adesso.-, sentenziai in un sussurro. Non avevo intenzione di aspettare ancora, avevo tentennato abbastanza quella notte. Oltre la porta di quella casa, c’era un licantropo che avrebbe potuto fornirci delle risposte.

Jasper mi si avvicinò, fissandomi per un lungo istante, poi annuì. Con un rapido movimento delle mani ricoperte di cicatrici aprì la maniglia senza fare il minimo rumore. Entrammo nell’ingresso, e subito dietro di noi venne Emmett. Rosalie, i cui pensieri stavano iniziando ad indispettirmi, dovette pensarci su alcuni secondi prima di decidersi. “Sei tu quello che non si fa gli affari suoi. Se ti do fastidio, smettila di leggermi come fossi un libro aperto.” pensò acida mentre mi passava oltre. Richiusi la porta scoccandole un’occhiata infastidita. Non era certo il momento più adatto per litigare con mia sorella.

-Ci ha sentiti.-

Mi soffermai a guardare la scala che portava al secondo piano. Il ricordo di Bella che scendeva i gradini con una gamba ingessata e il viso rosso d’imbarazzo m’investì. Quel giorno lontano secoli dal mio presente, Bella era arrossita per me ed io ero rimasto incantato ad osservarla in tutta la sua timida bellezza, in attesa di portarla al ballo della scuola.

L’amara realtà mi colpì come uno schiaffo: lei non era più mia.

-Edward?- ,mi richiamò Rose impaziente.

-Lo so che ci ha sentiti. Facciamoci vedere.-

Entrai nel salotto e la prima cosa che vidi fu un ragazzo dai capelli neri e la pelle abbronzata ritto in piedi che mi sferrò un’occhiata carica di ostilità, sorpresa e sospetto.

-Tu!- sibilò fra i denti, le pupille scure accese di rabbia e illuminate dalla languida luce lunare che filtrava dalla finestra.

I miei occhi si spostarono su una cascata di capelli castani che spuntavano da sotto una coperta sul divano.

Bella.

Jacob si accorse cosa stavo guardando e si parò protettivo davanti a lei.

-Di sopra.-, intimai. In cucina c’erano Charlie e un altro uomo, non potevamo rimanere lì.

-Sei troppo rumoroso. -

Jacob rivolse un sorriso sardonico a Emmett. Quei due erano pressoché della stessa stazza. Era incredibile quanto i muscoli dei licantropi si sviluppassero velocemente; per un fisico come quello di Jacob, un ragazzo avrebbe impiegato quattro anni di allenamento intensivo in palestra.

-Immagino che tu non sia da meno. -

-Mi spiace, cane, ma io ho molta più classe di te.-, lo contraddisse Emmett con aria compiaciuta.

-Basta.-, mormorammo io e Jasper all’unisono. – Andiamo di sopra. Non devono sentirci.- Diedi una rapida occhiata alla porta della cucina per far capire a Jacob, ma lui serrò i pugni con aria contrariata.

-Bella…-, sussurrai.

Esitò, gli occhi che saettavano da me ai miei fratelli. Fece un verso infastidito e si chinò per prendere Bella in braccio, avvolta nella coperta.

-No.-, lo fermai. –Lasciala dormire.-

-Non voglio perderla di vista. Le sanguisughe italiane potrebbero essere in agguato.-, replicò con tono perentorio.

Mi intrufolai nei suoi pensieri e ciò che vidi mi scalfì dolorosamente.

-D’accordo. Però la porto io, tu la faresti svegliare.- Emmett avanzò verso Jacob, le braccia protese.

I muscoli del volto di Jacob si contrassero in una smorfia. – D’accordo.-, scimmiottò rivolto a mio fratello.

Jasper teneva gli occhi fissi sulla porta chiusa della cucina, in ascolto. Rose e Jacob si guardavano in cagnesco mentre Emmett cercava di prendere Bella in braccio con il massimo della delicatezza. Io osservavo mio fratello con la mente e gli occhi che vagavano altrove. Non sarei stato capace di prendere quel fragile corpo tra le mie braccia. Un istante dopo fui in camera di Bella, chiusi gli occhi e presi un grosso respiro per buttare fuori ciò che avevo dentro. Li riaprii quando sentii Jasper dietro di me posarmi una mano sulla spalla.

Mi sentivo vicino a lui come mai prima d’allora: il mio dolore era paragonabile al suo, l’unica differenza era che almeno Bella stava bene, mentre di Alice non si era più saputo niente. Forse quest’ultima non ci aveva informato delle sue visioni affinché Aro non potesse leggere nella sua mente che noi ne eravamo al corrente.

Rosalie sbucò dentro la stanza con andamento leggiadro e spalancò la porta per far entrare Emmett, che dovette restringersi per passarvi con Bella in braccio. Jacob fu l’ultimo a fare il suo ingresso, una mano premuta sul naso.

-Sarete contenti ora. Dunque, per cominciare, avrei una domanda: che diavolo ci fate voi qui?-

-Siamo venuti per Bella-, risposi con tono tranquillo.

Jacob trattenne un’imprecazione e andò ad aprire la finestra facendosi aria al viso come se stesse soffocando.

-Davvero divertente. Qui l’unico che puzza sei tu.-, mise in chiaro Rose.

-Mi spiace, barbie raperonzolo, il tuo odore è davvero sgradevole. Non ti offendere, ma è la verità: quindi accettala.-

-Fatela finita.-, li rimproverai.

- D’accordo. Che ne dici di ricominciare da capo, bionda? Salve, sono Jacob. Tu ti chiami…?-

Rosalie non lo degnò nemmeno di uno sguardo e si appoggiò con la schiena al muro in un angolo della parete.

A giudicare dai suoi pensieri, Jacob trovava antipatica Rosalie, e nettamente diversa da Carlisle, il quale gli era quasi simpatico.

-Jacob, siamo tornati perché siamo in una situazione d’emergenza. Bella è in pericolo. Noi tutti siamo in pericolo.-, esordii.

-Sai quanto gliene potrebbe importare a lui di noi.-, aggiunse Emmett, che aveva adagiato Bella sul letto e si era avvicinato a Rosalie cingendole la vita.

Jacob inarcò un sopracciglio con aria sarcastica. -Hai azzeccato, scimmione.-

-Devi dirci ciò che sai, ciò che Bella ti ha detto. Come mai ti trovi qui in casa sua?-

-Senti senti. Ripiombate qui all’improvviso per farvi un viaggetto a Forks aspettandovi che io vi racconti cosa è successo negli ultimi tempi? Cosa c’è, lo stile di vita europeo vi ha stancati, forse?-

-Jacob, per favore. Vampiri e licantropi si detestano dal principio, ma quando c’è in gioco la vita di una persona, bisogna mettere da parte questi dissapori.-, cercai di farlo ragionare.

- L’uomo che sta parlando con l’ispettore Swan è tuo padre, vero? Sembra che siamo arrivati in un momento di lutto.-, s’intromise Jasper.

Jacob stava perdendo la pazienza con tutte le domande che gli stavamo rivolgendo. Mio fratello gli si avvicinò ed esercitò il suo potere su di lui per precauzione.

-Si, sanguisuga, è mio padre. Oggi un amico di famiglia ha avuto un infarto. Sospettiamo che la causa sia stata la trasformazione del figlio in un licantropo. Deve essere stata colpa vostra. Voi eravate nei paraggi e Seth ha avuto l’istinto di trasformarsi. Portate dolore ovunque andiate.-, ci redarguì Jacob con espressione sdegnata.

-Se Bella non vi avesse mai incontrati…ora ci vedrebbe, sarebbe una ragazza normale, e soprattutto sarebbe felice.-

Fu Jasper a chiarire la situazione. - Rilassati. Noi oggi pomeriggio eravamo in aereo. Siamo arrivati qui un’ora fa, quindi non puoi accusarci se un ragazzo Quileute si è trasformato.-

Jacob si accasciò sul pavimento scuotendo la testa, poi di scatto, come se avesse preso la scossa, balzò in piedi e si sedette lentamente sul letto vicino a Bella.

-Voi non c’eravate quando il clan italiano è venuto a prendere la nana e-

-Si chiama Alice.-, sibilò Jasper divenuto improvvisamente minaccioso.

-Si…Alice e il dottore.-, concluse Jacob.

-Non c’eravamo perché nostra sorella non ci ha dato informazioni, come invece eravamo d’accordo. Lo ha fatto per proteggerci. Alice vede il futuro, evidentemente avrà visto qualcosa che le ha fatto decidere di lasciarci all’oscuro.-, intervenne Rosalie.

La bocca di Jacob si aprì in una smorfia di incredulità. –La na-cioè, Alice vede il futuro?-, farfugliò.

Rosalie fece un sorrisino derisorio.

-Dannate leggende… Niente sa di leggenda… - ,prese a farneticare Jacob. –Leggende? Leggende!Oh si, certo, leggende! Poi si scopre che è tutto vero.-

-Si, Jacob. Alcuni vampiri hanno facoltà extra. Io so leggere nel pensiero, Jasper può percepire e controllare le emozioni di chi gli sta attorno, poi c’è Alice, che, come ti ha detto Rosalie, è in grado di vedere le conseguenze future di determinate decisioni.-, lo informai.

Jacob si prese la testa tra le mani. –Okay, facciamo finta che questa parte del discorso non sia mai esistita. Ora rispondete alla mia domanda, che vi ripeto gentilmente: che diavolo ci fate voi qui?-

Un verso d’impazienza mi fuoriuscì dalle labbra. –Te l’ho detto. Siamo qui per Bella. Adesso spiegami come hai fatto a trovarla svenuta nel bosco mentre pioveva.-

Emmett sussultò. –Edward, che storia è mai questa?-

-Chiedilo a Jacob. L’ho visto nei suoi pensieri quando eravamo nel salotto.-

-E va bene.-, sentenziò Jacob, altamente infastidito all’idea che mi fossi intrufolato nella sua mente, - Vi dirò tutto ciò che Bella mi ha raccontato oggi. Sembra che due giorni fa lei abbia chiamato il nuovo arrivato della vostra famiglia e che lui le abbia detto che una dei vostri era stata rapita. Il giorno dopo lei, il dottore e la na-…Alice, sono andati in una radura. Ora capisco il perché : vostra sorella aveva visto dove sarebbe avvenuto l’incontro con un clan di vampiri italiano. Bella sapeva che questo clan voleva Carlisle, ma a sorpresa i succhiasangue nemici hanno detto che volevano Bella ed Alice. Carlisle ha chiesto di essere preso al posto di Bella per parlare con un certo Aro ,Bella ha cercato di opporsi, ma Alice le ha fatto una scenata dicendole che sarebbe tornata a prenderla tra un mese. Il clan italiano ha impedito a Carlisle di portare Bella al sicuro, così lei è rimasta a vagare sola per la foresta. Io quel giorno avevo litigato con Sam, il nostro alfa, perciò ero andato a girare nella foresta per conto mio e avevo oltrepassato il confine senza rendermene conto. E’ stata una fortuna per Bella, pioveva ed era sera. Quando l’ho vista ho pensato che fosse morta. Mi sono trasformato per poterla prendere in braccio e l’ho portata a casa mia. Non credo sia in ottima salute, ha poco appetito e ha anche vomitato una volta. Questo è tutto ciò che so, non credi di averci capito molto al riguardo. Maledetto clan italiano… Ci mancavano solo loro.-

-Un mese… - Perché Alice aveva detto a Bella che sarebbe tornata a prenderla tra un mese? Lei dava sempre indicazioni precise, non aveva scelto quell’arco di tempo a caso. Io e Jasper ci fissammo a lungo per l’ennesima volta.

-Voi come facevate a sapere che Bella era a casa sua?- Jacob interruppe la mia fase meditativa.

-A dire il vero eravamo passati a controllare. Alice ci aveva detto che si sarebbe consegnata ai Volturi con Carlisle, e che Bella sarebbe rimasta sola. L’unica speranza di salvezza per lei eri proprio tu secondo Carlisle. Credevo l’avessi portata alla riserva, non ci aspettavamo di trovarvi qui.-, spiegai.

-Che confusione… -, borbottò Emmett.

-Ma se Alice ha deciso di consegnarsi ai Volturi deve avere un piano. Un piano che tuttavia non ha voluto svelarci… - ,mormorò Jasper con amarezza.

All’improvviso un movimento inaspettato  fece sì che tutti puntassimo lo sguardo sullo stesso punto.

-Bella… - sussurrammo io e Jacob all’unisono. Pietrificato, la guardai muoversi debolmente nel letto e lasciarsi sfuggire un gemito.  -Chi c’è?-

Trasalii. La sua voce impastata dal sonno era suonata più roca di come l’avessi ricordata, e io la conoscevo perfettamente.

Jasper si avvicinò al letto fissandola con aria sconcertata. – Cos’è quel rigonfiamento che ha nella pancia? Hai detto che è stata poco bene da quando l’hai trovata nel bosco.-, domandò a Jacob.

-Jasper!?-  Bella balzò a sedere scuotendo la testa a destra e a sinistra. Jacob l’afferrò per le spalle. – Bella, non agitarti, ti prego. Siamo in camera tua. Ci sono… i tuoi amici qui.- Dovette fare un grande sforzo per pronunciare le ultime parole.

Non avevo la forza di farle sentire che ero a qualche metro di distanza da lei.

-Ciao Bella. Come ti senti?-

-Emmett…? Sei davvero tu?-

-Sì, siamo noi. –

Bella trattenne il respiro quando udì la voce di Rosalie.

-Come… come avete…?-

-Abbiamo preso l’aereo. Credevi davvero che ti avremmo abbandonata a Forks?-  Emmett era sempre il primo che riusciva a recuperare la sua naturale allegria.

Bella si massaggiò la testa, aggrottando le sopracciglia. –Che ore sono? Quanto ho dormito?-, domandò allarmata.

-Rilassati, sta per sorgere il sole. Come al solito i tuoi amici scelgono i momenti meno opportuni per tornare. – ,le rispose Jacob rifilandoci un’occhiataccia.

Jasper, Emmett, e Rosalie mi fissavano interrogativi. Si aspettavano che anch’io mi facessi sentire, ma rimasi in silenzio. Parlare al telefono era dannatamente più facile che farlo dal vivo.

-C’è anche Edward?-

Calò il silenzio.

-Sì, c’è anche lui. -, rispose Jasper al mio posto. Allora ritrovai la facoltà della parola. – Ciao Bella… –

Lei voltò la testa nella mia direzione, gli occhi chiusi, e sorrise timida.

-Perdonami se insisto, ma Jacob ci ha detto che non sei stata molto bene ieri. Puoi dirci esattamente come ti sei sentita? – Jasper la fissava con attenzione, soffermandosi soprattutto sulla sua pancia. Allora ricordai la domanda che aveva rivolto poco prima a Jacob. Osservai meglio anche io e fu allora che notai una piccola rotondità sotto la maglia . Bella non poteva essere ingrassata se aveva vomitato e non aveva avuto appetito. Doveva trattarsi di qualcos’altro... O forse ci stavamo preoccupando tutti più del dovuto, causa la serie di drammatici avvenimenti ancora freschi nella nostra memoria.

Quando Bella fece per rispondere, si bloccò improvvisamente, tappandosi la bocca. Alzò una mano per farci segno di aspettare. Tremante, l’espressione corrucciata, sembrava stesse cercando di contenere qualcosa dentro di lei. Deglutì e iniziò ad ansimare. Capii che stava trattenendo un conato. Jacob la fece subito scendere dal letto e si diresse verso la porta. Non volli sentire ciò che accadde dopo. Io e i miei fratelli rimanemmo immobili nella stanza, a guardarci negli occhi.

-Bella ha bisogno di un medico. Dubito fortemente che abbia preso una semplice influenza. Quel rigonfiamento sulla pancia non mi convince. - ,ammise Jasper.

Il cellulare prese a squillare in quel momento. Risposi dopo uno secondo e ciò che sentii mi diede un briciolo di speranza. –Edward, vi aiuteremo.-

*******



Spazio dell'autrice:
Finalmente i Cullen, o almeno quel che ne è rimasto, sono tornati a Forks. Adesso è tempo di riordinare insieme gli avvenimenti e trovare un modo per difendersi. Fuggire è fuori esclusione con i Volturi: primo,  sarebbe impossibile; secondo, ho voglia di vedere quei vecchiacci pietrificati fare una brutta fine! L'unica cosa da fare è difendersi e combattere. A quanto pare non solo Edward e Jasper stanno progettando qualcosa, ma anche Alice. La nana sapeva il fatto suo, e forse lo ha sempre saputo da molto tempo prima. Quattro Cullen sono a Forks, quattro sono a Volterra. E nessuno dei due gruppi avrà vita facile...
Ma Bella e Carlisle dovranno pur tornare insieme. Bisogna risolvere questo macello, per forza ;)
Grazie a tutti coloro che mi seguono ;)  E recensite!*_*
Ecco qui le risposte alle vostre recensioni:

 Aia Cullen [Contatta] Segnala violazione
 05/03/10, ore 21:01 - Capitolo 8: Capitolo 7.Morte inaspettata.
Eh già, povero Carlisle. Lo sto facendo passare per il cattivo uomo che ha abbandonato la sua donna ad un triste destino.  Invece non bisogna dimenticare che sta facendo di tutto per proteggere Bella *_* Poverini ç_ç
Beh, che dire, hope you liked the chapter! (spero ti sia piaciuto il capitolo) ;) Oggi ho la mania dell'inglese XD
 AshG [Contatta] Segnala violazione
 05/03/10, ore 20:34 - Capitolo 8: Capitolo 7.Morte inaspettata.
Oddio O_O Sei un'insensibile!! DUE BAMBINI PER BELLA? Ma la vuoi far morire sgretolata in mille pezzi da due paia di bocche voraci?
... Poi lei è quella che non la vuol far soffrire XD XD
A parte gli scherzi, la cosa veramente sovrannaturale di questa tua recensione è la comparsa di Mary Poppins *_* Mi hai illuminata, non sapevo di aver citato una sua frase, anche perchè non ho mai visto il film XD Devo rimediare mi sa, comunque ora grazie a te mi sento più colta in materia XD
Mi piace davvero tantissimo la tua riflessione su Jacob *_* La condivido, così come per quanto riguarda Edward, che è il più sfortunato della fanfiction per ora XD Quando ha trovato Bella nel bosco, non ha esitato ad aiutarla, e, consapevole che lei fosse rimasta sola, non l'ha abbandonata. Prima c'era Carlisle con lei. Adesso la situazione è diversa. E' vero, sono arrivati i Cullen, ma Jacob darà tutto se stesso per la sua migliore amica ;)
L'altra citazione che ho preso è proprio quella di Edward in Twilight. Questa frase da figo(XD) mi è rimasta impressa per la sua bellezza e per il tono usato da Edward. "Spero che la delusione non ti ferisca." L'ho modificata, dopotutto Jacob è Jacob, non può dire le stesse cose che dice un'altro XD
Mi spiace averti messo l'ansia della morte imminente di qualcuno, ma solo leggendo potrai capire XD Puoi uccidere me se muore qualcuno che volevi vivo, te lo consensto XD
Belle, davvero belle le tue ipotesi su chi trasformerà Bella. Ma se ti dicessi che non hai azzeccato in nessuna delle tre? XD Rimarresti così  O_O?
Anche per questo, non ti resta altro da fare che leggere e scoprirlo ;)
Scrivi pure quanto vuoi, i tuoi commenti "ben farciti" mi piacciono da  matti, li divoro volentieri ;)
 Rebecca Lupin [Contatta] Segnala violazione
 05/03/10, ore 20:30 - Capitolo 8: Capitolo 7.Morte inaspettata.
Credi davvero che le cose potranno mai sistemarsi?... Povera illusa! Uahahah!  Okay, la smetto. Dopo questa frase idiota ti concedo di pugnalarmi. Anch'io voglio dare pace e gioia a questa famiglia contagiata dalla sfiga di Bella... credimi, lo voglio davvero XD Non posso dirti niente riguardo la morte o sopravvivenza di qualcuno. Incrocia la dita XD
 Bimba sognatrice [Contatta] Segnala violazione
 05/03/10, ore 20:20 - Capitolo 8: Capitolo 7.Morte inaspettata.
La vampira del sogno ti ha terrorizzata? Beh, più avanti si scopriranno alcune cose di Bella riguardanti avvenimenti passati. E allora forse capirai che i sogni sanno essere pericolosi ç_ç
Mi fa piacere che tu abbia apprezzato la riflessione sugli abitanti di Forks, l'ho sempre immaginata così dal punto di vista dei vampiri e dei licantropi,o di un umano che sa tutto. Come sarebbe brutto essere nei panni di Bella e non poter dire niente a nessuno! Grazie ancora;)

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Capitolo 10
*** Capitolo 9. Incinta ***


Incinta


Mi risvegliai all’alba udendo la voce di Jasper. Jacob mi aveva detto che Edward e gli altri erano nella mia stanza, sentire le loro voci me ne aveva dato conferma. Poi era successo tutto molto in fretta. Mi ero sentita di nuovo male. Più il tempo passava, più stavo peggio.
Quando Jacob mi aveva riportata nella mia stanza, gli altri ci avevano annunciato che Charlie e Billy erano spariti. Il silenzio sospetto che avevano percepito dalla cucina, li aveva indotti ad andare a controllare; difatti, non avevano trovato nessuno nella stanza. Ma la luce era rimasta accesa e le macchine ancora parcheggiate nel vialetto. Dopo potevano essere finiti?
La paura che i Volturi avessero potuto prenderli si era fatta strada in me. Ma se loro erano davvero tornati, perché non avevano preso anche me? Come avevano fatto a non farsi scoprire da quattro vampiri che si trovavano al piano superiore?
- Non voglio andare all’ospedale! - ripetei quasi ringhiando.  
- Bella, ti rendi conto che hai rischiato di morire la sera che Jacob ti ha trovato sotto la pioggia? Se non fosse stato per la sua alta temperatura corporea che ti ha riscaldato, avresti potuto morire!- mi rimproverò Edward. Constatai che era divenuto più diretto e meno scrupoloso nell’ammettere ciò che pensava; evidentemente, da quando la nostra storia era finita, il suo modo di fare protettivo era andato attenuandosi.
- E’ solo un’influenza! Tra due giorni sono sicura che starò meglio! Ci sono cose più importanti a cui pensare adesso. – sospirai incrociando le braccia al petto. Qualcuno si sedette accanto a me sul divano facendolo sprofondare, probabilmente Emmett o Jacob.
– Se ti riferisci a tuo padre e al vecchio Quileute, credo che saremmo costretti a chiedere ai licantropi di cercarli. Noi non possiamo dividerci, dobbiamo rimanere con te. –
-Aaargh, maledetti vecchiacci di roccia! – sbraitò Jacob all’improvviso facendomi sobbalzare.
– Ehi gorilla, vedi di calmarti, non vedi che così spaventi la piccola? – scherzò Emmett, che capii essere quello che si era seduto di fianco a me.
–Senti da che pulpito! Ha parlato Hulck! – ribatté Jacob offeso.
- Smettetela, idioti. – li zittì Rosalie. Se mi fossi trovata in un altro momento, in un’altra circostanza, in una migliore condizione di salute, sarei scoppiata a ridere. Ma allora mi stavo preparando per fare la richiesta più importante di tutta la mia vita, richiesta che di lì a poco avrebbe potuto segnarne la fine.
- Ascoltatemi, vi prego. – esordii con voce bassa ma decisa. Strinsi convulsamente le mani in grembo e mi mordicchiai le labbra prima che il filo di parole che vi pendeva fuoriuscisse dalla mia bocca. – Credo sia giunto il momento che io diventi una vampira. Dovete trasformarmi. Da cieca sono solo un palla al piede, nella mia nuova natura imparerei a cavarmela da sola e riacquisterei la vista… me lo ha detto Carlisle. – La voce mi si incrinò quando pronunciai l’ultima frase.
I quattro Cullen rimasero in silenzio. Fu Jacob a spezzare quell’attesa snervante prorompendo in un esclamazione indignata. – Bella, non dire cavolate! Non permetterò che tu diventi una roccia succhiasangue, fredda e senza cuore come i mostri che ti hanno rovinato la vita!-
Emmett si lasciò sfuggire un ringhio roco.
-Non ti permettere, Jacob Black!- esclamai alzandomi in piedi. – Non ti permettere mai più!-
Mi pentii subito di essermi lasciata andare a quello sfogo di rabbia, la nausea cominciò a farsi nuovamente strada nel mio stomaco. Mi accasciai a sedere stringendo le braccia al petto.
- Bella?- domandarono Edward e Jacob all’unisono, l’uno preoccupato, l’altro con tono mortificato. Jasper accorse immediatamente a posarmi una mano sulla spalla, capii che si trattava di lui quando la calma s’impossessò piacevolmente di me.
- Tu non stai bene. – ripeté Edward.
- Un altro motivo per trasformarmi! - rigirai le carte in tavola per trarne un vantaggio.
– Ha ragione. –
Ebbi la tentazione di gettare le braccia al collo di Emmett, lo avrei fatto, se avessi potuto vedere con esattezza dove si trovasse senza rischiare di schiantarmi giù dal divano.
– Emmett, sei impazzito? – intervenne Rosalie con tono di voce scioccato.
– Rose, ti prego, cerca di capire. Bella ha ragione: se la trasformassimo sarebbe più al sicuro. Se i Volturi torneranno veramente tra un mese, avremo un buon margine di tempo per insegnarle a controllarsi. –
Sapevo a cosa si stesse riferendo Emmett. Carlisle mi aveva spiegato vagamente che i vampiri trasformati da poco faticavano a placare la loro sete e il loro istinto violento e irascibile.
Prima che Rosalie potesse ribattere, qualcuno bussò alla porta.
– Sono arrivati. – annunciò Jasper. Non capii a chi si fosse riferito. Tesi le orecchie, per poter udire il rumore della porta che si apriva e di qualcuno che faceva il suo ingresso in casa mia.
- Non ci hanno trovati alla nostra vecchia casa e hanno seguito l’odore della nostra scia. – spiegò Jasper, probabilmente rivolto a me e Jacob.
 - Di chi parli? – domandai.
- Tanya, Kate, Carmen ed Eleazar. Il clan di Denali. - spiegò Edward.
Dopo che tutti si furono salutati, ebbi modo di essere presentata ai nuovi arrivati. Le loro voci erano così dolci e belle che avrei voluto vederli in faccia.  
Jacob borbottava sommessamente, in un angolo del salotto. Probabilmente l'odore di vampiro era divenuto insopportabile per lui.
Quando Eleazar mi strinse la mano, lo sentii dire "Interessante!". Non capii a cosa si fosse riferito.
- E'... strano. Avverto una pulsazione vitale dentro di lei. Ed è come se ci fosse un magnete che la difende spiritualmente. -
- Non capisco, Eleazar, cosa intendi dire? - chiese Edward, incuriosito. Che quel vampiro avesse una particolare capacità di capire cosa c'era che non andava in me?
- Sono sicuro che Isabella ha una capacità particolare!-
Tutti rimasero senza parole, tranne Edward. - Riesci a percepirla nonostante sia umana?-
- U- un momento. Di che cosa state parlando? - li interruppi.
- Eleazar ha la capacità di riconoscere il tipo di potere che possiede un vampiro. E a quanto sembra, ha percepito qualcosa anche in te. -
- A dire il vero, sento che c'è qualcos'altro dentro di lei. Una debolissima energia, come di un'altra vita. -
Una paura improvvisa m'invase. Avvertii la tensione dei presenti sprigionarsi nella stanza come un gas boracifero.
- La pancia gonfia... - La voce di Emmett suonò stranamente pesante.
Mi toccai il ventre e mi accorsi che lo sentivo più duro, quasi come se ci fosse un piccolo mattone di ferro piantato dentro.
I conati di vomito… La nausea. Il poco appetito.
…Io e Carlisle...
Ma no, era impossibile. Erano passati solo tre giorni da quando...
- I vampiri possono... possono... procreare con gli umani? - domandai, attonita e sconvolta.


*******

Emmett, Rosalie e Jasper avevano gli occhi dilatati per lo stupore.
Io ero scioccato, devastato.
L'assurdità di quella domanda mischiata all'immagine di Bella e Carlisle che facevano l'amore mi impedì di collegare il cervello e mantenere una certa lucidità. Se non fosse stato per Jasper, che era accorso a sorreggermi, sarei caduto in ginocchio.
- Certo che no... - tentò di dire Tanya, terrorizzata al solo pensiero, quasi come se stesse cercando di convincere se stessa.
- Di cosa stai parlando? -
Tutti ci voltammo verso Rosalie. L'espressione che aveva dipinta sul viso mi fece impressione, era sconvolta quanto me, gli occhi le luccicavano così intensamente che avrebbero potuto incendiare la stanza ed erano fissi su Bella. Nella sua mente leggevo incredulità, speranza e un desiderio perverso che alla domanda di Bella ci fosse un sì per risposta.
- I- io... lo so che può sembrare assurdo... ma... I miei sintomi la dicono tutta: nausea, vomito, giramenti di testa, mancanza di appetito, il gonfiore alla pancia... -
- Ma di che stai parlando? - ripeté Jacob profondamente irritato.  
Bella era diventata rossa fin sul collo e teneva la testa bassa come se stesse cercando di nasconderla tra la maglia.
- Jacob, vattene. -ordinai. - Tanya, Kate, Eleazar, Carmen, potreste scusarci un momento solo? - domandai con ritenutezza, cercando di non tradire alcuna emozione negativa.
- Diamine, io non sono un cane da giardino! Non puoi dirmi quello che devo fare! - Jacob strinse i pugni convulsamente, le sue iridi scure brillarono minacciosamente.
- Sta calmo. - intimò Jasper tra i denti, gli occhi attenti e vigili fissi su Jacob. Il licantropo tornò a respirare regolarmente e smise di tremare su sé stesso.
- Edward, perdonami, ma potresti spiegarci che cosa sta succedendo?- mi chiese Tanya con tono quasi supplichevole. Lessi nella sua mente che aveva impiegato tutto il suo coraggio per decidersi ad aiutarmi e tutto la sua capacità persuasiva per convincere la sua famiglia a venire in soccorso della mia. Tutto ciò per fare un favore soprattutto a Carlisle e a me. Mi dispiaceva non poterle nemmeno dare una risposta.
Già, che cosa stava succedendo? C'era qualcuno, in quella stanza, che lo sapesse con esattezza? I pensieri dei presenti mi uccidevano, la confusione era palpabile nell'aria e l'atmosfera di tensione percepibile dagli sguardi spaventati dei sette vampiri e del licantropo. La testa mi pulsava fortemente, come se fossi stato sbattuto da Emmett con la faccia al muro.
- Non lo so, Tanya. Non lo so. Io e i miei fratelli dobbiamo parlare un minuto soli con Bella. -
Tanya scrutò i miei occhi con aria avvilita. Nel corso dei secoli mi ero allenato ad evitare di invadere la mente altrui quando potevo, per rispetto della privacy . Anche in quel momento evitai di entrare nella mente di Tanya, sapevo che lei nutrisse uno speciale interesse nei miei confronti.
- D'accordo, Edward. Andiamo fuori. - annuì Kate comprensiva, poi uscì dalla porta, seguita da Carmen, Eleazar e per ultima Tanya, che prima di voltarsi mi rivolse un sorriso mesto.
- Basta! Basta! Non ne posso più di tutto questo! E' ridicolo... Non ci sto capendo un emerito cazzo!- esplose Jacob tenendosi la testa tra le mani. Avrei voluto fare anch'io come lui.
- Jacob Black, controllati. - gli ordinai invece, digrignando i denti e lasciandomi sfuggire un basso ringhio per acquietarlo.
- Buoni, buoni. Ci manca solo che iniziamo a litigare tra di noi!- intervenne Emmett  alzandosi dal divano e mettendosi in piedi tra me e Jacob, le braccia aperte per separarci.
- No, non fate pazzie! - protestò Bella, scuotendo la testa a destra e a sinistra. - Jake, fa come ti dice Edward. Esci, per favore. - tentò di persuadere il lupo.
Con somma incredulità di tutti, Rosalie avanzò leggiadra e veloce verso Bella e le si parò davanti.  Jacob assunse un'espressione ferita, risentito dal nostro comportamento, sospirò e si diresse verso la finestra, ma prima che potessi rendermene conto, afferrò un vaso posato sul tavolino e lo scagliò dall'altra parte della stanza facendolo andare in frantumi.
Bella urlò allarmata, la intravidi coprirsi il volto con le braccia dietro a Rosalie.
Jasper scattò verso Jacob e lo prese per il colletto della maglia, trascinandolo fuori dalla finestra. Emmett andò loro dietro.
- Non è successo niente. Jacob ha rotto un vaso. - informai Bella con tono pacato.  Ciò che mi lasciò basito fu vedere Rosalie poggiare una mano sulla spalla di Bella con aria premurosa. - Ora siamo rimasti solo io ed Edward. Te la senti di parlare?- le domandò con voce insolitamente morbida, meno fredda.
Stavo ritto in piedi, senza ascoltare cosa stessero dicendo o facendo gli altri fuori. Esistevamo solo io, immobile, pietrificato di fronte al divano del salotto di casa Swan, e Bella, tremante e imbarazzata.
Odiavo vederla ridotta uno straccio, sembrava una bambina piccola bisognosa di cure e rassicurazioni. Dov'era la Bella di un tempo, seria, determinata, ponderata?
Come per ribellarmi a quella visione, a quella drammatica situazione senza senso, mi avvicinai a lei, scostando Rosalie, mi inginocchiai e la presi per i polsi.
- Bella: parlami. Aiutami a capire. - le sussurrai. Una lacrima silenziosa le rigò la guancia; il desiderio di seguirne il contorno con la mia bocca e di asciugargliela fu forte, mi adoperai per trattenerlo.  
La ragazza che amavo deglutì, cercò di stabilizzare la respirazione e poi pronunciò quelle dolorose parole.  -I- io... Io ho fatto l'amore con Carlisle. -


*******

Spazio dell'autrice:  beh, mi sa tanto che ormai i nostri vampirozzi hanno capito che Bella è incinta. E  immaginano anche di chi.  
Charlie e Billy sono spariti...
E intanto a Volterra cosa sta succedendo?
Questo capitolo è un po' più corto rispetto agli altri, ma il prossimo sarà leggermente più lungo del solito, quindi penso che basterà quello per farmi perdonare. Mi scuso per avervi fatto attendere tanto, ma dovevo riordinare le idee.
Nel capitolo successivo ci sarà uno spostamento... ;) Tanto avrete già capito dove andremo XD
Voi commentate, ho bisogno di avere un vostro parere *_*
Devo farvi vedere una cosa... http://images1.fanpop.com/images/photos/2000000/Ian-ian-somerhalder-2041414-380-500.jpg
Secondo voi chi sarà? Tirate ad indovinare,dai. Non dovrebbe essere difficile XD
Rispondo alle vostre recensioni( che stanno diminuendo ç_ç)


 Rebecca Lupin [Contatta] Segnala violazione
 16/03/10, ore 19:58 - Capitolo 9: Capitolo 8. Vi aiuteremo
Buahahahahah, Marcus patirà le pene dell'inferno con tutti gli altri, com'è giusto che sia *_____________________*

....Ahahahah, aspetta, è ancora tutto da vedere XD
Però ci scapperà il morto, questo è poco ma sicuro. Non posso dire chi XD Devi scoprirlo tu! ;)
 Bimba sognatrice [Contatta] Segnala violazione
 15/03/10, ore 20:58 - Capitolo 9: Capitolo 8. Vi aiuteremo
Sì, come puoi vedere è stata proprio Tanya a parlare ad Edward. Quella vampira ha deciso di rischiare grosso per amore di lui. E' da ammirare, no?
E comunque... se Edward sta male, ci sono un bel po' di  persone in fila che si sono prenotate per consolarlo XD( tra cui me per prima!! XD)
Dai, non disperare per lui, forse le cose si aggiusteranno ;)
 Aia Cullen [Contatta] Segnala violazione
 15/03/10, ore 20:40 - Capitolo 9: Capitolo 8. Vi aiuteremo
Eh, speriamo che tornino insieme!! Altrimenti, se così non fosse, avrei un paio di lettori sulla coscienza XD Però il nostro Carlisle intanto non è che sia... completamente libeor, diciamo.
Ebbene sì, Bella è incinta e tutti sappiamo cos'è il rigonfiamento.   Ce la farà a sopravvivere la creatura? Ce la faranno i Cullen a trovare una soluzione?
Per saperlo basta leggere il seguito ;)

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Capitolo 11
*** Capitolo 10. Inganni. ***


Inganni


- Voglio vederla. -

Demetri ghignò. - Non ti è concesso. Ma non preoccuparti, Aro non ha ancora programmato di prendere un accendino e gettarglielo addosso. -
Sostenei il suo sguardo, con aria impassibile. - Voi non siete così vili. Aro non lo farebbe mai. - affermai.
- Tu credi? Sei troppo giusto, Carlisle. Ma sappi che la legge spesso compie delle ingiustizie. - Demetri assotigliò gli occhi, provava gusto all'idea di vedermi perdere la sicurezza.
- Siamo stati già abbastanza accondiscendenti quando siamo venuti a prendere te e la tua veggente. La salvezza di Bella dovrà pur equivalere un prezzo doloroso. -
Detestavo sentire il nome di Bella pronunciato dalle sue labbra. Demetri sollevò il cappuccio della mantella grigia. - Andiamo, forza. Non appena torneremo, sarà il turno di Heidi. -
- Mi sembrava di avertelo già detto, Demetri. Non ho intenzione di venire. -
Scosse la testa, divertito. - Andiamo, Carlisle, non dirmi che in questi ultimi secoli non ti è mai venuta voglia. - domandò con tono inquisitorio.
- Mai. - risposi senza indugiare. Demetri alzò un sopracciglio e sfoderò il solito ghigno. - C'è sempre una prima volta per tutto nell'eternità. -
Non sarebbe mai riuscito a convincermi, presto avrebbe capito che il suo era solo uno spreco di tempo. - Mi spiace, ma credo che sotto questo aspetto la tua frase non valga. Mi posso dichiare sazio, per ora. -
Non fui abbastanza veloce a fermarlo, col suo corpo longilineo e scattante mi sbatté contro il muro prima che potessi afferarlo per le braccia. I suoi occhi rossi erano fissi nei miei con aria di sfida, il viso sottile a un centimetro dal mio. - Non puoi indossare questa mantella se continui a nutrirti di caprette candide e scoiattolini. - mi canzonò a denti stretti. Schiacciato a forza contro il freddo muro- freddo anche per la pelle di un vampiro-, sostenei il suo sguardo. - Non mi risulta che io sia obbligato a nutrirmi quando non ne sento il bisgono. -
Sapevo che Demetri stava covando una sorda invidia nei miei confronti: io non avevo alcun potere speciale, la mia unica qualità extra era l'infinita compassione verso gli altri, qualità che in una comunità come quella dei Volturi non valeva ad altro che a uno svantaggio, date le numerose volte in cui il corpo di guardia era costretto a porre fine alla vita di umani e vampiri, eppure, nel giro di quattro giorni, mi ero ritrovato a pari livello con lui, il segugio per eccellenza. Il colore delle nostre mantelle era lo stesso, segno che facevamo parte della stessa classe gerarchica.
Demetri mi lanciò un'ultima occhiata sprezzante prima di mollare la presa sul colletto della mia mantella. Al dì là di quel corridoio non avrebbe potuto ostentare la sua avversità nei miei confronti; se qualcuno avesse visto il trattamento che mi riservava quando eravamo soli, sarebbe prontamente corso a riferirlo ad Aro, che avrebbe punito Demetri.
- Prima o poi dovrai iniziare a nutrirti di sangue umano. - sentenziò incamminandosi per il corridoio. Mi diressi nella mia stanza per chiudere la porta che avevo lasciata aperta a causa del suo arrivo improvviso, poi lo seguii. Quando svoltammo a sinistra, trovammo Felix impegnato a parlare con Alice. Dovetti trattenere l'impulso di lanciarmi sul grosso vampiro e sbatterlo a terra quando udii l'oggetto della sua conversazione. Alice alzò il viso non appena mi udì passare al fianco di Demetri, per un istante di secondo la sua espressione cambiò, gli occhi divennero più luminosi e le labbra si incurvarono all'insù quando incrociò il mio sguardo carico di conforto. Eravamo solo all'inizio della nostra prova, non potevamo permettere l'uno all'altra di lasciarsi sopraffarre dalle preoccupazioni e dalla voglia di ribellarci.
- Demetri, Carlisle! - ci salutò Felix con un sorriso sornione. - State andando a caccia?-
- Demetri sì, io no. -risposi.
Felix lanciò un'occhiata eloquente a Demetri, deridendomi. - Meglio così. Aro vuole parlarti. - m'informò. - Dopo. - assicurò al compagno, quando vide la sua espressione indagatoria.
- Grazie dell'informazione. Vado subito da lui. -
Alice s'irrigidì lievemente quando Felix le passò un braccio attorno alle spalle. - Dobbiamo andare in Svizzera. - le sussurrò all'orecchio. Cercai di cogliere indizi dallo sguardo di entrambi, per capire il motivo della loro destinazione. Mi dissi che probabilmente si trattava di questioni di poco conto con vampiri che avevano infranto la legge.
- Ci vediamo questa sera. - salutai tutti e tre, lanciando un'occhiata d'intesa ad Alice. Le nostre strade si divisero quando anche Demetri svoltò nel corridoio diretto fuori dal palazzo. Io, al contrario, dovevo raggiungere la sala più infima per parlare con Aro; volevo farlo al più presto, non avrei sopportato la vista dei poveri e ignari turisti scortati da Demetri fare il loro ingresso a palazzo e diventare la cena dei Volturi. Mi preparai psicologicamente all'idea di andarmene in "vacanza" per un po', ero sicuro che Aro mi avrebbe affidato una missione lontano dall'Italia. La prima cosa che vidi quando varcai l'ampio portone  fu proprio il suo viso diafano disteso nella solita finta espressione affabile.
- Carlisle, amico mio. - mi accolse allargando le braccia.
Mi guardava come se non conoscesse il motivo del mio arrivo, la schiena perfettamente diritta poggiata sul trono intarsiato di pietre preziose.
- Buonasera, Aro. Felix mi ha riferito che avevi bisogno di parlarmi. -
Era squallido e ridicolo il fatto che mi fossi ridotto a servire i Volturi, ma dovevo farlo per gli Altri. Ne valeva la pena.
- Heron è appena andato in Olanda con Jane e Alec, quindi non può sentirci parlare, finalmente possiamo comunicare liberamente senza il bisogno di scrivere messaggi su carta. -
- Qual'è il problema, Aro? - tagliai corto.
- Problema? Perché pensi che ce ne siano? Caius, Marcus, fratelli miei, ho forse menzionato la parola problema senza rendermene conto? - domandò Aro rivolto ai due compagni seduti sul trono alla sua sinistra e alla sua destra.
- No, fratello. - sbuffò Caius. Marcus, dal canto suo, non si curò nemmeno di rispondere.
- Perdonami se ho avuto questa impressione. - mi scusai, sforzandomi di usare un tono gentile.
- A dire il vero ti ho convocato per chiederti consiglio. Amico mio, tu sei troppo modesto, sostieni di possedere la sola capacità di provare compassione, ma lo sai che io ti ho sempre considerato garante di un autocontrollo ammirevole e, qui arriviamo al dunque, dotato di una saggezza estrema. Mi chiedevo cosa pensi sia opportuno fare con Esme. -
Nell'udire quel nome dovetti chiudere gli occhi per un attimo e lasciare che il peso della rabbia mi scivolasse di dosso. - Sai come la penso, sarei felice se tu la lasciassi tornare a casa. -
- Il punto è che l'idea non mi convince. Potrebbe cercare vendetta precipitandosi dal clan egizio, nostro nemico giurato. Dopotutto, l'abbiamo tenuta prigioniera e privata del suo compagno. -
- Esme non è vendicativa, posso assicurartelo. Lo avrai certamente intuito quando le hai toccato la mano per la prima volta. - lo contraddissi.
- Sono proprio indeciso. Se la lasciassi andar via, Heron potrebbe imbattersi in lei durante una missione. Ma se la teniamo, Heron potrebbe sentire la sua voce se si lamenta troppo fortemente; Alec non può stargli sempre attaccato per indebolirgli l'udito formidabile.  E per finire, se dessi l'ordine di ucciderla, tu ed Alice ci rimarreste male. - concluse Aro, sfoderando una maschera di dispiacere.
Se non si fosse rivelato compromettene per la mia situazione, avrei preso a testate il muro della sala per sfogarmi e smuovere una soluzione sicura nel cervello.
Mi misi in bocca parole che non credevo sulla dolce Esme. - Ti chiedo di non ucciderla. E proprio come dici tu: debole e incapace, non può far nulla contro il tuo esercito. -
- In effetti, rinchiusa e segregata com'è, non può aver visto molto del palazzo. Sulla questione pericolo di spia non ho più dubbi. Ma il punto di domanda resta Heron. -
Se Aro non avesse mentito dicendo ad Heron che Esme era stata uccisa, non avrei dovuto arrovellarmi il cervello in cerca di una via di salvezza per la mia ex compagna.
- Alice potrà prevedere ogni spostamento di Esme. Demetri potrà localizzarla grazie all'odore. Non c'è pericolo che Esme ed Heron si incontrino al di fuori del palazzo. -
Sapevo che Aro queste cose le aveva prese in considerazione, non era stupido. Avevo il sospetto che avesse attuato uno dei suoi giochetti nel chiedermi consiglio, magari per vedere come mi sarei posto nei suoi confronti riguardo la questione. Dovevo stare attento, molto attento a ciò che dicevo e facevo.
- Vorrei poterti accontentare. Ma vedi, secondo la mia concezione di favore, per ognuno di essi bisogna sempre richiedere qualcosa in cambio. Che gusto ci sarebbe, se non fosse a doloroso prezzo?-
Palese dimostrazione di ciò che stavo pensando.
Aro mi scrutò con occhi innocenti. Ricordai le parole di Demetri. Quindi era così: avevo ottenuto la grazia di lasciare Bella a Forks ancora per un po', perciò Esme non poteva essere rilasciata?
- Ma io sono tuo amico. - mentii, per cercare di dissuaderlo.  
- Hai ragione, amico mio. Mmmh... Non farò uccidere Esme, ma per ora non la lascerò andare. Ti ringrazio per aver espresso la tua opinione. -
- E' stato un onore. - risposi facendo un inchino.
Detestavo mentire, ma anche quello rientrava nella mia prova e in quella di Alice. Una prova di resistenza, rischiosa e dall'esito incerto: Alice stava lottando per controllare le sue visioni e per nascondere agli altri quelle che non riusciva a bloccare; io dovevo tenere duro per non mandare tutto a monte. Ne andava della vita e della felicità degli Altri.
- Oggi siamo quasi a ventisei. - mi informò Aro.
- Sì. - risposi laconico. - Non hai intenzione di inviarmi in missione con Afton e Santiago? - cambiai argomento.
- Non stasera. Voglio permetterti di rilassarti per i primi tempi. Mi fa piacere notare che tu abbia voglia di darti da fare, non appena ci sarà bisogno di intervenire all'estero ti farò sapere. Ora puoi andare. - mi congedò Aro, sorridendo.
Feci un cenno col capo anche a Caius e a Marcus, che non mi degnò di uno sguardo, prima di recarmi nella mia stanza.
Potevo rilassarmi per quel periodo? Bene, era un'ottima occasione da sfruttare per pensare a come convincere Aro a mandarmi a Forks. Alice era stata straordinaria quando aveva fatto credere a Jane, Demetri e Felix che Bella non vedeva l'ora di unirsi ad un "esperto e raffinato clan di vampiri", era riuscita ad ingraziarle la simpatia di tutti, fuorché di Jane.
Sorrisi tra me e me, disteso sul letto bordeux della mia stanza. I Volturi non si rendevano conto che mentivano gli uni con gli altri: Aro aveva mentito ad Heron nel dirgli che Esme era morta, Jane aveva mentito ad Aro nel dire che Bella era rimasta al sicuro a Forks, quando invece aveva ordinato di abbandonarla nel bosco perché sperava nella sua morta, gelosa del desiderio che Aro nutriva nei suoi confronti. Ma qualcosa dentro di me mi diceva che Bella era ancora viva. Avevo riposto l'ultima speranza in Jacob Black, e sapevo che gli altri rimasti a Praga si sarebbero precipitati a Forks, dopo le istruzioni che io ed Alice gli avevamo dato.
Avevo questa sensazione perché un legame invisibile mi legava alla persona che amavo, si trattava forse di uno dei misteri dell'esistenza che nemmeno l'eternità mi avrebbe permesso di svelare: sentivo nel profondo, con tutto me stesso, che Bella era viva.
Ciò che mi fece distogliere lo sguardo dal soffitto fu il rumore impercettibile della porta che si richiudeva.
Non l'avevo udita percorrere il lungo corridoio ed entrare in camera mia. Un umano l'avrebbe definita silenziosa come una gatta. Mi guardò a lungo, gli occhi del colore dell'ametista che le scintillavano di una luce priva di innocenza. Leggiadra e con passo cadenzato, camminò verso di me muovendo sinuosamente le anche. Rimasi pietrificato mentre posava un ginocchio sul letto e ci saliva lentamente sopra, con fare seducente. Non mi staccò gli occhi di dosso, le labbra contornate da una leggera dose di rossetto fiammeggiante distese in un sorriso compiaciuto, finché no si fu rannicchiata sopra di me.
- Heidi. - mormorai con voce atona. Mi schiaffeggiò il viso con una ciocca di capelli, inarcando maliziosamente un sopracciglio e ripercorrendo con l'altra mano il mio petto fino a...
- Mi chiedevo se avessi bisogno di compagnia. - sussurrò al mio orecchio con voce languida.


*******


Bella era incinta. Non vi erano altre spiegazioni. Lei stessa aveva confermato di essere stata con Carlisle. Già, la donna che amavo e colui che mi aveva fatto da padre... insieme. Anche se in realtà Bella era ancora una bambina, l'unico a vederla donna ero io. Aveva a malapena diciannove anni...
Io ne avevo diciassette, ma da quasi novant'anni ormai.
Eleazar aveva avvertito una debole energia dentro Bella. E, come se non bastasse, le sue condizioni di salute la dicevano tutta.
Ciò che non tornava era la rapidità con cui tutto stava accadendo. A meno che Bella non avesse mentito, erano passati solo quattro giorni da quando lei aveva avuto il suo rapporto d'amore. Lei non era mai stata brava a dire bugie, l'ipotesi era da escludere a priori..
Non avevo nemmeno voglia di suonare il pianoforte rimasto intatto nel salotto della mia vecchia casa. Avevo paura. Paura di fronte all'ignoto.
Cosa ne sapevo io sulla fecondazione creatasi dall'unione di un'umana con un vampiro? Cosa ne sapeva qualsiasi altro essere vivente?
Non riuscivo a credere come fosse possibile. Non osavo immaginare al tipo di gravidanza che Bella avrebbe dovuto affrontare, di certo essere incinta non era una passeggiata nemmeno se si trattava di aspettare un bambino normale.
L'idea di Bella felice accanto a Carlisle mi aveva consolato, ma saperla cieca e sofferente, sia a livello fisico che emotivo, a soli diciannove anni, mentre un mostro sconosciuto prendeva vita dentro il suo fragile e indifeso corpo, mi stava martoriando. Non era così che avrebbero dovuto andare le cose. Cosa potevo fare io, ora?
La rabbia scaturita nel mio corpo la sera che mi ero avventato su Carlisle riemerse. Lui era il vampiro che mi aveva insegnato a vivere civilmente come un umano, che mi aveva ridato un assaggio di vita quando mi ero convinto di averla persa per sempre, che mi aveva fatto da padre... Ma aveva fatto l'amore con un'umana. Con che coraggio? Con che coraggio l'aveva sfiorata? Lei, delicata e piccola creatura; lui, forte e distruttivo per il corpo di una ragazza.
Non volevo ammetterlo a me stesso ma-
- Edward, sei uno straccio. -
Emmett, a quanto pareva, mi aveva preceduto. Mi si sedette affianco sulla scala del portico di vecchia casa Cullen, posandomi una mano sulla spalla. Non lo aveva fatto apposta a parlarmi così, era capace di pentirsi di cose che diceva subito dopo che gli uscivano dalla bocca. Ma in quella circostanza avrei dovuto ringraziarlo per la sua schiettezza, averlo accanto mi avrebbe permesso di ricordarmi che non dovevo mostrarmi ridotto in quello stato dagli altri.
- Solitamente questo gesto lo compie Jasper, ma siccome lui non c'è... - Mi fissò impacciato.
- Solitamente sulla spalla mi dai pugni. - precisai con un sorriso mesto, sforzandomi di farlo sembrare sinceramente divertito.
- E' vero. - Emmett chiuse la grossa mano a pugno e mi colpì. Mi azzardai a dare una sbirciata nei suoi pensieri; capii che si stava arrovellando il cervello in cerca delle parole giuste da dirmi.
- Non ne vuole proprio sapere di farci avvicinare a lei, eh? - provai a cambiare argomento.
Emmett strinse le spalle, sconsolato. - E pensare che due giorni fa le avrebbe staccato il collo... Ma la capisco. - Poi si affrettò a specificare. - Intendo dire, capisco perché le sta così vicino. -
- Ti ho capito, Emm. - lo rassicurai, lo sguardo fisso sulle macchie di polvere sugli scalini.
A farci compagnia era il canto dei grilli immersi nel fogliame oscurato dal cielo notturno che ci circondava.  
Rosalie costituiva la tentazione che mi spingeva a sfruttare il mio potere per leggere nella mente. Da quando avevamo scoperto che Bella era incinta le stava addosso come un segugio. Peggio di un cane da guardia. Jacob avrebbe riso del mio pensiero se avessi espresso la frase ad alta voce e lui si fosse trovato lì.
- King Kong sta ancora cercando suo padre e lo sceriffo. Sembra che i suoi compagni siano alquanto seccati dalla loro scomparsa, sospettano che ci sia il nostro zampino. -
- Non chiamarlo King Kong, in fondo ci sta offrendo il suo aiuto. E' grazie a lui se a quest'ora non stiamo lottando contro un branco di licantropi infuriati. - lo informai.
Emmett fece un verso simile ad una risata soffocata. - Ci mancava solo questa. -
Stringevo i denti, la mascella contratta, le mani incrociate a pugno sotto al mento, i gomiti appoggiati alle ginocchia. Non riuscivo a non pensare ad altro.
Fissai intensamente mio fratello. - Dovremo allontanarla con la forza, lo sai? -
L'ombra del sorriso scomparve dal suo volto, lo sguardo si fece serio. - Non dovremmo litigare fra di noi. E non parlare così, devi cercare di capirla... Si sta aggrappando alla sua ultima speranza effimera. -

- Lo so. Non intendo farle del male. Ma non possiamo lasciare che... quel coso prenda vita nella pancia di Bella: non sappiamo cosa dobbiamo affrontare, è un rischio enorme. Bella... potrebbe morire. - mormorai con voce dolente. Emmett, nuovamente impacciato, posò una mano sulla mia spalla. - Forse dovremmo cercare di vedere le cose con più ottimismo. Ricordi cosa ha detto il lupacchiotto rosso? Alice ha rassicurato Bella nella radura dicendole che sarebbe tornata a prenderla tra un mese. Forse lei ha avuto una visione riguardo allo stato di salute di Bella. Forse la sua sarà una gravidanza speciale, diciamo molto veloce... -
Fissai Emmett, stupito, mentre il cervello rifletteva sulle sue parole. Lui mi sorrise incoraggiante. - Non appena Tanya e gli altri saranno tornati dalla caccia, potremmo farci raccontare la storia del vampiro- bambino. Non si sa mai che potremmo cogliere qualche informazione utile. -
Ebbi l'impulso di  afferrare la testa di Emmett e sfregarvi sopra le nocche delle mani con fare giocherellone. - Ti facciamo distratto, quando invece non lo sei per niente. Non mi era nemmeno passato per l'anticamera del cervello di collegare Alice e il suo famoso mese ad una gravidanza. - mi congratulai con lui.
- Forse questa gravidanza non sarà un male... Forse è tempo di dare la felicità anche a qualcun'altro... - continuò Emmett, sempre più sicuro del suo discorso.
Capii a cosa stesse alludendo. Mi arrischiai a sbirciare nella mente di Rosalie, era come invasata: continuava a ripetere la parola "bambino" nella mente, con tono dolce e materno, innaturale da lei.
- E non dimenticare che Jasper sta andando dal clan delle Amazzoni!- Mio fratello era preda di una carica di ottimismo ammirevole. Gli sorrisi, rincuorato.
-Grazie Emmett. - mormorai.
Poi pensai, con amore, tra me e me,
"Buon compleanno, Bella."


*******


Spazio dell'autrice: chiedo scusa per il ritardo.
Ma cosa cavolo sta combinando Carlisle a Volterra?
A quanto sembra, Rosalie è più agguerrita che mai, e non ha intenzione di lasciare avvicinare nessuno a Bella.
Emmett, il nostro adorato scimmione, non è poi così scemo come sembra, oltre ad essere simpatico e divertente, nonché bellissimo, sa anche essere perspicace quando vuole!  Grazie Emmett! ;) Devo farvi vedere tre personaggi, il primo è lo stesso attore del film XD



Demetri, Felix e Heidi! Che ne pensate?
Per il prossimo capitolo non dovrete aspettare così tanto, perché sono tornata dalla gita e potrò scrivere almeno tutti i giorni. Ringrazio e rispondo alle vostre recensioni:

 KristenAlice [Contatta] Segnala violazione
 11/04/10, ore 22:26 - Capitolo 10: Capitolo 9. Incinta
Sì, sì, sì! Il bel figone è Heron XD
 Aia Cullen [Contatta] Segnala violazione
 06/04/10, ore 00:17 - Capitolo 10: Capitolo 9. Incinta
Non posso proprio dirti nulla, mi spiace. Contenta di aver avuto notizie, anche se per poco, di Carlisle ed Alice? XD
 Rebecca Lupin [Contatta] Segnala violazione
 05/04/10, ore 22:00 - Capitolo 10: Capitolo 9. Incinta
La lieta novella non è lieta per nessuno, fuorché per Rosalie XD Sadica, eh? Vuoi che Jacob ed Edward muoiano?? E se ti dicessi che moriranno entrambi?
 Bimba sognatrice [Contatta] Segnala violazione
 05/04/10, ore 20:28 - Capitolo 10: Capitolo 9. Incinta
Forse sarebbe meglio dire che Esme era fortunata. Ora non più, mi sa! Speriamo che le cose si risolvano anche per qui due. E sì, Ian Somerhader è Heron <3
Edward... lo so che per lui tu sei sempre disponibile, però ti faccio presente che c'è una coda pazzesca dietro di lui!! Bisognava prenotarsi da prime che la Meyer decidesse di crearlo mi sa XD
Spero che il capitolo ti sia piaciuto ;)
 AshG [Contatta] Segnala violazione
 05/04/10, ore 20:06 - Capitolo 10: Capitolo 9. Incinta
Ribadisco XD: Ian Somerhalder è Heron. Era facile da capire dopotutto ;)Bene, ti metto in fila con KristenAlice e Bimba sognatrice XD Chi delle tre se lo prende per prima?
Oddio... non dire che la creatura nella pancia di Bella è quasi figlio/a di Edward O_O Fai venire la pelle d'oca a me che sono la scrittrice, ahahah.
Per quanto riguarda Jacob ed Edward... mah, e chi lo sa XD Conoscendomi, potrebbe accadere di tutto! Potrebbero anche morire, così come potrebbero diventare i due più felici del pianeta terra!
Un altro punto in comune tra me e te: Kate. Anche a me piace da matti, nel prossimo capitolo vedrai una cosina che ti piacerà XD
Charlie e Billy sono spariti, già. Non sono in mani sicure, purtroppo. Ma i lupi li stanno cercando.
Grazie per gli auguri di Pasqua, anche se ormai praticamente ci avviciniamo al Natale XD Scherzo, alla prossima!




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Capitolo 12
*** Capitolo 11. La chiave ***


La chiave


Bella

Erano passati nove giorni da quando i Volturi erano giunti a Forks, dieci da quando io e Carlisle ci eravamo uniti… dando origine ad una nuova vita dentro di me: dieci giorni di paura e sorprese. Ma soprattutto di dolore e sofferenza, sia fisica che emotiva. Non ero in grado di capire in quale delle due circostanze quel dolore e quella sofferenza fossero più intensi.

La mia pancia si era gonfiata ad una velocità pazzesca. I colpi di martello che giungevano dall’interno erano la prova concreta che in me avesse preso forma un’altra creatura. Qualunque cosa fosse, era parte di me e di colui che amavo più della mia stessa esistenza. Non riuscivo a figurarmela come un mostro, ma come un meraviglioso bambino simile a Carlisle, un bambino che avrebbe sancito il nostro legame e marchiato a sangue la tela che aveva intessuto il nostro amore.
Nonostante il continuo tormento e il prosciugamento delle forze, vedevo la creatura in maniera positiva. Tutti volevano proteggermi da lei, ma io volevo proteggere lei. Stavo lottando per difendere qualcosa che mi faceva del male, qualcosa che avrebbe potuto distruggermi e portarmi alla morte.
Il rumore delle tende della camera che venivano tirate mi fece tendere le orecchie. Avevo sempre paura che qualcuno potesse arrivare alle mie spalle, imprigionarmi  tra le sue braccia marmoree e immobilizzarmi su un letto per anestetizzarmi e togliermi il bambino.
- Sono io, tranquilla. Non agitarti. – mi tranquillizzò prontamente Rosalie, con voce carezzevole e rassicurante, tanto era carica di determinazione. Già, determinazione nel volermi aiutare… nel volermi difendere. Probabilmente aveva sentito il mio respiro accelerare e si era affrettata a dichiarare la sua presenza. Ormai non usciva nemmeno per cacciare, era Emmett a procurarle il cibo. Proprio non capivo, per quanto mi sforzassi a trovare una spiegazione plausibile, a quale scopo Rosalie stesse sostenendo la mia causa. A lei non ero mai piaciuta sin dal primo momento che mi aveva vista assieme ad Edward e dopo ciò che era successo per colpa mia, avrebbe dovuto odiarmi ossessivamente, anziché voler prendersi cura di me. Ma se ci pensavo, la nausea, il mal di testa e le coliche raddoppiavano. Perfino gli sforzi mentali erano in grado di aggravare la mia condizione di salute e di tramutarsi in dolore. Mi ero ridotta peggio di un bambina malata e malnutrita del Sudan.
-    Rosalie… - chiamai con voce flebile.
Lei accorse subito al mio fianco e fece scivolare le sue vellutate dita sulla mia guancia.
-    Dimmi. –
Presi un respiro più profondo degli altri e inarcai leggermente la testa sul cuscino, nella speranza che il male al collo passasse se avessi cambiato posizione. Ma niente, nel spostarmi avevo risvegliato il dolore alle spalle, sulle quali pesavano fastidiosamente e insostenibilmente le mie braccia.
Ma c’era qualcosa d’importante che dovevo sapere.
-    Perché? – domandai.
Perché mi proteggeva dagli altri? Perché mi stava vicino ventiquattro ore su ventiquattro? Perché mi confortava? Perché mi tranquillizzava? Perché mi accarezzava?
Tutte queste domande non trovarono mai voce, mi rifiutai di pronunciarle per non sprecare energia vitale, con quella poca che mi rimaneva volevo tenere in vita il mio bambino.
- Non capisco se dici così, Bella. Cosa c’è che non va? – domandò Rosalie.
Deglutii e il nodo alla gola si strinse portandomi con l’acqua alla gola. L’impulso di vomitare sparì solo dopo qualche secondo. Sollevata del fatto che fosse stato solo un falso allarme, mi arrischiai a continuare a parlare.
-    Perché fai questo per me? –
Dovevo saperlo. C’era la probabilità che sarei morta per il troppo riflettere. E se fossi morta, avrei voluto farlo intascando prima una risposta. Piccola consolazione pre-morte.
- Meriti di conoscere la mia storia. Te la racconterò, Bella. Ma sappi da subito che non sarà a lieto fine. -
 Rabbrividii, le sue parole scivolarono gravemente sul mio corpo, lasciando il segno.
-    Sono tutt’orecchi. – pronunciai con decisione.


*******

Rosalie

Edward suonava una dolce e lenta melodia per rasserenarla, mentre io le accarezzavo delicatamente la fronte per conciliarle il sonno. Non potevo abbassare la guardia, mio fratello avrebbe potuto bloccarmi con l’intervento di qualcun altro e separarmi da Bella.
Era triste pensare di schierarsi contro la famiglia, ma per me c’era qualcosa di molto più importante in gioco. Più importante della famiglia.
Qualunque cosa stesse prendendo vita dentro quella fragile umana, era qualcosa di simile a un bambino, o a una bambina. Avrei potuto vederla nascere, avrei potuto tenerla in braccio, stringerla a me, insegnargli a vivere giorno dopo giorno, ricostruire l’esistenza che avevo perduto in lei.
Voltai la testa, sempre senza smettere di sfiorare delicatamente le guance smunte di Bella, per guardare negli occhi Edward. Nonostante stesse suonando, nonostante stesse facendo la cosa che più lo rilassava, leggevo nei suoi occhi dorati biasimo e delusione nei miei confronti.
Per lui, in quella stanza, c’erano due mostri: la creatura che io consideravo un angelo mandato da Dio e io.
Se Edward provava biasimo e delusione, io provavo dispiacere e tristezza nel constatare che mio fratello non riusciva a capire qualcosa che chiunque, capace o no di leggere il pensiero, avrebbe compreso. Forse non voleva, o semplicemente fingeva di non capire.
O forse ero io che, inconsciamente, gli oscuravo i miei pensieri d’amore per riservargliene di rancore e di sfida. “ Non ti avvicinerai a Bella. “ “ Questa creatura conoscerà la vita nel mondo. “ “ Non ti permetterò di ucciderla. “ Questa creatura, semplicemente, nascerà. “
Edward suonava senza nemmeno osservare i tasti, la melodia era parte di lui e scorreva sulle sue dita come il sangue nelle vene di un umano. Involontariamente, automaticamente.
Nessuno dei due parlava, temendo di svegliare Bella. Era raro che lei riuscisse ad addormentarsi, e quando accadeva, ci adoperavamo per produrre il minor rumore possibile.
Emmett faceva avanti e indietro al piano inferiore, le orecchie tese per controllare che io e Bella stessimo bene.
Tanya parlava sommessamente con Carmen. Eleazar e Kate discutevano di Irina, chiedendosi dove potesse essere andata; da quando la sua famiglia era partita per Forks, infatti, lei era sparita. Non avremmo potuto più fidarci nemmeno di lei. Per quel che ne sapevamo, poteva anche essere morta.
Zafrina e Senna stavano cucendo, probabilmente si trattava della pelle di un animale che avevano cacciato . Quattro giorni prima, Jasper si era recato in Amazzonia per chiedere loro di aiutarci, spiegando la situazione, mentre Kachiri era rimasta con lui, e insieme si erano diretti da Peter e Charlotte.
Bella adorava Zafrina, grazie a lei recuperava per brevi attimi la vista, s’immergeva nelle sue illusioni e le chiedeva di mostrarle volti, paesaggi e oggetti. Zafrina fungeva da tranquillante e da passatempo per Bella quando le coliche si intensificavano e la sensazione di vomito si faceva sentire più fastidiosamente.
Mentre la ninna-nanna di Edward mi cullava, ascoltavo il respiro tormentato di Bella nel sonno. L’immagine del suo viso sciupato e sfigurato dallo shock era ancora fresca nella mia mente. La mia storia alle orecchie degli altri era più raccapricciante e drammatica di quanto ricordassi: da tanto tempo non l’avevo raccontata a nessuno, da tanto tempo non ero abituata ad osservare la reazione di chi l’ascoltava per la prima volta.
-    Lo sai, Bella morirà. Perché sei così egoista? –
Alzai impercettibilmente la testa per guardare mio fratello negli occhi. - Sei tu l’egoista. – ribattei piccata. – Tutto quello che ti interessa è tornare con lei. Non t’importa se Carlisle, Esme ed Alice saranno liberati o no… -
-    Hai dimenticato Heron. – mi suggerì sarcastico.
-    …  Forse speri che Carlisle rimanga per sempre nella mani dei Volturi, così da avere campo libero con Bella. – proseguii imperterrita, conscia delle parole taglienti che gli avevo rivolto: rispondere male a chi mi pungeva, oramai, era diventato un impulso involontario che non riuscivo a controllare. Cercavo di frenarmi, ma non ce la facevo, una forza spontanea mi conduceva a fare la cattiva. Era l’unico scudo che mi consentiva di respingere le critiche che ricevevo.
Edward smise di suonare. Infuriata da ciò, ascoltai attentamente il ritmo del respiro di Bella. Ovviamente non era regolare, dato che lei soffriva di continuo, tuttavia era più profondo del solito, segno che stava dormendo.
Provai a riaprire la bocca, per rimediare al danno che avevo fatto.
-    Non fa niente. Lo so che non lo pensi veramente. – mi precedette Edward.
-    Comodo leggere nel pensiero ogni volta. –
Un’altra frecciatina. Non riuscivo a tacere.
-    Non ho avuto bisogno di farlo stavolta. Lo so e basta. –
Strinsi le labbra e distolsi lo sguardo, riprendendo ad accarezzare la fronte di Bella. Mio fratello mi conosceva più di quanto volevo ricordare, scoprirlo ogni volta che finivamo per discutere m’irritava.
-    Da quando siamo arrivati, ha mangiato solo tre volte. E ogni volta ha rimesso tutto. Cosa deve succedere perché tu lo capisca? Quello non è un bambino, Rose: è un mostro! – sussurrò Edward a denti stretti, la mascella contratta.
Perché doveva distruggere la mia speranza così crudelmente?
-    Vattene, Edward. Lasciaci in pace. – ordinai.
La porta della camera si aprì all’istante, senza produrre alcun suono. Emmett incedette nella stanza, frapponendosi fra me ed Edward. – State calmi, per favore. –
-    Me ne vado. – dichiarò mio fratello rivolgendomi un’occhiata penetrante.
-    Lasciatelo dire: senza il tuo potere fai pietà a capire chi ti sta attorno. – sibilai.
Emmett accorse ad abbracciarmi. Solo allora mi accorsi che mi ero alzata in piedi. Mi lasciai coccolare da quelle braccia forti e protettive, cullandomi appoggiata al suo petto. Solo lui sapeva come calmarmi. Solo lui sapeva amare tutti i miei difetti quanto i miei pochi pregi. Con tutto se stesso.
Solo lui conosceva la genuina Rosalie, quella senza maschere, quella che, a volte, nemmeno io stessa conoscevo.
Solo io sapevo perfettamente che quando accarezzavo Bella sulla fronte non lo facevo esclusivamente per salvaguardare il corpo che conteneva la creatura, ma perché in me, nel vederla così vulnerabile e bisognosa di cure, era nato un attaccamento materno.


*******

Edward

Vampiro, essere dannato per l’eternità, le cui uniche possibilità di scelta sono suicidarsi per sparire dall’esistenza o continuare a vivere mentre i secoli scivolano l’uno sull’altro e il pianeta Terra mette su le rughe. Ecco cos’ero.
Io avevo scelto la vita. Dopo cento anni, finalmente convinto di avere trovato l’amore, la felicità mi era crollata addosso in un mucchio di polvere. La mia storia effimera con Bella… una ferita indelebile, una ferita crudele, che mi avrebbe impedito di amare qualcun altro nei millenni. Ecco a cosa era equivalsa la mia scelta.
Ero convinto che ciò che mi era successo fosse una punizione, perdere l’anima a quanto pare non era stato sufficiente.
Ma c’era qualcuno che ci governava al di là di quel cielo? C’era qualcuno che manipolava e sceglieva le nostre vite? Il destino, Dio… esistevano davvero?
Tirai un pugno contro la corteccia dell’albero sradicato ai miei piedi. Il tronco sprofondò nel terreno.
Dannazione. Non potevo nemmeno sfogare il mio dolore, o avrei distrutto l’intera cittadina di Forks.
Un pensiero opprimente iniziò a farsi strada in me, diventando quasi un ossessione. Per fortuna Jasper non era nei paraggi, perché era andato in cerca di aiuto, altrimenti avrebbe intuito le mie intenzioni dal mio stato d’animo. Se fossi stato in lui, non sarei stato felice all’idea di assorbire le emozioni che stavo provando.
Ma forse il mio dolore era la chiave di tutto, la soluzione ad ogni problema. Me ne sarei andato compiendo ciò che ero sempre stato bravo a fare, anche più di suonare il pianoforte: sacrificarmi per coloro che amavo.
Avevamo fatto varie ipotesi sul perché i Volturi avessero deciso di tormentarci, ma brancolavamo nel buio. Di risposte non ne avevamo. Forse era stabilito che io dovessi fare la mia parte in quella storia. Se amavo davvero la mia famiglia e Bella.
Dio, li amavo tutti. Dal primo all’ultimo.
Se avessi fallito, non avrei avuto nulla da perdere. Non mi restava da fare altro che agire.
-    Edward. –
Il profumo delicato di menta e more che aveva inebriato le particelle d’aria mi avvisò che a raggiungermi e a chiamarmi era stata Tanya.
Seduto sul tronco dell’albero, i gomiti appoggiati alle ginocchia, le mani strette a pugno, mi sforzai di alzare la testa e di sorriderle.
Lei avanzò timidamente verso di me, incerta sul da farsi, con passo leggiadro.
-    Sembri triste. –
-    Perdonami. –
Lei spalancò impercettibilmente gli occhi per una frazione di secondo. – Non dovresti chiedere perdono perché sei triste. C’è qualcosa che posso fare per te? –
Era sbagliato leggere nella mente, mi ero sempre rifiutato di farlo quando avevo trovato il metodo per estraniare i miei pensieri da quelli degli altri, ma quella notte volevo sapere quali erano le intenzioni di Tanya.
Ti prego, fa che mi dia la possibilità di stargli vicino. Vorrei tanto vederlo sereno. Non è giusto che debba soffrire. Ci sono così tante cose che non capisco…
-    Puoi stare qui, se vuoi. – le dissi con tono gentile.
-    Puoi mandarmi al diavolo, se vuoi. –
La guardai, le labbra distese in un sorriso che cercava di mostrarsi scherzoso, il sopracciglio destro inarcato.
Ridacchiai, fissando intensamente le venature di una foglia di un albero di fronte a me. - Non voglio mandarti al diavolo. -
Quanto ti amo, Edward.
Mortificato e imbarazzato, decisi che ne avevo abbastanza dei pensieri di Tanya. Il pensiero che mi stesse mostrando spontaneamente ciò che provava mi mise ancor più a disagio. Sperai di sbagliarmi.
-    C’è una cosa che devi sapere. Abbiamo sempre sospettato che Bella avesse qualche particolare capacità, e probabilmente, questo è il motivo per cui i Volturi la vogliono: Aro freme all’idea di allargare la sua collezione, deve aver sicuramente letto questa particolarità di Bella attraverso Esme. Ora arrivo al dunque: il secondo motivo per cui crediamo che i Volturi vogliano Bella, è che lei e Carlisle si amano. –
Tanya mi fissò turbata, portandosi una mano alla bocca.
-    Ecco come ragionano i Volturi: Carlisle è considerato il pilastro della famiglia Cullen, se minacciano la sua metà, tutta la famiglia automaticamente si adopera per salvarlo. Crediamo che Aro abbia bisogno di allargare il suo esercito perché da qualche parte, un clan di vampiri si sta espandendo, diventando una minaccia. –
Parlavo per distrarmi, parlavo senza sapere il vero motivo per cui lo stessi facendo.
-    La storia di Bella molto malata non era vera, lei è rimasta cieca a seguito di un incidente, ma Carlisle è venuto a Forks per stare con lei, non per lavoro. Lui ed Esme non sono più come li ricordate tu e gli altri. Heron, l’ultimo arrivato della nostra famiglia, ha fatto sbocciare nuovamente l’amore in Esme, ad una velocità sorprendente. E’ straordinario pensare a quanto tutto ciò sia successo in fretta: Esme è devota come nessun’altro, pensavo avrebbe sofferto per sempre, come me, quando scoprimmo che Carlisle e Bella… -
Mi fermai. Sorrisi amaramente delle mie stesse parole. – Non so nemmeno perché ti sto parlando dei miei problemi, senza limitarmi a darti le informazioni che ti servono. Ti chiedo nuovamente di perdonarmi, ho dovuto dirti come stanno le cose, lo meriti, e lo meritano anche Kate, Eleazar e Carmen. -
Tanya sembrava scioccata. Ciocche di capelli color fiamma le oscuravano gli occhi, perché lei non si curava di distoglierle dalla sua visuale. Teneva la testa bassa, torturandosi le mani in grembo.
-    Basta chiedere perdono, per favore. Io ero convinta che… il ba… la creatura, fosse tua figlia. –
-    E invece non lo è. –
Con stupore, scoprii che se le cose fossero state come aveva detto Tanya, non mi sarebbe dispiaciuto. Incredibile.
-    Ma Carlisle… Come ha potuto? Lei sembra così vulnerabile, è così piccola… così diversa e lontana da lui, più di quanto potrebbe esserlo da te… -
Aveva ragione. Era innegabile, non potevo contestare nulla.
-    L’amore, che tu sia vampiro, umano, licantropo, fata o demone, è amore. Dobbiamo accettarlo. Le cose non sono andate come avrei voluto, ma se gli altri sono felici, per quale motivo dovrei ostinarmi a cambiare ciò che è irreversibile? Preferisco soffrire solo io, e in silenzio, per non disturbare gli altri. –
Era come se mi stessi spogliando, e con la persona più improbabile.
-    Sì però… ci metterò un po’ a digerire la notizia, okay? –
-    Tranquilla. – la rassicurai.
Tanya mi si avvicinò quanto più possibile, allungò una mano e l’appoggiò sulla mia spalla. Quel tocco mi confortò. Poco dopo mi ritrovai con la testa appoggiata alla sua spalle, il petto avvolto dalle sue braccia, mentre con una mano mi accarezzava i capelli, come si fa coi bambini.
Allora non me ne resi conto, ma più tardi capii che fu grazie a Tanya se quella notte non presi decisioni affrettate.


*******


Spazio dell’autrice: sorry for being late! (Scusate per il ritardo.) La scuola sta finendo, ma il pensiero costante di essere agli ultimi giorni mi mette ansia, e non sono riuscita a trovare il tempo, fino ad oggi, per scrivere decentemente. Devo fare un ultimo e grande sforzo con interrogazioni e compiti.
Spero di aggiornare presto la prossima volta! Credevate che avrei messo fino a questa solfa, eh? XD Invece non l'ho fatto XD
Per le persone che mi seguono in silenzio faccio un appello, cortesemente, potreste dirmi una vostra opinione della storia?
E come al solito, ringrazio e rispondo ai commenti ;)


 Aia Cullen [Contatta] Segnala violazione
 19/04/10, ore 20:16 - Capitolo 11: Capitolo 10. Inganni.
Per Carlisle ed Alice credo dovrai aspettare ancora ;) Ma cosa intendi per " forse se Edward avesse assecondato Bella, le cose sarebbero andate diversamente"?!?!? Aiuto XD XD Non è per quel motivo che Bella ed Edward si sono lasciati O_O Ahahah, spero di aver capito male io.
Grazie come sempre dei complimenti cara ;)
 Rebecca Lupin [Contatta] Segnala violazione
 19/04/10, ore 17:10 - Capitolo 11: Capitolo 10. Inganni.
Oddio O_O Beh, effettivamente mi sono accorta leggendo la tua presentazione che sia il vampirone che il lupastro ti stanno sui cosiddetti XD Ma non mi aspettavo una tua risposta così malvagerrima! Tu mi fai paura O_O Non è che se ti do il permesso di scrivere della loro morte me li torturi, poi decapiti, poi bruci e infine li dai in pasto agli squali?? XD
Su Emmett e Rose, sono stradaccorto con te *_*
Il gruppo rimasto a Volterra è messo male sì, ma non preoccuparti, probabilmente ci sarà il lieto fine ;)
 Bimba sognatrice [Contatta] Segnala violazione
 18/04/10, ore 19:26 - Capitolo 11: Capitolo 10. Inganni.
Nuooooooooo, un infarto spero di no XD
Carlisle O_O... Argh, lasciamo perdere. Solo, per favore, atttua una strategia anti infarto per la prossima volta, okay? XD
Emmett è anche il mio mito!*_*  E va bene, ha i muscoli, ma ciò non significa auotmaticamente che sia senza cervello! Come ho detto nel cap precedente, che ci possiamo fare se lui è bello, simpatico e intelligente? ;)
Ce lo teniamo, ovvio!
Ora mi sa che sono nei guai... Rosalie mi ammazza XD
Sono sempre felice di leggere i tuoi commenti cara ;) I hope you liked the chapter! (Oggi ce l'ho con l'inglese ç_ç)


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Capitolo 13
*** Capitolo 12. Infernale, eterna, dannazione ***


Infernale, eterna, dannazione.







Bella

I miei giorni passavano con la lunghezza di anni, affiancati dalla sofferenza continua.

I Cullen avevano escogitato un piano difensivo intorno a tutta la città. I licantropi si erano messi sulle tracce di mio padre e del padre di Jacob: a Forks non si parlava d'altro che della scomparsa dello sceriffo Swan e del vecchio Billy Black.
Jasper aveva fatto un ottimo lavoro: aveva sfruttato le sua abilità da stratega per eludere al potere della stessa Alice -colei che amava-, cambiando continuamente la sua meta e le sue decisioni nella sua missione di richiesta d'aiuto in giro per il mondo; mettendo  a rischio se stesso, aveva radunato a casa Cullen amici di vecchia data, poi era ritornato anche lui, sano e salvo.
Mentre io stavo morendo.
Me lo sentivo che era così.
Quanti giorni erano passati da quando Rosalie mi aveva raccontato la sua storia? Non avrei saputo dirlo.
Da quanto tempo non toccavo cibo per paura di rimettere tutto? Da troppo.
Edward ed Eleazar non facevano altro che condurre ricerche sulla gravidanza e l'organismo dei vampiri, prelevando macchinari e medicine dall'ospedale.
Avevo sbagliato un'altra volta, come sempre. Non avrei dovuto intestardirmi egoisticamente a far nascere il mio bambino. Per colpa mia, era nata una guerra tra due mondi. Per colpa mia, i licantropi erano stati invischiati in una faccenda che non li riguardava in prima persona. Charlie e il padre di Jacob erano introvabili: innegabile pensare che non centrassero creature sovrannaturali nella loro scomparsa.
Ma oramai ero arrivata al capolinea, non avevo neppure la forza di pensare a tutto ciò. L'unico motivo per cui non me ne ero ancora andata, era la mia ostinazione a rimanere aggrappata alla vita, almeno quel tanto necessario per fare uscire la creatura che dimorava nel mio corpo. Sapevo che Rosalie se ne sarebbe presa cura al posto mio, anzi, ero sicura che lei avrebbe preferito  farlo senza di me.
Mi stavo spegnendo poco a poco. Prima mi aveva abbandonata la vista, poi il mio amore, e adesso, stava per abbandonarmi il cuore. Ciò che avevo pensato la sera del mio primo bacio con Carlisle, si stava avverando. Stavo morendo poco alla volta.
- Bella! Bevi questo, ti prego! -
Riconobbi la voce di Jacob.
Già, Jacob... Come fosse arrivato nella... insomma, nel posto in cui mi trovavo, non mi era dato saperlo.
Sentii il fuoco sulla mia pelle, la forma di cinque dita sulla mia guancia, che cercavano di sollevarmi il mento.
- T-togli la mano... Mi scotti! - rantolai. Da quando ero rimasta incinta, la mia temperatura corporea era scesa a dismisura e le giornate le passavo coi sudori freddi, incapace di sopportare qualsiasi cosa superasse i 25 gradi.
- Da qua, faccio io. -  sentii dire da Rosalie.
Un istante dopo, stavo aprendo la bocca per permetterle di darmi da bere. Mi fidavo ciecamente di lei, perciò non ebbi bisogno di chiederle spiegazioni.
Il liquido entrò caldo nella mia gola, procurandomi a sorpresa una sensazione piacevole, e ridiscese saporito nel mio stomaco. Berlo risvegliò le mie papille gustative e il ricordo di come si facesse a mangiare. Uno strano calore esplose dolcemente nella mia pancia come un soffio vitale di vento, regalandomi il conforto di un abbraccio e di mille carezze.
- Ne voglio ancora. -
Rosalie esaudì la mia richiesta. Non sapevo cosa fosse, ma una cosa era certa: quella bevanda sarebbe diventata la mia ambrosia, o in alternativa, la mia droga. Più ne bevevo, più ne volevo e mi sentivo rigenerata. In quel momento ero io la bambina affamata che si stava facendo allattare pazientemente dalla madre.
- Che schifo... Anche lei... - sentii mormorare da Jacob, con voce disgustata.
- Ma se la farà stare bene!... - proruppe Tanya, in un'esclamazione che lasciò in sospeso.
Con somma gioia scoprii che il mio udito stava riprendendo a funzionare bene.
- Il sangue nutre la creatura... - sussurrò Edward, la voce velata da una sconcertata meraviglia.
Inghiottii troppo velocemente, rischiando di risputare fuori il tutto.
- E' sangue? -
- Sì. Scandalizzata? E' stata un'idea del tuo cangnolone. Se devo essere sincero, siamo stati proprio degli idioti a non pensarci prima: la creatura è per metà vampira, no? Quindi è ovvio che le piaccia il sangue!… Sarà che con tutto quello di cui ci stiamo occupando, non abbiamo avuto tempo per fermarci un attimo a riflettere. -
La voce di Emmett fu una toccasana, sentirla fece svanire in me lo sgomento per la scoperta appena fatta.
- Dovremo prelevare altro sangue dall'ospedale. - dichiarò Jasper.
- Sangue dei donatori. Tranquilla Bella, non abbiamo ucciso nessuno. - si affrettò a spiegare Edward.
Mi sistemai meglio sul divano, riuscendo finalmente a trovare una posizione confortevole.
- Grazie. -
Mi vergognavo di me stessa, perché quella era l'unica parola che potessi dire loro. Mi addormentai con lo stomaco pieno, risvegliandomi poco dopo a causa dei colpi violenti che provenivano dall'interno della mia pancia.
Nutrendo il mio bambino, gli avevo donato una nuova forza, una forza che lo induceva a darmi dei calci. Non riuscivo ad odiarlo, seppure mi facesse soffrire, perché in quel gesto era racchiusa l'innocenza di una creatura inconsapevole che, come tutti i neonati, voleva farsi sentire dalla sua mamma e dimostrarle il suo amore.

Carlisle

Poteva trattarsi di una trappola, ma non avevo intenzione di sprecare quell’occasione.
Finalmente Aro mi aveva concesso di vederla.
Durante la mia breve permanenza nella reggia dei Volturi secoli prima, nessuno mi aveva mai informato dell’esistenza di una segreta. Probabilmente i tre fratelli la tenevano in serbo per i trasgressori della loro legge macchiati delle più gravi colpe, per poi  lasciarli marcire nelle celle umide e buie, ed infine ucciderli per compiacersi della loro sofferenza.
Eppure, mentre percorrevo il corridoio, non avvertivo alcuna presenza oltre a quella di colei per cui mi ero addentrato fin laggiù.
Mi fermai davanti alle sbarre dell’unica cella illuminata dalla fioca luce di una lampada. Esme era accucciata in angolo del pavimento, le ginocchia raccolte al petto, lo sguardo fisso nel vuoto; la luce della lampada giocava a riflettersi nella sua chioma color caramello, donandole sfumature dorate. Sembrava non mi avesse sentito o visto. Alec doveva averle inibito i sensi, come faceva continuamente con Heron.
-    Esme. – la chiamai.
Sussultò, alzando lentamente la testa. Rimasi scioccato dallo sguardo e dall’espressione irriconoscibile dipinti sul suo viso. La dolcezza aveva lasciato posto alla stanchezza e al vuoto. Due spesse e scure occhiaie accentuavano il colore nero delle sue pupille. Esme era debole e assetata.
-    Esme… - mormorai, dolcemente. – Sono io, sono Carlisle. –
-    C-Carlisle? – domandò, stupefatta.
Mi inginocchiai davanti alle sbarre, per guardarla faccia a faccia.
-    Cosa… cosa sta…? E’ un’allucinazione di Alec. – concluse poi, delusa.
-    No, Esme. Faccio parte della guardia dei Volturi, adesso. – spiegai.
Lei spalancò gli occhi, sconvolta dalla notizia. – Non ci credo. Il Carlisle che ho conosciuto io non farebbe mai una cosa simile. –
Le parole le si trascinavano faticosamente sulla lingua.
-    Ma lo farebbe per la sua famiglia. – fu la mia risposta.  

Bella

-    Non potete andare avanti così, a prelevare sangue dall’ospedale. –
La mia voce era ritornata quella di sempre. Il mio nuovo nutrimento aveva dato ottimi risultati negli ultimi giorni.
-    Faremo in modo di non prelevarlo dallo stesso ospedale. – mi assicurò Edward.
Dall’esterno provenne il rumore di un basso grido di dolore.
-    Cosa è stato!? – domandai, rizzandomi a sedere sul divano.
Il mio bambino mi diede un calcio alla pancia che mi fece venire lo stimolo di vomitare. Ormai mi ero abituata alla perenne sensazione di nausea, perciò feci del mio meglio per non badarvi.
-    Kate sta dando del filo da torcere a Garrett. – spiegò Rose.
Garrett, Siobhan, Vladimir, e tanti altri nomi… Faticavo a ricordarli tutti, era come ritrovarsi in una nuova classe il primo giorno di scuola. A volte mi inquietava il pensiero di una ventina di vampiri che si allenavano al dì fuori delle mura di casa Cullen.
-    Cosa avete detto a tutti per convincerli ad aiutarci? –
-    La verità: che Aro è interessato ad arricchire la sua personale collezione, ed è disposto a prenderti con la forza. Non preoccuparti, Bella, ognuno di loro è qui per un motivo, nessuno si è sentito costretto. –
Riflettei sulle parole di Edward. Cosa potevo avere io di tanto speciale  da essere un membro ambito da Aro per la sua collezione?
Una fitta più violenta mi fece stringere i denti e posare una mano sulla grossa palla di cemento che mi ritrovavo al posto della pancia. Provai ad ignorare anche quella.
-    Notizie dal clan di Sam su Charlie e Billy? –
-    No, al funerale di Harry Clearwater si parlava di una scomparsa, ma è chiaro che ci sia lo zampino di un nostro simile in tutto ciò. – dichiarò Jasper.
Ma io non capii nemmeno cosa avesse detto. Una mano calda e bruciante stava risalendo il mio stomaco, soffocandomi. Boccheggiai, in cerca di aria, il cuore che mi batteva come un tamburo.
-    Bella?… -
-    Bella! –
-    Che cos’hai!? –
Voci concitate, preoccupate. Qualcuno mi fu subito accanto e mi posò una mano fredda sulla fronte. Mi aggrappai alla freschezza di quel tocco nella speranza che la nausea si affievolisse, ma non fui in grado di migliorare la situazione. Rigettai un liquido caldo e denso dalla bocca, disgustata di me stessa.
-    Oh mio Dio! –
Una porta sbatté. Capii che altre presenze erano entrate nel salotto, ma la mia sofferenza fisica era così devastante che non mi resi conto delle voci e dei movimenti intorno a me.
-    Portiamola al piano di sopra, nella stanza con l’attrezzatura! –
Attrezzatura?
La testa stava per esplodermi, fitte di dolore acuto e inarrestabile mi colpivano come la danza delle onde di un mare mosso. La pancia stava per squarciarsi, un macigno di pietra premeva per uscire al dì fuori.
Quando il mio corpo fu appoggiato su una dura superficie di ferro, mi abbandonai a me stessa, alle mie urla disperate, alle quali si unirono anche quelle di Edward, quando due mani mi artigliarono le braccia bagnate e appiccicose.
-    FUORI! FUORI DI QUI! –
-    JASPER, ROSE, NO! –
Era giunto il momento. Troppo presto. Troppo inaspettato per me. Il mio bambino mi avrebbe lacerato la pancia con i denti per nascere. Sarei morta come la madre delle tre sorelle. L’atroce leggenda si sarebbe ripetuta.
Aghi pungenti mi bucarono le braccia, le gambe, il collo, il cuore.
Mi dimenavo e mi contorcevo tra le urla e il delirio dell’Inferno sul mio corpo disfatto.
Sì, io sarei morta, ma il mio bambino sarebbe nato. Forse era così che sarebbe dovuta andare, forse io dovevo morire per risolvere tutti i problemi creatisi.
La mia scomparsa dalla terra avrebbe cancellato la sofferenza dei miei genitori, padre e madre di una figlia ceca; dei Cullen, sconvolti nei legami sentimentali e invischiati in una faccenda più grande di loro; di Jacob e dei miei amici licantropi, i quali erano stati ingiustamente coinvolti nel caos generato dal mio amore impossibile; perfino dei Volturi, troppo avidi di ricchezze; e poi…
… di lui. Carlisle. L’amore della mia esistenza, il padre del mio bambino.
Quelli, prima di chiudere gli occhi e di sprofondare nel silenzio del buio, furono i miei ultimi pensieri.


*******





Spazio dell'autrice: pensavate di liberarvi di questa storia? Eh no! Ho promesso a me stessa che l'avrei continuata e conclusa, quindi, anche se molti di coloro che mi seguivano mi hanno abbandonata, io farò di tutto per finirla ;) Mi ci sono affezionata e non sopporterei di vederla incompleta.
Ci ho messo tanto ad aggiornare, ma non credo importi a qualcuno a questo punto, quindi, se qualcuno si ricorda ancora di questa storia, spero passi a leggere nonostante sia passato tanto.
Ringrazio e rispondo velocemente a:
Rebecca Lupin; non ci contare che Edward muoia XD E' tutto da vedere!
Aia Cullen; prima o poi ho aggiornato ;) E' vero, una Rosalie così materna è insolita, ma fare da balia a Bella ridotta in quelle condizioni non può che fare tenerezza. Non solo Bella ospita un bambino nel suo corpo, ma è come se lo fosse diventata lei stessa, con tutte le cure di cui ha bisogno;)

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Capitolo 14
*** Capitolo 13. Speranza. ***






Speranza 


13 giorni dopo…

Pov Edward.

Erano trascorsi esattamente trenta giorni, e si apprestava a passare anche il trentunesimo.
Quella casa stava diventando troppo piccola per tutti noi.
Per cosa ci fossimo allenati e avessimo combattuto strenuamente, era un mistero, dato che l’oggetto del desiderio dei Volturi non c’era più.
Venti vampiri e una quindicina di licantropi. Ognuno di noi con i loro motivi e le loro ambizioni, ognuno di noi con le sue speranze e le sue amarezze. Non saremmo mai stati preparati ad affrontare i nemici, ma ci dichiaravamo pronti a fronteggiarli. Il fatidico mese di Alice era scaduto, se le ipotesi di Emmett erano corrette, avremmo potuto conversare “amabilmente” con i tre fratelli e le loro guardie quello stesso giorno.
Tredici soli e lune erano tramontati, e in quel lasso di tempo non avevo fatto altro che lottare, lottare e lottare ancora, a suon di scariche elettriche prodotte da Kate e di illusioni create da Zafrina per confondermi le idee.
Io, Jasper ed Emmett eravamo senza dubbio i combattenti più pericolosi quando ci affrontavamo l’un l’altro. Eravamo rispettivamente la premonizione, la mente e la forza.
-    Edward… -
Alzai la testa dalle mie mani, distogliendomi da quei pensieri. Tanya mi posò affettuosamente una mano sulla spalla.
-    Ti vedo preoccupato. – dichiarò.
Non ebbi modo di risponderle, perché Eleazar irruppe nel salotto con aria allarmata.
-    Ero a caccia con Kate e Garrett, quando abbiamo avvertito delle presenze non umane nella foresta. Non si trattava di licantropi, erano due membri del corpo di guardia dei Volturi: ci hanno detto che i Cullen devono raggiungerli in una radura. –
Strinsi i pugni, meditando sul da farsi. Sarebbe stato troppo pericoloso portare con noi anche Rosalie, ma non avevamo altra scelta: la sua presenza era fondamentale.
Uscii sul portico senza nemmeno dare una risposta ad Eleazar. Non ero rimasto sorpreso dalla sua notizia, me l’aspettavo.
-    Ascoltatemi tutti! –
Vampiri e licantropi smisero di allenarsi, fissandomi in silenzio.
-    Sono arrivati. Ci stanno aspettando. –
Kate e Garrett spuntarono in quel momento dal fogliame della foresta. – Jasper sta per arrivare, era in perlustrazione! –
-    D’accordo. –
-    Sapete tutti cosa dovete fare. –
Una quindicina di teste annuì, i licantropi mi diedero conferma col pensiero.
Rosalie uscì sul portico e si mise al mio fianco, tenendo fra le braccia una splendida bambina che per bellezza e abbagliante perfezione avrebbe potuto passare per sua figlia.
-    Devo venire anche io… -
La frase di Rosalie fu una domanda travestita da affermazione.
-    Sì, la bambina è la nostra unica speranza. –
-    Rosalie. – mormorò questa, giocherellando con una ciocca dei suoi capelli.
Fissai a lungo quel corpo fatato di bambola e pensai di essere stato realmente un mostro quando avevo pensato di ucciderla.
Emmett corse al fianco di Rosalie, baciandole la fronte.
-    Emmett! – rise la bambina, tendendo le braccia verso di lui, gli occhi illuminatisi alla sua vista.
Emmett le regalò un sorrisone a trentadue denti, senza mostrarle la minima traccia di preoccupazione. Ci voleva uno scimmione come lui per impedire che la bambina percepisse la tensione che si respirava nell’aria.
Lanciai un’ultima occhiata d’intesa a mio fratello e a mia sorella, quando Jasper sopraggiunse nel cortile, il volto una maschera di trepidazione. Sperai vivamente che le emozioni ansiose dei presenti non lo sopraffacessero, perché spettava a lui agire da tranquillante e da incentivo emotivo per tutti. Presto avrebbe potuto rivedere la sua amata Alice.
-    Andiamo. – intimai.
In quel momento partimmo tutti di corsa, sfrecciando fra gli alberi e i cespugli della foresta, abbracciati dal vento e dal profumo di terra bagnata e dei piccoli esseri che la popolavano.
-    Da questa parte. –
Garrett era un nomade, fra tutti noi era quello con l’olfatto più sensibile, e i licantropi, che lo seguivano a ruota, erano i suoi cani da fiuto. Non indugiai un solo istante prima di seguirli, ero certo che avessero percepito l’odore dei Volturi nel punto giusto.
Riconobbi la radura prescelta come il posto in cui avevo trascorso innumerevoli giornate insieme a Bella. Una morsa mi strinse il petto, i muscoli mi si irrigidirono. Ricordarla mi provocava un dolore fisico che non potevo permettermi di provare in un momento come quello.
L’aria era satura di umidità, ma non vi era nebbia. I licantropi mi comunicavano i loro pensieri bellicosi, desiderosi di riversare sul nemico la rabbia degli ultimi avvenimenti.
Io, Jasper ed Emmett eravamo schierati leggermente più avanti di tutti gli altri. Rosalie era nascosta dietro le ampie spalle di Emmett.
Lucidi mantelli scuri comparvero alla nostra vista in uno spettrale ingresso di creature fluttuanti. Tanta era la grazia e la solennità con la quale incedevano verso di noi, che parevano danzare su una superficie d’acqua.
Rimasi stregato dal loro modo di procedere gli uni in perfetta sincronia con gli altri, come se fossero un tutt’uno costituito da una figura geometrica che rivelava le sue molteplici braccia.  
Quando si fermarono, nella radura non tirò un filo d’aria. Uccellini ed insetti si erano dileguati, percependo la visita di qualcosa di alieno.
Le tre figure leggermente più avanti delle altre, si tolsero i cappucci per mostrare i loro volti.
Aro, Caius e Marcus.
Ciascuno con un’espressione diversa.
Marcus appariva completamente disinteressato, non guardava nemmeno nella nostra direzione, gli occhi apatici e le labbra distese in una linea rilassata. Caius, che me lo ero immaginato infervorato quando i licantropi, alla loro vista aveva assunto uno sguardo atterrito, carico di impazienza e repulsione. Aro, il più enigmatico fra i tre fratelli, ci osservava con un affettato sorriso che gli incurvava le labbra, ad occhi sereni, fintamente curiosi e sorpresi come quelli di un bambino, cercando di celare il velo di euforia che lo pervadeva all’idea di trovarsi di fronte ad un esercito fornito quasi quanto il suo.
Cercai fulmineamente i due volti che fremevo dalla voglia di vedere tra le numerose sagome incappucciate, senza risultato.
-    Sono lieto di vedere, giovani Cullen, che vi siete premurati di riservarci una calorosa accoglienza. – esordì Aro, intrecciando le dita al petto e facendo un impercettibile inchino.
Sentii una mano invisibile afferrarmi i capelli e spingermi la testa verso il basso. Involontariamente, il busto si piegò; i muscoli protestarono, contrariati, ma riuscii nell’impresa di inchinarmi senza apparire forzato. Anche Jasper ed Emmett si inchinarono appena.
-    Con immenso piacere vedo che eravate al corrente del nostro arrivo, come io e i miei fratelli ci eravamo aspettati. Tutto merito di una veggente. –
Jasper si lasciò sfuggire un sospiro . Gli sfiorai il braccio con il mio, per fargli capire che gli ero vicino.
-    Lasciate che vi spieghi come sono andate le cose. –
Aro allargò le braccia, come un prete benevolo avrebbe fatto coi suoi fedeli.
-    Sono amaramente pentito di aver agito come un bambino nell’aver deciso di sottrarvi Esme con la forza. Soffro ad immaginare il tale spavento che posso avervi procurato. Vedete, volevo convincere a tutti costi il mio caro vecchio amico Carlisle a recarsi a Volterra per parlargli faccia a faccia. Il clan egizio si sta espandendo a scopo di eliminarci e prendere il nostro posto. Avevo intenzione di radunare più alleati possibili, contando quindi anche sull’aiuto della famiglia Cullen, il cui stile di vita mi ha sempre… come dire… - Aro portò le mani giunte all’altezza del petto.  – Affascinato, ecco. –
Il clan egizio voleva fare una guerra contro i Volturi? Ma che storia era mai questa?
-    Tuttavia, quando ho toccato Esme per la prima volta e sono venuto a conoscenza di Heron e Bella, non ho potuto fare altro che pensare a loro due. Ero certo che se avessi mandato qualcuna delle mie guardie a prendere Bella, la vostra Alice lo avrebbe visto e l’avremmo trovata pronta a riceverci. Alice è stata tanto brava da sciogliere le menti di Felix e Demetri, talmente tanto che mi sono trovato concorde nel concedere a Bella un mese in più nella sua città. Per quanto riguarda Heron, lui stesso, di sua spontanea volontà, ha deciso di unirsi a noi e di adottare il nostro stile di vita. –
Non riuscii a credere all’ultima frase. Heron non poteva essere entrato nella guardia dei Volturi su sua richiesta.
-    In un primo momento pensai che voi foste intenzionati ad uccidere Bella perché era a conoscenza del nostro segreto. Ma poi, quando le tue guardie l’hanno lasciata a Forks, ho capito che la volevate. Quello che non capisco, è il perché. – dichiarai risoluto.
-    Perché è chiaro come il sole che quella ragazza ha delle potenzialità! Mio caro Edward, tramite Esme ho saputo che il tuo potere di lettura del pensiero non funziona su di lei. Sarei curioso di toccarla io stesso.
Ecco qual’era il punto. Avrei dovuto capirlo molto tempo prima.
- Mi spiace deluderti, Aro. Ma ciò che cerchi… - strinsi i denti. – non c’è più. – conclusi, con traballante fermezza.
Il silenzio regnò padrone nella radura per alcuni istanti. I seguaci dei Volturi rimasero immobili, il volto celato dai loro cappucci, eccezion fatta per Caius e Marcus.
Aro spalancò lievemente gli occhi cremisi per la sorpresa. Era l’attore più esperto che avessi mai incontrato lungo il mio cammino.
-    Non lo sapevo. – dichiarò, la voce fattasi vibrante come un’affettata carezza eloquente.
Seguii il tragitto dei suoi occhi, quando si spostarono su una piccola figura alla sua sinistra, dietro di lui.
Jasper emise un basso ringhio di disperazione. Gli posai una mano sulla spalla.
Alice. Quella era Alice.
Per un istante la possibilità che Aro non fosse al corrente della triste notizia attraversò la mia mente. Possibile che mia sorella fosse stata tanto esperta da celarglielo?
Ma no, che  andavo a pensare… Troppi licantropi avevano circondato Bella negli ultimi tempi, Alice non aveva sicuramente visto che....
Jasper sorrise, trionfante, in direzione di Aro.
Attento Jasper, non lo sfidare.
-    Il tuo trofeo non è disponibile. Ma in cambio, abbiamo qualcos’altro da offrirti, che è il motivo per cui tutti noi – alzai un braccio di lato per indicare i miei amici e famigliari dietro di me – siamo qui. –
-    Ridicolo. Facciamo a pezzi le nullità e prendiamoci i più forti. – sentenziò Caius.
Vladimir e Stefan sogghignarono.
-    Calmo, fratello. Calmo. Sentiamo cosa intende offrirci Edward in cambio. –
Aro sorrise nella mia direzione, gli occhi che lampeggiavano di curiosità repressa, euforia e sadismo. La sua frase equivaleva ad un “Vediamo quanto sei bravo a negoziare.”
Una tenaglia mi strinse da dentro, schiacciandomi, devastandomi. Stavo per dare in pasto ai Volturi un innocente angelo. Agendo da ignaro, inconsapevole delle conseguenze, stupido vampiro, folle, crudele.
Ero diventato un mostro.
Rosalie, perdonami.
-    Ti offro una bambina immortale. Il suo nome è Johanna, figlia di Carlisle Cullen e Bella Swan. –


Spazio dell'autrice: non ve lo aspettavate, vero? Edward ha dato in pasto ai Volturi la figlia di Bella! Non mi posso trattenere perchè vado di fretta. Spero di ricevere qualche commento per questo capitoli. Baci.
Ringrazio e rispondo a:


 Aia Cullen [Contatta] Segnala violazione
 11/06/10, ore 20:23 - Capitolo 13: Capitolo 12. Infernale, eterna, dannazione
Bella, non si sa nulla di lei, per adesso. Spero la cosa non ti scandalizzi, quando sarà il momento di venirne  a conoscenza XD
 Rebecca Lupin [Contatta] Segnala violazione
 10/06/10, ore 21:18 - Capitolo 13: Capitolo 12. Infernale, eterna, dannazione
Eheheh, scoprirai tutte queste cose. Heron, lo vedrai presto ;)
 luce70 [Contatta] Segnala violazione
 10/06/10, ore 20:39 - Capitolo 13: Capitolo 12. Infernale, eterna, dannazione
Sì, sarà a lieto fine, ma non del tutto. Qualcuno morirà. Mi fa piacere comunque che la storia ti piaccia ;)

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