Ma non c'è neanche tanto da pensare, perché io più penso e più mi viene voglia di picchiarmi con lo spigolo di qualcosa di molto duro. Qualsiasi cosa.
Dici che non ci lamentiamo? Io non sento altro. Lamentele a chili, ma straordinarie, perché in quanto a fantasia non ci batte nessuno. Ma dicevo. Siamo bravissimi a indignarci, ad arruffare le penne, a scendere in piazza (per che cosa poi, non lo sa neanche chi partecipa alle manifestazioni), a dichiarare le colpe di quello e di quest'altro invocando lo spettro dello Stato, manco fosse una divinità riparatrice.
Il mio professore di arte ogni tanto parte per la tangente antropologica, e si dilunga in analisi che hanno del meraviglioso, ma anche affascinante.
Il popolo italiano non si è svegliato adesso con questa sindrome dell'infante che reclama i genitori, è sempre stata la sua caratteristica predominante da che la penisola ha avuto una dominazione più o meno stabile. Abbiamo fisicamente bisogno di una figura di spicco che prenda le decisioni in nostra vece, che si schieri in nostra difesa, che ci compri le caramelle e ci asciughi le lacrime. E' patologico, non c'è niente da fare: la nostra storia ci ha partoriti così. Sempre menomati di coglioni per prenderci la responsabilità almeno di ciò che ci esce dalla bocca. Figurarsi per alzarci in piedi e dichiarare una volontà propria.
Dipendenti dallo Stato.
Che poi, cos'è? Boh. Fallo capire, alle persone, che lo stato non è il padre misericordioso, ma un'apparato civile.
(scusa la rabbia, ovviamente non è rivolta a te personalmente. Ciao :) |