Recensioni per
FlashBack
di TwinStar

Questa storia ha ottenuto 16 recensioni.
Positive : 16
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
28/01/07, ore 22:42

No, non hai le allucinazioni.
Sto commentando una tua fanfic e no, non sta nevicando.
Non so come mai mi sono messa a leggere questa storia, ovviamente era tra le fanfic che DEVO leggere ma pensavo di aspettare la fine... ma dato che con te non si sa mai quando una storia avrà fine, meglio leggerla ora.
In più non è che abbia altro da fare dato che sto bloccata in camera mia e non posso nemmeno guardarmi un dvd perchè ho il letto occupato da mio nipote che dorme.
Bene, cominciamo a scrivere ‘sto benedetto commento, dubito che a te interessi sapere cosa stia facendo.

Sai come mi sento quando leggo le tue storie? Come Harry quando viene risucchiato dal diario di Tom Riddle. Hai questo splendido dono di descrivere le cose e i personaggi che mi sento come risucchiata dallo schermo del monitor e riesco a vedere le cose, come Harry nel ricordo di Tom. Mi sembra come se stessi tra di loro, nella stanza, ma loro non mi vedono... è tutto così vivo che potrei pure toccarli (seee, magari...). Questa tuo dono è veramente stupendo.

Ok, passiamo alla storia.
Ovviamente, quando leggo una tua storia, mi faccio sempre un mucchio di domande alle quali cerco di rispondere. La prima che mi sono fatta è stata Cos’è quella camera? Di chi era?
È possibile che sia stata la camera di Sirius? Una camera dall’arredamento semplice, il contrario delle altre stanze della casa? Possibile che il giovane Black provasse tale odio verso la famiglia da non volergli assomigliare nemmeno in fatto d’arredamento della stanza?
E perchè porta Remus in quella camera dicendogli che devono buttare via quella robaccia? Vuole definitivamente dire addio alla sua famiglia e vuole che Remus faccia parte di questo passaggio? Come se volesse che Lupin fosse con lui sia prima che dopo? In ogni periodo della sua vita? (vanneggiamenti del cervello di Ana che è nella WolfStar mode on)

E ora si passa al flashback.
Perchè Sirius sta gettando via così tanti oggetti? Il mantello l’ho capito, ha i colori di Serpeverde ma le altre cose? Ok che si tratta di Sirius Black, ma ha pur sempre bisogno dei libri di scuola. XD
Sirius ha avuto la prova che si distingueva dalla sua famiglia quando fu smistato nella casa Grifondoro. Voleva distinguersi anche per le altre cose ora? Buttando via tutto ciò che gli ricordava quella famiglia? Pensandoci... sì, sarebbe tipico di Sirius. Infatti pare che definisca spazzatura tutto ciò che sembrava far parte dell’antica casata e vuole buttare via tutto... però decide di tenersi una cosa. Uno specchieto. Misero, come lo definisce Remus. Che non abbia a che fare con la famiglia di Sirius? Dopotutto era nascosto in un paio di calzini, perchè mai Sirius dovrebbe sforzarsi a nascondere una simile cosa? Cosa nasconde quello specchietto?

E ora passiamo a Remus. Perchè in entrambi i casi non cerca di lasciare Sirius da solo? In entrambi i casi ha altro da fare: o deve ripulire Grimmaul Place dai Doxy o vuole solamente riposare dopo la luna piena. Perchè non riesce a lasciare Sirius da solo entrambe le volte? (Ana cerca di nuovo di scacciare via i pensieri WolfStar) Che il suo istinto gli stia dicendo che sta per accadere qualcosa di importante?

Troppe domande in questo primo capitolo. Passo al secondo.
Ana

Recensore Junior
15/12/06, ore 13:25

Quando leggo le tue fic sopraggiunge sempre un problema.
Ma no, non è niente di grave, anzi... e solo che qualcosa, puntualmente, inizia a muoversi dentro, hai presente la bestia nello stomaco di Harry? Ecco, fai conto che sia quella. E lascia perdere la tua proverbiale antipatia per il personaggio.
E alla fine il risultato rimane lo stesso. Cioé che non trovo mai le parole adatte per definire i tuoi lavori, né tantomeno per definire quello che provo nel momento in cui leggo la parola fine, anche se si tratta solo del primo capitolo.
Belli? Troppo poco.
Splendidi? Troppo banale.
Fantastici? Inutile, tel'ho già ripetuto troppe volte.
Sai qual'è il fatto, Mary?
E' che tu hai qualcosa dentro la testa (senza nulla togliere all'indubbio talento di fondo), che ti fa immaginare scene così vivide, potenti, impressionanti e che riesci sempre, comunque vada, qualunque sia il tema trattato, a mostrarle anche a noi. Ma non con tratti fuggevoli, sbiaditi, con una linea sottile che tracci tanto per ”darci un'idea”.
Se tu pensi a un'immagine, una scena, un dialogo, eccolo lì, nudo e crudo: senza mezzi termini, senza tanti preamboli. E la consistenza dei punti su cui volevi andare a parare diventa così vivida, così vera. Le parole scorrono, ma non da sole. Ecco le immagini, le azioni, le espressioni, i piccoli gesti, tutti ben visibili come e più del cinema.
Io non so come fai.
Per molti questa poteva essere una storia semplice. Poteva costituire qualcosa di sperimentale o senza particolari pretese. Ma non per te. Per te che riesci sempre a stregare e tenere incollati davanti allo schermo, per te che riesci a rendere interessante persino una macchia d'umido sulla parete.
Insomma, io spero tu ti renda conto del dono che hai. In questa miriade di fanfiction, e te lo giuro, nessuna riesce a emozionarmi come le tue. E' qualcosa che va oltre alle mie simpatie, alle mie preferenze verso un particolare tipo di pairing/rating o che so io. E' proprio qualcosa che devo solo ed eslusivamente all'autrice, ovvero a te, con tutto il cuore. Perché sono convinta che seppure tu descrivessi un verme che striscia sul terreno lo faresti divinamente e riusciresti ad emozionarmi e a pensare “cacchio, ma questa è un genio.”
Potrei soffermarmi su un centinaio di dettagli di questa prima parte del racconto, ma so che tralascerei sempre qualcosa.
Come Grimmauld Place. Ogni dettaglio è vivo, reale. Persino i doxy, creature chiaramente fantastiche, che ti sembra di venderli scansati fastidiosamente dalla mano di Sirius!XDD Giuro, non sto scherzando.XD Ma in fondo, come non potrei sentirmi male nel leggere di questo Remus così adulto, posato, privo di giovinezza persino nel flashback ambientato a scuola? La sua amarezza, il suo ghigno feroce, la sua falsa indifferenza nei confronti della ricchezza materiale, nella “normalità”.
Mentre pesta il mantello sontuoso di Sirius è stato come se avesse voluto calpestare Sirius, e soprattutto se stesso. Perché non ha niente, perché gli altri hanno tutto, perché è un egoista.
Giuro, per la prima volta mi trovo a odiare Remus. Non ci crederai ma è proprio così. E' una vittima e si giova del fatto di esserlo. Sono stanco, voglio dormire, ho fatto una fatica cane a salire le scale, questo qui butta via un sacco di cose che io non mi sarei nemmeno sognato senza un minimo di scrupolo e a me fa schifo, però voglio credere che non me ne freghi niente, voglio calpestare la mancanza della mia vita, la mia pochezza. E congratulazioni, il tuo Remus ci riesce benissimo.
Perché il tuo Remus, anche quello adulto, non entra in Sirius, non si chiede il perché, non lo comprende. Anzi, ne è infastidito, l'unica cosa a cui pensa è allo stupido insetticida per doxy, alle sue faccende da brava donnina di casa. Ma perché è così? Perché vuole sentirsi utile? Certo, il fatto che lui aiuti Sirius a fare le pulizie sembra davvero ammirevole. Ma rimane il sentore di quello che c'è dietro, dei trascorsi. Dello stesso flashback in cui un sacco di cose che per lui avrebbero un grande valore vengono buttate via senza alcuna remora.
E' detestabile.
Sirius invece è tutta un'altra cosa. Sirius, seppure tu l'abbia dipinto dandogli nitidi tratti di sfrontatezza, menefreghismo, malignità, almeno è vero. E' vivo. Pensa a se stesso, ai suoi ricordi, ricordi che Remus pare non capire, non fare parte. Quindi quando butta via piume preziose, mantelli, oggetti antichi di varia natura non lo fa perché è un viziato scialaquatore figlio di papà. Il motivo c'è ed è ben chiaro. Eppure Remus non lo capisce, preso com'è dal suo egocentrismo autovittimistico.
Insomma, non mi voglio dilungare oltremodo perché rischio di diventare noiosa. Il fatto è che ancora una volta sei riuscita a colpirmi e a farmi pensare “Ecco un'altra delle fic di Mary in cui mi intripperò tantissimo e che rileggerò almeno un centinaio di volte, specialmente quando sarà completa.”
E tu sai che lo faccio davvero. Per cui che altro aggiungere, solo un enorme grazie. Grazie di tutto.
Perché non mi deludi mai e meriteresti molto di più che otto o nove recensioni a capitolo. Ma pensala così: coloro che non hanno il piacere di leggere o notare le tue fic, si perdono un enorme dono, una serie di emozioni irripetibili e quella sorta di amarezza (mista a una punta di invidia, sarò sincera!^_-) che rimane sempre ogni qualvolta completi qualcosa con tanta maestria.
Perché al mondo esistono tane verità, e una di queste è che vorrei uccidere Mary perché è troppo braaaavaaa!!!XDDDD
Burle a parte, ancora tanti complimenti. Grazie di cuore.
Hazel Dei Misteri

Nuovo recensore
13/12/06, ore 03:22

Twinsar..non ho parole. Sono mesi che mi dico incessantemente che il recensirti dovrebbe essere annoverato fra doveri del buon cittadino, ma finora la tua disarmante bravura mi aveva sempre impedito di commentare in modo adeguato le tue fic. Leggendo pero' il primo capitolo di questo tuo nuovo capolavoro, mi sono detta: Basta! devi assolutamente dire a questa ragazza cosa pensi di lei. Ebbene: tu SEI una SCRITTRICE. Hai talmente tanto talento che mi sorprende che ancora tu non abbia pubblicato qualcosa. I tuoi personaggi, nello specifico in questo capitolo i tuoi Sirius e Remus, sono così reali, controversi, complessi ed allo stesso tempo coerenti a se stessi come solo una persona in carne ed ossa sa essere, che mi chiedo se tu non li conosca di persona. Sirius mi e' piaciuto in particolar modo. Sia come adulto prigioniero delle sue ossessioni, che trascina Remus in quella stanza dal sapore antico, (la sua vecchia stanza? scrivi che e' priva della solita ostentazione "black".. o forse di un altro famigliare rinnegato?)forse per fare i conti con se stesso, per fare pulizia, buttare via la spazzatura.. sia come bambino, che si ribella alla sofferenza chiudendosi in una sorta di rabbioso autismo che ha davvero del commovente.Remus non ne comprende a fondo le cause, troppo lontane dalla sua realta', ma non puo' fare a meno di percepire l'affinita' fra loro, quel qualcosa di intangibile che gli accomuna. E il fermaglio che citi nel titolo.. tu non scegli oggetti a caso. E' il tocco da maestro. Squisitamente evocativo. Sei perfetta, spero di non averti troppo tediata o di non aver detto troppe cagate, ma questa mia prima recensione ai tuoi lavori era ormai diventata un impulso irrefrenabile. E, a quanto pare, alla fine qualche parola l'ho trovata!!

Recensore Junior
12/12/06, ore 17:22

...mi sto divorando le tue storie una dopo l'altra in stile pazza psicopatica X°D la pura e semplice verità è che adoro il tuo Sirius, il modo in cui lo rendi reale, inquietante in quell'ombra di follia che lo caratterizza sia da ragazzino che da adulto, ermetico, guidato da una logica tutta sua, che nessuno riesce a comprendere... è descritto in maniera così forte e precisa da sembrare reale. è quasi irrispettoso nei confronti di Remus nella scena al dormitorio, eppure gli importa solo quello che per lui ha valore... ha questa particolarissima forma di egoismo che mi piace da morire. e anche Remus, nella sua veste di persona razionale, che osserva la follia di Sirius con il suo tipico distacco, che non capisce Sirius ma al tempo stesso lo conosce così bene da comprendere ogni suo gesto. fin da bambino rinchiuso nella sua solitudine.
bellissimo inizio. non vedo l'ora di leggere il seguito *___*

Recensore Junior
10/12/06, ore 17:02

Chii si chiede cosa ci facciano lei e le sue mani (che notoriamente se ne vanno da tutt’altra parte mentre scrive XD) davanti a quel computer e quella storia, con tutte le cose che si ritrova da fare in casa. Ma si da anche la risposta: ieri non ho fatto in tempo ad essere la prima? Amen, recensisco lo stesso! XD
…certo che io sono fuori di testa…
Questo inizio è semplicemente meraviglioso. Ci catapulti direttamente nella storia senza preamboli. Ci fai sentire come Remus che viene portato via dal suo ‘lavoro’ a viva forza da un Sirius infantile al massimo che sembra fregarsene altamente delle pulizie. Sembra, perché in realtà è che vuole solo Remus per ripulire quelle ‘canfrusaglie’.
La descrizione della camera ‘fuori posto’ in quella casa dove, appunto, ‘è l’ostentazione a farla da padrone’ mi è piacuota tantissimo. Quella è, credo, la stanza di Sirius, quella dove c’era solo lui. Dove lui poteva dimostrare di essere diverso dalla sua famiglia, dove era solo se stesso e non necessitava di mostrarsi superiore a chiunque. Quella stanza è lo specchio di Sirius.
E poi Sirius… ecco il vero Sirius, quello appena uscito da Azkaban, quello che sembra sempre avere lo sguardo folle. Sirius che sembra il prigioniero invece del carceriere. Poi il particolare dei denti aguzzi mi è piaciuto tantissimo *.* dovrebbe essere Remus la bestia oscura, ma invece sembra che Azkaban abbia trasformato Sirius in tale! Molto bello è anche il suo modo esaltato di rivelare lo scopo di quel ‘rapimento’. Il suo sorriso storto per dire che vuole buttare via la ‘robaccia’ che, credo, siano tutti i suoi ricordi.
E Remus… lui che vorrebbe essere calmo ed educato come sempre, che vorrebbe applicare anche con Sirius la sua ipocrisia e il suo sorriso di convenienza. Vorrebbe, ma vede davanti a sé Sirius adulto e non un ragazzino anche se il suo comportamento lo contraddiceva. Sa che se non interviene può passare il resto no della giornata, ma della vita ad aspettare perché, appunto, Sirius non ha altro da fare. Lui è confinato in quella stupida casa, può prendersi tutto il tempo del mondo, di certo non gli sfugge (illuso! Row ha già deciso che di tempo non ne avrei, che finirai al di là di un idiotissimo velo, goditi il tuo tempo anche se in quella prigione!), ma Remus non può, ha le sue missioni supersegrete da svolgere. Questo lo spinge a chiedere. Quello lo spinge a riceve la risposta che lo condurrà nel passato, ad un ricordo preciso.

Come ti ho già detto il modo di collegare il presente e il passato riproducendo l’esatta scena mi è piaciuto tantissimo. Sembrava quasi che fossi io Remus, che all’improvviso il Sirius adulto e folle, imprigionato ed immobile si trasformasse nel bambino isterico che svuota con rabbia il baule da tutti quegli oggetti che lo collegano alla sua famiglia. Era vivido, come tutta la descrizione che segue.

Tutta la scena si svolge il primo anno di scuola, suppongo, me lo dice il frenetico liberarsi delle cose di famiglia di Sirius, deve essere stato smistato da poco tra i griffondoro e, visto che ha altamente disonorato la mobilissima e antichissima casata dei Black, se ne frega altamente e butta tutto quello che lo lega alla sua famiglia. Il tutto viene fatto come un rituale. Sirius che canticchia (stonato, e questo mi ha fatto un certo effetto, non so perché, ma mi ha dato una fitta alle viscere… no, non devo andare al bagno! XD), che si dondola avanti e in dietro e getta gli oggetti alle sue spalle. Ma sono sicura che prima di gettarli li ha soppesati proprio come il mantello. E il bello è che l’ha fatto con allegria, felice di liberarsi dei suoi legami, è un uccello libero Sirius, guai a mettergli il collare! La sua gioia (che descrivi benissimo, mi picae troppo la descrizione delle guance arrossate, gli occhi febbrili che vengono presi per un’espressione ebete da Remus, è troppo bella, troppo vivida), un po’ sadomasochista lasciamelo dire, lo si fede anche quando risponde a Remus. Cosa sta facendo? Niente di più semplice: butta la spazzatura, o meglio, quella che per lui è spazzatura. Per lui sarebbe mille volte meglio un mantello rattoppato regalatogli da, che so, Andromeda, piuttosto che il lussuoso mantello presogli certamente da Walburga che lo vedeva già tra i serpeverde, per quanto ‘odiasse’ Sirius sono certa che sperava che sarebbe andato tra i serpeverde, che portasse comunque onore alla sua famiglia, perché, come può un Black disonorare di sua volontà la sua famiglia, il suo mondo?
Poi il resto della scena. Sempre Sirius il protagonista, lui che preferisce chiudere la discussione con Remus, che continua a gettare con ‘disperazione e rabbia’ tutti gli oggetti che trova, ma che poi, all’improvviso, si fa dolce e amorevole, che srotola con cura i calzini. Per lo specchietto. L’unico oggetto che vuole tenere, che lo intenerisce quasi. Orribile, come lo definisce Remus, ma è quello che lui si tiene in tasca, che terrà anche se lo continuerà a collegare alla sua famiglia. Per quanto voglia la libertà e rinneghi la famiglia tiene quell’unico oggetto come legame, come un piccolo filo che lo continua a tenere unito ai Black. Tenero, ma anche quasi patetico. Però si riprende facendo svanire la tenerezza, ma non del tutto: è mogio quando risponde di no a Remus. Quello non lo butta via.

Ora Remus! Adoro questo Remus, adoro come tu lo descrivi, perché è ragazzo e non ragazza (mi pare d’averti già detto che non sopporto le Remus ragazzine, perché sembra sempre descritto così sia in coppia con Sirius o con chiunque altro... madonna quanto m’arrabbio quando succede!).
Il primo pensiero di Remus è quanto sia irritante il ragazzino folle che getta per la stanza i suoi averi. Non gi importa realmente di quello che fa, per lui Sirius è un idiota e basta, che faccia quello che vuole, non gli interessa. A lui basta andarsene a dormire. Non lo cagherebbe nemmeno se non gli impedisse di riposarsi. Non è egoista Remus, è solo realista. Non conosce quel bambino, non gliene può fregare di meno se è folle (basta che non provi ad ucciderlo nel sonno, ovvio), gli da solo fastidio.
Troppo bella e realistica la descrizione della stato d’animo di Remus. Lui teme l’uomo e non il lupo. È l’uomo che crea problemi, che vuole graffiare quando sorge la luna piena, è l’uomo quello che soffre per la situazione. Come sempre è l’essere umano a creare problemi, le bestie vivono e basta. Quanto è vero. Se solo ripenso a quelle volte che ho invidiato la mia gatta mi viene da sorridere, un sorriso amaro però… simile a quello che ha Remus. Elucubrazioni dettate dalla stanchezza dice lui, cazzate. Lui le pensa davvero, le teme davvero. Inutile che menta a se stesso. Ma lo farà, o se lo farà!
‘Perché nessuno vedesse l’uomo che si dibatteva annaspando dietro il licantropo.’ Questa è la frase che riassume il tutto. I suoi timori e le sue preoccupazioni. Una frase che trovo perfetta. Undici parole che descrivo perfettamente come si descrive Remus. Perché lui è sporco dentro, ma più volte ho pensato che si riferisse al suo essere umano e non alla bestia. Complicato Remus, come sempre, ma è per questo che mi piace tanto. Lo puoi vedere sotto mille aspetti diversi, e tutti possono essere veri.
Ma torniamo alla storia. Remus stanco morto, ma troppo orgoglioso e spaventato da se stesso per ammetterlo è deluso di trovare Sirius in camera. Deluso che i pochi passi che lo separano dal suo letto siano impediti da tutti gli oggetti che quel folle ha scaraventato per la stanza. La sua reazione è più che normale. La sua domanda ‘acida’ è la più corretta, ma anche la più semplice da aggirare dato che non può rivelare il perché lui può saltare le lezioni. Ma gli da comunque fastidio la risposta di Sirius, non tanto perché gli tiene testa, quanto perché lui non sobbalza alla sua domanda, perché sapeva che Remus era lì ma lo ignorava. E qui vediamo il licantropo combattuto. Ringrazio che non abbia provato ad ammazzare Sirius, ma sarei stata curiosa di vedere la scena. Temo però che ne sarei stata insoddisfatto: in fin dei conti Remus è ancora debole, ha fatto una fatica della malora per arrivare fin là, non credo sarebbe in grado di sostenere una lotta e vincerla.
E così, per evitare spiacevoli situazioni, cambia discorso. Non che il cambiamento sia radicale, ma almeno sposta il discorso da lui a Sirius, così da allontanarlo almeno un poco dal ‘problema’. Un botta e risposta che lascia Remus senza parole. Non tanto perché lo invidia, giustamente a prima vista non può far altro che definirlo ‘Piccolo, sporco, patetico figlio di papà.’ E sinceramente lo capisco. Non può nemmeno immaginare quello che passa per la mente a Sirius mentre si libera delle catene che per l’occasione prendono l’aspetto di splendidi averi, la sua reazione è più che comprensibile. Reazione che l’ha portato a riflettere su se stesso. È povero ma non gli interessa, gli importa solo dei suoi. Sembra quasi che si dia la colpa di quello che è successo. Sono poveri per causa sua. Lui si sforza ad essere il figlio perfetto ma non viene amato perché è licantropo, per causa sua. Quasi che l’avesse deciso lui di diventare un licantropo!
Poi la scena del mantello. Mi credi se ti dico che mi sembrava d’essere io quella che calpestava il mantello con gusto solo per vedere la reazione di Sirius. Solo per dimostrare a quel bambino viziato che ci teneva a quelle cose anche se le buttava via. Ma la delusione per la reazione di Sirius dev’essere stata incredibile. Delusione prontamente mascherata dall’offesa subita. Remus è orgoglioso, non accetterebbe mai la carità degli altri, mai. Per quanto possa essere messo male non lo farebbe mai. Suona banale, ma è da Remus questo comportamento.
Comunque anche questa volta il discorso cade nel vuoto. Remus afferma appunto che potrebbe andarsene in Sala Comune a stendersi ma non lo fa. È ipnotizzato da Sirius, dalla sua follia. Forse però è solo la stanchezza ad impedirgli di muoversi e a fargli assistere al resto della scena, a Sirius che trova lo specchietto, che tiene come ‘fosse fatto d’ali di farfalla’. È il comportamento bizzarro che colpisce Sirius quando trova quell’insignificate specchietto che fa quasi scoprire Remus. Fa mostra dei canini troppo aguzzi per prenderlo in giro sarcastico. Ma anche quello non gli da soddisfazione: Sirius è mogio nel rispondergli, non ha accolto nessuna delle sue provocazioni, povero Remus dev’essere così frustrato! XDD

Accidenti, t’ho scritto un poema! XDD
Vabbè, ti solito ti piacciono i miei temini, quindi spero questo non faccia eccezione, è venuto così solo perché ieri notte non ho potuto dirti tutto quello che ne pensavo.
Che altro posso aggiungere? Beh, che ti faccio i miei complimenti, perché le tue storie sono tutte meravigliose, non c’è che dire, sei veramente brava sempre, e la cura con cui scrivi e ci metti l’anima nelle tue storie è ammirevole.
Un grande bacio e un abbraccio.
Chii

Francesca Akira89
10/12/06, ore 09:00

Non credo fosse lo specchietto che James e Sirius usavano per comunicare, vero? Allora cosa sarà..? Un ricordo della cugina Andromeda o della madre? Le tue storie si fanno sempre più mistiche e psicologiche man mano che procedi... ^^;;; Sono belle, però mi mancano anche le vecchie...

Recensore Veterano
10/12/06, ore 03:25

Uh, il flashbak... guarda cosa ne è venuto fuori.
Meglio ancora di quel che mi aspettavo, e trattandosi di te mi apettavo proprio tanto, brava come sei.
Il pezzo iniziale ha l'intensa malinconia amara de La casa storta.
Mi piace particolarmente il continuo specchiarsi invertito di Remus in Sirius. Sirius è meno "umano" di Remus, Sirius sembra il vero prigioniero, Sirius... è uno ottimo Sirius post-Azkaban. Remus c si smarrisce.
Encomio per Remus quando dice che, comunque sia, ormai Sirius è adulto e come tale vuol trattarlo (sai che amo poco chi tratta Sirius come vetrosoffiato dopo Azkaban).
Poi il corsivo del ricordo. Favolosa la lotta di Remus contro l'uomo. Il lupo non soffre, dici... da brivido lungo la schiena. Mi ha toccato a fondo questa considerazione.
Eccellente, anzi eccezionale la descrizione della scena: tutti quegli oggetti sparpagliati, Sirius che si dondola cantando stonato riverso sul proprio baule, Remus che schiaccia il mantello sono così vividi che posso vedere la scena perfettamente. Giuro ho visto Hogwarts, la stanza, ogni oggetto, le espressioni. Sono incantata.
Sirius che getta via cose nuove e costose come spazzatura, indelicato (data la presenza di Remus) ma così vivo. Getta tutto ma tiene lo specchio. Getta via il suo nome, i lussi, non quel che per lui conta davvero.
Dolorosa la noncuranza con cui ferisce (consapevolmente o meno poco importa) Remus offrendogli il mantello, vanificando il suo spregio.
Vivo anche Remus che dichiara la poca importanza per lui della povertà, ma poi ne fa addirittura una macchia, un ottimo motivo in più per non meritare la normalità. Fa male sentirlo constatare che ciò che è basta a negargli, almeno in profondità, perfino l'amore dei suoi (poco amati sia Sirius che Remus... si sono trovati...). Questa volta la sua diversità mi pare struggente, eppure, lui vorrebbe perfino accentuarla per soffrire di meno.
Sono così umani entrambi.
E lo sai che i bambini ti vengono bene come a pochi fanwriter. Sono fragili e insieme fortissimi i tuoi bambini. Sono "storti" ma insieme giusti così, nella loro profonda verità e umanità.
Ribadisco che sono incantata e che ti adoro.

Nykyo

Recensore Junior
10/12/06, ore 00:59

Complimenti, complimenti davvero. Sei davvero brava a scrivere, anche se non sono certo la prima a dirtelo (nè sarò l'ultima). E' bello comunque leggere una tua storia con Remus e Sirius (descritti così bene, in modo così realistico...) senza un vero pairing. Non perchè non mi piaccia Remus/Sirius, anzi, ma è bello che la storia sia concentrata sulla tematica dei ricordi e non sulla coppia, capisci quello che voglio dire?
Tutto è magistralmente descritto, anche i luoghi e le situazioni risultano realistiche, sembra quasi di essere lì con loro...
Bravissima, bella storia.
Alyss

Recensore Junior
10/12/06, ore 00:17

Ti adoro.
Questa storia è bellissima, e tu sei una specie di idolo per me in campo Wolfstar e non. Remus e Sirius sono esattamente Remus e Sirius, in tutti i sensi, sia quelli adulti che quelli soltanto ragazzini. La spazzatura di Sirius, che poi alla fine è simboleggiata da un costoso mantello, e ciò che è "da tenere", piccoli oggetti che non sono le preziose cose regalategli dai Black ma che lui tiene proprio per questo - almeno, è così che ho interpretato il tutto. Ancora un sacco di complimenti :)