Recensioni di Ghostro

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Campo di Girasoli - 01/09/23, ore 07:48
Capitolo 1: Campo di Girasoli
Prima delle tre recensioni relative al contest D&D - Mania

Lo so. Passare solo ora, nonostante siano passati... Non ci voglio nemmeno pensare. Non ho fatto una bella figura, chiedo venia. Quello che posso fare adesso è solo un full immersion, tra oggi e stasera.
Cominciando da qui.
Avevo quasi finito di recensire quando la pagina si è refreshata, immagino che i poteri forti non vogliano che scriva un manifesto all'eterna lotta tra individualismo e comunità (stava venendo su una roba del genere) xD. Tuttavia, non ho potuto riflettere diversamente, mentre leggevo questa storia. Che non descrive nulla nello specifico, semplicemente racconta in maniera mirata e molto evocativa il disagio, il sadismo, che il protagonista subisce a causa della sua devianza; specchio, come avevo scritto, che riflette il più ampio scenario della società e dei suoi canoni che soffocano l'individuo, costringendolo ad adeguarsi o perire... con qualunque mezzo.
Magari il protagonista non morirà alla fine del trattamento, ma è come se già lo fosse. Perché questo barbaro procedimento per ricondizionare il suo io, nel migliore dei casi, lo renderà una larva (un essere comunque, un "individuo", che non potrà vivere insieme al resto del mondo).
E sei riuscita ad evocare perfettamente questo dualismo con il campo di girasoli, che non sono altro che lo specchio di una società che professa sicurezza, bellezza e armonia, nascondendo il grigio prezzo che ne deriva dietro una maschera attraente e invitante, ma che dentro è desolata, inflessibile come l'acciaio delle mura dell'ospedale psichiatrico. 
Perché la diversità è sempre stata nemica del canone e chiunque ne rappresenti l'incarnazione in modo, per troppi, intollerabile, verrà sempre perseguitato.
Alla prossima
Ghostro
Recensione alla storia Il giorno in cui sono morto - 01/08/23, ore 14:39
Capitolo 1: Il giorno in cui sono morto
Buongiorno :)
Sto facendo un giro delle storie che partecipano a questo contest e appena ho letto il tuo aggiornamento mi sono fiondato.
Hai ragione: la storia è un po' corta. Ma nessuno dirà che le manchi qualcosa. Il trauma di Benjamin è chiaro, sarebbe stato lampante anche se il racconto non fosse stato ambientato in quell'istituto. L'incidente stradale ha posto un freno evidente alla sua vita. Le medicine, forse, riescono a contenere il suo disagio ma nonostante questo gli effetti devastanti sulla sua psiche si fanno sentire. Svegliarsi di soprassalto, estraniarsi all'improvviso dalla realtà come se fosse un mondo a sé stante e ben lontano dal proprio. Il senso di colpa che prova e che esplicita categoricamente sul finale: io sono morto con lei, puoi fare quello che ti pare ma non c'è niente che possa migliorare la situazione, o lenire il mio dolore.
Un altro aspetto che mi è piaciuto vedere descritto è la frenesia. Il bisogno di ossigeno, il cuore che batte all'impazzata. Come se Benjamin fosse un pupazzo a molla che si carica, e si carica, di un nervosismo che non riesce a sfogare. Il peso del senso di colpa, infatti, non lo ritengo solo qualcosa che ti "prosciuga" progressivamente delle energie: semplicemente, le indirizza da un'altra parte.
Anche le descrizioni le trovo molto ispirate. L'unica cosa che davvero ti direi che manca è un approfondimento su Cloe e sul senso di colpa legato alla sua morte. Perché se Benjamin avesse fatto un generico incidente stradale, venendo a conoscenza della morte dell'altro conducente, onestamente la storia non sarebbe cambiata di una virgola. Invece lui si sente male, correggimi se sbaglio, non solo perché è sopravvissuto a lei, ma perché lei è morta. 
Questo però non cancella nulla. Per me è, e rimane, un buonissimo racconto.
Alla prossima
Ghostro
 
Recensione alla storia Volare via - 22/01/22, ore 23:21
Capitolo 1: Volare via
Seconda delle due recensioni premio previste per il contest: “The darker is the night, the brighter will be the sunrise”.

Eccomi di nuovo :)
Sono contento che mi hai segnalato proprio questa storia. È un racconto che si può ben considerare lo specchio di Luce, anche per lo schema che viene riproposto, di inserire all’inizio e alla fine due spezzoni in corsivo che fungono da confine e punto; e lo è speculare, perché per un protagonista che infine ritrova la voglia di vivere, ne abbiamo un altro che nell’epifania finale sprofonda in un baratro fatto di colpe e desideri infranti dalle sue stesse paure. Stavolta non è un evento catastrofico ma una scelta, del protagonista, a separare i destini dei amanti, creando un duplice finale dal significato molto esplicativo.
Ma, seguendo lo stesso corso della tua storia, dopo aver dato un assaggio della fine, voglio tornare all’inizio e scendere mano a mano.
È una storia molto interessante. Molto sentita, oserei aggiungere. Come se fosse una situazione che ti sta molto a cuore e che la creatività ti ha implorato di mettere su carta. E proprio di creatività qui si tratta, perché tralasciando le ormai note e belle evoluzioni del tuo lessico, c’è un particolare sottile quanto determinante che esalta le emozioni che dominano questo racconto. Sono tre, ma sotto sotto solo due: la felicità e l’angoscia. Tutto ciò che riguarda la prima parte della storia, che va dalla intro fino al primo bacio, è scritta in modo ricercato, è dolce, sottolinea la luce che pian piano si accende nella vita della protagonista. Dapprima fioca, come una voce fatta di dati in un forum sconosciuto, poi sempre più abbagliante sino all’amore. Lo stile esalta questo crescere vertiginoso.
Nella seconda parte, invece, accade l’esatto contrario. Le frasi iniziato a diventare sempre meno costruite per allietare. Diventano concrete, come il tema che si va a trattare. Incessanti, prive di momenti di respiro. Riflettono l’angoscia del ragazzo protagonista, che a poco a poco cresce, cresce, cresce, fino a diventare ossessione e dall’ossessione dubbio, incertezza, paranoia, rabbia, gelo, dolore.
È una gestione del testo e dell’introspezione assurda; nel senso positivo!
Davvero, sono rimasto colpito.
Purtroppo la società non è un posto adatto a tutti. Ci sono situazioni, schemi, rituali e ruoli che, benché ci riteniamo esseri di libero arbitrio, ci condannano a vivere come automi inconsapevoli. Il diverso è colpevole e perseguitato, la perfezione è per coloro che rispettano le regole del gioco o le aggirano, chiudendo lo spazio personale di chi ne avrebbe diritto a quattro mura che si restringono sino al soffocamento. Un nido, sì, una prigione fragile che ci infonde quella timorosa sicurezza, un senso di protezione che non è a priori; si deve convivere giorno e notte con il rischio di venirne strappati dalle ombre che aleggiano su di noi.
Difatti la protagonista delle vicende in un modo o nell’altro ne è stata strappata. Ma non dagli altri: da sé stessa. Perché nel bene o nel male quel nido non può sostenerci in eterno, e se non si ha la forza di spiccare, appunto, il volo, si rischia di vedersi mancare la terra sotto i piedi.
Un ritrovo è prezioso, ma solo se ci è utile come base d’appoggio per allargare i nostri orizzonti.
Lei l’ha capito, lei ha avuto la forza di scacciare le ombre e liberarsi dalle catene.
Lui, ahimè, non ha avuto la stessa forza. Forse perché non ne ha parlato, forse semplicemente perché non ci si può fare nulla. Ogni cosa matura secondo i propri tempi. Ma il tempo, anche con l’amore più sincero e profondo, non è eterno.
Spero che la prossima volta il protagonista abbia imparato la lezione e si conceda completamente.
Alla prossima 
Ghostro
(Recensione modificata il 22/01/2022 - 11:21 pm)
Recensione alla storia Sorridimi - 22/01/22, ore 08:20
Capitolo 1: Sorridimi
Prima delle due recensioni premio relative al contest: “The darker is the night, the brighter will be the sunrise.”

Eccomi qui. 
Allora, di questa storia mi è piaciuto che, a prescindere dal significato che le hai attribuito come scrittore, si sposa benissimo a molteplici interpretazioni. Potrebbe trattarsi di una ragazza purtroppo costretta a partire e lasciare il suo amore, o che sta vivendo i suoi ultimi battiti di vita; un amore verso un ragazzo, verso un paesaggio o qualcosa di più astratto che, crescendo, non ritornerà mai più.
C’è luce, c’è malinconia, in questo racconto. La sensazione di stare vivendo un momento che si è cristallizzato nel tempo, a un passo dalla fine. Ma prima di andare alla deriva, di muoversi ovunque questo vento gelido decida di portarla via, lei vuole provare almeno un’ultima volta quel calore, quella sensazione di luce. Il sorriso della cosa che lei ama di più al mondo. Al punto da chiedere, implorare con dolcezza di averne ancora. Solo per un’ultima volta ma con la timida dolcezza di chi prova un amore che non ha misura. Un ultimo desiderio, prima di andare alla deriva.
Lo stile e l’uso del lessico sono assolutamente perfetti. Un connubio intimo e trascinante, che rende queste poche righe un vero e proprio angolo di mondo in mezzo all’occhio di un ciclone. Un momento che nella mia testa è arancio tramonto, è pace e armonia. È malinconia.
Un lavoro davvero interessante.
Alla prossima
Ghostro (Spettro94)
(Recensione modificata il 22/01/2022 - 08:23 am)
Recensione alla storia Luce - 21/01/22, ore 20:49
Capitolo 1: Luce
SECONDA CLASSIFICATA: LUCE – CHILD_OF_THE_MOON

GRAMMATICA E STILE
Sul piano grammaticale la storia è praticamente perfetta. Ho notato una sola sbavatura, ma, come spero di essermi ricordati di scrivere nelle premesse, non sono un giudice fiscale su questo campo e francamente sarebbe stata una macchia immeritata. La storia è scritta bene ed anzi mi rende un po’ invidioso, considerati i tempi ristretti in cui l’hai messa su: nelle mie troverei nuovi errori di distrazione anche dopo settimane di rilettura!
Sulla valutazione in merito allo stile ci ho ragionato un po’.
Di sicuro ho visto una buona padronanza del lessico e tralasciando le preferenze soggettive, che non hanno motivo di essere riportate in una valutazione di stampo oggettivo, hai saputo evocare l’atmosfera lucente che si respira nella parte centrale del testo e il grigio, frutto della tristezza del protagonista, che domina agli estremi del racconto; mi riferisco ovviamente all’inizio e la fine, ma anche nel momento di congiunzione tra le due fasi rappresentato dall’incidente.
Ho apprezzato particolarmente il modo con cui hai lavorato sul testo. Mettere più enfasi su alcuni momenti salienti e altre parti del racconto che, come ritornelli di una canzone, fungono da stacco dando respiro alla narrazione; dimostra che hai pensato e bene al ritmo da imporre al lettore. Hai fatto in modo che la lettura non fosse troppo pesante o priva di momenti di respiro; momenti che, mi permetto di aggiungere, senza i quali la resa dei sentimenti e di alcune situazioni sarebbe stata irrimediabilmente frustrata.
Lo stile che dimostri infatti è fortemente poetico e variegato. Gioca sulla forza motrice delle emozioni e ogni frase si sussegue frenetica nel tentativo di trascinare il lettore in quel turbinio. In sintesi, mira al cuore e non alla mente. Questa storia, sempre che io non venga smentito, vuole essere vissuta e non ragionata. Ed il risultato non posso dire che non sia stato raggiunto.
Tuttavia, mi permetto una critica. Uno stile che corre come il tuo, così variopinto, può funzionare benissimo per poesie e storie brevi, ma più aumenta il numero delle parole, più è possibile che il lettore medio si senta appesantito dall’uso continuo di frasi così lunghe e coordinate. È senza dubbio una nota di pregio, come detto anche sopra, che hai lavorato per evitare di creare dei muri di testo. Vuol dire che ci hai pensato, o che hai già l’esperienza necessaria per sapere che giocare sul ritmo della narrazione è essenziale.
Il mio consiglio è di trasferire la stessa consapevolezza nelle frasi che si susseguono senza andare a capo. Magari potresti lavorare su un uso più frequente di punti, punti e virgola o dei due punti. Non parlo di alterare il tuo stile, che ritengo di buon livello, solo di rendere più fluido il suo scorrere con un uso più efficiente delle altre forme di punteggiatura.

PROMPT
Il tema del fidanzamento è senza dubbio presente.
I due protagonisti, che vista l’assenza di nome chiamerò per una facile comprensione Sole e Luna, hanno vissuto infanzie molto difficili, ma a questo dolore sono riusciti ad andare oltre anche, ma soprattutto, sostenendosi a vicenda. La loro storia d’amore è il fulcro che muove la vicenda, nonché la causa scatenante della tristezza di Luna. L’importanza della loro relazione è viscerale per la trama e il prosieguo.
L’altro prompt prevedeva la morte del protagonista e, anche in questo caso, è pienamente presente.
Il personaggio di riferimento è Luna, poiché è su di lui che si concentra il tema del contest. Ciononostante, Sole non può essere considerata un personaggio di ripiego, essendo lei la “Luce” e un punto di vista pienamente partecipativo nelle vicende. I protagonisti dunque sono due, con il solo Luna che sopravvive e subisce gli effetti di un trauma che segnerà per sempre la sua gioventù.

PADRONANZA DEL CONTESTO
Sul contesto ci sono alcune valutazioni di cui tenere conto. Sicuramente la storia non è completamente al di fuori della traccia, ma non si può dire nemmeno che la colga.
Mi spiego meglio: il contest prevedeva che il protagonista fosse alla presa con una scadenza, un obiettivo che da apparentemente semplice si trasformasse improvvisamente in una disperata corsa contro il tempo, straziata anche da pressioni che potevano provenire da amici o parenti. La disperazione che volevo descritta non doveva essere tanto esistenziale quanto concreta; in caso di fallimento l’esito poteva essere catastrofico se non irrimediabile. La “luce” che questi doveva inseguire, dunque, non avrebbe dovuto condurlo a una epifania ma al sollievo di non aver fallito. Perché il protagonista doveva essere fallace, e solo un insperato battito d’ali di farfalla da qualche parte nel mondo – per citare il tuo racconto – avrebbe potuto salvarlo in extremis per consegnargli una felicità, appunto, grigia.
Il classico esempio di qualcuno che viene salvato in calcio d’angolo.
Nel tuo racconto non è riscontrabile alcuna scadenza tangibile. Si può tirare in ballo a fatica, prendendo ad esempio il punto di vista di Sole, che Luna stesse perdendo di nuovo il suo treno per vivere appieno la vita. Oltre a questo non si riscontra alcuna scadenza da rispettare, né la disperazione di Luna può essere condotta a un frenetico tentativo di sfuggire al suo dolore: è la morte di una persona cara, una persona che non tornerà mai più e quindi parliamo di un dolore senza limiti di tempo, la fonte della sua afflizione.
Sprofondare in quella spirale di dolore poteva essere sì interpretabile come un evento catastrofico, ma Luna non ha fatto assolutamente nulla per liberarsene e la speranza, che può essere ricondotta a quella foglia, gli ha riconsegnato una consapevolezza, grigia certamente, ma non un sollievo grigio; alla fine di questa storia Luna potrà finalmente ricominciare a vivere pur con un peso nel cuore, ma non dovrà mettersi in discussione per il fatto di aver rischiato di fallire “se non fosse stato per…”. L’errore che lui crede di aver compiuto lasciando la mano di Sole, non può essere considerato tangibile e da correggere, ma soggettivo e dettato dalla sofferenza del momento.
Per quanto il tuo stile riesca a far immedesimare il lettore nel dolore di Luna e forzando l’interpretazione si possano ricondurre alcuni elementi agli estremi richiesti, non è esattamente quello il dolore, la disperazione, sulla quale si richiedeva di scrivere la storia.
La valutazione in questo campo non può che risentire, purtroppo in modo grave, di un’errata valutazione circa le istruzioni del bando.

GRADIMENTO PERSONALE
La storia come detto è buona e ho apprezzato particolarmente il modo in cui il ritmo della narrazione è stato gestito. Hai una buona resa e la scelta, molto interessante, di iniziare e chiudere la storia mettendo in luce, e in corsivo, il dolore di Luna, le ha dato quel qualcosa in più.
Mi sarebbe piaciuto vedere implementato il periodo che va dalla perdita di Sole al ritrovamento di quella foglia, scoprire come Luna aveva reagito al dolore anche in una forma più concreta e non solo poetica. Lo spazio dedicato al suo punto di vista, rispetto a Sole, difatti è molto più contenuto e lo trovo un peccato. Mostrare, anche proseguendo l’intensità emotiva per qualche rigo, come questi aveva affrontato la sua disperazione penso che avrebbe arricchito non solo il finale ma anche la parte centrale; avrebbe mostrato più in modo più profondo quanto non solo per Sole, ma anche per Luna, fosse stata importante quella relazione.
Per quanto, e l’ho notato, identificarli come Sole e Luna la dice molto sui loro modi di affrontare il dolore. Lei esplodendo di luce dopo un gesto semplice quanto ispiratore, lui vivendo della luce riflessa di Sole: una luce più grigia rispetto a quella della sua stella. Luna non avrebbe potuto continuare a vivere se non assorbendo quell’ultimo residuo di luce che il suo moto verso l’oscurità fredda dell’universo gli aveva impedito di ricevere.
Un simbolismo, assieme a quello del gesto semplice che accomuna la consegna del lettore al prendersi cura di quella foglia straziata, che ho apprezzato.