Recensioni per
Delitto d'immagine
di Una Certa Ragazza
Questa storia è una rappresentazione di come la mente delle persone possa essere volubile e modellabile a piacere degli altri, ed è proprio questo difetto che ci rende spesso così ingenui e manipolabili. Non solo: mostra anche i pregiudizi che, più o meno tutti, abbiamo nei confronti dello straniero - tema centrale di queste tre storie, d'altronde. |
Devo dire che il finale non me l'aspettavo: da come stava andando la vicenda, immaginavo piuttosto una conclusione incentrata sulla condizione in cui si trovano a vivere molti stranieri, additati, guardati male, accusati di tutto senza che abbiano vere colpe (come appunto può essere una semplice donna musulmana in giro per strada). Sono stata positivamente colpita da questo cambio di prospettiva: è vero che il messaggio rimane quello (la ragazza accusa gli albanesi - tutti - come sorgente del suo male), ma non ti aspetti che a farlo sia proprio lei, che fino a poche righe prima condivideva i pensieri del lettore. |
wow ... che finale! |
Molto forti alcune espressioni che usi .. ma ciò che mi colpisce positivamnte è l'originalità del nome Argeta. |
Oh Jesus, |
Ecco... io invece invidio la capacità di sviluppare una storia usando molte parole districandosi tra descrizioni e buoni dialoghi... riesci a far odorare gli spazi dove si muove la protagonista e il ritmo rende tutto realistico e avvincente. Anche se apparentemente descrivi una quotidianità statica, in realtà si percepisce il movimento delle nostre vite dietro gesti semplici.... Bello! |
Hai descritto perfettamente l’ipocrisia di molte persone. L’introduzione fatta con la citazione di Luc de Vauvenargues non è azzeccata ma di più, proprio per il fatto che Argeta ha parlato in favore degli immigrati fino a quando non gli hanno toccato il posto di lavoro. |
Wow... |
Uno stile non crudo, ma nemmeno pieno di descrizioni inutili. Uno stile secco. Uno stile che ti mette ansia ed è esattamente ciò che serve provare leggendo questa storia. Periodi brevi che rendono perfettamente le immagini. Come Andrea, che è il personaggio fantasma, che non c’è ma che in realtà c’è. |
Bellissima storia: riesce a condensare una serie di temi senza ripeterli banalmente, perché si capiscono alla perfezione da soli - i pregiudizi, le ansie spesso immotivate (ma spesso anche no) e gli effetti che entrambe queste cose hanno sulla gente. Siamo talmente in stato di overdose da notizie di stupri, scippi, aggressioni ecc che ormai non possiamo che pensar male...molte volte anch'io. Certo, quella di Sandra è un po' una paranoia (io non accuserei nessuno solo perché sembra inseguirmi), però esiste anche questo genere di persone, e ne dai un'efficace rappresentazione con questa storia. Brava, mi è piaciuta molto! |
Mi è piaciuta! Non avrei immaginato sul serio che fosse il professore lo "stronzo negro", pensavo che sarebbe finita con un triste e immotivato linciaggio dell'ignoto malcapitato. Ho avvertito bene l'ansia che attanaglia la protagonista; è triste che cose del genere capitino più spesso di quanto non si creda, ma non voglio dilungarmi sull'immigrazione e il razzismo, voglio farti i complimenti: non è semplice condensare una vicenda, una trama, in poche parole. Brava. |