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Recensione alla storia Ritrovando l’equilibrio - 18/05/20, ore 17:19
Capitolo 1: Ritrovando l’equilibrio
Carissima inzaghina,
chi ha detto che il weekend ci si rilassa? Io no e se l’ho detto me lo rimangio, ma bando alle ciance. Il rapporto tra Justin e Dasha è reso benissimo. Lei è un personaggio particolare, con una storia personale bellissima (penso a tutto quello che farà quando Kat lascerà sua madre, al ruolo centrale che avrà la sua casa anche per gli altri personaggi) ed è bellissimo il rapporto che la lega a Justin. Lui è un atleta molto esigente, anche se spesso ribelle, eppure insieme formano una coppia inossidabile, un duo inscindibile. Dasha ha rappresentato non una sostituta della madre del ragazzo, sarebbe impossibile, ma in qualche modo è il tramite tra quest’ultima, il pattinaggio e un ragazzino volitivo che hai descritto così bene dallo sguardo inquieto, che ne anticipa la natura.

Il trionfo che vive in questa prima gara importante, felice eppure infelicissima, infatti, è offuscato dall’assenza della donna defunta all’improvviso. Dasha prova per Justin un sincero affetto (ricambiato), ma l’essere legata a lui perché è un allievo che ha perso la mamma non è la sola ragione alla base di questo legame. Dasha è prima di tutto un’ex atleta olimpica e in questo senso Justin è suo figlio sul ghiaccio. È dotato di talento e lei lo sa, riconosce, quindi l’affetto si unisce a un’affinità comune che è anche solo il bisogno di lasciare che le lame scivolino sul ghiaccio. Questa shot è ricca di tante cose, cara inzaghina. Abbiamo questo bambino dallo sguardo inquieto che ha perso una figura essenziale per la sua vita e che ha un padre che pur assecondando il pattinaggio non ha senso artistico (penso al modo in cui al primo o secondo episodio cerca di comprare Kat), ha questa voglia di vincere e questo talento che va coltivato e imbrigliato e dall’altra parte c’è lei, che capisce la necessità di vincere ed è sincera nel descrivere un dolore che non si può che attenuare, con cui Justin dovrà convivere e che ne spiega anche le sregolatezze. Il dialogo è struggente: la cosa peggiore del perdere qualcuno d’importante all’improvviso è proprio legato al fatto che manca un addio.

La madre di Justin ovviamente sapeva che il figlio l’amava, ma quante volte capita anche a noi di litigare con persone vicine e di non salutarle o di essere arrabbiate con loro perdendo quell’unica occasione che non sapevamo essere l’ultima? Che sia toccato a un ragazzino un dolore tanto grande e annichilente è terribile. L’abbraccio finale è tenerissimo. Justin ancora non sa niente del suo futuro e può solo fidarsi dell’occhio esperto di Dasha e farsi avvolgere in un abbraccio che sa di calore, casa e maternità. Ero certa che sarebbe stata una lettura piacevolissima e intensa e così, ovviamente, è stato. Un caro saluto e a presto,
Shilyss