Recensioni di Aya_Brea

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Recensione alla storia In bianco e nero - 08/07/14, ore 11:59
Capitolo 6: L'uomo oltre la cravatta
Ed ecco cosa avrei voluto fare da tanto tempo: recensire in maniera decente questo meraviglioso capitolo! *_* Allora, premettendo che l'ho letto la sera stessa dei mondiali, durante la partita dell'Italia (l'unica che abbiamo vinto, peraltro, giusto?!? XD ma vabbeeeh.) E insomma mi sono messa col mio Blanquito 2 la vendetta e nel buio rischiarato dalla luce sul comodino, ho iniziato a leggere le prime righe, con le cuffie nelle orecchie al solo scopo di attutire i rumori di fondo... non volevo perdermi davvero nulla di quello che hai scritto u.u Ci credi che ogni volta mi dico mentalmente: "No ma dai, non può scrivere delle frasi più belle delle precedenti" o "No, non può ricreare una situazione più magica di questa?!" e tante altre ancora... ma alla fine tu mi stupisci sempre ed ogni volta mi costringi a rimettere in discussione le mie preferenze. Infatti nel corso di questo capitolo ci sono moltissime cose, moltissimi spunti o dialoghi (uno in particolare), che mi hanno letteralmente rapita. Ma partiamo dall'inizio :) Stavolta cerco di essere seria u.u
Alloooora. La parte iniziale è semplicemente perfetta. Mi sono proprio immaginata la scena, secondo me hai reso benissimo l'idea della nottata appena trascorsa, e un po' ho rivisto quelle mattine in cui io stessa, costretta magari ad una levataccia, mi do un'occhiata allo specchio ed osservo i capelli legati in maniera disordinata e il resto del trucco colato che nonostante i dischetti dello struccante, non viene mai via del tutto e ricompare come per incanto il giorno seguente. Ma ad ogni modo Yukiko probabilmente non ne avrà avuto neanche modo, di struccarsi intendo... In quel caso ho visto in quel 'Mascara' sbavato, i rimasugli di quel che avevano appena vissuto e attraverso alcuni piccoli dettagli come i capelli acconciati male, ho percepito la situazione di 'abbandono' ed al contempo, immobilità. Insomma, i due si ritrovano a dover dormire, sicuramente contro la loro volontà, incapaci di poter momentaneamente cambiare le cose. E alla fine lei si risveglia da sola: ho adorato i tantissimi particolari che hai inserito nelle descrizioni, fra cui le unghie di lei, le mani ben curate o ancora le cose così apparentemente stupide tipo le ciabatte. Che io ho immaginato rigorosamente celesti e grandi grandi, oltre che morbide :@ Il pezzo seguente poi, non ne parliamo. E' di una dolcezza infinita: il bacio del mattino, le piccole consuetudini quotidiane dal sapore domestico. E poi:

"Sul tavolo una colazione mai consumata, stava sorseggiando quello che, a giudicare dalla tazzina e dal profumo, doveva essere un buon caffè. La televisione, ora spenta, doveva essere stata accesa fino a poco prima, come indicava la lucetta rossa che ricordava al proprietario che con un piccolo gesto avrebbe potuto staccare ogni collegamento e risparmiare l'energia che tanto serviva al mondo. Ma, quella mattina, Yusaku non aveva nessuna energia da spendere per risparmiare energia altrui."

Cioè. Ho AMATO letteralmente questo pezzo, è di grande impatto, anche perché era come essere lì con loro, in un angolino più buio ad osservare la tenue luce del mattino filtrare dalle finestre e riempirsi i polmoni dell'odore buono del caffè *_* E poi non credevo che avresti utilizzato una cosa così banale come il puntino rosso della televisione per fare una riflessione così profonda: insomma, credevo che la frase rimanesse come sospesa, come se fosse una tua considerazione quella del risparmio dell'energia, ma alla fine l'hai ricollegata a Yusaku in una maniera che mi ha fatto pensare proprio: "Wow, non avrei mai pensato ad una cosa simile." Insomma, in poche semplici parole ci hai fatto capire che per quanto le cose al di fuori siano importanti, i drammi che si vivono interiormente sembrano essere addirittura peggiori :( e Yusaku si sente persino colpevole della PRESUNTA morte di Arthur. Ma fortunatamente ha Yukiko al suo fianco, che nonostante tutto non si lascia intimorire dalla situazione, ma anzi, cerca di donare completamente se stessa affinché il marito possa stare meglio *_* Oddio, lui è stato veramente troppo dolce quando le ha detto che la amava. In quel modo poi *_* troppo dolci. Basta. Insomma, è stato comunque un intermezzo piuttosto 'sereno'. Ma direi che forse sarà uno degli ultimi prima della tempesta :@ anche perché riecco sbucare dal nulla Conan ed Ai. E' stato delizioso anche il modo in cui Yukiko si sia attaccata al polsino della camicia di Yusaku, come a volerlo 'seguire' per paura che potesse accadere qualcosa. Sei stata bravissima a scrivere di loro, anche perché son due personaggi di cui vediamo ben poco. BRAVISSIMA.
Insomma poi arrivano i due a rompere l'idillio e la situazione, come anche l'atmosfera, cambiano completamente e si sviluppa un lungo dialogo botta-risposta fra i quattro. Ahahah, veramente, sembra strano che due bimbi diano consigli agli adulti, ma a ripensarci bene, non penso che due adulti diano comunque retta a dei diciottenni :@ cioè. Chi vi si fila. Ma tralasciando :@ Insomma hanno escogitato un piano per poter rimediare ai danni di Shinichi (-.-) e da questo momenti in avanti la storia sembra complicarsi ulteriormente, anche perché ormai Gin e Vodka hanno compreso. Comunque degna di nota secondo me è la scena in cui Yukiko cerca di spronare tutti o quella in cui lei stessa tenta di consolare Ai *.* Un quadretto tenero fra donne molto diverse ma che nonostante ciò, hanno saputo comprendersi e trovarsi reciprocamente. E' stato bello e non me l'aspettavo *.*
Ahahaha oddio poi è arrivata la parte più forte del capitolo :@ devo dire che prima d’allora Vodka non mi era mai sembrato un personaggio così interessante e anche dotato di un certo spessore (in tutti i sensi ahah) e devo dire che questo paragrafo è stato geniale ed epico al contempo. Diciamo che sei stata in grado di creare un climax pauroso, lo stesso che ha provato Vodka nel constatare che l’arrivo del proprio capo avrebbe designato per lui una specie di sfida che qualora avesse vinto, gli avrebbe conferito un po’ di libertà *_* ed è inutile sottolineare tutte le frasi che mi sono piaciute perché dovrei incollare tutto il paragrafo e non mi sembra il caso. Mi hai fatto quasi rivivere un’avventura pirandelliana e già nel leggere di Vodka avevo cominciato a comprendere il perché di questo titolo. La cravatta è soltanto una metafora dell’apparenza che ogni uomo si costruisce e tenta di mantenere sempre alla perfezione, morbidamente annodata al collo ed in primo piano sul resto, come a voler significare: Guarda, son proprio io questo qui, il vestito potrà essere bello quanto ti pare ma è proprio la cravatta che svetta sul resto, a definire con forza chi sono *_* e credo che tu abbia colto in pieno anche la scelta dell’oggetto. E’ perfetto!! Ho sempre creduto che gli uomini scegliessero la cravatta in base alla propria identità e ce ne sono per tutti i gusti, un po’ come le scarpe: sobrie, a tinta unita, con le righe di colori tenui, con i pois, sgargianti, a fantasia multicolor (pessime XD) e chi più ne ha più ne metta. Ad ogni uomo la propria cravatta. E poi quando la si toglie… cosa ne rimane di quell’identità così a lungo costruita? Io penso che tu abbia scritto questo pezzo in maniera magistrale, non mi sarei aspettata un’introspezione psicologica di Vodka così approfondita. Povero, lui vuole soltanto svagarsi e gettarsi alle spalle il proprio lavoro per vivere di tanto in tanto un’emozione che possa essere diversa da quella di uccidere o portare a termine degli ordini L mi è dispiaciuto molto quando hai marcato l’accento sul fatto che lui si sentisse così inadeguato e un po’ stupido, troppo stupido per poter prendere delle decisioni. Insomma, non è bello sentirsi soltanto delle pedine di una scacchiera, come ad esempio un misero pedone, quando su di essa troneggiano i cavalli, il re e la regina. Ma forse senza i pedoni, i restanti pezzi non potrebbero andare avanti, giusto? J Inoltre mi è piaciuta la riflessione dell’uomo che, intriso nella propria identità, arriva a fondersi con essa. Io direi che quando si raggiunge quel momento, è un po’ difficile distinguere poi il proprio ruolo da quel che si è veramente e direi che si è proprio nei guai, perché in fondo come può un uomo adempiere ad un unico ruolo? Come potrà mai rispondere ad una medesima identità? Si soffre e basta, ecco tutto. Forse l’unico a non rimanerne bruciato sarà proprio Yusaku, che nella poliedricità dello scrittore, ritroverà tanti aspetti di sé e riuscirà a svincolarsi dall’essere univocamente un QUALCUNO. Ma ad ogni modo……. Io dico. Gin. Quanto bene lo hai descritto?!?!? La cosa bella è che tutto in questo paragrafo è filtrato dagli occhi di Vodka, percui il nostro biondone sembra essere una specie di divinità irraggiungibile, perfetto, invincibile. Che figo. Dai, che figo! L’ho adorato e in un certo senso l’ho osservato con gli occhi del compagno occhialuto, che fremeva perché gli sarebbe bastato soltanto qualche attimo, solo una piccolissima frazione di secondo per avere la libertà.. E ti giuro, lo hai reso in maniera STUPENDAAA. Ho avuto il batticuore. Sai quando qualcuno deve comunicarti una notizia e tu stai sulle spine fino alla fine, sperando che da una piccolissima parola tu possa trarne la conclusione e capire finalmente di aver avuto successo? Ecco. Mi sono trovata nella medesima condizione e ho atteso con ansia il momento in cui forse Gin avrebbe detto: Va benissimo così, puoi andare. Ma poi quel ‘quasi dimenticavo’, proferito senza un senso, così, una frase apparentemente vuota di significato, fa ripiombare Vodka alla realtà ed i suoi sogni di evadere crollano in un soffio. Povero. Mi è dispiaciuto troppo calcola XD E’ come quando all’orale, sembra essere tutto finito quando poi il prof aggiunge: Senta, le vorrei fare un’altra domanda… E tu lì, non hai più il cervello per potergli rispondere perché con la mente ed il pensiero ti ritrovavi già fuori dall’aula (o dallo studio -.-) ad esultare di gioia col tuo foglio di carta in mano. Ed invece… Ecco. Probabilmente è così che deve essersi sentito Vodka. XD Ma ad ogni modo. Mi spieghi perché Gin è così figo e perfetto? Cioè. In lui si è insinuato ormai il dubbio e crede di aver compreso tutto, ma ha bisogno che qualcuno lo aiuti per risolvere l’enigma. E’ stato veramente fantastico quando alla mente gli ritornano i ricordi di Sherry: bellissima la parte delle iridi tremanti ma delle pupille ferme e cariche di odio, come se le due parti dei suoi occhi fossero dotate di vita propria. Come fai? *_* e poi sembra che ti venga tutto in maniera così naturale. Insomma, Gin si morde il labbro con forza, fino a farsi male. E NON OSO IMMAGINARE COSA SUCCEDERA’ alla povera Sherry quando quell’entusiasmo si tradurrà finalmente nel loro incontro :@ Lo hai descritto alla perfezione, altro che IC. E altro che Gosho soprattutto. Il dialogo poi è scritto benissimo, hai usato le parole perfette per ogni loro scambio di domande e risposte ed era così vero, vivido. Complimenti ancora *_* La recensione piena di complimenti ma ormai sai quello che provo. E insomma mi hai lasciato con l’adrenalina in corpo, specialmente perché ora sappiamo che hanno capito entrambi e soprattutto Gin non si lascerà scappare questa occasione così succulenta, specie perché prenderà due piccioni con una fava e questo non è poco :@
Ah, quasi dimenticavo. Arthur è vivo? ARTHUR E’ VIVO???? E soprattutto. L’organizzazione lo cerca?!?!?!?! ODDIO TI PREGO. Le mie speranze sono ancora accese nel mio piccolo cuore :@ Sai che figo, uno scontro finale fra Arthur e Yusaku :@ fra lo scrittore e il proprio libro, fra lo scrittore e le proprie paure, i propri ideali… No cioè. Vado oltre così XD
E poi la parte più bella del capitolo *_* ti giuro alla fine mi sono commossa. Quanto bene hai scritto ogni singola cosa? A partire dall’atmosfera perfetta, rarefatta, immersi nel buio e alla semplice luce artificiale. Ho amato questo paragrafo, sia per il dialogo stupendo intavolato da padre e figlio (finalmente nelle sembianze di Conan, lo sai che lo adoro di più sotto queste spoglie) sia per le parole meravigliose di quel libro altrettanto meraviglioso che ricorrono dall’inizio della storia. Renditi conto che sei riuscita a scrivere un libro, in un libro. Secondo me è stata una trovata davvero originale *.* la storia ha assunto un non so che di magico ed intrigante, ma si è arricchita anche di innumerevoli spunti di riflessione. Yusaku vuol farsi del male e non riesce proprio a staccarsi dalle pagine che ha scritto ed è determinato più che mai a voler ritrovare il corpo di Arthur. Chissà se non si sia trovato a rileggere il suo libro per poter carpire anche un solo particolare che avesse ispirato Arthur, e da quello ricollegarsi finalmente ai suoi pensieri? Magari per riuscire a trovarlo, nel caso fosse scappato… Oppure semplicemente perché non riesce neanche più lui, a comprendere quello che ha scritto? Troppo grande persino per l’autore?! Insomma, staremo a vedere. Fatto sta che si respirava un’aria così dolce e al contempo malinconica, ogni piccolissima molecolina dell’aria era satura di pensieri contrastanti… ma poi arriva Conan a sciogliere quell’idillio che forse avrebbe condotto lo stesso Yusaku a chiudersi totalmente in se stesso. Grazie al figlio riesce a distaccarsi da quella realtà parallela e a pensare al da farsi, alle scelte da prendere.

“L'hanno cercato tutto il giorno, ma il fiume restituisce solo carta fradicia e parole scolorite.”
 
Vabbe’ ma quanto splendida può essere questa frase?! La prima volta che l’ho letta ho pensato: come può aver concepito una simile perfezione? Come se il fiume fosse ormai proprietà dello stesso Arthur, continua a ‘restituire’ (credimi è il verbo perfetto, perché instaura un forte legame fra Arthur stesso ed il fiume… come se il fiume lo avesse salvato dai mostri della propria esistenza ed ora lui, per sdebitarsi, restituisce il favore sottoforma di parole e frasi…) appunto, pagine su pagine e nient’altro. I due si ritrovano insomma a brancolare nel buio, ma con la consapevolezza di star brancolando perlomeno assieme, padre e figlio. L Io ti stimo. Cioè non puoi scrivere tali capolavori. Che poi non so neanche io perché mi son commossa, forse è stato merito della frase finale, che conclude tutto il capitolo, ideologicamente parlando. L’uomo dietro alla cravatta si rivela per quello che è, tutto torna. E lo stesso Yusaku non sa più neanche chi sia. Ha perso la sua identità nel momento in cui ha visto lanciarsi Arthur nel fiumee si ritrova a pensare a chi siano davvero gli uomini, dietro alla loro parvenza di normalità, dietro ai loro ruoli, dietro alle loro scelte… Ed ecco che in soccorso arriva Conan, suggerendogli che se mai dovesse guardarsi dentro, in profondità e non riconoscere più l’uomo che è, si ritroverà nei propri libri, nelle proprie frasi e nei propri personaggi, come se uno, fosse spartito in tante identità. Forse è l’unica cosa intelligente detta da Conan fino ad ora (sono perfida :@) ma ha avuto pienamente ragione. Yusaku è l’anima dei libri che scrivi, perché è l’ che vi riversa senza alcun timore, tutto se stesso. Ti amo?
E poi il pezzo finale. Vabbeh, ma sei una s…..XD sei perfida. Porca miseriaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa. No, mia cara Ai, quella non è stata solo immaginazione, i tuoi incubi più remoti son tornati a bussare alla porticina della tua piccola stanzetta, ed ora più che mai preparati ad affrontarli :@

“Non l'hai avuta questa sensazione? Non ti sei sentito, per un attimo, solo, con il resto del mondo lontano più che mai?”
Suo padre leccò appena le labbra ancora bagnate, come a prendersi il tempo per rispondere. Gli occhi lasciavano trasparire una mente ancora persa nel ricordo di quella notte troppo vicina.
“E' stata una sensazione strana, davvero strana.”
“Bella?”
“Definirla così mi sembrerebbe davvero un delitto.”
“Forse, ma lo sai che non ti giudicherei.”
Yusaku sospirò appena. Poi bisbigliò piano, in un sussurro: “Sublime. Sì, la definirei così.”
“Dicono che solo gli animi grandi e nobili siano in grado di percepire a pieno il sentimento del sublime.”
“Lo prenderò come un complimento.”

 
Credo che non ci sia altro da aggiungere, di fronte a tanta sapienza. Non vedo l’ora che aggiorni. Sono troppo entusiasta di questa storia, mi è entrata nel cuore più di qualsiasi altra che tu abbia scritto, credimi. Forse perché migliori sempre, a vista d’occhio e alla velocità della luce, forse perché si vede quanto di te, quanta anima stai trascrivendo a parole, forse è solo… forse l’unico delitto qui sarebbe non leggerti.
<3
Recensione alla storia In bianco e nero - 14/04/14, ore 16:42
Capitolo 5: Fotogramma di una vita dimenticata
Ahhhh finalmente rieccomi a recensire qualcosa di tuo che sia veramente nuovo! *_* Non puoi capire quanto sia bello ritornare qui a scrivere, ad avere mille dubbi e mille domande, costretti a fermarsi sul più bello e sapere di dover attendere un altro meraviglioso capitolo *___* (e che mi auguro arriverà presto altrimenti ti uccido. Non me ne frega niente di Fisica, Biochimica o quello che sia... :@ vedi di farcela. Parlo io. E vabbeh.) Ad ogni modooooo *___* ieri ero tutta elettrizzata, tanto che sono stata sveglia fino a mezzanotte e mezza, ho impiegato un po' di tempo per rileggere tutto bene e per metabolizzare tutto... :) Ma partiamo con ordine.. questo è un capitolo relativamente di transizione, perché comunque succedono un bel po' di cosine, fra le quali, la più dolce è sicuramente l'incontro fra Shinichi e Ran, dopo tanto taaaaantissimo tempo! E qualcosa lo faceva presagire sin dall'inizio, a partire dalla citazione della canzone degli Aerosmith, che io adoro *.* Non c'è persona al mondo che non conosca questa canzone ed il testo è perfetto per loro due. Pur non amando particolarmente le cose smielose e romantiche, devo ammettere che questo primo pezzo iniziale è veramente splendido, mi hai fatto sentire calata pienamente nei panni di Ran, col cuore che esplodeva di gioia e il petto gonfio per l'emozione. Sia Ran che Shin sono perfetti! Li hai descritti benissimo, sembrava di vedere proprio loro... *.* Ran che piange mi ha fatto tanta tenerezza, ma la scena secondo me più riuscita è stata proprio la prima, quando lei è lì a patire il freddo, il suo vestitino verde è incapace di darle il calore di cui hai bisogno (sia dentro che fuori) e a quel punto, inaspettatamente per noi e per lei, arriva Shinichi a posarle la sua giacca, metafora di quell'affetto ed amore che la protegge e la ripara dalle intemperie della vita. E' stata una scena molto emozionante e ho avuto i brividoniii *___* Poi c'è stata la risata liberatoria di Ran, quando dici che era tutta elettrizzata, talmente tanto da non far caso ad altro, a nient'altro se non a loro due. Ah, ancora un'altra cosina che mi stavo per dimenticare! E' proprio vero che il loro 'adesso' è completamente differente dall'adesso prolungato nel tempo.. e infatti come ogni benedetta volta, Shinichi abbandonerà Ran, lasciandole solo quell'adesso eterno impresso nella mente e nell'anima... e per non parlare poi del momento delizioso in cui lui le procura un paio di ballerine.. Brutto tonno idiota, si stava quasi facendo scoprire, ma invece la Ran-Polla crede alla deduzione sconclusionata di Shinichi e non cerca di farsi ulteriori domande.. u.u io me lo sarei magnato a colazione, 'cci tua che ti presenti dopo seimila anni :@ Povera Ran ( :> ). Veramente bellina poi la loro scommessa, puntualmente persa da Ran (ma guarda guarda che la signorina Mori mi ricorda terribilmente qualcuno.. qualcuno che va a letto alle 10 assieme alle galline.. ma lasciamo perdere :@) ... mi sono immaginata il tonno di Shinichi sveglio per tutta la notte, intento ad osservare la sua piccola Ran.. che poi avrebbe potuto benissimo farlo anche da Conan, ma molto probabilmente non sarebbe stata la stessa cosa... non sarebbero stati gli stessi occhi ad osservarla mentre si addormentava piano e respirava quasi cullata... *-* Ma ecco poi ripiombare (e meno male, mi si stava alzando la glicemia dannazioneeeee :@@@@@ ahahahaahahah) la dura realtà della vita, uno schiaffo in faccia... Si ma io non ho incollato un'altra frase che mi ha fatto letteralmente sciogliere.. ovvero: 

Si girò, continuando a correre, mentre svoltavano sulla via principale.
“Ah, quasi dimenticavo. Sei bellissima.”


Dai. Non ci credo che il nostro tonno sia stato così romantico, così... eroe, così pienamente calato nel ruolo di un salvatore *_* E infatti entrambi, da tonni scelti, non si rendono conto del flash che li immortala :@ comunque scherzi a parte, anche questa scena è stata veramente bellissima, mi si è stretto il cuore, devo ammetterlo, e non è molto facile farmi stringere il cuore in queste circostanze così romantiche *.* Ma glicemia a parte, mi sparo una bella dose di insulina in modo che le mie cellule possano inglobare il glucosio, e via di corsa con la glicolisi XD (COSA CA...?!?). Rimpiombo alla realtà, dicevo.. un vero e proprio schiaffo alla vita, il tonno torna a fare i conti con Ai. 
E parliamo dunque di Ai. Mi ha fatto una pena infinita.. non si merita tutto questo. Conan/Shin nonostante il delitto sembra essersene quasi dimenticato data la botta di Vita con Ran, e ritrova la piccola Ai, sempre più triste, sempre più sola... Credo sia un denominatore comune quello di abbandonare Ai, nel momento in cui Conan incontra di nuovo Ran... son sicura che anche nel manga ci rimarrà di cacchina. No, sul serio... mi è dispiaciuto molto per lei, poi sei stata in grado di descriverne lo stato d'animo alla perfezione e ci sono state parecchie frasi in cui mi sono rispecchiata. Ti ricordi il discorso che ti feci sul mio orgoglio? Beh...

Bastava così poco per far riaffiorare ogni ricordo e ogni paura: e anche se le piaceva mostrarsi forte, indifferente e sicura di sé, la sua anima era sempre scossa da un turbinio profondo, nero d'inchiostro che le macchiava l'anima schizzandole su ogni tessuto del corpo. 

Diciamo che ho compreso pienamente lo stato d'animo di Ai, quando si ritrova a strappare i giornali: è stata una scelta davvero impulsiva ma che mi ha colto completamente alla sprovvista O_O sono rimasta così ti giuro! Non pensavo che si sarebbe spinta a compiere un gesto così sconsiderato, ma altrettanto liberatorio. La reazione nei confronti di Shinichi me l'aspettavo, sapevo che si sarebbe arrabbiata nel constatare per la duecentomilionesima volta, quanto il suo amico detective sia un tonno pinna gialla, ma sicuramente nonsi sarebbe aspettata che lo fosse a livelli biblici. :@ Un'altra cosa che mi è piaciuta è stata la riflessione sul giornalismo in genere, e su quanto determinate cose spesso non ci tocchino, è vero. Spesso non diamo la giusta importanza alle cose, e magari delle tragedie rimangono confinate unicamente ad un titolo di giornale scritto in caratteri cubitali... Invece Ai, avendone passate tante, non si scompone minimamente... lei l'inferno lo ha già dentro, ci vive pienamente e credo che da qui a qualche capitolo ci sguazzerà proprio dentro fin sui capelli. E credo anche Ran o Conan! Che dire poi dell'ultimo pezzo? Io credo che sia scritto in maniera pulita come sempre, ho percepito quel che volevi comunicare, per cui penso che sia tutto perfetto.. solo che tu dici di no @ vabbeh, ma te sei una gallina. Scherzi a parte, forse se lo avessi dovuto scrivere io, avrei anche descritto i Detective Boys da lontano, sorridere e scherzare in attesa dei due amici... e poi la loro finale decisione di buttarsi a capofitto nella vicenda e smettere una buona volta di scappare. No, per me è davvero reso bene, anche il fatto della scuola... E' stata la classica fuga dalla scuola, come un bimbo che fa "sega" (noi diciamo così a Roma XD) e se ne frega dell'istituzione. In questo caso è stata una fuga da tutto quel che rappresenta simbolicamente la protezione, la serenità, l'ingenuità e l'adolescenza, in un certo senso è stata una nuova rinascita per entrambi, una nuova 'età adulta' da vivere e da affrontare... Per cui secondo me è reso veramente bene, anche per il semplice fatto di aver accostato loro la scuola. E poi c'è tutto in quel "CORRI" un po' abiguo pronunciato a gran voce da Conan. C'è tutto l'entusiasmo, la paura, la responsabilità e la sfrontatezza di sfidare il destino. Persino il vento gioca in loro favore e li ''sospinge'' verso una nuova sfida, insieme. Veramente epico *_* 
Pero' io non vedo l'ora di continuare a leggere... e comunque è sempre così dannatamente emozionante... la cosa bella è che io, dopo questa recensione non lascio di certo qui la tua storia o questo capitolo.. ma ci penso e ci ripenso, lo immagino, me lo porto con me per molto tempo... Sei unica *_* Complimentissimi ancoraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa. Io sarò sempre qui, sia su EFP che nella vita :) Un po' come per Ai e Conan :@ 

P.S: Grazie per la dedica, ma come ben saprai, il vento non soffia in mio favore e io ho preferito rimnere nella mia scuola e non rischiare la vita per l'esame U_U AHAHAHAAH!

Ti voglio bene. :@

P.S.S: Dimenticavo. L'idea della paparazzata è veramente ORIGINALISSIMA. Non so, ma mi sembra che con questo dettaglio la storia assuma tutt'altro sapore O_O veramente complimenti... e poi è stata davvero inaspettata la cosa, proprio come se un paparazzo mi avesse scattato una foto alla faccia senza che io me ne accorgessi neanche O_O Suppongo che dopo questo piccolo particolare tutti i protagonisti sguazzeranno nella cioccolata... :@ SCRIVIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
 
(Recensione modificata il 14/04/2014 - 04:46 pm)
Recensione alla storia In bianco e nero - 13/04/14, ore 01:38
Capitolo 4: Human Nature
Eccomi finalmente a recensire uno dei capitoli più belli che tu abbia mai scritto! Non scherzo, credo davvero che, almeno per me, questo sia un po' la summa di tutto quello che scriviamo e del perché scriviamo: per vivere, per esprimere quello che non riusciamo ad esternare, per imprimere la bellezza su carta, affinchè possa vivere per sempre, valicare i confini del pensiero, perché possa essere eterna. In questo momento sto ascoltando una canzone di sottofondo, che penso si adatti perfettamente a quel che hai scritto e a questi momenti. Parto con ordine: ricordo che la prima volta che ho letto il capitolo ho seguito per filo e per segno i discorsi di Shinichi e di Yusaku in maniera davvero partecipe, ho immaginato i due fronteggiarsi e scontrarsi verbalmente dopo tanto tempo e questo mi è parso davvero strano :) vederli così vicini, così apparentemente diversi ma al contempo così simili: ho immaginato ogni cosa come se avessi uno schermo davanti che mi proiettasse delle immagini! Yusaku che si porta dell'acqua sulla fronte e delle minuscole goccioline scivolano sulle lenti, i vestiti di Conan sparsi in terra e il raffreddore di Shinichi, i suoi capelli contro la fronte per via del sudore, ho quasi sentito il naso chiuso di Shin ahahah, il calore delle guance. Veramente, sarebbe quasi impossibile riportare tutte le frasi che mi son piaciute e tutte le espressioni che (non posso crederci) sembrano davvero essere meditate, ponderate, soppesate.. eppure credo fermamente che tu a certe cose non ci pensi neanche, scrivi come una specie di fiume in piena ed è il tuo cervello a fare delle libere associazioni che alla fine dei conti risultano essere vincenti, o almeno.. credo o.o è tutto così perfetto da non poter essere stato frutto di un pensiero consapevole.. deve trattarsi sicuramente di qualcosa che hai dentro e che scrivi inconsciamente... per questo si vede che tu ce l'hai nel sangue bimba ;D ahahahah idiozie a parte, è stato veramente adrenalinico ed entusiasmante l'inseguimento di Arthur, persino le guardie lì di pattuglia sei andata a descrivere :) ahhhh adoro come riesci a carpire anche dei particolari così 'di nicchia' e come riesci a dar loro un senso.. sembra come se ogni singolo tassello assumesse un ruolo fondamentale... riesci a creare davvero un equilibrio in tutto ciò che scrivi e questo non è da poco, perché davvero, è tutto così armonioso, dinamico, onnicomprensivo. Nel buio della mia stanzetta riesco a vedere, se solo chiudo gli occhi, la città immensa inglobare i personaggi, la città che continua a muoversi e a vivere con le sue milioni di luci, mentre Shinichi e Yusaku corrono disperatamente verso il fuggitivo: qui è come se ci fosse un'inquadratura laterale che segue i due, mentre il paesaggio alle loro spalle fugge veloce, salta continuamente su Shinichi, poi su Yusaku, e così fin quando non si ferma sul giovane Detective, che rendendosi conto di essere lento e di non potercela fare a correre, passa i suoi occhiali al padre: è stato un pezzo davvero molto bello, mi sono ritrovata a pensare che nonostante i figli siano più giovani dei propri genitori, ci sarà sempre quel momento in cui ci ritroveremo ad essere deboli... ma loro ci saranno. Sempre. E così ecco che il caro paparino si avvia da solo, col cuore in gola. Ti giuro che anche io sono stata col fiato sospeso fino alla fine, fin quando non ho cominciato a capire, l'idea che serpeggiava nella mente di Yusaku stava facendosi largo anche nella mia... e d'improvviso un'inquadratura a campo lungo, la città, il fiume, le stelle... avevo capito che quell'ambientazione sembrava essere sospesa al di là dello spazio e del tempo, infatti lo hai specificato in un punto della descrizione: siamo solo noi, noi con Yusaku ed Arthur, il mondo al di fuori sembra essersi fermato, o forse non fermato completamente... forse sta semplicemente scorrendo tutto come ogni notte, come ogni singola e banale notte, ma in quel frangente, in quel microscopico pezzo del cosmo sta accadendo qualcosa che avrebbe per sempre marchiato la vita di due persone... Di lì a poco sarebbe successo l'irreparabile. E...

"Più in là, illuminato dalle luci artificiali e dalle macchine che vi passavano, un imponente ponte metallico permetteva il passaggio. Le lucette sembravano tante piccole stelle al livello del mare: e, con le loro luci finte e accecanti, impedivano la visione di tutti quegli astri che maestosamente puntellavano il cielo.  La luce della luna filtrava appena attraverso un manto di nubi che la attraversava piano, coprendone i raggi fasulli. Di tanto in tanto se ne vedeva uno spiraglio, e una luce grigiastra che rifletteva le nuvole andava ad espandersi come diffusa con delicatezza"

Sai quanto mi piacciono queste descrizioni che hanno il retrogusto del cinema.. non so perché ma ho costantemente in mente le frasi, le parole e in parallelo ad esse delle immagini, delle vere e proprie inquadrature, alcune sul viso di Arthur, alcune ampie e che mostrano tutta la città, e poi le loro figure stagliate contro le calme acque del fiume, altre ancora su di un sottofondo musicale, un battito di ciglia che si chiude sull'infinito, nel buio di una notte nuvolosa, anche la luna si affaccia solo timidamente oltre le sue barriere, quasi di troppo. E poi finalmente si incontrano dopo una corsa quasi infinita (sembrava davvero infinita! Hai cercato di prolungare in maniera assurda, forse non te ne sei accorta ahahaahah). Forse non ho abbastanza parole e sicuramente non riuscirò mai a scriverti tutto quello che penso e tutto quello che ho provato. Capisco abbastanza bene Yusaku, vittima della sua stessa creazione. Ho immaginato Arthur col suo plico di fogli stretti fra le braccia, forse l'unico rimasuglio della sua vita, l'unico filo materiale a legarlo ancora a quel mondo. Inizialmente non pensavo che il dialoggo prendesse la piega che ha preso poi, ma è stato terribilmente toccante quando Arthur si è rivolto a Yusaku chiamandolo papà. Non so, mi piace pensare che la frase “Dammi la mano. Ti aiuterò, te lo prometto.”  sia stata una frase molto simile a quella che avrebbe detto il vero padre di Arthur al proprio figlioletto... e a quel punto hai trascinato persino il lettore in una dimensione quasi onirica, trascendentale, confusa, dove finzione e realtà trovano una fusione quasi perfetta, si mescolano senza più mostrare contorni ben definiti. Ti giuro, ho seriamente pianto, sia perché hai usato delle parole che calzavano a pennello, sia perché ho "sentito" dentro di me il tormento provato da entrambi. Ad un tratto arriva anche Shinichi, ma davvero, sembra essere di troppo, proprio perché è approdato su un palcoscenico che non gli appartiene e che non avrebbe potuto comprendere. Arthur/Yusaku sono in quel momento padre e figlio, nonostante Arthur abbia commesso un omicidio, Yusaku non potrà rinnegare la sua opera e al contempo non potrà mai rinnegare Arthur, perchè è come se in quel preciso istante, lo scrittore avesse visto la sua arte morire, prendere vita e perire lentamente di fronte ai suoi occhi... non te lo so spiegare, ma è come se Yusaku soffrisse la perdita di una parte di sè, perché d'altronde Arthur incarna un personaggio che lui stesso ha creato, e come tale, forse in maniera paradossale, gli appartiene, inconsciamente. C'è una parte di Yusaku che muore con Arthur, quando si butta dal parapetto è meraviglioso il paragone con una farfalla privata dell'unica ragione che ha di vivere: volare. E così il nostro attore muore, forse senza alcun rimpianto, finalmente vicino al padre che aveva sempre ammirato... e così gli ultimi stralci della sua vita si disperdono nell'aria sottoforma di pezzi di carta, di parole stampate, ricolme di lacrime. Un ultimo triste soliloquio di un bizzarro essere umano, perso nel mondo della carta, dell'arte, della follia e del 'lucido squilibrio' di un mondo che gli altri non avrebbero potuto mai comprendere, perché posto al limite della ragione, nei recessi più oscuri dell'animo umano. E così la natura umana si esplica in tutto il suo caos, e mi sei andata persino a fare un paragone con dei semplici insetti, che volteggiano nell'aria... Non so come tu abbia fatto. 
Yusaku ce la mette tutta nel dare le risposte giuste, per un attimo diventa lui stesso protagonista del suo romanzo, tende la mano nella speranza di poter salvare il salvabile ma alla fine quello che gli rimane è un lembo strappato di una camicia... :'( Il dialogo mi ammazza ogni volta, hai fatto un lavoro eccelso, davvero... :(. ... la verità è che Yusaku non avrebbe mai potuto odiare quell'uomo... Si accascia in terra, consapevole di essere soltanto un mero spettatore della vita. Shinichi è affianco a lui, è un momento estremamente triste, ma nonostante tutto restituisce l'ultima pagina del copione alle acque e al corpo oramai libero, di Arthur, al leggittimo proprietario... D'altronde Yusaku non avrebbe potuto separarsi materialmente da quella pagina.. :( 
La scena si conclude nuovamente con gli insetti che volteggiano, ignari... 
:( 
Arthur è veramente un bellissimo personaggio, dopotutto, un martire di un qualcosa di troppo grande da portare sulle spalle, un peso insostenibile sulla coscienza, un bimbo lasciato solo coi propri giochi, incapace di crescere con un solido punto di riferimento.. chissà, magari sarebbe stato anche geloso di un rapporto così bello come quello fra Yusaku e Shinichi... chissà. Sicuramente è stato vittima e carnefice, ma son convinta che sia pentito di quel che ha fatto, in un certo qual modo, forse avrebbe soltanto voluto far rivivere il padre, o che ne so. Non ne ho idea, nessuno lo sa, forse neanche tu (XD) ma ti odio per averlo ffatto morire. Te lo giuro. Lo adoravo... c'è qualcosa in lui che mi ricorda me. Non saprei spiegarti cosa... :'( mi sento legata a lui boh. Ti prego tu che lo conosci, spiegamelo XD. 
Il capitolo si conclude con Gin e Vodka, descritti alla perfezione e come soltanto tu sei in grado di fare... La conclusione è veramente geniale, prima che la radio possa spegnersi il ritornello si ricollega all'accaduto del ponte, mentre le frasi di Gin: "Guardali, qualche idiota deve essersi buttato nel fiume." ribadisce il concetto che avevo precedentemente scritto... quel che è successo rimarrà confinato per sempre su quel ponte, oltre quel parapetto e sopra le acque increspate di un fiume, nel bel mezzo di una notte scura... I più, lo riterranno un semplice suicidio, uno 'scemo che si è buttato dal ponte' o un assassino che se lo meritava soltanto... ignari delle implicazioni. E così tutto è nuovamente collegato, tutto è concluso... Sono certa di aver dimenticato moltissime cose, ma forse è quasi impossibile dire tutto. Però una cosa voglio dirtela.. oggi ho sentito nuvoamente una canzone che vorrei consigliarti di ascoltare (e devi farlo.) e che secondo me, non per il testo, si adatta moltissimo al dialogo, all'atmosfera notturna, alla città ignara di un imminente suicidio, al volto pallido di Arthur e ai suoi capelli biondo scuro, agli occhi di Yusaku dietro alle lenti degli occhiali... Prova a sentirla ad occhi chiusi e a pensare a tutto questo. Si chiama Young and Beautiful di Lana del Rey. Solo per la melodia.. il testo non considerarlo. 
E comunque non ho veramente parole. Questa storia diventerà sicuramente la mia preferita, mi è già entrata nel cuore. :'( e' bello pensare che adesso chiuderò il pc, mi metterò sotto alle coperte e ascolterò questa canzone pensando alle scene meravigliose di questa ff altrettanto meravigliosa.. Ti lascio così, senza aggiungere altro. 
Ti voglio bene, davvero. <3


Grazie.

 
Recensione alla storia In bianco e nero - 12/04/14, ore 00:56
Capitolo 3: E chi la capisce la vita
Ooooollè! Finalmente eccomi qui a recensire quest'altro capitolo! *.* MERAVIGLIOSO COME SEMPRE! Davvero, oramai ogni cosa che scrivi è una garanzia per me, veramente. Sei una scrittrice a tutti gli effetti Flami, le parole son sempre così perfette in ogni singola frase... ma come diavolo stra-diavolo fai?!?! Son sempre i soliti complienti ma sono sempre validissimi e non mi stancherò mai di ripetertelo! u.u Allora, partiamo dall'inizio! Ho riletto questo capitolo per ben due volte, mi piace troppo *___* eppure alla fine se vogliamo è un po' un chappy di transizione... A me piace tutto di te, tutto di quello che scrivi... aaaaaah *,* alloooora.. partiamo dal titolo! E chi la capisce la vita? Come darti torto? E come dare torto a Yusaku? Ci troviamo nel bel mezzo di un omicidio, tutto è descritto alla perfezione, Ran scossa, piena di sensi di colpa perché OVVIAMENTE si sente responsabile per l'accaduto.. che tenera però! Alla fine anche la morte adora giocare coi dadi, ma probabilmente per l'uomo è troppo complicato credere che qualcosa avvenga così, per caso, per puro, schietto ed imprescindibile caso...appunto. Chi la capisce la vita? Come dice Yusaku, le persone vanno e vengono inaspettatamente, Ran è proprio la tipa che secondo me non crede a questa dura legge della vita e del caso... sicuramente crede nel destino *.* o forse sarebbe meglio credere ad entrambe le cose. Magari si verificano soltanto in contemporanea.. ma passiamo oltre... *.* la parte iniziale è meravigliosa, mi è piaciuta moltissimo l'analisi del delitto, è così particolareggiata e dettagliata e veramente........IC. Sì. Mi sembrava di rivedere un episodio dell'anime, con la differenza che come ti ho già scritto nella precedente recensione, i personaggi (anche i più.. insulsi?) prendono vita, assumono spessore psicologico inaudito! Cioè, ti rendi conto che hai descritto alla perfezione anche Megure?!?! In DC, a parte nel caso in cui si scopre del perché è solito indossare il cappello, appare solitamente ''amorfo'', un pg di contorno quasi inutile.. e invece qui.. non so, ha avuto un ruolo importante! Catartico quasi... o.o' come fai? Kogoro con le sue deduzioni affrettate (smettila di descriverlo come un inetto, potrei prenderla seriamente sul personale u.u ahahahaahah scherzo scherzo, d'altronde è un idiota.. u.u qui è fin troppo serio...XD), Takagi a prendere appunti sul suo fedelissimo taccuino... persino Agasa che aleggia nell'aria e nel capitolo con i suoi bottoni che a momenti schizzano via come fossero proiettili di un mitra (Cosa diavolo sto scrivendo?) ...?! Per dirti che semplicemente sei...boh, fantastica?! *_* E poi eccoli nuovamente in scena, padre e figlio, a disquisire quasi all'unisono, come se i due cervelli fossero collegati o come fossero l'uno il prolungamento dell'altro... deduzioni dopo deduzioni, domande dopo domande e pensieri fuggevoli che si susseguono senza sosta. Non so ma ho avuto l'impressione che le loro parole si dispiegassero così rapidamente che se fossi stata lì, probabilmente avrei perso il filo del loro ragionamento, incapace di comprendere quell'intesa quasi perfetta ed impenetrabile che solo loro possono realizzare! Fantasticooo, sei stata veramente bravissima e hai resto l'idea del loro feeling simbiotico e mentale *_* Ancora ancora.. particolare menzione per l'espressione lucido squilibrio, probabilmente l'ossimoro più riuscito di tutto il capitolo, sia sul piano "uditivo" (suona veramente bene, è un mix perfetto fra la morbidezza delle 'elle' e la leggera dissonanza data dalla b e dalla d) che sul piano del significato; esprime nel migliore dei modi l'intero filone di questo pezzo della storia, la vita stessa, l'equilibrio precario cui siamo sottoposti, e soprattutto incarna e quasi materializza la figura di Arthur, il cui 'disordine' e squilibrio mentale si sposano terribilmente con la sua lucidità... Non è un pazzo, non è un folle. E' lucido in quel che fa, vi crede sino in fondo, finché non pronuncia le fatidiche parole a cui neanche Conan vuol trovare una spiegazione. "Non è stato perfetto"... non è andato secondo i piani. E l'omicidio è persino premeditato, orchestrato nei dettagli, pensato, ragionato. E credo che tutto ciò metta i brividi, perchè in fondo in fondo, siamo noi, come sempre, a stravolgere l'idea che abbiamo del mondo e di quel che ci circonda. Come è possibile che un uomo così spietato possa essere lucido? Come è possibile che sia provvisto della razionalità (elemento tanto caro, buono, giusto etc...) proprio soltanto di coloro che sono buoni? Non è forse il raziocinio, l'arma più brutale di cui l'uomo stesso dispone? Eppure fa ancora paura poter pensare che nella stessa cosa vi sia racchiusa una duplice essenza.. e Arthur è tutto questo. Ma pur essendo, quest'ultimo, così ineluttabilmente simile a Conan e a Yusaku, loro si rifiutano di credere che uno strumento così potente possa essere utilizzato anche per.. uccidere. Ed è questo quello che li frena, perchè son convinta che Conan sarebbe stato in grado di risolvere tutto in prima analisi.. hanno voluto crederci fino in fondo, per poi rimanere delusi. E d'altronde... la vita non la capiscono neanche loro, anzi. Meraviglia *-* E insomma il nostro Tonno Riomare che si taglia con un grissino è tornato ad essere Shinichi Kudo lo spaccone, come da me molto addietro predetto u.u mi sento eccezionalmente una DETECTIVE Conanna per aver indovinato dello scambio delle pillole.. bwuahuahaua sono trooooooppo forte. AMMETTILO!
Breve conclusione per Ai. Wow, sinceramente non me l'aspettavo proprio l'entrata di Okiya! Sono veramente molto curiosa di sapere come evolverà la situazione O_O Ma poi Ai è troppo carina, dai me la penso troppo che sgranocchia l'insalata controvoglia e non vede l'ora di rinchiudersi là dentro fra le sue provette e pipette e chi più ne ha più ne metta *o* troppo dolce. E quando prende la sedia per guardare dallo spioncino :@ Tenerella, si addormenta anche... Beh, inutile dire che alla prima lettura del capitolo (proprio la prima prima mesi fa...) appena ho letto di GIN, mi si è accapponata la pelle e per un attimo ho pensato che entrasse in scena e ho infartato... poi però... -.- Ad ogni modo il pezzo finale è bellissimo! *___* Pensa che mi sono presa un colpo al cuore per la seconda volta consecutiva rileggendo la reazione del NO! Quando lui le dice che potrebbe dormire al suo fianco... Mio Dio... come diavolo fai. E poi il lieve vento provenire dalla finestra e il gracchiare del corvo in stile, presagio di morte, stiamo venendo a prendertiiiiii :@@@@@ Sei TROPPOOOOOOOOOOOOOOO BRAVA FLAAAAAMI. Non vedo l'ora di recensire il prossimo capitolo *-* e penso che scriverò una cifraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa perchè il prossimo merita una cifrona ona ona. Ed è quasi l'una di notte. Vado a letto tesoruccio. Complimenti ancora, non mi stancherò mai di leggere i tuoi capitoli, davvero. 

Non smettere mai. 
 
Recensione alla storia In bianco e nero - 07/04/14, ore 16:10
Capitolo 2: Padre e figlio
Aaaaaaallora. Eccomi qui, finalmente. Mi sembra trascorsa un'eternità, eppure... in questo periodo siamo state ancora più in contatto e mi sembra davvero che sia passato un anno o più O_O Comunque mica mi ricordo perchè non ho recensito più? Ehm.. si, forse perché non mi sono fermata un secondo per lo studio? Per colpa di Anatomia in questo periodo -.- dannazione! XD eh vabbeh... Ad ogni modo eccomi qui, molto in ritardo ma con la chiara intenzione di recensire ogni singolo capitolo che ho lasciato in sospeso (e questo sarà il duro prezzo da pagare per leggere quello nuovo u.u muoio dalla voglia di farlo ma devo, perchè ovviamente lo meriti, recensire anche gli altri e ovviamente anche perché voglio che tu sappia cosa ne penso dei capitoli e di quel che è successo e di come.. ma sta parentesi quando si chiude??!?!?! Ok :@ la chiudo. Momento momento...la sto chiudendo ... ) L'ho chiusa. Ahahahahah. Allooooora. Dopo il primo, meraviglioso capitolo iniziale, ecco il secondo. Il titoletto del chappy non dà adito a dubbi... Ovviamente sarà dedicato a quei due screanzati, padre e figlio. Shinichi e Yusaku. Ma partiamo dal principio *_* Ho semplicemente ADORATO ed AMATO le descrizioni della parte iniziale, dalla minuzia utilizzata nel tratteggiare i vestiti dei protagonisti (Ma quanto è bello Kogoro da uno a dieci? Diecimilaaaaaaaa. Così elegante *__*), per non parlare poi di Ran! Hai utilizzato delle parole perfette secondo me, quasi riusciva a trapelare la sua 'eleganza' un poco acerba, perchè si sa che d'altronde una ragazza non avrà mai il fascino di una donna 'fatta' ed adulta, eppure sei riuscita a rendere alla perfezione quel senso di freschezza e leggerezza che avrebbero potuto donarle un semplice vestito... e poi quegli orecchini così particolari di Yukiko, a forma di clown, quasi a spezzare la drammaticità di un abito, oserei dire che qui c'è quasi la volontà di rendere il tutto farsesco e dopotutto alla fine così andrà a finire... vittime di un copione! Di una farsa. (Ti amo :@). Poi delizioso l'incontro Kogoro/Eri.. è proprio vero che son fatti l'uno per l'altro e sono così orgoglioso ed idioti da non rendersene neanche conto! E mi è piaciuto come tu abbia comunque dato spazio ai pensieri di personaggi poco 'trattati' nel manga dal punto di vista psicologico... Insomma, nelle tue storie ognuno assume dinamismo, son personaggi che sembrano proiettati nel tempo mentre nel manga son fissi sulla carta e spesso uno non si rende conto che i protagonisti possono cambiare, mutare, possono evolvere! Invece tu riesci a farli tuoi e a collocarli anche in questa prospettiva ed io .. adoro tutto ciò *_* sembrano acquisire finalmente un'anima, dei pensieri... sei fantastica davvero *___* Anche il luogo è comunque descritto splendidamente e mi è rimasto impresso l'odore dell'incenso, le luci calde, soffuse. E ti dirò la verità... sto recensendo senza rileggere, perché comunque mi ricordo tutto alla perfezione e ti dirò ancora di più! Hai presente quando leggi un libro e dopo un po' di tempo ti ritrovi ad immaginare le scene, gli ambienti? E' come se nel momento della lettura tu avessi tutto chiaro, poi pian piano qualcosa svanisce e rimangono solo dei piccoli sprazzi di quel che ti eri prefigurato: beh, in questo caso io ho la netta sensazione di avere ancora in mente quel che avevo pensato... gli smoking, le donne eleganti, le luci soffuse e giallastre, lampadari, eleganza ovunque, abiti, strascichi e così via... e poi gli odori, il vociare... è tutto qui, nella mia testa e paradossalmente anche un po' stravolto dalla mia stessa mente! Sai quando certe cose le fai tue, no? :) è per questo che spesso nelle trasposizioni cinematografiche uno ci rimane male nel vedere come determinate cose siano state rese, spesso in maniera molto diversa da quella che ci eravamo fatte... e quindi niente. E' anche bello ritornare con la mente a quel che si è letto e penso che non sarei mai e poi mai stata in grado di recensire altro senza averlo riletto! Beh... parliamo di te porcobona. E quindi ogni cosa è magica ed indelebile *_* poi la concentrazione è massima quando leggo le tue storie.. magari mi succedesse la stessa cosa con Chimica XD ma idiozie a parte... *___________________* il dialogo Yusaku/Shin *_* e' pura poesia!!! E' meraviglioso e al tempo stesso originalissimo! Hai tratteggiato molto bene il loro rapporto e mi è piaciuto tanto, è la prima volta che leggevo un dialogo fra padre e figlio! E comunque seppur molto simili, io li vedo incredibilmente diversi... Yusaku è forse più adulto, meno legato alla razionalità, è uno scrittore, un conoscitore della psiche umana, quasi un burattinaio: crea qualcosa di nuovo dal nulla. E cosa ancor più 'grave', si spinge addirittura alla riproduzione di quel suo libro... Ma di questo ne parlerò dopo perché ho veramente molte cose da dire.. DOPO. E quindi il padre lo vediamo apparentemente più slegato dal cinico raziocinio, mentre il figlioletto acerbo ed ottuso, fisso nei suoi ragionamenti logici e convinto fino alla fine di sapere TUTTO (idiotabruttoebetetiuccidomale) e più di tutto. Convinto addirittura di poter spiegare perché tutto sia bianco o tutto sia nero. Sbaglio o è proprio lui a dire che esiste una sola verità? 'cci tua, Shinichi, ti ammazzerei! ;) Però è bellissimo il loro dialogo *_* è filosofico, scorre che è un incanto.. e poi che diavolo vuole capirne Shinichi di sfumatureeee???:@ 
Vabbeh. Ma passiamo ad un personaggio che io ho immediatamente adorato e continuerò ad adorare per il resto della vita! Arthur *____* Oh... :'( Non so, mi ha preso immediatamente! Me lo sono immaginato subito, non appena conclusa la descrizione, ma poi nel momento del monologo, mi sono veramente esaltata! Credimi, non pensavo che fossi tu ad averlo scritto XD perchè non so come ti sia uscito così meravigliosamente bene! Ricordo ancora i brividi che ho provato, il climax e il crescendo che le sue parole hanno generato (ormai mi immagino tutto in stile grafico crescente con un picco massimo -.-).. no sul serio, STUPENDO! Ho dovuto rileggerlo questo però... ed ogni volta ne vengo rapita, almeno quanto Ran e Conan, almeno quanto tutti i presenti! Arhtur ha attirato tutti nella sua tela nera, li ha condotti tutti nel nero, per poi farli nuovamente 'balenare' nel bianco, nella luce... luce macchiata da un omicidio! In bianco e nero è la visione che l'assassino ha della vita, la visione che forse e probabilmente, per forza, ha dovuto fare propria, perchè Ahimè, è quella che vige. O bianco... o nero. O sei bianco o sei nero. Ma questo non è soltanto avvilente per l'assassino, ma lo è anche per tutti coloro che si ostinano a vivere nel bianco a tutti i costi. Felicità sintetica (cos'hai contro la sintesi scusa ?!??! :@) ahahahah.. Felicità sintentica indica la felicità creata a tutti i costi, ad ogni costo, per ogni costo... anche se questo equivale a relegare il cattivo nella sua sfera di dominio: il mondo nero come la pece, quello da evitare perché il bianco non si sporchi. E in quell'istante l'assassino decide di albergare in quel mondo, sfruttando suo malgrado la stessa filosofia di vita che l'ha relegato lì per sempre, anche lui, costretto a tutti i costi ad essere... Cattivo. Ci avevi mai pensato a questo?.. E alla fine l'assassino decide di far rivivere quella notte nera a tutti i presenti, sprofondando nelle vite di tutti e macchiandole addirittura di rosso... ho tremato. Ho sentito rimbombare nella testa ogni singola frase, sempre più a voce alta, e poi in un turbinio confuso, l'uomo a terra, incapace di parlare, Ran, lo scontro delle loro dita e la morte che l'ha accarezzata per un piccolo frangente... e poi il caos. Il bianco si scolora, si ingrigisce, si macchia definitivamente e tutto sprofonda nel caos. Non c'è più nè bianco nè nero... Ed io sono morta! xD Non ho altro da aggiungere, se non che non sai quanto sia bello tornare qui a recensire, quanto sia liberatorio! Non smettere MAI di scrivere... io devo assolutamente continuare a recensire e magari dire qualcosa di sensato. Mi sa che questa recensione è tipo un flusso di coscienza in stile Joyce.. non aspettarti la punteggiatura nel prossimo ahahahaha X°D no scherzo. Io non vedo l'ora di recensireee il resto e di leggere il resto soprattutto, ma non posso. Ho bisogno prima di riprendere le redini e di cavalcare la storia :@ :@ :@ Io ti voglio bene e tu sei mitica. Ah e comunque... ho adorato davvero un casino il pezzo in cui Ran stringe istintivamente la mano di Conan *-* e lui di rimando gliela stringe.. che dolci. :( <3 


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