Stelle perdute.
Ad
Anna, come sempre.
A
Maria e Michela, perché mi sopportano.
Ad
Arianna, che si sente stella perduta anche lei.
A
Mattia, perché parlare di un incidente in moto, è parlare di te.
E ad Alessia,
perché è grazie a lei che Andy e Michael continuano a vivere.
Io ho un solo amico, è l'eco: e perché è mio amico?
Perché io amo il mio dolore e l'eco non me lo toglie.
Io ho un solo confidente, è il silenzio della notte.
E perché è il mio confidente? Perché il silenzio tace.
(Søren Kierkegaard)
Prologo.
- Michael? Ti ho
portato del caffè caldo, ne vuoi?
Andy poggia il
vassoio col thermos e le tazze sul tavolo basso accanto al dondolo e
bacia Michael sulla fronte. Gli accarezza delicatamente i capelli e poi
si siede vicino a lui.
- Ehi, grazie. Ne
ho proprio bisogno, stavo per addormentarmi.
- Beh, potresti
andare a letto, che ne dici? Domani devi alzarti anche presto! - mormora
Andy, lasciando che Michael lo stringa a sé.
- Pensavo di
rimanere ancora un po'. Guarda che bello il cielo stanotte! Sarebbe
proprio un peccato perderselo. Resti con me o hai ancora da studiare?
Il giovane fa un
segno di diniego e gli stringe una mano, lasciando scorrere le labbra
sulla pelle del collo di Michael. È stato lui a trasmettergli la
passione per le stelle, quando per Andy erano solo dei puntini luminosi
sparsi nel cielo buio, Michael ad ognuno di essi ha dato un nome ed una
precisa collocazione, rendendo quello spazio infinito meno misterioso e
inquietante.
I loro mezzi di
osservazione – un telescopio malandato e una mappa stellare scaricata da
Internet – farebbero inorridire anche il più dilettante degli astrofili,
così come la loro abitudine di restare nel giardino della loro casa,
dove il cielo è inquinato dalle luci artificiali provenienti dalla
strada, invece che andare fuori città.
Ma quel dondolo nel
quale si rifugiano è parte del loro mondo e questo nessuno potrebbe
capirlo. E in fondo basta scrutare il cielo qualche minuto senza
distogliere lo sguardo perché le stelle inizino ad accendersi
lentamente, tracciando un percorso immaginario nel quale Andy e Michael
puntualmente si perdono mentre disegnano i loro sogni.
- Chissà quante
stelle perdute ci sono in giro per il cielo, stanotte... - mormora
Michael ad un certo punto.
- E cosa sarebbero
le stelle perdute? - Andy aggrotta un sopracciglio, assumendo un'aria
sarcastica.
- Le stelle che non
appartengono a nessuna costellazione. Quasi tutte le stelle sono unite
da una scia luminosa, ci hai mai fatto caso? Le stelle perdute invece
no. Vagano solitarie nell'universo alla ricerca di una costellazione
della quale far parte. Sono le stelle più timide, quelle che hanno paura
di brillare e che stanno da sole perché credono che nessuno voglia la
loro compagnia.
- Mi prendi in
giro?
- Oppure... puoi
vederla anche da un altro punto di vista. Magari le stelle perdute sono
semplicemente alla ricerca della libertà. Forse racchiuse in una
costellazione si sentirebbero prigioniere e cercano in qualche modo di
scappare.
- Come fai ad
inventarti teorie tanto assurde? - chiede Andy, non riuscendo a
trattenere una risatina ironica.
- Guarda che
esistono sul serio!- risponde Michael, con calma. Gli arruffa dolcemente
i capelli – Cioè... Okay, si chiamano stelle informi, però è vero che
non appartengono a nessuna costellazione. Diciamo che ci ho un po'
fantasticato sopra...
- E l'hai mai vista
una stella perduta?
- No, finora no. O
forse, chissà...
Michael parla a
voce bassissima, quasi stordendolo con le sue parole appena sussurrate
sulle labbra.
Restano abbracciati
ancora per un po', baciandosi di tanto in tanto, quasi dimenticandosi
delle stelle che brillano su di loro.
- Che ne dici se
andassimo a letto? - propone Andy quando sente la mano di Michael
scivolare sotto la sua maglietta e accarezzargli prima il petto, poi il
fianco.
- Mh, forse è
meglio. - mormora l'altro – Qui è un po' scomodo... - aggiunge,
sorridendo appena.
Rientrati in casa,
Michael spinge delicatamente Andy contro il muro e gli sfiora il collo
con le labbra.
- Lo sai, vero, che
non ho alcuna voglia di dormire, mh?
- Oh, e sentiamo...
Che vorresti fare? - risponde Andy, con le dita fra i suoi capelli.
- Indovina... - è
la risposta, seguita dalle sue dita che iniziano a sganciargli la
cintura dei jeans.
Si dirigono verso
la loro stanza, disseminando i loro vestiti lungo il tragitto, percorso
alla cieca, fra mobili e quadri che sanno di loro.
Mentre fanno
l'amore, Andy pensa che Michael non stia entrando solo dentro il suo
corpo.
Michael è
ovunque.
Nei suoi pensieri,
nel suo cuore, nel sangue. Nell'anima.
Diventa parte di
lui, mentre mormora il suo nome.
Andy dimentica
quasi di respirare quando artiglia la schiena di Michael e ne guida i
movimenti sempre più veloci. Lo bacia, come a chiedere aria e vita alle
sue labbra.
E sente di essere
realmente vivo. Prende consapevolezza di se stesso nell'esatto
momento in cui sente le labbra di Michael posarsi sulle sue e
sussurrargli che lo ama.
E poi il calore
improvviso ed ubriacante. Le braccia di Michael ad avvolgerlo.
Proteggerlo.
I battiti dei loro
cuori a scandire il tempo.
A sfiorarsi,
battito dopo battito.
Attimo dopo attimo.
Ti ricordi
Michael, le notti passate sul dondolo a guardare le stelle?
Quando ci
addormentavamo senza nemmeno accorgercene, cullati dal respiro leggero
del vento?
Io ci penso
ancora, Michael, a quando mi indicavi il cielo e mi raccontavi le tue
favole sulle stelle.
Sento in bocca
il sapore del the caldo o del caffè che preparavamo quando non volevamo
perderci il sorgere del sole.
Adesso guardare
il cielo fa male, Michael. Le stelle sembrano tutte uguali, racchiuse
nelle loro costellazioni, e mi fanno sentire una di quelle stelle
perdute di cui mi parlavi.
A volte, prima
di scivolare nel sonno, sento la tua voce, Michael. E ho l'impressione
che se aprissi gli occhi scoprirei che sei davvero qui, ma non è altro
che un sogno al quale ho imparato a non credere più.
____
Non so cosa dire su
questa storia.
Solo che è molto
importante per me, sia dal punto di vista *scrittorio* che personale.
L'immagine è
modificata da me, e credo che si veda, dato che di grafica non ne
capisco molto.
Di fisica - di
stelle, poi - ne capisco ancora meno. Giusto per rendere l'idea, al
liceo ho preso tre in geografia astronomica, il mio voto più basso di
sempre. Mi sono documentata, per quel che ho potuto. Le stelle informi
esistono davvero, poi Michael ci ha intessuto sopra la storia delle
stelle perdute, ritagliando tale definizione da una storia di
Bluesmoke,
che ringrazio per aver scritto queste due parole l'una vicina all'altra,
perché mi sono state davvero d'aiuto.
Non sto a spiegarvi
cosa esattamente c'entrino queste stelle perdute con la storia - si
chiarirà tutto più avanti, spero.
Infine, prima di
diventare logorroica, ringrazio le persone che hanno un po' contribuito
a spronarmi a rileggere e limare più e più volte ciò che scrivo. Dubito
che passeranno di qui, ma davvero, grazie. Molto probabilmente,
senza di voi, questa storia non ci sarebbe mai stata.
Un piccolo commento
è sempre gradito ^^
Al prossimo
capitolo,
Aika.
NB
questo è il
videotrailer della storia ^^ Non immagino i personaggi così dal punto di
vista fisico, ma le situazioni che vedrete, in qualche modo, ci saranno
tutte ^^