Recensioni di mystery_koopa

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Pomeriggio d'agosto - 15/02/24, ore 17:32
Capitolo 1: Pomeriggio d'agosto
Recensione premio per il contest "Emozioni Incrociate" - 2/3

Ciao Old, rieccomi qui con le ultime recensioni premio.
Il Barone Rosso! Solo da data e ambientazione, già me l'ero immaginato che la storia avrebbe parlato di lui. Tuttavia ci mostri l'inizio della sua carriera aeronautica, un approfondimento del suo percorso precedente nell'esercito che personalmente non conoscevo.
Come sai mi piacciono molto le storie che riescono al tempo stesso ad approfondire i lati meno noti di personaggi famosi, riuscendo al tempo stesso ad intrattenere il lettore, senza risultare meramente biografiche. Inutile dire che ci sei riuscito alla perfezione anche con una oneshot così breve: sia i dialoghi, sia soprattutto i pensieri dell'interlocutore, che vanno un po' a riflettere quelli di chi legge, vanno a sottolineare il carattere eroico e fuori dall'ordinario di Von Richtofen.
A colpirmi sono state anche le descrizioni paesaggistiche, che un po' riflettono i due personaggi: la staticità completa della vita spezzata dall'esperienza moderna del volo e della dinamicità. Oserei dire che questo racconto assomiglia moltissimo a un quadro futurista, se mi passi il paragone.
Solitamente dai il meglio sulla lunga distanza, ma penso che il riuscire a rendere così bene una personalità in così poche righe sia indice della tua abilità completa nella scrittura a 360 gradi, per cui non posso che complimentarmi ancora una volta!
A presto :)
(Recensione modificata il 15/02/2024 - 05:32 pm)
Recensione alla storia La speranza oltre l'inverno - 08/12/23, ore 18:44
Capitolo 1: La speranza oltre l'inverno
Recensione premio per il contest "Emozioni Incociate" - 1/2

Ciao Jordan! In un piccolo momento di pausa dallo studio, eccomi qui a iniziare con le recensioni premio :)
La scelta del genere storico, insieme al bellissimo titolo, mi ha attirato subito su questo racconto. Innanzitutto mi sento di concordare con le note: non conoscevo affatto questi avvenimenti, nonostante il Risorgimento mi sia abbastanza noto! La tua storia non solo me li ha fatti scoprire, ma al tempo stesso è riuscita a immergermi perfettamente nell'atmosfera di quei giorni. Il clima politico e il sentire collettivo sono gli stessi che emergono in episodi più famosi quali le Cinque giornate, ma sono perfettamente riadattati alla situazione specifica. Anche grazie alle precise descrizioni e indicazioni, sembra davvero di star partecipando al corteo funebre con i protagonisti, percorrendo le vie di Padova e vedendone uno per uno i monumenti e i luoghi caratteristici. Come detto, mi sembrava proprio di essere presente, nonostante non conosca la città! Ciò è stato amplificato anche dalle descrizioni atmosferiche, di quel freddo che ha ucciso come un proiettile e che penetra attraverso i cappotti di lana, incurante della loro forma italiana o asburgica. Lo stile è stato davvero avvolgente, fluido, quasi come a trascinare il lettore come parte del corteo.
La ricostruzione storica è perfetta, ho amato i dettagli quali le piume nel cappello, il ruolo attivo delle donne altolocate, madri e mogli di studenti e patrioti, e il finale, in cui il protagonista trova finalmente il coraggio di pronunciare la parola Italia, dando simbolicamente inizio ai successivi moti del 48.
Davvero complimenti! Seppur relativamente breve, anche a causa dei limiti imposti dal concorso, la storia mi è piaciuta moltissimo! Mi ha ricordato un quadro romantico, quasi un incontro tra Hayez nello spirito e Friedrich nella resa del clima.
A presto allora, non vedo l'ora di addentrarmi ancora di più nei tuoi racconti.
mystery_koopa
Recensione alla storia The Last Watch - 21/10/23, ore 18:36
Capitolo 1: The Last Watch
III
TERZO POSTO, CON UN TOTALE DI 51/53
The Last Watch, di Spoocky

Grammatica e Stile: 9/10 (media tra 8,5/10 di g. e 9,5/10 di s.)
La grammatica è quasi perfetta, c’è solo un errore verbale che ti ha penalizzata nel punteggio.
“Mancava solo il suono” – la frase è rimasta tagliata o manca soltanto il punto alla fine? -0,20
“con un corpo che sembra umano” – “che sembrava umano” -1,00
“Trascorse così, alcuni minuti” – rimuovere la virgola -0,20
“malinconia. Subito” – doppia spaziatura -0,10
Non ci sono altri errori. Il punteggio è 8,50/10.
Anche stilisticamente, il testo è indubbiamente ben scritto: la sintassi è sempre chiara, e la tua scrittura riesce in molti punti a essere evocativa, riprendendo immagini e stati d’animo accoppiandoli molto bene (ad esempio il sole nascente che si associa al primo approccio di Nathaniel bambino alla Niobe, mi ha colpito molto).
La struttura del testo, che tratto più approfonditamente nel parametro relativo alla trama, mi è piaciuta molto, e trovo che nello scandire i momenti della giornata del marinaio, che richiamano la vita di Nathaniel, l’impaginazione di abbia aiutato molto, riuscendo a staccare i diversi momenti ma senza disturbare la lettura, rischio sempre presente quando si sceglie di usare ampiamente il corsivo. La suddivisione in paragrafi, tuttavia, è risultata sempre ben definita, e penso che gli stralci della canzone “The Last Watch” siano stati inseriti nei momenti giusti. Extra valutazione, ti segnalo qualche piccolo errore di HTML che ha sballato qualche spaziatura tra i paragrafi (ti ricordo che potrai correggere gli eventuali errori 15 giorni dopo la pubblicazione delle valutazioni).
La struttura delle frasi in sé non mi è dispiaciuta. Trovo che, a volte, ti sia un po’ sfuggita la mano con le virgole, nel senso che avresti potuto utilizzare altri segni di interpunzione per variare un po’ di più il ritmo del racconto, che a tratti (soprattutto all’inizio) risulta un pochino ripetitivo. Ti lascio un paio di esempi:
- Un esempio è il primissimo capoverso, in cui utilizzi solamente virgole e pochi punti fermi, dando al testo quasi l’andamento di un lamento. Forse, considerando il tema, era anche voluto! Ma ci tengo a segnalartelo comunque visto che questa cosa un po’ mi ha distratto dal contenuto effettivo delle parole, permettendomi di immergermi completamente nel racconto solo dopo un po’.
- “Dinoccolato e smilzo com’era, Nathaniel non aveva grossi problemi ad arrampicarsi […], gli uomini gli cedevano il posto volentieri.” Stesso discorso qui, in cui il resoconto della vita di Nathaniel ragazzino sembra quasi ridursi a un elenco, prima di raccontare poi (in modo ben più avvincente) l’avvistamento della sirena.
In ogni caso si tratta solamente di piccole accortezze, che non minano la qualità della tua scrittura.
Il grande punto forte è stato però il lessico, specifico riguarda all’ambiente della marineria ma sempre spiegato con attenzione quando necessario: le parole sono inserite naturalmente, mai “solo per mostrare di conoscerle”, e aiutano a rendere ancora più viva la nave, quasi come personaggio, con le sue componenti fisiche e caratteriali.
La storia infine manca di dialoghi: ma per ciò che racconti, trovo che sia giusto così.
Assegno quindi un punteggio di 9,5/10, proprio perché ho trovato lo stile validissimo, con la necessità di inserire soltanto qualche piccola limatura. Facendo media con il parametro grammaticale, si ottiene 9/10.

Trama e Originalità: 10/10
Non posso che iniziare il commento di questo paragrafo parlando della suddivisione delle sequenze tramite i turni di servizio della Royal Navy, che mi è piaciuta tantissimo! Non solo procedono di pari passo con l’avanzare della narrazione, ma permettono anche al lettore di approfondire ulteriormente il contesto generale. Non è certo un’idea nuova, ma è assolutamente interpretata benissimo.
Restando su un simile discorso, anche l’utilizzo della canzone “The Last Watch” è stato ben calibrato con il racconto e le sue atmosfere: non conoscevo la canzone, ma ho seguito il tuo consiglio di usarla come accompagnamento per la lettura e trovo che abbia dato un tocco in più, anche grazie alla sua presenza come intermezzo tra i vari paragrafi.
Parlando più tecnicamente, fabula e intreccio della tua storia sono molto distanti l’una dall’altro, grazie alla presenza di molti flashback, a loro volta interrotti e ripresi dalla narrazione al presente. Ho trovato questa scelta azzeccata, soprattutto perché realistica: Nathaniel si sofferma su un dettaglio della Niobe, e ciò lo riporta a un dato momento della sua vita. E poi un altro, che prima lo riporta al presente e poi di nuovo a un diverso momento nel passato. Così si ricostruisce tutta la storia della sua vita, ma mai in modo forzato. Tutto risulta molto naturale e procede con il proprio passo, senza mai troppa fretta di riassumere o di procedere (nonostante alla fine la lunghezza della storia non sia particolarmente estesa, e penso che questo sia un punto a tuo favore poiché denota un grande ordine nelle scelte di scrittura).
Passando invece al finale, devo considerare insieme ad esso anche l’originalità: fin dall’inizio della storia mi sarei aspettato che la storia finisse con l’addio materiale alla Niobe, con il ritiro del protagonista in solitudine se non con il suo suicidio. E invece Nathaniel ha una moglie, un piano di vita con una casa sulla spiaggia e il piccolo orto, e non me lo sarei mai aspettato! Certo, resterà sempre la nostalgia del mare e della nave su cui ha vissuto la maggior parte della propria vita, ma mi sarei aspettato una relazione più totalizzante con la vita di mare. Mi hai davvero stupito, e positivamente, dando un nuovo slancio al racconto in conclusione e rinnovando così il mio coinvolgimento come lettore. L’intera ultima sequenza è forse stata la più bella, a mio parere: pervasa di malinconica nostalgia come il resto del racconto, ma che mostra il procedere della vita in una nuova direzione, sia pur attaccata il più possibile al passato (anche grazie ai frammenti materiali che il protagonista si è portato con sé).
Non posso quindi che assegnarti il punteggio massimo per quanto riguarda questo parametro, mi hai non solo convinto fino in fondo con i contenuti, ma sei anche riuscita a sorprendermi.

Caratterizzazione e introspezione dei personaggi: 10/10
Anche la caratterizzazione mi ha convinto molto, nonostante il parametro, più che riferirsi a una moltitudine, si concentri quasi unicamente sul protagonista e sulla sua evoluzione.
Parlando brevemente degli altri personaggi, tutti visti attraverso gli occhi di Nathaniel, trovo che tu abbia fatto una scelta corretta, prendendo poche caratteristiche di ciascuno di essi e mettendole in risalto in base al loro ruolo nella vita del protagonista. Hai così creato molte immagini brevi ma vivide, cariche di significato: la moglie Becky, il padre, i lavoratori del porto, il Vecchio Joe.
Passando invece a Nathaniel, come ho già detto in precedenza mi è piaciuto molto il modo in cui hai gestito il flusso introspettivo, inframezzandolo col giusto tempismo con i testi della canzone e con il presente narrativo, in cui vengono ripercorsi per l’ultima volta i ponti della Niobe, prima del definitivo addio. L’ho trovato realistico, e per questo molto coinvolgente: mi è risultato molto facile immedesimarmi in lui, comprendere i suoi pensieri e seguirne anche emotivamente il corso.
Trovo che la ricostruzione della sua vita, nonché la sua evoluzione lungo l’intero arco temporale, sia stata gestita molto bene: l’hai mostrato come bambino insicuro che segue il padre, ragazzino intraprendente, giovane uomo coraggioso, marinaio esperto e infine nella sua vecchiaia, in procinto di lasciare ciò che ha sempre conosciuto per lasciare spazio al progresso. Una vita intera che ne descrive molte altre, e che a suo modo racchiude davvero la scomparsa di un mondo a causa dell’innovazione, sempre più velocemente che in precedenza.
E infine c’è la Niobe, quasi umanizzata dalle descrizioni: il vapore delle navi moderne le toglie il respiro, lo scricchiolio dei suoi legni è segnale di vita. Il rapporto viscerale, ma al tempo stesso equilibrato, che il protagonista ha con lei mi è piaciuto davvero molto. Che dire, anche qui sei stata impeccabile!

Bonus: 10/10
Genere – Storico: Il genere storico è sicuramente quello giusto. Hai ricostruito molto bene il contesto dell’epoca, sottolineando i differenti approcci delle diverse generazioni verso le nuove navi a vapore. Gli ambienti sono descritti attentamente, con abbondanza di termini tecnici o specifici del settore nautico e senza alcun errore di anacronismo. 2,5/2,5
Emozione – Malinconia: Il tuo protagonista è completamente pervaso dalla malinconia, e costretto a lasciarsi il passato alle spalle pur soffrendone immensamente. I suoi ricordi sono ripercorsi in modo agrodolce, con nostalgia per ciò che è stato ma senza un’eccessiva idealizzazione. 2,5/2,5
Oggetto – Corda: Mi è piaciuto molto l’utilizzo della corda come ultima reliquia del passato che il protagonista riesce a portare con sé. Infine, la goccia d’acqua di mare che da essa cade all’interno dell’alcool costituisce un’immagine simbolica molto bella, che quasi riassume l’intero racconto. 2,5/2,5
Luogo – Casa sulla spiaggia: Anche il luogo è stato ben utilizzato simbolicamente, come metafora della nuova vita del protagonista sulla terraferma. È inoltre co-protagonista dell’intera sequenza finale, in cui viene confrontata con la nave ormai in demolizione. 2,5/2,5

Titolo: 2,5/3
Hai scelto un buon titolo, secondo me, poiché in grado di rappresentare bene il contenuto della storia. The Last Watch è l’ultimo guardiano, l’ultimo baluardo di una tradizione e di uno stile di navigazione (e di vita) che stanno ormai morendo, e di cui non possono che rimanere racconti e ricordi. Prima di iniziare la lettura, l’uso dell’inglese mi aveva fatto un po’ storcere il naso: vedendo poi che la storia è ambientata in Inghilterra ho compreso maggiormente la tua scelta. Trovo però che l’utilizzo della lingua straniera abbia un po’ penalizzato l’impatto che il titolo ha nel catturare l’attenzione dei lettori. Non so bene perché, ma fa sembrare la storia un po’ generica (la combinazione The + aggettivo + qualifica del soggetto protagonista è probabilmente la più utilizzata) quando invece non lo è affatto! Avrebbe forse reso di più il verso di una canzone marinaresca, forse, più che la diretta ripresa del titolo di Stan Rogers. Ma resta solo la mia opinione, perché da un punto di vista oggettivo il titolo fa il suo lavoro!

Gradimento Personale: 9,5/10
Il racconto mi è piaciuto molto, già intravedendo la scelta del genere e del tema ho capito che fosse nelle mie corde, e la lettura non ha potuto che confermare le mie aspettative. In particolare, mi hanno colpito positivamente la figura di Nathaniel, con cui sono riuscito a empatizzare particolarmente, e la suddivisione in paragrafi scandita dai turni di servizio della Royal Navy dell’epoca. Il continuo fondersi e confondersi di atmosfere, sentimenti e ricordi del passato ha fatto il resto. Inoltre, l’originalità dell’ultima scena mi ha colpito, rendendomi partecipe e interessato al finale anche quando l’addio con la Niobe si era consumato e la trama principale sembrava conclusa. Mi fa davvero piacere che tu sia riuscita a partecipare a questo contest, sai quanto apprezzo la tua scrittura e ancora una volta non mi hai deluso!
Recensione alla storia Quel che va bene per Parigi - 10/05/22, ore 18:15
Capitolo 1: Quel che va bene per Parigi
III
TERZO POSTO, CON UN TOTALE DI 42,4/44
Gaia Bessie/BessieB, con “Quel che va bene per Parigi”

Grammatica: -0,60
“va bene” – “val bene” -0,10
“Quel che va bene a Parigi” – il titolo inserito nel testo in fase di pubblicazione è diverso da quello dello specchietto -0,50

Stile: 9,5/10
Come accade ogni volta che mi accingo alla lettura di una delle tue storie, lo stile mi ha colpito, coinvolgendomi fin da subito nel mondo della narrazione. L’utilizzo che hai fatto della seconda persona è stato molto intelligente, soprattutto considerando il protagonista scelto: con la prima persona, infatti, avresti forzatamente dovuto svelare qualche dettaglio personale su di lui (dovendo in questo modo scegliere quale sviluppare tra le teorie sull’identità della Maschera di ferro), mentre con la terza avresti rischiato di risultare un po’ troppo impersonale. Così, invece, trovo che sia stato raggiunto il corretto equilibrio tra la componente introspettiva e quella di attinenza storica.
L’aspetto ad avermi maggiormente convinto è l’utilizzo della punteggiatura, che ho trovato sempre sul pezzo: non solo è grammaticalmente corretta e varia, ma ti aiuta anche nella creazione di rimandi e parallelismi che donano significati aggiuntivi alle singole frasi.
Partendo dall’inizio, però, ho trovato subito una frase che non mi ha convinto, proprio dal punto di vista del significato: come può il protagonista aver imparato le seconda lezione, quella sulla maschera di tessuto, quando aveva ancora diritto a un’istruzione, ovvero prima della prigionia? La prima lezione ha senso nella sua collocazione temporale, in quanto derivata dall’esperienza, ma la seconda dev’essere senz’altro successiva all’imposizione della maschera. Procedendo, ho apprezzato il richiamo alla celebre frase di Enrico IV, che hai poi reinterpretato anche nel titolo (ne tratterò più approfonditamente nel parametro apposito), così come il riferimento alla Bastiglia nel mese di luglio, che rimanda inevitabilmente il lettore al pensiero della successiva Rivoluzione.
Questa frase, poi, mi è piaciuta da morire: “La ragion di stato non deve obnubilare lo stato della ragione”. È volutamente complicata, sia per l’utilizzo di un verbo insolito, sia per la particolare costruzione a chiasmo, ma resta ugualmente comprensibile e anzi, il suo significato è ottimamente completato dalla frase successiva, che ne è quasi una giustificazione. Non sono invece convintissimo del climax della penultima riga (avresti potuto fare a meno di allungarlo con l’utilizzo del trattino, secondo me, ma è giusto un parere). La chiusura, infine, è stata estremamente d’impatto.
Anche il lessico mi ha convinto: il registro è sostanzialmente medio-alto, coerentemente con l’origine sicuramente aristocratica del personaggio, e impreziosito da alcuni termini più particolari.
Non assegno il punteggio pieno soltanto per le piccole imprecisioni sopra riportate, ma ti confermi come sempre a ottimi livelli di scrittura.

Trama, Originalità, Contestualizzazione e Sviluppo dei personaggi: 20/20
Anche e soprattutto per quanto riguarda questo parametro non ho nulla da dire, è tutto ottimo! C’è un elemento della tua drabble che accomuna i parametri qui valutati, ovvero la scelta di adottare la Maschera di ferro come protagonista senza svelarne l’identità. So che, professionalmente, hai svolto ricerche a riguardo, e (ovviamente fuori contest) devo dire che si è notato: non era affatto facile rimanere in quel limbo tra la verità storica e l’interpretazione personale (per quanto vengano da fonti autorevoli e abbiano prove a confermarle, le teorie sull’identità del prigioniero misterioso rimangono sempre e comunque mere supposizioni), ma ci sei riuscita alla perfezione, caratterizzando in modo estremamente umano il tuo protagonista senza però togliergli di dosso quell’alone di mistero che lo contraddistingue. L’originalità della tua scelta sta anche in questo, nel non aver voluto dare a tutti i costi un’interpretazione unica alla vicenda (cosa che, nell’ambito della narrativa, nessuno ti avrebbe impedito di fare). A proposito dell’umanità del protagonista, inoltre, vorrei sottolineare il gesto di contare i secondi, nel vano tentativo di far passare il tempo più velocemente, e nell’impossibilità di sostenere questo impegno per più di due minuti: una nullità, in confronto ai decenni di prigionia, ma comunque insostenibile per una mente così provata dalla solitudine e dal continuo silenzio. Narrativamente, infine, non ci sono errori se non quello già segnalato nel parametro stilistico: l’intreccio è costruito in modo coerente e razionale, ripercorrendo il passato del narratore e il presente del regno di Francia. Complimenti!

Titolo: 4,75/5
Come ho già accennato in precedenza, questo titolo mi è piaciuto davvero molto. Prima di tutto è presente nel testo in modo pertinente; in secondo luogo è tratto da una famosa citazione storica, rivisitata in modo da rappresentare alla perfezione il contenuto della tua drabble. Ho infatti infinitamente apprezzato il gioco di parole tra l’inserimento della frase nel testo a indicare ciò che si è disposti a fare pur di arrivare a Parigi (sul trono di Francia), e quello nel titolo, dove indica invece ciò che va bene per Parigi (ovvero ciò che chi governa è disposto a fare pur di mantenere il potere, riferendosi quindi alla prigionia della Maschera di ferro). Il titolo è in grado di attrarre il lettore: nonostante rimani immediatamente al contesto, ovvero la monarchia francese, non è però chiaro fin da subito il ruolo della parola Parigi (in cui è personificata la monarchia), e questo inizialmente dà un po’ di confusione per chi se lo trova davanti. A lettura terminata tuttavia, come detto prima, il titolo diventa chiarissimo in tutte le sue sfumature di significato.

Gradimento personale: 4,75/5
Come avrai sicuramente colto in precedenza, la drabble mi è piaciuta molto in tutti i suoi diversi aspetti. Oltre che storicamente e formalmente corretta, infatti, riesce ad essere approfondita il giusto, secondo quanto si era proposta all’inizio: non dare un’identità alla Maschera di ferro, ma esprimere riflessione valide qualunque questa identità fosse. Ti ringrazio inoltre per avermi dato lo spunto a documentarmi sulla vicenda, nonostante avessi visto il celebre film più volte non l’avevo mai fatto, e ho scoperto dettagli davvero molto interessanti sulla Storia francese seicentesca (di cui conoscevo solo i passaggi più famosi).
Non assegno il punteggio pieno perché, secondo me, la drabble manca di un po’ di mordente, di presa sul lettore: la sottrazione è minima, in quanto sei stata molto brava a catturare la mia attenzione, ma contrariamente ad altre volte non mi hai coinvolto fino in fondo. Complimenti comunque per la scelta interessantissima del contesto e per la resa così dettagliata!

Bonus – Prompt (2/2) + Sottogenere (2/2): 4/4
Prompt: L’elemento “lacrime” è stato ben inserito all’interno della storia, segnando l’inizio e la fine della riflessione del protagonista: lasciando da parte le immagini d’impatto del tessuto bagnato e del ferro arrugginito, infatti, emerge molto bene il desiderio che la Maschera ha di piangere, e la sua impossibilità/inutilità. Nessuno lo vedrà, nessuno potrà mai aiutarlo a liberarsi da questa condizione di prigionia.
Sottogenere: Il genere introspettivo è stato utilizzato ottimamente: la drabble è una riflessione del protagonista sulla propria condizione, sulle sue cause e, più in generale, sulla condizione della monarchia francese all’epoca. Come detto nel parametro stilistico, la ricostruzione storica e la parte emotiva sono entrambe ben sviluppate, complete individualmente e in equilibrio tra loro. Assegno quindi a entrambi i bonus il punteggio pieno.
TOTALE: 42,4/40+4
Recensione alla storia Radium Girls - le ragazze fantasma - - 26/04/22, ore 21:21
Capitolo 1: Radium Girls - le ragazze fantasma -
II
SECONDO POSTO, CON UN TOTALE DI 42,45/44
Felinala, con “Radium girls – le ragazze fantasma –”

Grammatica: -0,30
- le ragazze fantasma - – le ragazze fantasma – con i trattini lunghi -0,20
1920 circa) – rimuovere la parentesi -0,10

Stile: 9/10
Mi è piaciuta moltissimo la struttura che hai dato alla drabble, i continui rimandi e parallelismi tra la prima e la seconda parte: i due inizi sono identici, ma una frase alla volta la differenza aumenta, passando da quella che sembra essere un’atmosfera quasi fiabesca a un incubo mortale. Dal punto di vista prettamente stilistico, ho trovato la prima parte veramente perfetta: nonostante la punteggiatura fitta e “creativa” (in particolare, la ripetizione dei due punti e dei puntini di sospensione) le pause sono posizionate correttamente. Le frasi risultano così scorrevoli nella lettura, ma al tempo stesso “magiche”, come se la luminescenza data dal radio si trasferisse anche alle parole scritte. È stato davvero un piacere leggerla. È un po’ un peccato soltanto che, a mio parere, la seconda parte (seppur validissima) non sia stata altrettanto incisiva, se non in conclusione. Trovo infatti che l’intenzione di proseguire con uno stile poetico e fiabesco (anche per il contrasto con la tematica trattata, che ho trovato un’ottima idea) sia andato un po’ troppo in là. L’ho notato soprattutto nelle inversioni sintattiche, che hanno reso stridente il proseguimento della storia, distogliendo l’attenzione del lettore del contenuto a favore della forma disordinata. Trovo le inversioni utili, soprattutto in racconti brevi, per porre specifiche parole in evidenza (cosa che in parte ti è riuscita con “crudele bugia!”), ma nelle righe precedenti questa caratteristica non è emersa: se avessi mantenuto uno stile più lineare, limitandoti alle variazioni nella terminologia, forse avresti ottenuto un effetto più naturale, secondo me. Trovo infatti che il vero punto forte della tua scrittura sia stato il lessico, in grado di mantenersi ottimo lungo l’intera durata della drabble: non solo è appropriato alla protagonista, una ragazza sicuramente semplice e ingenua, inconsapevole di ciò che la circonda (meraviglia / miracoloso), ma anche dell’atmosfera da “fiaba dark” che hai attribuito a questo fatto storico. Anche il finale (le ultime due frasi) mi ha fortemente convinto, risultando di grande impatto emotivo. La brevità dell’ultima frase suono esattamente come una sentenza.
In conclusione, devo dire che la veste stilistica della drabble mi è piaciuta tantissimo, e che mi dispiace doverti penalizzare per quell’unico passaggio che mi ha fatto un po’ storcere il naso perché, per il resto, ho trovato la tua scrittura una delle migliori del contest.

Trama, Originalità, Contestualizzazione e Sviluppo dei personaggi: 20/20
Come ho già accennato in precedenza, la tua drabble è costruita come confronto tra due parti: l’espediente in sé non è certo una novità, ma trovo che tu sia riuscita a rendere tua questa struttura, rendendola adatta a rappresentare questo fatto storico realmente accaduto da un punto di vista diverso. Storicamente, la drabble è stata contestualizzata molto bene: rispetto agli standard dell’epoca, il lavoro nella fabbrica di orologi luminescenti sembra un sogno per le ragazze, che ricevono una buona paga ma sono inconsapevoli dei rischi mortali a cui vanno incontro, soprattutto leccando i pennelli. C’è una voce narrante, una protagonista, ma essa non ha una vera e propria individualità: rappresenta l’intero collettivo, come se tutte queste ragazze, vittime innocenti del profitto, fossero in realtà un’entità sola. E hai saputo gestire questo effetto ottimamente, dando risalto alla lotta per le generazioni future che loro hanno iniziato. Così come lo stile, anche la trama mi ha ricordato abbastanza quella di una fiaba dark: c’è una situazione iniziale spensierata, un punto di rottura ma, contrariamente alla fiaba classica, invece della risoluzione pacifica si precipita verso un finale negativo, di dolore e lente morti per avvelenamento. Oggi, noi già sappiamo come sia finita la vicenda e quali siano stati i suoi risvolti sulla vita e sui diritti dei lavoratori e delle lavoratrici americane: ma, nell’ottica narrativa, la lotta che le ragazze si propongono di intraprendere per le generazioni future lascia davvero una luce, una speranza, anche a noi che leggiamo. Che dire, tutto perfetto!

Titolo: 5/5
L’accoppiata tra un vero e proprio titolo e un sottotitolo rischia spesso di essere dispersiva, ma trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro, scegliendo un espediente che mi ha ricordato molto la cinematografia. Molto spesso, infatti, nella traduzione italiana dei titoli di film americani si riporta il titolo originale inserendo, come sottotitolo, la sua traduzione: non letterale (anche perché il fatto di cronaca delle Radium girls non è noto qui come lo è negli Stati Uniti), ma “editata” in modo da ottenere una frase più suggestiva. L’immagine delle ragazze fantasma è estremamente significativa all’interno del testo: nella prima parte può rimandare alla “favola” della fosforescenza delle ragazze, mentre nella seconda non è altro che un’immagine di morte. In questo, il sottotitolo arricchisce e completa il titolo principale (che ha qui la funzione di riportare l’evento storico di cui si tratterà) e viceversa. Una scelta vincente, complimenti!
P.S. Ovviamente, avendola già riportata nel parametro grammaticale, non penalizzo nuovamente qui la presenza del trattino breve al posto di quello lungo.

Gradimento personale: 4,75/5
Inutile ripeterlo, la tua drabble mi è piaciuta tantissimo. Conoscevo già la vicenda delle Radium girls, mi ero informato a riguardo qualche anno fa dopo aver visto un film o documentario a tema. In ogni caso, sei riuscita a raccontare questa triste vicenda con un tocco molto delicato e personale: tra quelle consegnate, la tua storia è una di quelle che ha catturato maggiormente la mia attenzione fin dalla prima lettura, grazie all’impianto di parallelismi, allo stile “da favola” che ne esalta ancora di più il finale tragico e ai rimandi continui tra la prima e la seconda parte, ottimamente accentuati da corsivo e impaginazione. Mi dispiace non darti il punteggio pieno, ancora una volta, per quel passaggio centrale in cui le inversioni mi hanno distratto dalla lettura, ma come detto questo non è altro che un mio parere personale. Bravissima, davvero!

Bonus – Prompt (2/2) + Sottogenere (2/2): 4/4
Prompt: Mi è piaciuto tantissimo l’utilizzo che hai fatto del prompt, estremamente creativo e inaspettato. La luminescenza del radio non è solo citata, ma è un elemento protagonista della storia, in quanto sancisce anche fisicamente il passaggio dalla “favola” al tragico epilogo. La stessa frase conclusiva, estremamente poetica e significativa (Brillano le nostre mani al buio, presagio di una luce, la nostra vita, che presto si spegnerà tra atroci dolori), ne ribadisce l’importanza.
Sottogenere: Il sottogenere drammatico emerge perfettamente nella seconda metà della drabble, in cui ormai le ragazze hanno compreso la tossicità del radio e sono rassegnate al loro destino. Resterà nella Storia la lotta che condurranno in nome dei diritti dei futuri lavoratori. Assegno a entrambi i parametri, ovviamente, il punteggio pieno.
TOTALE: 42,45/40+4