Recensioni di Cassandra Morgana

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Bar della Rabbia - 09/01/13, ore 22:00
Capitolo 1: Giovanni grida solo per la via
Sono spiazzata, letteralmente. Questa OS è semplicemente stupenda, di una delicatezza commovente, ti scorre addosso come inchiostro, come le poesie tristi di Giovanni, quelle che dispiega nella sua mente, che indirizza al mondo con il suo grido muto, che legge nelle mani della gente. E si sente tutta l'inadeguatezza di una persona dotata di una profondità incredibilmente superiore rispetto alle persone che la circondano, per questo motivo indecifrabile, e quindi bollato come pazzo e disadattato. Stupende anche le pennellate con cui hai descritto il rapporto tra Giovanni e il fratello maggiore, quel piccolo lumicino di speranza che sembra intravedersi, che sembra in grado di squarciare il velo della solitudine, nonché il meraviglioso, breve dialogo tra i due.
Ti faccio i miei complimenti per questa piccola OS, ringraziando naturalmente l'iniziativa "Una recensione per Tutte", che mi ha permesso di leggere e di scoprire storie così belle.^^
Titti
(Recensione modificata il 13/01/2013 - 03:04 am)
Recensione alla storia Randagi - 02/11/12, ore 21:21
Capitolo 1: Randagi
Questa storia mi ha commosso tantissimo e, al momento, sono quasi a corto di parole. Ma ecco, ci tenevo a lasciarti un feedback. L'argomento è tristemente realistico e reale e da me altrettanto tristemente conosciuto, ma la cosa che in questa storia arriva dritta al cuore, come una fucilata, è il modo sublime in cui la voce narrante "inquadra" i vari punti di vista: del cane Pallino che, nonostante il trauma dell'abbandono, ha conosciuto un lato buono dell'essere umano (dell'anziana professoressa che si prendeva amorevolmente cura di lui) e, malgrado le drammatiche condizioni in cui ora versa la sua vita, è pronto a dimostrare e testimoniare che *esiste*, fortunatamente, una parte del genere umano diversa dagli eredi ipocriti, aridi e menefreghisti della signora; c'è poi il cane randagio con il suo duro pessimismo dato dal fatto che ha come bagaglio di esperienza la parte peggiore della specie umana, ed è giustamente scettico; ci sono gli eredi della buona signora, ipocriti, probabilmente molto ignoranti, infarciti di pregiudizi, irrispettosi tanto del vecchio cane quanto della bambina, dal momento che le raccontano una bugia pur di farle digerire la scomparsa del cane cui, con la la sincerità, la purezza e l'innocenza tipica dei bambini, si era affezionata. Che brutta lezione di vita per una figlia!
Una cosa che lascia davvero l'amaro in bocca, in questa storia, non è tanto la crudeltà dei "proprietari" del secondo cane (con tutto l'orrore dei combattimenti clandestini e dei gatti usati come "esca"), prevedibile, in un certo senso, data la loro atroce "attività", bensì l'ipocrisia e la crudeltà ben dissimulata della famigliola della bambina, degli eredi leccapiedi, così falsamente perbene, convinti di essere tanto perfettini e dalla parte della ragione - si giustificano sempre -, per di più tirando fuori scuse su scuse per supportare una cattiveria e un egoismo di cui non sono neppure consapevoli - da quanto sono pieni di sé e sicuri di fare la cosa giusta -, come la storia abbastanza trita del cane portatore di malattie (quando in realtà era semplicemente anziano... e poi, se il cane sta male, esiste il veterinario), del fatto che lasci peli in giro e che la bambina avrebbe sofferto alla sua morte. Giustificazioni su giustificazioni. Abbandonarlo e condannarlo a una morte certa, lenta e orribile, di fame, freddo, stenti, malattie, crudeltà dei loro simili, mentendo alla figlioletta, non era la cosa più vigliacca che potessero fare? Fa riflettere davvero, perché sono storie reali al massimo, con un'infelice cronaca alle spalle, e a volte mi chiedo come facciano queste persone ammantate di cattiveria, indifferenza e finto perbenismo, a guardarsi allo specchio e ritenersi pure "brave persone"... Sono persone solo superficialmente adagiate nella cultura del rispetto, ma in realtà di questo non hanno capito un'acca, concentrate come sono su sé stesse e sul proprio egoismo, insensibili all'altro da sé, che si tratti di un cane anziano e/o randagio, di un bambino, di un mendicante, di una persona bisognosa (di solito queste ultime tre categorie "umane" godono presso di loro di una maggior benevolenza, ma solo perché questo consente loro di passare come "brave persone" che si preoccupano per gli altri, anche se dietro, probabilmente, c'è la smania di riverberare una certa immagine di sé... pochi intenti realmente altruistici, insomma; l'animale abbandonato, invece, risulta proprio l'ultimo tra gli ultimi).
Grazie per questo splendido lavoro, e anche per aver menzionato la leggenda del Ponte dell'Arcobaleno.^^