Recensioni di _Lightning_

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Recensione alla storia How Bad Can I Be? - 20/12/20, ore 01:36
Capitolo 2: Capitolo II
Ciao, sono una stronza **
Lo sono perché tu SAI che ho divorato ogni singola parola di questa storia, nonostante io sia ignorante come poche altre persone rispetto a Rick&Morty... ma tu hai il potere di farmi appassionare a tutto ciò che mi mostri, e quindi rieccomi qui. Rieccomi qui... con la SAGGEZZA della vasca d'acido, stavolta! Così sono riuscita a capire qualche riferimento in più, anche se la visione vera e propria della serie è ormai dietro l'angolo... sì, mi hai comprato l'anima!
Ora, cerco di dare ordine ai miei pensieri °°

Innanzitutto... che bella che è la digressione sull'eccessiva testardaggine e determinazione di Morty? Dopo aver visto la vasca d'acido, mi rendo conto di quanto questo tratto gli appartenga, proprio per il modo in cui, in quell'episodio, non è riuscito a sottostare all'idea di Rick, che reputava stupida. E l'ha detto chiaro e tondo, senza demordere se non quando è stato obbligato senza alcuna possibilità di fuga. Qui riemerge, oltre che in versione villain, nel Morty cattivo, anche nel Morty buono che si rifiuta categoricamente di piangere, anche se poi lo finirà comunque per farlo. È un lato di Morty che mi affascina particolarmente, perché oscilla sempre tra l'essere un pregio o un difetto, e qui, vedendolo nella sua parte più cattiva e più buona, si nota in modo ancor più evidente.

Poi, la preoccupazione di Rick. Quella che lotta per emergere e che rimane comunque tra le righe, nonostante stiamo vedendo tutto dal suo punto di vista. Come se certe cose dovesse nasconderle anche a se stesso. Deve addirittura venire a patti con se stesso, contrattare, nascondere tutto nei bunker antiatomici del suo cuore. E questo, da quel poco che ho visto e dedotto, è maledettamente da Rick, che non può permettersi "sentimenti deboli" nemmeno nell'inviolabilità della sua mente (che tanto inviolabile non è, almeno in questo mondo).


"È un Morty come un altro, non c’entra niente, ha solo la sfortuna di essere incappato nel Rick sbagliato". Ma tutti i Rick non sono forse sbagliati, per il loro Morty? O forse il contrario? In ogni universo, in fin dei conti, non sono i Rick che mettono in pericolo i Morty, e non sono i Morty che dimostrano di poter sopportare le follie dei Rick, dando quindi modo a questi ultimi di continuare a trattarli in quel modo? Lo sai che ho visto poco, Co', e quindi probabilmente i miei ragionamenti sono fuorviati, ma ho sempre la netta impressione che queste due figure siano bloccate in circoli viziosi inestricabili. E che quando finalmente si rompono o si sciolgono, balzano fuori anomalie come Evil Morty.
A questo proposito, adoro come l'hai reso. È da brividi, davvero, proprio per il modo in cui conosce perfettamente entrambi: sia Rick che Morty, e soprattutto i loro lati peggiori. mentre Rick non può conoscere così a fondo il lato peggiore di quel Morty in particolare, solo immaginarne le cause profonde. C'è una barriera che non gli riesce di superare, che travalica qualunque bassezza morale lui stesso abbia mai compiuto, nonostante sappia perché quel Morty è così.

E qui arriviamo al passaggio che più mi ha colpita in assoluto. Ovvero, che sia il senso d'inadeguatezza, a minare irrimediabilmente ogni Morty. Come pensiero, è annichilente. Lo è perché, in fin dei conti, non è così per tutti? In varie declinazioni, ovvio, ma tutti abbiamo una sorta di freno interiore, una valvola che regola quanto possiamo sentirci sicuri di noi in determinate situazioni. Che ci limita, sì, ma funge anche da protezione per noi stessi e gli altri. Tolta quella... o diventiamo la versione migliore di noi stessi, o la travalichiamo e scivoliamo in quella peggiore. Nella tracotanza, nel peccare di hybris e scivolare via da noi stessi. E, come ho detto, è un qualcosa che dà da pensare. 

"«Che, malgrado tutto, lui ti ascolta»", ecco qua il colpo è arrivato forte e chiaro. Dipinge un'immagine di Rick che, in tutta sincerità, mai mi sarei aspettata di trovare. Un Rick che non vuole davvero rimanere del tutto da solo, nonostante o proprio perché è segnato dalla scomparsa di Diane (e qui devi istruirmi). mi viene in mente il "No man is an Island" di John Donne. Lui lo intendeva in senso più esistenziale, quasi religioso, ma trovo si adatti bene anche al caso di Rick. La sua mente è geniale, la sua morale quasi inesistente, e questa è una combinazione che tende naturalmente a fare terra bruciata attorno a sé... ma non può durare per sempre, questa desolata solitudine. Soprattutto se vicino ha persone come Morty, che incarnano in loro tanti errori, tante debolezze, ma anche tante speranze non ancora o parzialmente avverate. Dopotutto, tutti hanno bisogno di una redenzione, di qualcuno che dia un senso a ciò che facciamo.
Morty è il purpose di Rick, nel bene e nel male, anche se quest'ultimo non lo ammetterebbe mai.


La svolta finale, quando l'ho letta la prima volta, mi ha fatto balzare il cuore in gola. Co', la prossima volta che hai dubbi su come scrivi scene d'azione/tensione/qualsiasi genere che esuli dall'introspettivo, ti stacco tutte le falangi e pure quelle che non hai mai avuto. La tensione qui si sente, è palpabile, si taglia con un coltello ed è densa quanto la vasca d'acido. La emana ogni singolo personaggio in scena: Morty, che vorrebbe solo capire cosa succede e diventare protagonista e non pedina; il Morty cattivo, che è sul punto di ottenere ciò che vuole; e Rick, che vuole salvare un Morty e distruggerne un altro.
Uno stallo alla messicana impari, alla fine del quale Rick cambia le carte in tavola, ancora una volta, e mette in gioco se stesso. Almeno, all'apparenza.

Co', tu ti rendi conto che sei riuscita a farmi fomentare per un fandom che nemmeno conosco? Adesso parlo con un millesimo di cognizione di causa in più, pur brancolando nel buio a certi riferimenti, ma dell'unica cosa che ti ripeto sempre rimango sicura: come descrivi tu i moti dell'animo umano, nessuno. E qui li ho sentiti, tutti, come sempre, ogni microincrespatura che ha turbato quelli dei due Morty e di Rick *chapeau*
Aspettami presto sugli altri, Co', lo sai che arrivo sempre ** ♥

-MandaLight-

Recensione alla storia How Bad Can I Be? - 15/11/20, ore 21:51
Capitolo 1: Capitolo I
♪♫ Paaaaaa pa paaaaa! Para pa– ♪♫ Stooooop!
Ops... Fandom sbagliato! *volano triangoli* 
E dopo questa frizzante intro musicale (che so che canterai nel giusto modo)... Cosottola mia adorata ** Come al solito mi prendo i miei tempi biblici per passare, ma alla fine arrivo!

Da cosa cominciare? Beh, intanto dal fatto che io non capisco UNA CIOSPA di Rick&Morty, se non quei due fatidici episodi (tre, contando quello che mi ha traumatizzata e che non nominerò) che ho visto appositamente per poter leggere codesto splendore – ma anche e soprattutto perché so che tutto ciò che mi consigli è oro e mi piacerà. E questo vuol dire che, sì, il recupero è dietro il triangolo l'angolo!

Comunque, non ci capirò una mazza o quasi ma, dal corso intensivo che mi hai fatto e dal poco ma abbastanza che ho potuto evincere dagli episodi, tutto ciò che ho letto mi è piaciuto moltissimo. E mi è piaciuto il tuo Morty... che in verità è il nostro Morty, tra la miriade che affollano gli universi esistenti. Quello a cui ci affezioniamo e che impariamo a conoscere meglio di tutti gli altri anche se, in fondo, sono tutti quanti Morty (e qui hai l'autorizzazione a dirmi se sparo cazzate pinzillacchere, ché l'esperta sei tu, e io una povera profana!). Tutti loro hanno dignità e diritto d'esistere, nonostante i Rick tentino di dimostrare il contrario. Quei Rick, non il nostro Rick – non sempre, almeno. 
L'altro Morty... devo davvero parlarne? Perché potei semplicemente dire "da brividi" e finirla lì, eh, sappilo. E lo farò, per il semplice fatto che si tratta di un personaggio così oscuro, anche nel canone, che vorrei avere davvero tutti i tasselli in mano per commentartelo come si deve. Posso dirti che ricevi il bollino d'oro anche per caratterizzare i villain, però, e che questo Evil-Morty spietato e pragmatico, costruito da quel pochissimo che ci è dato sapere di lui, funziona e sembra saltar fuori dalla pagina – o dallo schermo.


Infatti, mi sono sentita davvero dentro a una delle puntate, con questo inizio così turbolento, folle, senza mezzi termini. So, leggendoti, che tu ami "preparare la scena" agli eventi, e che per te gli antefatti sono importanti quanto il fatto stesso. Qui ho invece amato il modo in cui ci catapulti nella scena senza nemmeno passare per il via, piazzandoci di fronte a questo Morty-non-Morty nel giro di un paragrafo e mezzo. Ho amato questa direttezza, che funziona bene quanto la preparazione certosina che hai applicato in altre storie. Semplicemente, Rick&Morty chiede questo tipo di approccio. Pretende di scaraventarci in situazioni ai confini della realtà senza fornire spiegazioni logiche, e di non darne nemmeno su ciò che accade, né sulle motivazioni e ambiguità morali dei personaggi.
Succedono cose, i personaggi reagiscono, danno il meglio e il peggio di sé, c'è magari un minimo di disquisizione in proposito e il resto è lasciato al lettore.

E tu così hai fatto, aggiungendoci quel pizzico d'introspezione che, almeno da quel poco che ho visto, è inserita in modo molto più indiretto nello show, tra la frenesia di colpi di scena e adrenalina e nonsense non davvero nonsense che ci propina; e qui l'hai fatto raccontando di quanto con Rick "sia complicato". Già, è complicato avere un nonno del genere, col costante dubbio di quanto tenga effettivamente a noi, o se siamo davvero solo il "fantoccio sacrificabile", in questo universo come in tutti gli altri.
Hai fatto tutto ciò in poche righe, ma incisive. Poche righe in cui Morty ricorda il se stesso più sfortunato di un altro universo, morto. E qui sai di avermi scioccata, perché nella mia ignoranza rispetto alla serie so di potermi aspettare di tutto... ma questo è il genere di follia psicologica che sconvolge e turba la mente a un livello fin troppo profondo, che lascia addosso un senso di viscido disagio nel provare a immedesimarsi.
Perché Morty, in fin dei conti, è un ragazzino. E potendo, sceglierebbe sempre di tenersi lontano dagli intrighi della Cittadella per andarsi a fare un tuffo ad Atlantide con Rick; ma difficilmente Morty riesce mai a scegliere per sé.

Qui ci pensa l'altro se stesso, a scegliere, trascinandolo in un ciclo di vendetta di cui non vorrebbe mai far parte, e che comunque lo tocca, perché per ogni Morty c'è un Rick e per ogni Rick c'è un Morty, e le conseguenze di uno ricadono sull'altro, rendendo impossibile scindere i due o rendere uno del tutto esenti dalle ripercussioni scatenate dall'altro. Tutto ciò è terribilmente tragico nel senso più puro del termine: Morty non potrà mai sfuggire al suo destino, perché ha come Rick il Rick dell'altro Morty – e ci saranno sempre "un altro Morty" e "un altro Rick".
E dopo aver scritto questa frase inizio a capire i mal di testa per scrivere questa storia, e la mia ammirazione sale di pari passo al prezzo che mi chiederà lo psicologo e che ti addebiterò :D


Mi hai accennato della (per ora) fan-theory riguardo a quest'ultimo fatto, e sai che le trovo affascinanti,nel modo più assoluto. Oltre che dei mindfuck totali, ovviamente Mi perderò dei pezzi e dei riferimenti, questo è poco ma sicuro, ma non posso che apprezzare il nucleo più profondo di tutta la vicenda, che rimane comprensibile anche conoscendo il minimo indispensabile. Ovvero, i legami e il conflitto personale, e come un rapporto d'affetto possa essere complicato quanto uno d'odio, soprattutto quando le persone coinvolte sono "straordinarie" come i nostri due protagonisti. Morty sarà anche un ragazzino tra tanti, spesso additato anche come mediocre e inferiore alla media – ma è indubbio come il semplice fatto di essere sempre coinvolto nelle pazzie del nonno l'abbia reso di riflesso straordinario, fino a farlo brillare di luce e complessità propria che si aggiungono e stratificano a quelle di Rick.

Ora chiudo con una battuta da cabaret: sai cos'ho pensato, iniziando a scrivere questa recensione? Che stavolta "dai, per forza mi tengo sul breve, manco conosco il fandom"
*inserire risate registrate*
La verità è che, fandom o non fandom, tu hai sempre qualcosa da dire, e io sono qui per ascoltarla e leggerla tra le tue parole ♥
Aspetto il seguito, Cosetta, consapevole che ci rimetterò i neuroni a cercare di mettere insieme i pezzi **
Dalla Cittadella delle Light è tutto!

-MabeLight col maglione glitterato di Mando-