Ciao, Ale ♥
Tempo fa ho inserito questa storia tra quelle da recensire, ma siccome stasera ho davvero voglia di farlo, oltre che tempo, mi sono decisa a passare v.v
Per cominciare mi scuso se la recensione farà schifo, ma è un po' tardi e assicuro massima serietà v.v
Prima di tutto, ti faccio i miei complimenti perché la storia mi ha colpito tantissimo. È una drabble molto profonda, anche se breve, e non se ne trovano di così belle in giro.
Certo, il tema del suo passaggio a Mangiamorte, di come si è sentito, di quanto si sia sentito inadeguato, in un certo senso, al compito assegnatogli, dei sensi di colpa, della determinazione di salvare sua madre e suo padre se n'è parlato, e anche tanto. Ma, alla fine, originale non vuol dire per forza di qualità, e "comune" (non banale, tutt'altro) non significa sgradevole o, peggio, "fyccina". Questa è tutt'altro che una ficcyna *rabbrividisce pensando al termine*
Anche se non è uno dei miei preferiti, ho cominciato a pensare a Draco in modo diverso nel sesto libro. Sarò banale, però quando ha abbassato - quasi - la bacchetta davanti a Silente, a me è cominciato a piacere tanto. E ho cominciato ad analizzare il personaggio, cercando di capire cosa lo aveva spinto a fare determinate cose.
Sono giunta alla conclusione - comune - che lui abbia fatto quella "scelta" per due principali ragioni: prima di tutto, voleva veramente avere un po' di successo, dato che, è innegabile, è sempre stato geloso del fatto che Harry gli avesse rubato la scena. Ma è pur vero che ha cercato di salvare sua madre e suo padre, perché Voldemort non è mai stato tenero - tranne quando pensa al suo unico, grande amore Panda - ed è ovvio che gliela avrebbe fatta pagare.
Ha fatto una scelta nobile, senza dubbi, però si è ritrovato in una situazione tremenda, in cui solo il pensiero dei suoi genitori lo fa insistere nel progetto.
Hai usato parole ed immagini suggestive, che ci fanno comprendere appieno il disagio del ragazzo; questo ragazzo che si ritrova catapultato in un buco nero, dove la luce non arriva, dove ogni briciolo di felicità che un sedicenne meriterebbe viene strappato via con violenza. Gli vogliono portare via l'innocenza, facendogli uccidere Albus Silente.
Ma Draco, per quanto cerchi di far credere, non è un cattivo di cuore: «Uccidere non è nemmeno lontanamente facile, come pensano gli innocenti...», come gli dice lo stesso Silente. E lui non può fare a meno che sentirsi in colpa, per questo.
Poi arriva il pensiero dei coniugi Malfoy, messi in pericolo dallo stesso Lucius: una paura opprimente accompagna Draco, ovviamente, la paura di fallire. Non è una cosa che si può permettere, e il suo buco nero risucchia anche la speranza di farcela, perché è difficile, e non può neanche sperare più.
In tutto questo, ci sono gli occhi rossi di Lord Voldemort a seguirlo, da lontano. Draco non può fare a meno di sentirseli addosso, sempre. Sente il marchio bruciare, come tutto ciò che è stato fino a quel momento: un ragazzo felice, un ragazzo normale, che non esisterà più in nessun futuro. Perché, se mai esisterà, per lui, un futuro, sarà troppo impegnato a ripensare al passato per vivere serenamente.
Albus Silente sa, ha sempre saputo. Lui sembra sapere sempre tutto. E cerca di rassicurarlo, cerca di fargli sentire anche lui che è lì. Ma non come Voldemort, non con prepotenza. Albus è una presenza rassicurante, o almeno per me è sempre stata così. Vorrebbe aiutarlo, con quel sorriso silenzioso, nascosto negli occhi.
Ma lo fa cadere ancora di più nel baratro, perché non puoi uccidere una persona che cerca di aiutarti, che ti sorride, che poi cerca di farti cambiare idea e di salvarti.
Ma Draco è costretto a farlo.
E allora «E il buco si allarga, diventa voragine».
Ti faccio i miei complimenti per questa piccola drabble, davvero, dire che mi ha colpita è poco. Ci sentiamo presto, tesoro!
Baci,
Mari ♥ |