Recensioni di shilyss

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Tra le pieghe del tempo - 17/09/22, ore 16:29
Capitolo 1: Tra le pieghe del tempo
Cara Rosmary,
ti avevo anticipato la mia ammirazione per questo componimento e finalmente eccomi qui, a recensirlo con somma gioia. Emerge subito l’isolamento della figura di Elena e la sua complessità, ma anche la sua consapevolezza di essere stata una scusa, un mezzo per raggiungere un fine. Questo, naturalmente, non fa sì che lei sia immune dal fare autocritica, dal capire come il proprio sia stato usato e abusato per giustificare il bisogno dei guerrieri di fare una guerra strategica, nel primo grande scontro tra Occidente e Oriente che la storia ricordi. Del resto, sotto le rovine di Ilio c’erano già altre rovine, così dissero gli archeologi che la trovarono e la studiarono.

Allo stesso modo, oserei dire, Elena guarda alla propria situazione instaurando un dialogo secco con sé stessa o con un altro ideale, a seconda di come la si voglia interpretare. E la sua analisi è secca, impietosa. Il suo nome sopravvive al tempo, sì, ma legato al tradimento verso Menelao e alla fuga con Paride. Fuga in cui appare in un duplice modo (come vittima e come donna innamorata). Ma l’amarezza che rimane a Elena per essere condannata a venire indicata come colei che scatena una guerra lunga dieci anni e dalle infinite conseguenze è quasi un oltraggio.

Perché lei è consapevole che a muovere Menelao e Agamennone non è lei come donna, ma il status di trofeo, di donna più bella del mondo, di moglie di. Ma sa anche che se non fosse conveniente, per i Greci, muovere verso l’odiata Troia di Priamo questo terribile smacco verrebbe cancellato o ignorato o ripagato con qualche omaggio. La colpa di Elena è essere donna. Desiderata e desiderabile, ambita e consapevole della propria bellezza, vissuta come una maledizione che le impedisce un’esistenza normale, ma la costringe a essere contesa come un trofeo e a dover trovare scusanti per il proprio fascino. Questa consapevolezza è sì un approccio moderno, ma è un approccio dello scrittore moderno che vuole analizzare la vita di un personaggio mitologico, storico o che rappresenta un vero e proprio archetipo, ponendo l’attenzione su quello che a noi moderni interessa. Ed è grazie a questa attenzione e sensibilità che qui non abbiamo un’Elena anacronistica, ma un’Elena capace di vedere gli interessi politici dei greci e del marito e persino quelli di Paride, ugualmente colpevole di aver preteso un trofeo ottenuto a prescindere dalla volontà di Elena stessa (mi riferisco al fatto che Afrodite promette l’amore di Elena a Paride, in cambio della mela alla più bella.

Persino la scelta d’innamorarsi da sola, per proprio volere, è tolto a questa donna accusata di essere troppo – troppo ambita, troppo bella, troppo poco umile, come dici). Insomma, io credo di aver delirato un po’ in questa recensione, ma ho davvero adorato questo taglio critico alla figura di Elena – critico e appassionato, dalla sensibilità moderna ma che pure non storpia l’antico. Ma che tu sia un’autrice bravissima, d’infinito talento, non avevo dubbi <3.
Un abbraccio forte,
Shilyss
Recensione alla storia Una vita promessa alla morte - 02/08/19, ore 12:21
Capitolo 20: Capitolo 19
Recensione premio per il contest “Patti oscuri, alleanze di ferro e promesse vincolanti” indetto da Shilyss sul forum di Efp.

Cara Avareil,
che capitolo! Da un lato abbiamo la dolcezza di Estia e Radamanto e l’amore che trionfa anche nel supplizio cui la dea è stata ingiustamente condannata, dall’altro abbiamo l’eros e la passione che lega Persefone e Ade. Lei lo seduce, lo tormenta, lo porta all’esasperazione, ma anche lui, pur essendo un giusto e galantuomo fino alla fine, cede e flirta abbondantemente. La scena nella vasca (poi vabbè, sai che le amo anche io tantissimo ^^) è di un’intensità e di una bellezza spiazzanti, tra le migliori che abbia letto nel sito. Resta il rispetto, il permanere di un vincolo che però è stato abbondantemente aggirato da carezze veramente molto spinte. Poi c’è Menta. Era tanto che questo personaggio non tornava alla ribalta e mi ha stupito il fatto che sia rientrata in scena per mezzo di Thanathos.

È l’ultima difficoltà che la coppia deve affrontare prima di vivere in eterno felice e contenta? La scelta di saltare a piè pari la discussione con Zeus e la confessione a Demetra è, d’altro canto, una piacevole furbata. Non ripeti concetti (conosciamo già i punti di vista di tutti i personaggi, quindi il dialogo suonerebbe di qualcosa di già sentito) e lasci spazio a eventuali flashback chiarificatori, oltre a stuzzicare la curiosità del lettore). La presenza dei molti dialoghi permette di sentire la viva voce di protagonisti e niente, amo questa storia e amo essere tornata a leggerti: troppo spesso in questo sito e altrove mi imbatto in coppie banali, in figure di donna sminuite e stereotipate: il bello di Persefone è che è una Donna con la d maiuscola, giovane e passionale, ben calata nel suo ruolo e nel suo rapporto con Ade, che desidera fortemente. Non si vergogna di ciò e questo offre la misura di quanta maturità ci sia nei tuoi scritti.
Ancora una volta bravissima :* <3
Shilyss
Recensione alla storia Una vita promessa alla morte - 02/08/19, ore 11:42
Capitolo 19: Capitolo 18
Recensione premio per il contest Patti oscuri, alleanze di ferro e promesse vincolanti” indetto da Shilyss sul forum di Efp.

Carissima Avareil,
le coincidenze temporali sono svolte perfettamente, la ripresa del termine “vino” che ricorre più volte nel testo cala all’interno della festa in onore di Dioniso, giovane e incauto ed ebbro – ma quanto è IC questa cosa?? – e Ade spicca nella sua bellezza e nella sua regalità e magniloquenza. È IC pure lui in quanto giusto: antepone la passione per Persefone alla salvezza di Estia, senza perdere entrambe, affrontando con severa forza Zeus, che ovviamente è descritto in tutta la sua mollezza e nei suoi difetti su cui la mitologia non ha mai smesso di inferire. Apollo/Febo è stato un personaggio veramente, veramente interessante.

È subdolo e meschino, ma in qualche modo rivelatore come possono essere i raggi solari. Sfacciato e viscido, in qualche modo ha smosso in Persefone la volontà di essere totalmente sincera con la madre. Demetra, in tal senso, è granitica nella sua cecità. È offuscata dal troppo amore, ma anche dall’incapacità di vedere cose che forse ad Apollo sarebbero state altrettanto evidenti anche senza la confessione di Selene. Corro a leggere il prossimo capitolo perché sono curiosissima di sapere come finirà questa serata e mi dispiace un po’ per il povero Dioniso: la sua festa è dominata decisamente dal caos. Mi chiedo, invece, dove sia in questo capitolo Era e cosa deciderà di fare…

Come sempre, il tono aulico e la grande cura e abilità che metti nello scrivere rendono il capitolo non solo gradevole, ma anche affascinante e piacevolissimo da leggere: sei bravissima :*, lo sai questo, vero?
Shilyss – che prima o poi arriva.
Recensione alla storia Una vita promessa alla morte - 18/07/19, ore 21:04
Capitolo 18: Capitolo 17
Recensione premio per il contest “Patti oscuri, alleanze di ferro e promesse vincolanti” indetto sul forum di Efp, giudice Shilyss.


Carissima Avareil,
Tu sai che amo questa storia ed è con immensa gioia che passo a recensirtela perché è splendida e non sta invecchiando come un film degli Anni Novanta, tutt’altro. Il capitolo ruota attorno alla sventurata Estia, ma il giusto Ade ha trovato un modo per salvarla. Il bello è che il giusto dio degli inferi ci arriva un secondo dopo il lettore, a questo dettaglio che l’assenza della maternità non significa assenza d’amore, producendo sulle mie labbra un sorrisetto beffardo allorquando l’antico adagio “fatta la legge, trovato l’inganno” si è rivelato in tutta la sua potenza.

La scena d’amore tra Persefone e Ade, poi, è resa benissimo. Elegante, intensa, travolgente e realistica, ha anche un doppio senso profondo. La dea fattasi donna prende in mano la sua femminilità. Chiama, seduce, corrompe, concede piacere al suo uomo. La bambina spaurita che vorrebbe avere Demetra non c’è più – c’è una donna che prende il suo sposo.

Come ti dissi già alcune (vecchie, mea culpa) recensioni fa, la sottotrama di Estia e Radamanto è bellissima, così come la vicenda di Ipnos. Da un lato l’elemento è funzionale, perché consente a me di rivivere i momenti salienti della relazione platonica tra i due fino al bacio (descritto in maniera dolcissima ^^), dall’altro convince Ipnos ad andare dal fratello dal nome che non pronuncerò per ovvie ragioni. E questo ripercorrere il passato ci porta nuovamente non solo al problema Estia e al fatto che è stata tratta in inganno con il suo voto, ma anche all’opportunità che Ade sta creando di liberare la sorella e ottenere una vittoria sul fratello minore. Estia è stata punita ingiustamente e queste cose hanno una certa rilevanza, nei mondi divini retti da concetti generali come questi. Lo stile aulico che la storia presenta calza perfettamente con l’incantevole contesto. Un caro saluto e a prestissimo, mia cara!

Tanti complimenti per questo bellissimo lavoro che rimarrà sempre nel mio cuore,
Shilyss
Recensione alla storia Il domatore di belve - 17/06/19, ore 22:45
Capitolo 1: Il domatore di belve
Mia carissima Avareil,

Mi sono un po’ commossa leggendo questa storia perché scrivi benissimo e rispetto ai primi capitoli che lessi appena ti conobbi – che comunque erano densi e bellissimi – c’è una maturazione enorme. La storia è incantevole e termina richiamando il titolo in maniera abile perché è concettuale, il tutto, e mi riporta a un tema che mi è particolarmente caro e che, ovviamente, è classicheggiante. Dice Orazio che Roma vittoriosa venne vinta dalla Grecia. Questo tema è stato usato innumerevoli volte, ma il tuo adattamento risulta incredibilmente calzante con uno di quei miti terribilmente affascinanti, ma di cui si sa pochissimo.

La tua lettura, pur menzionando in apertura la sindrome di Stoccolma, non ne abusa affatto. Ade è un gentiluomo persino nel ratto che, come sappiamo dal mito, è concesso al dio come un guiderdone per la gestione del più vasto e terribile dei regni spartiti con Poseidone e Zeus. La sua tecnica dell’assenza esaspera Kore/Persefone, ma quello che colpisce è come il cacciatore innamorato venga preso in contropiede da una preda curiosa e fiera. Non era facile il passaggio introspettivo che voleva spiegare come Persefone abbia scoperto di essere attratta da Ade, ma credo che uno dei momenti che hanno giustificato meglio questo passaggio, sia stato lo spiegare la natura già duale di Persefone, una ragazza che non è solo la luminosa figlia gelosamente custodita da Demetra, ma anche colei che fissa i fiori marci, in un’immagine semplice eppure potentissima. Lo stile ricercato è aulico e adatto al contesto mitologico, ma non per questo appare mai pedante, tutt’altro.

I dialoghi introspettivi e fatti tra i personaggi sono tranchant, decisi, chirurgici – ed è una cosa positiva. Hai costruito una storia pensandoci ed è per questo, per il modo in cui descrivi come Ade cattura Kore, come Kore si offenda quasi della sua solitudine e percepisca/brami il suo rapitore che tutto appare non solo convincente e degno dell’importanza dei personaggi narrati, ma che si discosta da quelli che invece sono i leitmotiv tipici delle storie che la Sindrome di Stoccolma ce l’hanno davvero. Insomma, mi hai conquistata con questo splendido pezzo dove Ade è magnifico e Persefone, sebbene ancora non di diritto, di fatto è già la magnifica regina degli Inferi. Io ritengo che si sia trattato di amore a prima vista. Che Ade rappresentasse già quei fiori marci che Persefone osservava quand’era con sua madre. Che doveva solo scoprire come e chi. E che la belva, nel tentativo di piegarla prendendo qualcosa che credeva gli spettasse di diritto – e questo tu lo dici chiarissimamente – sia stata, suo malgrado, domata.

Incantevole.
Shilyss