Leggendo “Divergent” non si può fare a meno di immedesimarsi. Ebbene sì, è forse uno dei pochi pregi dell'utilizzo della prima persona. Non puoi fare a meno di immergerti totalmente, sentire il conflitto interiore di Tris nel momento in cui deve scegliere, provare il dolore fisico del rapimento, delle botte durante l'iniziazione, il disprezzo verso Peter, il risentimento verso Al, verso gli amici invidiosi, il brivido dell'adrenalina durante il lancio dal grattacielo. Però, l'uso della prima persona ha un grande, grandissimo difetto: scegliere il punto di vista di un unico personaggio quasi eclissa tutti gli altri, che fanno un po' da contorno e nient'altro. Ci sono tante storie che dovrebbero essere raccontate che rimangono, invece, taciute, per il semplice motivo che sarebbe assurdo raccontare determinate emozioni, sensazioni, dal punto di vista del narratore.
Grazie al cielo esistono le fanfiction, in cui ognuno può immaginare ciò che vuole, in cui un fanwriter di buona volontà riporta alla luce quelle storie nascoste dall'autore originario. È per questo che personaggi come Will e Christina acquistano una sorta di spessore che in Divergent è stato loro negato. Dietro alle battute e al sorriso di Christina e Will cosa si nasconde? Provano anche loro nostalgia di casa, della famiglia, della loro vecchia vita. Insicurezza per ciò che potrebbe accadere in futuro. Paura. Il legame con il sangue non può essere spezzato, non facilmente. È per questo che Will, di tanto in tanto, difende gli Eruditi. È per questo che Christina continua a dire la verità e mette in pratica gli insegnamenti per capire quando gli altri mentono.
Analizzare questi due personaggi – che a me sono piaciuti molto – è stato davvero interessante, e ti ringrazio per averlo fatto, perché è giusto che anche i personaggi minori abbiano una vita, dei sentimenti. In un libro certe cose si tralasciano, magari per alleggerire il tutto, ma per me è importante una visione di insieme, per capire chi è la gente di cui sto parlando.
Se avessi dovuto immaginare la loro Cerimonia della Scelta sarebbe stata esattamente così. Con lo stile conciso, frasi brevi ed immediate, sei riuscita ad aumentare l'ansia del lettore, il desiderio di scoprire quale sarebbe stata la scelta, benché conoscesse già la risposta. Hai inquadrato alla perfezione le emozioni dei personaggi, calandoti nella parte senza troppi problemi, dipingendo con brevi e sapienti pennellate un'interiorità assolutamente realistica e coerente.
«Ti hanno insegnato a non mentire, mai. E ora, ora stavi mentendo a te stessa», dici, parlando di Christina. Ho adorato queste due frasi, perché è così che io ho visto la cosa. Ci vuole un gran coraggio a cambiare fazione, un gran coraggio davvero; scegliere la vecchia fazione è la strada semplice. Ma mentire a se stessi non è giusto, non è... corretto verso se stessi. Non si può convivere col fantasma di una decisione mai presa. Si finisce per venire risucchiati dal dolore, e di uccidere tutti coloro che ci sono accanto – ovviamente metaforicamente parlando.
«Far sapere al mondo intero tutto su di te quando nemmeno tu sai veramente chi sei» penso sia ciò che tutti hanno pensato quando hanno letto della macchina della verità. L'adolescenza è fatta di dubbi, segreti, omissioni. Non ci si conosce abbastanza per poter raccontare sempre la verità. Ma penso ciò valga anche per gli adulti. Ci sono persone più sincere di altre, ma nessuno è mai sempre e comunque sincero. Durante la parte del racconto dedicata a Christina hai analizzato non solo lei e la sua scelta, ma anche ciò che era prima, la sua fazione, ciò a cui era stata abituata. Si può dire che, scegliendo gli Intrepidi, Christina si sia dimostrata una vera Candida. È per questo che io non credo al fatto che i Divergenti siano rari. Per me siamo tutti Divergente. Tutti i nostri cervelli vanno in dieci direzioni diverse. Semplicemente, c'è chi ha più forza per sopportarlo e chi invece si arrende ad una sola realtà. Penso sia una scelta, e per questo non sono fondamentalmente d'accordo con la Roth. Che poi, mi viene da chiamarla Veronica, perché, alla fin, ha l'età di mia sorella.
Che dire, sì, mi è piaciuta davvero tanto questa piccola storia, anzi, queste piccole storie, trovo che la tua scelta di usare diversi pow sia stata davvero molto interessante e, secondo me, l'hai trattata davvero benissimo. Ti faccio i miei complimenti.
Non saprei neanche dire quale mi sia piaciuto di più fra i due, perché li ho graditi davvero molto entrambi. In entrambi hai analizzato i motivi della scelta, che sono molto simili, però l'hai fatto in modo davvero differente, non saprei neanche spiegare come. Il tuo stile immediato aiuta tantissimo l'atmosfera: hai fatto bene a scegliere poche e brevi frasi, il tutto sembra naturale, come un reale flusso di pensieri e sensazioni.
Ora, sto diventato ripetitiva. Noiosa lo ero già dall'inizio xD
Dunque ti ringrazio per averci regalato queste piccole storie, ti faccio i miei complimenti, spero di risentirti presto! Baci,
Acquamarine_ |
