Recensioni per
Parigi, o cara...
di mamie
Non so proprio come abbia fatto, nelle mie varie incursioni sul tuo profilo, a non notare questa meraviglia fino a ieri. |
GIUDIZIO: Descriptions Contest. Quanto sei bravo a descrivere? |
Finalmente ho trovato un po’ di tempo da dedicare alla tua storia :) ed eccomi qui a lasciarti due parole di commento. |
Stupenda. Sono deliziosamente meravigliata. Una raffinata e musicalissima descrizione di Parigi! Un viaggio che dipinge nella tua mente famossissimi luoghi di questa capitale senza cadere negli stanchi cliché che fioccano quadri di banale romanticismo. La luna che pare lugubremente una testa mozza...i suonatori fumosi delle vie... la bellezza dispersiva e regalmente algida del Louvre... Notre Dame ( uno dei disegni che mi ha colpito maggiormente) che diviene un oscuro palcoscenico privo di autentica sacralità.... l'ilarità dei ristoranti multietnici... lo splendore rivoluzionario degli impressionisti nelle mostre e il finale un pò sommesso e sognante che riprende la figura tetra e sublime della luna...i miei vivissimi complimenti!! Hai delineato questa città che non conosco con tonalità talmente vivide che mi pare quasi di aver camminato per le sue strade!! Una serie di dipinti variegati che s'incastrano in un armonioso ordine!! |
Splendida descrizione e incredibilmente accurata nei suoi particolari di nomi, persone e riferimenti. Si sente moltissimo il fatto che sia una grande città, una metropoli dalle infinite sfaccettature, una città tanto grande che ci si perde con una facilità disarmante. SI sente il concetto di grandezza e di armoniosità che, a parer mio, la caratterizza, come lo è la maestosità per Roma :) Hai messo in risalto molto gli aspetti 'famosi' della città: il Louvre, la Gioconda, i tavolinetti piccolissimi dei bar ecc... insomma, quelli che si vedono nei film, ma non hai tralasciato quelli più nascosti come la descrizione delle persone sulla metro. La descrizione è molto buona e ho avuto lo strano effetto che tu non sappia esattamente se ami o odi questa città: la descrivi in modo, freddo, calcolatore, mi sembri quasi insicura di quel che provi verso di lei... ma ovviamente potrebbe essere solo un'impressione. A presto. Baci. |
ciao :) ho partecipato anch'io al description contest e ho scelto di aderire anche alla lettura, quando ho tempo, delle altre storie :) |
Chissà perché ma visitare Parigi, gotica, misteriosa, a volte tetra, mette anche me dello stesso umore. Le tue parole hanno avvolto il mio cuore con una coperta di malinconia; quella un po' bohèmienne. Se chiudo gli occhi riesco ad immaginare perfettamente ogni cosa, con la stessa intensità e provando delle forti sensazioni, cupe... un po' tristi. Riesci a trasmettere tanto con le parole, sei fantastica! Complimenti davvero! |
Hai sicuramente visitato Parigi con un umore tetro! Le tue descrizioni sono potenti, così piene di dettagli da rischiare in realtà di fagocitare il lettore che cerca di farsi strada tra le immagini se non fa uno sforzo per rallentare. Ma in fondo è ciò che fa Parigi stessa. Il pezzo che mi è piaciuto di più è Gourmet, specie alla fine, dove il cibo smette di farsi di cristallo e si abbozza quel potere di unione che può manifestare. E io ricordo un ristorante francese sulla Senna, dove puoi sederti tra mobili antichi che hanno un aspetto e un calore più proprio dei pezzi rustici che d'epoca. Ricordo un'anatra calda e una crema di carciofi che cola nel piatto con la consistenza di una carezza, o ancora il pesce servito agli altri tavoli, col cameriere che ha il tempo e la gentilezza di preparare la maionese sul momento, davanti ai tuoi occhi. Posso essere d'accordo con la tua descrizione del Louvre, ha l'aspetto un po' funebre di ricordi a cui ci si aggrappa a forza, troppo importanti per lasciarli andare. Ma quando tornerai a Parigi ti consiglierei di visitare, se non l'hai già fatto, un luogo un po' magico che si trova vicino a Notre Dame, non distante da Pont au Double, in Rue de la Boucherie: una vecchia libreria dal nome del Bardo inglese, costruita su un antico monastero. Non potrai muovere un passo senza vedere un libro che si protende verso di te, quasi un ordine perentorio, tesori sui quali i nazisti non poterono mettere le mani. Ci sono piccole stanzette dove perdere ore a cercare tutti i titoli che vi sono riposti. Più che una cripta, a me ha ricordato una culla... E se anche tu getterai un obolo nel pozzo all'ingresso, all'insegna degli "starving writers", ci sarà ancora speranza. |