Recensioni di Menade Danzante

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Recensione alla storia The Queen makes a wish - 29/01/23, ore 15:48
Capitolo 1: The Queen makes a wish
Ciao!

Ho spulciato le storie che hai presentato per la sfida del forum delle Penne e ho subito deciso che avrei recensito uno dei tuoi contributi al fandom di HOTD, una serie che ho visto senza particolare fervore e di cui ho letto molto poco. La curiosità di approcciare alle ff, però, è sicuramente tanta e quindi eccomi qui. Perché questa storia in particolare? Perché l'ho iniziata leggendo le tue note finali che mi hanno fatta sentire moralmente obbligata a tornare in alto per leggere l'intero testo. Parto proprio dal commentare quelle, prima ancora del contenuto, perché credo che siano fondamentali tanto quanto il tuo What if?/Missing Moment; anzi, penso che siano letteralmente funzionali alla fruizione della storia.
Secondo me hai centrato il punto in un modo spettacolare su entrambi i personaggi. Alicent subisce dall'inizio alla fine. Subisce sessualmente, politicamente, emotivamente. Quando sembra in controllo della situazione, qualcosa le sfugge sempre e lei finisce per sembrare completamente incapace, alla continua mercé dell'uomo di turno - che sia suo padre, il re o Larys poco importa - perché lei non è in grado di portare avanti un piano in completa autonomia, cosa che contrasta con la sua controparte femminile, Rhaenyra. Durante le poche volte in cui la vediamo esplodere, poi, acquista la connotazione della follia, della pazzia, come se la serie avesse voluto presentarcela isterica nel senso più sessista del termine. Non mi è piaciuta per niente questa resa, nonostante il potenziale altissimo del personaggio. Anche per quanto riguarda Larys non posso che darti completamente ragione: è inquietante, di sicuro non è un personaggio positivo, ma per l'ennesima volta siamo di fronte a una persona con disabilità e con un fetish a cui vengono associate caratteristiche morali negative senza possibilità di appello. I personaggi buoni nell'universo di GOT e di HOTD non esistono, ma di tant* infami all'interno di queste due serie almeno si arrivano a capire motivazioni o comunque se ne ammira il carattere. Larys viene bollato come l'uomo più creepy della serie come se non si muovesse in modo equivalente a tanti altri personaggi dello show. A sconfortare ancora di più, secondo me, è la ricezione del fandom, con tutti i meme che in quel periodo avevano invaso i social.
Perciò, alla luce di queste considerazioni, io ti ringrazio tantissimo per aver deciso di mettere una pezza là dove non sembrava esistere alcuna speranza di risalita per le caratterizzazioni e per il significato che questi personaggi ricoprono. Non lo so se sei andata OOC, ma non importa neanche a me!
Entrando ora nel merito del contenuto, mi è piaciuto il modo in cui hai deciso di ricollegarti alla serie. La scena prende avvio proprio da dove si era interrotta nell'episodio e questo permette a chi legge di immergersi subito nell'atmosfera, nel contesto e nell'ordine degli eventi presenti nel canone. L'iniziale alternanza di parole e silenzi a mio avviso rende perfettamente il tipo di relazione che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi, e ai loro: Alicent e Larys sono due personaggi mossi da motivazioni completamente diverse e che non si sono mai veramente presi il disturbo di comprendersi a vicenda. Alicent sfrutta la capacità di Larys di ottenere informazioni per lei importanti e lui sfrutta la sua utilità per arrivare a soddisfarsi sessualmente. Quello che tu hai descritto è il primo vero momento in cui i due entrano in contatto scoprendo ognuno le proprie carte, esponendo dall'una e dall'altra parte problemi e incomprensioni - tantissime incomprensioni, che a turno li lasciano senza parole.
Il momento in cui Alicent spiega di sentirsi umiliata è stato probabilmente il mio preferito della ff, perché ti ha dato modo di chiarire che l'umiliazione non è nei fatto che Larys abbia questo fetish per i piedi della regina, ma nella sottrazione del consenso. Alicent ha accettato di sottoporsi a questo trattamente per avere le informazioni di cui ha bisogno per governare, d'accordo, ma non è consenso. Lei non è felice: non l'avrebbe mai fatto se avesse avuto l'opportunità di dire di no e di potersi affidare a un'altra persona per i suoi scopi. Questo non è consenso, ma violenza, ricatto, e quindi umiliazione. Come dici tu in nota, anch'io non credo che da parte di Larys ci sia stato il desiderio di punirla, ma "solo" la sua incapacità di vivere, e per questo sono completamente d'accordo con quello che gli hai fatto dire all'interno della ff (lui la venera, le sta facendo un regalo ad amarla in questo modo, a toccarsi di fronte a lei). Le buone intenzioni, tuttavia, non vanno a giustificare nulla: Alicent si sente un oggetto e lui cade dalle nuvole, esponendole nel dettaglio tutti i motivi per cui lei dovrebbe sentirsi, uno, lusingata e, due, sollevata dal fatto che lui non le abbia chiesto di più. Larys è estremamente lucido nel dire che, se le avesse imposto dei rapporti sessuali completi o qualsiasi altra cosa, lei avrebbe accettato comunque, nonostante il supposto disgusto di cui lui si sente vittima. Alicent dovrebbe addirittura ringraziarlo. Ecco, questo è il motivo per cui lui è creepy, non perché ha un piede difettoso e un fetish.
Tutti questi discorsi, però, fanno accendere una lampadina nella testa di Alicent, che finalmente si rende conto di poter sfruttare quella situazione a suo completo vantaggio. Senza volerlo, senza arrivare a macchinarlo in alcun modo, Alicent viene a scoprire il punto debole più evidente dell'uomo che ha davanti, e cioè proprio lei. La conversazione che hanno appena avuto la pone nella condizione di esercitare il potere che lo stesso Larys le ha dato su di sé, e improvvisamente lei capisce di poter provare piacere a sua volta, senza subire, senza dare più nulla ma ricevendo tutto, cosa a cui non è mai stata abituata. Il riferimento al fatto che per lei il sesso sia stato solo dovere e nient'altro mi ha ovviamente riportato alla mente la scena in cui fissa il soffitto mentre il re geme e la penetra senza minimamente preoccuparsi del suo stato d'animo, figuramoci del suo piacere. Alicent subisce, subisce e ancora subisce sin dall'inizio. Finalmente qui, grazie a te, diventa attiva. Quasi inconsapevolmente - non sa quello che deve fare, non sa quello che le sta facendo Larys, sembra ripensarci ma il suo corpo chiede di più e lei permette a Larys di riprendere a leccarla... c'è sempre una dimensione di incertezza nel suo comportamento -, ma Alicent utilizza il potere che ha per sé e ribaltando tutta la situazione a proprio vantaggio. Da umiliata, violentata e spogliata della propria personalità, la regina esprime ora un desiderio che è un ordine capace di farla emancipare e di aiutarla a superare la propria condizione di difetto nei confronti di quello strano uomo verso il quale finisce per sentirsi teneramente grata.
Davvero ottimo lavoro. Il significato di questa OS è importante, tantissimo, e tu l'hai trasmesso in modo splendido, ponendo l'accento sui punti giusti e regalandoci anche una piccola analisi alla fine per evitare che lo sforzo di aggiustare quello che abbiamo visto sullo schermo non andasse perduto. Ti faccio tanti complimenti e ti ringrazio per aver contribuito in questo modo ad arricchire uno show che avrebbe non solo potuto, ma anche dovuto fare molto meglio con questi temi.
Ti saluto e ti mando un abbraccio!

Menade Danzante
Recensione alla storia Uno sguardo che zittiva il mondo - 05/01/23, ore 22:40
Capitolo 1: Uno sguardo che zittiva il mondo
Ciao! 

Eccomi qua per la sfida di Ferisce la penna! Sono stata contenta di aver avuto te al primo turno perché avevo visto il tuo inserimento del fandom di HOTD, che non avevo mai spulciato pur avendo visto la serie, e volevo proprio dare un'occhiata. Non posso che ringraziarti per questo primo approccio decisamente particolare!
Perché particolare? Perché non avevo mai pensato a Jace e Aemond come a una coppia o comunque qualcosa di più di due avversari di sangue, ma devo dire che leggendo questa tua introspezione così approfondita il sospetto che sia stata io a non coglierne il potenziale mi è venuto, cosa che, per quanto mi riguarda, ti fa onore: far ricredere chi legge delle proprie convinzioni e/o sensazioni è la prova di quanto uno scritto possa essere impattante e decisamente ben sviluppato. Quindi complimenti!
Venendo ai due protagonisti, ho adorato il modo in cui hai deciso di far ruotare tutto attorno allo sguardo, all'atto di guardarsi, agli occhi. E' senz'altro un topos antico quello della vista utilizzata come strumento narrativo per veicolare emozioni e sentimenti, soprattutto sul piano delle passioni, sia negative che positive, e secondo me qui hai colto perfettamente l'essenza dei due poli: ti sei servita dello sguardo sia per descrivere l'intensità di qualcosa che va oltre l'amicizia e la fratellanza e che persino gli altri riescono a notare (come ser Harwin, ad esempio), sia per inclinare il piano e far scivolare il rapporto verso lidi che diventano rabbiosi, carichi di odio - ma senza mai davvero perdere il contatto con quell'aspetto travolgente che definirei quasi magnetico. Ecco, nella tua riscrittura degli eventi della serie che li vedono coinvolti, Jace e Aemond sembrano attrarsi come calamite proprio attraverso gli occhi. Si attirano sempre, anche se solo per un attimo ("Erano rapidi, spesso duravano il tempo di un battito di ciglia, ma c'erano sempre.", come dici tu), e si osservano a lungo, in profondità, quasi a compensare il fatto che gli altri non si prendano minimamente la briga di andare al di là delle loro dinastie e lasciar loro il beneficio del dubbio. Emblematico per me è il momento in cui analizzi il funerale, dove Baela non è disposta neanche per un attimo a considerare che Aemond possa non aver avuto alcuna intenzione malvagia; nel fatto che non senta o non capisca (o non voglia capire) quello che Jace ribatte vedo proprio una chiusura definitiva nei confronti dell'altro, che porta chi legge a empatizzare con Aemond, a cui quasi si perdonano tutti i suoi comportamenti tossici (circondato da questi giudizi e pregiudizi, avremmo mai potuto aspettarci un santo?!).
A piacermi tanto è stata anche la rottura tra i due, o meglio il modo in cui hai scelto di analizzarla, mostrandoci a confronto due reazioni molto diverse che rendono incisive le differenze caratteriali tra i due personaggi. A Jace crolla il mondo addosso nel riconoscere in Aemond un pericolo e un nemico, mentre quest'ultimo appare estremamente freddo mentre mette in evidenza che la loro opposizione è praticamente scritta nel destino. Ma ti dico una cosa: sei riuscita a incuriosirmi a tal punto con questa coppia che a me piacerebbe tanto conoscere nel dettaglio i pensieri di Aemond, non solo le sue parole e i suoi atteggiamenti, perché chissà che non ci sia uno scollamento tra le due cose... Sarei molto curiosa di rileggere esattamente tutti questi passaggi dal suo punto di vista, perché dopo tutti gli sguardi che questi due si sono scambiati dall'infanzia non voglio credere che da parte sua ci sia solo questa fredda e spietata indifferenza.
In ultimo, sempre da un punto di vista contenutistico, ti dico che mi ha colpita molto il modo in cui hai descritto Rhaenyra che difende suo figlio dopo la rissa. Alla frase "mentre sua madre combatteva la battaglia per lui" mi si è stretto un po' il cuore, perché una delle cose che più ho apprezzato della serie è stata sicuramente la capacità di rendere i rapporti familiari, soprattutto quelli madre-figlio, e qui ne hai messo in luce un duplice significato: Rhaenyra protegge davvero i suoi figli, non solo la sua reputazione, e combatte battaglie al loro posto, cosa che mi porta a evidenziare il secondo aspetto della situazione, e cioè un leggero senso di vergogna che mi sembra provare Jace. Da un lato non è stato in grado di risolvere il conflitto da solo, quindi ha avuto necessariamente bisogno dell'aiuto di qualcun altro per riportare l'ordine, ma dall'altro avverto una certa sofferenza nell'impossibilità di potersela cavare da solo, sofferenza che va poi a sommarsi all'orrore e allo smarrimento provocati dall'insulto di Aemond, lanciato lì appositamente per ferire.
Per quanto riguarda lo stile, non ho davvero alcuna rimostranza. Hai trattato bene il contesto e il tempo narrativo, hai gestito gli sbalzi temporali egregiamente e chi ha visto la serie certo non può dirsi confuso riguardo allo scorrere degli eventi. Ho apprezzato tanto, in particolare, il contrasto tra il contenuto spesso crudo (parliamo di risse, di morte, di vendetta, di sangue, di odio) e la prosa raffinata, che tratteggia le scene con classe e chiarezza, senza tralasciare mai la dimensione simbolica con cui interpretare gli eventi.
In conclusione, davvero ottimo lavoro! Sono stata contentissima di aver avuto l'occasione di entrare in contatto con questa storia. Ti faccio tantissimi complimenti: te li meriti tutti!
Un abbraccio,

Menade Danzante