Salve! Mi sta piacendo molto questa storia, che ho scoperto praticamente adesso...
A piacermi è soprattutto lo stile, il tuo modo di scrivere: il linguaggio diretto che usi nel PoV di Malfoy e che trasmette in modo nudo e crudo le sue emozioni – la sua rabbia - senza filtrarle o edulcorarle; in linea generale, il tuo accumulare sensazioni, colori, immagini… lo adoro, perché è veloce e preciso, come una stilettata, insomma… arriva al punto ;) Mi è piaciuto anche il realismo tutto “Babbano”, diciamo così, dei dettagli tecnici riguardo i cadaveri, gli omicidi ecc... mi ricorda l’atmosfera di noir/thriller/poliziesco di Michael Connelly, tanto per citarne uno. E, in altre parti, soprattutto quando ti soffermi a descrivere gli ambienti familiari dal PoV di Harry, c’è, all’opposto, quell’atmosfera impalpabile – dolceamara - che mi ha invece ricordato Baricco. Adoro quella sensazione di incompletezza che semplicemente lascia intendere e immaginare al lettore, senza stare troppo a spiegare.
Venendo ai personaggi, mi intriga la tensione sessuale tra questi due e la loro caratterizzazione. Da una parte abbiamo un Harry invaso da sensi di colpa e con paraocchi di cui è più che consapevole, diviso tra la rassicurante eppure ormai monotona, insipida ruotine familiare, i sentimenti sbiaditi che prova per Ginny, e questa nuova (non tanto nuova) sensazione di lussuria che domina tutto il resto e che lo fa vergognare di se stesso. Poi c’è quella gelosia, appena appena trattenuta, quando scopre tracce di altri uomini sul corpo di Malfoy, e la sensazione di fragilità improvvisa che il saperlo così “esposto”, vulnerabile, gli trasmette (una specie di… tenerezza mista a pietà?). Dice che Draco si merita quello che gli è successo e che non ha compassione per lui, ma mi sembra tanto un tentativo di nascondere a se stesso la verità; cerca di disprezzarlo, catalizzando su di lui la rabbia e il disgusto che prova in realtà per se stesso, perché non può fare a meno di desiderarlo. C’è una buona dose di self-loathing da parte di Harry, soprattutto nella consapevolezza che può veramente amare solo ciò che è sporco – anche per questo non riesce più a desiderare sua moglie?- e probabilmente lui pensa di meritare tutto questo, si sente sporco perché va con uomini, eppure cerca di controllarsi costantemente, di dimenticare le sue pulsioni – mi ha fatto quasi tenerezza il sollievo che sente quando si rende conto di non desiderare il “ragazzo dagli occhi grandi” (come se questo potesse renderlo di colpo una persona “normale”, quale lui vorrebbe essere, ma non si può scappare da se stessi, immagino…). Insomma, questo Harry mi piace perché lo trovo l’emblema, fin troppo realistico, di un uomo che, per difendere la posizione di tutto rispetto che occupa in società, la sua reputazione agli occhi altrui, è costretto a nascondere la vera parte di se stesso, condannandosi così a una claustrofobica doppia vita (trappola che, prima o poi, finisce per scattare, inesorabilmente): stimato professionista da un lato e checca disprezzabile dall’altro. Non è facile venire a patti con se stessi e con ciò che si è, nel profondo- ecco, questo Harry lo esprime bene.
Un’ultima cosa riguardo Draco. Mi piace anche come stai trattando lui. E’ un calderone di rabbia e voglia di rivalsa nei confronti del mondo intero – mondo di cui è specchio Potter, immagino - di umiliazione e orgoglio ferito, ma anche di desiderio fisico nei confronti del suo "nemico", non meno intenso. Insomma, è una mina pronta a saltare in aria. Ciò che Draco più odia, credo, è l’indifferenza di cui Harry fa mostra nei suoi confronti: penso che ferisca un po’ il suo ego da “star” (non so, io Draco l’ho sempre visto tendente al fighetto, con una buona dose di tracotanza e arroganza e, al tempo stesso, un insopprimibile bisogno quasi fisico di essere ammirato, amato, accettato, al centro dell’attenzione). Emerge chiaramente la solitudine, la vita grama che Draco è costretto a condurre dopo il suo rilascio da Azkaban: è la vita di un sorvegliato speciale tenuto sotto stretto controllo, 24 h su 24, pregiudicato per sempre agli occhi altrui, cui nemmeno una vita di tormenti potrebbero restituire la dignità sociale, ormai persa per sempre. Draco mi sembra un uomo per cui è quasi diventata, ahimè, un’abitudine quella di essere trattato una merda. E mi ha fatto tenerezza, e pena, la vergogna e il rossore con cui è costretto ad ammettere davanti ad Harry di essersi difeso, come se avesse perso ogni diritto su se stesso, sul proprio corpo. E, a causa della sua posizione, non può nemmeno difendersi dall’intrusione di Potter nella sua mente. Anima e corpo, tutto di lui è alla mercé degli altri. Lui è rotto, fuori e dentro, è come un guscio spaccato che non riesce a trattenere per sè più nulla e in cui tutti possono entrare e scavare a loro piacimento. Perché lui è e sarà sempre, per tutti, il cattivo, il galeotto, il Mangiamorte, il perdente; nessuno è disposto a provare simpatia per lui, mentre, al contrario, ogni benevolenza va a Potter, l’eroe del mondo magico, il vincente, il salvatore ecc ecc… Questo contrasto penso che renderà ancora più ostici i rapporti tra i due e mi chiedo come riuscirai a farli avvicinare senza causare una “esplosione” :D E poi, ovviamente, mi incuriosisce seguire gli sviluppi dell’indagine in parallelo sugli omicidi.
Mi rendo conto che ho scritto troppo, ops. Concludo facendoti i miei complimenti, e alla prossima! ;) |