Recensioni per
La Belle Dame sans Merci [The case of the Lady in Red]
di Darseey

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


Devi essere loggato per recensire.
Registrati o fai il login.
Recensore Junior
17/12/13, ore 22:26

Non che voglia farti  pressione, ma non smetterò mai di attendere con ansia la tua prossima fic, il tuo prossimo capitolo, un tuo starnuto, qualsiasi cosa purché sia tua. Adoro il personaggio femminile, non ha nulla della Mary Sue per quanto mi riguarda, e credo che metterla insieme a Greg (non come pairing ma semplicemente come "duo") sia una mossa vincente. Se e quando pubblicherai la seconda parte, magari batti un colpo sul tcath, così sarò sicura di non perdermela. 
Un abbraccio

Recensore Master
29/09/12, ore 15:34

Non una storia con un pairing, come dici tu. Una case-fic, allora, o forse semplicemente una storia. Poco importa la definizio, importa che è scritta bene e mi è piaciuta da morire.
Partiamo dalle atmosfere: mi hanno ricordato quelle di un noir: le tue descrizioni degli ambienti in cui "opera" Imogen, gli interrogatori, il caso di omicidio stesso, tutte queste cose concorrono a dare solidità e concretezza alla parte "poliziesca" della storia.
Il lato psicologico dei personaggi è approfondito altrettanto bene. Lestrade l'ho trovato molto IC, esattamente nello stato d'animo in cui ti aspetteresti di trovarlo dopo la morte di un amico - strambo, sì, ed esasperante - ma pur sempre un amico. La sua stanchezza emerge a sprazzi durante "gli scontri" con questa esasperante ragazza. Ad esempio mi è piaciuta molto la parte in cui dici che in gioventù avrebbe avuto più comprensione verso di lei, ma gli anni, le delusioni, il lavoro e, appunto, la stanchezza ormai gli si sono accumulati sulle spalle e l'hanno indurito. Indubbiamente ciò che è successo a Sherlock è stato un brutto colpo per lui, che a tratti è ancora tentato di telefonare al detective per chiedergli una mano.
Ho apprezzato anche il tuo personaggio originale: sfrontata quanto basta - in linea con la vita che conduce - ma non così forte come potrebbe apparire: è molto bello quando fai emergere in lei piccoli segnali di reale sollievo, quando non viene arrestata e come la sicurezza si incrini quando Greg scopre la vera natura del rapporto che la legava all'uomo ucciso.

Recensore Master
13/09/12, ore 23:06

Io non so neanche da dove iniziare. C'è una forza spaventosa in questo capitolo, che mi ha colpita fin dall'inizio, la stessa forza che ti prende e ti abbandona in così tante parti del testo da lasciarti scombussolata. I riferimenti a Reichenbach mi hanno sconvolta come poche cose sono riuscite a farlo, e nello stesso tempo mi ha davvero colpito la delicatezza con cui butti in mezzo sprazzi di un senso di colpa - quello di Lestrade, così palpabile - che non si affievolisce ma che invece diventa più potente man mano che la sua indagine prosegue (a proposito, ho apprezzato da impazzire il riferimento a Howl, sallo!), con una bella gatta da pelare fra le mani - con un carattere così forte, perché è sola e si deve difendere da tutti (chissà chi mi ricorda, e sono sicura che anche Lestrade rivede lui in lei) - che lo fa agire impulsivamente, gli fa perdere le staffe, lo fa tornare ai tanti traumi che ha subito. Perché come hai detto tu, Sherlock non aveva un solo amico, c'erano altre persone che gli volevano bene. E questo fa male e si sente. La parte che mi ha più colpita? Quando Lestrade prende il telefono dalla tasca della giacca e compone il numero di telefono di Baker Street. Non stavo sinceramente capendo a chi stesse telefonando con tanta urgenza, e quando ci sono arrivata sono rimasta paralizzata a leggere quella parte (a leggerla e rileggerla e rileggerla) per cinque minuti buoni, perché mi aveva completamente distrutta. Spero di essere riuscita a fare un discorso coerente ma ci sono davvero un sacco di cose che vorrei ancora dire, un sacco di parole che vorrei spendere per dirti quanto mi ha colpita questo primo capitolo che non so che altro aggiungere. Aspetto il seguito con ansia e per adesso ti faccio i miei più sinceri complimenti!



Jess

Recensore Junior
13/09/12, ore 19:29

Lestrade è uno dei miei personaggi preferiti della serie (in effetti praticamente ogni personaggio è uno dei miei personaggi preferiti della serie XD), ma non ho ma i letto molto sul di lui, mea culpa. Sono felice di vedere che qualcuno si occupa di raccontare anche il suo dolore post caduta, perché come dici nell'introduzione Sherlock NON aveva solo un amico. Mi è piaciuto tanto il tuo Lestrade, molto molto IC, credo che tu sia riuscita rendere benissimo tutta la pesantezza del suo animo, la sua stanchezza, la sua sconfitta. E mi è piaciuta molto anche Imogen (nome bellissimo e inusuale, fra l'altro! ...un po' come Sherlock, in effetti), il che è strano e ti fa onore, perché normalmente io e gli OC non andiamo per nulla d'accordo. L'hai descritta molto bene, si notano le somiglianze con Sherlock (e qualcuna anche con Irene secondo me), ma non è una sua brutta copia in gonnella, né tanto meno una marysue, il rischio di cadere nella trappola c'era, ma tu sei riuscita ad evitarlo brillantemente. E poi niente, la storia è accattivante e scritta bene (grazie!) e io aspetto la prossima parte con ansia!

Recensore Veterano
12/09/12, ore 23:01

Come la recensisco una cosa così?
Mh.
Spero di riuscire a raccogliere le idee in maniera compiuta. Partiamo dal presupposto che io adoro Gregory Lestrade e tu lo sai, ma il ritratto che ne fai tu mi catapulta oltre la semplice adorazione.
E' LUI. E' la cosa più IC che io abbia mai letto. Il Greg professionale, paziente e apparentemente quieto, in realtà acuto e bravo nel suo lavoro, e stanco dentro, stanco di tutto, provato da una vita privata ormai andata a puttane e una professione che ne ha risucchiato ogni illusione ed energia.
Ci sono dei passaggi di una bellezza sublime, come questo : "Lui non lo fa perché è stanco. Alcune settimane prima ha seppellito il cadavere di un uomo con il cranio frantumato e le ossa sgretolate. Da allora, ogni paio di occhi chiari gli ricordano la sua inadeguatezza come amico e come uomo." E solo con questa cosa, hai detto quasi tutto di lui. Quasi.
II personaggio di Imogen è spettacolare. Una donna non femme-fatale da manuale, non come ci si aspetterebbe in un racconto poliziesco (come questo, meravigliosamente, è), ma un miscuglio di fragilità, orgoglio e furbizia frammisti ad una natura infida e nello stesso tempo prigioniera della vita che si è scelta, o che la vita stessa ha scelto per lei. La tua capacità descrittiva è fuori scala: "una bocca larga, mal disegnata, labbro superiore leggermente più carnoso di quello inferiore: un'imperdonabile imperfezione su un viso che probabilmente sarebbe stato mille volte più attraente senza.
Il tempo di formulare quel pensiero e arriva una smorfia, un arricciarsi di labbra quasi istantaneo, e poi un sorriso che illumina l'incarnato chiaro, stirando al massimo gli zigomi alti e svuotando le guance." Questa è roba da scrittori di altissimo livello. Niente morbide descrizioni di occhioni blu e incarnato pallido, ma la nuda realtà delle facce imperfette che tutti abbiamo, e Imogen, una specie di Lisbeth Salander del torbido, non è la bellona di turno, non è un essere soprannaturale, ma una creatura vera e reale, identificata dalle sue affascinanti peculiarità fisiche. Bassina, magra, adolescenziale, sbilenca, con un viso che mi fa immaginare quello di Juliette Binoche giovane, tossica e dimagrita. Bella ma deteriorata.
La trama avvince, è un treno di tensione e desiderio di saperne di più: io non riuscirei nemmeno sotto farmaci stimolamnti a scrivere una cosa investigativa, ma tu non fallisci neanche in questo, anzi...
.... e poi gli sprazzi di Sherlock e John... del loro ricordo, fanno male più di otto pagine di angst messe insieme. Quel telefono che squilla a vuoto mi ha fatto venire le lacrime agli occhi.
Della tua intensità e del tuo stile superbo sai già cosa penso. Mentre leggo le tue cose, mi accorgo ogni volta di terminarle con la bocca aperta e di ricominciare da capo, dal primo rigo, automaticamente. Mi succede per ognuna delle tue storie.
Non so che altro dire, Ila.
Sei eccelsa. Sei la mia Regina del fandom. Sei quella le cui storie rileggo con cadenza settimanale e non mi bastano mai (insieme a quelle di Alice).
Ti abbraccio con profonda, immensa emozione.
Cla