Recensioni di K_MiCeTTa_K

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Recensione alla storia Ritorno a Green Gables - 15/11/19, ore 19:26
Capitolo 1: Ritorno a Green Gables
Ciao, era mia intenzione andare avanti con la piacevole lettura di questa serie, e incentivata dal tuo invito non ho rimandato oltre.
Ti racconto un fatto. A scuola la mia insegnante d’italiano aveva promosso un corso pomeridiano molto particolare. Si chiamava “la pagina perduta” se non ricordo male. Bisognava leggere un libro e scegliere un punto della trama nel quale inserire una nuova pagina di testo creata dallo studente. La difficoltà, oltre ovviamente a inventare qualcosa di coerente, era data dal dover imitare il più possibile lo stile dell’autore del libro. Mi pare che c’erano anche delle premiazioni e nell’analisi dei brani erano coinvolti gli autori stessi del libro, ma queste sono informazioni inutili. Il punto è che tu mi hai fatto ripensare a questo progetto perché credo avresti vinto tutti gli anni!
Parecchie persone sottovalutano la difficoltà di scrivere fanfiction. I racconti sono originali, i personaggi sono “presi in prestito”, ma è una faticaccia assurda riuscire a centrare in pieno il loro carattere, immaginare che reazioni coerenti con sé stessi potrebbero avere se immersi nelle varie dinamiche che vengono raccontate.
Ecco, tutto questo tu lo fai in maniera egregia. Ti sposti da fandom a fandom, da un personaggio all’altro e il risultato è sempre ottimo. Non oso immaginare quanto studio possa esserci dietro, certe volte può essere più semplice, altre meno.
Questa è Anna. È lei spiccicata. Il suo modo di esprimersi non lo definirei semplicemente lirico, ma pomposo e ridondante, buffo addirittura, perché è sempre singolare sentir uscire dalla bocca di una bambina certi termini aulici e ricercati. E in questa pagina di diario ho colto anche la sua maturazione, le varie sfumature da quando è arrivata a Green Gables attraversando “la candida via della gioia”, passando per le mille peripezie che le hanno permesso di tessere rapporti solidi d’affetto (perché è impossibile non voler bene ad Anna), fino a scegliere in maniera consapevole la strada da perseguire per il proprio futuro.
 
È trascorso quasi un anno da quando Anna ha lasciato Avonlea. Quando era in Pennsylvania sentiva nostalgia di casa e si è immersa nello studio; ora che è tornata per non sentire la mancanza dei suoi adorati libri, si terrebbe volentieri impegnata con gli amici, i quali purtroppo non sono ancora tornati. La ragazza trova una minima consolazione nella natura, il bosco, il fiume, il sole. Vorrei sinceramente avere la stessa visione del mondo che ha lei per apprezzare tutte queste cose con il rispetto che meritano.
Se nella storia precedente ritroviamo Mary e Sebastian, qui Anna cita la sua di famiglia. Ci sono Marilla e Matthew. Con la donna, più che con gli altri, ci sono sempre stati piccoli contrasti, proprio come potrebbe accadere tra una madre e una figlia; c’è da dire che hanno entrambe un carattere molto forte. Però è molto bello che nell’espressione intima dei propri pensieri Anna riconosca a Marilla il merito di averle dispensato delle premurose cure.
L’unico dispiacere è che questa storia è molto breve e non c’è molto spazio per sviluppare appunto i personaggi di Marilla e Matthew che con il loro occuparsi delle faccende di casa o della fattoria restano appena citati. È giusto anche così, me ne rendo conto, perché comunque il focus di questo racconto non sono loro bensì Anna. Intendo lei e la situazione che la vede divisa tra il collage e i propri affetti.
Per quanto riguarda le amicizie, Cole e Diana cosa fanno di bello in Francia? Chissà quanto è difficile inviare e ricevere lettere oltreoceano per avere loro notizie…
 
Invece, argomento Gilbert Blythe. Anna ha avuto molti mesi a disposizione per analizzare il proprio comportamento e anche quello tenuto dal fidanzato da quando si sono conosciuti. In queste ultime frasi mette nero su bianco i propri ragionamenti. La gentilezza che le riservava Gilbert in realtà nascondeva un infinito amore. Entrambi hanno avuto bisogno di anni per accettare di provare questo sentimento e altro tempo per riconoscerlo negli occhi dell’altro. Sono giovani, non è andata loro troppo male, non hanno sprecato molto tempo dopotutto.
Sul finale la Shirley fa uscire nuovamente fuori la sua vena più melodrammatica e romantica al tempo stesso, e poi compare Gilbert! Che bella sorpresa. Si palesa pronunciando le stesse identiche parole con le quali aveva annunciato la sua presenza ad Anna anche nella storia precedente, non so se è voluto, ma io ho gradito: in un modo o in un altro si sono veramente ritrovati nella loro valle delle farfalle.
 
Io te lo dico: tre storie su questa serie tv sono troppo poche! Ti invito a comporne di nuove.
A presto, buona serata
K.
Recensione alla storia La valle delle farfalle - 12/11/19, ore 15:49
Capitolo 1: La valle delle farfalle
Voglio ringraziarti enormemente per avermi spronata a vedere Anne with an E. Ho seguito il tuo consiglio e mi sono letteralmente innamorata di questa serie e dei suoi personaggi. A questo punto non potevo che venire a leggere le storie che hai scritto, soprattutto nell’attesa che escano gli episodi della prossima stagione in italiano o almeno sottotitolati.
Prima di tutto ho avuto una stranissima sensazione: ho finito da poco la visione delle puntate e il tuo racconto mi ha immersa di nuovo in Avonlea. Quindi è una cosa positiva, non mi accade spesso, ma hai saputo tratteggiare gli aspetti legati all’ambiente naturale in maniera molto fedele all’originale. Per non parlare poi degli aspetti psicologici dei personaggi. Devo dire, quest’ultima cosa si evince principalmente dai dialoghi, poiché i ragionamenti veri e propri ai quali assistiamo sono solo quelli di Gilbert.
 
A meno di leggere l’introduzione, non è subito chiaro quello che stia accadendo. È ovvio solo che il protagonista sia Gilbert Blythe, tutto è filtrato attraverso il suo punto di vista e i suoi ricordi. Il ragazzo cerca Anna, si è deciso ad andare da lei solo dopo che è stato spinto a farlo da Sebastian e Mary.
Sebastian, nonostante il suo carattere non sempre facile, è diventato come un fratello per Gilbert e Mary ci ha impiegato ancora di meno ad integrarsi in questa specie di famiglia. Lei è semplice e schietta, e ho l’impressione che abbia fatto quasi da collante tra i due uomini che per indole propria hanno gravi problemi a comunicare.
Blythe in particolare, nella serie viene preso addirittura a modello dai compagni di classe, ma non è per nulla il tipo che sta al centro dell’attenzione o che smuove le masse. In verità è timido e un po’ schivo. L’aspetto che tu evidenzi maggiormente nel racconto è la timidezza e il suo sentirsi non all’altezza per Anna. Non è il tipo che ha poca autostima, perché ad esempio a scuola si impegna e sa di valere. Il suo cruccio è di non poter soddisfare le aspettative di Anna.
 
Sono molto incuriosita dall’impressione che possono avere di me le persone, se è distorta rispetto a quello che credo di comunicare o al contrario se corrisponde al vero; qui vediamo che idea hanno Gilbert e Mary, o Marilla e la signora Lynde di Anna.
Per Lynde è quel tipo di ragazza che vive segretamente un’amore; Marilla invece crede che Anna perda troppo tempo dietro cose futili anziché impegnarsi nelle faccende di casa. Secondo Mary è coscienziosa e dedita allo studio, è romantica e ama la letteratura e la natura. Sulla natura ci torni più di una volta. Magari questo assegnare ad ogni oggetto naturale (fiori, alberi, vento, sole) un’anima rende Anna una ragazza completamente fuori dall’ordinario e che i più non comprendono.
Per Blythe Anna Shirley è romantica più di ogni altra cosa, e lui non lo è affatto. Scioccamente crede che i propri sentimenti possano avere meno valore se non li dimostra con poesie o dichiarazioni stupefacenti. Il giovane ha quel modo di vivere melodrammatico e quasi apocalittico tipico dei giovani, cito: “Un altro passo e lei lo avrebbe visto. E da quel momento in avanti il mondo così come lo conosceva sarebbe cambiato.”
 
Come ho detto all’inizio arriviamo a capire che Gilbert è intenzionato a dichiarare il proprio amore ad Anna in maniera graduale. Ed è lento anche il processo che ha portato il ragazzo a maturare questa decisione. Sicuramente una grossa mano gli è stata data da Mary e Sebastian e chissà quanti altri che gli hanno assicurato che i propri sentimenti sono ricambiati (è palese a chiunque), ma lui non si sarebbe mai convinto a parlare se non si fosse trovato avanti ad un limite di tempo. Mi riferisco al fatto che entrambi devono partire per il college e non avranno modo di vedersi per parecchio. E chissà quante cose la distanza potrebbe cambiare.
Quando Gilbert trova Anna si fa coraggio e le parla. In un moto di sincerità ammette tutti i suoi timori invece di arrivare al sodo e dirle finalmente che l’ama. E qui è lei che ribalta la situazione e dice a lui di amarlo e si arrabbia per le paturnie che si è fatto l'altro.
 
Non conosciamo i pensieri di Anna Shirley, e la vediamo solo attraverso gli altri, Gilbert in particolare, ma è senza dubbio lei. Descritta benissimo! Concisa quando è arrabbiata e prolissa e fantasiosa subito dopo quando paragona la propria storia d’amore a Romeo e Giulietta.
Gilbert anche è IC. Credo idealizzi un tantinello troppo la figura della ragazza. Si ripete che è bella e perfetta, anche quando agisce d’impulso e si imbroncia. È una contraddizione in termini: lui che non si ritiene abbastanza romantico in realtà si ritrova ad esserlo con i pensieri (anche senza riuscire davvero a dimostrarlo).
Non conoscevo affatto la valle delle farfalle. La conclusione del racconto, con questo dettaglio in aggiunta, trasforma l’intera composizione in qualcosa di estremamente… romantico. Scusa la ripetizione del termine, ma è l’unico che renda veramente bene l’idea.
Il bacio che si scambiano i due giovani non posso dire che sia superfluo perché lo attendevo con trepidazione, inutile negarlo, ma non avrebbe tolto assolutamente nulla a pere mio.
 
Riguardo la tua nota finale sulla sintassi, non ne parlo quasi mai nei miei commenti: non mi ritengo un’esperta. Credo che tu abbia fatto veramente un buon lavoro. L’esposizione è adatta al personaggio principale, meno machiavellica rispetto ad altre con Sherlock per protagonista, per dirne una. Non mi è sembrata particolarmente lirica e ridondante, anzi è molto scorrevole, nonostante ci siano parecchi passaggi quasi bucolici.
La storia mi è piaciuta molto e mi hai emozionata. Probabilmente le cose nella serie non andranno così come le hai raccontate, ma non mi importa davvero nulla. Sarà questa la versione che preferirò.
Alla prossima,
K.