Recensioni per
I'm coming back for more
di fedenow
recensisco questo racconto introspettivo che ormai risale a quattro anni fa. E che dire? E' perfetto. L'idea di base, la caratterizzazione del personaggio, il suo modo di parlare, la filosofia che hai fatto, la positività. Davvero un lavoro che merita! Non c'è nulla che non vada, ancora complimenti! |
Come potevo non commentare la ragione del mio essere qui. |
Non è facile, per me, lasciarti una recensione. |
Questa non è la prima volta che metto il naso nel fandom dei Placebo, e ho paura di cadere nella banalità ma quello che hai scritto mi è piaciuto tantissimo, mi ha fatto venire le lacrime agli occhi. Di solito quando lo si dice non è mai puramente vero, si tende ad ingigantire questo tipo di emozione-commozione-gioia, ma lo sto dicendo sinceramente: ho letto il tutto come catturata dalle parole che cadevano così eleganti sullo schermo, con ritmo incalzante, come di un monologo interiore, introspettivo, che alla fine tutti noi finiamo per avere, e poi mi sono ritrovata a sorridere sulle ultime righe, commossa, anche se di certo non è questo l'esatto termine da usare. Lo stile scorrevole, di un Brian che dà uno sguardo al suo passato, mi ha completamente estraniato dal mio mondo, mi ha fatto immergere nella sua vita che in fondo non avevo mai visto propriamente sotto questo aspetto, mi ha fatto ritrovare un lato di me in lui, un uomo-ragazzino che ha amato e sofferto fino a questo resoconto, che non traccia una fine o un nuovo inizio, ma, dal mio punto di vista, un qualche modo per accettare e guardare in faccia ciò da cui magari prima tendeva a fuggire. Suonare, lasciare questo posto di merda ed essere felice. E' così verosimile, sincero, quasi intimo: un quadro della sua vita, di come lui la vive e di come continua a cercare la felicità pur avendola già trovata nei volti delle persone che ha incontrato. Mi ha spiazzato poi la riflessione: "la felicità è un meccanismo talmente banale da risultare tollerabile a chiunque sia abbastanza vanitoso da credersi diverso dagli altri, e rivestiamo il dolore di un'importanza smisurata per crederci unici almeno nella sofferenza." Non ci avevo mai pensato in questi termini: sei stata in grado di formulare e rendere quasi concreto uno degli atteggiamenti più astratti e incontrollabili che qualcuno possa provare. Brian, per riassumere tutto quello che sto invano tentando di dire, è terribilmente umano. E questo modo di rappresentarlo mi ha coinvolto davvero tanto, con le note dei Dire Straits in sottofondo e con queste parole fuggitive, impazienti di venir dette, o almeno pensate. L'ho apprezzato come poche cose, come poche storie su questo sito. Ti faccio i miei complimenti (: |
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) |
Allora. Mi devo riprendere perché, devo dirti la verità, sull’ultimo paragrafo a momenti mi metto a piangere. Non lo so bene, il perché e assolutamente non è una critica. E’ solo che è proprio scritto bene ed è talmente vero. Al di là della fanfiction e anche al di là del fatto che sia Brian a parlare. |
OH.MIO.DIO. |