Recensioni di Zoey Charlotte Baston

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Recensione alla storia Death Race - 25/09/20, ore 01:17
Capitolo 11: Mother
Hey! Perciò... neanche perdo tempo con le scuse, perché di quelle ne hai già ricevute tante, quindi concentriamoci sul presente, più o meno. Ho iniziato questa recensione prima della vacanza con le mie amiche, anche se poi, però, sono tornata a casa e ho fatto una bella scoperta... lo sapevi che esiste un limite al numero di parole per recensione? Perché io l’ho appena scoperto e ti assicuro che un imprevisto del genere non me lo aspettavo per niente. Cioè, che senso ha limitare la libertà d’espressione dei recensori? Vabbè.
Quindi, via con la cancellazione della parte che avevo scritto, perché era davvero irrecuperabile, e son subito partita con i calcoli per capire quanto potevo dedicarmi a ogni paragrafo. Quanto è lungo il paragrafo, quante parole ho a disposizione tenendo conto del fatto che mi prendo sempre un po’ di spazio all’inizio e alla fine, facciamo un paio di proporzioni... ed eccoci qui. Forse per il futuro dovrò trovare un’altra soluzione. Non lo so. Ad ogni modo, per adesso tento così e vediamo come va, poi dimmi anche te che ne pensi di questo tipo di commento striminzito. Iniziamo?


~ Come mi avevi anticipato, il capitolo inizia proprio con il flashback dedicato al mio Jonas, ormai mi conosci, quindi spero che tu sia conscio di quanta ansia mi aveva dato questa consapevolezza. Ad ogni modo, paranoie a parte, posso assicurarti che le mie aspettative non sono affatto state deluse, il ricordo era semplicemente perfetto. Non era semplice parlare di questo momento, ne sono perfettamente conscia, soprattutto tenendo conto del fatto che la sua morte è una di quelle che stai facendo scoprire in modo più lento, con sempre più indizi seminati abilmente già nei primi capitoli. Nonostante ciò, sei stato in grado di descrivere ogni cosa con estrema naturalezza, hai detto senza dire davvero (e qui io e te sappiamo a cosa mi riferisco), facendo comprendere allo stesso tempo le sue emozioni in quegli ultimi momenti, il forte senso di oppressione che provava, accompagnato dal nulla, il doloroso vuoto allo stato puro, la mancanza di ogni cosa che, invece, avrebbe dovuto provare.
Ho adorato il fatto che tu abbia scelto di portarlo ben presto con la mente a sua madre, perché è pur sempre un ragazzino ed è naturale che sia così, che finisca per preoccuparsi della preoccupazione di lei, punti in più anche per il riferimento al forte contrasto tra il carattere di madre e figlio. Inoltre, quando hai mostrato anche i due ambienti molto differenti tra di loro, il calore della sua camera da letto e la freddezza dei corridoi che gli paiono distanti, nominando nel primo caso l’odore della persona che se n’era appena andata, mi hai immediatamente riportato alla mente qualche capitolo fa, dove invece hai scritto qualcosa come “l’odore indefinibile che aveva sempre paragonato a casa”, e questa mi sembra, senza dubbio, solo l’ennesima prova della tua abilità.
Passando oltre, si ritorna nelle Praterie. Onestamente, temevo con tutta me stessa la reazione che Jonas avrebbe potuto avere sapendo che Lea aveva assistito a tutto quello, e diamine se facevo bene, i miei audio di vagheggiamento non sono stati vani. Ma ehi, anche questa volta mi tocca andare con ordine, perciò… Lea ha notato l’erre moscia! Ahhh, finalmente questa mia malvagia scelta viene fuori :’) certo, le circostanze non sono proprio delle più tranquille, ma tanto non lo sono mai, quindi va bene così.
Apprezzo enormemente poter osservare i due lati contrastanti della natura del suo carattere, specialmente per come sono stati messi in risalto dal paragone con il padre. Sono dell’idea che, una qualche tipo di dualità, sia presente nell’uomo più o meno sempre, ma quella che si va poi a legare al mestiere che si sceglie di intraprendere non è sicuramente da sottovalutare: è bello aver qualcuno con cui scherzare e che ti faccia passare il cattivo umore, ma è anche necessario saper riconoscere il limite, comprendere quando lo scherzo debba finire per ricostruire la serietà di cui la situazione necessita, e lei pare proprio esserne in grado. La sua reazione al puro terrore provato da Jonas mi sembra essere del tutto naturale e coerente, all’inizio è spossata, ha bisogno lei stessa di riacquisire contatto con la realtà, d’altra parte, nel momento in cui riesce a comprendere le emozioni di lui, agisce con una buona dose di calma mista a fermezza, probabilmente un metodo per convincerlo che, effettivamente, va davvero tutto bene come dice.
L’unico mio dubbio, a questo punto, è sul fatto che non abbia compreso nell’immediato cosa dovesse averlo turbato così tanto. Certo, da una parte è ovvio che, di per sé, questo tipo i ricordo fa i suoi bei danni, ma forse la sua esperienza avrebbe dovuto permetterle di comprendere più velocemente cosa temeva, anche se la differenza del contesto di provenienza (e il tuo possibile desiderio di lasciare la questione in sospeso per un altro po’) potrebbe aver avuto il suo bel ruolo. Ci introduci, infine, all’assenza di Cade, ma purtroppo scarseggio di parole, quindi riprenderemo la questione più avanti.

~ Passiamo ai cari Nathan ed Eliza, con questo paragrafo che ho davvero adorato, benché fosse uno dei più brevi. Probabilmente ho già portato fuori la questione, ma una delle ragioni per cui apprezzo tanto le loro interazioni è che, avendo entrambi fatto parte dell’esercito, possono capirsi meglio di altri, il modo in cui parlano tra di loro è di natura differente da quello utilizzato con gli altri, perché così è il loro modo di vedere il mondo. Il malcelato interesse di Nathan nei confronti di Cade e poi di Jonas mi ha fatta sorridere, anche se, ad essere del tutto sincera, devo ancora capire se la ragione per cui tenta di mostrarsi indifferente sia semplicemente dovuta al suo carattere o, invece, si tratti del suo modo di reagire alle perdite subite, insomma, qualcosa del tipo “se non mi importa adesso, non soffrirò dopo”, ma alla fine il risultato rimane sempre lo stesso.
Al nostro figlio di Ares i compagni impostigli dal Fato stanno più simpatici di quanto mai ammetterà ed è un sollievo che ci sia almeno Eliza che tenta a cavargli qualcosa di bocca, perché qui son tutti troppo volenterosi di tenersi stretti i propri segreti e, visto che ci sono, pure i sentimenti. Ad ogni modo, la maggior parte della conversazione va a concentrarsi sulle loro vite da combattenti, esperienze diverse ma che non possono non averli lasciati con segni molto simili tra di loro.
Da una parte abbiamo Eliza, per cui credo, la vita nell’esercito, abbia segnato una vera e propria svolta. Lo hai detto tu stesso, era una ragazza e il modo in cui era stata cresciuta era mal visto, ci saranno state voci e, probabilmente, quelli della sua infanzia e adolescenza sono stati anni prettamente di solitudine. Per raggiungere il suo obiettivo ha dovuto nascondere chi fosse, in modo molto più letterale di quanto avviene di solito, ma in tale maniera aveva ottenuto un gruppo, delle persone che avrebbero lottato al suo fianco e per gli stessi ideali, nonostante spesso avessero età differenti dalla sua. Si può dire che avesse trovato il suo posto.
D’altra parte, Nathan si sentiva molto più a casa quando si trovava al Campo, piuttosto che nel periodo da marines. È cresciuto con il concetto dei “semidei insieme contro il mondo” e lì, in mezzo ai suoi compagni di avventura, a suo modo era importante, un eroe, nonostante la tendenza a limitare i legami emotivi con loro(che poi non ci fosse riuscito poi così bene è un’altra cosa ancora). Al contrario, ho l’impressione che nell’esercito si sia sentito solo uno dei tanti, che quel ruolo, per quanto lo renda orgoglioso, gli abbia sottratto un po’ di spavalderia, e le tecniche di guerra non devono averlo aiutato affatto, poiché troppo diverse da ciò a cui era abituato.
Concludo con una menzione d’onore alla descrizione del Campo, approvata anche dalle mie amiche, e al modo in cui hai trattato la difficoltà dei soldati nel lasciare andare coloro che perdono in battaglia, complimenti, davvero.

~ Questo paragrafo sarà la mia morte, già lo dico. Ho già recensito l’ultimo del capitolo e ho la fortissima sensazione che faticherò almeno quanto per quello, per cui... direi di cominciare subito. Come sai, sempre apprezzati i discorsi sulle abitudini mortali, che hanno portato con sé anche nell’oltre tomba. La verità è che in vita, tutto gira inevitabilmente in torno al tempo, a tal punto che, alcune volte, il suo scorrere mette così agitazione dal portarci a perderlo ulteriormente, creando un loop infinito. Il tempo arriva ad essere la cosa più importante e mi sembra logico il fatto che questo modo di pensare non possa essere spazzato via, neanche dai secoli e dalla consapevolezza di non aver più nulla da perdere, nonostante loro non riescano a capacitarsene.
Mi piace il fatto che, all’interno del giro di pensieri riguardo al tempo, si arrivi a parlare della sua morte, del modo in cui il diverso ha sempre spaventato così tanto l’uomo da spingerlo ad atti ignobili, anche se forse è più egoismo che altro. Capisco il fatto che inizi ad avere dei dubbi sulla possibilità di riuscire a continuare la gara: più si va avanti, più è facile farsi sovrastare dall’idea della possibilità di non farcela, ma ho comunque fiducia in lui! Ci sono ancora molte sfide ad attenderli, del resto.
Ovviamente, però, il momento di riflessione viene interrotto da Jane, in modo brutale come sempre. Nella vita reale, morirei dalla voglia di prenderla a testate, ma in questa situazione, io sono consapevole che è scritta per essere una stronza, e diavolo se lo fai bene. Il modo strafottente con cui si rivolge agli altri è differente, ad esempio, da quello che potrebbe avere Nathan, il forte schermo di distacco la porta a dare per scontato troppe cose. È ben consapevole di essere circondata da brave persone, quindi sembra quasi avere l’impressione che tanto, qualsiasi cosa dica, continuerà comunque a ricevere l’aiuto che le serve, nonostante le discussioni sente di poterselo permettere. Suppongo che per alcuni possa anche essere tollerabile, ma se arriva addirittura a far spazientire Úranus, evidentemente lei non ha proprio un limite, o anche soltanto spirito di auto-conservazione, dipende dal punto di vista.
Il nostro gigante buono preferito, comunque, cerca ugualmente di mantenere il controllo, rispondendole con una calma impressionante. Onestamente, nessuno lo avrebbe biasimato se si fosse arrabbiato sul serio. Invece, preferisce farle presente che non sa tutta la storia, che non può giudicare in questo modo e, piuttosto, dovrebbe imparare a riconoscere le sue fortune, come l’essere stata riconosciuta.
Sono stata parecchio irritata dal modo in cui Jane gli abbia ordinato di utilizzare i suoi poteri, di “rendersi utile”, nonostante lei stessa si stia solo facendo scorrazzare in giro, si lascia guidare dagli altri in modo spazientito, pretendendo cose ma senza far nulla per aiutare in cambio. Insomma, il mio Jonas è una persona abbastanza inutile e per adesso ha fatto parecchio casino, ma almeno lui ci sta provando!
Come c’era d’aspettarsi, questa è la goccia che fa traboccare il vaso, portando Úranus a reagire. Non ha una rabbia esplosiva. Non urla, il suo viso non prende colore, non prova ad alzare le mani. Non sarebbe da lui ed è giusto così, resta calmo anche mentre è furioso e, forse, questo lo rende ancora più spaventoso. Il momento in cui ci vengono raccontate tutte le difficoltà che ha dovuto vivere è scritto in modo fantastico. In particolare, ho notato come, la maggior parte dei rammarichi di questi personaggi, come avviene proprio per Úranus, siano il non poter essere stati accanto a determinate persone. Mi fa sempre pensare a una frase di una serie, qualcosa sul fatto che la vita in realtà non è nostra ma di chi ci ama, la trovo molto adatta.
Ad ogni modo, tutta questa rabbia riesce comunque a portare un vantaggio: adesso devono solo seguire la scia per recuperare il ricordo di Jane.

~ Io questo paragrafo non lo volevo recensire. Ero molto tentata di scrivere solo “AAAAAH”, ma con circa 4500 A. E non scherzo, avevo parlato con le mie amiche di questa possibilità, perché cosa può descrivere meglio ciò che ho provato se non un urlo di panico misto a sensi di colpa? Onestamente, sono tutta un subbuglio di emozioni, fin dalla prima lettura, e sto ancora cercando di riprendermi, non so con che coraggio scriverò tutto.
Ma andiamo a parlare del vero e proprio contenuto, sennò non si finisce più. L’inizio è molto semplice ma piacevole e, in special modo, è in grado di far capire si stia parlando di Cade senza alcun problema, nonostante il suo nome appaia solo ben dopo la metà. Ancora una volta, si torna alla sua incredulità per il destino che gli è spettato. Credo che abbia smesso di sognare il “Paradiso” molto, troppo presto, e ritrovarvisi deve essergli parso quasi come uno scherzo. Non dubito del fatto che, dopo le parole di quel ragazzo in fila dietro di lui, ce ne abbia messo di tempo per metabolizzare cos’era accaduto.
I ricordi di casa sua sono dannatamente familiare: mi appaiono come qualcosa di vicino, che ho già visto, anche se so perfettamente di non aver mai letto un libro ambientato in quegli anni che non vedesse protagonista la nobiltà. Questo per dire che è stato un pezzo davvero fantastico, in caso contrario non avresti potuto trasmettere tutto questo calore, questa nostalgia. Pare quasi di perdersi insieme a lui nella sua mente, lentamente, ma inesorabilmente. Si percepisce il bisogno quasi morboso di aggrapparsi a queste memorie, a una vita che era stata dura, ma dannatamente bella, più di quanto sia in quel regno idilliaco in cui è finito con la morte. Cade sembra necessitare tutto ciò molto più di altri e senza i ricordi di questi amici di una vita appare spento: basta ripensare ai primi capitoli, prima che venissero nominati i Liberty, prima che si mostrasse per la sua vera natura, quando ancora non riuscivo ad apprezzarlo, non mi diceva nulla, mi era del tutto indifferente.
Ed ecco che arriva la grande questione che mi ha fatto spegnere il telefono e desiderare una scusa per non continuare a leggere. Hai brutalmente calpestato il mio povero cuore, per poi passarci sopra con un camion, o almeno la sensazione è questa. Temevo l’arrivo di questo momento, perché so quanto la morte di Jonas vada contro i principi di molti dei suoi nuovi compagni e vedere Cade spezzato da questa nuova consapevolezza mi fa star male. Credo, spero, che parte di queste emozioni siano dovute all’influenza delle Praterie, ma ovviamente non lo rende meno pesante. Direi, però, che ancora più di prima viene evidenziata la differenza della visione della propria patria che hanno Cade e Jonas. Cade trova semplicemente impensabile non amare l’Irlanda e per lui, quindi, non può che risultare impensabile non essere disposti a tutto per salvarla. D’altra parte, per Jonas non è così, non ha mai provato speranza nei confronti della sua terra, è cresciuto in un contesto che andava solo a peggiorare: la Germania era irrecuperabile. Posso capire, perciò, l’incredulità di Cade, perché è qualcosa che va così oltre a ciò a cui è abituato che non può comprenderla e sa così poco da non potervisi ancora immedesimare.
Questa lunga sequenza descrittiva, però, viene spezzata dal raggiungimento delle anime che dimorano nelle Praterie. Adesso, voglio capire come minchia ha fatto a finire lì, Dio santissimo. Cioè, questo non poteva fare la persona normale e girare intorno alla stessa zona all’infinito, no, qui siamo sfigati pure nella morte e si va all’inconscio inseguimento di suoni che non esistono. Ora dimmi se non mi deve venir voglia di dare testate al muro.
A questo punto, comunque, Cade sembra quasi svegliarsi da uno stato di trance, e non è da escludere ci sia effettivamente andato vicino. Direi che il panico sia del tutto giustificabile, probabilmente reagiremmo tutti così sapendo di esserci allontanati così tanto dalle uniche persone di cui ci fidiamo, anche soltanto se avvenisse in un luogo affollato, figuriamoci lì. Il sangue che cola dalle orecchie è già molto meno normale. Ancora meno normale il fotTUTISSIMO RAPIMENTO, MANNAGGIA A TE! Ora, c’è qualcosa che non va. Logicamente, non dovrebbe essere una sparizione come le altre, visto che più avanti viene data agli altri la sua sfera. In sostanza, sto ancora cercando di capire il senso di tutto ciò. Nel dubbio, ti odio tantissimo, ma sempre con affetto.

~ Ammetto di aver rimandato il parlare di questo paragrafo il più possibile, nonostante io lo abbia davvero amato. Come già ti avevo accennato, non seguo un vero criterio per l’ordine in cui parlo dei vari paragrafi, ma adesso occuparmi di questo mi sembrava la scelta migliore. Insomma, sono pur sempre una ragazza, negli anni, ho sentito degli sconosciuti fare apprezzamenti su di me per strada e degli uomini di mezz’età mantenere lo sguardo sul mio seno per un po’ troppo tempo. Ho scelto di indossare un vestito per il mio ultimo primo giorno di scuola, per nulla scollato, per poi sentirmi dire da una professoressa che secondo lei ero “nuda”. Quale momento migliore per parlare dell’esperienza di Cicno, allora?
Trovo che tu abbia trattato il tutto in modo davvero eccezionale, centrando perfettamente il punto della situazione. La sua storia, ovviamente, è simile a quella di molti altri, perché in fondo il mondo fa davvero troppa fatica a cambiare, e questo porta la sua esperienza ad avere sì, una forte componente molto personale, unica e che appartiene solo a lui, ma rende anche davvero facile per il lettore entrarvi in empatia, comprendere i suoi sentimi e i meccanismi mentali che lo hanno portato dov’è oggi.
Il modo in cui la madre gli si rivolgeva mi fa venire i brividi, appare quasi lusingata dalla bellezza del figlio e da ciò che comporta: sa cosa gli potrebbe accadere, sa quanto potrebbe soffrire, eppure sceglie di ignorare gli aspetti negativi, perché nel mondo in cui vive questa è la normalità e non riesce a comprendere quanto invece possa aver spezzato il suo amato figlio. Sono dell’idea che, in qualche modo, avere la madre a proteggerlo dal resto del mondo lo avrebbe potuto aiutare, ma temo che lei lo abbia visto quasi come un dono da condividere.
Non credo avrebbe mai potuto essere l’esempio di bravo ragazzo, molto probabilmente in lui era comunque presente una forte indole approfittatrice ed egoista, ma credo appaia ovvio il fatto che, senza le molestie subite, il suo modo di essere sarebbe stato ben diverse. In ogni caso, ciò non è avvenuto, e io non sono d’accordo, non condivido, ma capisco quale sia stato il ragionamento di Cicno. La mia teoria è questa: ha sempre avuto una forte componente egocentrica, forse anche ambiziosa, nel suo carattere e questa è stata terra fertile per il desiderio di potere che ha iniziato a sviluppare.
Dopo anni ad essere succube, Cicno si è stancato e ha deciso che era il suo momento di prendere le redini, il suo momento per avere la meglio. Perché la cosa è proprio questa, nonostante quanto patito, lui non prova empatia nei confronti di nessuno, non ha mai provato a difendere chi si trova nelle condizioni a cui un tempo era costretto, ma piuttosto desidera far provare ad altri la sua stessa sofferenza, desidera sfogare il suo dolore causandone altro ancora.
Proprio per questo, non ha importanza quanto io mi senta male per ciò che ha dovuto subire o per il ruolo a cui era stato costretto, non potrò mai empatizzare con lui completamente. Come puoi sentirti in totale sintonia con qualcuno che agisce con una crudeltà così consapevole?
Cicno, comunque, non è l’unico personaggio che abbiamo modo di vedere all’interno di questo paragrafo. Ho adorato le sue interazioni con il suo nuovo comandante. Ho adorato vederlo tirar nuovamente fuori la maschera che ha costruito con tanta cura nella sua vita, ho adorato vederlo assumere un tono incantatore, di quelli che fanno intendere piena disponibilità, ma allo stesso tempo emulano l’inconsapevolezza di ciò che sta effettivamente avvenendo. In tutto ciò, ovviamente, il suo signore sa per filo e per segno cosa sta provando a fare, ma decide comunque di premiarlo, per così dire: l’indiretta proposta di vendetta per lui è allettante e l’intero momento, a mio parere, è stato davvero molto forte, non ho potuto che sorridere, leggendolo.

~ Ho provato a recensire questa parte qualcosa come… quattro o cinque volte. Non mi veniva. Non so perché, ma questo duo mi ha dato parecchie gatte da pelare, ma proviamo comunque a vedere cosa ne viene fuori. Tutto ciò non ricomincia dove ci eravamo fermati, ma l’atmosfera resta ugualmente quella, anche se, purtroppo, in questo caso non è necessariamente positiva. Certo, la rabbia e il nervosismo di Úranus sono la ragione principale per cui hanno trovato il ricordo di Jane, ma in generale poteva andare meglio. Le tematiche ormai sono familiari, ma sono entusiasta dello spazio che Úranus ha ottenuto in questo capitolo. Ha una visione piuttosto oggettiva della sua vita, per quanto sia possibile, ciò lo rende in grado di comprendere i lati positivi e negativi di quello che ha vissuto: riconosce di aver avuto una madre che lo amava, ma è dolorosamente conscio del modo in cui ha dovuto nascondersi, pregando gli dei che l’odio di chiunque incontrasse non superasse mai il limite.
Per proseguire, quella a cui tocca sperare adesso sono io, se ciò che accade durante le prove avesse ogni volta ripercussioni su quelle seguenti potrebbe essere un bel problema, già fanno fatica così, meglio non infierire. Una difficoltà alla volta, però: mi sembra del tutto normale che inizi a chiedersi che tipo di ricordo fosse, specialmente perché in morte, probabilmente, deve venir facile ritornare con la mente a questo tipo di momenti, quelli legati alla fine di tutto, sono sicura che si sia ritrovato a rivangarlo più di una volta, e non sapere più neanche di cosa si tratti deve essere strano.
Sorpasso abilmente le preoccupazioni di Úranus nei confronti di Lea (mi sembra molto da lui, ma… dude. L’hai visto Jonas? Non risulta credibile come fonte di minaccia) e vediamo subito il raggiungimento del ricordo di Jane. Semplicemente fantastico. Li immagino benissimo, lì, immobili, senza il coraggio di muoversi, perché osservare il danno fatto lo renderebbe più reale. Ad ogni modo, sono stati fortunati e la distanza tra il corpo di lei e il ricordo non era troppa, quindi abbiamo l’occasione di osservare il passato della nostra streghetta preferita.
L’inizio del ricordo è un po’ confuso, complice il fatto che vede protagonisti due personaggi femminili, ma può anche passare inosservato, se pensiamo a quanto deve essere stato caotico come momento. Suppongo che abbia appena saputo della dipartita del padre, deve essere un tipo di dolore fortissimo, quando si è così giovani e non se lo si aspetta, specialmente se una parte di te si incolpa. Poi, forse ho frainteso io la situazione, forse no, ma la descrizione del momento mi da l’impressione che Tituba, dopo averle detto di andare a casa, possa essere stata la persona a rivelarle qualcosa sulla sua natura semidivina, ma ho la fortissima sensazione che a questo giro io stia facendo uno strafalcione. Ad ogni modo, dopo questo primo stralcio di cui probabilmente non ho capito nulla, arriva la rabbia, che ha continuato ad accompagnarla anche nella morte. Trova sua madre, anche lei morta, e ne soffre, ne soffre tanto, ma la rabbia e l’odio sono ugualmente più forti, sono l’unica alternativa alla disperazione. Non ha più nulla da perdere (se non la sua stessa vita, come accadrà) e l’unica cosa che ha davvero importanza è far provare ai colpevoli del suo dolore quelle stesse sensazioni.
Si ritorna, a questo punto, al presente. Capisco lo shock di Jane. Non solo ha dovuto rivivere la scelta che l’ha portata a morire, ma anche la scoperta della morte dei suoi genitori. Un secondo prima erano solo sentimenti di riflesso, ma con la rottura della sfera torna ad esserci tutto: in generale, mi sembra coerente con il personaggio visto fino a questo momento fino all’ultimo. Confusione e spossatezza all’inizio, poi ricomincia a pensare e il suo cervello la riporta all’unica reazione che la fa sentire sicura, quella stessa rabbia e odio.
Allo stesso tempo, Úranus dimostra la sua caratteristica maturità ed estrema tranquillità. Lo nota lei stessa, lui non abbassa la testa, le risponde a tono ma con classe, cercando di farla ragionare, ma anche dimostrandole che non si abbasserà al suo livello. L’ho davvero adorato. Infine, il nostro omone si rende conto che c’è qualcosa che non va, percependo il panico di Jonas e l’agitazione di Lea. Onestamente, sarebbe stato strano se non avesse sentito nulla, considerando il disastro che era in corso. Resta il fatto che Cade è sparito, quindi Úranus, grazie per essere preoccupato, lo sono anche io, soffriamo insieme.

~ ALLORA. Posso dire di non averci capito nulla? I miei poveri neuroni ormai sono totalmente in sciopero e, devo dire, ho fatto abbastanza fatica a seguire il discorso presente in questo capitolo. Non fraintendermi, come sempre è scritto bene, semplicemente sto avendo un po’ di difficoltà a rimettere a posto i pezzi e a unirli con quelli degli ultimi capitoli, quindi non sono affatto sicura di ciò che sono riuscita a ricostruire. Abbi pietà di me, non so se tu lo stia facendo apposta o meno, ma stai rendendo tutto ancora più complicato di quanto sembrasse prima, che può essere divertente, certo, ma mi fa sentire piuttosto inetta.
Comunque, iniziamo subito: la descrizione del luogo in cui è ambientata la scena fa immediatamente comprendere a chi appartenga la stanza e, di conseguenza, gli stessi personaggi che vi si muovono. Ho apprezzato parecchio i riferimenti alle molteplici decorazioni con la forma di una conchiglia, che non solo richiama alla mia mente lo stile rococò, ma soprattutto appare come un chiaro riferimento al mito della nascita della cara Afrodite e, nel complesso, direi che si è rivelata come una scelta vincente ed efficace
Dell’intera descrizione, però, ciò che mi ha colpita di più è senz’altro il paragone con le nuvole. Mi piace come ad Eros, perché non ho dubbi sul fatto si tratti di lui, sia venuto spontaneo, credo faccia intendere alla perfezione quanto ormai sia in sintonia con il mondo mortale; del resto è del dio dell’amore che stiamo parlando, sono poche le divinità così vicine all’uomo.
Come hai detto tu stesso, però, in questo momento a lui degli esseri umani importa ben poco, la sua attenzione è rivolta totalmente a Giò ed è proprio questo che da inizio alla parte più attiva del paragrafo, se così vogliamo definirla. “«Guardi ancora lui? Ti è sempre piaciuto tanto.»” è una frase semplicemente perfetta, non so te, ma io mi sento dire cose del genere da mia madre almeno da cinque anni, perché evidentemente a loro piace far presente che quando una passione di qualsiasi tipo è iniziata, c’erano.
Ora, avrai già capito che questo paragrafo non sarà recensito in modo coerente... cioè, non che gli altri lo siano, ma questo sarà ancora peggio del solito, quindi tieniti pronto. Da quello che hai detto negli ultimi capitoli, sembrerebbe quasi che Giò sia stato una sorta di esperimento, ma nel senso divino del termine. In questo caso, Eros ha dichiarato “«Se le cose fossero andate secondo i piani, adesso potresti vantarti di esser la fautrice della sua nascita.»”, rendendo chiaro che c’era un’idea dietro, probabilmente un’idea confusa, ancora indefinita, su cui si doveva lavorare, ma comunque un’idea.
Ne ho approfittato anche per tornare indietro a un paio di capitoli fa, considerando che è esattamente ciò che ho fatto dopo la prima lettura, per poter confrontare questa conversazione con alcuni frasi scambiate tra Ade, Thanatos, Ipnos ed Eros. Forse sto fraintendendo, anzi, è molto probabile considerando che nel corso dell’ultimo anno non hai avuto l’occasione di reindirizzarmi verso un pensiero più coerente, ma sembra proprio che la sua stessa nascita sia stata una sorta di scommessa, un qualcosa che sarebbe stato meglio non avvenisse ma che hanno scelto di lasciar accadere, decidendo, visto che c’erano, di osare ancora di più. Insomma, avrebbero calcato troppo la mano.
Ad ogni modo, come già detto, questa parte della discussione tra madre e figlio non mi ha certamente aiutata a fare chiarezza nella mia mente, lasciandomi con ancora più dubbi. L’unica cosa certa, a questo punto, è che Eros sa più di quanto vuole dare a vedere, sembrerebbe quasi tentare di accompagnare Afrodite nella strada della comprensione, dandole qualche input in più, facendole notare dei dettagli: la vuole dalla sua parte e le vuole dare un assaggio del divertimento che lui sta già assaporando, perché, come ha detto lei stessa all’inizio, infondo sarà dalla sua parte anche questa volta.

~ E così, si ritorna a Lea e Jonas che, ovviamente, non se la stanno passando affatto bene. Ammetto che un po’ mi dispiace per lei, da adolescente emotiva con amiche adolescenti emotive, so con certezza che in momenti di crisi del genere sembra di star parlando con un muro, perché la persona non solo tende a bloccarsi su dei concetti, che non riesce a togliersi dalla mente, ma quasi sempre si fissa anche su un certo atteggiamento fisico, però direi che apprezziamo tutti lo sforzo, sono piuttosto convinta che i tentativi non siano stati pochi e che fosse molto più facile lasciarlo stare. Purtroppo, da qui in poi la recensione del paragrafo sarà molto sintetica e meccanica, perché ho fatto una lista di punti da trattare e sono decisamente troppi, spero non faccia schifo quanto temo.
Perciò, come sempre, i pensieri di Jonas e come si stia lasciando far guidare dalle paure erano perfetti, da soprattutto grazie al modo in cui da una parte lo portino ad arrivare alla conclusione sbagliata, dall’altra causano solo altri dubbi e timori. Mi piace il modo in cui tu stia puntando molto sull’orgoglio per la maggior parte delle sue scelte, è qualcosa dannatamente da lui e la stai usando alla grande. Inoltre, per quanto sia un peccato che Lea abbia dovuto subire una reazione così brusca, trovo molto adatta al contesto l’affermazione di Jonas, quel ”non puoi capire”, perché il sentirsi compresi è probabilmente uno dei desideri più grandi che si provano durante gli anni dell’adolescenza e, allo stesso tempo, quello che sembra più irraggiungibile, questa è probabilmente una delle cose che portano più in evidenza la sua età.
Ad ogni modo, tramite la loro discussione arriviamo a conoscere piccole informazioni in più su Lea, in maniera discreta e per niente invadente, se così possiamo dire. Insomma, non sembra siano state messe lì tanto per farlo, bensì, in quel momento hanno un significato ben preciso, perché, oltre a darci uno sguardo più chiaro sul rapporto con il fratello, ci fa comprendere le sue condizioni di vita. In questa maniera, arriviamo a un altro momento di riflessione, che porta a risolvere la questione sul termine frocio, iniziata con Nathan all’inizio del capitolo precedente. Ragionandoci bene, era intuibile potesse essere Giuseppe una persona vicino a lei che ha vissuto questo tipo di discriminazione, poiché era il personaggio che si inseriva nella biografia di Lea con maggiore impatto, del resto avrei potuto star toppando alla grande con l’idea di ragionarci logicamente, quindi sono felice di non aver sbagliato.
Unica pecca in tutto ciò: il suo discorso sulla libertà, il lieve disprezzo per tutti quei regimi che impongono il proprio pensiero, a tratti potrebbe apparire un po’ troppo moderno. D’altra parte, nella storia ci sono sempre state quelle figure, per così dire, “più avanti del loro tempo” e il trovarsi sotto un popolo a cui non sente di appartenere (come nel caso di Cade) deve aver solo facilitato il processo, per cui non è una questione troppa problematica e possiamo superarla con serenità. Per la seconda volta, infatti, Cade torna alla mente di Lea, per essere velocemente dimenticato in favore di altri discorsi. Mi chiedo, a questo punto, se non si tratti proprio dell’influenza delle praterie, a distoglierla i suoi pensieri dal nostro irlandese preferito, forse per la stessa ragione per cui su lui ha un effetto così forte.
Ritornando al suo discorso, comunque, sono rimasta molto incuriosita dalla questione del “ragazzo che avrebbe potuto amare, se solo fosse tornato da lei”, suppongo che, come spesso accadeva, questo sia andato in guerra prima che il loro rapporto avesse un’evoluzione, ma conoscendoti potresti decidere di tenere quest’informazione per te per un altro po’ di tempo. Qui, correggimi se sbaglio, mi sembrerebbe essere successa una cosa del genere: Lea si è resa conto di quanto Jonas faccia affidamento sul sull’orgoglio, quanto cerchi di mantenerlo intatto, e ha scelto volontariamente di provocarlo, distogliendo quindi la sua mente dal problema iniziale. La discussione, poi, le è sfuggita di mano.
Trovo perfetta l’escalation di emozioni della nostra cara figlia di Apollo, è decisamente realistico. Credo che accada spesso, nella vita reale, di iniziare una discussione in modo tranquillo, con intenti scherzosi o simili, per poi lasciarsi semplicemente trasportare dalle emozioni, tralasciando totalmente quale fosse il punto principale e iniziando una sorta di battaglia indipendente e, considerando tutto, sembrerebbe che lei ne abbia molte da combattere. Purtroppo, per le stesse ragioni di sempre, non ho la possibilità di vederli nello specifico, ma casomai ne parliamo tra di noi. Allo stesso tempo, trovo che tu abbia scelto bene il modo che ha Jonas per reagire a questo improvviso sfogo: perplessità mista a un po’ di indignazione, seguita dall’impacciato tentativo di estrapolarne qualcosa. Hai inserito in modo efficace il discorso sulla visione del genere femminile che ti avevo fornito, anche in questo caso non appare affatto invadente e, anzi, si sposa perfettamente alla situazione, in cui queste due persone molto differenti da più punti di vista vengono portate al loro primo vero confronto.
Perfetto, ormai non ne sarai più sorpreso, il modo in cui ha tentato di rendere propria l’esperienza di Lea, per comprendere al meglio il suo punto di vista e applicarlo a ciò che ha vissuto. Mi è piaciuta, in particolar modo, quella piccola precisazione che hai tenuto a fare, quel “Ludwig, il suo migliore amico d’infanzia”, evidenziando il particolare modo il titolo attribuitogli per quell’occasione, nel suo piccolo ha un forte significato.
Dopo la burrasca, fortunatamente, i loro animi si calmano e la tensione è ormai spezzata, la tranquilla conversazione che provano a portare avanti parlando del concetto di “fratelli” era davvero piacevole, ma ovviamente, lo scrittore qui sei tu, perciò il paragrafo va a concludersi con una bella dose di panico, insomma, Jonas si era appena ripreso, non gli facciamo prendere l’ennesimo accidente? Scherzi a parte, neanche a dirlo, facendogli collegare la scomparsa al loro litigio hai fatto la mossa giusta, in una situazione del genere non avresti potuto fare di meglio.

~ Essendo un paragrafo ricco di parti discorsive, sarà un po’ più complesso parlarne, ma farò un tentativo, imploriamo venga qualcosa quantomeno decente, anche se onestamente la vedo abbastanza male. Inizio dicendo che hai piazzato bene il lieve riferimento alla precedentemente nominata Beth, ovvero in relazione al nome che condivide con Eliza (è stata una tua scelta di vita il diminutivo che è l’esatto opposto di quello della nostra soldatessa o semplicemente un caso?), una piccola frase, ma mi ha fatta subito scattare sull’attenti.
Invece, parlando onestamente, credo di aver screenshottato e inviato alle mie amiche quasi ogni frase di Nathan in questo capitolo, non so se sono io che mi sono ammorbidita troppo nei confronti di questi personaggi o cos’altro, fatto sta che ormai rido praticamente ogni volta che lui apre bocca. Nella più probabile delle ipotesi il problema ce l’ho io, ma il modo un po’ scazzato, ma che fa comunque trasparire un certo interesse, che lo caratterizza ogni volta in cui si rivolge a chiunque è semplicemente fantastico. Disagi vari a parte, sei riuscito a dividere in modo efficace il contenuto di questa prima parte di dialogo, tra la preoccupazione nei confronti dei compagni che non sono con loro e le domande sulle origini divine di Úranus.
Facendo anche riferimento a quello che ho scritto poco fa, “«E che problema c’è? Di solito è quel roscio del cazzo di Cade a fare da camomilla al moccioso.»” mi ha letteralmente stesa, è magnifico come ormai tutti si siano abituati a quest’idea e venga quindi spontaneo fare il collegamento tra una “perpetua” agitazione di Jonas e l’assenza di Cade, sono felice del fatto che, almeno, tutto ciò ha portato Nathan ad entrare nella sua modalità più calma e razionale.
Allo stesso tempo, non credo di averne mai parlato, ma adoro come, fino a questo momento, abbiano avuto la tendenza a non chiedere del genitore divino degli altri, o almeno non abbiano insistito più di tanto, lasciando ai compagni la libertà di decidere il momento giusto. È come se ci fosse una regola non detta, probabilmente legata alle difficoltà che questi genitori hanno sempre portato con sé, credo che sia un modo di agire adatto a qualsiasi personaggi, per cui ottimo lavoro. Il fatto che avessi effettivamente azzeccato il padre di Úranus, quel “«È grave?»” di Eliza, neanche si stesse parlando di una malattia, e il modo in cui Nathan ha descritto la questione aggiunge punti al tutto.
Come sempre, molto apprezzata la parte di dialogo più superficiale, in cui parlano del modo in cui Jane ha riottenuto il suo ricordo, ma questa è seguita da un momento che attira ancora di più l’attenzione, per cui direi di passare subito alla cara Eliza. Trovo molto appropriato per il personaggio che abbiamo visto fino ad ora arrovellarsi nei pensieri, nel tentativo di comprendere le cause dietro alla sparizione di Cade. Nonostante l’inizio difficoltoso, già da quando si sono separati nel labirinto era evidente quanto si fosse effettivamente affezionata a lui, ha imparato a conoscerlo e sa che, al contrario di altri, non è una persona che scappa e la fedeltà alla sua compagnia può portarlo sicuramente a mettersi nei guai.
I suoi pensieri, comunque, vengono interrotti, ma al contrario di come avviene di solito, non è qualche litigio ad attirare la sua attenzione. Lo aveva già accennato Ermes, nello spiegare la sfida che avrebbero dovuto compiere: il ricordo non sarebbe stato necessariamente un immagine e infatti Eliza percepisce chiaramente un suono. Come per la questione dei ricordi più vicini e più distanti, credo che anche in questo caso può essere uno svantaggio e un vantaggio, insomma, risultano più difficili da vedere, ma sono gli unici che possono essere uditi e, probabilmente, nel silenzio generale non possono che spiccare.
Mi ha sorpresa non poco il fatto che lei abbia avuto un dubbio sul prendere la sfera o meno. Non so, fino a poco prima era così preoccupata, desiderosa di ritrovarlo, e subito dopo mette in dubbio tutto, chiedendosi se ne vale davvero la pena, quando ho letto questa cosa ho praticamente spalancato gli occhi, pregando tutti i santi che tornasse in sé. Ad ogni modo, arriva il nostro uomo misterioso a risolvere tutto (ti vedo che stai citando Tolkien, caro mio), perché non si era già impegnato abbastanza a far andare avanti nella gara questo branco di idioti. Mi è piaciuto parecchio il modo in cui, guardandolo, lei non abbia potuto fare a meno di attribuirgli caratteristiche che non potrebbe davvero aver individuato, è come se la sua intera aurea trasmettesse qualcosa, permettendo al cervello di completare l’immagine. Mi sarò spiegata bene? Questo puoi dirmelo solo te.
In tutto ciò, però, lui non è l’unico ad essere visto da Eliza, essendo presente anche Cicno. Posso dire che ho urlato un bel “NO, CAZZO!”, quando lei nel osservarlo non ha individuato i bracciali? Era la cosa perfetta per far fare a quel demente del mio OC 2+2 e capire di chi si sta parlando nel momento in cui, quando la situazione sarà più tranquilla, lei tirerà nuovamente fuori l’argomento con tutti presenti. Adesso mi tocca sperare solo in un’illuminazione divina, sigh.
Tornando alle cose serie, con gli altri che si rendono conto della compagna rimasta in dietro, riescono finalmente a ragionare meglio su questa competizione. Avevano intuito già all’inizio che si cercava di portare avanti solo semidei, ma di certo non potevano immaginare che ci fosse qualcuno che desiderava con così tanta passione che loro proseguissero. Apprezzatissimi il riferimento a 1984, che tra l’altro dovrei leggere in inglese per scuola e il recap della situazione da parte di Nathan, conclusosi con quel bel “«e che porco Zeus qualcuno vuol qualcosa da noi.» ”.
Ora come ora, credo mi convenga solo pregare affinché si ricordino effettivamente di parlarne meglio e decidano di dirsi tutto ciò di cui sono a conoscenza, perché in questo modo avrebbero davvero la possibilità di capirci qualcosa, alla fine non sono stupidi, pensassero tutti insieme, potrebbero capirci anche più di noi!

~ Non mentirò, questo è un altro paragrafo che mi lascia piena di dubbi, non so bene come approcciarmici. L’inizio, ovviamente, segue la solita struttura di quando non ci sono i cari fanciulli di mezzo, con le tue pillole di vita e luoghi divini, il che alla fine è abbastanza rassicurante, insomma, qualche certezza me l’hai lasciata. Mi è piaciuto che tu abbia scelto di ricordare come il potere delle divinità derivi dalla forza con cui vengono ricordati e, soprattutto, l’importanza per loro dei luoghi dove “sostare” nei templi.
Mi avevi già anticipato la simpatia che provi nei confronti di Era, per cui non sono stata affatto sorpresa dalla tua decisione di riscattare la sua figura, anzi, ammetto che non vedevo l’ora di scoprire come ne avresti parlato. Credo tu ti sia mosso bene, evidenziando che ad essere errate non erano le sue reazioni, ma bensì il modo in cui sono state giudicate. Era è stata colpita nella sicurezza del suo patronato, ferita da un dio troppo egoista per comprendere il male che stava provocando, o anche soltanto per dargli importanza. La sua avrebbe dovuta essere la famiglia d’esempio, perfetta, fondata fin dalle fondamenta sull’amore e la fiducia reciproca, ma come dichiara lei stessa, questo diritto le è stato strappato con brutalità. Cerca costantemente di mantenere su l’aspetto di facciata, la madre perfetta, nonostante la sua vita familiare non sia affatto delle migliori.
Ho amato anche come questa sorta di messa in scena riesca ad avere il suo effetto anche su Gio, che fino ad ora sembra essere divenuto immune ai giochi degli dei. Si sente a suo agio, abbastanza da muoversi senza vergogna nel territorio di Era, ma questo non gli impedisce di desiderare di impressionarla e compiacerla, indossando qualsiasi cosa possa soddisfarla. Lei mi da l’impressione di una di quelle figure che non possono che metterti in soggezione, ma scaldarti comunque il cuore, grazie alla loro familiare eleganza che esprime dolcezza e severità.
Adesso, però, mi sembra meglio passare alla conversazione tra questi due personaggi, tanto simile e pur sempre molto differente da quelle che abbiamo visto negli ultimi capitoli. Era, come ormai quasi tutti, si è resa conto delle stranezze che stanno avvenendo e non teme l’esprimerlo di fronte al diretto interessato: le considerazioni sono quelle oramai chiare, la gara è un conveniente mezzo d’intrattenimento per le divinità e le sparizioni e comparse di anime non sono affatto casuali, ma celano invece una personale visione della giustizia, del modo in cui andrebbero giudicate, ma anche molto di più. Il senso di colpa si dimostra ancora una volta uno dei protagonisti di questa storia, in questo caso riguarda Gio e la sua famiglia perduta tempo addietro. Credo che gli dei non siano totalmente nel torto, molto probabilmente ciò che è avvenuto alla sua famiglia qualcosa deve avercelo a che fare, ma in modo differente rispetto a quanto si aspettino, insomma, hai espresso chiaramente quanto per lui siano stati eventi dolorosi.
Per quanto riguarda il concetto “non dubitare mai del tuo pensiero”, capisco da cosa possa provenire, ma non sono proprio in grado di condividerlo. Sono dell’idea che la consapevolezza di non essere sempre nel giusto e l’essere aperti al pensiero altrui dia grandi possibilità di crescere, ma è normale che qualcuno così vicino agli dei sviluppi un modo differente per vedere la questione.
Per concludere, ammetto di aver molti dubbi su quest’ultima parte. La verità è che, nonostante i termini madre e figlio, non credo di poter dare per scontato che tu ci possa rivelare con tanta chiarezza il vero legame che hanno. Avrebbe senso, a modo suo, Era è una dea molto potente e lei potrebbe facilmente essere la divinità sbagliata ad aver eseguito quel desiderio, ma sarebbe davvero troppo facile così, per cui non me la sento proprio di escludere la possibilità che quegli appellativi avessero semplicemente una valenza simbolica, piuttosto che una da prendere alla lettera.

~ I dialoghi di questo paragrafo. Li ho amati. Tipo tanto, ogni frase. Sono praticamente morta nel leggerli, hai fatto un lavoro fantastico. Aspettavo con impazienza il momento di poterne parlare e sono entusiasta del fatto che sia finalmente arrivato. Ogni frase che usciva dalla bocca di Nathan era oro, anche se sono certa di avertelo già detto (in occasione di un paragrafo precedente? In uno di quelli successivi? Chi lo ricorda, io no di certo). Scherzi a parte, la frustrazione di Nathan è perfettamente comprensibile. Io stessa ho il difetto di passare il mio tempo a giustificarmi e, onestamente, se non potessi farne a meno mi prenderei a schiaffi da sola. Ho adorato il modo in cui è totalmente partito per la tangente, odia l’atteggiamento di Jane e questo è terreno fertile per gli insulti. È chiaro che lui sia sempre stato una persona che lavora sodo, i suoi successi non sono stati regalati e non dubiterei un secondo del fatto che si sia ammazzato di lavoro prima, dopo e durante il periodo al Campo. Quando si è così, ovviamente l’idea che qualcuno pretenda i tuoi stessi risultati senza fare effettivamente nulla deve dare proprio sui nervi.
D’altro canto, Jane non sopporta l’idea di essere nel torto e fa di tuto per dimostrare che non era nelle condizioni di sviluppare le sue capacità. Forse, in condizioni normali, l’avrebbe anche avuta vinta, ma Nate ce l’ha troppo con lei per non risponderle a tono ed Eliza e Úranus sono le prove su gambe che avrebbe potuto farcela. Menzione d’onore a “Smettila di nasconderti dietro a mille scuse perché- Porca troia statti zitta e fammi finire di parlare invece di interrompermi sempre!”, perché mi è sembrato di rivedere me quando provo a discutere con mia madre, ergo è dannatamente realistico.
Andando avanti, ho apprezzato molto anche la conversazione tra Úranus e Nathan. Quest’ultimo ha dimostrato ancora una volta di saper essere un bravo compagno di squadra, grazie alla solidarietà nei confronti dell’altro, e mi è piaciuto parecchio anche che abbiano finito per mettere a confronto le rispettive madri, sicuramente tanto differenti tra di loro. Un particolare che ho amato è stato il commento di Nathan “«Ovviamente noi siamo i migliori, cazzo.»”, perché ho letto da qualche parte che i marines, nello specifico, sono molto orgogliosi del loro gruppo e non smettono mai di sentirsene parte, deve essere lo stesso anche per lui, nonostante sia più legato al Campo.
Altra frase, sempre del nostro soldatino, che ho adorato è stata “Come quando discutevo con qualche coglioncello della Cabina 11. Mi ci incazzavo ma non volevo davvero spaccargli la testa sino alla morte. Solo sbatacchiarli un po’.”, riassume benissimo il rapporto che hanno avuto fino a questo momento ed esprime bene la sensazione si prova in questi casi.
Ed ecco che, finalmente, la parte di gruppo rimasta si riunisce! Il mio cuore si è sciolto all’idea di Lea che salta addosso a Úranus per abbracciarlo, amo la loro amicizia e non credo che dopo lo spavento che si è presa le sarebbe venuto facile trattenersi. Eviterò di trascrivere l’ennesima frase di Nathan da incorniciare (ammettilo che quando fai parlare lui dai libero sfogo alla tua fantasia e ti ci diverti), ma apprezzo il modo scherzoso con cui Lea ha detto che si sarebbe offesa, se lui avesse preferito litigare con Jane.
Ora, assodato il fatto che Jonas che non si calma=qualcosa di strano con Cade, che già così muoio, mi sto sentendo in colpa io per lui, che è costretto a confessare le sue pene. E pensare che non ha ancora detto tutta la storia, ho paura di quando verrà fuori. In ogni caso, mi ha fatto piacere vedere fossero tutti supportive, a modo suo persino Jane, alla fine sono un gruppo più consolidato di quanto diano a vedere, li adoro e so già che non reggerò il momento in cui dovranno scontrarsi, ugh.

~ Okay, questo è uno di quei tuoi paragrafi un po’ più vaghi, di quelli che leggo, mi faccio un’idea e poi mi chiedo all’infinito se io stia dando troppo per scontato alcune cose, ho paura di cosa ne verrà fuori, ma, ad ogni modo, è inutile continuare a farsi guidare dal dubbio, quindi iniziamo a vedere meglio ciò che hai scritto: logicamente, il ragazzo confuso che vediamo nel primo frammento dovrebbe essere proprio Cade, che ci sta facendo tanto dannare.
A questo punto, mi domando dove si trovi e, soprattutto, per quale motivo sia lì. Okay, so che il motivo è proprio il fatto che è stato rapito, ma nonostante i miei sforzi, non riesco proprio a capire le ragioni dietro a questo sequestro di persona, visto che coloro che se ne occupano di solito sembrerebbero desiderare che lui prosegua la competizione. Che sia effettivamente Cade o meno, è evidente quanto sia spaesato, da ciò che leggo non sarei neanche sicura del fatto che lui stesso sappia chi sia in questo momento, per cui suppongo di essere giustificata.
La questione, però, è che il ricordo che gli si para davanti non è il suo ma, piuttosto, nonostante non sia mai utilizzato espressamente il suo nome, si evince abbastanza chiaramente che si tratti di quello del nostro Úranus. Ti dirò: leggendo con quest’idea, si apprezza ancora di più il riferimento di poco prima riguardo al fatto che sia tutto un brutto sogno. Spero fortemente che la sfera non sia stata infranta, ma piuttosto sia successo qualcos’altro, anche se purtroppo ne dubito. Mi avevi già anticipato che non aveva più un’autrice, per così dire, per cui mi viene il dubbio tu abbia deciso sia il momento di “lasciarlo andare”, come ho già detto però, per una delle prime volte, mi auguro di sbagliarmi.
Passando al vero e proprio contenuto, adoro poter leggere le parole di una madre che ama suo figlio in modo così incondizionato. Nel suo discorso non c’è rabbia, non c’è rimprovero, ma solo un enorme amore materno: Úranus non deve essere stato un bambino facile da gestire, per via della sua influenza sulle emozioni, deve averle dato parecchi pensieri. Eppure, nonostante tutto, lei è lì, ancora innamoratissima del suo bambino.
Suppongo che, in parte, sia merito anche del padre di lui, che in qualche maniera ha sempre dimostrato di essere presente, ma anche se avesse iniziato con gli allenamenti per il controllo dei suoi poteri appena possibile, dubito che nei primi anni fosse possibile riuscirci. D’altra parte, mi ferisce dover vedere Úranus in questo modo, spezzato dal suo stesso essere e dalla spietatezza del giudizio di chi non ha mai voluto conoscerlo.
Onestamente, non sembrerebbe in grado di ferire neanche una mosca volontariamente, ma la costante paura che doveva affliggerlo quando si trovava nel paese dubito potesse aiutarlo più di tanto a controllarsi. Concludo dicendo che meriti punti in più per il dibattito del “non ci sono guerre da combattere” e “ma ci sono vite a venire, nel futuro”.

~ Ed eccolo qui, il paragrafo, quello che mi farà ammattire del tutto, onestamente non so come dovrei dire tutto in così poco, ma proviamoci comunque. Non c’è molto da dire sul suo inizio, del resto viene solamente fatto riferimento al tentativo di Úranus di sfruttare i suoi poteri per trovare Cade e alla reazione degli altri, che non sanno in cos’altro sperare, al fallimento, ma ho comunque apprezzato la lieve delusione di Lea nel rendersi conto di essere stata, più o meno, l’ultima a venire a conoscenza del genitore divino dell’omone con cui ha iniziato questa gara, è stata una giusta accortezza la tua, l’indifferenza alla questione non sarebbe proprio stata appropriata.
Ad ogni modo, subito dopo la fanciullina sopraccitata se ne esce con la proposta che mi ha fatto venir voglia di prendere a testate il muro più delle altre, per cui non perdiamo tempo! Tipo… Lea, ormai ti voglio bene, ma minchia, non potevi sparare cazzata più grande e pure gli altri sono degli idioti a darti retta. Va bene, magari sono io che pecco di pessimismo, ma onestamente, se un ragazzino emotivamente instabile mi dicesse di non essere bravo a controllare i suoi poteri, io di certo non gli chiederei di usarli, per quanto la situazione sia disperata. Io qui lo dico e qui lo nego, ma Cade farebbe meglio a cavarsela da solo, perché il loro mi sembra il gruppo di eroi più inutile mai visto, anche se, chi vogliamo prendere in giro, li amo soprattutto per questa ragione.
Disapprovazione per le loro scelte discutibili a parte, non mi sorprende affatto che tutto quel sostegno incondizionato abbia portato Jonas ad accettare, del resto ogni tanto qualche botta di autostima gli serve e se questa non partisse da chi lo circonda sarebbe finito. Poi, vogliamo parlare della sua sequenza di pensieri, mentre tenta di accingere ai suoi poteri? Semplicemente perfetta. Inizia in modo tranquillo, ma procedendo diventa più nervoso, a tratti paranoico, si lascia sovrastare dall’ansia e ripensa fin troppe volte alle stesse, identiche, cose, vagando del tutto con la mente. Ancora una volta, ha paura, perché ciò che ha visto in vita non gli permette di credere che, alla fine dei conti, possa davvero essere accettato così com’è. L’essere arrivato a convincersi che questa situazione non è poi così male è sicuramente la migliore dimostrazione di quanto potere possano avere sentimenti come quelli che sta provando su di una persona, che in condizioni normali non arriverebbe mai a un’idea di questo tipo.
È stato un buon momento, adatto alla situazione, ma onestamente non immaginavo affatto la forte escalation di emozioni che sarebbero partite alla sua chiusura. Passiamo a un approccio più schematico, così evito di impazzire:
Innanzitutto, io l’avevo detto, cazzo. Sapevo fin dal primo momento che sarebbe andata da schifo e questi hanno anche la faccia tosta di esserne sorpresi, mannaggia a loro. Capiscimi, l’ho presa proprio male. Tornando alle cose serie, quando ho letto “«Jonas. Perché ti vedo con gli occhi verdi?»” la mia reazione è stata un sonoro “EH!?”, insomma, se c’è qualcosa che so con certezza del mio OC è che quello non è il colore giusto e mutamenti di questo genere non sono mai un buon segno. A questo punto, direi che sono tutti piuttosto pentiti di averli convinti ad attuare quella folle idea, ma i poteri sembrano aver trovato appiglio su due persone differenti, come se il tentativo di farli convergere in un’unica azione fosse andato alla deriva da ogni punto di vista.
Quasi prendendo spunto dalla precedente insinuazione sarcastica di Nathan, i timori di Jane assumono la forma di un uomo, che suppongo essere Samuel, e le fanno totalmente perdere il controllo. Jane ha perso la sua stabilità ormai secoli fa e, se l’abbiamo già vista altre volte superare alcuni confini, qui non risulta più in sé, tornata con la mente al dolore di un tempo. La sua risata isterica e il discorso delirante che ha portato avanti, inoltre, mi pare mostrare un modo di affrontare il tutto diverso dal solito, come se volesse aggrapparsi con le forze che le rimangono all’ironia dello scenario che ha visto la sua morte, come se lo rendesse meno drammatico, come se fosse meno spaventoso. Finalmente, abbiamo potuto osservarla in tutta la sua fragilità, mentre cerca sostegno nella prima persona che le capita a tiro, un piacevole contrasto con la ragazza scontrosa che per l’intera durata del capitolo abbiamo visto entrare in contrasto con i compagni, più intensamente di ogni volta prima d’ora.
Interessante l’intervento in cui vediamo Úranus alle prese con le conseguenze del loro esperimento, anche se, devo ammetterlo, spezza un po’ il ritmo, poiché si trova tra due momenti molto caotici, in cui i personaggi sono vittime di quelle stesse sensazioni a lui ben familiari. I suoi dubbi sono piuttosto comprensibili, non deve capitare poi così spesso di trovare qualcuno con la cui interazione possa causare tanti danni, del resto fino ad ora è stato l’unico a porsi la domanda fatidica, quindi parte sicuramente avvantaggiato. Immagino che per lui, che ha avuto modo di interagire direttamente con suo padre, sapere con certezza che questo lo stia effettivamente sorvegliando debba essere piacevole, è consapevole che non potrà mai intervenire davvero, ma in certi momenti questo tipo di sostegno è la linea che stabilisce se si avrà o meno la forza di proseguire. Non so quanto potesse essere saggia l’idea di comunicare a Jonas l’informazione ricevuta, avrebbe potuto tranquillamente agitarlo di più, ma alla fine la sua idea aveva una certa logica.
Proseguendo, posso dirti che ho amato alla follia la reazione che ha Jonas nel vedere quelle immagini, credo che nel corso degli ultimi due mesi avrò mandato alle mie amiche almeno una trentina di screen a riguardo, accompagnati da dei bei “CEH!”. Anche in questo caso, è stato apprezzatissimo il passaggio mentale: all’inizio è, ovviamente, spaventato da ciò che sta accadendo, si tratta di qualcosa di nuovo e che non sa proprio come affrontarlo e, soprattutto, come farlo smettere, d’altro canto lo aveva già anticipato, il poco controllo che ha sui suoi poteri. La paura, però, viene presto sostituita dalla consapevolezza e, diamine, ammetto di essermi sentita anche io in colpa, quando ha iniziato a scusarsi in modo disperato, perché non era giusto che vedesse Lucy in quello stato, perché è qualcosa di troppo privato, che dovrebbe restare segreto. Ovviamente il panico doveva tornare, ho apprezzato davvero molto il vagheggiamento sulla sua, di morte, e su come potrebbe essere stato trovato, su chi fosse stato, ma credo che si raggiunga il culmine di questa montagna russa d’emozioni nel momento in cui inizia a percepire il ricordo di Eliza, mutando quindi atteggiamento all’istante, come spesso accade quando si tratta di lui.
Hai descritto la scena in modo eccellente, riuscivo quasi a vederlo, preso dalla frenesia del momento, mentre gira su sé stesso alla ricerca della sfera. La reazione di lei potrebbe sembrare un po’ irruenta, corrergli dietro e immobilizzarlo non è di certo la migliore delle tattiche, ma credo che, dal suo punto di vista, fosse semplicemente stato sopraffatto così tanto da aver bisogno di una fuga, per cui le sarà parsa come una necessità del momento. D’altra parte, ha affrontato l’intera situazione con molta maturità, è vero, ha un po’ perso colpi all’inizio, quando sperava in un intervento di Lea per poter calmare Jane, ma alla fine ha trovato un’eccellente soluzione alternativa, tanto lo abbiamo capito che in questa storia i problemi, a meno che non ci sia la nostra figlia di Apollo a disposizione, si risolvono praticamente tutti a suon di botte.
Concludiamo la visione di questo paragrafo con il punto di vista di Nathan sulla situazione. Innanzitutto, apprezzo molto il fatto che anche nello shock sia stato consapevole abbastanza da rendersi conto di non essere lucido e di aver bisogno, quindi, di un aiuto di qualsiasi tipo. La cosa che mi è piaciuta di più, però, è quanto il fatto che Jonas descrivesse Lucy fosse più una necessità che un desiderio. Quando si parla di lei, il resto ha smesso di aver importanza, non vuole davvero saperne nulla del diavolo di motivo per cui tutto quello sta accadendo, gli basta soltanto avere qualcosa a cui aggrapparsi, che l’immagine ben stampata all’interno della sua mente sia confermata come tale, poiché deve essere certo di poter conservare questo ricordo in un archivio mentale per la sua intera ed eterna esistenza. Posso capire, in qualche modo, il meccanismo che è in corso per lui e ammetto di aver sofferto io stessa, nel rendermi conto di quanto fosse ignaro della brutalità di una di quelle tante immagini.
La situazione, in ogni caso, si prospetta davvero particolare. È stato un paragrafo ricco di emozioni contrastanti ed eventi e, nonostante siano ben lontani dal raggiungimento del loro obiettivo reale, posso dire che lo definirei come uno dei punti forti del capitolo, specialmente per la sua complessità, per non parlare del fatto che, alla fine, sono venute fuori molte più cose di quanto avessero programmato.


E finalmente, ho concluso! Lo so, lo so, sono in un ritardo stratosferico, ma almeno questa volta ce l’ho fatta. Ammettilo, ti mancavano le mie recensioni del tutto sconclusionate e incoerenti. A proposito, so che a volte potrei essere stata ripetitiva, altre volte potrei aver parlato di qualcosa che era già stato menzionato in precedenza come se fosse la prima e cose del genere, ma era la soluzione più pratica che io abbia trovato, prova a capirmi e a perdonare l’enorme caos che è questa recensione. Visto che ci sono, ne approfitto anche per lanciarti una sfida: alcuni paragrafi sai già quando sono stati recensiti, altri credo sia abbastanza chiaro che sono un po’ più grezzi… secondo te, qual è stato l’ordine con cui li ho presi in considerazione? Sono curiosa della tua teoria ù.ù
Tornando al capitolo, mi sembra il caso di fare una piccola considerazione: amo i testi così corposi, ho espresso più di una volta il mio apprezzamento per i tuoi mega capitoli, ma nonostante io non abbia alcun problema nella loro lettura, risulta già tutto più complesso nel momento vero e proprio in cui ne devo parlare. Per farti capire, a un certo punto, per riuscire a comprendere a cosa dare la priorità rispetto ad altro, ho dovuto iniziare a stampare paragrafo per paragrafo ed evidenziarmi le frasi che attirano di più la mia attenzione, altrimenti non sapevo più da dove cominciare. È la stessa ragione per cui ancora non sono riuscita a recensire i capitoli precedenti, c’è davvero molto di cui parlare, quindi con dei capitoli così corposi può risultare difficile orientarsi. In ogni caso, capisco perfettamente la difficoltà che si può provare nel trattenersi dallo scrivere, ma mi sembrava comunque giusto fartelo sapere!
Va bene, adesso ti lascio stare, che domattina ho scuola e la professoressa di greco ha intenzione di spiegare, sappi che se mi dovesse dire qualcosa perché potrei dormire in piedi darò la colpa a te :D
A presto!
Baci
;*
Zoey
PS. Come al solito, non ho la minima intenzione di rileggere tutto perché sono stanca morta, quindi se qualcosa non ha senso sai il motivo. E, altra piccola cosa, ho notato che almeno un paio di volte hai aggiunto una e di troppo al cognome di Jonas. Okay, ora ti lascio stare davvero, lol
Recensione alla storia Death Race - 17/10/19, ore 23:20
Capitolo 7: Moon
Hey! Prima recensione finita, vediamo di fare la seconda in tempi decenti, anche se ormai sono sicura del fatto che ci metterò almeno un mese. Vabbè, le intenzioni ci sono, poi ormai lo sai, mi conosci, ci metto tanto ma ci tengo al fatto di non scrivere solo cavolate e a stare attenta a tutti i dettagli, quindi sono comunque in buona fede. Convenevoli a parte, stringiamo e partiamo con ciò che ti interessa davvero, perciò l'analisi del capitolo (che poi, è un'impressione mia o hai optato per fare meno paragrafi ma decisamente molto più lunghi? Perché so che è abbastanza più corto dell’altro, ma alla lettura sembravano lunghi più o meno uguale, questo mi sembra positivo).

~ L’inizio è, come ogni volta, piuttosto stuzzicante. Te lo ripeterò ancora e ancora, l’idea di poter avere accesso alla tua visione delle divinità che rappresenti mi incuriosisce da matti, in questo caso poi, oltre a venirci presentate due dee, ritroviamo alcuni dei visti in precedenza, insomma, si tratta sicuramente di un paragrafo intenso. La prima a venirci presentata è Artemide e da questo ne conseguono un po’ di cose: la sua perplessità nei confronti della gara sembra nettamente più evidente rispetto a quella dimostrata da altri in precedenza, come se, forse condizionata anche dal fatto di non aver mai avuto figli nel mondo, l’idea che forse per una volta le cose potrebbero andare bene per tutti non la toccasse minimamente. La cosa su cui vorrei soffermarmi, però, sono i suoi pensieri riguardo a Giò, la consapevolezza che questo personaggio che sentiamo almeno nominare in ogni capitolo riesca ad intimidirla, nonostante lei sia una dea.
Ho riflettuto parecchio su di lui, chiedendomi cosa si potesse celare dietro a quest’uomo, ma la spiegazione più semplice e ”razionale”, per così dire, che riesco a darmi è la possibilità che abbia avuto un’occasione simile a quella di Percy, ma che in questo caso gli sia stata offerta una sorta di immunità come ringraziamento per qualcosa, e che lui al contrario del caro figlio di Poseidone l’abbia colta. Considerando quanto poco ne sappiamo, in effetti, potrebbe anche essere vero, ma purtroppo non credo che possa essere così facile, anche solamente perché non sono pienamente convinta del fatto che gli stessi dei darebbero a un uomo i mezzi per soggiogarli in quel modo, la possibilità di comportarsi pienamente a suo piacimento, anche se il fatto che in precedenza si sia parlato di come loro siano in debito mi lascia comunque pensare.
In effetti, però, la cosa che mi fa più arrovellare nei pensieri è il modo in cui gli si rivolga non sempre come uomo, ma spesso addirittura come essere, che neanche gli Olimpi riescono a comprendere. Il ricordo di Artemide, poi, mi ha lasciata un po’ con l’amaro in bocca, è evidente che ci hai lasciato con qualcosa di potenzialmente grande per comprendere il personaggio, parlandoci di un ragazzino che non teme gli dei già da allora, che è stato praticamente accolto da essi e per ognuno di loro è rimasto colui che avevano etichettato tempo addietro, eppure non riesco a decifrarlo, non riesco a comprendere cosa di nasconde dietro a tutto questo, anche se forse sono solo io che mi faccio troppe domande e alla fine non riesco a cogliere ciò che sta sotto al mio naso.
Chiudiamo la parentesi Giò e teorie e passione all’azione, circa. Ammetto di aver esultato quando hai introdotto Ipnos. Non è una divinità a cui ho mai prestato particolare attenzione, io e il sonno abbiamo un rapporto particolare, che mi ha portata anche a tendere di ignorare, in qualche modo, la figura a cui è legato, decisamente più attratta dai sogni, perciò vedere come lo hai costruito te, come lo caratterizzi, mi entusiasma, non ho nessun condizionamento, non ho confronti da fare, e questo mi piace, perché mi aiuta ad apprezzarlo. In particolare, mi piace come sembra quasi porsi allo stesso livello dei mortali. Mi spiego meglio? Mi spiego meglio. Dal modo in cui ne parli te, sembra che ci siano alcune divinità che si pongono indiscutibilmente ad un livello superiore rispetto a quelli degli uomini, come si evince in generale da ogni opera che parla di mitologia, ma altri sembrano abbracciare felicemente quelle caratteristiche che invece hanno in comune con essi e, in qualche modo, Ipnos mi sembra proprio fare questo, e avrebbe anche senso considerando che deve essere in contatto con il mondo mortale molto più di altri.
Il modo in cui si pone, lo stesso dialogo con Artemide, sembra distinguerli nettamente da diversi punti di vista, anche dal punto di vista di ciò che rappresentano, nonostante si possa trovare un collegamento tra la Luna e il sonno. Ad ogni modo, sto nuovamente divagando, è meglio concentrarsi sul loro dialogo, una delle tante spie delle loro caratterizzazioni in effetti. Basta pensare al modo in cui lei si eleva, senza alcuna esitazione, al di sopra del suo gemello, affermando che non avrebbero dovuto dare a lui quella grande responsabilità e facendo quindi intendere che lei, al contrario, l’avrebbe gestita meglio di quanto farà lui. La questione è proprio questa, a lei non importa della gara, ma vuole superare il fratello anche su questo campo, semplicemente spinta da un egocentrismo definibile solo come divino (e adesso, tra l’altro, ho un’altra cosa da attendere con impazienza, ovvero la prova di Apollo, mi chiedo già se Lea sarà in qualche modo avvantaggiata dal fatto di essere sua figlia, probabilmente però sarà proprio così, in fondo è quello che è successo con Persefone e la sua prole da quello che ci hai detto).
Ad ogni modo, il piccolo intermezzo tra Efesto e Giò mi ha fatto sorridere, è stato un attimo passaggio, sicuramente divertente ed efficace, non sembrava forzato, ergo l’abbandono della scena da parte del dio del sonno non appariva affatto come forzato o simili. Ci aggiungo così, giusto per riprendere il discorso di prima, che pure il modo in cui Ipnos parla di suo fratello mi sembra più simile a quello dei mortali che per quanto riguarda quello con cui lo fa Artemide, nonostante la competizione tra fratelli sia una cosa molto reale. Boh, sarò strana io, ma almeno mi sembra tutto coerente, quindi suppongo che a te non facciano poi così male questi miei ragionamenti.
Comunque, mi sembra il caso di passare all’accoppiata Atena e Artemide, che ho speso già abbastanza parole per il resto. Parlando del dialogo in maniera generale, direi fantastico, credo che le rappresenti bene, anche se in modo parecchio diverso rispetto a quello a cui Rick aveva abituato noi lettori, del resto di questo fattore in particolare noi due ne avevamo già parlato. Per quanto riguarda la dea della caccia, nonostante il paragrafo sia dedicato prettamente a lei, mi pare che rimanga comunque una figura piuttosto ambigua, che davvero può essere vista in modo differente a seconda della persona che la osserva, più di quanto possa accadere in altri casi, il che mi ha fatto pensare anche al mio bimbo, ma di lui ne parleremo dopo. Il motivo per cui lo nomino è, principalmente, il fatto che avendo costruito un personaggio con una caratteristica del genere mi sembra di aver imparato a capire come funzioni, bene o male. Per l’appunto, sembra che Artemide cambi quasi vedute con il suo cambiare interlocutore, ma in modo diverso rispetto a come Jonas potrebbe fare, ad esempio, ritrovandosi davanti due persone con stili di vita diversi.
Non so bene come spiegartelo, quindi prenderò un esempio: giusto poco fa ti ho parlato del fatto che lei sembrasse porsi a un livello superiore in quanto divinità, come il suo atteggiamento esprimesse proprio questo, eppure nella sua conversazione con Atena sottolinea come la loro storia sia basata su conflitti paragonabili a quelli umani. Ecco, non so se fosse la tua intenzione, ma sembra che lei abbia un continuo atteggiamento di sfida nei confronti di chiunque abbia davanti, portandola a rimanere in qualche modo se stessa ma anche a mutare alcuni modi di fare, per vedere fino a quando le provocazioni verranno ignorate. Sarò sincera, ti potrà sembrare un ragionamento assurdo, ma giuro che nella mia testa fila tutto parecchio e ha anche un certo senso.
Per quanto riguarda Atena, invece, la cosa che mi è piaciuta di più è il fatto che tu abbia esaltato il sue essere una controparte di Ares. Atena è come la Guerra Fredda, glaciale e distruttiva, quella guerra ragionata, basata su artifici mentali, strategie e piani che non lasciano spazio al trasporto emotivo, quella guerra che può distruggerti totalmente l’animo portandoti prima alla paranoia e poi alla pazzia. Un lato di lei affascinante e dannatamente spaventoso, forse è anche per questo che molti tendono a dimenticarlo. Ottima scelta, aumenti sempre di più la mia curiosità sulle altre divinità del pantheon greco.
La discussione delle due dee inizia proprio da Giò, ancora non abbiamo visto una divinità che pone la più totale fiducia riguardo alle intenzioni che si celano dietro questa gara, e ciò è tutto dire. Loro non sono da meno e, anzi, appaiono come quelle più diffidenti, eppure si sono lasciate coinvolgere, accettando di mettere in atto quella che, alla fine, non è altro che una follia. Il ragionamento di Atena, che pone a confronto la razionalità di alcune divinità e i sensi di colpa di altre, è perfettamente sensato e spiega in modo molto chiaro e semplice la situazione, dando un motivo per cui anche coloro che non sono interessati alla vita dei giovani semidei dovrebbero sostenere il tutto, ovvero quello pratico. Si tratta di un classico momento esplicativo, di quelli che vengono inseriti con l’unico scopo di risolvere alcuni dubbi che rimangono al lettore, ma risulta comunque piacevole, scorrevole e per niente pesante.
Diciamo, però, che su questo lato ci siamo soffermarti diverse volte, anche in precedenza, e la parte ”nuova” arriva solo ora. È ormai risaputo che gli dei hanno le proprie preferenze tra i semidei, perciò direi che nessuno di noi è sorpreso dal fatto che Persefone abbia messo il suo zampino in alcune cose, ma resta la questione della tessera dorata e di colui che essa rappresenta. Gli indizi porterebbero, ad un primo impatto, a credere che questo possa essere proprio Giò, altro argomento di cui avevamo discusso, ma non potrei metterci la mano sul fuoco, ritenendo che potrebbe essere tranquillamente qualcun altro, che si sporca le mani per lui facendo ciò che è necessario per raggiungere l’obiettivo finale. Tutto riporta in modo diretto a Giò, perché anche in questo caso le dee parlano di lui come se lo conoscessero, ma il fatto che non lo nominino apertamente è strano, anche se può essere semplicemente essere considerata una sorta di libertà poetica, per mantenere l’alone di mistero.
Adesso, poi, oltre alle teorie di Artemide e Atena, si aggiungono anche le piccole informazioni proprio sulla personalità e gli ideali di quest’uomo, ovvero che è contrario alle guerre fra semidei, è tipo da pochi amici e sembra essere portato per il caos. Queste informazioni, che per quello che abbiamo visto fino ad ora potevano essere quasi intuibili, per me hanno fatto un po’ da lampadina, come se il vederle scritte nero su bianco le rendesse più reali, portandomi a rivalutare un pensiero che potrei aver espresso a inizio storia (sinceramente non sono neanche sicura di averlo scritto nella recensione), ma per questo dovremo aspettare.
La sostanza, alla fine, è sempre quella. Lo stesso modo in cui è costruita la competizione appare strano e sospetto, se si considera tutto ciò di cui sono a conoscenza, e l’unica domanda a cui non sono in grado di rispondere è quella essenziale ma anche di partenza, cosa si nasconde dietro a tutto questo?. Particolarmente d’impatto il dettaglio di ciò che è accaduto all’interno del labirinto, una sola di una lunga serie di scomparse, dovuta proprio alla presenza del nostro famoso losco figuro, che sicuramente rivedremo di nuovo, più di una volta, nel corso di questa storia.
~ Ahhh, ti piace proprio mettermi in difficoltà, eh? Mi meraviglio del fatto che tu non senta le rotelle del mio cervello girare lentamente da casa tua, non hai idea di quanto mi abbia dato da pensare questo paragrafo, tutt’ora non sono bene in grado di capire che cosa pensare. La tua bravura, in questo caso, è stata quella di tenerti molto sul vago, non utilizzando neanche espressioni che potessero far comprendere il genere dell’anima presente all’interno della stanza, cosa che mi rendo perfettamente conto, può risultare alquanto difficile. Hai fatto davvero un ottimo lavoro, basandoti principalmente sulle sensazioni provate da essa hai sviluppato un paragrafo che lascia solamente con molti dubbi. Il mio pensiero, dopo una prima e seconda lettura, è stato che si trattasse di Cicno. Ormai è scomparso da un paio di capitoli, perciò non so quanto possa essere probabile che tu potessi decidere di reinserito subito, ma nessuno può assicurarmi che tu non abbia puntato proprio sul portarci fuori strada in questo modo, perciò diciamo che per ora sembra l’ipotesi più sensata, anche se non ci scommetterei troppo, ci hai dato troppe poche indicazioni perché uno possa buttarsi a capofitto su di una ipotesi soltanto.
Per adesso, credo sia il caso di proseguire motivando l’ipotesi riguardante Cicno. Innanzitutto, ci sarebbe quel passaggio abbastanza strano, che mi ha lasciata un po’ perplessa a dirla tutta,sono stata costretta ad interpretarlo perché assumesse un certo senso. All’inizio è tutto completamente buio, non riesce neanche a scorgere ciò che è a un palmo dal suo naso, poi per qualche motivo sembra che ci sia una sorta di luce che lo aiuta a vedere e, infine, ciò che vede è sangue. Non hai mai nominato dei possibili poteri di Cicno, ma mi hai rivelato che questa cosa di emanare luce ti aveva affascinato molto, perciò avresti potuto applicare una capacità simile a quella di Lea anche su di lui, in quanto figlio di Apollo, ergo potrebbe essere questo il motivo per cui è finalmente in grado di scorgere qualcosa. Poi, però, c’è anche tutto quel tuo discorso sul sangue, come quest’anima ne era stata macchiata più di una volta, ma che non si trattava mai del suo, di sangue, e questo mi ha rimandata con la mente a una frase rivolta proprio a lui, nel momento in cui ha “incontrato” Jonas, ovvero ”Solo perché il sangue che ti sporca le mani ti è stato versato direttamente da una giara d'oro dopo che altri avevano eseguito i suoi ordini.”.
Sono collegamenti particolari, che probabilmente vedo solo io, ma almeno mi hanno portata a farmi una sorta i idea, aspettare semplicemente che ci dessi più indizi andando avanti, senza neanche provare a ragionarci un po’, non era proprio nel mio stile. Che poi per carità, davvero, sono convinta che quest’ipotesi abbia senso solo per me, ma in caso si trattasse di un personaggio nuovo non potrei comunque arrivare a chi si tratta in alcun modo, quindi almeno ragionandoci un po’ mi sono aperta una possibilità in più, giusto perché non stavo già ammattendo abbastanza con il resto della roba. In ogni caso, come avrai già intuito, non ho poi molto da dire su questo paragrafo, purtroppo a volte capita anche questa cosa, i complimenti per come è stato costruito te li ho già fatti, adesso bisogna solo vedere che cosa ne pensi di questo mappazzone di pensieri sconnessi.
~ Sempre pronto a sconvolgermi, chi se l’aspettava di imbattermi subito nel punto di vista del mio Jonas! Non che me ne lamenti, eh, è sempre un piacere leggere del mio piccolo. Ammetto di aver sorriso come una cretina quando ho letto della sua tentazione di sfiorare i petali dei fiori, solamente per vivere l’ebbrezza dell’andare contro un ordine attentamente impartito, questi piccoli dettagli, le cose quasi impercettibili, adoro poter ritrovare le sue caratteristiche principali in questo momenti, leggere e pensare che sì, questo è proprio quel tipo di cose che penserebbe lui, sembra quasi mi legga nel pensiero, perché se si presta la giusta attenzione si può sicuramente arrivare a costruire un profilo abbastanza esplicativo solamente tramite questi. Da questo momento, poi, si passa ben presto a tutta la parte dedicata alle sue paranoie e qui te lo devo dire, hai centrato in pieno, ne avevamo parlato,Jonas è un ragazzino che si preoccupa per un nonnulla, rendendo ogni singola cosa una sorta di affare di stato, e hai davvero sviluppato bene il concetto.
Ti avevo accennato al fatto che quest'anno festeggerò il compleanno insieme a una mia compagna di classe, con cui la differenza è di soli tre giorni, e per un paio di settimane prima che decidessimo me ne sono stata zitta, chiedendomi se fosse il caso di proporle di nuovo i festeggiamenti congiunti, se lei non si fosse per caso scocciata di dividere il compleanno con me, poi un giorno lei è semplicemente arrivata e "dovremmo iniziare a pensare alla nostra festa" e io a darmi della demente perché mi ero fatta tutti quei problemi quando per lei era semplicemente scontato che avremmo continuato. Ora, capisci a cosa voglio arrivare con questo racconto? Tutte le domande che si pone mi sembrano dannatamente reali. Riesco a vederlo, che cammina, rimuginando su tutte quello che è accaduto in quel lasso di tempo indistinto, che ragiona su cosa è accaduto, come si era comportato lui e cosa invece ha fatto Cade, come ha reagito a cose differenti, solamente per poter prevedere, in qualche modo, una sua reazione. La capisco, vagamente, la paura di star superando un limite dettato dalla proprie età, anche se per fortuna non alla maniera del mio bimbo, altrimenti avrei dovuto davvero iniziare a preoccuparmi. Ad ogni modo, è una cosa che sento più nei riguardanti degli insegnanti, perciò è stato interessante provare a ragionare anche su quest’altro aspetto, per di più sono soddisfatta della conclusione a cui arriva, anche se l’equilibrio non tarda affatto nel farsi spezzare.
Questo, a parer mio, è uno dei momenti migliori, quello in cui tutto si ferma e l’unica cosa a cui può pensare sono quei cancelli che gli si sono paranti davanti, e non importa quanto la parte razionale di lui lotterà per farsi sentire, non importa quanto ci ragioni, non importano tutte le differenze, il puro terrore non può essere eliminato con facilità. La mente umana è fatta così, un’immagine può rimandarti immediatamente ad un’altra senza nessun apparente motivo, senza che tu possa far nulla per fermarla o per evitare il collegamento che si crea e, se questo è negativo come in questo caso, devi solo sperare di avere abbastanza consapevolezza del tuo corpo e delle tue emozioni per essere in grado di gestire il tutto prima ancora che la situazione precipiti. Purtroppo non è questo il caso di Jonas, che dalle emozioni ha sempre lasciato sopraffarsi, portando a un vero e proprio attacco di panico.
Ora, fattelo dire, il panico lo hai scatenato anche te a me, eh. Da una parte ero tipo ”È una scena perfetta, l’idea di lui che implora per non tornare nei Campi di Pena è semplicemente magnifica, sa come descrivere questi momenti”, dall’altro il sunto dei messaggi alle mie amiche può essere ”Ma cazzo è mai possibile che questo demente abbia una percentuale di malori più alta di una persona viva? Questo mi rimuore, io ve lo dico, cristo santo”. E poi provi pure a negare il fatto che me lo strapazzi, finirai per togliermi una ventina di anni di vita di questo passo, io lo so. Proviamo a fare i seri però, questo momento merita un commento quantomeno decente.
Non posso neanche immaginare la sensazione che deve aver provato all’idea che potesse esserci una vaga possibilità di dover tornare subito ai Campi, alle torture e alla solitudine, del resto la prontezza con cui Cade è stato in grado di intervenire, anche solamente con il preoccuparsi di ricordargli che non vi è motivo per cui questo dovrebbe accadere, potrebbe essere stata decisamente di aiuto. Credo abbia anche senso, poi, il fatto che all’inizio prenda un po’ sottomano la situazione, memore del fatto che, alla fine, sono pur sempre morti, però deve essere comunque un brutto colpo realizzare che no, le cose non vanno propriamente come avevi pensato e a questo giro ti tocca pensare a una soluzione e anche in fretta. Certo, il pugno non è propriamente la prima a cui io avrei pensato, ma direi che è stato efficace, perciò non mi lamento, grazie Cade per non avermelo semplicemente lasciato al suo panico, pensaci te a farmelo sopravvivere per un altro po’. Comunque, non ho potuto fare a meno di apprezzare quando ho letto che Cade faceva dei cerchi con le dita sulla schiena, per il semplice fatto che è una cosa che faccio anche io ogni volta che una mia amica si lascia andare alle emozioni negative e ha bisogno di conforto, le abbraccio e ripeto il movimento più e più volte, o semplicemente prendo loro la mano e lo faccio lì, quest’abitudine va avanti da qualcosa come sei anni, perciò mi ha fatta sentire ancora più vicina al momento.
Poi, vogliamo parlare dei nomignoli uccellino e gattino a una distanza praticamente nulla? Giusto perché non era abbastanza a doppia facciata di suo :’) anche questa volta, però, caratterizzazione davvero impeccabile, è esattamente lui, che ancora senza fiato, senza neanche darsi il tempo di riacquisire un minimo di contegno, lascia che l’orgoglio lo sovrasti, lamentandosi del modo in cui viene chiamato e pensando subito di rimettersi in piedi, nonostante in realtà non riesca neanche a starsene dritto. Cade mi incuriosisce sempre di più, il che oramai è un piacere, fatto sta che ce lo vedo proprio lì, a dividere la sua attenzione in più parti possibile, per non perdersi nulla di quello che stava accadendo senza dimenticare il mio biondino.
Le sue riflessioni riguardanti i due Campi, come un semplice momento potesse fare la differenza, sono sempre piacevoli, mi ha interessata, in particolare, la frase in cui dice che il luogo da cui doveva provenire Jonas non gli aveva dato nulla, non so come mai, ma credo che questa affermazione dica molto di più dei Campi di Pena rispetto a molte altre, quelle più banali che sicuramente ricordiamo tutti. È facile da comprendere come cosa, gli Elisi hanno la possibilità di muoversi, esplorare, imparare, continuare la loro crescita spirituale in qualche modo, mentre il rimanere fermi a una stessa cosa per l’eternità è anch’esso parte della tortura, non avere la possibilità di comunicare e non conoscere mai alcunché di nuovo.
”Non gli avrebbe chiesto perché fosse finito lì, Cade aveva visto bambini ben più piccoli di Jonas uccidere, manomettere carrozze, tagliare corde per far sì che qualcuno morisse, spinti ad una commissione di un ricco “benefattore”, così tanti innocenti macchiarsi le mani per qualche moneta che permettesse loro di vivere un giorno di più, che non faticava a credere all'immagine di Jonas che per un motivo qualunque imbracciava un arma e faceva fuoco.”, lascio a te il compito di capire cos’è che mi ha portata a chiudere gli occhi, passarmi le mani sul viso e ridere come una cretina, direi che noi due ci siamo capiti e che questo sia sufficiente, no?
Ritorniamo perciò a un momento più dinamico, al mio bimbo e al suo solito orgoglio del cavolo e a quel “Non capisco perché sei amico mio quando saresti il perfetto braccio destro del biondastro!” dell’irlandese che non poteva far altro che mandare a farsi benedire tutti i ragionamenti e le paranoie che si era fatto il ragazzetto qui. Le loro interazioni, comunque, sono fantastiche ogni volta e questa non fa di certo eccezione, il fatto che sia riuscito a trovarsi un amico (o meglio, che un amico sia riuscito a trovarlo) anche in morte mi rende un sacco felice, almeno ho la certezza che qualcosa di positivo da tutto questo ce lo ricaverà. E Jonas, tesoro bello, ti voglio un bene immenso, ma ormai è chiaro che io e Cade siamo sulla stessa linea d’onda, perché davvero, cosa minacci che questo con una spinta bella assestata te può fa’ male sul serio?. Aggiungiamoci anche che adoro tutti quei soprannomi totalmente imbarazzanti, quindi non permetterò mai che si smetta.
Comunque, non posso che apprezzare il fatto che una persona con il carattere come quello di Cade sia quello che si relaziona meglio con il mio piccolo, sappiamo bene entrambi che ne aveva decisamente bisogno, anche se te adesso hai sfondato i confini decidendo di spezzarmi il cuore in due modi differenti. Da una parte, tramite i nuovi pensieri di Jonas hai lasciato quello che potrebbe essere davvero un gran bell’indizio su di lui, se si fa attenzione e si comprendono anche i segnali precedenti, un’indicazione con potenziale, per così dire, che mi ha lasciata con un sorriso malinconico e un po’ di sensi di colpa, perché insomma, alla fine sono stata io stessa a scegliere questo destino per lui. Dall’altra parte però hai deciso di rigirare il dito nella piaga, di inserire una parvenza di ricordo, iniziando a sfruttare in modo più concreto i suoi poteri e io te lo giuro, ” Fumosa e quasi invisibile, nulla più di un miraggio estivo, una figura umana gli apparve davanti, morbidi ricci biondi e corpo slanciato, quando si voltò verso di lui un flash verde saettò come le luci delle case viste da un treno in corsa, un alito di vita e di positività identici a quelli che avevano animato quella persona il pomeriggio prima che tutto finisse.” questa ha davvero fatto male. A questo giro sei stato davvero spietato, non solo hai ferito brutalmente lui riportando a galla sensazioni e immagini, ma pure me che mi sento dannatamente in colpa perché ora quel poraccio deve avere pure a che fare con queste di sensazioni.
Insomma, ormai le mie sensazioni su questo paragrafo le hai capite, ne ho adorato davvero ogni singolo istante e ormai ne avevo parlato così tanto con le mie amiche che dovevo solo mettere in digitale tutto quello che avevo detto in audio, perciò si, sono una persona felice anche se mi hai fatto soffrire, ahaha.
~ Jane, tua madre sarà pure una dea greca, ma non smettere di fare i paragoni biblici, ti prego. Non è una semplice questione del rispetto o meno nei confronti di qualcuno, a mio parere i confronti come questi sono semplicemente perfetti, non tanto perché siano effettivamente adatti o meno, questo ovviamente dipende, ma perché lei è comunque in quel contesto che è vissuta, è la religione cristiana quella che l’ha accompagnata nel corso della sua vita, secondo cui è stata educata fin dalla sua nascita e che doveva rispettare, è quella la realtà che conosce meglio, perciò è giusta e quasi doverosa questa tua scelta di farle utilizzare questo tipo di riferimenti. Poi, capisco il suo desiderio di non aver paura, non ora che è morta, ora che, tecnicamente, non ha più nulla da perdere, eppure fossi in lei starei comunque attenta a quello che dico o faccio, perché, alla fine, se un dio decidesse che lei non deve vincere, lei non vincerà, insomma, non deve solamente piegarsi a loro, ma almeno giocare di astuzia.
Adesso però direi di continuare con la parte che ha dato il via allo svolgimento del resto del paragrafo, per cui ho emozioni contrastanti. Ho adorato il fatto che tu abbia parlato della superstizione, perché spesso si tende a dimenticare quanto fosse forte e viva in passato, spero davvero che continuerai a inserire questo tipo di cose nei capitoli. La cosa che, ovviamente, invece mi è dispiaciuta, è il fatto che il discorso sia stato introdotto come spiegazione principale del perché Jane non sia poi così convinta di Cade. Ho i capelli banalmente bruni, perciò non riesco neanche a immaginare come ci si deve sentire sapendo che c’è chi ti odia per un motivo superficiale come può essere questo, anche se a dirla tutta sono piuttosto convinta che a lui non possa fregare di meno di quello che pensa la gente dei suoi capelli rossi, anche perché se non sbaglio la percentuale di rosci in Irlanda è di circa il 10%, perciò un numero neanche troppo basso, quindi non credo che in vita abbia potuto ricevere tanta discriminazione per questi, anche se in realtà non sono poi così informata su come fossero visti in quei paesi in cui erano più diffusi.
Aggiungiamoci poi che, come immaginavo sarebbe accaduto prima o poi, a Jane non piaccia il fatto che ci sia con loro anche Jonas, che proviene dai Campi di Pena, in effetti, ero convinta che ci sarebbe stato qualcuno a cui la cosa avrebbe fatto storcere il naso, ma sinceramente non credevo proprio che potesse essere lei. Mi dispiace che alla fine sia proprio Jane quella che lo ha preso in antipatia, però ehi, alla fine ci sta parecchio e ha reso la situazione ancora più interessante, quindi starò semplicemente qui buona buona a vederla diffamarlo, nella speranza non ci vada troppo pesante, sennò temo che finirà male per uno di loro. Oggettivamente, la diffidenza di lei è perfettamente normale, nonostante quanto mi piacerebbe poterla smentire perché sono di parte. Alla fine ha anche ragione, lui viene dai Campi di Pena e lei non ha la minima idea di chi sia e, per quanto io ringrazi Cade per la sua fiducia incondizionata, non può essere biasimata per il fatto che preferisce comunque stargli lontana, anche se questo non giustifichi tutta un’altra serie di cose e comportamenti.
Sono felice di sapere che almeno Eliza sembra starle simpatica, o almeno abbastanza da prestare attenzione alle sue spiegazioni riguardanti la mitologia, mi sembra di aver percepito anche a inizio di questo paragrafo una certa categoria distanza nei confronti di Nathan, quindi almeno un’anima a cui potesse decidere di dare un minimo di ascolto ci voleva. Non so quanto possano servirle queste conoscenze in caso riuscisse effettivamente a vincere la gara, però ha ragione, conoscere con che cosa avrà a che fare nel corso della competizione è essenziale. Passando al momento seguente, invece, ci ricolleghiamo allo scorso paragrafo, ovvero al grande cancello e all’attacco di panico del mio bambino. Mi è piaciuto vedere la differenza dei due punti di vista, Jonas pareva non essere in grado di dar retta al suo lato razionale, andare oltre alla sua prima impressione, al contrario Jane, che in quei luoghi non c’è mai stata, ne riconosce e assimila immediatamente tutte le differenze, mantenendo una giusta indifferenza nei confronti di esso, perché in questo caso è vero, non ha proprio nulla da temere.
E si, sappiamo bene che non c’è motivo per cui dovrebbe essere spaventata, ma il fatto che lui, invece, si lasci prendere dal panico e che, nel frattempo, ci sia un breve scambio tra Jane, Nathan ed Eliza è già scritto, perciò andiamo a vedere il tutto più nello specifico. Tanto per cominciare, l’atteggiamento a priori aggressivo di Nathan mi fa morire ogni volta, non ci posso far nulla, non so perché ma ormai ha iniziato a farmi ridere e temo che non potrò liberarmi di questa cosa, vederlo partire subito in quarta con l’aria scazzata appena si sono fermati e hanno saputo che c’erano problemi con Jonas è fantastico, quando il livello di pazienza è così basso non possono che nascere situazioni a dir poco esilaranti. Anche Eliza sembra non smentirsi, ma al contrario del figlio di Ares sembra molto più controllata e attenta nei confronti degli altri, il che è sicuramente positivo finché non ti fidi della persona sbagliata, è ormai chiaro che Jane non è interessata a legarsi a questo gruppo per molto tempo, quindi spero sinceramente che il nostro soldato non si metta nei guai da sola perché la sottovaluta e non sa delle sue intenzioni di voltar loro le spalle, prima o poi.
Arriviamo però all’atto di grande slealtà da parte di Jane, perché si, capisco tutto, ma questo era decisamente un colpo basso. Le sue intenzioni nello svelare la provenienza di Jonas è a dir poco evidente, un chiaro tentativo di tastare il terreno e capire come avrebbero reagito a questa notizia, già pronta ad agitare le acque per i suoi avversari causando conflitti nell’alleanza che si è appena creata. Le sue argomentazioni sono abbastanza convincenti, ha senso il modo in cui ha argomentato il tutto, soprattutto considerando che i due soldati non sembrano particolarmente propensi a crederle. E anche qui, non posso far altro che darle ragione, stiamo parlando di un sedicenne, fisicamente piccolo e che di certo non da l’aria di essere pericolo, tutti avrebbero difficoltà a immaginarlo come un dannato, anche perché, diciamolo, cosa hai potuto fare di male in soli sedici anni per arrivare ad essere piazzato nei Campi di Pena?
Ad ogni modo, però, mi hanno entrambi sorpresa decidendo di lasciarlo stare, contando sul fatto che se dovesse diventare sospetto potranno sempre intervenire e, in ogni caso, possono sempre tenerlo d’occhio, anche se poi pure loro si sono accorti della palese adozione di Jonas da parte di Cade, quindi dubito si faranno parecchi problemi, o almeno non in questo primo momento, dobbiamo ricordarci che comunque questi poracci sono ancora agli inizi della gara. Ad ogni modo, questa situazione che può anche essere considerata un po’ imbarazzante viene subito interrotta del sopraccitato irlandese, adesso almeno per un po’ si stacca leggermente da tutti i complicati processi mentali, quindi anche io posso rilassarmi un po’, anche se la roba da commentare è comunque tanta. Sul breve scambio prima che il mio bimbo li raggiunga non ho nulla da dire, le cose generali già le sei, ovvero che amo come li fai interagire fra di loro, perciò direi di andare subito avanti di qualche riga e arrivare direttamente al piccolo momento critico, in cui Jonas deve aver capito di essere stato messo allo scoperto, capiscimi ma considerando come sta andando fino ad ora temo che se continuassi con i ritmi di prima ci metterei meno tempo a trascriverti la Divina Commedia.
Jane si è proprio legata al dito la questione del mio piccolo tedesco e pare non abbia esitato neanche un secondo prima di fargli intendere che lei sa, con una spietatezza che mi chiedo se le sia sempre appartenuta o se si tratti, invece, un gentile dono della sua permanenza nel regno dei morti. La cosa interessante, però, non è la reazione di Jonas, che pare solamente desiderare nascondersi, scappare dagli sguardi di Nathan ed Eliza e dalle accuse di Jane, ma quella di Cade, che invece sembra la incenerirebbe anche solo con lo sguardo, se solo ne fosse in grado, e interviene subito in sua soccorso, riuscendo a dirottare con abilità il discorso verso altre sponde. Sono sicura potrebbe nascerci una bella guerra passivo-aggressiva, e questo mi rende parecchio curiosa e impaziente di vedere come finirai per sviluppare tutti questi spunti interessanti presenti nel capitolo, ogni volta dai sempre più prova della tua abilità con questa roba, i miei complimenti.
Infine, si torna di nuovo a Jonas e Cade in modo più specifico, sempre un piacere ovviamente, io che posso farci se adoro il contrasto tra il mio piccolo bimbo schifosamente orgoglioso e questo irlandese che adotta persone a caso? Questo scenario lo riesco a immaginare facilmente, la fatica nel ringraziare e, di conseguenza, a costringersi ad ammettere di aver notato il problema, che lo interessava in maniera diretta, un grazie che però, rivolto a uno come Cade, forse è anche un po’ più facile da pronunciare. Il discorso, però, entra nel vivo solamente nel momento in cui si inizia a parlare di famiglia e ciò mi esalta a priori. Innanzitutto, il fatto che sia stato proprio Jonas a continuare su questo argomento, ponendo la fatidica domanda, mi ha piacevolmente sorpresa, voglio sperare che questo voglia dire che almeno con lui si stia un po’ sciogliendo.
Comunque, ci avevi già accennato alla madre e alla sorella di Cade, così come avevi fatto per quel suo gruppo di amici che lui non può far altro che definire famiglia, ma non era mai stato lui a parlarne in modo così diretto, e questo cambia tutto, fanno subito capolino i poteri del mio piccolo, per quella che è già la seconda volta in un capitolo, un’immagine che accompagna in modo perfetto quelle poche informazioni riferite, ma che bastano tranquillamente per comprendere le emozioni che vi sono dietro. Tra l’altro, mi sono appena resa conto che, in realtà, la famiglia di Jonas potrebbe essere definita più grande di quella del roscetto, il che è strano, considerando poi il fatto che l’hanno vissuta in due modi totalmente diversi, almeno da quello che ho potuto capire fino ad ora. Mi è dispiaciuto per Cade, deve essere comunque brutto realizzare che anche i propri amici, di sicuro, non sono più in vita, ovviamente però la sua positività è stata disarmante come sempre, è subito stato in grado di trovare qualcosa di carino in tutto questo, il che è tutto dire.
Poi vabbè, ovviamente le prese in giro riguardante al fatto che Jonas è piccoletto si approvano sempre, te l’ho già detto Cade, sono totalmente con te su questo fronte, pure lui però, l’unica volta che doveva starsene buono è riuscito a gettarsi dalla brace al fuoco, con una frase totalmente stupida è riuscito a rivelare il suo stile di vita con un colpo secco, se continua così fa prima a dare all’irlandese un fascicolo con tutte la ragioni per cui potrebbe prenderlo in giro.
~ Ed eccoli qui! Iniziavo a preoccuparmi, metà capitolo e di Úranus e Lea non ce n’era ancora nessuna traccia, iniziavano a mancarmi. Ora, sarò cattiva io, ma quando ho letto Area cani sono scoppiata a ridere e ho detto qualcosa come ”ed ecco qui che Artemide si diverte a sputtanare i partecipanti alla gara perché la trova stupida”, semplicemente geniale. E’ strano pensare che Úranus non sappia cos’è una di quelle aree, è ovviamente giustificato da periodo storico e luogo da cui proviene, ma questo non vuol dire che riesca a capacitarmene ogni volta. In tutto questo, però, hai anche tirato fuori una parte importante di tutto questo, una che non dobbiamo dimenticare o tralasciare, ovvero il fatto che, a questa competizione, sta prendendo parte davvero chiunque.
Credo che neanche se ci sforzassimo, se ci mettessimo tutto il nostro impegno, potremmo arrivare ad immaginare, anche solo lontanamente, il numero di anime che potrebbe aver tentato di prendere parte alla competizione, perché poter riavere la vita perduta è un occasione che nessuno si farebbe sfuggire. La paura di Lea è perciò legittima, probabilmente non sarà l’ultima volta che uno dei personaggi si lascerà andare al dubbio, anzi, però non posso che lasciarmi distrarre da Úranus e quella piccola cosa a cui hai accennato, come se volessi vedere quanto è alto il nostro di livello di attenzione. Le ha toccato la spalla e ha sentito i suoi pensieri, tutte le sue preoccupazioni, il timore che non importi il sangue semidivino che scorreva un tempo nelle loro vene, falliranno ancora una volta e a quel punto non avranno una seconda possibilità. Questa sua capacità mi destabilizza, non era il tipo di cosa che mi aspettavo, no di certo, come già sai credo che suo padre sia il dio degli incubi, perciò sto cercando di capire come le due cose potrebbero collegarsi, perché sennò vorrebbe dire che fino a questo momento ho seguito una pista totalmente sbagliata perché, al contrario che per quello di Cade, il padre di Úranus era diventato un po’ la mia certezza.
Mi hanno colpita in maniera decisamente positiva i pensieri di lui, mi sembrava più sicuro in questo capitolo, come se il turbamento della sua compagna lo avesse spinto a prendere in mano le redini della situazione e cercare una ragione, un qualsiasi motivo per cui loro non potrebbero assolutamente perdere e, beh, tesoro bello, direi che ci sei riuscito. Il discorso che porta avanti fila liscio come l’olio, ha senso per davvero, gli dei non potrebbero che annoiarsi se, nel momento critico della competizione, ci fossero a scontrarsi dei comuni mortali, questo è pur sempre un gioco per intrattenerli, perciò le prove non possono far altro che diventare sempre più pesanti man mano che si prosegue, per cui sarebbe impossibile che dei semplici uomini possano riuscire ad arrivare abbastanza lontano. Ragionandoci più a fondo non si può far altro che notare quanto, in realtà, questo non dovrebbe essere particolarmente rassicurante per loro, perché vuol dire anche che dovranno affrontare delle sfide difficili, che potrebbero abbattere il loro morale, ma a quel punto saranno così avanti che nessuno di loro avrà voglia di rinunciare e io sto divagando ancora una volta. Perfetto. Vabbè, l’importante ora come ora è il fatto che Úranus riesca a rassicurare Lea almeno un tantino.
Si passa ben presto a una fase totalmente descrittiva, direi abbastanza piacevole ed efficace. Le Cacciatrici sono state descritte in modo chiaro, le conosciamo tutti quanti bene, queste giovani fanciulle che hanno rinunciato alla vita comune per scappare da una situazione in cui soffrivano, continuare a vivere o solamente per una vocazione che prescindeva dal resto, solamente loro e personale. Mi è piaciuto il fatto che in questo caso ti sia attenuto al modello di Riordan, che le vede estremamente simili l’una all’altra, per abbigliamento ma anche per animo. Questo mi sembra certo, se non fosse stato per alcune di essere che abbiamo potuto conoscere più nello specifico, probabilmente, anche a noi lettori apparirebbero solamente come delle soldatine prodotte in serie, perciò mi sembra la giusta sensazione da trasmettere.
La cosa che mi piace di più, però, è il modo in cui hai raccontato la loro storia, che a sua volta è stata racconta a Úranus. I reclutamenti a cui abbiamo assistito noi erano, per così dire, dei casi speciali, perciò non ho potuto che rimanere affascinata dall’immagine che hai descritto, queste ragazze disperate che sono disposte a rinunciare a tutto, alle uniche cose per cui, forse, vale davvero la pena vivere. Potrei parlare di questo argomento per ore intere, è una discussione interessante e una domanda che mi è capitato di pormi, nel corso di questi anni, potrei mai rinunciare alla famiglia, all’amore, per vivere in eterno? Non sono ancora riuscita a trovare una risposta, purtroppo. Úranus ha dannatamente ragione, il prezzo da pagare è incredibilmente alto, troppo alto, ma ciò che si ottiene, la vita eterna a meno che tu non cada in battaglia… ammetto che se tutto questo fosse reale e mi dovessi ritrovare a scegliere non saprei proprio dove sbattere la testa. Direi che invece è evidente che lui questo tipo di dubbi non li avrebbe, mi sembra decisamente della stessa linea di pensiero che ho deciso di seguire per Jonas. Qui nomina, che in effetti, lui è morto per quello a cui loro hanno rinunciato, questo mi sembra un riferimento alla sua famiglia, ricordiamoci che la stessa Bianca unendosi alle Cacciatrici rinunciò a Nico, mi sembra invece di ricordare dal capitolo di presentazione che lui perse la vita nel tentativo di prendere tempo per permettere loro di fuggire e quindi salvarsi da qualcosa.
Comunque, proseguiamo! Lea, al contrario di Úranus, non sa assolutamente nulla delle ancelle di Artemide, il che è abbastanza comico a dirla tutta, il fatto che l’uomo sia quello più ferrato questo specifico argomento. Immagino la sua confusione, la fatica nel credere che quelle possano effettivamente essere guerriere scelte, in quanto quasi diciassettenne lo so bene come sono le ragazze durante quella fascia di età e no, di sicuro non sembrano minacciose. In generale, poi, metabolizzare prima il fatto che siano ancora vive, che sono mortali, probabilmente semidee come lo è lei… non so, secondo me non è propriamente una cosa facile da sentirsi dire, poi magari sono io che sono troppo sensibile a letteralmente qualsiasi cosa. In particolare, fammelo dire, a questo giro sono stata sensibile per il breve riferimento a Zoe, il mio cuore si spezza ogni volta, non dimenticherò mai la delusione di vedere per la prima volta un personaggio con il mio nome e vederla morire giusto giusto alla fine dello stesso libro. Sorvoliamo che è meglio. Per lo meno, alla fine Lea è riuscita a comprendere di chi si stesse parlando, anche se il mito a cui fa riferimento non è particolarmente rassicurante, ma anche questa volta andiamo avanti che sennò mi blocco, passiamo all’altro gruppo.
Il passaggio non è brusco, ti sei mosso bene utilizzando l’accensione degli altoparlanti come diversivo, soprattutto mi sono piaciute le varie reazioni al suono improvviso. L’unico che non sembrava preoccuparsene, però, era Cade, che come Jonas ha notato stava osservando qualcosa. Come al solito, caratterizzazione del mio bimbo fantastica, ce lo vede lì ad arrovellarsi nel tentativo di comprendere quale sia il problema quando, ovviamente, non potrebbe arrivarci neanche se si impegnasse pienamente. Alla fine, però, proprio Artemide si materializza sul palco, attirando la totale attenzione del mio biondino. Poi vabbè, il fatto che sia un piccolo ignorante e non sia riuscito minimamente a ricordarsi il nome fino al momento in cui non gli è stato detto espressamente è un’altra cosa, lo hanno praticamente dovuto guidare perché capisse chi ha davanti, ma almeno il collegamento tra l’aspetto della dea e l’astro che rappresenta, ovvero la Luna, è riuscito a farlo, diciamo che può essere giustificato dal fatto che comunque ha vissuto in un periodo in cui la cristianità era decisamente essenziale, se possiamo dire così.
Anche qui si ripete la discussione riguardante le Cacciatrice, ma sotto una sfumatura decisamente differente. Sono sempre gli uomini a sapere di che cosa si sta parlando, tralasciando ovviamente Jonas che ormai non fa più neanche testo, e questo di certo non aiuta la visione che viene trasmessa del gruppo di fanciulle, specialmente sono incuriosita dalla questione di Cade, di cui adesso c’è bisogno di parlare meglio. Tanto per cominciare, è ostile nei loro confronti, prova emozioni negative, ma negative sul serio, e ciò fa emergere un lato di lui fino ad ora nascosto. In un primo momento, breve e fugace, ho pensato potesse trattarsi di sua madre, l’amica di cui racconta la storia, ma è bastato un istante perché mi smentissi da sola, da quello che ha raccontato in precedenza si comprende che i pezzi del puzzle non tornerebbero al loro posto in quel caso. Ho pensato anche che potesse essere una ragazza amata, ma per come è fatto lui, se il bambino fosse stato suo o meno, sarebbe sicuramente diventato una sua priorità e la cosa sarebbe emersa. Quindi sì, in sostanza non credo che sia stato un tentativo di alleggerire il racconto, quella di cui parlava era solamente un’amica che ha avuto una sorte crudele.
Ma poi, che cosa ti è preso in ‘sto capitolo? Siamo alla terza volta che i poteri di Jonas si manifestano, ma questa volta è diverso, la visione che va a costruirsi non è strettamente legato a qualcuno con cui è in contatto diretto, sembra più complessa, insomma, mi hai lasciata un po’ perplessa e con della roba su cui ragionare. Il fatto che questa si sia interrotta nel momento in cui ha avuto un contatto visivo con la dea mi ha spaventata leggermente, inizio ad aver paura di cosa può succedere se non inizia ad avere più consapevolezza di cosa è in grado di fare.
Per quanto riguarda Eliza, invece, la sua riflessione, mi è piaciuta parecchio. Mi sembra appropriato al personaggio, l’orgoglio leggermente infranto dalla consapevolezza che la dea non abbia mai tentato di prenderla tra le sue fila, ma alla fine è giusto così, secondo me da questo punto di vista non dovrebbe avere dubbi: tra le Cacciatrici non avrebbe mai potuto combattere per il suo paese, sicuramente non come avrebbe voluto lei, perciò non si dispiaccia, almeno ha la certezza di aver fatto qualcosa di grande e importante. Spero solo, a questo punto, non si scoraggi troppo ragionando sul reale ruolo degli dei nella loro vita e all’interno della stessa competizione, perché alla fine non porterà a nulla pensarci, ormai la gara è iniziata, a questo punto dovrebbe importarle solamente di continuare a impegnarsi fino all’ultimo secondo, i problemi se li porrà dopo.
Ora, sai quanto io ami dedicare molta attenzione a ogni singolo dettaglio, ma, come ti ho già detto, se scrivo tutto quello che mi passa per la testa rischio di fare una recensione che potrebbe spingerti all’omicidio (secondo un paio di calcoli che mi son fatta scrivendo ogni cosa potevo arrivare alle 15.000 parole, quindi ho fatto di tutto per limitare il danno, perché non conviene né a me, né a te), perciò la parte dedicata al discorso di Artemide la riassumerò il più possibile, non soffermandomi su reazioni varie, perché tanto son convinta che di quelle potrò parlarne per bene con il capitolo seguente. Quindi, la nostra dea della caccia mi è sembrata decisamente coerente con il tipo di atteggiamento che aveva mostrato a inizio capitolo, il che è già tanto considerando come son fatte loro divinità. Il modo in cui sembra quasi schifata dalla banalità delle prove precedenti, arrivando per l’appunto a paragonare le capacità delle anime che sono arrivate fino a qui a quelle dei cani, sono tutti segnali di una sincera convinzione di superiorità, anche nei confronti di quelli che in teoria dovrebbero essere suoi pari.
La stessa prova, mi sembra completamente in linea con il personaggio che è Artemide. Il cane è uno dei suoi animali sacri, perciò suppongo che abbia una certa connessione anche con i segugi infernali, inoltre come hai specificato in più di un modo, questi saranno totalmente avvolti dalle fiamme, sono piuttosto convinta che le povere anime saranno in serie difficoltà. Aggiungiamoci che le regole sono piuttosto chiare, quindi non credo ci sia un modo per poterle aggirare tanto facilmente, dovranno soltanto mettersi di impegno e recuperare quelle targhette. Direi che sull’argomento non ci sia altro da dire, che la fortuna possa sempre essere a loro favore!
~ Dai inizio all’ultimo paragrafo con tranquillità, una frase semplice e quasi banale ma che, anche da sola, può aiutare a comprendere piccoli dettagli importanti per la caratterizzazione di un personaggio. In questo caso si parla nuovamente di Ipnos, il caro dio del sonno, e il suo amore per la comodità, seguito da una riflessione sempre su questo argomento da parte di Giò. Vorrei dire se mi ritengo d’accordo con uno dei due, se trovo essenziale la comodità del luogo in cui si decide di riposare oppure se questa risiede nella stanchezza stessa che provi quando ti addormenti, però io sono quel tipo di persona che se solo volesse si addormenterebbe letteralmente ovunque, che trova molto comode anche le superfici dure, e sinceramente non credo che una persona che si è appisolata tre volte sulle scale del proprio palazzo perché aveva scordato le chiavi di casa e doveva aspettare i propri genitori possa far davvero testo.
Del resto, in questo modo ci hai dato la possibilità di accedere a uno squarcio di vita di Giò, un momento in cui, evidentemente, non poteva far altro che vagabondare, ritrovandosi quindi costretto a dormire dove gli capitava, quando le forze venivano meno e proseguire il cammino sarebbe sembrato solamente stupido, una mossa avventata dettata principalmente dalla voglia di finirla il prima possibile. Non mi sembra strano, in effetti, immaginarlo così. Molto interessante anche vederlo alle prese con le sue riflessioni sulle divinità che lo circondano, lo capisco, probabilmente io passerei il mio tempo a domandarmi quanto effetto abbiano, realmente, sulla mia vita le varie divinità con cui sono in costante contatto, almeno se fossi nei suoi panni. E poi diciamolo, il sonno certe volte è qualcosa di davvero strano, ha più che senso che si chieda se sia Ipnos che ogni tanto parte e se ne esce con il fatto che devi rimanertene sveglio. Per quanto riguarda Efesto e Thanatos, c’è davvero bisogno che io lo dica? Adoro vedere le divinità nel mezzo di attività che paiono solamente come appartenenti al mondo mortale, perciò è stato piacevole tentare di visualizzare le due immagini da te descritte.
Ad ogni modo, da questo momento inizia una sorta di analisi nei confronti delle azioni delle divinità da parte dello stesso Giò, con l’unica pausa dovuta all’esigenza di parlare di ciò che più turba gli dei e che, sicuramente, spaventerebbe anche le anime se ne fossero a conoscenza, ma comunque, una cosa per volta, no? Lui ci fa sapere fin da subito che i sentimenti negativi nei suoi confronti da parte di Atena e Artemide sono ampiamente ricambiati, portandolo addirittura a costringersi a rimanere dove si trova pur di non doversi scontrare con loro, non avere alcun tipo di confronto. La cosa che vuole di meno, però, sembrerebbe proprio essere dover parlare degli strani eventi avvenuti all’interno del labirinto, a dirla tutta, sinceramente, non immaginavo che le stesse divinità si sarebbero poste il problema, credevo avrebbero semplicemente ignorato la cosa nonostante la consapevolezza che ne fossero tutti a conoscenza, Eolo mi ha sorpresa in positivo.
Il fatto che Giò sia infastidito dal loro ritrovato interesse rafforza solamente l’ipotesi per cui sia lui il responsabile anche del sabotaggio della gara, in effetti deve apparire ironico, l’unico momento in cui dovrebbero voltare lo sguardo, fingere che non stia accadendo nulla, l’unico momento in cui non ci sono vere e proprie vite in gioco, questi scattano sull’attenti, per il semplice fatto che, per una volta, le cose non vanno come da loro previsto. Eppure, per quanto mi spaventi ammetterlo, lui ha ragione. Zeus e Poseidone hanno infranto un patto che avrebbe dovuto proteggere l’umanità, lo hanno infranto solamente per soddisfare i desideri, non importa il fatto che, alla fine, era così che doveva andare, nessuno li ha mai obbligati a vagare tra i mortali e unirsi a loro. Atena, anche in questo caso fai riemergere quel lato della divinità spesso dimenticato, il lato guerriero, la dedizione al combattimento ragionato e attento, che, in effetti, era presente anche nella città di cui aveva la protezione, vorrei ricordare anche che è stata proprio lei a suggerire in sogno a Ulisse l’imbroglio che avrebbe poi portato alla distruzione di Troia.
I gemelli arcieri, Apollo e Artemide, lui, che si è sempre vantato di essere il dio della medicina, è anche portatore di molti malanni, il riferimento all’inizio dell’Iliade facilmente percepibile, e poi lei, anche in questo caso avevi già esaltato la questione, resta comunque da brividi la consapevolezza di come per lei la vita di un uomo, o anche soltanto di una donna che non può rinunciare all’altro sesso, non abbia alcuna importanza se paragonata a quella di coloro che scelgono di seguirla. Insomma, non mi prolungo neanche troppo, perché alla fine il concetto è ben chiaro a entrambi, a te perché l’hai scritto e a me perché in comprensione del testo sono sempre andata bene, perciò proverò ad andare avanti. Il discorso dell’ipocrisia degli dei, il solo utilizzo del termine ipocrisia mi ha fatto sorridere. Ricordo bene quando, anni fa, utilizzavo questa parola per poi sentirmi urlare contro dai miei amichetti che era una parolaccia, semplicemente perché non ne sapevano il significato, e io fierissima perché, per lo meno, ero a conoscenza di cosa volesse dire e la utilizzavo in modo appropriato. Solito divagare a parte, mi ritrovo ad essere d’accordo con Ipnos, perché tutti, prima o poi, magari anche in buona fede o senza rendercene conto, finiamo per cadere nell’ipocrisia, però, nonostante questa sembri il momento più interessante di quest’ultimo passaggio non è quella su cu desidero concentrarmi adesso, bensì sono attratta dalla risposta di Giò.
Adesso: ti ricordi quando al commento del primo paragrafo ti avevo detto di aver avuto un’illuminazione? Durante la lettura del secondo capitolo, avevo ipotizzato che i due ragazzi della foto che Giò osservava, quindi evidentemente Clara e Al potessero essere suoi figli, sinceramente ora non saprei dirti tutti il ragionamento che avevo fatto e come ho già detto non sono neanche sicura di avertelo detto all’epoca, essendo passato più di un anno, ma ora il mio pensiero è sicuramente cambiato. Dai sassolini che hai lasciato cadere, per così dire, si potrebbe ricostruire il fatto che questi fossero i suoi migliori amici, o comunque qualcosa del genere, forse due semidei, morti durante una delle guerre che ci sono state nel corso degli anni, proprio a causa delle divinità.
Ovviamente potrei sbagliarmi, potrei cambiare idea già leggendo il prossimo capitolo, eppure adesso, in questo preciso momento, mi sembra la cosa più sensata. Si potrebbe immaginare così, un ragazzino che aveva solo questi due altri ragazzi, forse anche più grandi di lui, che ai suoi occhi apparivano come le uniche persone degne di fiducia in un mondo che di certo non rassicurava, e che gli sono stati strappati via per colpa di una di quelle maledette guerre. Una storia sentimentale, di quelle che ti lasciano con un po’ di malinconia, ma in qualche modo perfetta per spiegare tutto questo, un semplice tentativo di riprendersi dalle grinfie della morte coloro che gli dei gli avevano sottratto, proprio ingannandoli.
Questo lascerebbe comunque molti dubbi, una teoria basata su così poche informazioni non può portare poi tanto lontano, ma credo che avere qualcosa da cui partire, un’idea, anche se alla fine dovesse rivelarsi totalmente errata, è una cosa essenziale, perché sarebbe come tentare di costruire un palazzo senza le giuste fondamenta, l’unica certezza è che non durerebbe molto, forse crollando addirittura alla prima folata di vento. Ad ogni modo, ora come ora non me la sento di ragionare ancora molto su questa possibile parte di storia, perciò mi sembra il caso di riprenderla più avanti nel corso della storia.
Ad essere sincera, non so se mi conviene iniziare a preoccuparmi a questo punto. Insomma, le due anime di cui si parla sono ovviamente il mio piccolo Jonas e Cicno, che sappiamo avere tanto in comune e allo stesso tempo assolutamente nulla, legati tramite il collare e i bracciali, questo potrebbe effettivamente ripercuotesi in modo negativo su di loro? La paura di Ipnos pareva essere proprio quella, altrimenti non mi spiegherei il motivo per cui dovrebbe collegare il ricordo di questo legame che è stato creato alla realizzazione che si tratta dello stesso Giò, anche se non in maniera diretta, a sabotare la competizione. Come già sai ero molto incuriosita da cosa potesse uscire fuori da un loro confronto più approfondito, nonostante Cicno facesse sentire a disagio Jonas, perciò se mi illuminassi meglio sulla storia dei due regali mi renderesti solo felice.
Ma arriviamo a ciò che conclude il capitolo, Ipnos infatti ha chiara la situazione, ha capito che non può fidarsi, che dovrebbe essere diffidente, anche se pare non riuscirci, che i piani di Giò sono molto differenti dai loro, tutto ciò, questo momento critico, sotto gli occhi degli altri due dei, che però non prestano loro alcuna attenzione. Terrò a mente quel tuo paragone, un drago dimenticato dalla civiltà odierna, un mostro, qualcosa mi dice che questo va oltre ad una semplice metafora o a un confronto, presto anche questi piccoli frammenti prenderanno posto.

E anche questa volta ho concluso, finalmente! Dai, direi che poteva andare peggio considerando com’è finita l’ultima volta, anche se sembra quasi che l’universo non volesse lasciarmi il mio tempo per piazzarmi con calma al PC e mettermi a lavoro... mi sembra anche giusto avvertirti del fatto che la mia L non tornerà più al suo posto, quindi ringrazia mio fratello a cui ho abilmente sottratto il suo per soddisfare la mia fisima dei tasti contro i polpastrelli. Prima o poi dovrei lasciarti come recensione il copia e incolla dei messaggi che mando alle mie amiche mentre leggo il capitolo, sarebbe tutto più semplice, anche perché pure in questo caso mi sembra di aver fatto un commento del tutto sconclusionato, quindi non farebbe poi tanta differenza. Non so, mi sento di aver fatto un disastro con questa recensione, ma alla fine è la sensazione che ho ognuna di queste volte, quindi vedrò di farmene una ragione perché sennò continuerò a modificarla per sempre. Ora però mi tocca dileguarmi, che quel geniaccio del mio prof di storia e filo ha deciso di fissare il compito per sabato e non ho la minima intenzione di trascorrere il mio compleanno a studiare i casini dell’Inghilterra del diciassettesimo secolo, quindi devo ripassare tutto di nuovo.
Alla prossima!
Baci
;*
Zoey
PS. Tu non lo sapevi, ma ho un ordine per recensire i paragrafi tutto mio, quindi se qualcosa ti sembra strano sappi che è per questo. E si, il quinto paragrafo l’ho recensito per ultimo, il mio cervello stava esplodendo e volevo solamente finirla, abbi pietà, mi rendo conto di essermi prolungata troppo su alcune cose e di aver parlato troppo poco di altre, la struttura di questo capitolo mi ha destabilizzata. Vabbè dai, ci siamo capiti.
Recensione alla storia Death Race - 11/09/19, ore 03:09
Capitolo 6: Ivy
Hey! Ok, sarò sincera, non mi aspettavo che avresti pubblicato il capitolo così presto, ero convinta di avere più tempo per pensare alla risposta che hai dato alla mia scorsa recensione, anche se in effetti con il tuo tempismo non dovrei essere molto sorpresa, l'aggiornamento mi ha salvata dall'impazzire durante il camposcuola, fidati, è successa la qualsiasi e avere qualcosa da fare per non dare di matto mi ha aiutata. Un po' mi spiace non essere riuscita a ragionare bene sui tuoi indizi, ma alla fine è divertente anche lasciarsi sorprendere una volta tanto :') A questo punto direi di iniziare:

~ Ti avevo già parlato di quanto io adori la tua rappresentazione di Ade, no? Ho già detto in precedenza quanto io trovi reale e affascinante il tuo modo di caratterizzarlo, ma vedere anche Persefone e soprattutto come interagiscono tra di loro mi ha estasiata. Hai parlato di lei in modo davvero interessante, sarò sincera, non riesco a ricordare come veniva descritta nei libri di Rick, ma posso dire con certezza che hai fatto davvero un bel lavoro. Non ho problemi a ripeterlo ancora una volta, penso che il fatto che tu evidenzi molto il fatto che la coppia che vive negli inferi riesca comunque ad essere quella che più facilmente si è adattata alle regole stabilite dall'Olimpo, quella che si è fatta meno male a vicenda, anche, sia perfetto. È forviante come in alcuni momenti paiono quasi essere gli unici che si meriterebbero davvero un trono doroto nel palazzo degli dei.
Trovo assolutamente affascinante il fatto che, in qualche modo, abbiano tutti acconsentito a questa gara ma alla fine nessuno sia effettivamente convinto di cosa, esattamente, stessero andando a fare, come se si fossero risvegiati tutti da un incantesimo a fatti già compiuti e non potessero più tornare in dietro, anche se ovviamente non è il caso. Si sono ritrovati tutti ad acconsentire allo svolgimento della gara, nonostante molti di loro fossero perfettamente consapevoli che, sicuramente, non sarebbe finita lì. Giò è evidentemente un personaggio su cui tutti noi lettori dovremo tenere sempre un occhio puntato, perché per quanto possa sembrare un benefattore per i nostri OC a lui non deve affatto importare di loro e sarebbe inutile fingere non sia così.
Se persino Ade, uno degli dei più potenti, non riesce a decifrarlo, a comprendere le sue ragioni e ciò che sta nascondendo deve esserci dietro a lui qualcosa di più grande di quanto potremmo pensare, anche se non riesco proprio a immaginare di che cosa potrebbe trattarsi. Ma passiamo nuovamente a Persefone, mi ha colpita molto una frase che le è stata rivolta dal marito, << Non mi interessano i gemelli della Notte. Ha convinto te.>>, un'espressione danantamente reale, che forse in molti non esprimono, ma che ci siamo ritrovati tutti almeno una volta a pensare in una determinata situazione, una qualsiasi in cui ci si aspetterebbe, ad esempio, la fiducia di una persona. Non so, mi è piaciuta davvero molto, ogni tanto te ne esci con queste cosette che per te non saranno niente ma io trovo semplicemente geniali, cerca di capirmi, mi esalto con poco, davvero poco in effetti.
Da notare, infine, il particola della tessera che fa come le pare. Se ho capito bene, ogni tessera rappresenta un partecipante, ma in questo caso direi proprio che non è così, si tratta di qualcos'altro, forse Giò, forse qualcuno per conto suo, sta di fatto che ha già dimostrato di avere dei poteri che gli permettono di contrastare il labirinto e, forse, anche le altre prove che ideeranno gli dei. Pare proprio che Persefone abbia compreso di chi si tratti, a questo punto anche se non ha espresso la sua intuizione ad alta voce mi chiedo soltato se abbia ragione o meno, non è scontato alla fine.
~ Iniziamo invece la parte dedicata ai paragrafi contenenti gli OC. Si inizia con i due tranquilli della situazione, Ùranus e Lea o, più precisamente, con il punto di vista della cara fanciulla. Amo l'idea di poter vedere una figlia di Apollo utilizzare i suoi poteri, così come amo la lucina che lei è riusicta a far scaturire, ad essere sincera a me non sarebbe mai venuta in mente una cosa del genere e probabilmente l'unico vero motivo per cui non ho mai creato un OC figlio del sole è proprio il fatto che a me non sarei mai stata in grado di pensare a dei possibili poteri al di fuori di quelli curativi, perciò mi complimento (ancora una volta? Possibile) con il suo creatore/la sua creatrice.
Apprezzo anche il fatto che tu abbia evidenziato che una freccia, un'arma bianca, in confronto a un proiettile non è nulla, perché è facile che in questo fandom si dimentichi che una lama è inutile se prima qualcuno ti spara e questa storia, anche grazie agli altri partecipanti, sembra quasi voler riportare tutti con i piedi per terra. Ma torniamo a cose più importanti, la questione del fratello di Lea mi incuriosisce davvero molto, non vedo l'ora di sapere di più su questo ragazzo, o forse uomo, che le ha insegnato ciò che era necessario perché potesse proteggersi, ma forse non abbastanza perché possa lottare per gli altri. La distinzione tra uomo e donna continua ad essere presente anche ora, in un secolo in cui ci si aspetterebbe che l'umanità abbia smesso di fare errori stupidi e superficiali, perciò mostrare questo tipo di situazione, anche se dal punto di vista di una donna vissuta qualche secolo fa probabilmente, è sicuramente una cosa da elogiare, anche se considerando i caratteri delle fanciulle qui presenti questa non sarà l'ultima volta che l'argomento verrà trattato, questa è una delle mie poche certezze.
Ad ogni modo, è evidente che si trovino ancora nella faticosa e complicata fuga in cui li avevamo lasciati nello scorso capitolo, poracci, mi dispiace che debbano subito iniziare in questo modo, ma credo proprio che gli tocchera avere pazienza e cercare di non farsi ammazzare nel mentre, anche se da quello che ho visto Ùranus sta facendo un bel lavoro, fantastica la disinvoltura con cui solleva Lea per poi colpire un'altra anima, è una scena che riesco a visualizzare con molta facilità :') mi spiace per lei, spero vivamente che non sia bassina quanto lo sono io e che sia solamente lui altissimo, resta il fatto che ho esperienze nell'essere sollevata e spintonata come se nulla fosse, perciò posso compatirla, anche se dai, Ùranus lo fa per motivi molto più nobili della gente che conosco io, questo bisogna concederglielo ù.ù
Che dire, ho un debole per questo ragazzo e adoro il modo in cui abbia deciso di dover proteggere Lea, perché una ragazza può essere forte e cazzuta quanto vuole, ma se qualcuno è il doppio di te non è che puoi far molto contro la genetica, di certo avere uno come Ùranus dalla propria parte può essere considerato solamente un punto a favore. Nonostante ciò non so quanto possa essere intelligente piazzarsi lì in mezzo, probabilmente avrei avuto la stessa reazione di Lea, implorandolo di togliersi di mezzo, ma almeno tutta questa situazione ci sta dando la possibilità di vedere i suoi poteri.
Quella che ha creato è una sorta di illusione, un qualcosa di macabro, che evidentemente cambia a seconda di chi ha davanti. Sembra tirar fuori le paure del proprio avversario e dar loro vita, riuscendo a coinvolgere tutti i sensi, davvero affascinante, nonostante non credo che Ùranus sia felicissimo di questa capacità. È evidente che si tratti di una brava persona e che sia ben consapevole che i suoi poteri feriscano altri, in un primo momento deve essere stato difficile venirci a patti, ma sono convinta che ormai ci sia quasi abituato, anche se forse un lieve senso di colpa rimane sempre ben radicato in lui. Adoro queste cose, quando un personaggio con un carattere sicuramente positivo è il figlio di una divinità che, in qualche modo, porta sofferenza nel genere umano, anche se questo paragrafo non fa comprendere a pieno a cosa possano essere associate queste visione spiacevoli.
Direi proprio, a questo punto, se sia stata proprio la sua inquietudine ad avere un brutto effetto su Lea. Nei capitoli precedenti, l'agitazione e la paura provate da questo ragazzone avevano portato altre anime alla fuga, come se le sue emozioni negative portasse anche loro ad essere turbate, ad avere difficoltà a controllare le proprie emozioni senza farsi sopraffare, e sembra proprio quello che è accaduto questa volta. Ho provato una lieve stretta al cuore nell'immaginare Ùranus scusarsi, affranto, ma con la lucidità che gli urla che non possono solamente rimanere lì, hanno bisogno di uscire da quel posto che non può certamente essere definito rassicurante.
Lea, poi, sembra essere stata sopraffatta non solo dalle emozioni, ma anche dai ricordi, dei flash vaghi, poco chiari, che non ci hanno permesso di comprendere molto sulla situazione, ma che sicuramente sono legati a un'esperienza poco piacevole, forse alla morte di qualcuno, forse proprio alla sua, anche se queste frasi non sono facilmente associabili alla situazione che mi sembra tu abbia descritto nel capitolo precedente, forse. Qualsiasi cosa sia successa, però, sono felice che l'ordine, forse un po' troppo brusco ma comunque efficace, di Ùranus sia riuscito a riportarla con i piedi per terra, almeno quel che basta per darle la lucidità di mettere la sua vita, se così possiamo dire, prima del resto.
Sinceramente, questo paragrafo ha solamente aumentato in me la voglia di conoscere meglio le storie di tutti i personaggi, sembrano così diversi gli uni degli altri, forse perché vengono da tempi e paesi diversi, o forse sarebbe stato così anche se avessero vissuto tutti nello stesso contesto, resta il fatto che ormai sono convinta che ognuno di loro possa raccontare davvero molto, anche se alcune storie risulteranno più lunghe o complesse di altre.
~ Passiamo all'unico e inimitabile duo di soldati, Eliza e Nathan. La prima cosa che si può notare di loro è che, in fin dei conti, sono un'accoppiata piuttosto pratica, insomma, nonostante i loro caratteri li possano portare sicuramente a lunghe discussioni e litigi, anche per motivi futili, se si mettono d'impegno, se prendono la questione con la giusta serietà, possono sicuramente funzionare bene insieme, come lei stessa ha fatto notare. L'educazione militare è decisamente molto rigida, piena di regole che evidenziano l'importanza di non sprecare nulla, che sia tempo, spazio, aria o energia non ha davvero importanza, quello che lo ha è il fatto che ne siano entrambi consapevoli e riescono a colaborare anche e soprattutto grazie a queste limitazioni, che oramai possono essere definite solamente come auto imposte, considerando che non c'è più effettivamente nessuno che li obbliga a comportarsi come soldati, anche se nel loro caso è semplicemente una parte fin troppo radicata in loro per poter essere estirpata, per così dire.
In ogni caso, mi ha fatto piacere sapere che in qualche modo, Eliza si sia preoccupata di che fine avrebbe fatto Cade gironsolandosene da solo per il labirinto, peccato non si possa dire lo stesso per Nathan, insomma, capisco che possa non starti super simpatico, ma lui è già pronto a liberarsene del tutto. La cosa buffa, a dirla tutta, è che sembra che allo stesso tempo sottovaluti e non sottovaluti Cade, insomma, è come se sapesse che è molto più abile di quanto abbia dimostrato loro ma non sia comunque disposto a dargli poi così tanta fiducia, forse solamente perché è evidente che hanno vissuto due vite totalmente opposte, che non coincidono l'una con l'altra da nessun punto di vista.
Un po' mi spiace che la questione roscio abbia distrutto l'equilibrio "lavorativo" che avevano stabilito a forse di vagare, però questo aiuta anche a scoprire i loro differenti punti di vista, in fondo, nonostante il passato da soldati, Nathan ed Eliza hanno comunque avuto due educazioni differenti, anche se trovo strano che il periodo trascorso al Campo Mezzosangue non abbia portato lui ad una sorta di solidarietà tra semidei, che sembra invece essere presente in lei, che del campo non sapeva neache l'esistenza, se non ricordo male. Per quanto riguarda la bussola, invece, direi che evidente che questo suo affidamente a quell'oggetto invece derivi anche dalla sua permanenza tra gli altri semidei, forse anche la sua stessa arroganza è frutto di quei giorni, l'essere figlio di Ares deve averlo portato a dirigere spesso e volentieri le missioni a cui veniva mandato e questo è sicuramente il modo migliore per far montare la testa a un ragazzetto, se poi questi ruoli di potere continua a guadagnarli uno dietro l'altro è la fine, poco ma sicuro. Non è un tratto che gli può risultare utile, anzi, di solito porta solamente a cose negative, ma è fatto così, perciò Eliza mi sa proprio che ci tocca sopportare.
La descrizione del muro di edera, del suo essere vivo, è stata davvero fantastica, quasi ipnotica quanto è stata percepita da Nathan. Immaginare quella che, all'apparenza, sembra una semplicissima pianta, fastidiosa, certo, ma che non dovrebbe danneggiarti più di tanto, arrivare addirittura a divorarti, facendo del tutto sparire la carne che loro neanche dovrebbero avere e rigettare fuori le ossa... si, anche questa è una cosa decisamente macabra. Mi ha decisamente colpita il modo in cui hai descritto il tutto, hai dimostrato per l'ennesima volta una grande padronanza della scrittura, è strano, perché quello che sta succedendo in quel labirinto va contro a ogni logica anche della morte, eppure non potrei neanche contraddirla, perché sembra semplicemente un dato di fatto che quell'edera possa mangiare un mortale, non so neanche come spiegarti cosa mi stia passando ora per la testa, quindi vediamo di andare avanti che è meglio sia per me che per te, è l'ora di parlare della reazione del caro figlio di Ares qui presente, forse non proprio quello che mi aspettavo da lui, ma che lo rende molto umano.
Nathan paralizzato dalla paura, dal terrore del tradimento, direi che è una cosa comprensibile. Ha vissuto in un mondo per cui la fiducia reciproca era necessaria per la propria sopravvivenza e sono piuttosto sicura che, anche se si diverte a maledirli, lui ne riponga tanta negli dei, perciò deve essere devastante arrivare a credere che questa fiducia sia stata riposta male, quello che non pensavo sarebbe successo è, piuttosto, arrivare proprio a questa conclusione. È come se la vista di quello schifo, lasciamelo dire, avesse fatto crollare tutte le sue certezze riguardo alle divinità, come se ci fosse voluto questo per fargli capire quanto sappiano essere spietate e senza alcuno scrupolo, come se le cose non stessero più andando come immaginva e lui non sapesse più come reagire, come scrollarsi di dosso queste sensazioni e semplicemente proseguire, non so se mi spiego.
È stato molto fortunato, a dirla tutta, ad avere con se una persona come Eliza, non è un personaggio che amo particolarmente, già lo sai, ma è innegabile in fatto che abbia una grande forza d'animo, c'era proprio bisogno che qualcuno gli desse un bello schiaffo morale come questo. L'abissale differenza nel loro essere simili è ancora una volta mostrata con forza, il modo in cui lui sia quasi invidioso delle capacità di lei, del fatto che riesca ad attendere senza doversi dannare troppo a differenza sua, oppure il grande desiderio di avere una qualsiasi arma con loro, sono tutte cose incredibilmente vere, che si provano con fin troppa facilità e che amo sempre vedere all'interno delle storie. Ma forse la parte che mi è piaciuta di più è quella in cui Nathan ha iniziato a fare osservazioni sulla probabile educazione militare che deve aver avuto Eliza, sono una che si fa prendere molto dalla storia ogni qual volta che la deve studiare, ma non ho mai avuto particolare interesse per armi e uniformi, eppure mi hai fatto venire voglia di sentirli discutere sulle differenze che si sono sviluppate nei secoli, anche se credo che con tutto ciò che deve ancora accadere una cosa del genere posso solo sognarmela :')
~ Prova anche solo a immaginare quante volte io abbia letto questo paragrafo. Davvero, potrei quasi recitartelo a memoria, è diventato una parte di me, per così dire. Ok, a parte questo, sono seriamente dispiaciuta dal fatto di non essere riuscita a intuire a che cosa stessi andando a parare, nonostante tu mi abbia dato moltissimi indizi nella tua risposta, ma, in ogni caso, non credo avrei mai potuto capire che tutto questo mi sarebbe piaciuto così tanto. Ad ogni modo, a questo arriveremo più avanti, vediamo se almeno per il mio bimbo e Cade riesco a mettere giù pensieri che non siano totalmente sconnessi tra di loro.
Tanto per cominciare, è stato un ovvio sollievo leggere la frase "Il colpo non arrivò mai.", credo che l'unico motivo per cui io non abbia cacciato un urletto alla prima lettura fosse il fatto che affianco a me dormissero due mie amiche, perciò dovevo mantenere un po' di ritegno, anche solo per non svegliarle. Per non parlare dell'immagine del piccolo Jonas e sua madre, non posso far altro che dire che amo profondamente come tu ogni tanto inserisca questi brevi ricordi, che paiono non avere alcuna importanza, ma in realtà possono dire sui personaggi molto più di quanto sembri.
Comunque, i pensieri hanno ben presto iniziato ad affollarsi mentre proseguivo, nonostante una buona parte fossero battutine sarcastiche nei confronti del mio piccolo (ad esempio al "Chi mai poteva esser così altro e così forte da sollevarlo ad una tale altezza con così tanta facilità?" un bel tesoro bello, sei alto un metro e uno sputo, che diavolo ti aspettavi? non glielo toglieva nessuno), credo che la maggior parte del tempo finché non si è presentato io lo abbia passato nel tentativo di capire se l'anima che aveva salvato Jonas fosse o non fosse Cade.
So che può sembrare strano, perciò credo che sia il caso che io mi spieghi meglio, ero sicura fin dal primo istante che non fossero stati Cicno e il maori, quindi mi pareva ovvio che si trattasse del caro irlandese e ogni cosa che hai descritto di lui non faceva altro che rafforzare questa tesi, ma c'è, in effetti, una cosa che mi ha mandata totalmente fuori strada: il suo modo di parlare.
Avevo già notato in precedenza l'enorme cura che impieghi nel dare a ogni personaggio il giusto, ma specialmente personale, linguaggio, che potesse adattarsi bene perciò al carattere ma anche all'epoca di provenienza, eppure mi è parso che Cade in questo capitolo, e soprattutto in questo paragrafo, parlasse in modo piuttosto differente dalle volte precedenti. Non saprei proprio dire se è stata solamente una mia impressione dovuta a non solo quale percorso mentale o se tu abbia effettivamente attuato un volontario o involontario cambiamento nel suo modo di esprimersi, in ogni caso questo fattore mi ha destabilizzata parecchio, forse più del dovuto. Vabbè, meglio tornare alle cose importanti.
Ho adorato il fatto che Jonas gli abbia accidentalmente dato una craniata. Insomma, di solito in questo tipo di scena fila sempre tutto liscio, nessuno ha alcun tipo di problema, perciò un'incidente banale come può essere questo, per l'appunto, aggiunge quel necessario tocco di realismo ad un contesto che, comunque la vuoi vedere, di realistico ha ben poco. Nonostante io nel caso di Cade non possa sapere se è appropriata, ho apprezzato parecchio la caratterizzazione di entrambi già da questa prima parte, in cui il mio piccolo non perde del tutto il suo muro di diffidenza e l'altro cerca già di superarlo.
Vogliamo parlare poi di come si siano mossi spontaneamente, uno nascondendosi (il solito codardo), l'altro facendogli da scudo umano? Mi hai uccisa caro mio, a questo giro hai davvero fatto centro, e nel frattempo ringrazio pure tutti santi di quanto lo scorso capitolo mi abbia fatto salire il nostro caro irlandese, sennò i miei apprezzamenti sarebbero parsi dovuti solo al fatto che si relaziona con il mio Jonas in modo fantastico.
In effetti, fantastico è l'unico modo in cui potrei definire il modo in cui una situazione di pericolo, come quella che stanno vivendo quei due, possa portare anche dei completi estranei ad entrare in buona sintonia e aiutarsi l'un l'altro per uscirne, anche soltanto per garantirsi la propria sopravvivenza. Eppure pare evidente che la decisione di Cade, al contrario di come è stato per Cicno, non è legata a scopi egoistici, bensì il contrario, e questo è solamente una delle cose che mi stanno aiutando ad apprezzare questo personaggio. Nonostante la situazione di stress e il suo carattere apparentemente caotico è riuscito a trovare la lucidità mentale per riuscire a elaborare un lineare ma ugualmente efficace piano di fuga che potessero entrambi praticare senza troppe difficoltà e ciò non va affatto sottovalutato. (Ah, visto che per ora ancora non l'avevo detto: mi sembra sempre di più in figlio di Zeus.)
Tralasciando il caratteraccio del mio fanciullo, che deve farsi sempre riconoscere ovviamente, nonostante io sappia che si tratta di un ragazzetto sveglio i momenti in cui sembra cascar dalle nuvole sono sempre esilaranti, è evidente che ha ancora molto da imparare sui semidei come lui e questo sembra donargli una buona dose di ingenuità, che per come è fatto usualmente non gli apparterrebbe. Sinceramente, non vedo l'ora di vederlo scoprire più cose sul mondo semidivino, sappi che ho molte aspettative.
Continuiamo aggiungendo poi alla lista delle tante cose che ho adorato una piccola grande differenza tra di loro che hai messo in risalto tu stesso, cioè il fatto che Jonas sia abituato a vedere il contatto fisico come qualcosa di quasi intimo, mentre per Cade è solamente normale. Lo stesso modo in cui descrivi ogni sensazione che percepisce il mio piccolo tedesco quando entra in contatto con qualcun'altro, è decisamente appropriato e intrigante, credo che non mi stancherà mai. Sai qual è il fatto? Che si vede che sono due personaggi con tante differenze e quindi come ogni volta che accade, ma anche come quando due personaggi sono tanto simili, non posso che essere curiosa di sapere come si può sviluppare il tutto.
"Se solo avesse potuto si sarebbe fermato nel mezzo del corridoio per prendersi a schiaffi da solo. Un tipo che volava lo salvava da un frontale con un gigante e lui lo seguiva senza problemi per i meandri di un labirinto ideato da una mente sicuramente malvagia e superiore a loro." Ero sorpresa dal fatto che non fosse ancora stato investito dalla diffidenza, sinceramente, ma ti sei ripreso con stile, questo è solo uno dei tanti pezzi del capitolo che ho inviato alle mie amiche. In ogni caso il tipo di dialogo che hanno avuto era dannatamente perfetto, il carattere di Jonas sta emergendo in modo molto più evidente, forse anche grazie al fatto che si sta rapportando in modo decente con qualcuno, ma per fortuna mi sembra tu ti stia muovendo bene.
Che dire, ormai avrai ben chiaro che questo inaspettato svolgersi degli eventi mi ha gasata davvero un sacco e, a essere sincera, è anche per questo che sto impiegando così tanto tempo a recensire, quando sono presa troppo bene finisco sempre per non sapere neanche da dove iniziare, ho cancellato questa parte non so neanche quante volte.
~ Mi stai mettendo in difficoltà ora, grazie tante eh. Piazzarmi così, al capitolo sei, un semidio totalmente a caso, in un paragrafo criptico, è davvero una mossa sleale, non credo che mi prolungherò molto, ma cerca di capirmi. Vediamo che si può dire, innanzitutto, anche se si tratta di un personaggio che non credo rivedremo più al di fuori di questo capitolo, mi sembra decisamente ben pensato e, giusto per essere ripetitiva come sempre, molto reale. Ormai lo avrai capito, ma ho un debole per i personaggi che nonostante il contesto fantastico in cui si trovano riescono a trasudare la realtà del nostro mondo da tutti i pori, ritengo che per essere fatto bene un personaggio deve avere anche le sue paure e insicurrezze, o qualsiasi altro punto debole.
Leggere, perciò, di questo ragazzo poco più grande di me che scappa in modo frenetico per salvarsi, che vuole semplicemente recuperare la vita che gli è stata strappata troppo presto, che ha paura, piange e singhiozza, mi ha messo addosso un po' di angoscia, ma non ho comunque potuto fare a meno di sorridere compiaciuta dal bel lavoro. Sembra un semidio che ha vissuto in un'epoca recente, forse morto negli ultimi vent'anni anche se non potrei metterci la mano sul fuoco, scelta fatta a posta per farci empatizzare con lui o sono solo io che come sempre viaggio troppo con la testa?
Particolarmente toccante è stato il fatto che si sia sentito come se avesse mentito alla madre nel prometterle che si sarebbero visti per il Ringraziamento e come, alla fine, tutti i suoi desideri sul ritorno alla vita sembrino aggirarsi intorno a questa ricorrenza, dando quasi l'impressione che anche soltanto potendo festeggiarlo insieme alla sua famiglia si riterrebbe soddisfatto, un desiderio che non saprirà a meno che lui non riesca a soddisfarlo, per così dire. Può essere considerato quasi infantile un atteggiamento del genere, l'aggrapparsi con unghie e denti a una cosa così effimera, ma avere qualcosa che si vuole raggiungere aiuta sempre in questi casi e, forse, lui è stato solamente sfortunato, magari anche ingenuo, ritrovandosi da solo e senza armi con cui difendersi.
La persona che hai descritto, invece, quella in cui si imbatte, sembra la stessa che abbiamo visto in precedenza, quella che ha indicato la strada a Jane e che ha legato tra di loro Cicno e Jonas, anche se è solo un'ipotesi, invece la cosa di cui sono piuttosto convinta è che sia proprio lui la tessera del mosaico a cui aveva fatto caso Persefone nell'apertura del capitolo, colui che può andare oltre alle regole degli dei e del labirinto. Questo mi sembra il momento che segnala l'inizio dei veri e propri problemi, perciò vedremo come si svilupperanno le cose.
~ Ahhh, tutti questi passaggi da un personaggio all'altro mi stanno facendo impazzire, non ci capisco più nulla. Perciò, abbiamo ancora a che fare con i due soldati, direi pochi istanti prima rispetto a dove ci eravamo lasciati, no? I pensieri di Eliza sembrano proprio confermare le osservazioni di Nathan, anche se a primo acchito non sembrerebbe affatto così, si sta rivelendo una persona paziente, ho apprezzato molto questa piccola parte dedicata all'attesa, a tutti i momenti in cui ho dovuto stare ferma, senza poter far nulla, perché in fondo la vita può essere definita come una continua attesa tra un evento e l'altro. Mi ha fatto un po' sorcere la bocca, invece, il fatto che si sia autofrenata, impedendosi di vagare troppo con la mente, sono convinta che abbia i riflessi abbastanza pronti per rendersi conto di un cambiamento all'istante, trovo inoltre che il pensiero sia spesso la migliore ancora a cui legarsi per non impazzire nel corso dell'attesa, del resto io non sono una combattente, perciò non spetta a me criticare i suoi metodi, forse sono solo io quella strena che divnta iperconsapevole di tutto mentre pensa.
E poi, finalmente, lo spirito di osservazione che accomuna molti semidei si fa vedere, facendomi sospirare di sollievo, ma andiamo con ordine. Trovo la capacità di cogliere i dettagli più insignificanti una grande dote, di quelle che vorrei avere anche io, perciò apprezzo sempre quando un OC la dimostra e, quando le è sembrato di scorgere un corpo all'interno dell'edera, non ho potuto far altro che pensare "È Jane? Ma sì, sarà Jane, non mi illuderà per nulla. Posso stare tranquilla. Voleva ingannarci non facendola comparire nel primo giro di paragrafi." e sperare di non star sbagliando, visto che infondo mi ero appena svegliata e la lucidità era ben poca.
Non c'è che dire, poi, qui sembrano avere tutti poteri interessanti e decisamente fighi, non vedo l'ora di sapere di più su tutto quello che possono fare! Questa forza, quest'aura di potenza che sembra quasi dire mi dispiace, ma non oggi, questo è il mio momento di vincere, è tutto così affascinante che inizio ad avere serie difficoltà a non sorridere come una deficiente ogni volta che leggo uno dei capitoli da te postati, hanno un effetto micidiale su di me. Il fatto che persino l'edera non sia riuscita a ribellarsi, se così si può dire, che abbia dovuto piegarsi anche lei al potere della vittoria, è solamente una delle tante cose che vuole dimostrare quanto potenziale possano avere tutti questi semidei.
Mi ha divertita immaginare Nathan di nuovo imbambolato, anche se questa volta suppongo sia stato uno stupore del tutto differente da quello precedente, sicuramente da vedere da un punto di vista positivo, insomma, era già pronto a dover fare lui l'eroe della situazione e invece se l'è ritrovata davanti mentre sbrilluccicava, di certo è una cosa impressionante e del tutto inaspettata in un momento del genere, però secondo me potrebbe anche essere rassicurante, in qualche strano modo?
In ogni caso, sono felice del fatto che si sia spezzata completamente la tensione, nonostante fosse già stata interrotta con la precedente interruzio di paragrafo, si spera che adesso potrò starmene anche io un po' tranquilla, inoltre trovo che la piccola discussione scherzosa tra Nathan ed Eliza, solamente per decidere come sportarsi i meriti di questa sorta di salvataggio, sia stata piazzata proprio al momento giusto, perfettamente inerenti con i personaggi che abbiamo conosciuto fino ad ora, apparentemente superficiale, ma che permette comunque alla storia di andare avanti. Ma veniamo alla parte importante, ovvero la fanciulla che hanno recuperato dalle grinfie della malvagia pianta, che è per l'appunto Jane. Immagino il turbamento che si può provare nel vederla in quelle condizioni, insomma, sono due molto legati ai valori, perciò nonostante siano delle brave persone credo che sia normale, alla fine, farsi un paio di domande sull'anima che hanno tratto in salvo anche se, in ogni caso, dubito che potrebbero mai respingerla effettivamente.
C'è poi un improvviso cambio di punto di vista, non è qualcosa che mi piace particolarmente, però è stato comunque interessante sapere cos'è passato per la testa di Jane quando si è risvegliata. Partiamo dal presupposto che credo di capire abbastanza bene quello che volevi mostrare, sapere che qualcuno che non conosci ti abbia visto mentre non eri cosciente e, in questo caso, abbia anche provato ad accudirti in qualche modo, non deve essere la sensazione migliore del mondo. Ti senti fragile, in una posizione di svantaggio, e il fatto che lei sia comunque una donna, che si è ritrota con le mani di un uomo che, ribbadisco, non aveva mai visto prima, può solamente portare al panico, non importa da che epoca tu provenga, l'isinto primordiale sarà sempre quello di allontanarti.
Devo dire che hai trattato il processo del risveglio in modo fantastico, e se te lo dico io che leggo di gente che sviene ogni due per tre da anni fidati che è un gran complimento ù.ù sei stato bravo perché hai evidenziato come prima degli altri sensi sembri risvegliarsi il tatto, Jane percepisce delle cose, le sente, ma il suo cervello non è ancora pronto a metabollizarle nel modo giusto, perciò fa un po' alla volta. Realizzare, poi, che cosa è successo, quali sono gli ultimi avvenimenti che ti hanno portato fino a quel punto, in questo caso sulle spalle di un uomo, è ancora più complicato. Bisogna analizzare, pensare, cercare di rimettere ordine a ricordi sfocati, solamente nel tentativo di individuare l'ultimo ed è solo a quel punto che può effettivamente iniziare il panico, perché arrivi alla verità della situazione, ovvero che tu non avresti dovuto trovarti in quel modo, perché non ricordi di aver mai acconsentito a tutto questo. Insomma, tutto questo giro di parole per dirti che trovo tu abbia seguito un percorso totalmente logico e realistico, anche perché sembra quasi che queste anime siano addirittura più sensibili di quando avevano effettivamente un corpo in grado di cedere.
Il tutto, in ogni caso, è stato chiuso con grande maestria, la confusione che la sopraffae è semplicemente la cosa giusta al momento giusto, un distacco, per così dire, non troppo invadente.
~ Ok, torniamo su Jonas e Cade, sarà di nuovo uno stress, ugh. Ammetto che per me è davvero un sollievo vedere il mio piccolo sereno, anche perché so che non durerà molto e finirai per far impazzire sia me che lui, non ci credo neanche per scherzo che tu possa farci star tranquilli. In ogni caso, hai descritto una scena che non ho avuto alcun problema a immaginare, era semplicemente limpida, chiara, in special modo adoro le gestualità che descrivi per Cade, che rispecchiano perfettamente il carattere che ci hai fatto trapelare. Non c'è neanche bisogno che te lo dica, poi, quanto tu riesca a rendere IC il mio Jonas, il passaggio mentale che lo ha portato dal semplice fatto che gli sia stata prestata un'arma con cui difendersi ad uno dei suoi moti di orgoglio, in cui non può far altro che essere irritato dall'idea di dover costantemente accettare le proposte di aiuto altrui, è dannatamente perfetto, continua su questa strada e non ti sbaglierai :')
Come sono piuttosto convinta di aver già detto, sono davvero felice del fatto che abbia potuto finalmente incontrare qualcuno con cui sentirsi a suo agio, nonostante questo due appaia decisamente improbabile c'è un sacco di potenziale. Mi sono sentita leggermente in colpa nel momento in cui ha evitato di chiedere a Cade da dove provenisse per non ricevere la stessa domanda, ma ehi, che ci posso fare, era il suo destino quello di finire lì dentro.
Aggiungiamoci che, personalmente, non saprei proprio se definire buffo o semplicemente interessante vederli scambiarsi informazioni, ma anche questa cosa meglio spiegarla meglio che mi sembra evidente che ormai le mie recensioni sono solo un flusso di pensieri: Cade è decisamente più grande e ha vissuto molte più esperienze, è stato a diretto contatto con il mondo e tutto ciò che sa lo ha imparato per esperienza, eppure le sue conoscenze sono limitate anche dall'epoca in cui è vissuto, permettendo a Jonas di avere anche lui la sua buona dose di nozioni sconosciute all'altro. Sono piuttosto convinta che quella povera anima si sia chiesta che cosa abbia fatto di male per ritrovarsi appeso a testa in giù con quei due che discutevano sulla dimensione delle righe di una maglia o sul nome di un'arma, quando come per tutti il suo unico obiettivo doveva essere di tornare in vita. Per non parlare poi della discussione sulla mafia e su come anche da questo punto di vista Cade riesca ad essere patriottico, davvero illuminante, peccato che alla fine l'uomo abbia ceduto lamentandosi della situazione che si era creata, comunque quella di lamentarsi non mi è sembrata propriamente la scelta più intelligente che potesse fare, ma chi sono io per giudicarlo infondo?
E comunque, non credere che farò finta di niente, non mi potrai convincere del fatto che il caro irlandese qui presente volesse recuperare il fucile di Nathan solo per gongolarsi, ammettilo, aveva notato quanto ci teneva e voleva farglielo riavere ù.ù Ma ora torniamo al mio bambino, va bene? Non ci posso fare nulla, adoro il modo in cui da un secondo all'altro lo fai passare dall'essersi totalmente estraniato a osservare ogni piccolo gesto che compie Cade, l'atteggiamento, paragonandolo prima al suo e poi a quello di Cicno, insomma, questo suo altalenare da una parte all'altra anche nelle piccole cose è il modo migliore che potevi fare per evidenziare questa parte del suo carattere su cui, se non ricordo male, avevo calcato tanto all'interno della sua scheda. Devo dire che ho quasi provato vergogna io per lui quando si è ritrovato ad ammetttere di non avere effettivamente nulla, certe volte entro decisamente troppo in sintonia con quel ragazzo, forse dovrei iniziare a preoccuparmi.
Passiamo però alla parte veramente interessante, sta volta infatti tocca a Cade portare avanti un'analisi del ragazzino che ha davanti e, non posso negarlo, mi ha seriamente ridotta in brodo di giuggiole. Evitiamo i mezzi termini, questa mi è parsa a tutti gli effetti come la dichiarazione ufficiale della sua decisione di adottarlo come ennesimo fratello minore spirituale. Spero seriamente che il tuo intento fosse quello, sennò vorrebbe dire che durante la scrittura di questo paragrafo hai perso la capacità di esprimere i concetti, per poi riacquisirla successivamente, perché non vedo davvero nessun'altro modo in cui potrebbe essere interpretato tutto ciò. Ho sospirato di sollievo nel vedere quanto abbia preso bene la possibilità che Jonas potesse provenire dai Campi di Pena. Il fatto che questo lo abbia portato ancora una volta a meditare sul fatto che avrebbe potuto essere al suo posto, se solo avesse preso una decisione sbagliata in più, come basta un piccolo dettaglio per cambiare tutto, l'ho adorato.
E poi sì, Jonas è piccolino (persino io sono più grande di lui, gosh) e non dovrebbe proprio essere morto, né tantomeno provenire da quei Campi, eppure non posso far a meno di chiedermi come reagirebbero le altre anime nel sapere tutta la verità sul motivo per cui vi è finito. In ogni caso, sono grata a Cade per aver deciso di prenderlo sotto la sua ala, per favore, evita te che faccia danni, specialmente a se stesso, che sappiamo già che lo scrittore qui presente ama strapazzarmelo e non c'è da fidarsi. Non prenderla sul personale, non puoi negarlo come io non posso negare di impazzirci ogni volta.
Invece, vogliamo parlare del modo in cui il caro irlandese riesce a piazzare tutto sotto un punto di vista positivo? Personalmente, sono quel tipo di persona che in un interattiva di Hunger Games dava per spacciato il suo OC dal momento in cui è entrato in arena per poi ritrovarselo secondo, perciò puoi immaginare quanto ammiri questa dote che purtroppo proprio non mi appartiene. Insomma, credo che solo lui possa rendere il non avere amici da cercare una cosa bella perché "sei libero", mi complimento anche con te a sto giro, io probabilmente avrei finito per fargli fare un ragionamento molto più contorto e strano, così invece è tutto davvero molto naturale. Mi si è scaldato il cuore nel vederlo ancora una volta parlare di Eliza e Nathan descrivendoli come amici, nonostante non apprezzi molti lati dei loro caratteri, e, a proposito, immagino anche sia stato felice di sapere che Jonas la pensasse come lui sui soldati, almeno su questo c'è qualcuno che si trova sul suo stesso fronte :')
Che cosa posso dire, perciò, su questa piccola alleanza che ormai è stata ufficializzata? Anche se non immaginavo potesse davvero finire così, ne sono felice, trovo quello che stai andando a creare estremamente stimolante, porta con se curiosità e voglia di ragionare, e questo è tutto ciò che desidero da una storia, specialmente se interattiva. (Tra l'altro, Jonas, abituati, sei un mio OC, hai la propensione alle figuracce che ti scorre nelle vene)
~ Questo paragrafo mi pare essere incentrato solamente su Lea, cosa strana considerando che si trova comunque con Ùranus, ma alla fine non ha importanza, sono solamente felice del fatto che abbiano potuto continuare la loro fuga nonostante l'imprevisto di prima. Il loro percorso all'interno del labirinto mi pare più caotico di quello degli altri, non so, ho come l'impressione che loro non possano permettersi di fermarsi neanche per un secondo, non hanno avuto momenti di pausa, come se per loro correre il più lontano possibile da lì sia l'unica opzione contemplabile, non so se mi spiego bene.
Insomma, basta pensare a Lea e alla sua lucina, al modo in cui la insegue senza rallentare, ma anzi aumentando la velocità, nonostante probabilmente se desiderasse camminare questa continuerebbe ad assecondarne l'andatura. Certo, a loro favore, molto probabilmente questa frenesia è dovuta perlopiù al fatto che non siano stati propriamente fortunati dal punto di vista di incontri da quando sono entrati lì dentro, hanno avuto a che fare solo con anime che li volevano morti, quindi a un certo punto bisogna arrivare alla decisione che abbassare la guardia non è la cosa più raccomandabile da fare, almeno fino a che non saranno definitivamente al sicuro.
La cara figlia di Apollo non mi ha delusa, intuendo che le sensazioni che provava non erano casuali ma legate al suo stesso compagno di avventura, anche se mi sarebbe piaciuto vederla ragionarci su un po' di più. Non so, sarebbe stato bello vederla ipotizzare cosa gli avesse permesso di mettere in fuga il pellerossa, immaginare differenti scenari nella sua mente e domandarsi cosa c'entrasse, alla fine, tutto questo con le sue emozioni, come avesse potuto colpirla in quel modo, perché lei sempre così tanto calma, con i nervi saldi, fosse ormai invasa dall'inquietudine e da altre emozioni negative, perché stesse male anche se aveva ubbidito, tenendo gli occhi chiusi. C'è da dire, però che si tratta pur sempre della tua storia e probabilmente non volevi tirar troppo per le lunghe la questione in questo capitolo, forse anche per evitare di darci troppi indizi che potrebbero portarci alla verità, tu, in ogni caso, sai già su chi punto sul padre divino di questo ragazzone.
Parecchio interessante, non posso negarlo, il breve flashback riguardante il fratello di Lea e le informazioni dietro alla fiammella che ha creato anche nello scorso capitolo. È un bel modo di vedere Apollo, ad essere sincera ho sempre dato poca importanza alla sua parte legata alla luce e al sole, sono stata affascinata da altre sue caratteristiche, ma anche questo è certamente un bel punto di vista, che da il via a davvero molti spunti per un personaggio e, considerando il nome che porta, Elena, ho la sensazione che il creatore o le creatrice di questa fanciulla non abbia voluto lasciare molto al caso, spero proprio di non sbagliarmi e avere modo, più avanti, di vedere tanti altri modi con cui questo dio si possa manifestare in lei, fortunatamente la frase con cui hai concluso il paragrafo sembra darmi ragione.
~ E rieccoci qui, dopo l'ennesimo passaggio da una parte all'altra del labirinto. Che dire, Nathan sembra sempre di più uno strano miscuglio, il che non mi dispiace, la contrapposizione tra la sua cavalleria, unita alla sindrome dell'eroe, e il suo carattere scorbutico e rude tira fuori qualcosa di decisamente interessante, che gli da maggiore spessore a mio parere. Sono una persona sfacciata, motivo per cui non ho esitato neanche un secondo prima di appioppare questo tratto al mio Jonas e, sempre per questa ragione, non posso che apprezzare le brutte verità espresse da Nathan.
Ovviamente c'è sempre il limite dettato dall'educazione, ma non sono comunque stata in grado di trattenere una risata la prima volta che ho letto del paragone che ha fatto tra Jane e un sacco di patate, mi sono presa anche un colpo perché ero convinta che continuando in questo modo le mie compagne di stanza non solo si sarebbero svegliate, ma mi avrebbero uccisa per poi nascondere il cadavere approfittandosene dell'imminente cambio di città. Ok, evito di dilungarmi su dettagli inutili che è meglio, anche se credo che ormai tu abbia chiaro che sto semplicemente lasciando libera la mia mente. Sono rimasta piacevolmente colpita dal fatto che Nathan, almeno a se stesso, abbia ammesso che si è trattato di un errore suo, mi sarei aspettata lamentele e borbottii, che stia iniziando ad esserci un cambiamento di qualche tipo in lui?
È stato piacevole, in effetti, anche avere l'opportunità di vedere qualcuno effettivamente non realizzare che Eliza è una ragazza e non un ragazzo. Forse complice di questa confusione è stata anche la situazione, il fatto che per Jane probabilmente non era neanche lontanamente immaginabile la possibilità che si trattasse di una ragazza, lo stordimento dall'essersi appena ripresa da uno svenimento, l'intero atteggiamento assunto dalla stessa Eliza, forse è semplicemente il fatto che, in alcuni casi, se non sai di dover cercare determinati tratti non li noterai mai. L'ho già detto in precedenza, non sono convintissima della questione del fingersi un ragazzo, ma ammetto che ci sono delle situazioni in cui tutto ciò potrebbe reggere: in campo di battaglia, negli accampamenti improvvisati, nessuno da molta importanza all'abbigliamento della gente che li circonda, e ci sono effettivamente donne con un fisico più androgino di altre, bloccandole in una sorta di limbo da cui si può uscire solo grazie all'abbigliamento, perciò suppongo che dovrò arrendermi ai fatti, anche perché continuare a concentrarmi su questo non servirebbe a molto, no?
Tutto questo sproloquio, ad ogni modo, era nato per dirti che ho apprezzato molto la differenza nel modo in cui Jane descrive l'aspetto fisico di Eliza prima e dopo aver assunto la consapevolezza del suo genere, come, per l'appunto, le saltino all'occhio prima alcune cose di altre, caratteristiche che sembravano confermarle il fatto che fosse un maschio e ben diverse da quelle che invece, alla fine, l'hanno solamente smentita dimostrando che anche lei fosse una donna, ma alla questione donna soldato tornerò nuovamente un po' più avanti, non mi va di incasinare ancora di più le cose.
I due soldati hanno subito avuto modo di dimostrare i loro caratteri contrastanti, Eliza è stata gentile, rassicurante e disponibile, forse complice del fatto che è in grado di capire lo shock che deve aver provato Jane non vuole turbarla ulteriormente, al contrario invece Nathan non si fa affatto mitigare dal contesto in cui si trova, i freni per la sua lingua probabilmente inutilizzati da decenni. Lei, ad ogni modo, sembra essere decisa a non farsi scalfire più di tanto dall'esperienza appena vissuta, compiendo quella che può sicuramente essere definita un'ottima scelta di osservare i soggetti che ha davanti, un po' più stupido è sicuramente il fatto che trova del tutto inutili le informazioni che può apprendere dal loro modo di fare o, ad esempio, di muoversi, anche andandotene prima o poi te li ritroverai contro nella gara, tesoro, non dare niente per scontato, te ne prego.
Il suo tentativo di fuga è stato sicuramente affrettato, direi che anche in questo caso sarebbe stato meglio prendersi un po' più di tempo, ma almeno Nathan e il suo caratteraccio le hanno impedito di andarsene, sono convinta che se le avesse detto che stava sbagliando direzione in modo educato lei avrebbe continuato a camminare imperterrita e senza alcun rimorso, in questo caso invece ha dovuto permettere all'indignazione per un comportamento del genere di avere la meglio. Ovviamente non è durata molto, considerando che nessuno dei soldati qui presente sembra avere intenzione di rinunciare all'ultima parola e, a dirla tutta, probabilmente sarebbe venuta voglia anche a me di scappare sentendo due anime litigare per chi ha avuto la morte più drammatica, sopratutto considerando che stiamo comunque parlando di qualcuno che vuole effettivamente tornare in vita, quindi non dovrebbe dare poi così tanta importanza al modo in cui è morto, in ogni caso, non è una cosa molto rassicurante.
C'è da dire, però, che da questo discorso è scaturita l'informazione essenziale che ha fatto fermare ancora una volta Jane, quel femminile utilizzato con così tanta naturalezza e che lei non pensava avrebbe potuto sentire in riferimento a uno dei due. In quel momento non si ritrova solamente a notare l'aspetto fisico, ma a sentire una sorta di connessione che va oltre alla voglia di vincere su chi l'ha fatta soffrire, ma è invece legata alla loro natura di donna, al desiderio di non essere private della possibilità di prendere parte alle attività svolte dall'altro sesso, insomma, sono una ragazza e sono sempre lieta di vedere come tu riesca a rendere davvero bene alcune cose, come questa ad esempio.
il fatto che alla fine abbia scelto di farsi accompagnare almeno fino all'esterno del labirinto è, lo ammetto, un vero sollievo considerando quanto poco tempo le ci era voluto per mettersi nei guai, insomma, non bisogna per forza fare le cose da soli perché vadano bene, almeno un po' di gioco di squadra si deve saperlo fare, inoltre non le farebbe affatto male farsi dare qualche lezione decente sul pantheon greco.
Quando poi mettono tutti in chiaro la loro provenienza dagli Stati Uniti, anche se ognuno da un'epoca ben diversa, c'è una delle geniali uscite di Nathan, << Ah! Dove bruciavano le streghe?>>, ma credo che a questo giro ci abbia preso in pieno. Si è irrigidita quando lo ha sentito dire questa cosa e, infondo, si tratta di una semidea, le probabilità che sia effettivamente stata effettivamente accusata di stregoneria sono davvero alte, anche se mi sarei aspettata un tantino di sollievo nel sapere che la caccia alle streghe è stata bandita, ma evidentemente non gliene può fregare di meno di quello che succede nel mondo mortale non trovandosi più lì.
Fossi stata in Eliza e Nathan, sinceramente, io un paio di domande sul motivo per cui questa ragazza abbia preso così bene il fatto che le divinità greche siano reali e che stiano discutendo su di una bussola divina me le sarei fatte subito, ma evidentemente hanno semplicemente preso troppo alla leggera la questione. Sembra quasi destino, comunque, il fatto che abbia finito per imbattersi proprio nei figli della Vittoria e della Guerra, del resto in questo caso il destino lo detti tu, quindi immagino ti sarai divertito parecchio a far incrociare i percorsi di tutti questi personaggi.
Ma ora direi di passare alla cosa che più mi ha sconvolta... Jane ha ventiquattro anni? Seriamente? Diamine, ero stra convinto fosse decisamente più piccola, non me lo aspettavo per niente. Sarà stato il fatto che per certi versi il suo è un carattere piuttosto infantile, paragonabile a quello di un'adolescente ribelle, un'infantilità molto diversa da quella che potrebbe essere di Cade, che invece mantiene comunque qualcosa di adulto nel suo comportamento.
Concludiamo questo paragrafo, invece, con la rivelazione che attendevamo già da un po', ma a cui alla fine si poteva arrivare, a parer mio, ovvero il fatto che Jane sia una figlia di Ecate, il che in realtà la rende proprio una strega, anche se in modo differente rispetto a quello inteso negli anni da lei vissuti. Ha dimostrato di avere già un buon controllo dei suoi poteri, evidentemente le era già capitato di utilizzarli in vita, deve conoscerli almeno in minima parte, quel tanto che le bastava per comprendere come sfruttarli per uscire da quel diavolo di labirinto. Mi chiedo, a questo punto, come mai la prima cosa che ha fatto una volta esservi entrata non sia stata creare questa freccia che potesse guidarla, ma potrebbe essere che effettivamente non le sia venuto in mente, anche se è strano. Ad ogni modo, è evidente che né Nathan né Eliza si aspettavano una cosa del genere, perciò apprezzerò questo effetto sorpresa facendo finta di niente riguardo alla questione "potevi pensarci prima, Dio santo".
~ Thò, guarda un po' chi si rivede! E siamo a tre miei cari fanciulli, mi state prosciugando l'anima, seriamente, almeno questo paragrafo è più corto (io ci provo pure ad essere meno logorroica, ma mi lascio trascinare dal flusso e finisce così, #sorrynotsorry). Innanzitutto, ho notato che si tratta di un paragrafo molto meno descrittivo rispetto ai precedenti con questi due, anzi, ti sei concentrato principalmente sui dialoghi. Che dire, sono un'amante dei momenti descrittivi o psicologici, ma in certi momenti dei buoni passi dialogati sono quello di cui c'è bisogno e direi che in questo caso è stata decisamente la giusta chiave per dimostrare una sorta di equilibrio che si è creato tra loro due in questo breve tempo. È strano, sono molto diversi tra di loro e Jonas ha ben dieci anni in meno di Cade, eppure equilibrio è probabilmente la parola che, a parer mio, descrive meglio la situazione del loro rapporto in questo momento, diciamo che è come se a modo loro si bilanciassero.
In ogni caso, ottimo lavoro, questa sorta di discorso sconclusionato era incredibilmente simile a me e le mie migliori amiche che ci urliamo contro giocando a una roba di cucina sulla switch, quindi fidati che era molto realistico, anche se forse non dal punto di vista in cui avresti sperato.
Comunque, Cade che chiama il mio piccoletto uccellino mi fa morire, Dio ce lo vedo tantissimo lì a rodere internamente perché questo nomignolo sottolinea solamente il fatto che, ripetiamolo ancora una volta tutti insieme, lui in confronto agli altri è un marmocchio, magari borbottando anche delle lamentale. Ottima scelta, umilialo pure in questo modo, direi che è la cosa meno pericolosa che puoi fargli subire, anzi, non credo ci siano dubbi su questo. Bellissima la differenza tra i due, il più grande che combatte con molta disinvoltura, rendendo ovvio che non è la prima volta che si ritrova in una situazione del genere, in gran contrasto con il mio bambino che, come ha ben intuito Cade, in effetti ha avuto a che fare solamente con i suoi compagni di scuola, che dubito fortemente possano essere definiti come dei grandi e degni avversari.
Nonostante l'adulto sia il roscetto è decisamente quello che riesce a divertirsi più facilmente, almeno vive tranquillamente questi combattimenti, sai che schifo sarebbe stato vederli solo in modo negativo? Invivibile, senza alcun dubbio. Provo un po' pena per Jonas, che si ritrova a dover essere paziente almeno una volta nella vita, ma suppongo possa fargli solo che bene imparare quest'arte a molti sconosciuta, soprattutto considerando quante sono le volte in cui è lui quello da sopportare.
Fortunatamente, a quanto pare, a questo punto sono davvero sul punto di uscire dal labirinto, anzi, a dirla tutta, ora mi chiedo quanto tempo siano stati lì dentro, anche se credo non più di qualce ora, o almeno lo spero per loro, quel posto deve essere decisamente soffocante, soprattutto se consideriamo il fatto che ci sono dei cavolo di muri di edera che si spostano per non farli uscire.
~ Alla prima lettura questa questione delle tessere mi aveva un po' confusa. Non so neanche dirti il motivo, in realtà, insomma, la questione è molto più semplice di altre, eppure ho dovuto leggere il primo passaggio un paio di volte prima di comprende cosa stesse succedendo, sinceramente mi sono anche sentita leggermente stupida considerando che hai soltanto ripreso l'inizio del capitolo, che devo farci, evidentemente ero molto più stanca di quanto pensassi quel giorno. Ma, a parte questo: ohibò, è qui presente il mio caro Apollo, ammetto di avere un debole per lui fin dall'infanzia, forse perché un gemello, o forse perché è un arciere, fatto sta che sono davvero curiosa di rivederlo in futuro, maggiormente approfondito. È ovvio che la figlia a cui si riferiscono sia Lea, perciò è deducibile che l'altra divinità sia il padre di Úranus, anche se sembra proprio tu voglia trascinarti il suo nome fin dentro la tomba, ugh. L'altro figlio di Apollo a cui si fa riferimento dovrebbe essere, invece, Cicno, avevi già accennato al suo odio nei confronti del padre in precedenza e, beh, sembra proprio essere sparito nel nulla, quindi le caratteristiche coincidono.
Ma torniamo ai semidei di cui abbiamo notizie, che è meglio. Ok, proviamo ad andare per ordine. Sono davvero felice del fatto che Cade e Jonas siano effettivamente riusciti a uscire con tranquillità, questa volta seguire l'impulso è stato decisamente a mio favore, anche se dubito lo sarà ancora altre volte. Non mi aspettavo, però, che li riunissi effettivamente in questo capitolo, soprattutto considerando che questo comporta il fatto che cinque su sette degli OC rimasti ora si trovano tutti insieme, e non è sicuramente una cifra insignificante in questo caso. Il modo in cui Cade stia sballottando Jonas è dannatamente simile a me con il mio gatto e, ancora una volta, non so quanto il paragone possa essere positivo, ma mi vengono spontanei, quindi suppongo ci sia una sorta di verità in loro. Nathan che ha visto la speranza di un suo contemporaneo per poi scoprire di essere comunque più piccolo è stato micidiale, non ti preoccupare soldato, anche se in modo differente io posso capirti.
Sinceramente, il fatto che Eliza abbia fatto presente il fatto che siamo solo alla seconda prova in questo momento è stato illuminante, insomma, sta già andando tutto a rotoli e siamo ancora all'inizio, almeno tra gli OC, in un modo o nell'altro, si è creata una sorta di armonia, basta pensare a Cade, Nathan ed Eliza che sembrano conoscersi da secoli nonostante si siano conosciuti comunque da poco, perciò non mi lamento, sta andando meglio di quanto potrebbe in fin dei conti, sparizioni a parte ovviamente. Hai fatto bene a fargli sapere che sono tutti semidei, insomma, certe cose alla fine non sono del tutto scontante, perciò è un bene che abbiano subito messo in chiaro le cose, in modo da evitare fraitendimenti e una buona dose di figure del cavolo che possono fare.
Ma, ancora una volta, passiamo al momento clue del paragrafo: ormai è innegabile, Cade è stato ferito e questo dimostra soltanto che, anche se si trovano negli inferi, è esattamente come quando erano in vita, una novita per loro, questo è poco ma sicuro, ma sembra che per adesso lui sia l'unico ad averlo realizzato, perciò chissà se si rivelerà un vantaggio o finirà per condividere con gli altri la sua scoperta.
~ Per ques'ultimo paragrafo sarò più veloce, è davvero molto corto, perciò non c'è un contenuto poi così ampio da commentare. Comunque, guarda un po' chi si rivede, ciao tipo! Quindi, Michael (nome che adoro, nonostante la sua banalità) è stato salvato dal nostro losco figuro, che ancora una volta va contro a qualsiasi regola manipolando la situazione, in modo anche piuttosto evidente e, per quanto adesso deve sembrargli una sorta di miracolo, sono convinta che si arriverà a un momento in cui finirà per desiderare che questo non sia mai avvenuto, anche se forse è solamente il mio pessimismo che si fa sentire. Non saprei dire se questo va contro o meno alla famosa moira greca, insomma, forse è previsto che tutto venga incasinato in questo modo e gli dei non reagiscono nonostante non siano pienamente convinti perché è così che le cose devono andare, anche se tutto dice il contrario.
Del resto però, ora lui gli deve un favore e questo, solitamente, non promette bene, anzi, se ci sono in mezzo i favori va sempre tutto a rotoli, soprattutto considerando che un momento del genere si trova appositamente a fine capitolo, mannaggia a te e alle tue tecniche di suspence, non posso più neanche fidarmi, ugh! Che dire, ci sai davvero fare con queste cose, mi hai fatto affezionare a un ragazzo che è stato presente per solo due brevi paragrafi per poi lasciarmi con la convinzione che finirà male, qui il genio del male sei tu, non scherziamo eh. Questo finale mi ha lasciata un po' con l'ansia, ma ormai è sempre così, il problema è che sono sicura che se vedremo di nuovo Michael sarà tra parecchio tempo, quel che basta per farci dimenticare della sua esistenza, forse.

Ok, lo ammetto, forse un paio di paragrafi avrei potuto recensirli meglio e ho concluso questa roba davvero troppo in ritardo (cioè sei riuscito seriamente a riaggiornare nel frattempo, sarai la mia morte), ma, a mia discolpa, sono successe davvero un sacco di cose in questi mesi e ho dovuto districarmi tra un gran numero di impegni e imprevisti, perciò non avevo proprio la testa per portare avanti una recensione per bene, per non parlare del fatto che ogni volta che tentavo mi ritrovavo a chiedermi da cosa diavolo iniziare, del resto non mi andava neanche di lasciarti con un paio di righe scritte al volo. Questa storia mi sta appassionando sempre di più, ormai mi hai conquistata in modo irreparabile.
Credo di non dover più neanche commentare dal punto di vista stilistico, non posso fare a meno di apprezzare i tuoi capitoli anche poiché scritti proprio come piace a me, direi che va tutto per il meglio, almeno dal mio punto di vista :')
Adesso direi che è il momento di salutarsi, soprattutto considerando che ore sono, vado subito a leggere il prossimo capitolo così questa mattina posso iniziare anche la recensione, sperando di non impazzire nel mentre, a presto~
Baci
;*
Zoey
PS. La testa mi sta uccidendo, la mia palpebra sinistra si sta gonfiando e non ho la forza di rileggere tutto ciò ora, abbi ancora tanta altra pazienza con me, tvb :')

(Recensione modificata il 11/09/2019 - 03:16 am)
Recensione alla storia Death Race - 26/04/19, ore 12:14
Capitolo 5: Run
Hey! Giorno 92 dall'inizio dell'attesa, fortunatamente non avevo perso la speranza, peccato però, eravamo quasi a 100 :') e no, non ti sto stuzzicando, ho solo un'ossessione per i numeri tondi. Ad ogni modo, sforni capitoli sempre più soddisfacenti, probabilmente non riuscirei ad odiarti per il tempo d'attesa neanche volendo, ma suppongo di rimediare a sufficienza con tutto il tempo che impiego io stessa a recensire. È che l'idea di lasciare una recensione scarna mi irrita nel profondo, capisci? Va bene, non perdo altro tempo e inizio la recensione vera e propria!

~ Te lo concedo, hai iniziato con un paragrafo particolare, compreso nel modo in cui è strutturato, ti piace dare una partenza sempre differente, vero? Almeno, grazie a questo, elimini il rischio di apparire monotono, perciò spero che proseguirai con anche solo un minimo di alternarsi tra i differenti modi di iniziare il tutto. Il punto di vista di Ade è stato dannatamente interessante, sto adorando le caratterizzazioni che stai dando alle differenti divinità e questa tua interpretazione del dio degli inferi. Mi sembra, come dire... rassegnato? Sì, quasi rassegnato all'idea che la natura sua, dei suoi fratelli e degli altri dei, ma anche quella degli umani, sia immutabile, che, per quanto possa non apprezzarla, crede non ci sia niente che possa fare per modificare questa condizione, e quindi, semplicemente, si accontenta di proseguire la sua eterna esistenza così.
È stato molto interessante il suo ragionamento sulla memoria, come le informazioni siano presenti tutte, impresse irreversibilmente nella sua mente ma pur sempre con gradi di chiarezza differenti, deve essere piuttosto irritante, in effetti, da alcuni punti di vista. È molto intrigante, invece, come si paragoni a un seme sterile, nonostante la saga di Percy Jackson ci abbia dato l'occasione di vedere che, in un modo molto contorto, si tratti di una delle divinità maggiori meno moralmente danneggiata.
Per quanto riguarda Gio, invece, hai calcato ancora una volta su come, nonostante sia umano, le divinità non possono far nulla contro di lui: inizio a credere che in questa cosa si trovi anche un indizio sul motivo per cui, esattamente, avviene tutto questo, ma sono piuttosto convinta che se sia davvero così non sarò in grado di coglierla tanto facilmente.
Ad ogni modo, le spiegazioni di Ade mi sembrano perfette, sia perché sono facilmente comprensibili, sia perché trasudano l'intera caratterizzazione del personaggio che ci hai mostrato. Mi chiedo se ogni prova avrà una motivazione strettamente legata al ritorno al mondo esterno, ad esempio per testare la capacità di adattarsi, poiché molti potrebbero trovarsi in seria difficoltà con ciò a cui si è arrivati nel corso degli anni. Passando invece alle riflessioni di alcuni dei partecipanti: pezzo molto forte, complimenti. Mi ha colpito, in particolar modo, il fatto che la maggior parte di pensieri sia riservato al proprio e alla sopravvivenza di questo come se, alla fine, senza la possibilità di vivere nel proprio paese non ne valesse la pena. È interessante, perché in questi anni si parla tanto di fuga di cervelli e i ragazzi italiani sognano un futuro all'estero, mentre fino a neanche un secolo fa si facevano ammazzare per la salvezza dell'Italia: se dovessimo andare in guerra, avremmo il coraggio di imbracciare le armi per il nostro paese? Io non credo.
Poi, iniziano il susseguirsi di brevi scambi tra i personaggi: inizia il trio Ùranus, Lea e Jane. Non so, Lea la immaginavo meno ingenua, suppongo. Cos'altro bisognerebbe aspettarsi, sinceramente? Si tratta di una gara indetta dagli dei per puro divertimento, dar loro la consapevolezza che se dovessero sbagliar qualcosa potrebbero essere lasciati a dimenticare se stessi potrebbe anche essere considerato un ulteriore metodo di scrematura. In ogni caso, non riuscirei proprio ad aspettarmi una soluzione alternativa. Passando invece al lieve stuzzicarsi da parte delle due fanciulle: non ho potuto fare a meno di sorridere, perché è un'interazione molto reale, tipica di noi ragazze, a dir il vero, se non veniamo prese bene l'una dall'altra fin dal primo momento, beh, è la fine. Mi hanno sorpresa, invece, i pensieri di Ùranus, diavolo, i ricordi della propria vita son ciò che ti rende una persona, anche stare nei Campi Elisi senza questi deve essere una tortura! Da un certo punto di vista, è comprensibile il tipo di pensiero da lui fatto, dall'altro io non sono proprio in grado di giustificarlo, ma ehi, non riesco a giustificare le azioni del mio stesso OC, direi che va bene così.
Si passa poi alla spiegazione vera e propria della prova: semplice, chiara e allo stesso tempo in grado di lasciarti con infiniti dubbi, un giusto mix, che ha portato anche ad uno scorrevole passaggio per il discorso interiore di Nathan. Sono incuriosita, sembra conoscere molto bene il Labirinto di Dedalo, e questo rafforza solamente la mia idea del fatto che possa aver vissuto nella seconda metà del 1900, poco prima, per così dire, dei protagonisti della saga, poiché la realtà per i semidei sembra molto simile a quella che è per Percy e compagnia bella. Son convinta che, per certi versi, lui sarà il personaggio che riuscirà a essere almeno un po' familiare per tutti noi lettori, proprio per via di quelle piccole cose che riportano con la mente alla storia originale, anche se da un certo punto di vista spero che ci sarà anche qualcos'altro che me lo farà sentire vicino.
Credo che sia appropriato, ogni prova ha le sue regole, un classico intramontabile, sarebbe troppo stupido fornire solamente regole generali. Cade ed Eliza non hanno fatto molto, in queste righe, ma l'osservazione che hanno espresso è ugualmente importante, si tratta pur sempre di una gara ed è praticamente sicuro che qualcuno preferisca ricorrere fin da subito alle maniere forti. C'è da aggiungere che, come è accaduto prima per Lea e Jane, non ho potuto fare a meno che sorridere per l'interazione tra Cade e Nathan, posso immaginare una scena dell genere avvenire nel mondo reale senza troppi sforzi e questa è una delle cose migliori che può accadere per un lettore.
Hai fatto poi ritorno sul terzetto J-U-L, non me lo aspettavo a dirla tutta, ma fa niente. Non posso fare a meno di comprendere il disorientamento, per così dire, che prova Jane in questo momento. Non deve essere affatto facile venire a patti con l'idea di queste divinità di cui lei stessa non sa nulla, anche se trovo piuttosto stupido il modo in cui continua a sottovalutarle, potrebbe essere giustificata nuovamente poiché non ha alcun termine di paragone, non avendoli mai neanche visti agire, temo perciò la sua reazione a un possibile incontro con un qualche semidio con poteri ben riconoscibili, ben più probabile (o almeno glielo auguro) di quello con un dio, ma sicuramente ugualmente sconvolgente.
Infine, c'è la regole che ha portato con se più emozioni negative, quella di dover lasciare le proprie armi. Regola pesantuccia, non c'è che dire, neanche immagino come devono essersi sentito i nostri due soldati, di cui armi sono quasi un'ulteriore parte del corpo.
Anche Jonas, il mio bimbo emotivo, è in grado di comprendere la sensazione che devono provare molti dei suoi rivali all'idea di abbandonare gli oggetti che li hanno accompagnati in vita e morte, e questo è semplicemente perfetto. È anche presente una lunga riflessione su Cicno da parte del mio Mr. Diffidenza e, devo dire, che non credo potrei ringraziare più di quanto non stia facendo ora questo suo tratto. Tutto quello che hai scritto, i suoi pensieri, le sue opinioni per quanto riguarda il comportamento del greco nei suoi confronti, sono perfetti, esattamente come avrei potuto immaginarli io stessa, ad esempio, ho trovato molto appropriato il fastidio che ha provato nel sentirsi trattato come si farebbe con un bambino, nonostante sia stato proprio lui, nel capitolo precedente, a evidenziare la loro differenza di età e il fatto che, comunque, è piuttosto piccolino.
Come praticamente ogni volta, ho adorato ogni singolo gesto che hai descritto, come ad esempio il dondolio sui talloni per sfogare il bisogno di muoversi, associato ad emozioni e sensazioni che gli si addicono totalmente, mi è parso, per un momento, come un ragazzino alle prese con un esame importante, nervoso e allo stesso tempo infastidito da qualsiasi cosa, ma, infondo, non è proprio un po' questo quello che è? Infine, bisogna notare la solita chiave che ci hai fornito, "Avete tutto il tempo del mondo, siete già morti.", l'obiettivo è, a questo punto, comprendere come questa frase vada ad aiutare i personaggi di questa storia, nonostante ci siano anche altri parti del discorso a cui pensare.
~ Si prosegue con un altro paragrafo bello impegnativo, tieniti pronto, almeno 1500 parole solo per questo ce le spendo, sappilo. Nonostante fosse un paragrafo dedicato ad Eliza, Nathan e Cade, non ho potuto fare a meno di notare come tu ti sia concentrato principalmente su quest'ultimo, perché mi hai dato l'occasione di apprezzarlo decisamente più di prima, come tu già sai, lo hai tirato fuori da quella zona di pura apatia che provavo nei suoi confronti e sono molto felice di questo, ma una cosa per volta, andiamo per ordine.
Iniziamo proprio dal roscetto della situazione, che mi ha sorpresa, e neanche poco a dirla tutta. Ha mostrato finalmente quella sua parte del carattere che avevo bisogno di vedere, scatenando in me curiosità. Mi piacciono i personaggi furbi, ma soprattutto mi piacciono i personaggi che sono in grado di osservare, che anche se non sembra stanno sempre attenti a tutto e tutti, perché non si sa mai. È evidente che lui sia cresciuto principalmente per strada e ha dovuto imparare ad avere a che fare con molte persone nel corso della sua vita, ciò lo rende un personaggio che fa parte di una determinata categoria che ho piuttosto presente ma che, per qualche motivo, non riesco a identificare con chiarezza. Ho adorato, prima di tutto, il modo in cui ne ha approfittato della situazione per studiare i suoi compagni e ho apprezzato parecchio la sua sfrontatezza, che gli ha sicuramente dato il coraggio di andare a porgere domande tanto personali ad Eliza, quando si sono appena conosciuti.
Questa sua "distrazione", se così vogliamo chiamarla, lo ha portato a perdersi qualche parte dei loro discorsi, ma si è rivelata piuttosto utile anche perché, finalmente, ci hai dato l'indizio che sembra urlare in ogni modo "Cade è un figlio di Zeus!". Quasi non ci credevo, che potesse essere davvero così, ma se alla fine mi sbagliassi avresti davvero una lunga lista di spiegazioni da darmi, perché nonostante esitino molte divinità legate alle correnti, non credo ce ne siano altre che potrebbero dargli la possibilità di individuare quello che pare essere un filo di energia. Aggiungiamoci anche che è stato il primo a notare che il labirinto cercava di dividere i gruppi, isolandoli, e acquista davvero tanti punti all'interno della mia classifica personale.
Mi ha fatto molto piacere anche il fatto che non abbia deciso di tenere per se le informazioni apprese, potrebbe apparire come una scelta allettante, nonché la più facile da fare, eppure lui ha scelto di offrire il suo aiuto anche ai due soldati. Credo che, come spesso avviene, questa cosa sia giustificata dalla costruzione della storia dell'OC di per se, sono convinta che ha vissuto in un contesto in cui la cosiddetta banda risulta essenziale per la sopravvivenza. Il modo con cui interagisce con loro, a dirla tutta, sembra solamente dar forza a questo mio pensiero. Non fa altro che stuzzicare entrambi, provocando una reazione a catena e un continuo scambio di cui sembra, in ogni caso, essere sempre lui il dominatore, li provoca, è vero, ma può essere considerato un modo per mantenere vivo il rapporto e una piccola dose di competizione, sempre utile in questo tipo di rapporti. Quindi, in breve, credo che, anche se non sembra, Cade se la cavi parecchio bene con le persone.
Per quanto riguarda la realizzazione che ottiene al concludersi del paragrafo, "Non fatevi ammazzare e che Nike possa assistervi.", in un primo momento non avevo compreso che cosa avevi intenzione di evidenziare. Ho dovuta rileggere più e più volte per capire che, evidentemente, per loro il fatto di poter effettivamente essere uccisi nuovamente non fosse ovvio. Non so, mi capita spesso, di dare per scontate informazioni che non lo sono, ma in questo caso ho davvero avuto difficoltà a capire quale fosse il problema di questa informazione, nonostante io fossi perfettamente consapevole del fatto che siano morti :')
Eliza non mi ha mai convinta particolarmente, ma in questo capitolo, in alcuni punti, mi ha fatto parecchio storcere il naso, nonostante ci siano comunque stati dei momenti in cui ho potuto apprezzare nuovamente alcuni tratti del suo carattere. Iniziamo con il dire che mi ha infastidita un po' il fatto che, all'inizio, si fosse sentita offesa dal commento di Nathan, infondo ha vissuto per molto tempo con soli uomini e dovrebbe essere in grado di capire come sono fatti, parliamo in oltre di un uomo d'onore, probabilmente offenderla era l'ultima cosa che volesse fare, semplicemente aveva bisogno di chiarire che non se ne sarebbe stato in silenzio a guardare in caso fosse successo qualcosa di strano al suo fucile. Dovrebbe lei stessa capire il bisogno di esprimere questo disagio, essendo stata proprio lei la prima tra i tre a ricorrere alle minacce e sapendo l'attaccamento che si prova per la propria arma.
Sono leggermente insicura sulla sua tattica per non far sapere ai propri compagni il suo reale sesso, mi sorge addirittura il dubbio che alcuni di questi potessero in realtà esserne a conoscenza e aver preferito non dir niente per segno di rispetto, ma i soldati di certe epoche erano uomini piuttosto rudi, perciò non c'è da escludere che in una situazione del genere se ne sarebbero fregati del rispetto. Non saprei, probabilmente dipende dal tipo di persone che l'hanno circondata durante quel periodo, in ogni caso, se davvero fosse riuscita a non farsi sgamare da nessuno le faccio i miei complimenti, nascondere tutto per anni, soprattutto per una donna adulta, deve essere una vera impresa.
C'è da dire che, come già si era notato, la fanciulla qui presente ha un orgoglio grande quanto una casa e mi pare anche piuttosto permalosa, accoppiata non proprio positiva, ma diciamo che il suo carattere forte, che ha impedito che quegli altri due geniacci si ammazzassero a vicenda, può compensare questi difetti. Mi diverte parecchio, in oltre, la facilità con cui si scandalizza per certe cose, perfettamente comprensibile per una ragazza di un'epoca non propriamente vicina alla nostra, ma comunque particolare per chi, invece, vive nel nostro contesto. Insomma, lei rimprovera quasi sempre Nathan per il suo linguaggio, ma alla fine è anche normale, per lei deve essere come sentir parlare il peggiore dei mascalzoni.
È dolce, poi, come in qualche modo si sia già affezionata a questa piccola squadra che sono andati a creare, nonostante quei due la facciano impazzire, suppongo sia dovuto anche ad una sorta di spirito di appartenenza che il suo passato da soldato deve aver instaurato in lei, evidentemente ha bisogno di sapere di avere una squadra stabile su cui contare. Temo solamente come si comporterà ora che è sola con Nathan, infondo sono due caratteri che potrebbero fare squadra in un modo perfetto, ma ho la sensazione che invece finiranno per scontrarsi per un qualche futile motivo, per poi dividersi anche loro e non essere in grado di ritrovarsi, capendo quindi di essere stati due idioti.
Insomma, io mi sono lamentata un pochino di Eliza, ma neanche Nathan ha un carattere facile, anche se credo che proprio la vicinanza, per così dire, che sento nei suoi confronti e che ho provato dopo la lettura del primo paragrafo, mi aiuti a sopportare meglio il suo atteggiamento. Innanzitutto, il fatto che sia praticamente l'unico personaggio a dire parolacce e che sia, oltretutto, molto sboccato mi fa morire. Capita spesso che gli autori di fic si auto censurino per quanto riguarda il linguaggio, preferendo non utilizzare termini volgari o altro per non rischiare di andare incontro a "sanzioni" di qualche tipo, ma credo che tu faccia benissimo, invece, a scrivere quello che ti pare e piace.
Anche lui, come una buona parte dei personaggi di questa fic (mannaggia a loro) è un dannatissimo testardo e vederlo trovare in tutto una scusa per una discussione e il modo in cui si scalda tanto velocemente, mi ha messo addosso una lieve tensione, mista però ad una buona dose di divertimento. Non mi era mai capitato che, in una situazione del genere, un personaggio mi facesse provare tensione, ma ho la sensazione che prima o poi il suo modo di comportarsi lo metterà in seria difficoltà durante una prova e, a questo punto, non c'è da escludere che si tratti proprio di questa.
Sto cercando di capire come mai non riesca proprio a fidarsi di Cade, forse è dovuto proprio al modo in cui questo gli si è presentato, da come l'hai descritto da proprio l'aria di un ragazzaccio di strada un po' troppo cresciuto e questo potrebbe portare Nathan a pensare che non è il tipo di persona che gi resterebbe fedele, per così dire. C'è da aggiungere, inoltre, che il periodo nell'esercito deve avergli anche insegnato la diffidenza nei confronti di chi non si conosce bene e deve averlo portato a tentare in ogni modo di essere in grado di sopravvivere con le sue sole forze, cosa senz'altro positiva, ma non sarebbe male, certe volte, fidarti semplicemente della strada verso cui ti indirizza il Fato.
Capisco perfettamente il suo bisogno di rimanere legato agli strumenti che ha sempre utilizzato e che gli appaiono come i più adatti alla situazione, ma dovrebbe anche ricordarsi che, infondo, lui non è nessuno per potersi permettere di dubitare del retaggio divino di qualcun'altro. In ogni caso, sai già che sono sempre pro-diffidenza, perciò cercherò di pensare solo alla parte più ragionevole del filo di pensiero di questo poraccio, che tra una cosa e l'altra è stato anche in credo di fare una figuraccia mettendo in imbarazzo Eliza, insultandola involontariamente nel mentre: che dire, per questo ci vuole talento, senza alcun'ombra di dubbio. In ogni caso, non mi convince particolarmente neanche lui, son convinte che almeno un po' ai due compagni di avventura si è affezionato.
~ Tanta roba, non c'è che dire. Diavolo, mi hai fornito certi dettagli su Jane che non ho potuto fare a meno di adorare, davvero. Capisco il motivo per cui ha scelto di separarsi dai due che aveva incontrato nel capitolo precedente, probabilmente per una ragazza proveniente dalle Praterie risulta la scelta più ovvia, non fidarsi degli altri e continuare a far tutto da sola, anche se non sempre risulta la scelta giusta almeno avrà la consapevolezza che, se dovesse sbagliare, sarebbe totalmente colpa sua.
La scelta da parte del/della su* creatore/trice, di non averle fatto mai utilizzare un'arma, è stata piuttosto coraggiosa, per il semplice fatto che è vero che in questo modo si è attenuta perfettamente al periodo storico e contesto da cui sembra provenire questa fanciulla, cosa che non può far altro che farmi piacere, ma temo anche che possa essere un svantaggio per lei, essendo probabilmente uno dei pochi OC che non sa utilizzarne una, forse addirittura l'unico. Ho adorato quel dettaglio su cui hai giocato per molto tempo, senza mai utilizzare la giusta terminologia, rimanendo sul vago ma facendo comunque intendere perfettamente che Jane ha sofferto di attacchi di panico nel corso della sua vita.
L'intera situazione è descritta alla perfezione, il modo in cui li si senta soffocare in mezzo alla gente e nei boschi, come abbia un evidente bisogno di essere libera, di avere la consapevolezza di poter fuggire senza intoppi, o almeno questa è l'interpretazione più logica che si può avere di queste due paure. Hai, inoltre, esposto le sue insicurezze, come non si sia mai sentita abbastanza e questa sensazione l'abbia perseguitata anche nella morte e io non posso far altro che trovare tutto questo perfetto. Non riesco a spiegartelo con precisione, ho solamente questa sensazione, forse dovuta al fatto che sia intuibile che in lei ci sia ancora una buona dose di infantilità, che nonostante tutto ciò che ha passato sembra proprio non essere in grado si andarsene, un'infantilità corrotta, per così dire.
Hai scritto, poi, una cosa che io trovo davvero molto giusta. Jane non conosce la guerra, non l'ha mai vissuta di persona, non ha mai visto una battaglia, eppure ne riconosce il suono, sa cosa sta accadendo per un puro istinto e io credo, sinceramente, che possa avvenire anche nella vita reale. Ho adorato anche il ricordo che hai inserito e il modo in cui lo hai introdotto dal discorso precedente, come il tocco di una foglia venga paragonato alla madre, che ha cercato di proteggerla facendole promettere che quei sogni, che probabilmente erano proprio sogni da semidea, non li avrebbe raccontati a nessun'altro.
L'ultimo passaggio mi è parso confuso, ma sono piuttosto convinta che sia stata una scelta volontaria, resta il fatto che mi ha lasciata con una sorta di stretta al cuore. Non mi aspettavo, minimamente che potessi decidere di fare una cosa del genere, catturata dalla stessa edera, mi ha ricordato una parte di Harry Potter e la Pietra Filosofale, son convinta che tu abbia presente. In ogni caso, mi lasci con la grandissima curiosità per quanto riguarda il suo destino, non vedo l'ora di capire come se la caverà, mi rifiuto di credere che possa andare a finire male.
~ Passiamo al paragrafo dedicato a Jonas, il mio caro bimbo. L'unico geniaccio che non si è separato dal suo gruppetto di proposito. Ho passato tutta la lettura di questo paragrafo con la mano destra schiaffata in faccia, ridacchiando e con un'espressione piuttosto rassegnata, ma ovviamente non ho potuto fare a meno di adorare tutto questo. Innanzitutto, ho adorato le sue reazioni.
La sua rabbia e irritazione dovute all'essersi perso sono perfette, così come il modo in cui ci impiega un po' per andare a patti con l'idea di dover provare ad essere tranquillo e trovare effettivamente una soluzione, piuttosto che continuare ad essere sull'orlo di una crisi di nervi. Hai spiegato le sue emozioni in modo egregio, perfetto per il personaggio che ho creato e a cui tu stai dando vita man mano, sono sempre più felice dell'idea di aver dedicato giorno e notte alla sua scheda, ne è valsa proprio la pena.
In ogni caso, son felice che almeno non si sia perso perché è scemo lui, ma piuttosto perché ha sentito gli stessi rumori di spade che appaiono molto ricorrenti in questo capitolo, anche se ovviamente per lui questo sollievo non può essere presente, non sapendo che è accaduto anche ad altre anime, ma probabilmente proprio perché per lui sarebbe comunque una cosa imbarazzante.
Una cosa che ho amato profondamente è stata la sua svolta umorale. Ho calcato molto, all'interno della sua scheda, sul modo in cui passa facilmente da un'emozione all'altra e il contrasto tra l'iniziale rabbia sostituita dalla felicità, scatenata da qualcosa che potrebbe apparire molto superficiale, ma che per lui ha una grande importanza, è stato decisamente perfetto. Hai descritto bene il modo in cui ha vissuto e con cui ha provato a continuare a stare nell'Ade, la sua finta calma che proprio non gli appartiene, perché pieno di emozioni irruenti e contrastanti che aspettano solamente di poter essere liberate.
Il fatto che la possibilità di fare una cosa semplice come pulirsi le mani sui pantaloni (gesto che mio fratello fa ogni giorno nonostante i rimproveri dei nostri genitori) sia stata ciò che gli ha dato la consapevolezza di essere libero come mai era stato è magnifico. Hai descritto il senso di oppressione che ha provato per la maggior parte della sua vita come se fosse la cosa più facile de mondo e ne sono felice, perché risultato tutto scorrevole e dannatamente perfetto. Mi ha fatto piacere leggere di lui che si sente fiducioso, una volta tanto per davvero, ed è pronto ad iniziare questo percorso per tornare alla sua vita, anche se sembrerebbe che dovrà farlo da solo.
Poi vabbè, mi hai fatto morire, seriamente. Ma diavolo, è fuori dai Campi di Pena da due capitoli, nel primo è svenuto e precipitato da un albero, ora è sul punto di essere investito da un'anima che sembrerebbe essere il doppio di lui, mi stai prendendo in giro? Mi farai avere un infarto così :c Cioè, lui se ne stava lì tranquillo, fiducioso delle sue capacità e pronto a trovare un modo per uscire dal labirinto e poi così, a caso, gli arriva un tipo addosso. Ugh, sei crudele, uomo!
~ Come avevi già anticipato nel paragrafo dedicato a Jane, Ùranus e Lea sono tornati un duo, meglio per me, sarà più facile recensire questo paragrafo :') Devo dire che, dal punto di vista di struttura, si tratta di uno dei miei paragrafi preferiti. Ho adorato il modo in cui ci hai dato delle informazioni sul passato di Lea, senza però renderlo un momento vuoto, per via della loro fuga. Non immaginavo che lei potesse essere così legata all'idea di essere una ragazza coraggiosa, è vero, nessuno è mai fiero di essere un codardo, ma pensavo fosse quel tipo di personaggio che va oltre a queste cose, non dandogli particolarmente peso e sorprendendoti solo in un momento di difficoltà.
Ci hai anche fornito qualche informazione in più sulla sua morte, stava tentando di fare il suo lavoro, probabilmente da medico per quello che hai descritto, perciò questo mi lascia con due possibilità: c'era realmente un ferito, magari qualcuno che lei conosceva, ma poi è successo qualcosa per cui lei è morta e attende l'altro per capire se ne è valsa la pena, per così dire, oppure era una trappola, anche se non ne vedo il motivo. Potrei sbagliarmi ovviamente, o magari avere ragione a metà, ma ora come ora mi sembrano le due possibilità più interessanti, perciò espongo queste. E, a proposito di modo di morire, ho sospirato di sollievo quando ha scelto di non domandare a Ùranus se fosse morto per qualcosa dovuto a una fuga, credo che quest'informazione debba essere considerata molto privata e in caso dovrebbe essere lui a parlarne. Poi, pensandoci, deve essere davvero stressante avere una conversazione con un morto, potresti continuamente dire la cosa sbagliata e ricordargli la propria morte, mica è facile così.
Tornando a noi, la descrizione della fuga mi pare adatta, abbastanza caciarona, se capisci cosa intendo, cosa sicuramente calzante considerando che si tratta degli unici personaggi che ritroviamo direttamente in corsa. Come molti sono pieni di dubbi sul ritrovamento delle armi, ma mi sembra siano i primi ad esprimere la paura dovuta al non voler dire addio per sempre alla propria, spero vivamente per loro che possano ritrovarle prima di uscire dal labirinto. Hai anche tirato fuori la questione del genitore divino di Ùranus, Lea è riuscita a fare il collegamento che già avevi espresso per cui sia lui stesso a portare con se una forte sensazione di disagio, probabile retaggio divino, credo di averti già detto quali sono i miei sospetti in questo campo, ma non riesco proprio a eliminare nessuno tra Acli, Deimos, Fobetore e Fobos, ho troppe poche indicazioni per poterlo fare, perciò temo che dovrò aspettare ancora un po'.
Passiamo però alla grande rivelazione del paragrafo: cosa diavolo ha fatto Lea!? Credo fosse già stato confermato, il fatto che dovrebbe essere figlia di Apollo, ma non mi aspettavo di certo che potesse fare una cosa del genere, come del resto non se lo aspettava Ùranus, e come biasimarlo per questo. Non so, è qualcosa di strano, ma va bene così, non mi esprimo finché non ci avrò capito meglio, conto sul fatto che ci fornirai più informazioni su come funziona questo piccolo fuoco più avanti, magari già nel corso del prossimo capitolo, ho fiducia in te caro mio ù.ù
~ Ok, non mi aspettavo di vedere di nuovo Cade nel corso di questo capitolo, ma suppongo sia dovuto al fatto che hai diviso il capitolo originale in due parti, no? In ogni caso, non importa, perché si tratta certamente di un altro momento piuttosto importante per comprendere meglio la caratterizzazione del personaggio, che, non so come diavolo abbia fatto, ma in questo capitolo mi ha davvero fatta impazzire. Nel momento in cui hai nominato i Liberty ho provato un brivido, sembra stupido, ma ho rivisto in questo nome, così come nel ritrito discorso sulla libertà, un mio OC, ed è sempre piacevole avere a che fare con qualcosa che, per quanto sembri diverso, ti dona comunque un senso di familiarità, ma del resto ti ho già parlato di questa sensazione, perciò passiamo al contenuto.
La descrizione della sua corsa, legata anche alle informazioni che già avevi fatto trasparire pian piano nel corso dei capitoli sul suo genitore divino, è stata piuttosto piacevole, ma la parte che ho preferito è stata, per l'appunto, il significato dietro a quella corsa e al coltellino. È bello come ricerchi ogni cosa che possa farlo sentire se stesso e quindi libero, come per lui riesca ad essere una sensazione piacevole anche solo la consapevolezza di star correndo per la sua vita, è una cosa molto particolare, che non credo sia facile trovare in un personaggio, insomma, alla fuga non vengono mai associate emozioni positive, eppure per lui deve essere legata all'emozione causata dalla scarica d'adrenalina e alla gioia che causa l'essere effettivamente stato in grado di non farsi catturare.
Non vedo l'ora, a questo punto, di conoscere di più sul suo gruppo, quello che aveva in vita, sul tipo di missioni che portavano avanti e la libertà da cosa, esattamente, volessero ottenere. Dalla descrizione sembrerebbe, poi, che la sua morte sia stata causata da un combattimento durante una di queste, mi chiedo solamente, a questo punto, come mai non abbia incontrato nessuno dei suoi compagni dopo la morte. Dubito appartenga ad un periodo storico così recente che loro non siano ancora morti, perciò bisogna chiedersi se qualcuno, oltre a lui, sia riuscito a guadagnarsi i Campi Elisi.
Molto interessanti anche i brevi ricordi legati al suo coltellino, un buon espediente per farci conoscere qualcosa della sua storia senza ricorrere a dialoghi o a veri e propri flashback. Bello anche il modo in cui, infondo, non riesca ad essere completamente sicuro di meritarsi i Campi, è una sensazione che, a parer mio, dovrebbero provare molte delle persone presenti in questi, per il semplice fatto che ci portiamo tutti dietro un rimorso che ci attanaglia lo stomaco, che ci fa pensare di non meritarci completamente ciò che abbiamo.
Poi, vogliamo parlare del finale del paragrafo? Ti pare giusto mollarmi così, dopo anche le conclusioni di quelli precedenti? È davvero una mossa sleale, fattelo dire, adesso passerò il tempo a chiedermi che cosa potrebbe fare interferenza con la connessione di Cade, mannaggia a te :c
~ C'è una parte di me che adora anche troppo i paragrafi dedicati a Cicno. Non tanto per una questione dedicata al personaggio di per sé, che per me è in un continuo altalenare, ma più per via del periodo storico in cui ha vissuto, che lo ha portato a vivere un legame con il divino ben differente da quello della gran parte degli altri semidei. Come hai espresso te stesso, lui non può dimenticare le caratteristiche che accomunano ognuna delle divinità del pantheon greco, per il semplice fatto che, in un modo o nell'altro, lui si è sempre ritrovato in contatto con questo. Molto interessante sia il suo vaneggiare sul destino del vecchio sacerdote, anche perché probabilmente non si sbaglia, che il modo in cui abbia sottovalutato la questione delle armi. Che sia proprio la consapevolezza di sapere più di altri a portarlo, in qualche modo, a sottovalutare le situazioni?
Mi spiego meglio: non può essere così semplice neanche da questo punto di vista, e lui dovrebbe capirlo. È vero, una parte della difficoltà sarà capire qual è la via di uscita, ma una persona che ha conosciuto la spietatezza degli dei, a parer mio, dovrebbe certamente pensare che c'è di più. Non so, forse sono io troppo diffidente, uno dei tanti tratti che ho trasmesso a Jonas, ma non riesco proprio a capire come possa, per lui, non esserci neanche il sospetto che, in effetti, le armi possono far loro qualcosa. Non so se è un tuo piccolo "buco di trama", per così dire, o se è un'idea che hai avuto in base al carattere del personaggio, ma mi da comunque un sacco da pensare, ha visto Jonas svenuto, perché le anime non dovrebbero potersi ferire con delle armi, a questo punto? Ok, smetto di fossilizzarmi su questa cosa e proseguo.
Riprendiamoci anche il mio Jonas nel discorso, va. Giuro, mi ha fatto letteralmente morire il fatto che mentre Cicno se ne stava lì a ragionare su di lui, su come sono tutt'ora legati per via dei bracciali e del collare, sui poteri che potrebbe avere e cavoli vari, Jonas era sparito. La mia reazione alla frase "Tutti i suoi pensieri si bloccarono quando si rese conto che il ragazzino non era lì." è stata un semplice e spontaneo "Ma buongiorno Cicno, vuoi un caffè?". Che dire, non particolarmente carino da parte mia, ma è sempre bello avere un motivo per cui farsi un paio di risate dopo scuola. Comunque, una parte di me rimprovera Cicno perché ha sopravvalutato le capacità di Jonas di non perdersi, ma almeno un po' colpa del labirinto deve esserlo, quindi se non voleva perderselo avrebbe dovuto tenerlo per mano manco avesse cinque anni e sarebbe stato decisamente imbarazzante e seccante per entrambi.
In ogni caso, lui è convinto di cavarsela così, considerando il fatto che lo ha effettivamente accompagnato fino al punto di partenza come previsto, ma non credo che questa storia possa semplicemente finire qui, certo, a meno che non si tratti proprio del personaggio che se ne andrà dopo il prossimo capitolo. Mi spiace caro mio, ma dubito tu ti possa essere liberato di Jonas così facilmente.
La parte finale del paragrafo è stata un piccolo caos, come del resto c'era d'aspettarsi, e anche Cicno viene separato dai propri compagni di viaggio. Il modo in cui assiste, quasi inerme, a ciò che accade attorno a lui ci evidenzia solamente un'informazione sul suo passato che ci avevi già fornito, ma resa ancora meglio: lui ha sempre affidato agli altri il compito di portare avanti le sue missioni, perciò sembra quasi non sappia proprio come comportarsi in una situazione del genere, tanto che non è lui stesso a sottrarsi alla battaglia. Molto, molto bello.

E finalmente, dopo un mese, posso dire di aver concluso! Lo so, ci metto molto, ma spero almeno ne valga la pena :') In generale, il capitolo mi ha lasciata parecchio in ansia, non vedo l'ora di sapere come questi fanciulli riusciranno a scappare da questa situazione non proprio piacevole, vedremo come si muoveranno loro, ma anche te nel raccontare. Per il resto, credo di non avere nient'altro da aggiungere, anche perché credo di aver detto tutto quello che dovevo dire sull'immagine di copertina già nei messaggi in privato, perciò direi che è il caso di smetterla di importunarti e salutarci qui, soprattutto perché dei ragazzini sono appena entrati nella mia classe urlando i morti di Avengers Endgame, perciò ho bisogno di riprendermi.
Attendo una tua risposta, e il prossimo capitolo ovviamente!
Baci
;*
Zoey
PS. Se ci sono errori o roba strana, sai il motivo, non ho la forza di rileggere tutto ciò, capiscimi.
Recensione alla storia Death Race - 13/01/19, ore 23:39
Capitolo 4: Start Line
Hey! Mi tocca ammetterlo, prima di vedere questo aggiornamento avevo quasi perso le speranze per una seconda volta :') Tralasciamo il fatto che ormai inizio a credere seriamente di avere dei problemi, perché sta notte (28/12) mi sono svegliata alle tre e mezza con l'impellente desiderio di andare su EFP, ritrovandomi davanti il tuo aggiornamento. Ovviamente mi sono subito rimessa a dormire, convinta fosse solo un miraggio, e prendendomi ancora di più un colpo la mattina.
Situazioni improbabili ma reali a parte, leggere questo capitolo è stato una gioia come le volte precedenti, perciò iniziamo con questa analisi, anche se credo che sarà più irregolare del previsto:
~ Hai iniziato con qualcosa di grande effetto, non ci sono dubbi. È un paragrafo puramente descrittivo, di quelli paragonabili alle esibizioni prima di uno spettacolo, per scaldare il pubblico in modo che dia il massimo nel momento in cui l'interesse dovrebbe essere al suo culmine, spesso passaggi del genere paiono noiosi e piuttosto irrilevanti, ma in questo caso ha mantenuto a sufficienza la mia attenzione, anche se ovviamente c'è poco da commentare. Lo stile pare chiaro come sempre, comprensibile e scorrevole, con dettagli curiosi che mi hanno dato la possibilità di immaginare il luogo senza sforzarmi troppo, ho apprezzato particolarmente la parte descrittiva dedicata alle colonne. Nonostante tutto, però, sembra che questa descrizione abbia un solo e unico scopo: arrivare al momento finale e mostrarci che, sebbene in questo luogo che abbiamo appena iniziato a conoscere sembra regnare la calma e la tranquillità, ciò che si trova al di fuori è completamente differente, rendendo la Sala delle Colonne quasi un rifugio, dove bisognerebbe nascondersi per scampare ai milioni, miliardi, di anime tanto differenti tra loro, accomunate però dallo stesso desiderio di poter ricominciare.
~ Jane mi sembra giovane, diciassette anni, forse diciotto. Non credo sia più piccola di Jonas, ma sicuramente non arriva ai vent'anni. Non so, ma le sue emozioni, la sua confusione e la sua rabbia, molto differente da quella di Cicno, sembrano dire che si tratta di una ragazzina segnata a fuoco dalle sue esperienze, ma pur sempre troppo giovane per essere in grado di ragionare in modo chiaro quando si tratta di queste, sembra non essere capace di una metodica calma, non pronta a tirar su una maschera, almeno per non portar tutti contro di lei fin dall'inizio, proviene pur sempre dalle Praterie, vero, non sono i Campi di Pena, ma neanche i Campi Elisi in fondo. Ho apprezzato quel moto di ribellione che ha provato nel riassaporare, anche se in piccola parte, la libertà, e come dimostra tale ribellione con piccoli gesti apparentemente insignificanti, come il sollevarsi la gonna dell'abito per camminare con più comodità o ascoltare le conversazioni altrui, del resto però credo proprio che un animo ribelle lei lo abbia sempre avuto, dubito sia mai stata una fanciulla tranquilla e pacifica, pronta a seguire ogni ordine che le veniva rivolto, come sembri provare con i racconti delle sue fughe quando ancora era in vita e aveva effettivamente la possibilità di scappare, in qualche modo. Sarà stato strano per lei, non poter più scappare, non avere vie di fuga, perché alla fine dalla morte e dalle sue conseguenze non ci si può nascondere.
Credo, inoltre, che se avesse scoperto della sua natura semidivina in precedenza, se avesse avuto la possibilità di sapere prima che alla fine quelle sue diversità erano, in qualche modo, normali per qualcuno, non solo avrebbe avuto un atteggiamento differente nei confronti della notizie, ma probabilmente sarebbe stato diverso anche il suo modo di pensare. Invece, purtroppo, è andata così e quasi mi dispiace per il suo scarso interessante per quella che, alla fine, è parte del suo essere, ma come biasimarla, del resto? Le Praterie non sono un bel posto e la sua priorità in quel momento è trovare un modo per allontanarsi da loro e avere la sua vendetta, tutto ciò che non la aiuterà nel raggiungere il suo traguardo deve apparirle piuttosto superfluo.
Nonostante ciò una piccola curiosità nei confronti dei semidei sembra esserle rimasta, loro infondo sono uno dei pochi modi che ha per capire quanto è differente da quelli come lei, o anche quanto non lo è. In questo caso, concluderei parlando della sua vendetta: cara Jane, non so ancora bene cosa ti è accaduto o cosa hai intenzione di fare, ma sta attenta, la vendetta non è mai la scelta giusta e temo che, nel tuo caso, non potrà che portarti altro che danni, soprattutto considerando il contesto di gara. Può essere un grande incentivo, ma anche un motivo in più per cui qualcun'altro dovrebbe ostacolarla.
~ Si passa a qualcosa di più complicato, tre personaggi in un paragrafo ma in modo più serio, vediamo che riesco a combinare: iniziamo con Cade. Prima di tutto, potrei sbagliarmi, ma Binn Eadair mi sembra sia in Irlanda, zona Dublino, e avrebbe senso considerando che Cade ha i capelli rossi... chissà, spero di non sbagliarmi. Purtroppo devo dire che continua ad essere un personaggio che non mi dice nulla: non è tanta un'antipatia, ma proprio un'incapacità di provare emozioni riguardanti lui. Cioè, non lo so, è difficile da spiegare, ma voglio solamente che smuova una qualsiasi emozione dentro di me perché non è possibile il fatto che mi sono anestetizzata da lui così a caso :c Tornando al paragrafo di per se, come ho già detto la parte dedicata a lui non mi ha attratta particolarmente, anche se devo dire di aver apprezzato molto il discorso che fa successivamente: è definibile più che comprensibile il suo ragionamento, non fa alcuna piega, lo dice spesso anche mia madre, gli USA non sono altro che un insieme informe di culture differenti che cercano di riunirsi sotto una stessa bandiera, quando penso a questo rimango ancora più confusa dalla politica xenofoba di Trump, cavolo, uomo, la tua famiglia è emigrata dalla Germania agli USA tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, che diavolo stai combinando!
Riprendendo il filo del discorso, tutto questo "odio" nei confronti dei coloni potrebbe rafforzare anche la tesi della sua provenienza dall'Irlanda, che è stata conquistata dagli inglesi nel 1100 circa, cosa che ovviamente non è mai andato giù agli abitanti di quelle terre (non ho la minima intenzione di controllare su internet, sennò non ci sarebbe gusto!). Ultima cosa: Figlio di Zeus? Sembra così strano e improbabile, non sembra tale, ma allo stesso tempo sembra la cosa più ovvia.
Passando invece ad Eliza, hai tirato fuori uno dei miei più grandi quesiti riguardanti questa storia: io voto che si conta in base all'età in cui sei morto, e quindi agli effettivi anni di "esperienza" in più che si ha. La sua storia già mi attira di più, il mio grande quesito è come abbia fatto a prendere parte alla guerra, infondo per una donna non è affatto facile nascondere il proprio genere, basta pensare al seno, che di certo non può passare in osservato, che tu sia vestito o meno. Diciamo che il fisico potrebbe essere stato a suo favore, magari ha seconda facilmente nascosta da un bendaggio stretto per bene, dubito invece di una giacca più larga per nascondere le forme, probabilmente sarebbe solo di intralcio. Potrebbe anche aver ricevuto un aiuto interno, forse il suo stesso padre le ha dato la possibilità di partecipare a quella guerra, una delle poche cose che posso dire quasi con certezza è che, per farlo, deve aver preso il posto di qualcun'altro, sennò non me lo spiegherei. Mi spiace per lei, per chi con i racconti sugli dei non ci è cresciuto deve essere complicato seguire tutti quegli intrecci, è ovvio che ad un certo punto si sia stufata e le sia passata la curiosità, ringrazio ancora quel momento in cui il bambino che mi piaceva alle elementari mi parlò della sua passione per la mitologia e io iniziai ad informarmi per fare bella figura con lui :')
Concludiamo con Nathan, anche se credo che ci vorrà un po', hai tirato fuori parecchia roba su di lui, uomo, che ti succede? Ce lo stai scoprendo troppo velocemente per non sembrare sospetto! Perciò, era sposato? Sembrerebbe di sì, da quello che hai detto, oserei dire con bimbo in arrivo dal modo in cui hai raccontato il tutto, ma con l'utilizzo del singolare nel riferirsi di chi bisognava prendersi cura hai eliminato quasi completamente l'ipotesi. Ha vissuto in modo molto differente dalla maggior parte dei protagonisti di questa storia, ha vissuto la totalità della vita da semidio forse anche più di Cicno, che invece di compierle, le missioni, le affidava ad altra gente. È informato su tutto ciò che riguarda gli dei e sembra tenere particolarmente a suo padre, sia per l'educazione che ha poi avuto che per quel fucile che si porta dietro, neanche stessimo parlando di un portachiavi, cavolo, mica sono facili quelli da portare in giro. Del resto lui sarà abituato e ben più alto di me, perciò non deve sembrargli un ostacolo così insopportabile, ma a lungo andare non deve essere comunque facile da trascinare in giro. In ogni caso, sono felice che qualcuno per una volta si è ricordato del fatto che i semidei possono sfruttare armi da fuoco, cavolo, mica bisogna rimanere bloccati nel paleolitico! Che dire, lo considero sicuramente meno di peggio di quando hai dato inizio alla storia, solo un paio di capitoli fa, perciò mi ritengo soddisfatta, se in qualche modo ho un cambiamento di parere sugli OC vuol dire che questi funzionano, quindi ne sono felice e continuo a sperare che questo gruppo riesca a farsi rivalutare totalmente da me, in modo da apprezzare a pieno anche loro tre.
~ Devo dire che in un primo momento sono rimasta piuttosto sorpresa nel vedere Jonas così presto, ma non mi lamento di certo :') Ho molte cose da dire su questo paragrafo. Prima di tutto, ho adorato le sue paure legate a lui e ai suoi collaboratori: è qualcosa che mi sono chiesta più di una volta mentre leggevo i capitoli, se sarebbero stati ammessi o meno, ma in effetti hai tirato fuori parecchi miei quesiti. In ogni caso, il racconto che ci hai fornito sul suo arrivo negli inferi, con tanto di reazioni degli altri dannati, è stato interessante e realistico, mi chiedo soltanto se le altri lettrici siano arrivate a capire chi è lui. Per tornare a Jonas, invece, ce lo vedo proprio, permettersi finalmente di osservarlo, alzando lo sguardo e gongolando perché, alla fine, le cose sono andate come dovevano andare, anche se ci è voluto del tempo. Passiamo invece al momento clou del paragrafo: l'avvistamento di Cicno.
Che dire, un po' me lo aspettavo, a dire il vero, che il suo primo incontro sarebbe stato con lui, sarà perché provengono entrambi dai Campi della Pena, sarà per le loro similitudini in alcune cose, sarà per gli incontri "paralleli" dello scorso capitolo, ma attendevo con curiosità tutto questo. Ecco, diciamo che però non immaginavo sarebbe stato così... brutale. Ma andiamo per ordine: ho adorato il modo in cui quasi non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, attirato per numerosi motivi, come abbia notato i bracciali di metallo di Cicno e ne sia scaturito subito un ragionamento. È stato parecchio piacevole anche vedere così presto il suo amato bracciale di stoffa, anch'esso introdotto nella descrizione alla perfezione, mostrando che nonostante tutto quello resta sempre la sua valvola.
E poi c'è solo confusione. Ammetto di aver avuto bisogno di leggere quella parte un paio di volte prima di aver perfettamente chiaro cosa stesse accadendo, o meglio per sviluppare un'ipotesi. Perciò, Jonas ha provato sulla sua pelle le emozioni di Cicno, ma anche se potrebbero apparire come le semplici sensazioni del momento sono invece un discorso più generale, quindi le emozioni provate durante la sua vita, come dimostrato anche nel paragrafo successivo. Ma a sostenere la mia in un momento precedente ci sono stati piccoli segnali che sembra tu abbia lanciato, quelle "onde trasparenti", così come "l'aria salmastra" e "la forza devastante di ettolitri d'acqua" non mi fanno che pensare alla morte di Cicno, che si è gettato in acqua da una scogliera, giusto? Che dire, se ho effettivamente capito le dinamiche finali di questo momento, non posso far altro che proclamarti genio, perché è una cosa molto d'effetto, altrimenti... beh, tendo a farmi facilmente film mentali, capiscimi.
~ Passiamo in modo più diretto a Cicno, di cui storia inizia già a divenire più chiara. Credo che il passaggio dalla descrizione dei dannati che scappano dai Campi della Pena, con foga e gioia, all'introduzione del passato di Cicno sia più che efficace. È stato curioso e interessante poter già inquadrare alcuni di quegli attimi, che sono sicuramente decisivi per ciò che è divenuto dopo, o almeno lo sembrano dalla quantità di emozioni che si portano dietro.
È popolarmente considerato strano, un ragazzo perseguitato per la sua bellezza, è certamente più comune il contrario, o ancora che avvenga ad una ragazza, ma questa è sicuramente una scelta molto interessante proprio perché non è usuale, perfetta per una caratterizzazione più attuale, è buffo far caso che a come antichi greci e romani mettessero così poca cura nella creazione dei pilastri della loro cultura, forse questa mancanza è dovuta alla ricerca di semplicità e quindi facilità nella comprensione, ma che ci posso fare, io amo ciò che è complesso.
Tutto questo discorso per dire, in breve, che nonostante non sia un personaggio che mi sta particolarmente simpatico, apprezzo molto il modo in cui è stato costruito, che poi sia merito tuo o della sua creatrice non posso saperlo.
Particolarmente interessante è anche il modo in cui riesci a cambiare tipologia di linguaggio sia nella descrizione che nella parte dialogata a seconda dei personaggi, a te probabilmente sembrerà una cosa scontata, ma ne ho lette parecchie di storie in cui tutto pareva uguale, sia all'interno di conversazioni tra personaggi che nella parte descrittiva, perciò è un fatto che merita sicuramente attenzione.
Efficace anche il tumulto di emozioni contrastanti che avevano preso il sopravvento su Cicno e "l'improvvisa", per così dire, rottura del momento da parte di quest'altro figuro (che sia lo stesso che abbiamo visto nello scorso capitolo con Jane?). Direi che si tratta di una bella contrapposizione, quella tra il dio e Cicno, come il primo abbia le idee a dir poco chiare su quale sia il suo obiettivo e su come il semidio potrà essergli utile, mentre il secondo non abbia la minima intenzione di lasciarsi influenzare. Ammetto che mi ha a dir poco divertita, in realtà, questa situazione era piuttosto esilarante.
Passiamo invece nello specifico a quando è stato nuovamente introdotto nel discorso il mio Jonas. Anche Cicno, tra le prime cose, ha notato il dono tanto simile a quello che lui stesso ha ricevuto, ma la sua è una curiosità quasi superficiale, sicuramente molto differente da quella che ha provato invece Jonas nei suoi confronti.
Direi che la spiegazione di cosa gli è avvenuto, dello svenimento provocato dalla presenza di Cicno, è facilmente comprensibile anche per chi non conosce in modo più dettagliato il mio piccolo, lasciando comunque la dovuta area di mistero. Per quanto riguarda invece l'assunzione delle proprie responsabilità: ha vissuto in un'epoca a dir poco differente da quella contemporanea, perciò da un certo punto di vista è normale che debba affrontare situazioni che per lui sono sgradevoli per adattarsi meglio alla nuova mentalità, dall'altra mi sento leggermente in colpa, perché il mezzo di ciò è proprio Jonas e, alla fine, non è stata colpa sua in modo diretto, come poteva immaginare che potesse accadere una cosa del genere?
Poi, che dire, legarli tramite i doni che hanno ricevuto da parte delle due divinità gemelle? Meraviglioso. Non immaginavo avresti sfruttato questo fattore così presto, ma sono piuttosto convinta se lo porteranno dietro per un po' di tempo. Per concludere, invece: << Capisco, hai scelto la via più semplice, eh?>>. Non ho potuto fare a meno che sorridere, ma allo stesso tempo ho provato una stretta al cuore. Molto d'effetto anche questo finale, sei piuttosto portato per questa roba, eh?
~ Passiamo a Úranus e Lea, con un paragrafo che, a modo suo, è sicuramente più tranquillo di quelli precedenti. L'ho apprezzato, principalmente, per via della normalità del discorso che hanno portato avanti per una buona parte del capitolo, nonostante in realtà fosse tutt'altro che normale. Andiamo per ordine, però: ho sorriso in modo sicuramente poco intelligente nel leggere dello stupore di Úranus nel vedere utilizzata una stilo, per quanto possa essere considerata tale una penna che utilizza come inchiostro il sangue (mi ricorda un sacco Harry Potter questo fattore), non so, mi affascina l'idea di vedere le anime scoprire cosa lontane e differnti da quelle della loro epoca, che a loro paiono assurde e impossibili da realizzare, vivrebbero con quell'eterno stupore negli occhi che ormai manca alla maggior parte delle persone, cosa piuttosto triste in realtà. In ogni caso, questo giovinotto non fa altro che incuriosirmi, lo trovo affascinante, probabilmente anche per le sue origini, considerabili più "selvagge" di altre, ma anche per via del rapporto che aveva con suo padre quando era ancora in vita, sarà stato piacevole per lui sapere che nonostante tutto utilizzava comunque del tempo per lui, cosa che molti dei non si degnano di fare neanche per riconoscere i loro figli. Il rapporto che ha con lui, poi, gli permette di sapere molto sulla famosa religione greca e questo gli tornerà sicuramente molto d'aiuto in futuro. A contrapporsi a lui, poi, che pare quasi un gigante timido e gentile, c'è Lea, che apprezzo decisamente più di prima, nonostante inizialmente mi dava anche lei l'impressione di un soggetto piuttosto pacato, adesso mi sembra molto più esuberante del previsto e questo non fa che aumentare la mia considerazione nei suoi confronti. Ho adorato la curiosità travolgente con cui ha travolto Úranus di domande, ma anche la forza convinzione, mista a sicurezza e determinazione, che l'hanno poi portata ad inseguire Jane, ha dimostrato di non essere una stupida tramite il suo attento ma rapido ragionamento. Non credere invece che io mi sia lasciata sfuggire questo dettaglio, attendo con trepidazione che tu decida di raccontarci meglio come è iniziato questo genuino odio tra Lea e Nathan, capisco da parte di lui, ma lei non mi sembra il tipo di persona che prende in odio qualcuno con molta facilità, perciò deve aver fatto qualcosa che l'ha sconvolta in modo particolare, o forse il suo spirito da crocerossina ha semplicemente avuto il sopravvento contro uno dei figli della guerra.
~ E anche qui si ritorna a cose interessanti, Úranus e Lea sono finalmente in contatto con Jane, adesso perciò non c'è più nessuno spagliato! Che dire, non ho dubbi, è sicuramente stato un insieme molto interessante e apprezzato da parte mia, mi hai dato modo di inquadrare con più precisione due dei personaggi che più preferisco e te ne sono grata, non hai fatto altro che attirare ancora più di prima la mia attenzione con questa mossa. Innanzi tutto, ci hai mostrato qualcosa più di lei, come ad esempio il suo "processo", sicuramente molto interessante, un pochino anche per via della rabbia che prova Jane nei confronti dei giudici infernali che però, c'è da dire, hanno fatto solamente il loro dovere. Trovo giustificabile quella sua invidia nei confronti di chi ha avuto una sorte migliore della sua, tutti noi vorremmo essere giudicati al meglio e non dover soffrire e questa possibilità a lei non era stata ancora concessa, anche per questo lotterà sicuramente con unghie e con denti. Credo che non abbia tutti i torti, poi, quella che vivono loro nelle Praterie, alla fine, è una tortura come quelle dei Campi di Pena, anche se molto differente a modo suo. Mi è leggermente dispiaciuto per Lea quando Jane si è dimostrata così scontrosa nei suoi confronti, ma del resto a volte un po' di diffidenza non è altro che d'aiuto, non c'è alcun dubbio. Sono rimasta parecchio perplessa e allo stesso tempo incuriosita per via di quel confuso dialogo tra Jane e Úranus, di sicuro non me lo aspettavo e mi ha lasciata con più interrogativi di prima, del resto però adesso non piuttosto convinta che lei sia effettivamente figlia di Ecate, quindi un altro grande interrogativo potrebbe essere eliminato. Allo stesso tempo mi è venuta fuori qualche ipotesi per il padre divino di Úranus, che è sicuramente tra quelli un po' sconosciuti dal mondo: potrebbe essere un figlio di Acli, di Deimos, di Fobetore o ancora di Fobos, qualcuno che, in ogni caso, si porta dietro un po' di angoscia e sofferenza, o almeno così sembrerebbe dai poteri di Úranus, che sembrano influenzare in qualche modo lo stato di chi lo circonda, o almeno sembra che funzioni così, tra ciò che ci hai mostrato ora e nel precedente capitolo. Interessante, infine, anche quella discussione sulla lingua parlata, che alla fine elimina ogni dubbio che poteva essere rimasto, credo tu abbia risposta alla maggior parte dei quesiti che ci eravamo posti in questo capitolo!
~ Si ritorna a Jonas e Cicno, questa volta con un contatto più diretto trai due ed un'analisi del primo da parte del secondo. Sicuramente, per me, è stato un paragrafo portatore di emozioni contrastanti, infatti da un punto di vista più generale c'era una parte di me che, se avesse potuto, avrebbe urlato a Jonas di non fidarsi di Cicno, di utilizzare la sua diffidenza come scudo e tenersela stretta per una volta, di non cedere ai suoi occhi dolci, allo stesso tempo, però, sono davvero curiosa di sapere come andrà a svilupparsi la faccenda, se effettivamente inizierà a fidarsi e questo andrà a suo sfavore o se sarà Cicno a farsi ammorbidire da Jonas, o ancora se Jonas riuscirà a tenergli testa, tirando fuori una ormai celata sfacciataggine, le possibilità sono molte.
Andiamo invece a trattare il tutto da un punto di vista più specifico, Cicno potrà avere molti difetti, ma non sembra affatto stupido: è riuscito a portare a suo favore la situazione, sfruttando la sua discendenza divina e una delle poche cose che aveva appreso su Jonas ha convinto quel guerriero Maori ad aiutarlo e mi ritrovo completamente d'accordo con la sua idea di dar l'impressione di non sapere, ingannare gli altri sarà anche sleale, ma certe volte è la scelta migliore che si possa fare. Ammetto di aver provato un moto di orgoglio nei confronti di Jonas nel momento in cui ha riconosciuto l'edificio in stile gotico, forse anche perché ho studiato questo stile recentemente, resta il fatto che è sicuramente molto diffente dallo stile a cui Cicno era abituato durante la sua vita, eppure non è particolarmente interessato alla cosa. Molto appropriato l'atteggiamento curioso ma pur sempre schivo del mio piccolo, che si trattiene in tutti i modi, per evitare di fare qualcosa di sbagliato, ma Cicno è più grande e ha più esperienza, immagino il suo divertimento nel notare quell'interesse mal celato, di qualsiasi natura possa essere considerato. Non so quanto l'atteggiamento smielato possa effettivamente attirare l'attenzione di Jonas, ma è anche piuttosto logico da parte di Cicno approcciare in quel modo, il suo continuo sorriso mi ha ricordato i momenti in cui mi trovo davanti ad un qualsiasi adulto, quindi inizio a sorridere e annuire sperando di rientrare nelle sue simpatie grazie agli occhioni da cerbiatta.
Molto carino anche il battibecco scaturito dall'utilizzo formale del "voi", con il più piccolo che cerca di comportarsi bene e portare rispetto verso chi gli è "superiore", forse proprio per non cominciare male questo nuovo inizio che rappresenta la partenza della gara, mentre il più grande vuole solamente guadagnarsi la sua simpatia per poterlo sfruttare a suo favore, e di certo un dialogo così distaccato non gli sarebbe minimamente d'aiuto per questo obiettivo. Che dire, per adesso sembra promettere un rapporto interessante, bisogna vedere solamente come andrà a finire.
~ Ok, sono felice di poterti comunicare che questo paragrafo mi ha sinceramente divertita. Sarà il fatto che sento la stanchezza fin dentro le ossa, sarà che il mio gatto dava il suo contributo con dei miagolii lamentosi perché aveva perso la sua carta dei baci perugina, ma in qualche modo mi ha divertita. Sono perplessa da questa cosa semplicemente per il fatto che la situazione era piuttosto tragica, soprattutto per via delle difficoltà di memoria, basta pensare al fatto che Eliza si sia addirittura preoccupata per quanto seri sembrino essere i vuoti provati da Cade rispetto invece a quelli di lei stessa. Non deve essere stato affatto piacevole il passaggio per le praterie e non posso biasimare Nathan per la sua esasperazione e per essersi messo sotto con l'utilizzo di parolacce, anche io sarei impazzita con dei compagni di viaggio come quei due, ha avuto molta più pazienza di quanto io immaginassi a dirla tutta. È un peccato che tu non abbia introdotto anche Cade nel discorso trai due soldati per quanto riguarda il genitore divino, per entrambi piuttosto scontato, ma suppongo che tu voglia lasciare attorno a lui ancora un po' di alone di mistero per quanto riguarda questo campo, così come su quella che dovrebbe essere una morte eroica da parte sua. È buffo come per molti semidei l'unica cosa che stabilisce un giudizio positivo o negativo riguardo la propria vita sia proprio l'attimo della morte, portando in vantaggio chi compie un primo e ultimo gesto eroico e in svantaggio chi, invece, non ha avuto una morte che fa curriculum, per così dire. Parecchio piacevole la discussione sull'automobile, in effetti Nathan avrebbe dovuto pensar meglio prima di parlare, è normale che la povera Eliza non conosca quel mezzo e probabilmente anche il fatto che Cade, che sembra non aver avuto una vita facile, probabilmente per via di scarsità di finanze all'interno della sua famiglia, non lo abbia mai utilizzato, in questo caso è del tutto inutile arrabbiarti caro mio, dubito che sia stata una scelta loro :') In ogni caso, alla fine, anche loro nonostante tutta la fatica e soprattutto l'esasperazione che questo viaggio ha provocato sono stati in grado di raggiungere il loro obiettivo, perciò, complimenti ragazzi! Era piuttosto ovvio che piano piano avrebbero capito tutti come arrivare alla Casa di Ade, ma nonostante loro non mi stiano particolarmente simpatici mi sono già affezionata a tutti e sarebbe stata una sofferenza doverli salutare fin dal principio.
~ Per l'ultima volta all'interno di questo capitolo si rivedono alcuni dei nostri semidei, che ormai sono anch'essi già giunti alla meta. Non ho molto da dire su questo paragrafo, in realtà, non ha fatto emergere in modo particolarmente evidente nessun nuovo tratto dei personaggi ne tantomeno dato più informazioni generali sulla gara, ma più che altro ha dato maggior chiarezza a ciò che abbiam visto fino ad ora, dando anche la possibilità a Jane di mostrare la sua intelligenza, non può essere definita in altro modo la tranquillità con cui è arrivata alla conclusione che quella fosse solamente la prima prova d'affrontare, perché se le cose dovevano essere divertenti per davvero la presenza di comuni mortali non avrebbe che rovinato tutto. Purtroppo non sono in grado di dire nient'altro su questo paragrafo, un po' giù di tono, per così dire, rispetto agli altri, ma per quanto ho parlato in precedenza non credo sia tanto un problema!
~ Siamo finalmente arrivati alla conclusione, con un paragrafo che mi sembra piuttosto differente dagli altri, per via della predominanza della parte dialogata, non propriamente la mia tipologia preferita, ma pur sempre piacevole alla lettura. Quest'accoppiata, Efesto e Gio, mi sembra piuttosto particolare, per qualche motivo non era un duo che immaginavo avrei visto, ma alla fine non mi dispiace, i rapporti in cui qualcuno fa come gli pare, senza alcun ritegno, e l'altro si trattiene dal strangolarlo alla fine sono sempre divertenti, ottimi per l'intrattenimento. In questo caso, poi, si tratta di un uomo e un dio, perciò gli interrogativi che riguardano Gio non possono far altro che aumentare in modo esponensiale: per quanto possa essere assurdo che un umano possa mostrare questo atteggiamento nei confronti di divinità, che sono pur sempre forze superiori che possono annientarti con un solo sguardo, sei riuscito a porre questi differenti momenti di dialogo tra Gio e qualsiasi dio in un modo così naturale che sembra quasi sia uno di loro, nonostante faccia di tutto per chiarire il contrario. Ottima strategia, poi, quella di far descrivere proprio a Gio ciò che presto accadrà, le reazioni delle anime: una spiegazione chiara e concisa degli avvenimenti, a questo punto del capitolo, evita di allungare troppo il brodo dicendoci solamente le informazioni necessarie per una comprensione completa della situazione. Mi chiedo, a questo punto, con quali altre divinità avremo a che fare grazie agli incontri di Gio e soprattutto qual è il vero piano che si cela dietro a questa gara, dobbiamo sempre ricordarci che sì, per i nostri OC potrebbe essere l'occasione per tornare in vita, ma l'obiettivo di Gio non è sicuramente quello e, anzi, per noi è ancora ignoto e lo sarà per un bel po' di tempo. Infine, noto che il fiore con cui giocherella non è uno a caso, ignoto, ma c'è invece il ritorno del papavero, fattore a cui non bisogna essere indifferenti.

Ugh, cavolo, sono esausta! Ci ho messo un'eternità solo per fare questa recensione, spero proprio di non metterci sempre così tanto, sennò posso già proclamare la fine dei miei giorni. Direi di non aver nient'altro da dire, credo di aver scritto più o meno tutto ciò che mi passava per la testa, perciò ti passo il testimone e attendo una tua risposta! Intanto credo proprio che andrò a letto, che ormai è parecchio tardi!
A presto!
Baci
;*
Zoey