Vi aiuteremo
Bella
era
ancora a Forks,me lo sentivo. Con quella certezza, avrei voluto tardare
il più
possibile il mio incontro con lei.
Era passato
quasi un anno dalla fine della nostra storia, ma il dolore persisteva
come se
fosse trascorso un solo mese. Sapere Bella felice accanto a Carlisle
era la
sola cosa che mi avesse permesso di andare avanti, non potevo
pretendere di
separarla da colui che le faceva battere il cuore, perché le
avrei fatto del
male. E non volevo fare del male alla persona che amavo.
Mentre
sfrecciavo silenziosamente tra gli alberi della foresta, percepivo una
strana
calma interiore. Voltai la testa a sinistra, insospettito. Jasper mi
rivolse un
sorriso appena accennato. Nascondere le emozioni a mio fratello era
un’impresa.
Fra noi c’era stata una sorta di muto dialogo da quando
eravamo saliti
sull’aereo. Rosalie aveva intuito qualcosa, ma si aspettava
che fossimo noi a
mettere le carte in tavola. Emmett invece pensava solo a trovare Bella;
era
sempre stato impaziente e precipitoso, non c’era da stupirsi
del suo
comportamento.
Io e Jasper
arrivammo per primi davanti a casa Swan. Scrutai con attenzione ogni
singolo
centimetro dei muri, ogni singola sfumatura di colore baciata dalla
luna. La
finestra della camera di Bella rivelava che la luce
all’interno era spenta. Mi
lasciai avvolgere da una dolce nostalgia nel ricordare cosa avesse
significato
per me quella finestra, negli otto mesi più significativi
della mia esistenza.
Rosalie ed
Emmett arrivarono dietro di noi e ci raggiunsero di passo.
-La stanza è
vuota. Non si sente il respiro di Bella.-, sentenziò mio
fratello.
La cosa non mi
meravigliò. Ero convinto che Bella fosse alla riserva
Quileute, ma dovevamo
controllare le condizioni di Charlie.
-Qui fuori c’è
puzza.-, borbottò Rose storcendo il naso. Le lanciai
un’occhiata perforante, ma
Emmett la difese. –Ha ragione, c’è odore
di cane.-
-E non solo.
Li sentite i respiri provenienti dal primo piano? Uno lento,
l’altro forte e
fastidioso. E ci sono due voci, probabilmente quelle
dell’ispettore Swan e di
un uomo di mezza età.-
Jasper aveva
sentito bene. Era proprio Charlie che stava parlando, con tono di voce
debole e
affranto. “E’ colpa mia, non le sono stato
vicino.” diceva .
E quel
respiro…No, non poteva essere il suo… Eppure era
inconfondibile per le mie
orecchie. Lento e delicato, e quella notte anche agitato.
Bella era lì,
dentro casa sua. A convincermene fu l’aroma del suo profumo
nell’aria.
-Incredibile.
Non riesco a capire.-, ammise Jasper scrutando il cielo con aria
pensierosa.
-Un momento… -
Anche Emmett aveva compreso chi fosse la persona che stava dormendo.
-Meno male che
non siamo dovuti impazzire per cercarla.-, mormorò Rosalie
con tono affettato.
Feci il giro
attorno alla casa e mi fermai sulla porta dell’entrata. I
miei fratelli mi
seguirono immediatamente.
-Bella sta
dormendo sul divano. Jacob Black è sulla poltrona vicino a
lei.-, dichiarai.
-Quindi è lui
che russa e puzza.-
Rose diede uno
scappellotto dietro al collo di Emmett.
-Cosa facciamo
Edward? Torniamo quando sarà giorno o…- Jasper
s’interruppe quando udì un
grugnito. Jacob si stava muovendo, era sveglio.
-Adesso.-,
sentenziai in un sussurro. Non avevo intenzione di aspettare ancora,
avevo
tentennato abbastanza quella notte. Oltre la porta di quella casa,
c’era un
licantropo che avrebbe potuto fornirci delle risposte.
Jasper mi si
avvicinò, fissandomi per un lungo istante, poi
annuì. Con un rapido movimento
delle mani ricoperte di cicatrici aprì la maniglia senza
fare il minimo rumore.
Entrammo nell’ingresso, e subito dietro di noi venne Emmett.
Rosalie, i cui
pensieri stavano iniziando ad indispettirmi, dovette pensarci su alcuni
secondi
prima di decidersi. “Sei tu quello che non si fa
gli affari suoi. Se ti do
fastidio, smettila di leggermi come fossi un libro aperto.” pensò
acida
mentre mi passava oltre. Richiusi la porta scoccandole
un’occhiata infastidita.
Non era certo il momento più adatto per litigare con mia
sorella.
-Ci ha
sentiti.-
Mi soffermai a
guardare la scala che portava al secondo piano. Il ricordo di Bella che
scendeva i gradini con una gamba ingessata e il viso rosso
d’imbarazzo
m’investì. Quel giorno lontano secoli dal mio
presente, Bella era arrossita per
me ed io ero rimasto incantato ad osservarla in tutta la sua timida
bellezza,
in attesa di portarla al ballo della scuola.
L’amara realtà
mi colpì come uno schiaffo: lei non era più mia.
-Edward?- ,mi
richiamò Rose impaziente.
-Lo so che ci
ha sentiti. Facciamoci vedere.-
Entrai nel
salotto e la prima cosa che vidi fu un ragazzo dai capelli neri e la
pelle
abbronzata ritto in piedi che mi sferrò
un’occhiata carica di ostilità,
sorpresa e sospetto.
-Tu!- sibilò fra i denti, le
pupille scure
accese di rabbia e illuminate dalla languida luce lunare che filtrava
dalla
finestra.
I miei occhi
si spostarono su una cascata di capelli castani che spuntavano da sotto
una
coperta sul divano.
Bella.
Jacob si
accorse cosa stavo guardando e si parò protettivo davanti a
lei.
-Di sopra.-,
intimai. In cucina c’erano Charlie e un altro uomo, non
potevamo rimanere lì.
-Sei troppo
rumoroso. -
Jacob rivolse
un sorriso sardonico a Emmett. Quei due erano pressoché
della stessa stazza.
Era incredibile quanto i muscoli dei licantropi si sviluppassero
velocemente;
per un fisico come quello di Jacob, un ragazzo avrebbe impiegato
quattro anni
di allenamento intensivo in palestra.
-Immagino che
tu non sia da meno. -
-Mi spiace, cane,
ma io ho molta più classe di te.-, lo contraddisse Emmett
con aria compiaciuta.
-Basta.-,
mormorammo io e Jasper all’unisono. – Andiamo di
sopra. Non devono sentirci.-
Diedi una rapida occhiata alla porta della cucina per far capire a
Jacob, ma
lui serrò i pugni con aria contrariata.
-Bella…-,
sussurrai.
Esitò, gli
occhi che saettavano da me ai miei fratelli. Fece un verso infastidito
e si
chinò per prendere Bella in braccio, avvolta nella coperta.
-No.-, lo
fermai. –Lasciala dormire.-
-Non voglio
perderla di vista. Le sanguisughe italiane potrebbero essere in
agguato.-,
replicò con tono perentorio.
Mi intrufolai
nei suoi pensieri e ciò che vidi mi scalfì
dolorosamente.
-D’accordo.
Però la porto io, tu la faresti svegliare.- Emmett
avanzò verso Jacob, le
braccia protese.
I muscoli del
volto di Jacob si contrassero in una smorfia. – D’accordo.-,
scimmiottò
rivolto a mio fratello.
Jasper teneva
gli occhi fissi sulla porta chiusa della cucina, in ascolto. Rose e
Jacob si
guardavano in cagnesco mentre Emmett cercava di prendere Bella in
braccio con
il massimo della delicatezza. Io osservavo mio fratello con la mente e
gli
occhi che vagavano altrove. Non sarei stato capace di prendere quel
fragile
corpo tra le mie braccia. Un istante dopo fui in
camera di Bella, chiusi
gli occhi e presi un grosso respiro per buttare fuori ciò
che avevo dentro. Li
riaprii quando sentii Jasper dietro di me posarmi una mano sulla
spalla.
Mi sentivo
vicino a lui come mai prima d’allora: il mio dolore era
paragonabile al suo,
l’unica differenza era che almeno Bella stava bene, mentre di
Alice non si era
più saputo niente. Forse quest’ultima non ci aveva
informato delle sue visioni
affinché Aro non potesse leggere nella sua mente che noi ne
eravamo al
corrente.
Rosalie sbucò
dentro la stanza con andamento leggiadro e spalancò la porta
per far entrare
Emmett, che dovette restringersi per passarvi con Bella in braccio.
Jacob fu
l’ultimo a fare il suo ingresso, una mano premuta sul naso.
-Sarete
contenti ora. Dunque, per cominciare, avrei una domanda: che
diavolo ci fate
voi qui?-
-Siamo venuti
per Bella-, risposi con tono tranquillo.
Jacob
trattenne un’imprecazione e andò ad aprire la
finestra facendosi aria al viso
come se stesse soffocando.
-Davvero
divertente. Qui l’unico che puzza sei tu.-, mise in chiaro
Rose.
-Mi spiace,
barbie raperonzolo, il tuo odore è davvero sgradevole. Non
ti offendere, ma è
la verità: quindi accettala.-
-Fatela
finita.-, li rimproverai.
- D’accordo.
Che ne dici di ricominciare da capo, bionda? Salve, sono Jacob. Tu ti
chiami…?-
Rosalie non lo
degnò nemmeno di uno sguardo e si appoggiò con la
schiena al muro in un angolo
della parete.
A giudicare
dai suoi pensieri, Jacob trovava antipatica Rosalie, e nettamente
diversa da
Carlisle, il quale gli era quasi simpatico.
-Jacob, siamo
tornati perché siamo in una situazione
d’emergenza. Bella è in pericolo. Noi
tutti siamo in pericolo.-, esordii.
-Sai quanto
gliene potrebbe importare a lui di noi.-, aggiunse Emmett, che aveva
adagiato
Bella sul letto e si era avvicinato a Rosalie cingendole la vita.
Jacob inarcò
un sopracciglio con aria sarcastica. -Hai azzeccato, scimmione.-
-Devi dirci
ciò che sai, ciò che Bella ti ha detto. Come mai
ti trovi qui in casa sua?-
-Senti senti.
Ripiombate qui all’improvviso per farvi un viaggetto a Forks
aspettandovi che
io vi racconti cosa è successo negli ultimi tempi? Cosa
c’è, lo stile di vita
europeo vi ha stancati, forse?-
-Jacob, per
favore. Vampiri e licantropi si detestano dal principio, ma quando
c’è in gioco
la vita di una persona, bisogna mettere da parte questi dissapori.-,
cercai di
farlo ragionare.
- L’uomo che
sta parlando con l’ispettore Swan è tuo padre,
vero? Sembra che siamo arrivati
in un momento di lutto.-, s’intromise Jasper.
Jacob stava
perdendo la pazienza con tutte le domande che gli stavamo rivolgendo.
Mio
fratello gli si avvicinò ed esercitò il suo
potere su di lui per precauzione.
-Si, sanguisuga,
è mio padre. Oggi un amico di famiglia ha avuto un infarto.
Sospettiamo che la
causa sia stata la trasformazione del figlio in un licantropo. Deve
essere
stata colpa vostra. Voi eravate nei paraggi e Seth ha avuto
l’istinto di
trasformarsi. Portate dolore ovunque andiate.-, ci
redarguì Jacob con
espressione sdegnata.
-Se Bella non
vi avesse mai incontrati…ora ci vedrebbe, sarebbe una
ragazza normale, e
soprattutto sarebbe felice.-
Fu Jasper a
chiarire la situazione. - Rilassati. Noi oggi pomeriggio eravamo in
aereo.
Siamo arrivati qui un’ora fa, quindi non puoi accusarci se un
ragazzo Quileute
si è trasformato.-
Jacob si
accasciò sul pavimento scuotendo la testa, poi di scatto,
come se avesse preso
la scossa, balzò in piedi e si sedette lentamente sul letto
vicino a Bella.
-Voi non
c’eravate quando il clan italiano è venuto a
prendere la nana e-
-Si chiama
Alice.-, sibilò Jasper divenuto improvvisamente
minaccioso.
-Si…Alice e
il dottore.-, concluse Jacob.
-Non c’eravamo
perché nostra sorella non ci ha dato informazioni, come
invece eravamo
d’accordo. Lo ha fatto per proteggerci. Alice vede il futuro,
evidentemente
avrà visto qualcosa che le ha fatto decidere di lasciarci
all’oscuro.-,
intervenne Rosalie.
La bocca di
Jacob si aprì in una smorfia di incredulità.
–La na-cioè, Alice …vede
il futuro?-, farfugliò.
Rosalie fece
un sorrisino derisorio.
-Dannate
leggende… Niente sa di leggenda…
- ,prese a farneticare Jacob.
–Leggende? Leggende!Oh si, certo, leggende! Poi si
scopre che è tutto vero.-
-Si, Jacob.
Alcuni vampiri hanno facoltà extra. Io so leggere nel
pensiero, Jasper può
percepire e controllare le emozioni di chi gli sta attorno, poi
c’è Alice, che,
come ti ha detto Rosalie, è in grado di vedere le
conseguenze future di
determinate decisioni.-, lo informai.
Jacob si prese
la testa tra le mani. –Okay, facciamo finta che questa parte
del discorso non
sia mai esistita. Ora rispondete alla mia domanda, che vi ripeto
gentilmente: che
diavolo ci fate voi qui?-
Un verso
d’impazienza mi fuoriuscì dalle labbra.
–Te l’ho detto. Siamo qui per Bella.
Adesso spiegami come hai fatto a trovarla svenuta nel bosco mentre
pioveva.-
Emmett
sussultò. –Edward, che storia è mai
questa?-
-Chiedilo a
Jacob. L’ho visto nei suoi pensieri quando eravamo nel
salotto.-
-E va bene.-, sentenziò Jacob,
altamente
infastidito all’idea che mi fossi intrufolato nella sua
mente, - Vi dirò tutto
ciò che Bella mi ha raccontato oggi. Sembra che due giorni
fa lei abbia
chiamato il nuovo arrivato della vostra famiglia e che lui le abbia
detto che
una dei vostri era stata rapita. Il giorno dopo lei, il dottore e la
na-…Alice,
sono andati in una radura. Ora capisco il perché : vostra
sorella aveva visto
dove sarebbe avvenuto l’incontro con un clan di vampiri
italiano. Bella sapeva
che questo clan voleva Carlisle, ma a sorpresa i succhiasangue nemici
hanno
detto che volevano Bella ed Alice. Carlisle ha chiesto di essere preso
al posto
di Bella per parlare con un certo Aro ,Bella ha cercato di opporsi, ma
Alice le
ha fatto una scenata dicendole che sarebbe tornata a prenderla tra un
mese. Il
clan italiano ha impedito a Carlisle di portare Bella al sicuro,
così lei è
rimasta a vagare sola per la foresta. Io quel giorno avevo litigato con
Sam, il
nostro alfa, perciò ero andato a girare nella foresta per
conto mio e avevo
oltrepassato il confine senza rendermene conto. E’ stata una
fortuna per Bella,
pioveva ed era sera. Quando l’ho vista ho pensato che fosse
morta. Mi sono
trasformato per poterla prendere in braccio e l’ho portata a
casa mia. Non credo
sia in ottima salute, ha poco appetito e ha anche vomitato una volta.
Questo è
tutto ciò che so, non credi di averci capito molto al
riguardo. Maledetto clan
italiano… Ci mancavano solo loro.-
-Un mese… -
Perché Alice aveva detto a Bella che sarebbe tornata a
prenderla tra un mese?
Lei dava sempre indicazioni precise, non aveva scelto
quell’arco di tempo a
caso. Io e Jasper ci fissammo a lungo per l’ennesima volta.
-Voi come
facevate a sapere che Bella era a casa sua?- Jacob interruppe la mia
fase meditativa.
-A dire il
vero eravamo passati a controllare. Alice ci aveva detto che si sarebbe
consegnata ai Volturi con Carlisle, e che Bella sarebbe rimasta sola.
L’unica
speranza di salvezza per lei eri proprio tu secondo Carlisle. Credevo
l’avessi
portata alla riserva, non ci aspettavamo di trovarvi qui.-, spiegai.
-Che
confusione… -, borbottò Emmett.
-Ma se Alice
ha deciso di consegnarsi ai Volturi deve avere un piano. Un piano che
tuttavia
non ha voluto svelarci… - ,mormorò Jasper con
amarezza.
All’improvviso
un movimento inaspettato fece
sì che
tutti puntassimo lo sguardo sullo stesso punto.
-Bella… -
sussurrammo io e Jacob all’unisono. Pietrificato, la guardai
muoversi
debolmente nel letto e lasciarsi sfuggire un gemito.
-Chi c’è?-
Trasalii. La sua
voce impastata dal sonno era suonata più roca di come
l’avessi ricordata, e io
la conoscevo perfettamente.
Jasper si
avvicinò al letto fissandola con aria sconcertata.
– Cos’è quel rigonfiamento
che ha nella pancia? Hai detto che è stata poco bene da
quando l’hai trovata
nel bosco.-, domandò a Jacob.
-Jasper!?-
Bella balzò a sedere scuotendo la testa a
destra e a sinistra. Jacob l’afferrò per le
spalle. – Bella, non agitarti, ti
prego. Siamo in camera tua. Ci sono… i tuoi amici qui.-
Dovette fare un grande
sforzo per pronunciare le ultime parole.
Non avevo la
forza di farle sentire che ero a qualche metro di distanza da lei.
-Ciao Bella.
Come ti senti?-
-Emmett…? Sei
davvero tu?-
-Sì, siamo
noi. –
Bella
trattenne il respiro quando udì la voce di Rosalie.
-Come… come
avete…?-
-Abbiamo preso
l’aereo. Credevi davvero che ti avremmo abbandonata a Forks?- Emmett era sempre il primo
che riusciva a
recuperare la sua naturale allegria.
Bella si
massaggiò la testa, aggrottando le sopracciglia.
–Che ore sono? Quanto ho
dormito?-, domandò allarmata.
-Rilassati,
sta per sorgere il sole. Come al solito i tuoi amici scelgono i momenti
meno
opportuni per tornare. – ,le rispose Jacob rifilandoci
un’occhiataccia.
Jasper,
Emmett, e Rosalie mi fissavano interrogativi. Si aspettavano che
anch’io mi
facessi sentire, ma rimasi in silenzio. Parlare al telefono era
dannatamente
più facile che farlo dal vivo.
-C’è anche
Edward?-
Calò il
silenzio.
-Sì,
c’è anche
lui. -, rispose Jasper al mio posto. Allora ritrovai la
facoltà della parola. –
Ciao Bella… –
Lei voltò la
testa nella mia direzione, gli occhi chiusi, e sorrise timida.
-Perdonami se
insisto, ma Jacob ci ha detto che non sei stata molto bene ieri. Puoi
dirci
esattamente come ti sei sentita? – Jasper la fissava con
attenzione,
soffermandosi soprattutto sulla sua pancia. Allora ricordai la domanda
che
aveva rivolto poco prima a Jacob. Osservai meglio anche io e fu allora
che
notai una piccola rotondità sotto la maglia . Bella non
poteva essere
ingrassata se aveva vomitato e non aveva avuto appetito. Doveva
trattarsi di
qualcos’altro... O forse ci stavamo preoccupando tutti
più del dovuto, causa la
serie di drammatici avvenimenti ancora freschi nella nostra memoria.
Quando Bella
fece per rispondere, si bloccò improvvisamente, tappandosi
la bocca. Alzò una
mano per farci segno di aspettare. Tremante, l’espressione
corrucciata,
sembrava stesse cercando di contenere qualcosa dentro di lei.
Deglutì e iniziò
ad ansimare. Capii che stava trattenendo un conato. Jacob la fece
subito
scendere dal letto e si diresse verso la porta. Non volli sentire
ciò che
accadde dopo. Io e i miei fratelli rimanemmo immobili nella stanza, a
guardarci
negli occhi.
-Bella ha
bisogno di un medico. Dubito fortemente che abbia preso una semplice
influenza.
Quel rigonfiamento sulla pancia non mi convince. - ,ammise Jasper.
Il cellulare prese a squillare in quel momento. Risposi dopo uno secondo e ciò che sentii mi diede un briciolo di speranza. –Edward, vi aiuteremo.-
Spazio dell'autrice:
Finalmente i Cullen, o almeno quel che ne è rimasto, sono tornati a Forks. Adesso è tempo di riordinare insieme gli avvenimenti e trovare un modo per difendersi. Fuggire è fuori esclusione con i Volturi: primo, sarebbe impossibile; secondo, ho voglia di vedere quei vecchiacci pietrificati fare una brutta fine! L'unica cosa da fare è difendersi e combattere. A quanto pare non solo Edward e Jasper stanno progettando qualcosa, ma anche Alice. La nana sapeva il fatto suo, e forse lo ha sempre saputo da molto tempo prima. Quattro Cullen sono a Forks, quattro sono a Volterra. E nessuno dei due gruppi avrà vita facile...
Ma Bella e Carlisle dovranno pur tornare insieme. Bisogna risolvere questo macello, per forza ;)
Grazie a tutti coloro che mi seguono ;) E recensite!*_*
Ecco qui le risposte alle vostre recensioni:
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