Ormai è passato del tempo dalla pubblicazione di questa storia, me ne rendo conto.
Ma non posso, non posso non recensire!
Innanzitutto, l'idea mi piace davvero. Complimenti. E' così difficile, trovare una buona storia sul Silmarillion, qui nel fandom italiano. E vedere che hai letto la HoME, poi, mi rende immensamente felice.
Detto ciò, procediamo.
Bello, questo primo capitolo. Hai reso bene la differenza tra Noldor e Sindar. Forse avresti potuto soffermarti di più anche sulle eventuali incomprensioni linguistiche, lascia pure che i Noldor sono un popolo di linguisti, ma i Sindar no e comunque si tratta sempre di un nuovo linguaggio da apprendere!
A questo proposito devo ammettere che mi sarebbe piaciuto leggere i nomi in Quenya, ma immagino tu abbia voluto snellire la narrazione senza dover spiegare ogni volta chi è chi. Per quanto mi riguarda non amo il Sindarin (e nemmeno la maggior parte dei Sindar, a essere onesti) quindi ammetto che avrei gradito una simile scelta stilistica. Perdona la mia pedanteria! Mi piace molto come hai reso Maitimo: forte e abile, in grado di prendere in mano la situazione. Ma gravato da un peso troppo grande per lui. Un peso inaspettato e terribile che gli è piombato sulle spalle alla morte del padre. Ah, il mio povero Russandol! E Feanaro... fatico sempre a leggere della sua morte, devo ammetterlo. Come di quella di Finwe, del resto. Quello coi capelli d'argento è Turcafinwe? Il Professore lo chiama "il chiaro", ma mi pare dica che ha i capelli castani... Gli hai fatto ereditare la chioma di nonna Miriel? La cosa lo galvanizzerebbe non poco, penso tu lo sappia! Ah, per tornare a Maitimo... bello anche il momento in cui ricorda il giuramento e ripensa al padre... Sei brava a descrivere i sentimenti senza cadere in inutili sentimentalismi.
Oddio, quante cose avrei da dire che, puntualmente, non ricordo! Intanto rinnovo i miei complimenti, recensirò anche i prossimi capitoli
Melianar |