Recensioni di darllenwr

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia La maledizione di Elettra - 11/12/13, ore 14:13
Capitolo 1: La mia anima per Paolo
Recensione/valutazione per il contest "La ragazza e...la maledizione" indetto sul forum di EFP
Grammatica e ortografia: 9/10
In generale non c’è molto da segnalare, a parte qualche lieve sbavatura ortografica come questa:
"Vorrano parlare anche…”
Era meglio usare “vorranno…”
O come quando si usa il maiuscolo per indicare che il personaggio sta gridando.
Il punto in meno viene da questi incidenti, fatti probabilmente per dimenticanza:
"Gradisci ciò che vedi?" chiese alla volta dell'essere, che la fissava orripilato. Era evidente che trovava Ele assolutamente.”
Assolutamente cosa? Il testo non lo specifica, credo sia compito di chi scrive specificarlo.
“Hai saputo qualcosa fa Ele?"
Secondo me era meglio un “Hai saputo cosa fa Ele?” o “Hai saputo qualcosa di Ele?”
Stile: 10/10
Molto bello, l’uso della terza persona permette di descrivere dall’esterno i personaggi, il loro agire e i loro pensieri, il testo scorre in maniera estremamente leggibile, con poche necessarie pause per ricordare cosa avviene ai protagonisti nel corso degli anni.
Originalità: 9/10
Ho trovato molto interessante l’idea di fondo della “vendetta trasversale” compiuta dall’entità nei confronti di chi proditoriamente aveva tentato di gabbarlo e della variazione sul tema (ricordata in maniera irridente dal demone nel testo) della fanciulla in pericolo.
Gradimento personale: 9/10
La storia mi è piaciuta molto, non solo per la sorpresa contenuta nel terzo capitolo, ma anche per questa specie di versione infantile del tema faustiano, oltre ai dubbi etici che essa muove.
Forse sono un po’ tradizionalista, ma sarebbe stato per me più interessante leggere della convivenza tra il demone e la giovane (per come appare nel testo, sarebbe una convivenza piuttosto difficile da gestire da parte dell’entità), ma con questo non voglio dire che questa variazione non sia interessante o che non sia percorribile come trama.
Un proverbio diffuso dalle mie parti dice che quando un’entità demoniaca ti accarezza vuole l’anima, in questo caso non solo non accarezza, ma si prende anima e corpo.
Infatti l’entità di questo racconto sembra appartenere a un sostrato culturale diverso dal sostrato tipico di questo tipo di tradizioni almeno per come sono conosciute in Italia, dipendenti largamente dal modello cristiano, sembra più una creatura di tipo ctonio probabilmente demonizzata nel corso della storia (mi ha colpito molto il dato sulla sua età, se ha ventimila anni, e ci sarebbe da fidarsi anche se di solito tipi del genere sono mentitori per definizione…, sarebbe nato nel periodo post-glaciale, molto prima della data tradizionale che gli esegeti della Bibbia attribuiscono alla creazione del mondo, ergo non apparterebbe a quella tradizione culturale).
Non male inoltre il momento in cui i genitori pensano che la figlia abbia avuto un brutto incontro, invero lo ha fatto, ma di una natura che costoro non sospettano…
Caratterizzazione dei personaggi: 5/5
L’ho trovata ottima praticamente per tutto il cast, a cominciare dalla protagonista determinata a tutto per il bene del fratello, del demone che nonostante la sua lunghissima esistenza non ha ancora capito che i mortali hanno una certa dose d’inventiva alla quale non sembra del tutto preparato (forse si può spiegare con un diverso approccio alla realtà o con diversi meccanismi cerebrali, si tratta pur sempre di una specie diversa da quella umana), al famiglio che forse per il periodo trascorso insieme sembra davvero prendersi a cuore la sorte della sventurata giovane al fratello stesso che nonostante tutto non sembra del tutto scoraggiato dalla problematica situazione in cui si trova (spero che per lui non scatti la “sindrome di Stoccolma” nei confronti del suo rapitore).
Quanto alla madre, non saprei come definirla, sarebbe troppo facile vedere ne rinnegare la figlia come residuo di una cultura familiare impostata sulla tradizione patriarcale secondo la quale i figli maschi “valgono” più delle femmine, e posso anche capire il forte stato di tensione emotiva, ma mi sembra davvero il momento meno indicato per rinnegare la figlia, fa pensare che anche prima i rapporti non fossero del tutto idilliaci, forse non si erano mai capite.
Attinenza al tema: 4/5
C’è, il contest chiedeva di parlare di una ragazza, di una maledizione e delle sue conseguenze, presumibilmente negative (se non estremamente negative) per sé e per gli altri, è vero che la storia non è completa e non dubito che la protagonista non lascerà nulla d’intentato per liberare il fratello da quella scomoda e incresciosa situazione, ma in questo caso non lo fa solo per sé stessa, ma anche per il fratello, insomma, secondo me poteva essere ancora più adatta se il contest si fosse chiamato “Le colpe degli altri” o “Scherza con i fanti e lascia stare i demoni”…
Totale: 46/50
Recensione alla storia Labbra Nere - 11/12/13, ore 13:53
Capitolo 1: Labbra Nere
Recensione/valutazione per il contest "La ragazza e...la maledizione " indetto sul forum di EFP

4° posto Manufury- Labbra nere
Grammatica e ortografia: 8/10
Non sarebbe del tutto malvagio, se non fosse per alcune sbavature ortografiche che si possono trovare all’interno del testo (in alcuni casi colpiscono anche il nome della protagonista, che si trova a essere chiamata “Vanesse” anziché Vanessa), c’è poi il famigerato caso di caffé scritto con un accento al posto di un altro, come anche l’uso preso da forum e chat di scrivere parole in maiuscolo per indicare che il personaggio sta gridando.
Per fare qualche esempio, potrei segnalare:
“tra tante altre collanina perché…”
La parola collanina non si accorda in numero con le precedenti
“SEI UN’IDIOTA E UN MALEDETTO”
Questa è doppia: uso dei maiuscolo a sproposito e apostrofo che non va usato perché riferendosi a un personaggio di genere maschile non c’è bisogno dell’elisione (insomma si poteva scrivere “un idiota”).
“Un singhiozzò le uscì”
Sarebbe stata preferibile la lezione senza accento.
“quello si far intenerire”
Molto probabilmente in questo errore c’entra la disposizione dei tasti sulla tastiera.
“le sue labbra nere non avrebbe mai più”
Qui sarebbe stato meglio usare “avrebbero”
Non vorrei sembrarti troppo severo, ma due punti in meno mi sembrano il giusto metro di giudizio.
Ci sarebbe poi questa frase:
“il cui regno si trovava sia tra le lenzuola sia in un qualsiasi letto”
Non mi sembra un errore propriamente detto, ma risulta difficile da capire, nel senso che la parola “sia” viene usata per indicare una disgiunzione, ma le lenzuola sono associate ai letti. se la frase fosse stato “il cui regno si trovava sia tra le lenzuola sia al di furori di esse” sarebbe stata per me più comprensibile, ma come ho detto prendi queste parole con beneficio d’inventario.
Stile: 10/10
Davvero molto bello, semplice, discorsivo, capace di mostrare molto bene il personaggio della protagonista sia come viene vista da altri che come si vede lei stessa, mi sono piaciuti molto il momento dell’incontro tra la protagonista e il suo ragazzo e il racconto della maledizione, li ho trovati ben inseriti nell’insieme del racconto.
Originalità: 8/10
Non lo è molto, perché il tema della colpa degli antenati che ricadono sui discendenti è decisamente usato e strausato, come anche la selettività nella scelta dei portatori della stessa, sia pure per volontà superiore (non male l’idea di far partire la maledizione da un’entità semidivina o con poteri paragonabili a quelli di una divinità, mi ha fatto tornare alla mente i rapporti spesso tesi tra umani e dèi tipici della mitologia classica, che spesso finivano male se non malissimo per i primi); insomma, si potrebbe dire che sia un carattere recessivo nei maschi, dominante nelle femmine
Gradimento personale: 9/10
Mi è piaciuta molto, solo che vi sono dei momenti che non ho capito molto bene, sicuramente per un mio limite, per esempio il dato anagrafico, mi sembra un po’ strano che la protagonista non abbia provato prima a baciare qualcuno (insomma, deve pur avere avuto delle cotterelle adolescenziali, e provare già allora l’emozione di quel gesto, posso capire il timore che poteva venirle dalla favola, ma quella è anche l’età dove si contesta tutto e tutti), inoltre sembra che i suoi antenati non abbiano mai provato a farsela togliere, cercando magari aiuti “superiori”.
Per uno scherzo delle sinapsi la particolare natura della maledizione mi ha fatto venire in mente Totò il figlio dello sceicco, dove la regina Antinea con un bacio trasformava gli uomini in statue d’oro, forse in quel si soffriva meno rispetto a un’intossicazione venefica.
Caratterizzazione dei personaggi: 4/5
La protagonista mi sembra molto ben caratterizzata, nonostante la pessima eredità portata alle donne della famiglia ha provato comunque a vivere una vita “normale” (anche se in quelle condizioni non sarebbe mai stata del tutto possibile, se non al costo di rinunciare a un atto abbastanza comune nella specie); quanto al ragazzo, sarebbe facile criticarlo per la sua scelta di non dare retta alla sua ragazza, ma bisogna comprenderlo, in quest’epoca laica e smitizzante, chi avrebbe mai creduto a quella che sembrava una favola per far paura ai bambini? C’è da dire che ha pagato davvero caro il voler provare se la leggenda fosse vera o meno.
Una menzione particolare va alla povera zia della protagonista, non so dire se la sua scelta sia stata davvero l’unica possibile, anche se l’idea di fondo di mettersi al sicuro dal rischio di far del male a qualcuno magari senza volerlo è lodevole, ma forse un po’ troppo drastica.
Attinenza al tema: 4/5
Direi che c’è, purtroppo il testo per come è stato presentato per il concorso non si vede come la ragazza reagisce alla prova che la maledizione passa anche attraverso di lei, condannandola a una vita di solitudine (o almeno senza poter baciare, un problema non proprio secondario in una relazione), c’è da sperare che non ripeta il gesto della sua parente, in fondo nella vita ci sono altre soddisfazioni, lei stessa era riuscita per tre mesi a stare con un ragazzo).
Totale: 43/50
Recensione alla storia I celati dall'Oceano - 16/12/12, ore 19:31
Capitolo 9: Fratelli e sorelle
Davvero molto interessante lo svolgimento di questo capitolo, con la protagonista che certo suo malgrado ha fatto una scoperta per nulal piacevole, ovvero la gelosia di una congenere appartenente alla razza dei suoi padroni, la quale si dimostra non meno molesta di quella degli esseri di superficie, la reazione del "ragazzo" mi è parsa appropriata, preferendo insistere sui danni che l'altra stava facendo a quello che viene considerato un "bene di famiglia" evitando quindi altri riferimentic he avrebbero potuto inacidire ancora di più l'essere che certo non era giunto lì con intenzioni pacifiche (in un certo senso dà da pensare anche sulle capacità di discernimento di lei, dato che non si dovrebbe essere gelosi di qualcuno considerato come animale domestico, ci sarebbero l'estetica e il DNA a mostrare il contraro).
Parimenti molto ben narrata è la parte relativa al modo di porsi della protagonista di inserirsi nella società ospitante, nonostante una situazione non propriamente piacevole (esposta comunque ai desiderata di padroni che solo per bonomia personale possono mostrarsi gentili, da quel che ho capito nulla nel digesto locale fa menzione di eventuali sanzioni contro trattamenti crudeli e degradanti) riesce a vederne le sfaccettature, come quella del bambino che sa essere ancora più gentile della sua simpatica ma egocentrica padrona (ma regola dei momenti belli, passano troppo in fretta).
Altro punto da focalizzare sono i rapporti con i consimili, se avesse ascoltato il parere dell'altra ragazza avrebbe probabilmente evitate l'ira funesta della marina (o almeno la parte più violenta) ma in quella particolare condizione e in quella particolare città sembra proprio che il concetto di "coscienza di classe" non sia proprio arrivato.
Recensione alla storia I celati dall'Oceano - 20/10/11, ore 11:31
Capitolo 8: La prigione di cristallo
Sono decisamente contento di vedere l'aggiornamento di questa storia ;)
Quanto al capitolo in sé, mi sembra che il titolo sia particolarmente adatto, perché in effetti la condizione della protagonista di questo episodio è tre volte prigioniera, della sua condizione fisica, della sua famiglia che in nome dell'affetto e della preoccupazione perla lsua salute sembra considerarla come un prezioso soprammobile da tenere nascosto per paura che si rompa ed infine della società di appartenenza che ha costruito un ambiente decisamente chiuso (in ogni senso) ad influenze esterne (da quel che ho capito per costoro il mondo di fuori, sia sommerso o sublunare, conta solo per quello che possono razziare, tranne alcune eccezioni), mi sembra quindi estremamente naturale che iil suo attegiamento dsi adiverso rispetto alla spendierata allegria della padroncina della protagonista, e che veda inquella strana creatura non palmata non un giocattolo, ma una porta verso quell'esterno che le è precluso (devo dire che m'è parsa molti divertente la scena in cui ripetono la parola in francese), comprensibile anche l'attegiamento del capo della servitù, meglio non far illudere l'inferma su quello che difficilmente potrà vedere con i propri occhi.
Interessante poi che lo scambio d'nformazioni non si astato unidirezionale, evidentemente qualcosa delle dinache interne alla magione deve essere arrivato anche a lei, probabilmente era stanca di tenerle per sé ed aspettava qualcuno/a cui condividerle.
In breve, decisamente un capitolo piacevole, complimenti.
Recensione alla storia Intervista con Satana - 14/10/11, ore 11:11
Capitolo 1: Intervista con satana
Già, in effetti in quest'epoca così partioclare è d'uopo aggiornarsi, specialmente se si vuol dare credirto al detto che quella entità non è poi così brutta come la si dipinge, è chiaro che anch'essa vorrà dire qualche parola si di sè, magari per orchestrare una campagna stampa apologetica con cui contrastare la plurimillenaria propaganda avversaria (e credo che questo si avverta già nella presentanzione molto sobria, direi soft, in casi come questi presentarsi con forcone e puzza di zolfo avrebbe seriamente nuociuto al suo intento, pur facendo capire allo stesso tempo che questa gentilezza non sarebbe stata sempre così scontata).
Ho trovato davvero simpatico il modo la povera protagonista di questa storia ha gestito un tale episodio che probabilmente le segnerà la carriera (e non solo) vita natural edurante (e probabilmente anche dopo, ppoiché il potere dell'intevistato si esercita soprattutto post mortem).