Bene, oggi mi sento ispirata, perciò vedrò di fare una recensione costruttiva.
E' un tema visto e rivisto, che ciascuno affronta a modo proprio e che per questo non invecchia mai. E' un tema sufficientemente forte perché sia difficile scadere nella banalità, ma è un tema così forte che è difficile badare alle sottigliezze tanto da NON scadere nella banalità.
Come in altri racconti che ho letto oggi, anche in questo il punto di forza credo sia la scelta di termini. Quel che c'è di diverso però è che i termini in sé non costituiscono una scelta così curiosa. Forse quel che è particolare è la sintassi; le preposizioni, l'enfatizzare...
"passando per quella tua vena nel braccio sinistro."
Per quella TUA vena nel braccio sinistro. E' curioso che l'unico picco dell'enfasi in questa frase sia quel 'tua' prma di 'vena', mentre per il resto sembra che la protagonista voglia prendere le distanze dal suo corpo, dalla sua vita; il che è straordinariamente appropriato. Ma allora perché QUELLA vena è così importante? Ovviamente è quella che collega il cervello alla siringa, è inevitabile che le si dia importanza. Sai, sto sottolineando un mucchio di cose ovvie, ma quel che non è ovvio è che nel tuo componimento siano racchiuse tutte quante, come se ti fosse venuto naturale. E' così che dovrebbe essere, ma non è così che funziona di solito. Il che, inutile dirlo, è un altro punto a tuo favore. Rendere vero e credibile, funzionale, uno scritto del genere non è affatto una cosa banale. Perciò, i miei complimenti! Non hai avuto bisogno di altisonanti paroloni per unire tutte le componenti migliori per un'elucubrazione come questa. Finale perfetto, lapidario, direi. E' l'unica definizione che mi viene in mente, e non ha neanche molto senso; cerca di intuire quel che intendo, dunque.
Ora ti lascio, va bene fare una recensione costruttiva, ma credo di star sproloquiando. A bientot!
Vì. |