storia bella lunga,semplice e piacevole.mi piace come è stata scritta;a me non mi piacciono le storie corte, perciò l'ammiro in scrittura sei bravo,ed è evidente.sai che hai scritto delle cose che potevi evitarecomunque sei bravissimo;se dovreidarti un voto a numero sarebbe un bel 9 e solo per la lunghezza 10 |
Recuperata (e segnalata) un'altra perla! Partiamo dal fatto che Ryoga sia assolutamente IC dall'inizio alla fine, già solo il fatto di averlo reso alla perfezione (e quando mai?) è un grande merito: le sue consuete riflessioni su quanto sia tutto inutile, tanto Akane ama soltanto Ranma, quel suo ennesimo promettersi di partire per un lunghissimo viaggio per tentare di dimenticare l'amata, magari sperando di non tornare più, solo talmente da Ryoga che è impossibile non riconoscerlo al volo. Ryoga che si deprime per la sua solutidine, che si vittimizza per la sua timidezza, che maledice Ranma solo perché esiste e che infine scappa perché incapace di sopportare oltre. Per poi, immancabilmente, tornare, dopo appena qualche mese, più convinto che mai del suo amore e dei suoi intenti. Sì, è proprio Ryoga, così come è da Ryoga credersi 'nessuno' agli occhi dell'amata, e non solo ai suoi. Eppure quando incappa in un vero 'nessuno', uno che non è stato considerato nemmeno da vivo, nemmeno se ne rende conto, anzi, mostra di sé un lato cinico: dal momento che il nome di Gosunkugi non gli dice nulla, per lui è indifferente che sia vivo o morto. Alla fine l'importante è che non sia stata Akane a morire. Per cui essendo un perfetto 'nessuno' ai suoi occhi, Gosunkugi non merita considerazione. Ryoga riprende dunque la sua strada, felice di essere vicino a casa Tendo, già dimentico dalla tragedia appena letta. Nel suo egoistico terrore iniziale di aver forse perso una persona cara, nella sua successiva, forzata pietà per l'insorgere subitaneo dell'indifferenza verso uno sconosciuto suicida, Ryoga incarna perfettamente il senso di profondo disinteresse dell'essere umano di fronte alle vittime - in primis - dell'anonimato. Non sei 'nessuno', quindi perché dovrei dispiacermi per te? Se non sei qualcuno che conosco, va tutto bene, la vita va avanti. |
Ah, un'ultima cosa: scusami per avertelo detto soltanto adesso. XD |
Per caso l'ho trovata. Per caso ho cominciato a leggerla senza sapere nulla - genere, personaggi, rating, avvertimenti vari - a parte il titolo. E così è cominciata la mia piccola odissea del Chi è? . |
bella Kuno strano che non abbia ricevuto molti commenti. io personalmente la trovo interessante. inutile dirti ke scrivi da favola xk lo sai già e anke se il tuo stile solitamente tende al comico/ironico questa storia ti rende pienamente partecipe dei pensieri del giovane. Sarà Ranma? mi sono kiesta all'inizio. ke baka! come ho potuto pensarlo?! sai la bravura di uno scrittore si vede da quanto sa trasmettere emozioni e tu sì che lo sai fare poi devo dire che la metrica è perfetta quando compare la notizia sul giornale ho improvvisamente preso a leggere più veloce. non immagini ke angoscia credevo davvero che avessi affogato un personaggio a cui tenevo. come ryoga mi sento sollevata. però giustamente non è bene essere felici delle disgrazie altrui. perspicace la metafora del filo...in effetti se ti aggrappi a una causa xsa quando l'illusione svanisce ti ferisci solo di più;inutilmente. baci grandi tua affezzionata apple92 |
Era da un po’ che non vagavo nella sezione Ranmesca. |
Mamma mia, quanto scrivi bene...! Ma come fai?! Ehm... Già, il commento, scusa... Complimenti per questa nuova one-shot (sapevi che le amo da morire?). Ho intuito da subito che si trattava di Ryouga. Nell'anime succedeva spesso di coglierlo in riflessioni del genere, e tu hai riprodotto egregiamente quei momenti! Naturalmente, qui si percepisce molto forte la nostalgia per la casa - ma soprattutto per l'amata - che l'Eterno Disperso avverte quasi ancor prima di aver deciso di partire. I suoi pensieri sono così malinconici (oddio, non so se sto usando il termine giusto) che fa quasi tenerezza. C'era da aspettarsi comunque che, presto o tardi, avrebbe rimesso piede a Nerima. E' il richiamo della vita, come l'hai giustamente definito. La fine è tristissima, non mi sarei aspettata una tragedia simile. Mi viene spontaneo comparare la situazione di Ryouga a quella di Gosunkugi: il primo è convinto di essere nessuno, e che la sua assenza non cambierà la vita degli altri, però crede di non conoscere l'altro (adesso non ricordo se nel manga i due si sono mai incontrati... Nell'anime mi sembra di sì). Quel che voglio dire è che non si rende conto che c'è qualcuno che è "ancor più nessuno" di lui, dal momento che il nome del povero sventurato non gli dice niente. Senza senso dell'orientamento sì, ma smemorato no! Per lo stile, ripeto quanto detto sopra: scrivi divinamente! E poi questo nuovo stile non comico ti sta migliorando sempre più! Ma non avrai cambiato totalmente regime, spero! Mi piacerebbe leggere una tua nuova fic comica, perchè no? Ancora complimenti! Sei grande! A presto! ^___- |