Recensioni per
Perché i versi parlavano di quello
di Gaia Bessie

Questa storia ha ottenuto 5 recensioni.
Positive : 5
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
17/07/16, ore 14:54

Realizzo di giungere tardi, non so neanche se sei ancora attiva sul sito, ma sono incredibilmente felice perché ho ritrovato questa storia, che avevo letto mesi fa e che cerco da allora. Sull'onda del momento angst ho letto una buona parte delle tue storie e devo farti i complimenti: scrivi davvero bene. Ma la cosa che mi ha lasciata più positivamente sorpresa è la tua straordinaria abilità nel delineare i caratteri dei tuoi personaggi: ho trovato Daphne davvero struggente e la scelta della poesia, che conoscevo da "Noi siamo infinito",  azzeccatissima. È come se tu avessi creato nel mondo di harry potter un tuo piccolo universo personale, un mondo dentro il mondo, insomma, e coesistono perfettamente; nessuno dei due è rovinato dall'altro, anzi, si arricchiscono a vicenda. Spero che tu abbia capito qualcosa dallo sproloquio. È stato un piacere venire a conoscenza delle tue storie.

Nuovo recensore
29/08/13, ore 19:39

Sono davvero, davvero, davvero scovolta. 
Non ho potuto fare a meno di piangere, non riuscivo a smettere! Conoscevo già la poesia e l'adoro, ma mai avevo pensato che una storia ispirata da essa sarebbe stata capace di commuovermi ancor più di quanto non avesse fatto la poesia stessa. L'idea è già di per se molto bella, in più scrivi davvero molto bene, quindi penso proprio che leggero anche le altre tue storie. Non potrò farne a meno. Questa è stata di gran lunga la migliore Daphne di cui abbia mai letto.

Recensore Veterano
03/04/13, ore 11:37

Recensione premio per il primo posto al Contest "Nuovo Anno, Nuova Generazione"

Tu mi spiazzi, lasciatelo dire. 
Non finisco di detestare Daphne nell'ultima storia che ho recensito e ora mi trovo a adorarla.
Non so se ho mai letto di una Daphne così poetica , e anche così profonda. Mi è molto piaciuto il fatto che, di norma, non faccia leggere le sue poesie a nessuno, ma vada in giro con i sui versi che fuoriescono dalle tasche del vestito; ha un che di bohemien che mi ha conquistata. Bello anche il riferimento ai mostri che abitano sotto il suo letto, e il suo desiderio, forse un po' infantile, che il padre le rimbocchi le coperte. La rende molto umana, forse troppo per il suo mondo. Tra le e Asteria, sembra quasi quest'ultima quella più grande, soprattutto nel momento in cui le rimbocca le coperte.

Inoltre, mi piace la coppia Blaise/Daphne, anche se ormai risulta un po' un cliché delle fanfic, in ogni caso tu l'hai resa molto bene, in modo estremamente poetico dire per rimanere in tema con la tua storia. Mi è piaciuto questo Blaise estremamente paziente, che vorrebbe riuscire a entrare nel mondo di Daphne. Difatti non capisco perché ha baciato Asteria! Va bè che Daphne è terribilmen te criptica, ma quel bacio mi sa così tanto di tristezza e tentativo di rimpiazzo che fa quasi male. Anche perché suppongo che Blaise l'amasse alla fine, vista la poesia che porta sulla sua tomba...
davvero triste la fine!

In ogni caso mi è piaciuta, e complimenti come al solito per il tuo stile! Tr l'altro la poesia che intermezza la tua storia è davvero splendida!

avalonne
(Recensione modificata il 03/04/2013 - 11:42 am)

Recensore Veterano
26/02/13, ore 23:50

Grazie per aver partecipato al mio contest con questa storia bellissima che ha conquistato un bel quarto posto su 17 partecipanti. Ti lascio il giudizio come recensione.

Non ho trovato errori di grammatica o ortografia se non qualche piccola svista tipo uno spazio di troppo prima del punto nella frase “capelli tagliati corti sotto una fascia di raso nero .” e uno spazio di troppo dopo il punto nella frase “sua sorella che baciava Blaise.  Daphne si era chiusa”. Inoltre quando scrivi, più volte, “Quello, fu l’anno” dovresti evitare di mettere la virgola tra il soggetto “quello” e il verbo essere.
Uno stile molto particolare, perfetto per la storia così Angst. Le frasi sono per la maggior parte brevi, incisive, e la narrazione procede per immagini, a ritmo veloce e inesorabile. Il ritmo ricorda quello di una canzone o di una ballata, volutamente ripetitivo nelle strutture (tipo “quello fu l’anno…” o “perché parlava di quello…”). Sebbene elegante e delicato, e per molti versi affascinante, questo stile non è esattamente facile da seguire per un’intera storia. Come stile va bene per la canzone cui ti ispiri, ma forse la storia poi rimane un po’ troppo simile alla canzone, risultando un po’ troppo lontana dalla prosa.
Qualche frase è anche un po’ troppo arzigogolata, tipo “Piangeva sempre quando scriveva, senza avere un reale motivo per versare acqua e sale e mischiarlo all’inchiostro delle parole che, come lacrime, scaturivano dalle recondite profondità del suo stesso essere”, una frase lunga diverse righe e composta da metafore intrecciate l’una sull’altra in sui le lacrime sono chiamate acqua e sale e l’inchiostro è chiamato lacrime…
Una Daphne molto estrema, circondata da personaggi ancora più estremi. Le poesie, i fantasmi, i soffioni, il lutto per la sorellina mai nata… questi e altri sono i dettagli ben studiate e d’effetto con cui caratterizzi Daphne e la rendi controversa e disperata. Anche gli altri personaggi sono delineati magistralmente e sono personaggi complessi e sfaccettati. L’unica critica che ho da farti e che per essere fedele al testo della canzone hai lasciato entrare troppo del mondo Babbano nella storia e si è persa tutta la parte magica della storia.
Sebbene la canzone sia bella e perfetta per l’idea di questa storia e sebbene lo sviluppo della trama sia inesorabile e tragico, ho trovato che la corrispondenza tra canzone e storia fosse troppo esatta. Praticamente ogni paragrafo era la trascrizione allungata della canzone con nomi e fatti leggermente modificati, quindi dopo aver letto la strofa sapevo esattamente cosa sarebbe successo, il che rovinava la sorpresa, specialmente sul finale.
Una storia tanto triste da far star male dall’inizio alla fine. Gli elementi per creare un dolore morboso e malsano ci sono tutti, dalla sorellina nata morta alle poesie macchiate di lacrime, dal dormire sui fiori secchi alla morte del cane, dello zio, del fratellino, della madre, dai fantasmi e la paura di dormire al suicidio finale.
Una storia toccante e scioccante. 

Nuovo recensore
04/02/13, ore 16:26

Davvero tanti complimenti, la storia è molto bella - anche se non vado pazza per Daphne.
Ho pianto alla fine.
Giuls