Vediamo se riesco ad essere, per una volta, un buon - o forse, un decente - recensore. Vediamo se il tempo mi basta.
Cominciamo da titolo e immagine: magnifici, al solito. Prima o poi mi spiegherai dove le trovi, perché boh, sono sempre evocative e ultra collegate col capitolo. Magnifico, davvero.
Tu non sei convinta di questo capitolo - ma dove sta la novità? - io sì. Magari non è il tuo migliore in assoluto, ma mi è piaciuto molto, e secondo me sei stata molto brava nel districarti in tutta la faccenda.
Pensi di essere stata troppo veloce, ma per me non è così, per un semplicissimo motivo: Andy, nonostante si stia riprendendo, è in ginocchio. Aggiungici che sono ANNI che soffre per il suo rapporto assente con la famiglia e il fatto che, nonostante la rabbia, lui li rivoglia indietro. E non è una cosa di questo capitolo, si capisce da subito che gli mancano. Già quando incontra David, il fatto è che ha bisogno che venga tolto il muro. Si sentiva solo, e a vedere che in casa lo rivogliono - stronzi quanto ti pare, eh, però vabbè - secondo me ha buttato alle ortiche gran parte del rancore, almeno sul momento. Quello che accadrà poi è altro.
Alla fin fine, secondo me, già il fatto di esserci andato - ok, previa opera di convincimento della signora Harris - fa vedere che in fondo un qualche perdono lo voleva dare, ovviamente se meritato. Forse se lo sono meritato, forse no. Ecco, io al padre l'avrei mandato a quel paese. Cioè, caspio, uno non può parla solo di lavoro o di medicina, esiste una vita.
(Che poi, il padre è appassionato di medicina e caccia di casa il figlio perché è omosessuale, sapendo che non è una malattia??? VABBE.)
E la signora Harris ha ragione: è più difficile chiedere il perdono che concederlo, soprattutto nei confronti di un genitore verso un figlio, visto che teoricamente il figlio deve tutto ai genitori - fermo restando che la reputo una cretinata di dimensioni colossali. O comunque, anche da parte di una persona così fredda e orgogliosa, è difficile chiedere perdono, perché si deve ammettere che ci si è sbagliati, e non tutti hanno la maturità per farlo.
(cioè, è talmente orgoglioso che dice "qualcuno che sa di medicina QUANTO ME". Ma per piacere.)
Tra l'altro, proprio per tutto il discorso che ho fatto prima, il trucco era far cadere il muro, che in parte è già caduto con l'accettazione dell'invito, anche se un filino, diciamo, meditata.
Elena ricompare, chiama Andy, e sono tutti pucci pu, davvero, carinissimi. Anche lei si ammazza di seghe mentali, peché "se lo chiamo e gli dà fastidio?". Ma cribbio, sei stata a casa sua qualche giorno, ti pare che gli dà fastidio se lo chiami? Se si è aperto con te? Mannaggia oh.
La citazione di Michael sulle stelle perdute (Le stelle perdute non sono destinate a stare da sole per sempre, devono solo riprendere a brillare per trovare una costellazione che voglia prendersi cura di loro.) è magnifica, davvero, mi è scesa una lacrimuccia, anche per il pensiero di Elena, che ho trovato grato, dolce, e anche un po' malinconico. Sai dare atmosfera, Aika. ;)
Anche l'atmosfera successiva, di una scena difficile - avresti potuto renderla lunga e melodrammatica, ma secondo me hai colpito il segno così - è magnifica e magistrale. Lo scambio di battute c'è, e non è proprio leggerissimo, né da parte della madre, né di Andy. Però il fatto che la madre riconosca che Andy cerca di difendersi e il fatto che Andy smetta di farlo, quando si sente chiamato "tesoro", spiega il perché è andata così. Bastava aprirsi - la famo facile, eh. E poi la madre fa l'unica cosa che Andy volesse davvero: delle scuse e un riavvicinamento. Perché anche se non chiede ufficialmente scusa, fa una sorta di mea culpa. E il finale, COME SEMPRE, è stupendo, dolce e amaro allo stesso tempo. Tu sei bravissima a chiudere le cose, lasciando scosso il lettore. Anche stavolta non riesci - fortunatamente - a smentirti. E non dire che son di parte, perché NON E' VERO. Perché se una storia mi scombussola così, merita, punto e basta.
Ce l'ho fatta, visto? Sono stato un bravo recensore - dopo mesi. :P
Alla prossima <3
Ciao!
Ale |