(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte) Segnalo questa storia per le scelte lasciando il commento che ho scritto per il contest "10 songs flash contest" indetto da Frandra sul forum di EFP
Grammatica e sintassi:
la grammatica è pressoché perfetta fatta eccezione per due errorini di battitura, uno nella citazione alla canzone (I want to gome, anziché I want to go home) e una doppia spaziatura qui “l’onda di Hokusai”. Sono comunque piccolezze di minima importanza dal momento che hai rispettato la consecutio temporum e che non è presente nessun errore di ortografia o sintassi.
Lessico:
molto molto appropriato, un ottimo accostamento del linguaggio tendente al gergale dei dialoghi ad una terminologia a tratti specifica nella parte narrata. La padronanza del lessico è chiara e ha il suo massimo utilizzo nelle metafore e nelle descrizioni, belle, evocative, realistiche e soprattutto personali.
L’unico appunto che mi sento di farti (e lo faccio perché mi è stato recentemente fatto notare e mi sono resa conto che variando questo piccola particolare si aggiunge quel tocco in più che non guasta mai) è sulla struttura del dialogo, impostata quasi sempre sul verbo al passato (fece, interruppe, si alzò…) + gerundio (tentando, cercando, sbuffando…). Ora, questa costruzione, che può sembrare la più logica (e credimi, per me lo era, e ancora fatico a liberarmene) non è molto consigliata poiché in generale il gerundio è un tempo che “appesantisce” e che andrebbe quindi evitato. Tuttavia, ho notato che non fai un uso smodato di questa costruzione, quindi non si tratta di un vero e proprio problema ma più che altro di una piccola accortezza da adottare per migliorare ulteriormente.
Stile:
scorrevole e piacevole, la lunghezza media dei periodi conferisce un ottimo ritmo al testo. Molto buona è anche la narrazione, sempre mostrata e mai raccontata, le immagini sono chiare e molto evocative e si imprimono molto bene nell’immaginario del lettore.
L’unica pecca nello stile di questo scritto l’ho riscontrata nell’utilizzo delle virgole, alcuni periodi risultano difficoltosi alla lettura proprio a causa di un utilizzo scorretto della punteggiatura, vado subito ad elencarti i passaggi in cui ho riscontrato questo problema.
“Gli Smiths iniziarono a cantare, la voce stonata della ragazza unita alla loro, mentre, portati dal vento risuonavano i rintocchi di campana di qualche chiesa battista.” Il mentre non può essere isolato in questo modo dal resto della frase, a meno che non sia seguito da un inciso, se ci fosse stata una virgola dopo “vento” (e quindi “portati dal vento” sarebbe divenuto un inciso) allora la frase sarebbe stata corretta, ma quella pausa proprio dopo il mentre lo fa apparire come se non stesse reggendo nulla e, pertanto, insensato.
“«Dovresti mangiare» un sussurro, flebile e Jon capì, un guizzo di malinconia negli occhi blu pallidi, che la sua muta preghiera non era stata esaudita.” La disposizione delle virgole che hai utilizzato rende “flebile e Jon capì” un inciso ed è chiaro che tale frase non ha alcun senso presa singolarmente, lo stesso si può dire per “che la sua muta […]”; la virgola dopo “sussurro” andrebbe eliminata poiché divide soggetto e aggettivo, ma penso che il problema di questa frase non sia soltanto nella punteggiatura e vada ricercato anche nella costruzione. Il soggetto (Jon) è separato dal suo complemento oggetto (“che la sua muta […]”) da un inciso troppo lungo (“un guizzo di […]”), ritengo che la costruzione più adatta a rendere la frase scorrevole (e soprattutto comprensibile al primo impatto) sia questa “«Dovresti mangiare» un sussurro flebile, un guizzo di malinconia negli occhi blu pallidi, e Jon capì che la sua muta preghiera non era stata esaudita.”.
“Erano arrivati una bella mattina, quando Zelda faceva ancora le medie ed erano spariti l’estate del secondo anno delle superiori, così come erano venuti.” Anche qui ho riscontrato un problema con gli incisi, quello che le tue virgole delimitano non può essere un inciso, poiché una volta eliminato si ottiene “Erano arrivati una bella mattina così come erano venuti” che non ha senso. La virgola dopo superiori è corretta, ma solo se ne aggiungi una dopo medie limitando così l’inciso a “quando Zelda faceva ancora le medie”.
“Ricordi te l’avevo detto una mattinata chiara, forse era primavera” ci vorrebbe una virgola dopo “ricordi”.
L’ultima cosa che ti segnalo è una ripetizione qui “Le era successo con il cucù del nonno, successe anche con Jon.
Nessuno le raccontò cosa successe dentro quella clinica, […]”, uno dei due poteva tranquillamente essere sostituito con accadde.
A parte ciò che ti ho segnalato ribadisco che lo stile è davvero buono e hai una capacità descrittiva molto molto buona che coinvolge completamente il lettore a livello di tutti i campi sensoriali: vista – questa storia ha il filtro vintage di una vecchia macchina lomografica –, gusto – il gelato sciolto e appiccicoso –, udito – gli Smiths in sottofondo accompagnati dalla voce stonata di Zelda e dalle campane –, olfatto – la puzza di disinfettante – e tatto – sembra quasi di poter intrecciare le dita alle mani da pianista di Jon.
Trama:
La trama è strutturata in maniera apparentemente lineare e la sua esposizione è fluida e perfettamente comprensibile.
La scansione temporale svolge un ruolo talmente secondario da arrivare a perdere di importanza, sono i singoli momenti, apparentemente insignificanti, a giocare un ruolo da protagonisti. L’intera storia è costruita su istanti, presentati al lettore come istantanee, in pillole, che assumono importanza e impatto man mano che la trama va a delinearsi.
Il risvolto finale coglie totalmente impreparato il lettore e fa assaporare appieno la novità tanto quanto il dolore.
In sostanza, ad uno sviluppo eccellente e molto particolare si aggiunge un finale che fa da ciliegina sulla torta e che sicuramente rende sia la trama che l’intreccio di questa storia un piccolo capolavoro.
L’unico minuscolo appunto che mi sento di farti riguarda il terzo frammento della lettera, in particolare il passaggio “Alle fine credo di essere diventata la tua migliore amica proprio perché eravamo complementari.” Ho avuto la sensazione che questo voler spiegare il motivo del rapporto fra i due giovani, così spontaneo e naturale, raccontato fino ad ora tramite istantanee che non necessitano di alcuna sintesi, sia in qualche modo una forzatura. Trovo che sia perfetto il modo in cui hai finora parlato di loro, senza dover andare a mettere dei confini precisi, il voler sottolineare come fossero complementari è molto bello, e se volessi mantenere questo tratto potresti semplicemente dirlo schiettamente come hai fatto per tutto il resto della storia, senza dover passare da un’introduzione trita e vincolante. Ma questo è soltanto un minuscolo appunto ad una storia che, come ho già detto, a livello di trama ritengo eccellente.
Caratterizzazione dei personaggi:
La difficoltà, nel modo in cui hai scelto strutturare questa storia, attraverso flash e istanti ben precisi e circoscritti, sta nel far trasparire in giusta misura i personaggi, senza ammassare un’accozzaglia di dettagli che risulterebbero pesanti, ma dandone comunque un’immagine completa e apprezzabile.
Allo stesso modo che con la trama anche qui sei riuscita perfettamente. Tanto Zelda quanto Jon appaiono reali, palpabili e giustamente non del tutto sondabili come qualsiasi essere umano. In particolare le immagini di Jon che hai disseminato con nonchalance lungo tutto il racconto restano perfettamente impresse e vanno a costruire un profilo del personaggio pressoché perfetto.
Zelda, poi, fa una descrizione di sé sorprendentemente lucida e veritiera che, oltre hai dettagli che lei stessa ci rivela, dà l’idea di un personaggio che si conosce profondamente, allo stesso modo in cui conosce il ragazzo per cui ha donato la sua stessa ita da persona libera.
Anche qui hai fatto un lavoro davvero impressionante costruendo due entità interessanti, ben strutturate ed equilibrate nei loro drammi.
Utilizzo della canzone:
Ottimo utilizzo, hai centrato esattamente il punto della canzone che hai scelto tanto che le citazioni vanno ad inserirsi alla perfezione nel testo.
È notevole come il tema centrale, il “perdere tempo” semplicemente oziando insieme, sia stato mantenuto accanto al desiderio di uno scambio di emozioni reciproco che è la seconda tematica del pezzo. Apprezzabile è anche che la Zelda narratrice sia anche la voce della canzone.
Originalità:
A prescindere dallo stile narrativo utilizzato, che già di per se si presenta come originale, ma che in fondo, non è propriamente una cosa mai vista, a stupire di questa storia è lo sviluppo, il plot twist in gergo, improvviso.
Poco prima dell’ultimo frammento di lettera scopriamo che Jon è morto, “Una coltellata in pieno petto.” questo è quanto scegli di rivelarci sulla dipartita di Jon, e il lettore a questo punto è certo che lui abbia preso la via più breve per la libertà togliendosi la vita e fuggendo dalla sofferenza dell’essere stato privato persino di una personalità. Ma ecco che arriva il colpo di scena, Zelda è in carcere, è stata lei ad uccidere Jon, e già di per sé questo da alla storia una connotazione tutta sua allontanandola in modo significativo da tutti gli altri scritti che hanno parlo di disagio e dolore e che si sono conclusi con la morte autoinflitta.
Tuttavia, sono convinta che non ci si limiti a questo, potrei sbagliarmi in ciò che sto per dire, oppure potrei semplicemente arrivare ad una conclusione che tu forse hai ignorato, dal momento che sono fermamente convinta che molti autori non si rendano conto delle ottime trovate che spesso hanno e che inseriscono nelle loro storie senza nemmeno accorgersene.
Ciò di cui sto parlando si concentra prevalentemente in questa frase “Volevo solo sdebitarmi, liberarti a tua volta, e spero di esserci riuscita.”, l’impressione che da è che non sia stato Jon a chiedere a Zelda di porre fine alla sua non-vita, ma che sia stata lei, di sua iniziativa, a maturare la sofferta decisione di sdebitarsi in tal modo. È compito del lettore soffermarsi sullo strazio interiore che deve aver patito per poter arrivare a questa conclusione e la tremenda insicurezza che deve aver provato, perché, per quanto conoscesse perfettamente Jon e sapesse che quella che aveva davanti era soltanto la sua ombra, non poteva essere definitivamente certa che lui fosse pronto ad andarsene, per poi provare una sorta di amaro sollievo nel vederlo sorridere.
Trovo che questo sia stato il tocco di massima originalità, che fosse voluto o non, e che abbia dato una profondità tutta diversa e sfaccettata tanto alla storia quanto ai personaggi.
Opinione personale:
Come penso si sia compreso da ciò che ho scritto nei campi precedenti, ho molto apprezzato questa storia. Ho cercato di essere oggettiva e di limitare le osservazioni puramente personali a questa sezione. Non c’è davvero nulla che non abbia apprezzato, e se c’era l’avrò di sicuro fatto notare sopra, mi ha cattura, sia a livello dei personaggi che della trama, ma soprattutto ho trovato strepitosa la tua capacità espositiva, il modo in cui descrivi dei singoli istanti di vita quotidiana e li stampi a ferro caldo nella mente del lettore è davvero notevole.
Complimenti.
EDIT:
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Sheridan17 con "Strangeways, here we come"
Per la descrizione di Jon, così drammatica, delicata e vera da permettere al lettore di attribuire colori, consistenze e profumi al personaggio. Lontana da qualsiasi scema descrittivo io abbia mai visto, arribva con il contagocce, un dettaglio alla volta, senza esagerazioni nè forzature e fornisce un'immagine d'insieme ricca di sfumature, accattivante e leggera.
Miglior fotografia
Altro premio a Vita di Pi, ed ora a...
Sheridan17 con "Strangeways, here we come"
Null'altro ci si poteva aspettare da una storia le cui descrizioni sono pari ad istantanee, istanti catturatie cristallizzati nel tempo che vengono descritti con leggerezza e in maniera splendidamente evocativa.
Questa storia è un book fotografico di rara bellezza.
e Miglior attrice protagonista
Premio conquistato dall'amatissima Jennifer Lawrence con Il lato positivo - Silver Lining Playbook, va a...
Sheridan17 con "Strangeways, here we come" con Zelda
Un personaggio sorprendente completo, di cui ci viene mostrato un vastissimo spettro di emozioni e una lunga porzione di vita. Subisce una grande traformazione dalle prima immagini che abbiamo di lei al finale, una maturazione interiore dettata dalle sue stesse scelte, ma che la vede sempre coerente con se stessa e, soprattutto, splendidamente umana. (Recensione modificata il 19/03/2014 - 11:11 pm) |