Recensioni per
Us from Now on
di Walpurgisnacht

Questa storia ha ottenuto 6 recensioni.
Positive : 6
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
15/05/13, ore 15:01

Sono proprio contenta che Ukyo se ne sia andata in trasferta e abbiate deciso di soffermarvi sugli altri, per due motivi: il primo è che Shampoo è un personaggio che mi ha sempre affascinata tantissimo ma che, solitamente, viene sempre un po’ snobbata e/o bistrattata.
Il secondo invece è che mi sono sempre piaciute la caratterizzazione e l’introspezione che ne avete fatto nella vostra Secretception perciò non vedevo l’ora che ritornaste a puntare l’obiettivo su di lei.
E, anche in questo capitolo, non vi siete smentiti: inutile dire che mi è piaciuto assai!
Siete riusciti, come sempre, a far affiorare dei dettagli, a far esprimere ai personaggi delle considerazioni, che sono assolutamente perfette. E, oserei dire, fondamentali. Anche in funzione dell’IC che, a me, piace tanto.
Il fatto che Mousse e Shampoo non siano l’appassionata coppietta da fiction di bassa lega è GIUSTO. E sacrosanto. E che sia proprio Shampoo quella ad essere carente nei gesti affettuosi e nello spirito d’iniziativa è una cosa... eh, sì, giusta e sacrosanta (perché sforzarmi quando il mio essere ridondante e ripetitiva è ormai assodato?)
Il fatto che abbia dei dubbi, che non si senta in grado di ricambiare i sentimenti così palesi di Mousse, è più che comprensibile... ed è molto bello il suo dialogo con Ranma (e altrettanto bello che quel dialogo l’abbia avuto proprio con lui, sono due personaggi che io ho sempre percepito come speculari, ma vabè, sono cose mie, sto divagando).
Shampoo non era mai riuscita a prendere Mousse seriamente. Né le era mai interessato provarci. Mousse era l’amico d’infanzia, la persona che ormai dai per scontato in quanto ha sempre fatto parte della tua vita. E, soprattutto, Mousse era il ragazzo che perdeva completamente il lume della ragione quando aveva a che fare con lei e che non si era mai fatto problemi e non aveva mai esitato nel dimostrare di avere un debole per lei. E Shampoo era stata indottrinata fin da bambina nel guardare con sdegno la debolezza, è come se fosse stata cresciuta per essere “in missione”: essere (la più) forte e vincere l’amore di un uomo che fosse alla sua altezza.
Mousse non era alla sua altezza, o meglio, non gli è mai importato esserlo: non aveva riserve nel sbandierare i suoi sentimenti e il suo amore per Shampoo veniva prima del suo stesso orgoglio e del suo amor proprio. E questo credo sia inconcepibile per un’amazzone dura e pura come Shampoo, la migliore della sua tribù, cresciuta da una schiera di Amazzoni guerriere che dubito siano delle educatrici attente allo sviluppo emotivo dei bambini. E questi meccanismi erano rimasti immutati anche in Giappone: i criteri gerarchici del Nekohanten ricalcavano quelli di Joketsuzoku.
Sedici anni di una simile vita non possono essere spazzati via con un colpo di spugna dalla forza dell’amore.
Senza considerare un altro aspetto altrettanto fondamentale, che voi avete espresso con questa frase perfetta: “il problema non è capire di essere innamorati ma ammetterlo. Con se stessi e con la persona di cui si è innamorati.”
Tra l’altro, nel caso di Shampoo, la situazione si complica: è sconcertante riuscire ad ammettere di essersi ricreduta in modo così colossale... sui dettami della sua tribù, sull’amore che nutriva per Ranma... e sulla scarsa considerazione che aveva per Mousse... penso sia difficile, per lei, riuscire a perdonarsi questa sua debolezza, lei che era stata educata a saper sempre come reagire, a dover essere sempre pronta e combattiva... ora sta affrontando una situazione che le è del tutto sconosciuta, per cui non era mai stata allenata, e quindi si sente impacciata, inconcludente... e si sente stupida.
Però alla fine capisce che non è poi così complicato: “basta spegnere la parte consapevole di sé e dare libero sfogo all’emotività”. Un po’ come nelle arti marziali, quando ogni mossa diventa quasi un riflesso incondizionato: se perdi troppo tempo a riflettere, risulti lento e impreparato a reagire. La stessa cosa avviene con i sentimenti. E quel “Wo ai ni” finale ne è la perfetta dimostrazione.
 
Grazie per essere sempre così attenti a questi particolari. Io venero i particolari. E li venero ancor di più quando mi ritrovo davanti a scritti che riescono a trattare di emozioni e sentimenti SENZA edulcorarli o perdersi in roboanti frasi “da libro”.
Adoro la verosimiglianza che riuscite dare a quello che scrivete...
 
Eh vabbè, come al solito mi lascio andare e comincio a sproloquiare ma, oh, facciamo che questo mio mega polpettone compensa (l’inspiegabile!!!) mancanza di altri commenti, ok?
 
 
PS: "Non posso credere di aver cercato di trasformarti in un'anatra come me."
"Su su, è acqua passata..."
Brrrr... brancamenta... la freddura! Però mi ha fatto ridere!

Altro PS: Ma la storia di Obaba e Happosai? Verrà raccontata anche a noi? °v°