Recensioni per
Gira Bene il Mestolone dentro il Grosso Calderone
di Subutai Khan

Questa storia ha ottenuto 10 recensioni.
Positive : 10
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
27/06/13, ore 03:02

Ecco...ora mi sognerò Mastrota in slip leopardato, lo so già...

Recensore Junior
29/10/12, ore 20:01

Vengeance is a dish served cold.
I concept album sono una cosa che mi sconfiffera assai, perciò il da me apprezzato Kaos che scrive al riguardo... ovviamente ho abboccato all’amo con tutta la lenza.
Anche qui, traccia elaborata in pieno eh! I setiani sono a un passo dall’annientamento, fissano con inquietudine folle il cielo: il blu non esiste più, c’è solo nero. Questo loro mondo farà presto parte del passato.
Eppure, anche se per la stragrande maggioranza di loro non esisterà futuro, non provano eccessivo rammarico perché hanno il dono dell’onniscienza: alla fine saranno gli umani a soccombere, Set, il messia, li annienterà e vendicherà questa ecatombe.
Altri esempi di futuri distopici?
C’è pure il momento trololloso (il titolo non conta!) con il sacerdote vestito stracciolento: “Guarda te che tocca fare per sopravvivere”.
Eh... bravo... che noiosa che sono...

Recensore Junior
29/10/12, ore 19:56

No, scusami un attimo... la traccia era “Futuro distopico” e tu hai pensato alle febbrili esternazioni che Wellesley potrebbe aver scritto nel suo diario poco prima della battaglia di Waterloo?
Tu sei pazzo.
(Ma di una pazzia che mi ha obbligata a metterti tra gli autori preferiti quindi non prenderlo come un insulto, ‘pito?)
Tra l’altro sei riuscito a elaborare la traccia dandole questa specie di ambivalenza... il futuro distopico è quello di Wellesley che combatte per mantenere intatto il potere della corona e dei nobili. Ma, allo stesso tempo, qui è lui l’io narrante, perciò è quel maledetto corso imbevuto di isteria ad avere una visione distopica del futuro e questa follia repubblicana deve essere solo una breve parentesi.
Questo doppio livello di lettura in meno di 200 parole. No comment.

Recensore Junior

Non mi sono dimenticata eh... almeno, io non dimentico, gh :>
Questo ingrediente del calderone l’avevo ben presente ma stavo tergiversando con il commento...
Perché nonostante la tua tendenza a inondare ciò che scrivi di sarcasmo ed eccessi di vario tipo, riesci sempre e comunque a colpire qualcosa, e ciò è bene, come direbbe Felix.
Questa protagonista si è creata uno spasimante immaginario, ha fantasie erotiche su un paio di ragazze e, nonostante questa sua abissale insicurezza, riesce ad essere irrispettosa nei confronti della professoressa che la richiama all’ordine. È troppo peculiare per riuscire ad immedesimarsi in lei al 100%. Eppure... abusare del sarcasmo per camuffare la sofferenza, la convinzione di non avere i mezzi per riuscire a farsi capire e, allo stesso tempo, la presunzione di essere meglio degli altri, preferire chiudersi in sé stessi perché esporsi può essere controproducente e poi non ne vale neanche la pena... e precludersi così la possibilità di trovare delle piacevoli sorprese... eh sì, qui si va davvero a infierire su dei nervi scoperti...
Il bello è che riesci sempre a strapparmi un sorriso, anche quando scrivi di cose per le quali, in fondo, non ci sarebbe proprio niente da ridere.
Scusami per il commento insulso, forse era meglio se posticipavo ancora ma non credo sarei riuscita a venir fuori con qualcosa di valido quindi tanto vale adempiere subito "al dovere". Ora vado a farmi un caffettone shakerato non mescolato mentre canticchio Con il nastro rosa.

Recensore Junior
25/10/12, ore 15:44

Ma io potrei commentare seriamente una flashfic che mi cita La Solitudine della Pausini?
Anche se devo ammettere che quel riferimento en passant al Big Lebowsky è stato un’esca non indifferente... perciò cercherò di rinsavire quel tanto che basta per riuscire a dirti che l’io narrante da farabutto ti riesce assai bene: esempio più sfolgorante: “la tua fedina penale è diventata più liscia del culo di un bambino” <3 E apprezzo sempre la cura ai dettagli: Iowa Agricultural Bank docet. (Scommetto che qua e là ci sono altre citazioni che non riesco a cogliere...)
Se invece fossi una commentatrice come si deve, avrei senz’altro sviscerato quanto obiettato da Joe: se Philip cerca di ritirarlo in ballo vuol dire che non è davvero suo amico. Non credo che abbia tutti i torti, è una domanda più che legittima e che può far partire un discorso piuttosto articolato. Joe e Philip si conoscono da sempre, ma è davvero questo il meglio per Joe?
Ma non credo sia questa la sede per ammorbarti l’anima, rischierei di tracimare in un soliloquio sconclusionato. E, soprattutto, sto ancora canticchiando La Solitudine - maledettosissimo te!

Recensore Junior
23/10/12, ore 09:56

Nonostante io non abiti, come Guglielmino Neoburger, “in un paesello sperduto in mezzo alle Alpi Graie dimenticato da Dio, dallo Stato e persino dalla mafia”, sono una che non ha considerazione del proprio tempo... e dubito di poter essere definita sana di mente; la riprova è questo mio rispondere agli strali ficcyne-centrici di una manciata di bit su uno schermo.
Che poi... l’intenzione di fare “di tutta l’erbetta un fascio gigantesco” era stata detta e ribadita... ma oh, mi calo sempre volentieri nel ruolo del bastian contrario. Abbia pazienza. O anche no!
Volevo semplicemente sottoporre alla Sua encomiabile attenzione questa sua stessa frase: “La vita di una persona vera è ben più complicata di così. Certi soggetti non trovano neanche nessuno, a livello strettamente sentimentale.” Non pensa che, forse, è proprio questo alla base di tali ficcyne? È davvero così biasimevole sentire il bisogno e/o la voglia di sprecare tempo e bit per trastullarsi con pensieri puccy sguancy? Domanda retorica, avevo colto il suo intento volutamente semplicistico e io stessa tendo a preferire e cercare cose un po’ più articolate del misero “amiamoci perché amarsi è amabile!” però oh, la rompipallità è una mia caratteristica intrinseca.
E ringrazi che non mi sia messa a fare davvero un temino di cinquecento parole per puro spirito competitivo eh.

Recensore Junior
22/10/12, ore 16:50

ç___ç Storia che fa riflettere, nonostante sia così triste. Il punto di vista di una donna che per far felice suo figlio, va a farsi ogni sconosciuto a cui vada a genio. E il figlio che non capisce un cavolo D: va beh, triste ma vera...purtroppo 'ste cose succedono veramente...

Recensore Junior

Figata, questa mi è proprio piaciuta. sarà che mi sono rivista molto in Erika. Oddio, non ho mai parlato con una parte della mia testa in quel modo (o forse si e ho rimosso) però i miei pensieri sono molto simili a quelli della ragazza.

Figo questo capitolo *__*

Recensore Junior
22/10/12, ore 16:32

Bwahahaha in questo capitolo hai scritto due domande che mi pongo sempre io quando quelle rarissime volte guardo la tv e mi ritrovo davanti le pubblicità dei materassi, o delle pentole. Queste qui:

"Perché dovrei farmi prendere in giro da una ditta a cui non interessa il mio benessere, ma solo i miei soldi? Perché pagano quel tizio, per tanti motivi paragonabile a uno scaldabagno, per sputare stupidaggini a raffica?"

Poi quando è uscito il tipo dalla tv pensavo stessi scrivendo un copione per una pubblicità LOL

Comunque, mi sto anche chiedendo se io abbia capito o meno il significato profondo che si cela dietro questo capitolo (ultimamente ho la testa per aria, forse per quello).

Recensore Junior
22/10/12, ore 16:28

Eh. Anche qui tiri fuori un sacco di spunti... e spunti particolarmente scomodi.
Non riesco a biasimare la reazione di Matthias: gli adolescenti saranno anche testardi e poco inclini al compromesso, ok, ma quello che gli viene richiesto qui è un compromesso non indifferente.
Eppure le argomentazioni di Else sono assolutamente legittime e comprensibili e hanno un senso e una logica micidiali... e non posso biasimare nemmeno la sua scelta per un sacco di motivi, anche se credo che la chiave di tutto sia questa frase qui: “voleva un bene dell’anima a Matthias, altrimenti non avrebbe svenduto il suo corpo.” Ci sono situazioni in cui si è disposti a qualsiasi compromesso, in cui la motivazione è talmente importante che si è disposti ad accettare qualcosa che, normalmente, non si sarebbe mai tollerato. E devo dire che mi è tornato di nuovo alla mente Bokurano, la madre di Mako e il concetto di avere la forza di gestire la propria imperfezione perché si sta cercando di fare del proprio meglio.
Ecco, Else è consapevole che quello che fa è "sbagliato" e "non-normale" e non cerca nessuna giustificazione, non le servono: lei voleva il meglio per suo figlio. Per amore. E mi piace pensare che anche Matthias ricambi e riesca, per lo stesso motivo, a superare l’umiliazione e a non distruggere il rapporto con sua madre...