Valutazione valida per il contest "Quando le dirai..." del forum EFP
Grammatica e ortografia: 15/15
Mi pare di non aver trovato nulla di particolare da segnalare.
Stile: 15/15
Anche in questo caso nulla da eccepire, la storia è strutturata molto bene, con una specie di “falsa partenza” (ovvero il pessimo stato di salute di Janine, ti confesso che nelle prime righe pensavo fosse proprio lei la ragazza alla quale doveva essere fatta la ferale rivelazione, sempre che fosse uscita dalla crisi dove si trovava), è stata per me una sorpresa vedere che la notizia oggetto del contest avrebbe riguardato quella che invece sprizzava di salute, della quale sono elencate molto bene le varie sfumature della sua reazione al tristissimo annuncio.
Originalità: 9/10
Sbaglierò, ma alla prima lettura la storia mi ha fatto venire in mente (sia pure alla lontana) A.I. (anche se in questo caso l’essere non è di tipo robotico, ma si tratta comunque di un essere la cui esistenza è dovuta a un processo scientifico ed è considerata almeno da alcuni “innaturale”); davvero niente male la scelta di fare del clone la protagonista..
Gradimento personale: 10/10
Massimo, davvero; non m’è dispiaciuto affatto leggere quella che s’è rivelata essere l’ultima giornata di vita della protagonista, destinata a perire per dare una possibilità di vita all’altra, ad essere costretta a conoscere una verità aberrante nel modo più crudele possibile, il vedersi tramutare da un momento all’altra da figlia a res extensa, a vedere le persone che considerava più vicine a sé condannarla a morte, vedersi bloccata e guardata a vista come se c si dovesse difendere da un mostro; eppure in quel momento avere ancora la forza di pensare ad altro, soprattutto a quello che è stata la sua vita fino a quel momento, nonché a quello che poteva avere e non ha avuto né mai avrà.
Però durante la lettura mi è capitato di pensare a come potrebbe essere la legislazione in tema nel mondo in cui si svolge la storia, evidentemente la legge considera i cloni in qualche modo cittadini (i “genitori” hanno comunque dovuto fornirle cibo, vestiario, educazione ecc.) ma possono essere eliminati per dare “pezzi di ricambio” in qualsiasi momento senza che questo comporti conseguenze penali (c’è poi un dubbio, dovuto alla mia insipienza scientifica, non ho capito perché, se la ragazza clone è destinata comunque a morte certa per degenerazione cellulare, questo destino non possa toccare anche all’organo espiantato una volta che si trova nel corpo della “sorella”)-
Ultimo ma non per importanza: complimenti davvero del tipo più ampio possibile per la scelta del titolo, è bello vedere un riferimento alla mitologia greca all’interno di una storia a tema fantascientifico, segno che cambia la tecnologia e i mezzi a disposizione, ma non le emozioni e il carattere degli esseri umani; inoltre si tratta davvero di una tragedia quella che vede la povera Hope protagonista, quella cui porta la disperazione che ha portato quelle persone ad una scelta così drammatica (e mi riferisco a quella originaria di dare una “sorella” alla figlia).
Caratterizzazione dei personaggi: 5/5
Decisamente, in questo cupo dramma, si staglia proprio la figura della protagonista, che nello scorrere della storia passa dalla più che giustificata rabbia per il ruolo che ha doveva ricoprire (e la sua comprensibile disperazione da animale che non vuole essere condotto al macello) alla presa di coscienza di poter essere utile a sua “sorella” (insomma, per parafrasare una nota citazione biblica, è stata costretta ad essere la guardiana della sorella), e di come riesce a trovare non solo la forza di riuscire a sacrificarsi volontariamente e non appunto facendo scenate che d’altronde sarebbero inutili, dato che nessuno la può aiutare né può chiedere la pietà di alcuno (tanto meno dei suoi “genitori”, dato che la situazione deve aver completamente distrutto quell’affetto che pure dovevano aver provato per lei).
Per il resto, gli altri non ci fanno una gran figura (a cominciare da quelli che l’hanno avuta con sé fino allora (va ancora più ad onore della protagonista l’essersi limitata a definire “scialba” la madre, sinceramente fossi stato al suo posto non sarebbe stata di certo quella la prima parola che mi sarebbe venuta in mente per definirla) al dottore (che certo lavora per salvare vite, ma in questo caso sembra avere assunto il ruolo del boia.
Attinenza al tema: 5/5
Direi che c’è, ed è reso anche molto bene.
Totale: 59/60 |